Campania Sound Experience: Enzo Avitabile e M’Barka Ben Taleb

 

 

Campania Sound Experience - Enzo Avitabile e M'Barka Ben Taleb ph Anna Vilardi

Campania Sound Experience – Enzo Avitabile e M’Barka Ben Taleb ph Anna Vilardi

Il pop, il ritmo afro-americano, la musica antica e il canto sacro. Enzo Avitabile ha sempre vissuto nella ricerca di un suono inedito, non solamente originale ma vitale ed essenziale. Da bambino, Avitabile ha studiato il sassofono; da adolescente si esibito nei club napoletani affollati dai clienti americani. Quindi si è diplomato nella disciplina del flauto al Conservatorio  di Napoli San Pietro a Majella e ha iniziato a collaborare con artisti pop e rock di tutto il mondo, da James Brown a Tina Turner.

Campania Sound Experience - Enzo Avitabile e M'Barka Ben Taleb ph Anna Vilardi

Campania Sound Experience – Enzo Avitabile e M’Barka Ben Taleb ph Anna Vilardi

Tra il 1982 ed il 1994 vengono pubblicati dall’ etichetta discografica  EMI i suoi primi  8 Albums, tra cui Avitabile, suo album di debutto. Il 1996 costituisce una data che fa da spartiacque nella produzione di Avitabile: nuovi suggestivi arrangiamenti segnano il ritorno ad un linguaggio originario arricchito da neologismi contemporanei, con Aizetè (la cui titletrack è la colonna sonora del film  Incantesimo napoletano). Con Napoletana, nel Novembre del 2009, Enzo Avitabile raggiunge l’ennesimo coronamento della sua carriera artistica, vincendo il Premio Tenco 2009 per il miglior disco dell’anno nella categoria dialettale.

Campania Sound Experience - Enzo Avitabile e M'Barka Ben Taleb ph Anna Vilardi

Campania Sound Experience – Enzo Avitabile e M’Barka Ben Taleb ph Anna Vilardi

 Dal 2004, pur non rinunciando al patrimonio lessico/musicale della sua terra, incontra un progetto musicale completamente nuovo, i Bottari di Portico, ensemble di antica tradizione rurale della Campania, protagonisti di numerosi Festival, e di pellicole cinematografiche firmate da Lina Wertmüller. Sul palco, con Avitabile, botti, tini, falci strumenti atipici diretti dal capopattuglia cadenzano antichi ritmi processionali che sono sana trance: non techno, ma “folk”. Anni di proficua collaborazione portano gli artisti alla produzione di numerosi lavori discografici, tra cui Black Tarantella del 2012, un progetto di più ampio respiro pubblicato in tutto il mondo da CNI.

Campania Sound Experience - Enzo Avitabile e M'Barka Ben Taleb ph Anna Vilardi

Campania Sound Experience – Enzo Avitabile e M’Barka Ben Taleb ph Anna Vilardi


M’Barka Ben Taleb
 è un’artista italo-tunisina importante voce del panorama musicale napoletano e definita dalla stampa “la risposta arabo-partenopea a Grace Jones”.
Inizia la sua carriera come vocalist di Tony Esposito e di Eugenio Bennato, conquistando rapidamente la stima e l’amicizia di grandi musicisti e cantautori italiani artisti, che le valgono proficue collaborazioni come James Senese, Enzo Gragnaniello e tanti altri.
Viene scelta da John Turturro per interpretare una delle protagoniste di Passione, film di culto del 2010 presentato alla 67ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia in cui M’Barka traduce in arabo “’O sole mio” e “Nun te scurdà” e partecipa alla catarsi di “Tammurriata nera”. Dal film nasce l’idea dello spettacolo Passione tour (2012), che porta M’Barka ad esibirsi sui palchi di tutta Italia al fianco di James Senese, Raiz, Fausto Mesolella, Peppe Barra, Pietra Montecorvino, la portoghese Misia, gli Spakkaneapolis 55 e Gennaro Cosmo Parlato, mescolando voci, musiche e culture. Torna a lavorare sul set con John Turturro nel 2013, nel film Fading Gigolò, uscito nelle sale cinematografiche italiane con il titolo Gigolò per caso, con Woody Allen, Sharon Stone, John Turturro, Sofia Vergara e Vanessa Paradis.

Campania Sound Experience - Enzo Avitabile e M'Barka Ben Taleb ph Anna Vilardi

Campania Sound Experience – Enzo Avitabile e M’Barka Ben Taleb ph Anna Vilardi

Anticipato dai singoli “Je t’aime moi non plus” e “Storia d’amore”, l’1 luglio 2014 esce il suo nuovo album, Passion fruit: una rilettura al femminile dello scandaloso Je t’aime moi non plus di Gainsbourg e un’altra canzone assolutamente maschile, Storia d’amore di Celentano, secondo singolo attualmente in rotazione radiofonica.
L’album infatti tiene insieme cover di brani che la voce unica della tunisina di Napoli e la produzione firmata dal beatmaker Tonico ’70, Arcangelo Michele Caso e Salvio Vassallo conducono in una nuova dimensione. Da sonorità arabe, a ritmi reggae; dal romantico omaggio a Edith Piaf con La vie en rose a inediti e duetti con il Maetro Enzo Gragnaniello e due talenti emergenti, ancora una volta partenopei: Alessio Arena che, ha firmato per M’BarkaNisciuno e il Tesoro di San Gennaro che firma il brano che dà il titolo all’album, impreziosito dall’emozionante seconda voce di Valentina Gaudini. Passion Fruit è un disco di svolta, di trasformazione, dal suono moderno, maturo, profonda mescolanza tra la lingua della sua terra d’origine e quei luoghi che l’hanno accolta (l’Italia e Napoli, la Francia, la Spagna).

 

Campania Sound Experience - Enzo Avitabile e M'Barka Ben Taleb ph Anna Vilardi

Campania Sound Experience – Enzo Avitabile e M’Barka Ben Taleb ph Anna Vilardi

Campania Sound Experience - Enzo Avitabile e M'Barka Ben Taleb ph Anna Vilardi

Campania Sound Experience – Enzo Avitabile e M’Barka Ben Taleb ph Anna Vilardi

Le foto sono a cura di Anna Vilardi (inviata a Giffoni)

 

Campania Sound Experience: la musica degli Almamegretta a Giffoni

Almamegretta EnnEnne Tour - Campania Sound Experience ph Anna Vilardi

Almamegretta EnnEnne Tour – Campania Sound Experience ph Anna Vilardi

Gli Almamegretta sono stati protagonisti del Campania Sound Experience 2016 di Giffoni lo scorso 20 luglio. Il gruppo musicale napoletano nato nel 1988 ha proposto al pubblico la propria miscela fatta di alternative rock intriso di richiami reggae, dub e reminiscenze classiche napoletane. In scaletta i vecchi successi estratti da album storici come Animamigrante (1993), Karmacoma (The Napoli Trip) ma anche i nuovi brani contenuti in EnnEnne (Sanacore / Goodfellas), il nuovo album uscito il 6 maggio 2016, il cui titolo è preso in prestito dall’acronimo di “Nescio Nomen”, una delle frasi coniate per registrare all’anagrafe chi nasce da genitori ignoti.

Almamegretta EnnEnne Tour - Campania Sound Experience ph Anna Vilardi

Almamegretta EnnEnne Tour – Campania Sound Experience ph Anna Vilardi

Il disco contiene dieci canzoni – nove inediti e una versione di Ciucculatina d’a ferrovia, vecchio successo di Nino D’Angelo – e riunisce la line-up originaria della band – GennaroT (voce), Raiz, Paolo Polcari (batteria) e una serie di collaborazioni; dai già rodati – e facenti parte della live band – Fefo Forconi (tastiere), Mario “4mix” Formisano (chitarra), Salvatore Zannella (basso), Salvatore Zannella (percussioni), Albino D’Amato (dub master), oltre ai featuring di Adriano Viterbini e Michele Montefusco (chitarre), Paolo Baldini (basso), Maurizio Capone (percussioni), Wena (backing vocals), Lucariello, Carlo D’Angiò e Cristina Donadio (attrice teatrale e televisiva, co-protagonista nella seconda stagione di Gomorra – La Serie).

Le foto sono a cura di Anna Vilardi (inviata a Giffoni)

Almamegretta EnnEnne Tour - Campania Sound Experience ph Anna Vilardi

Almamegretta EnnEnne Tour – Campania Sound Experience ph Anna Vilardi

Almamegretta EnnEnne Tour - Campania Sound Experience ph Anna Vilardi

Almamegretta EnnEnne Tour – Campania Sound Experience ph Anna Vilardi

Almamegretta EnnEnne Tour - Campania Sound Experience ph Anna Vilardi

Almamegretta EnnEnne Tour – Campania Sound Experience ph Anna Vilardi

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Almamegretta EnnEnne Tour – Campania Sound Experience ph Anna Vilardi

Almamegretta EnnEnne Tour - Campania Sound Experience ph Anna Vilardi

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Almamegretta EnnEnne Tour - Campania Sound Experience ph Anna Vilardi

Almamegretta EnnEnne Tour – Campania Sound Experience ph Anna Vilardi

 

 

 

 

Robert Plant + Sensational Space Shifters allo Street Music Art: un live da antologia

Robert Plant + Sensational Space Shifters @ Street Music Art

Robert Plant + Sensational Space Shifters @ Street Music Art

Un’estate rovente quella di Milano, oseremmo dire senza esclusione di colpi. Non ultimo il grande concerto del leggendario Robert Plant, ex voce dei Led Zeppelin, considerato ancora oggi (e a ragione) un monumento vivente al rock. Sul palco dello Street Music Art all’Assago Summer Arena, insieme ai bravissimi Sensational Space Shifters, di cui fanno parte tra gli altri Liam “Skin” Tyson, il chitarrista blues Justin Adams, Dave Smith, Billy Fuller ed il gambiano Juldeh Camara, Plant ha sedotto il pubblico, compresi i più scettici puristi, con una performance breve ma incendiaria.

Robert Plant + Sensational Space Shifters @ Street Music Art

Robert Plant + Sensational Space Shifters @ Street Music Art

Il 68enne cantante inglese dalla voce inconfondibile, sempre in viaggio per il mondo alla scoperta di nuovi suoni, ha scelto di superare le consuete operazioni nostalgia a favore del fruttuoso incontro tra mondi musicali lontani tra loro. Dalla poliritmia africana alle tradizioni celtiche, passando per il blues ed il folk, quello di Plant è un melting pot di note che affonda la propria bellezza nella voce e nel carisma del frontman e nella solida poliedricità dei suoi musicisti.

Robert Plant + Sensational Space Shifters @ Street Music Art

Robert Plant + Sensational Space Shifters @ Street Music Art

La scaletta, a metà strada tra presente e il passato, cesella le glorie passate dei Led Zeppelin lasciandoli evolvere donando loro nuova vita. Si parte con “Poor Howard”, vestita dai suoni di banjo, chitarra blues e i suoni magici del goje, violino ante litteram dell’Africa occidentale. Strumenti, suoni, parole e suggestioni si alternano, si sovrappongono, per poi fondersi tra le trame di un mix studiato in maniera brillante ed intelligente. Il risulto è sinuoso, sensuale, eccitante. “Black dog”, “What is and what should never be” e poi, ancora, “No place to go” dei Fleetwood Mac, “Dazed and confused” corrono lungo le nervature di cuori tesi e pulsanti. Da brividi “All The King’s Horses”, caldissima l’attesa “Babe I’m Gonna Leave You”. Intensa e vibrante la suite strumentale eseguita per l’intro di “Fixin’ to die”. Geniale l’evoluzione di “I just want to make love to you”, nell’eterna “Whole lotta love”, mixata con “You need love” di Dixon e infine lasciata confluire in in “Hey! Bo Diddley”. Dopo un’ora e dieci, il sopraggiungere dei bis: la cover di “Bluebirds over the mountain”, trasformata in “Rock and roll” dei Led Zeppelin. Il secondo encore arriva a sorpresa ed è una vera e propria chicca: si tratta di “Going To California”, impreziosita da chitarra acustica e mandolino; la perfetta conclusione di un concerto da antologia.

 Raffaella Sbrescia

SETLIST

“Poor Howard”

“Turn it up”

“Black dog”

“Rainbow”

“What is and what should never be”

“No place to go” / “Dazed and confused”

“All the king’s horses”

“Babe I’m gonna leave you”

“Little Maggie”

“Fixin’ to die”

“I just want to make love to you” / “Whole lotta love” / “Hey! Bo Diddley”

“Bluebirds over the mountain”/ “Rock and roll”

“Going to California

Un viaggio nel tempo a cavallo delle note di Neil Young + Promise of the Real al Market Sound

Neil Young + Promise of the Real @ Market Sound

Neil Young + Promise of the Real @ Market Sound

Partecipare ad un concerto di Neil Young rappresenta un’occasione rara ed importante. Lo è sicuramente per chi ha avuto modo di vivere passo dopo passo la sua illuminante epopea artistica ma lo è soprattutto per chi, per ragioni anagrafiche, non aveva ancora avuto modo di conoscere ed apprezzare la sua catartica capacità di comunicatore e l’ipnotica maestria strumentale. Le note di Neil Young sono senza rughe, non conoscono il peso del tempo che scorre perché sono state concepite in nome dell’amore e della fiducia nei riguardi del genere umano. Sul palco del Market Sound di Milano, in occasione della tranche italiana del suo Rebel Content Tour, Neil Young ha proposto al numeroso pubblico (circa 5000 spettatori) tutte le sfaccettature del suo rock attraverso un illuminante viaggio che affonda le origini negli aurei anni ‘70. Impattante l’ingresso solitario di Neil sul palco con indosso la maglietta nera con la scritta “Earth”, titolo del suo ultimo disco. “After the gold rush” è il primo brano in scaletta; l’incantesimo può iniziare.

Neil Young + Promise of the Real @ Market Sound

Neil Young + Promise of the Real @ Market Sound

Nelle congeniali vesti di “solitario”, Neil Young si alterna tra pianoforte, chitarra acustica, organo a pompa regalando al pubblico perle come “Heart of gold” e “The needle and the damage done”. Poco dopo entra la band, ovvero i giovani e talentuosi Promise of the real, la band di Lukas Nelson, il figlio dell’ultraottantenne Willie, cantautore e attore texano, a sorpresa sul palco per un magico momento country sulle note di “Are There Any More Real Cowboys?” e “On the road again”.

Neil Young + Promise of the Real @ Market Sound

Neil Young + Promise of the Real @ Market Sound

Insolita ma divertente la versione sui generis di “Nel blu, dipinto di blu”, cantata rigorosamente in italiano da Neil Young che, un attimo dopo, dà il via alla fase più intensa del concerto tra sublimi assoli alla chitarra elettrica capaci di far vibrare l’anima. “Alabama”, “Love to burn”, “Revolution Blues”, “Seed Justice”, “Rockin’ in the Free World”, la magica “Powderfinger” e l’infinita “Cowgirl in the sand” sono gli assi che il folksinger cala, uno dopo l’altro, fino al sopraggiungere dell’unico bis “Homegrown”. Suggestivo il girotondo di saluti, abbracci e salti insieme al resto della band con Willie Nelson al centro del gruppo. Altro che “loner”, Neil Young è un aggregatore di persone, idee e contenuti. Un privilegio poterci essere e fruire della sua arte.

 Raffaella Sbrescia

SETLIST
After the Gold Rush
Heart of Gold
The Needle and the Damage Done
Mother Earth (Natural Anthem)
From Hank to Hendrix
Out on the Weekend
Comes a Time
Old Man
Nel blu dipinto di blu
Are There Any More Real Cowboys? (feat. Willie Nelson)
On the Road Again (feat. Willie Nelson)
Winterlong
Alabama
Words (Between the Lines of Age)
Powderfinger
Cowgirl in the Sand
Mansion on the Hill
Love to Burn
Western Hero
Vampire Blues
After the Garden
Revolution Blues

Seed Justice

Rockin’ in the Free World

BIS
Homegrown  (feat. Willie Nelson)

 

Il ritorno degli Afterhours: quando il rock è terapeutico

Afterhours live @ Market Sound

Afterhours live @ Market Sound

Il ritorno degli Afterhours sul palco era uno dei più attesi d questa estate italiana. Reduci dalla recentissima pubblicazione di “Folfiri o Folfox”, un disco incentrato sulle chiusure di cerchi e che ci permette di aprirne degli altri, Manuel Agnelli e compagni scelgono il Market Sound di Milano per proporre dal vivo le trame strumentali di brani ricchi, corposi, travolgenti, significativi. L’apertura del concerto è subito impattante: Manuel entra sul palco da solo con una bellissima versione acustica di Grande, un grido di dolore struggente e squarciato ma anche un riscatto, interpretato con una voce che va oltre le aspettative. Sulle note di Ti cambia il sapore la band fa il suo ingresso in scena, il suono comincia a stratificarsi facendosi subito aggressivo e dirompente.

Convince la scelta degli Afterhours di dare inizialmente spazio alle canzoni del loro ultimo disco, le canzoni sono mini trattati scritti in versione poetica: si disquisisce sulla morte e sulla vita, sulla malattia e sulla cura, sulle domande senza risposta, sull’egoismo che ci fa sopravvivere, sulla rabbia e sulla felicità senza mai rinunciare alla potente carica delle suggestioni strumentali. Bravissimi i nuovi innesti Stefano Pilia (chitarra) e Fabio Rondanini (batteria) perfetta l’intesa con gli eccellenti Roberto Dell’Era, Rodrigo D’Erasmo e Xabier Iriondo.

Afterhours live @ Market Sound

Afterhours live @ Market Sound

In scaletta troviamo Il mio popolo si fa Non voglio ritrovare il tuo nome, e poi, ancora, Né pani né pesci, Cetuximab, l’intensa L’odore della giacca di mio padre, Fra i non viventi vivremo noi e la particolare versione di Se io fossi il giudice; scelte, queste ultime, che testimoniano in maniera tangibile l’inviabile status della band.  Ampio spazio dedicato anche alle irrinunciabili hits di repertorio come la potente Male di miele, Costruire per distruggere Riprendere Berlino, Le verità che ricordavo, Padania, Strategie, Pop (una canzone pop), acustica e cantata da tutti, tirata fuori a oltre vent’anni dalla sua pubblicazione.

Poche parole e tanta energia sul palco per gli Afterhours che, per il gran finale scelgono Quello che non c’è, Bianca e la catartica Bye Bye Bombay, cantata con enfatica compartecipazione da parte del pubblico entusiasta. C’è un ritorno ad una comunicazione più scoperta, più aperta, una messa a nudo che rende il concerto della rock band un’esperienza più diretta, impattante, calda ma soprattutto terapeutica.

Leggi l’intervista: http://www.ritrattidinote.it/interviste/folfiri-o-folfox-afterhours-album.html

 Raffaella Sbrescia

SETLIST: Grande – Ti cambia il sapore – Il mio popolo si fa – Non voglio ritrovare il tuo nome – Ballata per la mia piccola iena – Varanasi Baby – Vedova bianca – Padania – Né pani né pesci – Male di miele – Cetuximab – L’odore della giacca di mio padre – Sangue di Giuda – Bungee Jumping – La sottile linea bianca – Costruire per distruggere – Fra i non viventi vivremo noi – Se io fossi il giudice —ENCORE— La verità che ricordavo – Riprendere Berlino – Strategie – Pop (Una canzone pop) – Non è per sempre – Quello che non c’è – Bianca – Bye Bye Bombay

Pat Metheny e Ron Carter @ Umbria Jazz Festival: intrecci di icone e corde

Pat Metheny e Ron Carter @ Umbria Jazz Festival ph Roberta Gioberti

Pat Metheny e Ron Carter @ Umbria Jazz Festival ph Roberta Gioberti

Incontrarsi all’apice delle proprie carriere e decidere di incrociare i rispettivi cammini stellari. Questo è ciò che è accaduto tra Pat Metheny, chitarrista di culto vincitore di 20 Grammy Awards e Ron Carter, virtuoso del contrabbasso con più di duemila incisioni all’attivo. Incontratisi lo scorso anno al festival jazz di Detroit, i due hanno intrapreso una mini tourneè che li vede insieme sul palco in una formazione minimale ma ricchissima da ogni punto di vista. Il 79enne Ron Carter, membro del quintetto di Miles Davis tra il 1964 e il 1968 ed il chitarrista che ha venduto più di 20 milioni di dischi, affiancato nel tempo da grandi artisti, da Jaco Pastorius, Charlie Haden a Ornette Coleman, sono due vere e proprie icone del jazz moderno e il loro duo “tutto corde” in versione cameristica all’Umbria Jazz Festival è stato dolce e appassionante, perfetto e ipnotico, semplice e perturbante, caldo e prezioso.

Le foto sono a cura di Roberta Gioberti (inviata a Perugia)

Pat Metheny e Ron Carter @ Umbria Jazz Festival ph Roberta Gioberti

Pat Metheny e Ron Carter @ Umbria Jazz Festival ph Roberta Gioberti

Pat Metheny e Ron Carter @ Umbria Jazz Festival ph Roberta Gioberti

Pat Metheny e Ron Carter @ Umbria Jazz Festival ph Roberta Gioberti

Pat Metheny e Ron Carter @ Umbria Jazz Festival ph Roberta Gioberti

Pat Metheny e Ron Carter @ Umbria Jazz Festival ph Roberta Gioberti

Pat Metheny e Ron Carter @ Umbria Jazz Festival ph Roberta Gioberti

Pat Metheny e Ron Carter @ Umbria Jazz Festival ph Roberta Gioberti

Pat Metheny e Ron Carter @ Umbria Jazz Festival ph Roberta Gioberti

Pat Metheny e Ron Carter @ Umbria Jazz Festival ph Roberta Gioberti

 

 

 

 

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Kamasi Washington live all’Umbria Jazz Festival: The Epic night

Kamasi Washington -Umbria Jazz Festival ph Roberta Gioberti

Kamasi Washington -Umbria Jazz Festival ph Roberta Gioberti

Questa volta l’Umbria Jazz Festival si propone come precursore dei tempi ospitando un nome destinato a rimanere negli anni della musica mondiale. Stiamo parlando di Kamasi Washington: sassofonista trentaquattrenne, losangelino, che ha studiato presso l’Accademia della Musica della Hamilton High School di Los Angeles, specializzandosi in etnomusicologia. Amico e collaboratore di Lauryn Hill e chiamato a dar man forte nelle ultime produzioni di FlyLo e di Kendrick Lamar, Kamasi è già entrato nel giro che conta. Dopo aver pubblicato la scorsa estate il mastodontico “The Epic”, il visionario talento d’oltreoceano ha ammaliato il pubblico di Perugia puntando dritto alle più bizzarre angolazioni musicali mediante un approccio tutt’altro che classicheggiante.

Le foto sono a cura di Roberta Gioberti ( inviata a Perugia)

Kamasi Washington -Umbria Jazz Festival ph Roberta Gioberti

Kamasi Washington -Umbria Jazz Festival ph Roberta Gioberti

Kamasi Washington -Umbria Jazz Festival ph Roberta Gioberti

Kamasi Washington -Umbria Jazz Festival ph Roberta Gioberti

Kamasi Washington -Umbria Jazz Festival ph Roberta Gioberti

Kamasi Washington -Umbria Jazz Festival ph Roberta Gioberti

Kamasi Washington -Umbria Jazz Festival ph Roberta Gioberti

Kamasi Washington -Umbria Jazz Festival ph Roberta Gioberti

 

Buddy Guy e Ruthie Foster: l’irresistibile fascino del Blues all’Umbria Jazz Festival

Buddy Guy - Umbria jazz Festival ph Roberta Gioberti

Continua la magia dell’Umbria Jazz Festival. La grande notte del blues è stata veramente travolgente. Sul palco dell’affollatissima Arena Santa Giuliana, Ruthie Foster, vocalista e songwriter texana, candidata per il sesto anno consecutivo ai Blues Awards. Baluardo degli artisti con radici afroamericane, con la sua commistione di blues, gospel, folk, Ruthie ha fatto da apripista al leggendario nonché ottuagenario Buddy Guy.

Buddy Guy - Umbria jazz Festival ph Roberta Gioberti

Buddy Guy – Umbria jazz Festival ph Roberta Gioberti

Artista, icona della “musica del diavolo” e punto di riferimento per le più grandi star della musica mondiale. Reduce dalla vittoria del Grammy Award per il miglior disco di blues del 2015, intitolato “Born to play guitar” Buddy Guy, ha infiammato l’Arena Santa Giuliana senza che nessuno dei presenti potesse pensare per un attimo alla sua veneranda età. Il suo merito principale è stato quello di aver coniugato la tradizione blues di Chicago con l’energia del rock & roll ma è la sua dedizione alla affermazione del blues come patrimonio musicale a scaturire ancora oggi emozioni irrefrenabili.

 Le foto sono a cura di Roberta Gioberti (inviata a Perugia)

Ruthie Foster -Umbria Jazz Festival ph Roberta Gioberti

Ruthie Foster -Umbria Jazz Festival ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz Festival ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz Festival ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz Festival ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz Festival ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz Festival ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz Festival ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz Festival ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz Festival ph Roberta Gioberti

 

 

 

 

Il pop di Mika trionfa all’Umbria Jazz Festival con buona pace dei puristi

Mika - Umbria Jazz 2016 ph Roberta Gioberti

Mika – Umbria Jazz 2016 ph Roberta Gioberti

Musica è leggerezza, è sorriso, è linfa, è irrefrenabile voglia di vivere. La musica è l’ingrediente chiave dell’Umbria Jazz Festival senza alcuna distinzione di generi. La doverosa premessa giunge in seguito al fatto che, sebbene l’ospite pop di questa edizione, Mika, all’anagrafe Michael Holbrook Penniman Jr, abbia fatto storcere il naso a parecchi puristi,  ha anche venduto seimila biglietti riempiendo l’arena Santa Giuliana fino all’inverosimile dimostrando, quindi, un seguito veramente notevole. Arrivata a Perugia sabato sera, intorno alle 20.30, la popstar si è lasciata subito travolgere dalla magica atmosfera circostante e dalle felici vibrazioni che solo la musica riesce a trasmettere.

Mika - Umbria Jazz 2016 ph Roberta Gioberti

Mika – Umbria Jazz 2016 ph Roberta Gioberti

Solo pochi giorni fa, la Rai ha annunciato un programma tv in cui l’artista proporrà un succulento “one man show”, per cui, forte di questa nuova popolarità mainstream Mika era sicuramente uno dei personaggi più attesi di questa estate perugina. Il suo coloratissimo show rappresenta la materializzazione della sua anima multisfaccettata: romantica, allegra, intensa e struggente al contempo. Ritmo, fantasia, estro, carisma ed empatia sono gli assi nella manica di quest’uomo dallo sguardo simile a quello di un fanciullino, proprio quello che dovremmo imparare a conservare tutti per affrontare la vita in maniera più leggera.

Le foto sono a cura di Roberta Gioberti (inviata a Perugia)

Mika - Umbria Jazz 2016 ph Roberta Gioberti

Mika – Umbria Jazz 2016 ph Roberta Gioberti

Mika - Umbria Jazz 2016 ph Roberta Gioberti

Mika – Umbria Jazz 2016 ph Roberta Gioberti

Setlist

Big Girl

Talk About You

Good Wife

Grace Kelly

Rain

Good Guys

Step with Me

Relax

Staring at the Sun

Hurts

Underwater

Lollipop

Beautiful Disaster

Happy Ending

Promiseland

Stardust

We Are Golden

Last Party

Love Today

Mika - Umbria Jazz 2016 ph Roberta Gioberti

Mika – Umbria Jazz 2016 ph Roberta Gioberti

Mika - Umbria Jazz 2016 ph Roberta Gioberti

Mika – Umbria Jazz 2016 ph Roberta Gioberti

Mika - Umbria Jazz 2016 ph Roberta Gioberti

Mika – Umbria Jazz 2016 ph Roberta Gioberti

Mika - Umbria Jazz 2016 ph Roberta Gioberti

Mika – Umbria Jazz 2016 ph Roberta Gioberti

Mika - Umbria Jazz 2016 ph Roberta Gioberti

Mika – Umbria Jazz 2016 ph Roberta Gioberti

Mika - Umbria Jazz 2016 ph Roberta Gioberti

Mika – Umbria Jazz 2016 ph Roberta Gioberti

 

 

 

 

 

Umbria Jazz 2016: Ola Onabulé, Diana Krall, Ramin Bahrami e Danilo Rea i protagonisti del 9 luglio

Umbria Jazz 2016 ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2016 ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2016 festeggia un nuovo compleanno e lo fa con un programma che, come di consueto, non ha davvero nulla da invidiare a qualsiasi altro Festival internazionale.  Dall’8 al 17 luglio in almeno sette luoghi (Santa Giuliana, i teatri Morlacchi e Pavone, la Galleria nazionale dell’Umbria, la basilica di San Pietro, e, per i live gratuiti, piazza Garibaldi e la Bottega del vino) saranno punto di riferimento per appassionati e addetti ai lavori. Star indiscusse e nuovi talenti si avvinceranno per le strade di Perugia per riempire il cuore di quanti hanno il jazz nel cuore.

Ola Onabulé ph Roberta Gioberti

Ola Onabulé ph Roberta Gioberti

Nello specifico vi parliamo della giornata del 9 luglio: sul palco dell’Arena Santa Giuliana si è esibito l’anglo-nigeriano Ola Onabulé, la cui voce densa e carica ha conquistato i pubblici nordeuropei e scandinavi nonché il cuore della pianista canadese Diana Krall, reduce dal notevole successo di Wallflower, album che nel titolo omaggia il brano scritto da Bob Dylan nel 1971. Di grande impatto emotivo l’appuntamento denominato “round midnight” al Teatro Morlacchi con i due Maestri Ramin Bahrami e Danilo Rea che si sono dedicati ad omaggiare l’imponente eredità musicale di Johann Sebastian Bach.

Ramin Bahrami ph Roberta Gioberti

Ramin Bahrami ph Roberta Gioberti

Ola Onabulé ph Roberta Gioberti

Ola Onabulé ph Roberta Gioberti

 

 

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