Francesco Dal Poz presenta l’album “Zero”. Intervista

Ritratti di Note ha incontrato il cantautore veneto Francesco Dal Poz, per una chiacchierata sul nuovo progetto “Zero”,  album dal quale sono già stati estratti i singoli “Cerco casa” “Tisana” ed “Estate Spaziale”.

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Francesco, “Zero” è un album che nel titolo ha tutto il sapore della partenza, o della ripartenza…

Sì, come dici tu, è proprio un album “di ripartenza”. Quando sono entrato in studio, nel Marzo 2019, ho avuto subito la sensazione che qualcosa stava cambiando. In quest’album ci ho messo dentro anche tutte le esperienze e le cose fatte precedentemente, la musica ascoltata da adolescente. Lo definisco una ripartenza, perchè c’è stata una piccola grande rivoluzione interiore che ha poi portato alla realizzazione del disco stesso.

Dal punto di vista dei suoni, nel disco hai anche partecipato agli arrangiamenti insieme al produttore Roberto Visentin.

E’ stato un bel lavoro di squadra e la partecipazione di Roberto nell’arrangiamento di alcuni pezzi è stata preziosa.

L’artwork della copertina, curato da Federico Ferè, è assolutamente originale. In copertina ci sono dodici elementi che richiamano le dodici canzoni del disco.

Devo ringraziare Federico Ferè che è stato bravissimo a cogliere la mia sfida, ovvero quella di inserire in copertina dodici elementi che ricordassero le dodici canzoni contenute nell’album. Stando un po’ attenti si riescono a scoprire tutti.

So che hai fatto anche un contest con il pubblico presente alla presentazione ufficiale del disco.

Sì ho lanciato questo simpatico gioco alle persone presenti: chi fosse riuscito per primo ad individuare tutti i dodici elementi della copertina, avrebbe vinto un cd. Il disco è stato assegnato dopo poco.

I testi delle canzoni parlano di quotidianità, vita vissuta, e attingono molto anche alla tua di vita. In questo momento, c’è una canzone che ti somiglia più delle altre?

Bella domanda, direi “Pancake”, una canzone che parla dell’importanza di dedicare il giusto tempo alle persone che amiamo. In questi ultimi tempi mi sono ritrovato sommerso dagli impegni, come nel periodo pre-covid, e ho dovuto spesso mettere il lavoro prima di ogni cosa, anche prima degli affetti. Ecco perchè questa è la canzone che sento più vicina a me in questo momento.

So che ami molto Napoli, una città che ti ha affascinato sin dalla prima volta in cui l’hai vista. 
Una delle canzoni di quest’album, “Un sorriso alla volta”, è stata ispirata proprio da un episodio di vita di una ragazza napoletana…

Sì, mi è successa una cosa molto particolare su Instagram. Una ragazza napoletana, sapendo che ero un cantautore, mi ha contattato, e ha voluto condividere con me un episodio doloroso della sua vita: aveva perso qualche mese prima il suo grande amore, un ragazzo della mia età, venuto a mancare il 2 Maggio 2018, una data per me molto importante, perchè proprio in quel giorno avevo pubblicato “Il Cerchio”, una canzone scritta per mia nonna quando è venuta a mancare. Una serie di coincidenze che hanno portato poi alla nascita di questa canzone. Ho scritto “Un sorriso alla volta” pensando proprio a quella ragazza…

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Ci sono appuntamenti live pianificati per il prossimo anno?

Sì, sto lavorando ad un mini tour che mi vedrà insieme alla Band un po’ in tutta Italia. Speriamo di riuscire a fare tutto così come l’abbiamo pensato…

A te che sei così bravo a descrivere la quotidianità nelle tue canzoni, chiedo cosa sia la felicità. Qualcosa che somiglia di più alla serenità, da cogliere nel quotidiano, o un guizzo improvviso che ti travolge e poi ti lascia?

Mi piace distinguere tra serenità e felicità. In generale mi ritengo una persona mediamente serena; ho una sorta di pace interiore che è abbastanza costante, talvolta con alti e bassi; e poi ci sono momenti in cui la felicità esplode, guizza, per poi ritornare ad appiattirsi. La vita stessa, le cose quotidiane, il fatto di essere una persona normale, alla quale piace scrivere canzoni.
Ognuno trova il proprio modo di esprimersi. La musica è il mio. E mi sta regalando grandi soddisfazioni…

Parliamo degli artisti che hanno collaborato in quest’album.

Luca Donazzan dei “Lost”, band Meravigliosa, che ha suonato una parte di basso in “Tisana”; Reinaldo Anastacio, compositore brasiliano, che ha scritto una parte e ha cantato una parte in “Rio, e Riccardo Rossi di un’altra fantastica Band, “The Sun”, che invece ha fatto la parte ritmica in “Adesso è qui”

Piccolo spoiler: Ci sono canzoni nuove?

Sì, in realtà ho già iniziato prima dell’estate a lavorare con il mio team a un album nuovo. Tra qualche settimana torno in studio…

Giuliana Galasso

Tracklist di “Zero”

1) Tisana
2) Cerco Casa
3) Pancake
4) Vivere d’istanti
5) Banale
6) Un sorriso alla volta
7) Rio
8) Novantanove
9) Estate Spaziale
10) Adesso è qui
11) Bonsai
12) Non ho più nulla

Intervista a Caffellatte: scrivere è libertà

Abbiamo incontrato Caffellatte, nome d’arte di Giorgia Groccia, cantautrice, scrittrice e speaker di origini pugliesi, classe ’94, per parlare del nuovo singolo “Sottovuoto” e di tutti i nuovi progetti.

Caffellatte

Caffellatte

Giorgia, quando inizia il progetto Caffellatte?

In realtà questo nome ce l’ho da sempre, e quando ho iniziato a scrivere le prime canzoni e a pubblicare ufficialmente i primi singoli, ho voluto tenerlo.
Ho iniziato nel 2015 a scrivere canzoni, poi il resto è stato un divenire, una ricerca, soprattutto a livello di suoni, per capire quale sound mi piacesse di più. Con gli ultimi brani usciti, “Endorfine”, “Valium”, “Alcol Test” e “Carta Stagnola”, sono riuscita a trovare il mio vestito sonoro ideale. E’ stata davvero una evoluzione naturale.

Essendo anche una scrittrice, nasci in qualche modo dalle parole. Nel 2018 hai pubblicato il romanzo Blue Frammenti, in cui racconti, anche in modo crudo, il rapporto tra generazioni. Quanto è autobiografica quest’opera?

Il libro non è autobiografico. Racconto una storia totalmente inventata, ma essendo scritta in prima persona, mi sono immedesimata nel personaggio principale; ci sono degli spazi in cui ho utilizzato il “mio personaggio” per esprimere pensieri miei, ma la storia del romanzo, in cui si parla anche di violenza, di dinamiche familiari complesse e non belle, non è la mia. Il libro nasce comunque dall’esigenza di voler inventare qualcosa e di volermi raccontare in maniera allegorica. Scriverlo è stato divertente, e anche molto toccante ed emotivo…

Il singolo attualmente in promozione è “Sottovuoto”, canzone che racconta della sensazione di soffocamento provocato dall’essere tra la folla e al contempo della tristezza nel doverla rifuggire. Farà parte di un album?

Certo, “Sottovuoto” fa parte di un album che uscirà prossimamente. Ho iniziato a scrivere anche nuove canzoni, ma questa è una esigenza personale. Quando un’idea mi illumina e si accende “la lampadina”, io scrivo. La scrittura è una cosa libera; per fortuna in questo ultimo anno sono stata molto presa dalla scrittura, anche in maniera spontanea e naturale. Vedremo cosa salverò e cosa scarterò delle cose scritte in questi mesi, ma già solo il fatto di scrivere è una cosa positiva.

Tu sei anche una speaker radiofonica. In che modo la radio entra, se entra, nel tuo mondo musicale e nel processo di scrittura delle canzoni?

La radio e la scrittura non sono vasi comunicanti. La radio fa parte del mio essere versatile. Io amo in generale comunicare; per me, parlare al microfono, è una cosa bella. Ci sono persone che non riuscirebbero mai a stare davanti ad un microfono; io invece mi sento molto a mio agio.
Sono a mio agio sia nel parlare ad un interlocutore immaginario, non presente fisicamente, come accade in radio, sia quando devo parlare davanti ad un pubblico vasto. E’ una cosa che mi piace, che fa parte del mio lavoro di comunicazione. E’ una dimensione mia, che non interferisce, né in maniera positiva, né in maniera negativa con la scrittura dei brani…

Quali sono gli artisti che ti hanno formato umanamente e musicalmente?

Il primo è Franco Battiato, l’unico artista per il quale ho pianto quando è scomparso. Fa parte davvero della mia vita e del mio passato. Mio padre me lo faceva ascoltare sempre quando viaggiavamo in macchina. Insieme a Fabio Concato è davvero un pezzo del mio cuore.
Per il resto, essendo una persona curiosa, ho sempre ascoltato di tutto, anche generi musicali molto diversi tra loro. Una costante è stata sicuramente l’ascolto del Rap, italiano ed internazionale, sin da quando ero ragazzina. Ho amato Fabri Fibra, il Fedez degli inizi, Mecna, Guè Pequeno, Ghemon, Dargen D’Amico. Ho una lunga lista di artisti che mi hanno influenzato musicalmente.

Da speaker radiofonica e fruitrice di musica invece, cosa trovi di interessante attualmente nella musica italiana?

Mahmood e Blanco. Sono molto attratta dal sound e dalla metrica di Mahmood. Blanco invece sarà secondo me uno dei prossimi Big della musica italiana destinati a durare nel tempo. Ti dico senza ombra di dubbio loro due…

Quando Giorgia si sente “sottovuoto”, quale mezzo di “decompressione” utilizza oltre la scrittura?

Ultimamente una cosa che mi rilassa è il rumore bianco della Tv o dei Film. Anche se non sto seguendo un film su Netflix o in televisione, averlo in sottofondo mi calma tantissimo. Ti confesso che non riesco a dormire senza il rumore della Tv accesa. Anche correre mi piace, ed è un’abitudine che ho acquisito da pochi mesi. Spero che rimanga perche fa bene sia al corpo che alla mente.

Un sogno/progetto che speri di realizzare al più presto…

Beh, se devo sognare in grande, ti dico un concerto a Roma, all’Atlantico o al Palalottomatica. Non so se si realizzerà mai, ma sarebbe bellissimo. Una cosa più probabile invece sarà, dopo l’uscita dell’album, un Tour in diverse città d’Italia. Intanto incrocio le dita…

Un posto, oltre la città in cui vivi, che ti fa sentire a casa…

Sono romana d’adozione e considero Roma la mia città, ma un altro posto in cui mi sento a casa è Acri, in provincia di Cosenza, il paese di origine di mio padre. Lì ci sono tanti ricordi della mia vita, belli e brutti…

Giuliana Galasso

Arriva l’ “Open Bar”: intervista a Il Pagante

Abbiamo incontrato Il Pagante, il gruppo formato da Federica Napoli, Roberta Branchini e Eddy Veerus (Edoardo Cremona), in occasione dell’uscita del nuovo singolo “Open Bar”. Il trio milanese (e il collettivo di creativi e producer che li accompagna da sempre) ha festeggiato 10 anni dalla sua formazione e in questi 10 anni tra canzoni certificate ORO e PLATINO, due dischi d’Oro e un libro hanno raccontato vizi e virtù di una intera generazione, nata e cresciuta con i social network.

Il Pagante

Il Pagante

Ragazzi prima di parlare del nuovo singolo “Open Bar”, torniamo piacevolmente al passato e raccontatemi come è nato il Progetto “Il Pagante”

Il Progetto nasce nel 2010, dalla Pagina Facebook omonima che raccontava della vita e dei comportamenti dei ragazzi prettamente milanesi. Io e Roberta (Branchini n.d.r.) ci conoscevamo già, perchè andavamo a scuola insieme, e abbiamo deciso, insieme a Federico del Duo Merk & Kremont di scrivere una canzone sul “Pagante”. Era stata pensata come una goliardata tra amici; non ci saremmo mai aspettati il successo che la canzone avrebbe poi ottenuto. Dopo il terzo singolo insieme, si è aggiunto Eddy Veerus, cugino di Kremont, e con questa formazione “familiare” abbiamo iniziato a spiccare il volo, nel senso che da lì è cominciato un percorso sempre in crescendo. Nessuno di noi si sarebbe comunque aspettato tutto ciò che è successo dopo.

Le vostre canzoni hanno sempre affondato le radici nella quotidianità, nella realtà circostante. E’ così anche per questo nuovo singolo “Open Bar”, un pò figlio del periodo di chiusura che abbiamo vissuto, e che ci stiamo lasciando alle spalle…

Sì assolutamente. La cosa bella è che “Open Bar” è nata come canzone circa due anni fa, ma vale lo stesso concetto di oggi: Raccontiamo di questo Open Bar nel quale può arrivare improvvisamente un evento, atmosferico e non, a “rovinare la festa”, e quindi bisogna godersi il momento, cogliere l’attimo.
Poi è successo ciò che è successo, una pandemia mondiale, e abbiamo deciso di uscire con il singolo proprio nel momento in cui si ricomincia gradualmente a tornare alla normalità, quella normalità che prima odiavamo tanto, alla quale non davamo importanza. Adesso invece non è cosa scontata, c’è tanta voglia di normalità, e questa canzone invita gli ascoltatori ad assaporare davvero il presente. L’Open Bar, tra l’altro, è il momento in cui si può bere liberamente, senza limiti. Questa è ovviamente una metafora. Il senso e la lezione è che bisogna vivere ogni momento della vita prima che arrivi qualcosa a rovinarlo…

Citate giustamente la metafora perchè l’Open Bar è anche un pò il momento liberatorio del quale abbiamo tutti bisogno…

Esatto. Ed esprime la voglia di riprenderci i nostri spazi e tornare alla libertà.

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Il singolo è prodotto da ITACA, che fa parte della Famiglia “Merk & Kremont”

Sì, come ti dicevamo anche prima, con Merk & Kremont ci sentiamo un pò in famiglia; le produzioni dei nostri primi pezzi le hanno fatte tutte loro. Tornare a collaborare con ITACA è un pò come ritornare a casa. Ci sentiamo bene, c’è grande amicizia, e Merk & Kremont sono sicuramente tra i migliori produttori in Italia.

“Open Bar” farà parte di un nuovo album?

Sì. Il periodo di stop forzato ci ha dato la possibilità di concentrarci sull’album, che uscirà tra non molto, ma sicuramente dopo l’estate. Dietro ogni brano di un disco c’è sempre un grande lavoro. A noi piace fare lunghe riunioni nelle quali scegliere le tematiche dei brani e curarne ogni dettaglio…

Nel progetto “Il Pagante” portate le vostre individualità. Andate sempre d’accordo?

Di grandi litigate tra di noi non ce ne sono mai state. E’ un po’ come succede tra fratelli, nel senso che è normale discutere, ma alla fine abbiamo lo stesso traguardo, lo stesso obiettivo…

Quali sono le vostre influenze musicali individuali, che in qualche modo ritornano nella musica che fate insieme?

Ognuno di noi ha sicuramente gusti differenti, ma il nostro minimo comun denominatore sono il Rap italiano e la musica elettronica. Ognuno fa poi ascolti diversi; Federica, ad esempio, ascolta molto cantautorato italiano, è cresciuta con Battisti, Baglioni, De Gregori…

Nel vostro personale Open Bar cosa non può assolutamente mancare?

Dell’ottimo Gin Mare…

Ci saranno appuntamenti live prossimamente?

Sì, ci stiamo lavorando. I vostri lettori possono seguirci sui nostri Social, Facebook ed Instagram, ed essere aggiornati sugli appuntamenti dal vivo. Abbiamo voglia di tornare live nelle discoteche…

Giuliana Galasso

 

Amici 20. Intervista a Aka7even: “Vi aspetto in tour per cantare insieme a me!”

Per lo Speciale “Amici20″, abbiamo incontrato Aka7even, il ventenne cantautore napoletano, reduce dall’esperienza del Talent. Dopo aver presentato all’interno della trasmissione canzoni quali “Yellow”, “Mi manchi”, “Mille Parole”, Aka7even, (All’anagrafe Luca Marzano n.d.r. )è attualmente in promozione con il nuovo singolo “Loca”, tratto dall’album d’esordio “Aka7even”.

aka7even

aka7even ph Fabrizio Cestari

Intervista
Luca come stai?

Bene. Viaggio ogni giorno, lavoro ogni giorno, ed è tutto bello…

Prima di parlare di “Amici”, facciamo un passo indietro. Quando e come è nata in te la passione per la musica e per il canto?

La passione per il canto è nata quando avevo l’età di quattro anni circa. A casa tendevo sempre a cantare, ma nessuno all’inizio percepì questa dote, finchè non hanno deciso di portarmi a scuola di canto, e da lì si è capito che avrei fatto questo, per molto tempo. All’inizio in modo amatoriale, ma è stata l’occasione per cominciare…

Cosa ti ha lasciato l’esperienza di “Amici”?

L’esperienza di “Amici” mi ha lasciato sicuramente una maturità maggiore rispetto a quella che avevo prima, sia a livello artistico, di palcoscenico, che a livello personale. Mi sento molto maturato…

E’ cambiato qualcosa nel tuo approccio alla musica?

Sì, l’approccio è molto più professionale, sia in quello che viene buttato giù a livello testuale, che a livello di produzioni e di suoni.

Sei stato citato simpaticamente durante l’intervista fatta ad Alessandro Cavallo (Ballerino n.d.r.) perchè lui ci ha raccontato che qualche volta è stato vittima dei tuoi scherzi, e di quelli di Deddy…

Sì vero… (ride n.dr.)

Che rapporti hai stretto con i ragazzi in Casetta?

Ho avuto un buon rapporto con tutti, ma si è creato un legame profondo proprio con lo stesso Alessandro, con Deddy e Tancredi. Con loro ho stretto tantissimo. Condividevamo tutto ogni giorno, se c’era un po’ di tempo libero stavamo sempre insieme. Qualche giorno fa ci siamo visti, quindi ci frequentiamo tutt’ora. C’è un rapporto bellissimo tra noi…

Aka7even Autore, Aka7even interprete. Come convivono queste due dimensioni?

Convivono bene. Io in realtà nasco come interprete, poi, in un secondo momento ho cominciato anche a scrivere. Le due cose per me sono abbastanza connesse. Nel momento in cui interpreto un pezzo, cerco di scrivere un sottotesto all’interno che mi rappresenti, quindi è come se ciò che canto lo avessi scritto io.

Una domanda dei tuoi Fans. Quando hai scritto il pezzo “Black”, l’ispirazione per scriverlo da dove è nata?

L’ispirazione per comporre questo pezzo è nata da uno stato d’animo molto cupo, in un periodo in cui mi trovavo in difficoltà all’interno della Casetta, e l’unico sfogo era scrivere o conversare con qualcuno. Nel momento in cui ho iniziato a scrivere, è nata “Black”

Quali sono gli Artisti che hai ascoltato fin da piccolo e ti hanno formato umanamente e artisticamente?

Alex Baroni, Pino Daniele, Michael Jackson, Justin Bieber…

Il primo grande sogno che vuoi realizzare adesso, dopo “Amici”?

Sicuramente iniziare i Live, partire in Tour. Uno dei miei sogni è stato sempre quello di avere un palco a disposizione, e sotto i miei Fans che cantano assieme a me le mie canzoni. Da Gennaio ci sarà la possibilità di fare tutto questo…

Uno dei miei pezzi preferiti è “Yellow”. Come è nata questa canzone?

“Yellow” è nata con una Pop Line già pronta, che avevo creato io. Mi trovavo in un B&B con uno dei miei pre-produttori, avevo un mal di pancia forte, e in napoletano, quando hai mal di pancia e sei un po’ opaco in viso, si dice “Stai tutt’ ingialliat”. Io ho trasformato questo essere “Ingialliato” in “Yellow”…

Tre aggettivi per descriverti…

Esuberante, creativo e… il contrario di monotono

 

Ci racconti se e quanto sia autobiografica la canzone “Luna”?

“Luna” è una canzone “semi”autobiografica, soprattutto perchè è stata scritta con Tancredi, quindi nel pezzo c’è parte di me e parte di lui.
Nasce in un momento di divertimento totale; mi mancava il secondo pezzo ad “Amici”, e ho detto a Tancredi “Dai, iniziamo a scrivere qualcosa se ti fa piacere”. Ho deciso di finirla nell’album perchè poi è nata la canzone “Mille parole”…

Il consiglio più prezioso che ti ha dato la tua Coach, Anna Pettinelli?

Di sicuro quello di “Non mollare” nel momento in cui ero in difficoltà nel programma; ero in caduta libera e stavo male psicologicamente. Lei mi ha sempre sostenuto e mi hai detto “Tu hai una dote grandissima, non puoi mollare proprio adesso, quindi alzati e riprenditi, perchè non sai neanche fuori cosa ti aspetta”…

 

Un pensiero per le Pagine Dedicate a te e per tutti i Fans che ogni giorno ti seguono con grandissimo affetto…

Ringrazio tutti per il grandissimo sostegno che mi ritrovo ogni giorno sui Social e in qualsiasi altro contesto. Un messaggio che mi piacerebbe lanciare è quello di non mollare mai, di inseguire sempre un sogno. Sognare non costa nulla. Nel momento in cui c’è qualcuno che blocca il sogno di qualcun altro, bisogna andare dritti alla meta e non ascoltare altro; sentire solo il proprio istinto, seguirlo e andare avanti…

Luca nel salutarti facciamo una menzione speciale per “Loca”, il tuo nuovo singolo, già molto amato e ascoltatissimo in radio e su tutte le piattaforme digitali. Sarà una delle Hit di questa estate.

Grazie mille davvero!

Giuliana Galasso

Ritratti di note danzanti: intervista a Serena Marchese

Per lo Speciale “Ritratti di Note Danzanti”, abbiamo incontrato Serena Marchese, una delle Ballerine dell’ultima Edizione del Talent “Amici”. Anche per Serena sono arrivate in redazione numerose domande e curiosità dei Fans.

Serena Marchese

Serena Marchese

Serena partiamo da un ricordo di questa bellissima esperienza che è stata “Amici”

“Amici” è stata una esperienza bellissima, inaspettata, e mi ha insegnato tante cose. Ne sono uscita una persona diversa. Sono contentissima di tutto quello che ho fatto e, se potessi, rifarei questa esperienza altre mille volte…

A quanti anni hai cominciato a danzare?

A due anni e mezzo, e grazie a mia madre. E’ stata lei che mi ha portato per la prima volta in sala.
Vi racconto un aneddoto simpatico. Mia madre in realtà avrebbe voluto iscrivermi a danza quando avevo solo un anno e mezzo, ma l’insegnante non mi ha potuto accettare all’epoca, perchè indossavo ancora il pannolino (ride n.d.r.) e quindi siamo tornate a scuola un anno dopo. Ho iniziato con la propedeutica, il gioco danza, per poi proseguire, e cominciare a studiare e a perfezionare i vari stili, il Classico, il Moderno, il Contemporaneo, fino ad arrivare alla Ginnastica Artistica.

Una domanda da parte dei tuoi Fans che mi ha fatto sorridere. Serena sei andata ad “Amici” per la trasmissione in sè o per avere l’occasione di lavorare con Alessandra Celentano?

Io sono da sempre una grande Fan di “Amici”. Lo seguo fin da quando ero piccola, e ho sempre ammirato artiste come Elena D’Amario, sognando di partecipare anche io un giorno al Talent, e di fare lo stesso percorso. Volevo provare questa esperienza, e sapevo che lavorare con professionisti qualificati come la Maestra Alessandra Celentano sarebbe stato formativo e bellissimo. E’ stato esattamente come mi immaginavo…

Il consiglio di Alessandra Celentano che seguirai a vita…

Ho un ricordo in particolare, in merito a questa cosa. Quando ero in Casetta, lavoravo spesso sui passi a due con Tommaso Stanzani (Ballerino anche lui n.d.r). Quando Tommy è uscito, la prima cosa che ho chiesto alla Maestra Celentano è stata: “E adesso come faccio?”… Lei mi ha risposto “Serena devi imparare a darti forza da sola, a contare su te stessa, perchè non sempre nella vita avrai qualcuno accanto. Da quel momento ho cercato di lavorare su questa cosa. Un altro insegnamento prezioso che mi ha dato è che solo la tecnica non basta. Non basta alzare una gamba o fare bene una piroetta, ma bisogna curare anche i dettagli. Curando il dettaglio, il tutto risulta più armonioso. Ho cercato di fare tesoro anche di questa cosa…

Da come parli di Tommaso Stanzani, immagino sia una delle persone con cui hai legato di più in casetta…

Sì, con Tommaso ho legato tanto. Ci ritrovavamo sempre di sera a parlare, a fare un pò il resoconto della giornata appena trascorsa. E’ la persona che mi è stata vicina anche nei momenti in cui non avevo molta fiducia nelle cose che stavo facendo. Mi ha sempre rassicurato e spronato ad impegnarmi.

Serena, a pochi giorni dalla sua scomparsa, chiedo anche a te un ricordo di una grande stella della danza quale Carla Fracci…

Carla Fracci è stata un pilastro della danza. Lei ed Eleonora Abbagnato son le ballerine di Classico alle quali mi ispiro sempre. Per quanto riguarda lo Stile Moderno, le mie fonti di ispirazione sono invece Lorella Cuccarini e la già citata Elena D’Amario.

Cibo preferito?

La pasta con pomodoro e mozzarella

Tra gli Stili ballati ad “Amici”, ne hai uno preferito?

Io nasco come ballerina moderna , quindi il Moderno è il mio stile del cuore, ma adoro anche il Classico, e mi sono divertita a ballare anche stilli come il Samba o la Rumba, difficili da studiare in breve tempo. Magari un domani perfezionerò anche questi. Ti confesso che mi piace anche la Salsa.

Serena e la Musica: Generi che ascolti e Artisti preferiti…

Ti posso dire intanto cosa non ascolto: il Rock. Di solito ascolto molta musica italiana e artisti quali Fabrizio Moro, i Negramaro, Eros Ramazzotti, Madame. Tra gli artisti internazionali mi piace molto Michael Jackson.

Una canzone sulla quale creeresti una coreografia…

La mia canzone per una coreografia “Solo” è “I Can Fly”. Un’altra musica bellissima sulla quale mi piacerebbe creare una coreografia è “Cuore Sacro”.

Sei tifosa di una squadra di calcio?

Sono Juventina, ma in verità non seguo molto il calcio…

So che in questo momento stai lavorando ad un nuovo progetto…

Sì, sto lavorando con una nuova Compagnia di Ballo a Roma, e metteremo in scena degli spettacoli a Luglio e ad Agosto…

Quando danzi, quali immagini hai davanti agli occhi?…

Dipende dalle emozioni che vuoi trasmettere. Io questa cosa l’ho lavorata tantissimo all’interno della Scuola di “Amici”. Prima non avevo una immagine ben chiara e quindi non riuscivo a lasciarmi andare; adesso, prima di iniziare una coreografia, penso a quello che voglio trasmettere, e a quello che vorrei vedere in una persona. Se una coreografia, esprime tristezza, cerco di immaginarmi ovviamente una scena triste; se esprime allegria, cerco di pensare ad un sorriso gigantesco e alle cose belle della vita. E’ tutto molto legato, e viene tutto naturale…

Un pensiero a tutte le Pagine Dedicate e ai Fans che ti seguono quotidianamente con grande affetto…

Un Grazie immenso. Quando ero in Casetta, non mi rendevo assolutamente conto di quello che mi aspettava fuori.
Una volta uscita, sono davvero rimasta a bocca aperta per le parole che mi hanno scritto tante persone, e per il loro affetto.
Ogni giorno su Instagram mi fa piacere ripostare le cose quando vengo taggata. E’ una cosa nuova, ma è bellissimo essere amati da così tante persone.
Vorrei dare loro un grandissimo abbraccio. Dico sempre che i cantanti sono fortunati perchè hanno gli Instore, i Firmacopie, e possono incontrare le persone e i Fans.
Sarebbe bello creare un evento anche per noi Ballerini, per incontrare i Fans e fare le foto con loro.

Hai ragione Serena. Mi faccio portavoce di questo progetto: Creiamo degli eventi Instore anche per i Ballerini, magari in sale da ballo, nelle quali posso esibirsi e incontrare i Fans… 

Giuliana Galasso

Ritratti di Note Danzanti: intervista a Alessandro Cavallo

Per lo Speciale “Ritratti di Note Danzanti”, abbiamo incontrato Alessandro Cavallo, il ballerino finalista di “Amici 20″. Anche Alessandro ha risposto con grande simpatia e disponibilità alle nostre domande, e a quelle dei Fans giunte numerose in redazione nelle ultime settimane.

Intervista

Alessandro partiamo da un bilancio di questa edizione di “Amici” che per te è stata davvero strepitosa...

“Amici” è un percorso unico. Una esperienza, unica nella vita, che mi ha migliorato molto, e ha cambiato anche la mia concezione della danza. Una bellissima esperienza che mi ha messo alla prova su diversi stili, e ha permesso di mettermi in discussione da diversi punti di vista.

Fin da subito hai stretto un bellissimo rapporto con la tua Maestra, Lorella Cuccarini. Quale è stato il consiglio più prezioso che ti ha dato Lorella?

La Maestra Lorella è stata per me un grandissimo supporto all’interno della Scuola. In primis mi ha fatto conoscere meglio il mondo della danza, poi mi ha dato la fiducia e la sicurezza giusta per provare diversi stili, anche quelli che conoscevo di meno. Mettersi in gioco in una trasmissione che dà così tanta visibilità non è facile, ma lei mi ha sempre incoraggiato. Io mi sono affidato a Lorella Cuccarini totalmente, e ho fatto bene, perchè mi ha fatto fare un percorso fantastico all’interno del programma.

Alessandro dopo “Amici”, in che modo proseguirà il tuo percorso nel mondo della danza? Continuerai solo con lo stile classico o perfezionerai anche il moderno?

Lo stile classico fa parte di me, ma non voglio precludermi nulla, anche perchè non voglio abbandonare tutto quello che ho imparato ad “Amici”. Voglio continuare a mettermi in gioco come ho sempre fatto, e dedicarmi a diversi stili. La curiosità per le cose nuove credo sia fondamentale per l’arte. Io sono comunque aperto a tutto quello che il mondo artistico vorrà offrirmi

Hai mai pensato in qualche momento della tua vita di smettere di danzare?

No, non l’ho mai pensato. Sono nato con la danza, è una passione che mi ha sempre affiancato e nella quale mi sono rifugiato anche nei momenti difficili, quindi non mi sono mai posto questa domanda…

Alessandro e il Musical, in che rapporto sono?

Il Musical mi incuriosisce molto.
Io amo tutto il mondo dell’arte. Dire che sono pronto per il Musical è un parolone, perchè è un mondo assolutamente nuovo per me, e non è semplice. Affronterò anche questa esperienza che mi è stata offerta, cercando di dare del mio meglio, e mettendomi come sempre in gioco. (Alessandro, durante il Talent, ha avuto l’opportunità di partecipare ad un Musical n.d.r)

Alessandro e la Musica. Che generi ascolti e quali artisti ami?

Io amo tutta la musica, ascolto un po’ tutti i generi. Mi piace ascoltare musica e danzare sulla musica da mattina a sera. Ti confesso che ascolto di più musica internazionale rispetto alla musica italiana. Mi piacciono tantissimo Ed Sheeran e James Blunt.

Ci hanno emozionato le tue lacrime in trasmissione mentre danzavi, ed è comparsa sullo schermo in studio l’immagine di tua madre…

Sembra scontato dirlo ma la mia famiglia è tutto, è la mia forza, il mio grande punto di appoggio. I miei familiari mi sono sempre stati vicini, non prendendo mai alcuna decisione al posto mio, e lasciandomi sempre libero di scegliere e di sperimentare. Mi hanno sempre sostenuto, economicamente ed umanamente, qualsiasi cosa decidessi. Mi sono sempre vicini; la loro presenza sarà sempre fondamentale per la mia vita artistica.

Pensando invece alla tua seconda famiglia, quella di “Amici”, con chi hai legato di più?

Ho legato tanto con Aka 7 e Deddy. Tutti e tre abbiamo un po’ lo stesso carattere e lo stesso modo di scherzare, quindi ci siamo trovati subito in sintonia…

So che in casetta ti hanno fatto qualche scherzo divertente…

Me ne hanno fatti tanti di scherzi. Io ho paura delle cose paranormali e dei film horror. I ragazzi ne sono venuti a conoscenza, e si sono organizzati per l’occasione. Una sera, a luci spente, mi sono ritrovato Deddy, che faceva finta di dormire, alle mie spalle, con una faccia strana, e mi sono spaventato. Un’altra volta invece Aka 7 si è nascosto dietro una porta e all’improvviso è balzato fuori. Me ne hanno fatte davvero tante… (Ride… n.d.r.)

Alessandro qual è il tuo piatto preferito?

I cannelloni di mia nonna. Li aspetto tutte le domeniche. Quando so che li prepara, sono il primo ad arrivare. A mezzogiorno sono già a tavola. Sono davvero insuperabili…

Alessandro, un tuo ricordo di una grandissima stella della danza internazionale, Carla Fracci, scomparsa pochi giorni fa…

Sono davvero senza parole e sono scioccato per la sua scomparsa. Ho avuto la fortuna di poterla conoscere e incontrare nell’Accademia nella quale studiavo Danza. Un giorno è venuta ad assistere alle nostre prove.
Con lei se ne va l’emblema della danza italiana, ed un grande punto di riferimento.

Un pensiero alle Pagine Dedicate e ai Fans che ogni giorno ti seguono e ripostano le tue cose. E’ bello essere travolti da un affetto del genere…

Sì, è fantastico avere un appoggio ed un supporto così da parte loro. Mi scuso se non riesco a rispondere sempre a tutti, soprattutto in questo periodo, a causa degli impegni di lavoro e perchè sto trascorrendo più tempo con la mia famiglia.
Voglio però ringraziarli tutti per la fiducia che hanno in me. Mi danno tanta forza, e sapere che credono in me, è bellissimo.

Un’ultima domanda. Quale canzone sceglieresti per una coreografia ideata da te?

Mi permetto di risponderti dicendo quale è stato il pezzo più bello ed emozionante sul quale ho danzato: “La Cura” di Franco Battiato.

Grazie Alessandro, Grazie soprattutto per aver ricordato questo straordinario artista…

Giuliana Galasso

Intervista a Deddy: “Adesso l’obiettivo è continuare a lavorare e ampliare il gruppo di lavoro, sperando che le persone si ritrovino sempre nelle mie canzoni”.

Abbiamo incontrato Deddy, uno dei cantanti finalisti del Talent “Amici 20″, in occasione della presentazione dell’Ep d’esordio “Il Cielo Contromano”, già in classifica tra gli Album più venduti d’Italia. Questo risultato si affianca alla Certificazione Oro per “Il Cielo Contromano”, singolo con oltre 13 milioni e mezzo di stream su Spotify, e all’Oro  per “0 Passi”, che conta più di 11 milioni di stream su Spotify, e che è tra i singoli più venduti d’Italia secondo la Classifica Ufficiale FIMI/Gfk.

Deddy

Deddy

Intervista

Deddy, dalla fine di “Amici”, è stato un crescendo di emozioni…

Sì, sono molto felice dei risultati già raggiunti, delle Certificazioni Oro per “Il Cielo Contromano” e “0 Passi”.
Sono la stessa persona che è entrata nel Talent, ma ora ho preso molta più consapevolezza di quello che sono, come artista e come essere umano.
Adesso l’obiettivo è continuare a lavorare e ampliare il gruppo di lavoro, sperando che le persone si ritrovino sempre nelle mie canzoni.
Sarà un’estate di studio, non farò vacanze, e continuerò a perfezionarmi, in vista dei prossimi impegni.

Ci saranno eventi live questa estate?

Non sappiamo ancora nulla. Rimangono fissati gli eventi autunnali. In caso di cambiamenti e nuovi live, aggiornerò il pubblico sui miei canali social. Spero davvero di cantare in tutta Italia al più presto…

Deddy, anche quando facevi un lavoro diverso, il tuo sogno è stato sempre la musica…

In realtà dentro sono ancora il Deddy che lavora come Barbiere, quella persona un po’ timida, ma la musica ha fatto sempre parte di me. E’ il mezzo che mi ha permesso di esprimere sempre i miei pensieri, le emozioni, gli stati d’animo. Non ho smesso mai di inseguire questo sogno; spero di fare musica per tutta la vita.

Come nasce una tua canzone?

In maniera molto semplice. Mi metto al pianoforte, cerco di trovare un mix di accordi che rispecchi lo stato d’animo di quel momento, e inizio a comporre. Le mie canzoni nascono preferibilmente di sera…

Quali sono gli Artisti che hai ascoltato fin da piccolo e che ti hanno influenzato nella tua formazione?

Mi ricordo che papà mi faceva ascoltare da piccolo Claudio Baglioni, Tiziano Ferro, Marco Mengoni, Eros Ramazzotti, molta musica italiana quindi. Poi quando ho avuto il primo telefono cellulare è stata la volta dell’hip pop, per poi tornare ad ascoltare musica italiana, come quella di Fabrizio Moro, Baglioni, e tanti altri. In ogni caso credo che l’ispirazione possa provenire da qualsiasi genere musicale che ascolti…

In questo primo Ep hai collaborato con altri autori, tra i quali Leonardo Zaccaria e Giordana Angi. Quanto è stato importante il confronto con altri autori?

E’ stato molto importante ed utile. Il confronto con altri autori mi ha aiutato a capire quale evoluzione volesse avere la mia scrittura. Questo tipo di lavoro è stato fondamentale per me…

Deddy autore e Deddy interprete. Come convivono queste due dimensioni?

Convivono bene. Vanno d’accordo. L’unica differenza è che quando scrivo, parto da una immagine ben definita. Quando interpreto invece, cerco di mettere la mia verità nella cosa già scritta. Credo che, alla fine, la cosa davvero importante sia mettere se stessi, la propria anima, al centro di tutto. Quando scrivi; quando canti…

Chi avresti voluto tra gli artisti esclusi nella Finale di “Amici”?

Di sicuro Tancredi. La Finale la meritava, come artista e come persona. E’ un ragazzo molto dolce e sensibile.
La cosa bella comunque, è che anche in Finale, ho visto tra di noi molta sportività, una competizione sana che ha spinto tutti gli artisti a dare il meglio di se stessi…

Tra le canzoni di questo primo Ep ce ne è una che ti rispecchia più delle altre?

Sicuramente “Buonanotte”. Questa canzone è proprio Deddy. Deddy che di sera scrive, Deddy che pensa, Deddy con le paure che fanno finta di andarsene, ma che poi ritornano…

Dalle ultime storie e post sui tuoi Social, si evince qualche novità in arrivo. Forse un videoclip?

Chi lo sa?… Lasciamo la cosa in sospeso… (ride… n.d.r.)

Visto che ti intervistiamo ad ora di pranzo… Se questo primo Ep fosse un piatto?…

Ah, sicuramente un antipasto. Un bell’antipasto, in attesa della portata principale…

Un viaggio che ti piacerebbe fare al più presto.

Un viaggio in una di quelle belle isole tropicali, incontaminate, sperdute, dove c’è solo il mare. Mi piacerebbe andare lì e scrivere un disco…

Cosa rispondi adesso a chi durante il Talent ti ha mosso qualche critica. Qualcuno, citando la tua musica, ha parlato di scarsa originalità…

Rispondo che aveva ragione. Io prima di Amici non avevo mai studiato Canto. Avevo nella mia testa una identità ben precisa, ma non riuscivo ad esprimerla, a mostrarla. Ora ho chiara l’idea di quello che voglio essere. Spero di mantenere tutto quello che sono riuscito a creare e fare questo lavoro per tutta la vita…

Intanto ci sono gli Instore, e i concerti, con due date a Milano già Sold Out.

Sì, bellissimo incontrare il pubblico grazie agli Instore. Quando mi hanno detto delle due date Sold Out, non ho realizzato subito. Ho risposto: “In che senso Sold Out”?…
Non ci credevo…

A proposito del rapporto con il pubblico, ogni giorno i tuoi Fans ripostano le tue storie e ti seguono con grande affetto, interessandosi ad ogni aspetto della tua vita. Sei per loro un grande punto di riferimento. Oltre al piacere di raccontare la tua vita sui Social, senti questo come una responsabilità?…

Sì, certo. E’ anche una grande responsabilità. Soprattutto sapere che sei un punto di riferimento per tanti ragazzi, ed un modello da seguire.  Però la cosa bella è sentire che in tanti hanno il tuo stesso sogno, e sapere che magari il tuo percorso o le cose che dici possono in qualche modo aiutarli.  L’affetto degli altri è impagabile…

Giuliana Galasso

Amici 20. Intervista a Raffaele Renda: “Ruoto intorno alla musica”

Nel nostro viaggio all’interno di “Amici 20″, abbiamo incontrato Raffaele Renda, il cantautore calabrese, tra i protagonisti di questa ultima edizione del Talent condotto da Maria De Filippi. Anche Raffaele ha risposto alle nostre domande, e a quelle inviate dai Fans in redazione.

Raffaele  Renda

Raffaele Renda

Raffaele partiamo proprio da “Amici”. Un bilancio umano e artistico di questa esperienza. 

Beh, è stata una esperienza assurda. Io sognavo fin da piccolo di partecipare ad “Amici”. Ho provato diverse volte ad entrare nella scuola, e quest’anno mi è stata regalata questa opportunità. E’ stato esattamente il percorso che immaginavo. Prima di tutto non è stato semplice convivere in una casa con tante persone diverse tra loro per sei mesi, ma anche questo mi è servito, perchè ho stretto dei legami importanti; a livello artistico, è stata una bellissima vetrina, sia per presentare il mio progetto, sia perchè ho potuto mettermi in gioco davvero tanto. E’ stata una bella palestra.

Cosa rappresenta per te la musica?

E’ sempre difficile definire cosa sia per me la musica. Io la mattina mi sveglio con la musica e vado a dormire con la musica. Credo di ruotare intorno alla musica e non che la musica ruoti intorno a me. E’ un’amica che c’è sempre stata, e che nei momenti difficili mi ha sempre rimesso in riga.

La tua musica unisce al talento autoriale una grande tecnica vocale, che ti permette di interpretare al meglio sia canzoni di artisti uomini che di donne.

Sì, volevo chiarire la questione della tecnica vocale, perchè mi è stata spesso contestata. Avere una buona tecnica vocale ti permette di avere una stabilità quando devi veicolare delle emozioni; non è solo un modo per cantare bene, ma ti permette di gestire diversi lati del canto. Molte cose della mia tecnica vocale le ho apprese ascoltando, poi in un secondo momento sono arrivato a perfezionarla. Ho ascoltato davvero di tutto, mi sono contaminato di cose e artisti diversi, perchè poi ogni artista ha un modo personale di cantare. Ho ascoltato molta più musica internazionale che italiana, la musica indiana, la musica orientale, ecco perchè mi affascina anche quel mondo.

Quali sono i tuoi artisti di riferimento?

Tra gli internazionali Stevie Wonder, Ne-Yo, Bob Marley, Chris Brown, Rihanna, la musica R&B dei primi anni duemila. Per quanto riguarda la musica italiana, ho sempre ascoltato i Cantautori, perchè li ascoltavano i miei genitori, ma gli artisti che in qualche modo mi hanno segnato di più sono Mango ed Elisa. Apprezzo molto anche gli artisti della Scena Urban.

C’è molta curiosità da parte dei tuoi Fans sulla canzone “Focu Meu”. Sarà pubblicato come singolo?

Non mi aspettavo così tanto interesse su questo pezzo, e ne sono felice. E’ un pezzo al quale tengo tanto. Uscirà di certo come singolo…

Raffaele, il primo inedito presentato ad “Amici” è stato “Il sole alle finestre”. Questa canzone nasce da una storia vissuta in prima persona?

Sì, è un pezzo molto autobiografico. Sin dalla prima strofa racconta ciò che ho vissuto. E’ un viaggio nella mia vita, dall’infanzia, all’adolescenza, fino alla vita di oggi. E’ una canzone che parla anche del mio rapporto con la musica, e delle difficoltà che ho dovuto affrontare in questo mondo. Ho dovuto lottare tanto perchè le persone accanto a me accettassero che volevo fare questo nella vita. Il pezzo parla anche di tante cadute, di porte in faccia ricevute, e della speranza di andare avanti, nonostante tutto. Bisogna cercare la luce anche quando si vede tutto nero. Mi rendo sempre più conto che è un pezzo contestualizzabile anche al momento che stiamo vivendo. Molte persone mi scrivono proprio per dirmi questo. Che la storia che racconto appartiene anche alle loro vite. Credo che questa sia la cosa più bella che possa succedere con una canzone…

Video: Il sole alle finestre

Quando sei triste, preferisci scrivere o parlare con qualcuno?

Preferisco parlare con qualcuno. Quando sono giù, non riesco subito a scrivere qualcosa, devo prima metabolizzare il momento, la situazione, rendermi conto di quello che sta succedendo attorno a me, e di cosa fare per affrontare la situazione. Poi arriva la scrittura. Molte volte succede che mi chiuda in me stesso, ed è una cosa sbagliata, perchè comunque non riesco a trovare una soluzione. La cosa migliore è sempre parlare, condividere con un’altra persona…

Cosa rappresenta il tatuaggio che hai sul polso?

E’ un tatuaggio molto importante per me. E’ una parte dell’affresco di Michelangelo “La Creazione di Adamo”.
E’ la mano che lui tende a Dio, ma vista secondo la mia personale interpretazione. L’altra parte del dipinto ce l’ha tatuata mio fratello. E’ una sorta di promessa per lui, per dirgli che ci sarò sempre e per sempre, e ogni volta che avrà bisogno di una mano io sarò lì ad aiutarlo. E’ un tatuaggio che amo tantissimo.

Raffaele quale è stato l’insegnamento più prezioso della tua Coach Arisa?

Ce ne sono stati tanti di insegnamenti in sei mesi dentro la scuola. Lei è un’artista pazzesca. La stimavo già prima di entrare nella scuola, e lavorare a stretto contatto con lei non ha fatto altro che confermare e rafforzare la mia opinione. Mi ha trasmesso tanto, sia a livello artistico che a livello umano.
Una cosa che mi rimarrà impressa per sempre è un consiglio specifico che mi ha dato in una settimana particolarmente stancante, in un momento in cui non stavo bene fisicamente e avevo il morale a terra, ovvero quello di isolarmi, stendermi sul letto al mattino e alla sera, fare un reset di tutti i pensieri, e di concentrarmi solo sul respiro. L’ho fatto, ed effettivamente aveva ragione. E’ una sua tecnica di meditazione che mi ha aiutato e mi porterò per sempre.

Qual è la paura più grande di Raffaele?

La paura dell’incognito e del futuro (Oltre a quella per i ragni… ride n.d.r.)
Ho paura del futuro, di quello che magari succederà tra dieci anni, ma non ci penso. Mi vivo il presente e tutto quello che arriva.

Un messaggio arrivato in redazione recita: “Raffaele sei il nostro sole alle finestre”.
Un pensiero a tutte le Pagine Dedicate e ai Fans che ogni giorno ti seguono con grande affetto…

Sono davvero carini. Non mi aspettavo questo affetto smisurato. E’ bellissimo avere attorno persone che ti sostengono al pari della tua famiglia, difendendoti a spada tratta. Non vedo l’ora di incontrare tutti i Fans in un concerto o da qualsiasi altra parte per poterli stringere tutti. La cosa che voglio dire a loro è di sognare sempre in grande perchè è un pò anche il mio motto, e di lottare, perchè prima o poi le cose arrivano.

La prima cosa che hai fatto appena tornato a casa?

Andare a vedere il mare e mangiare il mio piatto preferito, la Parmigiana di Melanzane.
E’ stato bellissimo anche rivedere i miei genitori. Quando sono andato al mare, mi sono seduto a guardare l’orizzonte, rimanendo in silenzio. Dopo tanto tempo in casetta, avevo bisogno delle piccole cose…

Giuliana Galasso

Paradossalmente, il cantautore jazz “barisiliano” DARIO SKÈPISI si racconta. Intervista

È uscito il 13 maggio, “PARADOSSALMENTE” (Label: Papa Musìque / Distribuzione: Believe Digital), il nuovo album del cantautore jazz “barisiliano” DARIO SKÈPISIIl disco è inserito all’interno della “Programmazione Puglia Sounds Record 2020/2021 – REGIONE PUGLIA FSC 2014/2020 Patto per la Puglia – Investiamo nel vostro futuro”.

Puglia e Brasile si incontrano nell’arte di Dario Skèpisi. Le dieci tracce del disco, che vedono la partecipazione di nomi d’eccezione del panorama jazz nazionale e internazionale, quali Gaetano Partipilo, Giuseppe Bassi, Agostino Marangolo, Mirko Signorile, Nando di Modugno, Pierluigi Balducci, Gianni Iorio, per citarne solo alcuni, porta a compimento un ciclo artistico che è riuscito a fondere perfettamente suoni e sonorità brasiliani alla lingua e alle storie baresi.

Dario Skèpisi

Dario Skèpisi

 

Intervista

Vorremmo subito entrare nel vivo del tuo nuovo album “Paradossalmente” per chiederti di raccontarci l’anima, la genesi e lo sviluppo di questo progetto.

I paradossi non seguono un percorso logico e “paradossalmente” mi è sembrato il titolo azzeccato per le diverse scelte letterarie, musicali e di produzione esecutiva che ho sempre ritenuto di inseguire in questo lavoro. Un esempio su tutti? Provate a girare l’immagine della copertina, vi ritroverete una foto, che, vista al contrario, paradossalmente, sembra un dipinto. E anche questo, paradossalmente, mi ha emozionato.

La tua arte si è sempre fregiata di importanti collaborazioni con musicisti di importante caratura. Anche stavolta il livello è alto e i nomi sono altisonanti. Ti va di raccontarci il lavoro in studio e gli incontri artistici che segnano gli arrangiamenti di questo lavoro?

Ci sarebbe tanto da raccontare, ogni collaborazione ha impreziosito il mio lavoro, e trovandomi in piena empatia con ognuno di questi grandi musicisti, con i quali ho condiviso anche diversi live, questo ha dato luogo a “soluzioni” armoniche su una pre-produzione da me creata con l’ausilio di un programma software (LOGIC PRO) che utilizzo da anni e mi permette di offrire arrangiamenti, scelte ritmiche e armoniche che nascono, ovviamente, da un’idea con la mia chitarra e la mia voce. Mi piace raccontare, per esempio, che sul brano Amambarà nel finale, ho messo in loop una frase del solo del tenorista Carrabba che mi aveva colpito molto.

Parliamo di lingue e di utilizzo del dialetto. Da dove nasce l’esigenza di scrivere e cantare in barese e come cambia secondo te, la veicolazione dei messaggi delle tue canzoni esprimendoti in dialetto?

È nata davvero per caso e quindi è un altro paradosso. Le parole tronche del barese lo rendono ritmico “e con un gioco di parole” come recita il testo di Barisiliano, il mio dialetto può sembrare, come il portoghese, in perfetta sintonia con le sonorità brasiliane. Questo mi ha permesso di “raccontare” in maniera più autentica la mia terra.

Raccontaci come affronti il processo di scrittura dei tuoi testi e quali sono tematiche che ti stanno più a cuore.

I miei testi nascono da stati d’animo o dalla voglia di conoscere e far conoscere storie interessanti. Soprattutto con i testi in dialetto ho avuto l’opportunità di riscoprire storie vere e incredibilmente sconosciute, come in U monde russe, brano che parla della scomparsa di un isolotto prima che un fenomeno di bradisismo lo facesse “inghiottire” dal mare e con lui tutte le meravigliose storie che racconto in questo testo.

Video: Paradossalmente

Come si è evoluto il tuo rapporto con il Brasile e la musica brasiliana nel tempo?

È stata un’evoluzione cadenzata da importanti incontri con artisti brasiliani e con musicisti e professionisti italiani legati all’universo musicale e culturale brasiliano. Uno su tutti il mio amico Max De Tomassi conduttore della mitica trasmissione Brasil di Rai Radio Uno, ora Stereonotte/Brasil, che ha sempre sostenuto con interesse la mia sperimentazione di contaminazione tra testi in dialetto e sonorità brasiliane. Diverse collaborazioni con musicisti brasiliani e il coinvolgimento a promozioni e connessioni dirette con radio, televisioni e manifestazioni in Brasile grazie alla preziosissima amica giornalista Sandra Bandeira, ha fatto il resto. Ma, paradossalmente, non sono mai stato in Brasile e il desiderio di andarci rientra, sicuramente, nei miei prossimi progetti live.

Quali sono i tuoi progetti paralleli in corso?

Ad ottobre, per il Festival Time Zones, porterò in scena “Caro Endrigo”, un omaggio al grande cantautore Sergio Endrigo che ci ha regalato brani meravigliosi. Ci sto lavorando in questi mesi e la considero una sfida non facile, per il rispetto che nutro verso di lui, la sua poetica e straordinaria musicalità. Arrangiare i suoi capolavori e ricercare contenuti letterari con il supporto narrativo dell’attore di Totò Onnis, non è impresa facile!

Cosa pensi dello scenario jazz italiano in questo momento e come pensi che si possa ripartire al meglio dopo lo stop dovuto alla pandemia?

Secondo me il Jazz italiano gode di ottima salute, i punti fermi della storia del Jazz d’oltre oceano rimangono riferimenti imprescindibili, ma trovano nuova linfa negli straordinari talenti che nascono in ogni parte del mondo. Ritengo che le “contaminazioni”, che fanno storcere il naso ai cosiddetti puristi, arricchiscono il linguaggio tradizionale Jazz, del quale bagaglio di ascolto e di conoscenza però non si può prescindere, poi il talento e il cuore di ogni musicista lo farà integrare nel proprio mood. Si deve ripartire dai live, dalle produzioni di qualità e dalle “offerte” musicali di ogni territorio. La Puglia, ad esempio, può offrire molto, e proprio con quel pensiero meridiano, di cui parlava il Sociologo Franco Cassano, si può realizzare l’opportunità di mettere al centro la nostra storia culturale e musicale rendendola protagonista grazie alla presenza di un collettivo di musicisti, artisti, professionisti della cultura e dello spettacolo pugliesi di straordinario talento.

Parlaci del brano “Cape Uastate”: come nasce, che messaggio racchiude e in che modo si colloca all’interno del disco?

Per alcuni ragazzi, cape uastate, la strada è stata cattiva maestra e ogni reato commesso è il risultato di una vita spesso condotta nel degrado socio culturale delle periferie e nell’abbandono. La società civile deve prendersi carico di queste realtà per “trovare una ragione vera per ricostruire”, con la musica ad esempio. Mi piace citare, a tal proposito, “El sistema” di José Antonio Abreu attuato in Venezuela che ha contribuito al recupero di migliaia di ragazzi attraverso un programma di didattica musicale pubblica. Il brano funk che ricorda volutamente il mood del grande Pino Daniele (con Agostino Marangolo alla batteria) rientra nel paradosso di un disco pensato ad avere più anime e diverse influenze che hanno accompagnato il mio percorso che non è solo rivolto alle sonorità carioca. E, paradossalmente, il brano è già in finale nel contest Nazionale “Je so pazz” edizione 2021 dedicato a Pino Daniele, che si terranno a fine Luglio.

Il tuo estro creativo regala una nuova veste a “Padrone mio”. Raccontaci di più di questa idea…

Si tratta di un omaggio al cantautore pugliese Matteo Salvatore. Questa è la sua versione, nel dialetto di Cerignola (Foggia), di un canto popolare di un anonimo siciliano che racconta la condizione di sfruttamento dei contadini nel sud Italia. Mi è sembrato giusto fare richiami corali afro e dare una veste nuova “progressive” a questo canto “popolare” che racconta di uno sfruttamento che ancora oggi è perpetrato nelle nostre campagne, e che, paradossalmente, ci vede come i nuovi carnefici di altri esseri umani.

Infine arriviamo a “Soli” brano strumentale che fa parte del lavoro teatrale, monologo musicato, “Binari Paralleli” tratto dal racconto di Italo Calvino “L’avventura di un soldato” portato in scena da te e dall’attore Maurizio De Vivo. Parlaci di questo progetto e di eventuali nuovi sviluppi in tal senso.

Ho voluto concludere con uno dei brani composti appositamente per musicare uno splendido testo di Calvino. Con la sua ineguagliabile capacità descrittiva lo scrittore italiano in questo racconto narra delle vicende che accadono nello scompartimento di un treno tra un giovane soldato di fanteria ed una misteriosa ed attraente vedova. Tutto ciò ha stimolato la mia creatività nel riportare quelle emozioni in musica. Di questo Monologo Musicato è stato da me realizzato un audio-racconto e spero possa avere al più presto la possibilità di essere pubblicato.

Lo spettacolo teatrale, come per tutti, ha avuto un fermo covid, ma presto rientrerà sicuramente in scena quanto prima, reduce da un responso positivo di pubblico e di critica già riscontrato nelle prime date.

Raffaella Sbrescia

Bingo: la ribelle Margherita Vicario presenta il suo nuovo album

Esce oggi Bingo (Island Records), il nuovo album di Margherita Vicario: 14 tracce che fotografano il variegato mondo di questa giovane artista a compendio di un percorso compositivo durato due anni.

Margherita Vicario cover album

Margherita Vicario cover album

Scritto tra Roma e Torino dalla stessa cantautrice, Bingo è un un progetto che scruta e legge il presente in maniera audace e mai banale, anche quando vuole esserlo. Alla produzione dell’intero progetto troviamo Davide ‘Dade’ Pavanello, “il padre stilistico di questo nuovo disco, che ha voluto trovare per me un suono che fosse riconoscibile e mio, senza incasellarmi in un solo genere ma permettendomi di sperimentare liberamente” racconta Margherita.

Il nome Bingo è nato quasi per caso.” - racconta Margherita - “Due anni fa Dade mi chiese di raccogliere tutti gli spunti per la mia nuova musica in una cartella del computer. Senza pensarci troppo, la rinominai proprio Bingo e quasi subito capimmo che quello poteva già essere il titolo del mio nuovo lavoro. Il bingo è un luogo multiculturale” prosegue “mi piace pensare che persone di luoghi e tradizioni completamente diverse si ritrovino in uno stesso posto, uniti a divertirsi e tentare la fortuna. Bingo però è anche un’esclamazione che si ricollega solitamente a tutti quegli accadimenti totalmente casuali, di pura fortuna, quelli che non sai mai come va a finire: per me il progetto è stato invece la concreta realizzazione di un lavoro minuzioso, costante e attento in cui io e Dade abbiamo creduto fin dal primo giorno. E’ stato il frutto di una sana lotta gioiosa, che sono contenta di poter condividere ora con tutti i miei fan”.

 Un viaggio quindi, quello di Bingo, attraverso mille atmosfere, sonorità e temi completamente diversi, legati dallo sguardo curioso e audace di un’artista che non si tira mai indietro.

A fianco di Margherita in questo nuovo lavoro anche cinque artisti legati a lei da un forte rapporto di stima, amicizia e da una comune visione della musica: Elodie e Davide Petrella, con cui Margherita ha rispettivamente cantato e composto XY, i rapper Izi e Speranza, a fianco di Margherita nelle già conosciute e apprezzatissime Romeo e PIÑA COLADA e Dardust, producer multiplatino, autore e compositore, che lavora alla produzione di Giubbottino insieme a Dade.

Durante l’estate Margherita sarà impegnata su due fronti: da una parte il tour di Bingo con la sua band, organizzato da Vivo Concerti (tutti i dettagli a breve su www.vivoconcerti.com), e dall’altra sarà ospite dell’Orchestra Multietnica di Arezzo per ii nuovo spettacolo ”Storie della buonanotte per bambine ribelli”, di cui abbiamo visto un assaggio al Concerto del Primo Maggio di Roma.

Video: Come va

Ciò che colpisce di Margherita Vicario è la predisposizione a mettersi in gioco sempre con grande energia e voglia di ricerca e sperimentazione. In questo percorso durato due anni e mezzo, la Vicario fotografa 14 mondi diversi e insieme a Dade ha dato vita e forma a idee, input, esperimenti, esperienze di vita.

“Per questo disco ho fatto proprio le cose per bene”- spiega Margherita in conferenza stampa- “Io e Dade siamo stati chiusi in studio, faccia a faccia e con i nostri esperimenti ma con mezzi diversi. Con l’ingresso in Island Records, dopo i primi tre singoli con Inri, ho avuto la possibilità di proseguire il mio modus operandi senza limitazioni di alcun tipo. Ci tenevamo a lavorare ad ogni traccia con grande cura, sono riuscita anche ad inserire tutta la parte visual con i video e questo ha fatto molto bene al progetto. Da donna, parlo dell’universo femminile basandomi sulla mia esperienza vissuta in prima persona. Il femminismo è un tema talmente gigante e scivoloso che il mio approccio non può essere ideologico bensì empirico. È tutta una questione di statistica, di dati e di specchio della società.

Parlo anche di soldi, proprio quelli che la mia generazione cerca sentendo molto da vicino il tema della precarietà e della mancanza di garanzie. Nelle mie canzoni si parla anche di religione ma senza toccare la spiritualità intima di ciascuno. Semplicemente ritengo che in uno stato laico non dovrebbero esserci ingerenze religiose e giudizi morali.

Prima di essere una cantautrice, sono cittadina di questo paese e partecipo attivamente alla vita sociale. Nel brano “Orango Tango”è come se il fumetto che è nella mia testa abbia preso vita in modo onirico. La politica è diventata pop, nel senso che i politici sono spesso associati a dei meme sui social network e la cosa grottesca è che certi messaggi violentissimi riescono addirittura a far ridere. Tutto questo mi lascia particolarmente perplessa ma sono terrorizzata dal peso dei grandi temi, detesto i detentori della verità, per questo parto sempre da esperienze personali e uso l’ironia caustica, questo è l’unico modo che conosco per affrontare cose di una certa rilevanza.

Di fronte al pregiudizio di alcuni che possono non guardare di buon occhio il fatto che io sia attrice oltre che cantautrice, rispondo che diversamente dal mondo anglosassone che ha un’altra concezione dell’intrattenimento, il vecchio continente è impostato sull’idea che chi fa tante cose insieme possa farle male. Dal mio canto, ho appena terminato una serie per Rai 1, lavoro per compartimenti stagni e do il massimo in ogni nuovo progetto. Se dal 2011 avessi fatto solo musica, magari adesso sarei in altro punto ma se non facessi anche l’attrice, non scriverei come scrivo. Per il futuro spero d collaborare con artisti stranieri, ascolto tanta musica francese e vorrei collaborare con qualcuno di loro. Non escludo di poterlo fare molto presto, intanto mi sono concentrata su “Bingo”, guardando la scena musicale da vicino, ho cercato un modo di evolvermi ma anche di semplificarmi e di essere divertente; la mia penna è rimasta la stessa ma con un po’ più di struttura e occhio verso l’esterno”.

Raffaella Sbrescia

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