“Vera Marzot alla scala” è una preziosa monografia, che rientra nella collana intitolata “Gli artisti dello spettacolo alla Scala”. Curata da Vittoria Crespi Morbio e dall’Associazione Amici della Scala la collezione di volumi è dedicata al grande lavoro svolto da scenografi, pittori, scultori e artisti che, nel corso degli anni, hanno contribuito ad accrescere la fama ed il prestigio del Teatro alla Scala di Milano in tutto il mondo. L’autrice del volume realizza, nello specifico, un agile e coinvolgente ritratto di una grande professionista quale fu Vera Marzot.
Considerata, a ragione, la “signora italiana dell’eleganza” Vera firmò e partecipò alla realizzazione di un ingente numero di abiti per importanti produzioni teatrali e cinematografiche. Tra le tante ricordiamo “Il Gattopardo”, “La caduta degli dèi”, “Gruppo di famiglia in un interno”, “Aida”, “Fetonte”, “Guglielmo Tell”, “Oberon”, “Tosca”. Sensibilità estetica, umiltà caratteriale e immensa forza di volontà furono gli elementi indispensabili che la resero un importante punto di riferimento nell’ambiente artistico di quegli anni. Vittoria Crespi Morbio fornisce dati precisi, preziosi bozzetti di disegni, progetti, fogli rari e fotografie dei più begli abiti mai realizzati dalla Marzot.
Con l’esordio al fianco del maestro Pietro Tosi prima, e con le storiche collaborazioni con Luchino Visconti e Luca Ronconi poi, Vera, severa nell’aspetto, ma piena di spirito, riesce ad imporre la propria personalità stilistica, senza mai rinunciare ad un inconfondibile, ed inaspettato, tocco di dolcezza. La chiave del suo successo fu sicuramente la contaminazione: “ogni abito era il risultato di fusioni, coagulazioni, trasfigurazioni”, scrive Crespi Morbio e, in effetti, guardando le bellissime testimonianze fotografiche dei lavori di Vera, non è facile resistere al fascino di un lusso, ormai difficile da ritrovare. La complicità, sospesa sul filo di una costante imprevedibilità, caratterizzò la collaborazione tra Vera e Visconti mentre molto più burrascoso fu il sodalizio artistico della costumista con Ronconi.
L’attitudine per l’eleganza, l’ironia, il rigore e il gusto per la scoperta di Vera determinarono il successo di tanti spettacoli messi in scena al Teatro alla Scala. Oggi, nostalgia e rimpianto sono compagni fedeli di chi avuto modo di vivere appieno quegli anni d’oro ma, l’importante contributo di enti come l’Associazione Amici della Scala può sicuramente fornire indispensabili elementi di studio da cui poter ripartire.
Raffaella Sbrescia