Intervista ad Annalisa: In “Splende” racconto la vita senza compromessi

annalisa_splende

Elegante, grintosa, matura. Stiamo parlando di Annalisa Scarrone che, forte di un’ottima partecipazione all’ultima edizione del Festival di Sanremo 2015, presenta il suo nuovo album intitolato Splende”, un lavoro discografico che rivela molto della personalità della giovane artista e che, finalmente, mette in luce anche la sua vena di autrice.  Nelle 10 tracce, più la cover di “Ti sento” dei Matia Bazar, Annalisa  intreccia i fili di un percorso individuale evolutivo in cui Kekko Silvestre (Produttore artistico) e Diego Calvetti (Arrangiatore), hanno ricoperto un  ruolo importante.  La forza impattante ed i forti messaggi contenuti in “Splende” racchiudono anche l’essenza dell’ intenso confronto fra Annalisa e alcuni fra i migliori autori italiani come: Campedelli, Cecere, Angiuli, Francesco Sighieri, Consortini, Morettini, Angelosanti, Esposito, Giulia Anania, Dario Faini e naturalmente Silvestre e Calvetti. Nel futuro della cantautrice di Savona c’è il tour di “Splende” con due anteprime al Teatro Nuovo di Milano (1 aprile) e al Parco della Musica di Roma (3 aprile). A conferma di un talento artistico a tutto tondo, a fine anno ci sarà anche il debutto di Annalisa come attrice nel film di Maurizio Casagrande “Babbo Natale non viene da Nord”.

L’intervista:

“Splende” è un album che mette in luce la tua vena di autrice, coinvolge anche tante altre penne importanti e vede Kekko Silvestre dei Modà nella veste di produttore artistico, come ci hai lavorato su?

Ho iniziato a lavorare a questo progetto due anni fa, partendo proprio dalla scrittura, da sola. Alla fine di quel periodo avevo messo insieme un po’ di cose, poi in autunno sono partite lavorazioni diverse e parallele. Ho portato quelle canzoni qui in Warner e ho iniziato a lavorarle con altri autori e mettendo insieme un sacco di brani, parallelamente ho fatto ascoltare tutto a Kekko, alla luce della grande sintonia che ha sempre contraddistinto il nostro rapporto d’amicizia. Al momento dell’ascolto, gli si accesa una scintilla e mi ha indirizzato verso una direzione piuttosto che un’altra . Nel frattempo io ho continuato a scrivere e a mettere insieme delle cose e anche lui ha composto due pezzi per me, ovvero “Una finestra tra le stelle” e “Sento solo il presente”; alla fine, visto che aveva partecipato a tutto il progetto, è diventato il produttore artistico del disco.

Il contenuto del primo brano intitolato “Vincerò” è davvero forte. Potremmo interpretarlo come un simbolo di rinascita personale?

Questa canzone va ascoltata rigorosamente ad alto volume. Dalle parole contenute nel testo emerge la volontà di rialzarsi ma soprattutto il coraggio di prendere delle decisioni che possono sembrare delle sconfitte per poi rivelarsi l’inizio di una vittoria. Proprio quando ti guardi allo specchio  e sai che c’è qualcosa in te che non va bene e fai finta di niente, è lì che scatta il  promemoria di avere il coraggio di affrontare quella difficoltà.

Sei molto legata a “Un bacio prima di morire”, perché?

Sembrerà assurdo ma, quando l’abbiamo scritto, questo pezzo era molto movimentato, un po’ sulla tipologia di “Splende” , eppure qualcosa non quadrava. Una notte io e Calvetti ci siamo messi a rifare le strofe perché non funzionavano. L’arrangiamento voce e pianoforte ci ha spiazzato, siamo finiti a piangere sulle note di quella che è poi diventata una ballatona struggente in cui ci sono tante mie emozioni e che mi travolge emotivamente.

Arriviamo alla performance sanremese, sei soddisfatta di come è andata?

Mi sono piaciuta, sono contenta anche di come ho interpretato “Ti sento”. Ero molto emozionata e si vede, infatti quando mi sono vista mi veniva anche un po’ da ridere, soprattutto quando al momento dell’acuto finale, a cui pensavo dall’inizio, mi hanno fatto un primo piano allucinante (ride ndr).

 “Una finestra tra le stelle” è stata scelta da Samantha Cristoforetti per la sveglia mattutina  ed è stata definita “un inno alla condivisione e al contatto umano”. In un contesto alienante come quello in cui ci troviamo  come si posiziona la tua canzone?

Sono onorata del fatto che Samantha abbia scelto la mia canzone, è stata una cosa che mi ha svoltato la giornata quando l’ho scoperto e la ringrazio tanto. Per quanto riguarda il discorso condivisione, ognuno ha il suo modo di condividersi e lo fa con i mezzi che ritiene opportuni. Quello che volevo fare io con questa canzone era raccontare e condividermi con il mio pubblico come dice il testo stesso: “Disegno una finestra tra le stesse da dividere col cielo, da dividere con me”. C’è voglia di aprire questa finestra e mostrarsi ed è anche un invito agli ascoltatori perché lo facciano anche loro  dall’altra parte della finestra in un affaccio reciproco. In un discorso più ampio, invece, spesso ci si accanisce contro i social network ma io credo che questi strumenti potrebbero anche diventare un mezzo utile per chi ha difficoltà ad esprimersi a parole. Lo dico perché quando avevo 15 anni, non parlavo ma scrivevo tantissimo. Quando ero in classe e volevo dire qualcosa, non parlando, scrivevo bigliettini a tutti. Alla luce di questo esempio, ritengo sia inutile imputarsi in modo anacronistico su questo discorso, bisogna sapere trovare un  giusto compromesso.

Annalisa

Annalisa

“Posizione Fetale” ha davvero dato il via all’intero progetto?

Sì, questo è stato il primo pezzo che ho scritto, il più vecchio, presente nel primo gruppo di brani a cui ho lavorato con altri autori. Quando l’ho fatto ascoltare a Kekko è impazzito, è stato il pezzo che mi ha fatto dire: “Bene, adesso ne scrivi altri 10 così”.

Ci sono diversi fotogrammi che richiamano il mare o comunque la tua terra di Savona, raccontaci il tuo legame viscerale con il mare…

Ho acquisito la consapevolezza che quello è il mio posto, questa cosa mi fa star bene soprattutto quando sono lontana. Senza togliere nulla ai posti in cui ho vissuto, come per esempio Roma, città in cui torno spesso sia per lavoro che per piacere, la casa di Savona è il mio mondo.

“Se potessi” si distanzia un po’ di più dal resto dell’album…anche in questo caso c’è una penna che si appoggia alla melodia che è quella di Giulia Anania. Com’è nata questa collaborazione con lei e come hai interpretato queste parole così intense?

È nata da me. Desideravo tanto che ci fosse un pezzo co-scritto con Giulia e sono partita da una sua poesia. I suoi versi vincolati ad una melodia perdono, è più giusto che la melodia sia al servizio dei suoi versi. Inizialmente lei mi ha mandato delle cose, poi da questa meravigliosa poesia, insieme ad altri due autori, abbiamo incastrato le cose, abbiamo individuato le parti che potevano essere strofa, ritornello e poi le abbiamo musicate. Abbiamo creato melodia, armonia sulle parole ed è stato un metodo vincente. Con Giulia ho parlato tanto, abbiamo trascorso meravigliose giornate a Roma anche per capire in che direzione andare. Lei ha individuato il mio forte legame con il mare e questa voglia di affrontare le cose a muso duro, senza compromessi. Il concetto alla base del brano è lasciarsi travolgere dalle cose, anche quelle negative. Se rimani sospeso a metà, se hai paura di un’emozione, finisci per non vivere.

Annalisa-672x372

Come stai vivendo questo Post-Sanremo, quali impressioni ti ha dato l’instore tour?

Sono molto contenta, sto incontrando davvero tante persone. Una cosa che mi rende veramente entusiasta è che il pubblico è diventato variegato: ci sono ancora tante ragazze che conosco e che sono cresciute con me ma ci sono anche tanti uomini adulti, tante mamme accompagnate dai loro bambini. Questo Festival è stato veramente importantissimo…. Dovrebbe essere un Festival di Sanremo al mese!

Come procedono i preparativi per le anteprime del tour?

Appena finisco di dedicarmi alle tante attività post sanremesi sarò in studio con la band per  organizzare lo spettacolo. L’ 1 aprile al Teatro Nuovo di Milano ed il 3 aprile all’Auditorium della Musica di Roma ci saranno le due anteprime del tour. Vorrei fare una cosa semplice, nella scaletta ci sarà tutto il disco più le hits del mio repertorio. Per quanto riguarda l’aspetto visuale dello show vorrei che fosse tutto congruente, magari riprendere i colori della copertina come oro, nero, blu…insomma vorrei fare una cosa che abbia senso ma senza troppi orpelli,  sarà già bellissimo essere in un teatro!

 Raffaella Sbrescia

Acquista su iTunes

Video: “Una finestra tra le stelle” 

Lorenzo 2015 CC: “Trenta canzoni che scommettono sulle relazioni”

COVER_LORENZO2015CC_mail (1)

Un inesauribile serbatoio di energia, un vulcano inquieto, una personalità travolgente: Lorenzo Cherubini Jovanotti presenta “Lorenzo 2015 cc” alle Officine del Volo di Milano sulle due ruote di un motocross. A 48 anni, cantautore, nel senso letterale del termine, Lorenzo scommette su se stesso e sulle relazioni in maniera intrepidantemente coraggiosa. Nato sulla scia del grande entusiasmo creato dal forte successo ottenuto dal tour negli stadi nell’estate 2013, questo nuovo album si compone di ben 30 canzoni che l’artista ha voluto presentare con una serie di divertenti ed efficacissime infografiche.

L’idea del disco:

“Questo album  è il frutto di un lungo viaggio, ogni volta è sempre un’emozione diversa, sempre più forte. Il progetto prende vita dal tour negli stadi dello scorso 2013.Trovarsi di fronte a tutta quella gente per un essere umano non è una esperienza comune. Con le mie infografiche vi rendo partecipi di quelle che sono state le emozioni che mi hanno portato fino ad oggi, come in una sorta di ciclo vitale: sono passato dalla grande euforia, ad un sentimento di benessere sempre più flebile, finendo in uno stato sfiducia, poi sconfinato nel buio cosmico. Il periodo di calo è coinciso con una brutta polmonite, sono stato veramente male poi, una volta guarito, mi sono rimesso in moto, ho coinvolto i miei musicisti di riferimento e ho cominciato a lavorare in maniera febbrile a questo lavoro. Oggi sono euforico, gasato, felice, ho voglia di mettermi in gioco e dare il massimo”.

Il lavoro in studio:

“Con Canova, si sa, il tassametro corre veloce e bisogna fare le cose per bene. Siamo andati nello studio Electric Lady costruito nel 1968 da Hendryx e abbiamo coinvolto numerosi musicisti che frequentano l’ambiente di New York. Quando hai a fianco Marc Ronson, sotto gli U2 che provano e  Katy Perry a registrare una voce,  ti senti contemporaneamente piccolo ed importante, acquisisci una nuova consapevolezza di quello che stai facendo”.

I temi affrontati nell’album:

“Beh, ci sono un po’ tutti: le illusioni, l’amore ( di cui io amo scrivere), il vento, le risate, gli amici, la poesia, l’informazione, l’eros, la pioggia, l’estate, la vita. In Lorenzo 2015 cc ho inserito la dance per ballare, l’amore per sognare, le canzoni estive per celebrare la mitica estate italiana (archetipo dell’infanzia e della giovinezza), le combat songs (quelle che hanno il ruolo di scardinare la realtà e ridergli in faccia), l’Africa , il sud del mondo, il rock (con tante chitarre), il crowner, il funk ( la mia radice), il mio essere cantautore di fatto (aldilà dell’antica valenza ideologica del termine)”.

La scelta dei brani:

“Ho scritto le canzoni di questo album sapendo che erano già state comunicate le date del tour, ho quindi infranto un mio tabù. Ho lavorato sotto pressione, con delle scadenze, eppure non ho rinunciato a nulla. Il vero cambiamento sta nella scrittura piuttosto che nel sound. Ho affrontato un tipo di scrittura narrativa, partendo sempre dal rap e filtrando le mie esperienze vissute in giro per il mondo. Ho scritto tanto e ho tenuto tanti pezzi perché non mi piace tenerli lì nel cassetto. Questo disco è una nuvola, un cloud, da cui piove la musica di cui si ha voglia. Mi piacerebbe sviluppare l’idea di pubblicare un singolo a settimana, creare una sorta di streaming delle emozioni. Sarebbe ambizioso provare a fare un disco di 10 canzoni ma ogni tentativo di riduzione mi portava a degli sbilanciamenti”.

Jovanotti

Jovanotti

La grafica:

“Per la foto della copertina ho scelto una pettorina da motociclista per una doppia motivazione: la protezione non è una dichiarazione di attacco, non mi dichiaro invicibile, anzi mostro la mia fragilità, la vulnerabilità. Mi presento come un supereroe alla portata di tutti, con dei punti deboli. Seguendo questa linea di pensiero ho scelto anche il simbolo del fulmine perché, se da un lato cavalco l’energia, dall’altro sono nel mezzo di una crepa ed è proprio lì che succedono le cose, è lì che si intravvede la luce”.

Le parole chiave:

“In un mondo che impara ad interpretare le implicazioni dei senza, io scelgo la parola CON per scoprire come riuscire a mantenere attiva la nostra vitalità in una situazione di abbondanza”.

Africa:

“C’è l’Africa che conosco, quella che vorrei conoscere, quella che mi piace, quella che sogno. C’è Bombino che porta alle radici del blues. In questo disco c’è più Africa che in passato. Poi Manu Dibango un bambino di 81 anni, un uomo laureato i filosofia che ha precorso i tempi”.

Libertà.
“E’ quanto di più mutevole e granitico. Io ho lavorato intorno al sentimento della libertà. Il disco può avere tanti difetti, alcuni potrei anche enunciarli io, ma resta un disco libero. Istintivo e molto libero”.

Vita.
“Voglio evocarla ogni giorno. Inizialmente il titolo dell’album doveva essere “pieno di vita”, adoro scrivere e cantare canzoni che rendano migliore la giornata.

Rock’n’roll.
“Deve essere istintivo e non iper prodotto, va amato così com’è senza laccature, cerco la sbavatura che faccia divertire”.

Estate.
“Ho scritto “L’estate addosso” per il film che Gabriele Muccino girerà in estate. La sceneggiatura è forte ma io non potevo tenere la canzone ferma in un cassetto, ho pensato che se il brano avesse avuto successo magari ne avrebbe beneficiato anche il film. Con me ha collaborato anche Vasco Brondi,  il mio testo in alcuni punti era un po’ datato e gli ho chiesto di darmi una mano. Il risultato è un mash up comprensivo di alcune sue immagini più pregnanti”.

Zibba.
“Mi ha dato una mano su “Una scintilla”. Lui è uno che sa scrivere”.

Band preferita

“I Beastie Boys, la mia band preferita di sempre. E’ per loro che ho voluto fare questo mestiere”.

L’ombelico del mondo

“E’ Ceppagna, in provincia di Isernia”.

Fallih Ballah

“Un dj arabo immaginario, la mia icona protettrice che mi ricorda de “falli ballà”!”

Be weird

“Non riesco a taggare le cose, sono un inquieto, ho la sindrome di quello che deve saper fare qualcosa. Faccio parte dei nervosi, quelli che sono dentro le crepe”.

Renzi

2L’ho sostenuto in passato e continuo a farlo oggi. Qualcosa ce l’ha dimostrata, compresi limiti ed errori, tuttavia credo ancora che possa rappresentare un’opportunità per il paese. Renzi è un politico puro, trovo pretestuoso confrontarlo con Berlusconi, vediamo cosa saprà fare per il paese”.

Il tour

“Il concerto nello stadio è una festa, in quanto tale includerà tutte le hit. In scaletta metterò non più di cinque canzoni del disco nuovo, soprattutto i singoli. Attualmente stiamo anche pensando a come strutturare la parte pomeridiana pre-concerto: vorrei dare spazio a nuove band interessanti, ci sarà sicuramente un dj set e non escludo qualche flusso di apertura nelle diverse scalette.

Raffaella Sbrescia

Acquista su iTunes

Ecco il calendario DEFINITIVO di “Lorenzo negli stadi 2015”

20 giugno – Ancona – Stadio del Conero

25 , 26 + 27 giugno - Milano – San Siro

30 giugno – Padova – Stadio Euganeo

4 + 5 luglio - Firenze – Stadio Artemio Franchi

8 luglio – Bologna – Stadio Dall’Ara

12 luglio  – Roma – Stadio Olimpico

18 luglio – Messina – Stadio San Filippo

22 luglio – Pescara – Stadio Adriatico

26 luglio – Napoli – Stadio San Paolo

30 luglio – Bari – Arena della Vittoria

Video: “Sabato”

Fedez è il nuovo volto della campagna Sisley: “Sono passato dall’essere un “coso dipinto” a modello”

SISLEY SS15 PRESS DP_4_con logo (2)

Carismatico, comunicativo, iconico, il rapper milanese Fedez, all’anagrafe Federico Leonardo Lucia, si conferma sempre più personaggio mediatico dell’anno diventando il nuovo volto della campagna Sisley per la PE 2015. Sisleystories è, infatti, il titolo dell’intervista “visiva” di cui Fedez è protagonista insieme alla fidanzata Giulia Valentina, sexy studentessa di economia in Cattolica. Con le loro vite appassionate e fuori dagli schemi i due giovani sono stati scelti per incarnare ed interpretare il concept del marchio attraverso una serie di domande le cui risposte sono le immagini stesse della campagna. Realizzato a Milano da Factory 27, il progetto porta la firma del fotografo americano Wayne Maser, ritrattista acuto, dallo stile essenziale, amante del bianco & nero. Ricoperto di tattoo, occhi penetranti e labbra carnose, Fedez risponde alle provocazioni delle domande “piccanti” in modo sensuale e spregiudicato, forte della propria individualità ribelle: «Mai nella vita avrei pensato di fare il modello, ha raccontato il rapper alla stampa, invece sono passato dall’essere definito da Gasparri un personaggio esteticamente discutibile a testimonial…tie’ Gasparri!», dice Fedez rispondendo con fare polemico al tweet in cui era stato definito “coso dipinto”. A proposito della scelta di posare per Sisley,  Federico ha aggiunto: «Ho ricevuto tante proposte, ma quella di Sisley era l’unica con un’idea e che non mirava solo allo sfruttamento della mia immagine proponendomi al pubblico come un “figaccione photoshoppato».

SISLEY SS15_SP_2_con logo

A conferma dello stretto rapporto che sempre più intercorre tra musica e moda, il giudice dell’ultima edizione di X Factor ha confessato di possedere più di 80 paia di sneakers: «Sono un appassionato di street wear, ad X Factor è stata Giulia ad aiutarmi con le scelte degli outfit… allo stesso tempo, però, colleziono sneakers di tutti i tipi». Scarpe ed abiti che forse Fedez sfoggerà anche al prossimo Festival di Sanremo: «Accompagnerò Lorenzo Fragola in qualità di produttore. Mi limiterò a stare dietro le quinte ma sono sicuro che sarà comunque molto divertente. Produrre se stessi è già di per sé difficile, quando lo sei di qualcun altro  è una cosa che ti consuma molto ma che allo stesso tempo ti dà tantissime soddisfazioni».

Raffaella Sbrescia

Video: #fedez4sisley

Malika Ayane: “Naif? Un disco dedicato al presente e a Sanremo vado per divertirmi”

malika_naif_copertina

Elegante, raffinata, solare ed accattivante, Malika Ayane ha accolto la stampa musicale italiana a Milano in occasione della presentazione di “Naif”, il suo quarto album di inediti targato Sugar.  Un disco leggero eppure ricchissimo di sfumature sia dal punto di vista strumentale che testuale. Un album incentrato sul valore del tempo eppure profondamente innamorato del presente, precisamente dell’hic et nunc, del qui ed ora. Lo stile e l’unicità della voce di Malika elevano la caratura del progetto scritto e registrato tra Milano, Parigi e Berlino, a stretto contatto con autori internazionali come Shridhar Solanki e Simon Wilcox. Presenti in “Naif” anche alcuni tra i nomi più gettonati del momento come Giovanni Caccamo, tra gli autori della traccia sanremese “Adesso e qui”, Matteo Buzzanca, Bungaro, Chiodo e soprattutto Pacifico con cui Malika ha lavorato in maniera simbiotica all’intero disco che, come ha raccontato la stessa cantautrice italo-marocchina, è stato prodotto da artisti internazionali: «Frequento assiduamente Berlino da ormai due anni ed è lì che ho incontrato Axel Reinemer & Stefan Leisering, componenti del collettivo Jazzanova. Insieme a loro ho voluto creare un disco che fosse molto individuale e che dal punto di vista musicale potesse miscelare pop e jazz, classicità ed elettronica».  In effetti “Naif” è un lavoro davvero molto variegato: si va dalla spensieratezza di “Senza fare sul serio” al  peculiare mood di “Blu”, alla enigmatica malinconia di “Ansia da felicità”, all’ironia di “Cose che ho capito di me”, destinata a sfatare gran parte del luoghi comuni più diffusi.  Finemente contagiosa l’allegria ritmica di “Chiedimi se”, strategicamente scelta per chiudere il disco che si propone come uno dei progetti più interessanti all’interno del contesto sanremese.

L’intervista:

Malika, Sanremo è alle porte…come ti senti?

Respiro una bella atmosfera, il clima è molto rilassato rispetto alle altre volte. La mia canzone “Adesso e qui” è un brano che parla del “presente nostalgico”, un presente effimero, pronto a svanire nel momento stesso in cui si vive. Dal Festival mi aspetto di divertirmi tanto, lo stress mi avvolge soltanto un paio di settimane prima  poi si diventa consapevoli di fare parte del più grande pettegolezzo della tv italiana.

Come è nato il brano?

La melodia è arrivata da Giovanni Caccamo, ultimo arrivato in casa Sugar. Non ci sono altre ballads nel disco per cui ho lavorato molto con Pacifico per inserire il brano nel mio progetto. Il testo nasce da quello di “Non detto”, uno dei miei preferiti ed è venuto fuori mentre cercavamo di immedesimarci nelle vite di ipotetici amanti.

Cosa indosserai durante la kermesse?

Sto facendo le ultime valutazioni  di sicuro vestirò in maniera essenziale, con abiti minimal. Uno dei nomi che posso anticiparvi è Albino, un designer indipendente che adoro.

Come è avvenuta la scelta della cover sanremese “Vivere” di Vasco Rossi?

L’ho scelta perché mi sono accorta che si tratta di un “no” generazionale. Si tratta di una grande sfida per me in qualità di interprete…tecnicamente si passa da un tono molto basso ad uno molto alto ed è qualcosa di molto difficile da fare.

Cosa verrà dopo il Festival?

Dopo Sanremo ci sarà un disco che mi ha reso felice, voglio parlare  con chi mi segue, voglio fare concerti, fare viaggi alla ricerca di idee.

Come sarà strutturato il tour?

Sarà diviso in tre fasi: una dedicata alla perversione dell’ascolto (principalmente delle percussioni), una riservata ai club ed una prettamente teatrale (puramente estetica) di cui non potrei assolutamente fare a meno.

Ecco la tracklist:

1. Lentissimo
2. Senza fare sul serio
3. Tempesta
4. Blu
5. Ansia di felicità (Sonntag living)
6. Cose che ho capito di me (?)
7. Adesso e qui (nostalgico presente)
8. Dimentica domani
9. Non detto
10. Chiedimi se

Dear Jack: “Al Festival di Sanremo meneremo un bel pò, intanto vi presentiamo Domani è un altro film (seconda parte)”

10502531_1079274645423351_5149916608858868452_n

Tra i favoriti nella categoria big al 65 Festival di Sanremo i Dear Jack, reduci dal grande successo ottenuto grazie alla loro partecipazione alla scorsa edizione di Amici di Maria De Filippi, hanno presentato a Milano il nuovo album – “Domani è un altro film (seconda parte)” che conterrà 17 brani ed uscirà nei negozi il prossimo 12 febbraio. Un appuntamento importante durante il quale la band ha guidato gli addetti ai lavori all’ascolto di 11 dei 17 brani presenti nel nuovo lavoro prodotto da Suraci, registrato in Toscana e missato a Milano. Brani scritti da autori importanti, romantiche ballads contraddistinte da tematiche attuali e da una ritmica dinamica. Chitarre distorte, elettronica, synth e sessions di batteria colorano il sound dei Dear Jack che, attraverso la voce di Alessio Bernabei, si candidano a nuovi beniamini dello scenario pop-rock italiano.

Il primo brano ad essere presentato è l’inedito sanremese “Il mondo esplode tranne noi”: «Il mondo esplode, riferendoci al mondo esterno a noi, creando un caos e un disordine che solo noi giovani possiamo cambiare. Il brano può, però, riferirsi anche al mondo più personale ed intimo di ognuno di noi. L’unico punto in comune tra questi due mondi è l’amore che, sotto ogni sua forma, si presenta come la forza più grande che esista. Musicalmente questo brano ci rispecchia molto, ha un sound molto internazionale, le tipiche chitarre in stile Dear Jack e una melodia che colpisce da subito». L’amore è il tema centrale anche di “Io che amo solo te” dell’indimenticabile Sergio Endrigo, la cover che il gruppo porterà a Sanremo: «Abbiamo dedicato molto tempo alla scelta di questo brano. Abbiamo una grande stima nei confronti di Sergio Endrigo, un autore controverso, demodé, di gran classe. Il testo di questo brano è bellissimo, se fosse uscito oggi, sarebbe stato attualissimo. Anche la figlia di Endrigo, Claudia, ci ha chiamati ed è stata molto felice del fatto che portassimo questo omaggio al padre. Quest’anno, tra l’altro, corre il decimo anniversario dalla morte del cantautore e siamo stati invitati alla festa che sua figlia ha organizzato per l’occasione. Il pezzo è molto lento per cui noi abbiamo tentato di dare una sferzata netta, si tratta di un modo diverso di intendere il rock. Con questi presupposti possiamo dire che i Dear Jack sul palco dell’Ariston quest’anno menano un bel po’».

Dear Jack

Dear Jack

Tra i brani di punta dell’album c’è anche “Eterna”, scritto da Kekko Silvestre dei Modà e che Alessio avrebbe portato a Sanremo se si fosse trovato lo scorso anno con l’obbligo di portare due inediti. Tra un commento e l’altro dei brani contenuti nell’album i Dear Jack lasciano trasparire autentica emozione mentre l’amore è il tema centrale di tutto il lavoro, segno che il romanticismo ed il rock possono sicuramente convivere in maniera prolifica. Se il primo album aveva venduto circa 150mila copie, qui le aspettative sono inevitabilmente più alte: «Questo disco racchiude la sintesi di quello che ci è successo, ci siamo presi tutto il tempo per lavorarci su e questo si sente soprattutto nel suono, spiegano i ragazzi. Per supportare l’uscita dell’album gireremo l’Italia in lungo e in largo con circa 30 instore per incontrare i fan e firmare le copie, terremo qualche concerto estivo poi,  in autunno, arriverà finalmente il vero tour…magari, chissà,  si realizzerà ancheil nostro sogno di suonare nei teatri».

Raffaella Sbrescia

“Che giorno è”, Marco Masini tra Festival di Sanremo e “Cronologia”

Masini_Cronologia_cover disco

Marco Masini è pronto a tornare a Sanremo ben 25 anni dopo il suo esordio al Festival. Il cantautore fiorentino sarà in gara con l’intenso e bellissimo brano “Che giorno è”, scritto a sei mani con Federica Camba e Daniele Coro. Durante la serata di giovedì 12 febbraio, dedicata alle cover, sul palco dell’Ariston Marco Masini interpreterà il brano “Sarà per te”, scritta dall’amico Francesco Nuti. In occasione della partecipazione al Festival, proprio il 12 febbraio uscirà il triplo album antologico intitolato “Cronologia” (Sony Music) che conterrà non solo il meglio della discografia di Marco Masini ma anche ben 5 brani inediti. Abbiamo incontrato l’artista per fare il punto sul suo rinnovato stato di grazia artistica.

Partendo dal brano sanremese salta subito all’occhio un forte e chiaro messaggio di speranza e positività ”Vivere e cadere, vivere e rialzarsi, vivere ricominciare come la prima volta”“Che giorno è” per te, Marco?

La maturità acquisita in questi 25 anni mi fa tornare con un obiettivo ben preciso ovvero quello di ritrovare una strada importante. In questi anni è cambiato il mondo, la società, il modo di scrivere, di chiamare le persone. Negli anni ’90 ero il portavoce di una generazione che si era un po’ persa, oggi canto l’esigenza di vivere. Questo è l’urlo di Marco Masini, sento che Masini debba ancora urlare ma con un altro spirito, un’altra energia. Arrivo sul palco di Sanremo con uno stato d’animo molto sereno, sento che questo nuovo brano mantiene una coerenza con colui che ero e colui che sono adesso.

Com’è nato il sodalizio con Federica Camba e Daniele Coro?

Sono due autori molto bravi che ho iniziato ad apprezzare dalle prime cose che avevano scritto per Alessandra Amoroso. Credo sia necessario confrontarsi con il nuovo, reggere l’urto ti consente di esserci ancora. Ero curioso di scoprire cosa sarei riuscito a fare cooperando e coesistendo con delle penne fresche, è stato un momento di confronto, mi sono messo in discussione anche per capire che tipo di contributo avrei potuto dare alla musica di domani.

Cosa ti manca degli anni ’90?

Nella musica ciò che manca sono i produttori che ti prendono per un orecchio e che ti insegnano a lavorare. Più in generale, mi manca il mistero, non si va più alla ricerca delle cose da scoprire, si vuole comunicare sempre tutto e subito.

Marco Masini Ph Daniele Barraco

Marco Masini Ph Daniele Barraco

Come è avvenuta la scelta di “Sarà per te”?

Sono da sempre un grande fan di Francesco Nuti e ho voluto approfittare della possibilità di poter essere lui per almeno tre minuti.

Come pensi che verrà accolta la tua canzone sanremese?

Le cose vanno ascoltate con grande attenzione. Alla luce di questo presupposto è chiaro che l’interpretazione altrui diventa decisiva. Da parte mia c’è la massima tranquillità, staremo a vedere cosa diranno gli altri.

In “Cronologia” hai incluso anche “Cosa rimane” (A Marco), un bel regalo per i tuoi fan…

Questo brano è arrivato in un periodo di grande difficoltà. Ho un fanclub che esiste dal 1990, che ha visto un forte ricambio generazionale e che non è mai morto. L’incisione di questa canzone rappresenta un regalo doveroso e molto sentito.

Hai voglia di lavorare con le nuove generazioni?

Certo! Ho intenzione di aprire un centro che possa realmente aiutare chi desidera entrare nel mondo della musica in maniera seria ed intelligente. Ci saranno corsi di apprendimento  finalizzati alla stesura di una canzone con un gruppo di lavoro poco numeroso e molto efficiente. Sto ancora decidendo se farlo a Firenze o a Milano…

Cosa pensi dei talent show?

Il talent è al tempo stesso una buona idea ed una incredibile scorciatoia. Ai miei tempi chi veniva fuori durava negli anni perché aveva alla base almeno 16 anni di gavetta. Io, per esempio, ho iniziato dai night club ed ero davvero convinto di cosa avrei voluto fare della mia vita, oggi i ragazzi che escono da una vetrina mediatica così importante diventano subito schizzinosi circa il dove e come esibirsi.

Come mai hai scelto di pubblicare “Cronologia” e non un album con soli inediti?

Ho fatto questa scelta insieme a Sony Music. In questo lavoro c’è il rimorchio di una vita, ci sono momenti di grande difficoltà, grandi successi e grandi errori. Ripropongo le mie canzoni con un’attenzione diversa, voglio capire, rivalutarmi nel bene e nel male. Si passa dall’intimismo, all’acustica, alle parentesi unplugged a quelle piano e voce.

Marco Masini Ph Daniele Barraco

Marco Masini Ph Daniele Barraco

Quale sarà il tuo approccio all’Instore tour?

Si tratta principalmente di un modo per riavvicinare le persone al negozio di dischi e riporre attenzione al supporto fisico. Ho sposato appieno il progetto soprattutto per questo motivo.

Raffaella Sbrescia

“CRONOLOGIA” verrà presentato da Marco ai suoi fan durante un Instore Tour, queste le tappe: 19 febbraio a Milano (ore 18.00 – Mondadori Megastore, via Marghera 28); 20 febbraio a Torino (ore 17.30 – MediaWorld/Centro Commerciale 8 Gallery, via Nizza 262); 21 febbraio a Firenze (ore 17.30 – MediaWorld/Centro Commerciale Ponte a Greve, Viuzzo delle Case Nuove 9); 23 febbraio a Roma (ore 18.00 – laFeltrinelli, via Appia Nuova 427).

Intervista a Miguel Bosè: “Amo” è un immenso viaggio che parte dalla mia insaziabile curiosità”

MIGUEL BOSE_ Amo_Album_Packshot

Con il nuovo album di inediti, intitolato “Amo”  Miguel Bosé  completa il proprio prisma artistisco. Anticipato in radio dal singolo “Encanto/L’Incanto” , questo  è  il primo lavoro di inediti dopo “Cardio” del 2010. Si tratta di un album positivo, colorato, un’opera omnia comprensiva del Bosè pensiero. Una dichiarazione di principi, un affresco dei colori dell’anima, la difesa dell’amore per la conoscenza e l’informazione, un input alla vita. Un disco fatto in casa in cui l’artista riscopre il proprio passato, racconta il proprio presente, lascia aperte le porte del proprio futuro.

Miguel, ci racconti il processo di lavorazione e di scrittura che ha accompagnato questo album?

Ho scritto queste canzoni mentre ero a casa, il processo di scrittura è durato due anni e mezzo, un periodo molto lungo durante il quale ho tenuto insieme molte cose in contemporanea. Ho pututo godermi la famiglia, l’orto, gli animali, staccarmi da Bosè ed entrare in Miguel. Quando sono entrato in studio, invece, era già tutto molto definito. Mi sono accupato personalmente del missaggio di questo lavoro, questa è una fase davvero delicata nella lavorazione di un disco e ho voluto accertarmi che lo spirito delle canzoni fosse rispettato.

A proposito del binomio Miguel -  Bosè che tipo di equilibrio hanno trovato le tue due anime?


Miguel è molto importante per Bosé perché è quello che gli dà la terra, lo sa trattenere, gli dice adesso ti fermi, vai a letto, ti riposi. E’ un uomo low profile, un cittadino molto normale. Forse la sua presenza serve per  compensare l’uragano Bosé che non ha regole, non ha frontiere a cui piace andare sempre avanti.

Parliamo dei contenuti di “Amo”. Cosa racchiude questo tuo nuovo lavoro discografico?

Il tema centrale è la conoscenza, già dalla copertina si capisce tutto. “Amo” è la canzone matrice, qui c’è il mio mondo, la mia infanzia, i miei interessi: dalla biologia all’aritmetica, dall’architettura alla fisica e la letteratura.  Si tratta di un immenso viaggio immenso che prende spunto dalla mia insaziabile curiosità. Amo le cose che so e che non so, quelle che intuisco, quelle in cui credo, che arriveranno… Amo la capacità di sapermi meravigliare, affascinare, esplorare, scoprire. Questo è il vero punto d’intersezione tra Miguel e Bosé, si tratta di due persone unite da un’avida sete di conoscenza.

Miguel Bosè

Miguel Bosè

Come interpreti il cambiamento dell’industria discografica?

Oggi si parte da quello che c’è, non si cercano più gli artisti, si cercano le canzoni. Il mio pubblico è composto da quattro generazioni, di cui almeno due non hanno e non avranno mai un cd fisico. Quello che mi preme sottolineare è che l’artista è come un seme: ci vuole terra, cura, calore, stagioni, tempo. Quello che ora comanda è l’immediatezza.  In merito a questo discorso io sono poco traumatizzabile, non mi spaventa il corso del tempo, ho vissuto il massimo del massimo, ho fatto parte dei fulgidi anni ’80, i cosiddetti anni d’oro. Nonostante questi presupposti, è sicuro che la richiesta di nuova musica ci sarà sempre e sarà sempre più forte.

Come vivi oggi il tuo rapporto con l’Italia?

Ho una teoria: l’Italia è un paese fedele alle formule; io ho tradito una formula ritenuta vincente per una mia necessità artistica con “Bandido”, la gente non ha capito chi ero, non mi ha più riconosciuto, ha avuto la sensazione che fossi fuggito via. Nei paesi di lingua spagnola, invece, è accaduto esattamente il contrario: l’ascolto è, di norma, più instabile, ai latini piace il gioco, l’avventura, il continuo rinnovamento. Questo spunto ha fatto germogliare la mia carriera di autore, per cui, se non fosse successo, oggi non sarei qui.

Miguel Bosè

Miguel Bosè

Come ti ha cambiato l’esperienza della paternità?
Si tratta di un passo che ho fatto molto tardi anche perché la mia professione mi richiedeva tutte le energie del mondo. E poi io sono sempre stato famoso per essere selvaggio. Il giorno in cui sono diventato papà si è aperto un giardino di emozioni unico, che non somiglia a nient’altro. Adesso so cos’è l’amore vero, fatto di sacrificio. Papà Miguel lo sta vivendo tutti i giorni ed è una grande scuola. Nel frattempo Bosè ha capito bene il senso delle cose poco a poco, le ha incorporate e le ha portate avanti senza nessun tipo di ostentazione.

Parlando di Amici, i Dear Jack vanno a Sanremo… Li hai sentiti? Hai dato loro qualche consiglio?
Questi  ragazzi hanno un carisma straordinario  e gusto nel comporre.  La voce ed il timbro di Alessio, che insieme a Greta, sento spesso, fanno realmente la differenza. Al Festival di Sanremo più della vittoria, conta la canzone e ai Dear Jack Sanremo non potrà fare altro che bene! So che quest’anno ci saranno anche Moreno ed Emma, seppur in vesti diverse,  mi sa che manco solo io!

Raffaella Sbrescia

Acquista “Amo” su iTunes

Video: Libre ya de amores

Le Scimmie Astronauta: “Con la nostra musica cerchiamo lo spirito critico”

Le Scimmie Astronauta

Le Scimmie Astronauta

Le Scimmie Astronauta è il progetto musicale catanese nato nel 2011 dall’incontro tra Michele Giustolisi (produttore, compositore e bassista) e Giorgio Falsaperna (cantante, cantautore e chitarrista), seguiti in seconda battuta da Luca Bajardi (batterista). Nel corso di questi anni hanno già avuto modo di confrontarsi con palchi importanti come il Cornetto Summer Music Tour (selezionati da Mtv New Generation), il Sonica Fest, l’Heineken Jammin’ Festival, l’Arezzo Wave e l’i-TIM Tour; in questa intervista il gruppo ci racconta le fasi evolutive di un percorso interamente incentrato sulle sette note

Chi sono, come nascono e come si sono evolute nel tempo Le Scimmie Astronauta?

Giorgio: Le Scimmie Astronauta sono una band nata pochi anni fa un po’ per caso. Suonavo con Michele in un gruppo già negli anni ‘90. Si chiamava Delirium Tremens, un trio rock molto potente con cui abbiamo girato parecchio. Poi per vari motivi la band si sciolse e prendemmo percorsi artistici diversi. Siamo rimasti sempre in buoni rapporti e un giorno Michele mi fece ascoltare alcune sue produzioni a cui mancava la voce, tra cui la base di quella che poi diventò “Stalker”. Mi chiese cosa ne pensassi e se avessi voluto trovarci un cantato, io accettai immediatamente e il risultato ci piacque al punto di iniziare a lavorare anche su dei miei brani come “China Town” ed iniziarne insieme degli altri. Luca è subentrato in un secondo momento, quando i pezzi erano già stati composti e avevamo deciso di iniziare a suonarli in pubblico. I live ci hanno incentivato a continuare ad essere quello che siamo sempre stati, cioè persone che vivono per la musica e per contribuire alla sua evoluzione con tutta la passione che hanno.

Le Scimmie Astronauta

Le Scimmie Astronauta

Cosa avete urgenza di trasmettere a chi ascolta?

L’urgenza che abbiamo è di trasmettere l’idea che bisogna iniziare a guardarsi intorno con spirito critico innanzitutto e con l’ironia indispensabile per non rimanere accecati da quello che vediamo tutti i giorni.

Qual è la trama e la formula musicale che contraddistingue il vostro singolo “Rock’n’ roll”?

“Rock’n’Rol”l è caratterizzato dal riff spensierato e ballabile che apre la canzone e dalle sonorità punk-rock miste all’elettronica. Il testo racconta la storia di una ragazzina molto sensibile e intelligente che inizia a guardarsi intorno e vede che la gente, il mondo, sono in confusione e degrado. A questo la protagonista reagisce spegnendo il cervello e lasciandosi andare ai divertimenti sfrenati e ai fuochi di paglia.

Come, dove e con chi  avete lavorato al vostro album d’esordio?

Abbiamo lavorato al disco tra Catania e Londra. La pre-produzione è avvenuta tra il nostro studio e la sala prove, mentre la registrazione è avvenuta al Panic Button Studio di Steve Lyon a Londra. Steve è venuto a trovarci a Catania qualche mese prima dell’inizio della registrazione del disco per ascoltare le nostre esecuzioni live e curare la produzione artistica; è stato tutto molto spontaneo e divertente in ogni fase della realizzazione.

A proposito delle molteplici e prestigiose occasioni che vi hanno visto sui palchi di grandi festival musicali… quali sono gli aspetti positivi e quali, invece, quelli negativi che vi sono rimasti impressi?

Abbiamo calcato molti palchi importanti e prestigiosi e c’è sempre da essere soddisfatti per l’occasione avuta e l’esperienza formativa. Sicuramente la visibilità e l’affidabilità dei tecnici fanno sempre la differenza.

Quali sono le aspettative del vostro progetto musicale e quali i piani che state facendo per muovere i primi passi del vostro percorso artistico?

Ci stiamo muovendo abbastanza velocemente e siamo molto motivati. Abbiamo raggiunto grandi traguardi in pochi anni, di cui il primo è stato sicuramente aver iniziato a collaborare con Steve Lyon che ci ha sostenuto ed aiutato a concretizzare bene e in poco tempo il nostro lavoro. Abbiamo recentemente firmato un contratto con la “E8 Records” etichetta della Enterprise 8 di Roberto Gasparini (ex Sony BMG, EMI, Ricordi) e dopo l’uscita del disco inizieremo la tournée italiana.

Raffaella Sbrescia

Video: Rock’n'roll

Intervista ai Santa Margaret: “La musica dal vivo racchiude la nostra magia”

Santa Margaret

Santa Margaret

I Santa Margaret nascono a Milano dall’incontro della cantautrice Angelica Schiatti con il chitarrista Stefano Verderi. Negli ultimi due anni la band si è dedicata alla composizione di brani originali, richiamando nel progetto altri musicisti di grande esperienza come Leonardo Angelicchio (tastiere), Ivo Barbieri (basso) e Marco Cucuzzella (batteria). Dopo aver aperto i concerti di Deep Purple e Beth Hart, i Santa Margaret sono stati scelti come artisti del mese da MTV New Generation e la scorsa estate hanno calcato il palco del Coca Cola Summer Festival 2014 trionfando con il brano “Riderò”. “Il suono analogico cova la sua vendetta Vol.1” (Carosello Records), è , invece, il titolo del loro EP d’esordio, nucleo centrale dell’intervista in cui la band si è raccontata ai nostri lettori.

Cosa raccontano al pubblico i Santa Margaret e cosa vorrebbero raccontare in futuro?

I Santa Margaret raccontano la propria storia, fatta di mesi di sala prove, di emozioni, di conquiste, di speranze, di sconfitte, di musica ascoltata e vissuta fino all’ultima nota, di serate, di parole e di sperimentazioni. I Santa Margaret non escono da un talent e non si vogliono bruciare una carriera in pochi mesi. Quello che i Santa Margaret sanno fare bene è suonare e invitiamo il pubblico a vederci dal vivo più di ogni altra cosa. Nel futuro racconteremo le stesse cose con sempre più consapevolezza ed esperienza.

Come siete arrivati alla formula attuale del vostro suono?

Come dicevamo, dopo ore e ore di sala prove. Il suono nasce dalle mani del musicista e dalle corde vocali della cantante. Quello che abbiamo fatto in studio è stato riportare su nastro i nostri suoni. Nessun “aiutino” del computer, solo un’attenta esecuzione e cura nella scelta degli strumenti; un lavoro più artigianale rispetto a come si registrano oggi i dischi.

Cosa significa per voi avere una frontwoman all’interno del contesto artistico italiano?

Significa riproporre una formula che è un po’ scomparsa negli anni. Già le band in Italia fanno più fatica ad emergere a livello discografico  e poi una frontwoman è ancora più raro trovarla, sempre per il fatto che forse le discografiche tendono ad isolare le cantanti donne…oppure per chi sa quale oscuro motivo. In Italia abbiamo avuto (negli anni 70) grandissime formazioni capitanate da donne.

Quali sono i temi, le storie, i messaggi contenuti nel vostro primo Ep “Il suono analogico cova la sua vendetta vol.1”?

C’è un forte messaggio di speranza che pervade i nostri testi, frutto di esperienze vissute e di osservazione del mondo in cui viviamo. Non è un mistero che oggi regna un po’ di pessimismo o di preoccupazione per il futuro. Noi siamo convinti che il destino lo si può anche cambiare se innanzitutto ci rimbocchiamo le maniche per darci da fare, senza stare troppo a lamentarci di un presente poco soddisfacente. Esiste sempre un piano B…come un lato B del vinile.

A cosa è dovuta la scelta di pubblicarlo in vinile?

Perchè è il supporto che più preferiamo, dove riteniamo che la musica si goda meglio. Il CD è un supporto digitale ormai vecchio, il digitale vero è su computer o smartphone; e infatti il nostro disco è disponibile anche in download gratuito dal nostro sito (santamargaret.com) o sulle principali piattaforme di streaming (Spotify, Deezer etc.).

Santa Margaret - Angelica

Santa Margaret – Angelica

Come avete vissuto l’esperienza del “Coca Cola Summer Festival”?

Benissimo, è stata un’esperienza inaspettata e divertente. Una folla mai vista prima, ci siamo sentiti catapultati dalla sala prove direttamente nel cuore dello showbiz, una grande emozione per noi.

Come vi siete interfacciati con la scelta del vostro singolo “Riderò” per il film di Aldo, Giovanni e Giacomo “Il ricco, il povero e il maggiordomo”, in uscita il prossimo 11 dicembre?

Un incontro casuale e fortuito, capitato proprio nel momento in cui il film cercava musiche e canzoni per la colonna sonora. Si sono imbattuti nell’ascolto del nostro disco grazie alla nostra etichetta (Carosello Records) e gli è piaciuto. Ne siamo onorati.

Nel nuovo anno pubblicherete il secondo volume del vostro lavoro discografico…cosa dovremo aspettarci? Cosa cambierà e cosa, invece, rappresenterà il filo conduttore tra i due lavori?

Uno dei prossimi brani è infatti già nella colonna sonora del film di Aldo Giovanni e Giacomo; altri sono stati registrati nella stessa sessione di registrazione di questo primo EP e altri ne stanno per nascere. Manterremo la nostra filosofia “vintage” e analogica, ma ci saranno anche altre influenze musicali oltre al blues che spesso citiamo come nostra fonte di ispirazione.

Dove e quando potremo ascoltarvi dal vivo?

Le date imminenti sono il 9 gennaio a Belluno e il 17 gennaio a Bellaria (Rimini), altre date stanno venendo fuori man mano e per un aggiornamento vi rimandiamo sempre al nostro sito www.santamargaret.com o ai nostri social.

Raffaella Sbrescia

Video: “Riderò”

Intervista a Marco Carta: “In Merry Christmas ogni canzone contiene un pezzo della mia anima”

Cover_EP

Dopo il grande successo ottenuto dal singolo “Splendida ostinazione”, certificato platino per le vendite, Marco Carta torna con una sorpresa per tutti i sui fan, domani 1 dicembre esce “Merry Christmas”, un ep prodotto da Warner Music Italy, in cui Marco interpreta  6 grandi classici natalizi. Al suo fianco una grande orchestra di 34 elementi con arrangiamenti ed atmosfere tra pop e swing per un risultato piacevole e coinvolgente. I brani selezionati sono Jingle Bell Rock,  Let it snow, let is snow!,  All I want for Christmas is you,  Oh Happy Day,  Christmas (Baby please come home) e White Christmas- Bianco Natale. Canzoni che, come racconta lo stesso Marco non sono state scelte a caso: «La selezione dei brani è avvenuta semplicemente in base al mio gusto personale, ho incluso i brani che si avvicinavano di più al mio mondo. Naturalmente ognuna di queste canzoni mi è cara per qualche motivo ma il brano che mi ha ispirato di più è “White Christmas” ; una canzone che, non a caso, chiude la raccolta con un semplice e soffice arrangiamento con chitarra e pianoforte per dare una speciale buonanotte a tutte le persone che la ascolteranno». Questo nuovo lavoro giunge dopo due anni di silenzio, riflessione, crescita e cambiamento e, a tal proposito, Marco spiega di aver affrontato questa  lunga parentesi con la massima tranquillità: «Ho vissuto il periodo antecedente a questo lavoro in maniera davvero molto serena. Ho avuto la possibilità di mettere in ordine le idee, di ponderare le mie scelte per poter fare le cose per bene. Lo sapete, il mio carattere non conosce mezze misure, ho scelto il silenzio ma ora sono fiducioso e propositivo. Ho tanta voglia di fare e di darmi sia alla musica che al mio pubblico». In attesa di scoprire quale sarà la risposta del pubblico nei confronti di “Merry Christmas”, Marco si gode, intanto, l’ottimo riscontro ottenuto dal singolo “Splendida ostinazione”, un brano che lascia trasparire appieno la personalità del giovane: «Questo brano per me è stato un banco di prova. Il testo mi rappresenta tantissimo, in questa canzone lascio trasparire il mio animo deciso, ostinato, testardo, volitivo quindi è un pezzo che si adatta al  100% mio essere».  Una traccia, quest’ultima, che anticipa il nuovo album di inediti attualmente in lavorazione: «Sto chiudendo il mio ultimo album ma non posso ancora espormi troppo per non dire cose che potrebbero poi cambiare in corso d’opera.  Sicuramente sarà un lavoro sorprendente, ve lo prometto!». Non ci rimane che attendere, dunque, che i tempi di pubblicazione del disco siano maturi, nel frattempo si fanno sempre più insistenti i rumors di una probabile partecipazione di Marco al prossimo Festival di Sanremo ma, interrogato a riguardo, Marco mantiene il più stretto riserbo: «Io non dico niente, per ora la considero soltanto una bella idea… vediamo che succede».

Raffaella Sbrescia

Previous Posts Next Posts