Protagonista del Venerdì d’Autore, tenutosi lo scorso 5 settembre al Caffè Letterario Intra Moenia di Piazza Bellini a Napoli, la cantautrice e musicista romana Ghita Casadei. Dotata di una voce limpida, potente, sofisticata, l’artista ha presentato al pubblico partenopeo il suo album d’esordio, completamente autoprodotto, intitolato “Per quello che sono”. Forte di un percorso artistico iniziato quando aveva soltanto 6 anni, Ghita si è avvicinata alla musica dapprima frequentando l’Accademia Filarmonica Romana per poi virare verso un sentiero musicale cantautorale vicino alla tradizione del primo novecento. Artista versatile e appassionata Ghita partecipa da tempo a numerosi progetti teatrali e musicali che le permettono di essere al centro di numerosi progetti. L’artista è, infatti, vicepresidente e docente di canto moderno presso l’Accademia Romana per la produzione delle arti, collabora dal 2009 con la compagnia dell’Albero di Minerva e fornisce un frequente apporto musicale alle iniziative intraprese dall’Emporio delle Arti.
Laureata in Storia, scienze e tecniche della musica e dello spettacolo, Ghita Casadei è l’emblema della determinazione ed è la prova che, se si è in possesso di tanta buona volontà, si può riuscire a mettere insieme un puzzle personale di tutto rispetto. Durante l’incontro, moderato dalla giornalista musicale Raffaella Sbrescia, la cantautrice si è messa a nudo, raccontandosi a 360 gradi, evidenziando, tra l’altro, la sua continua voglia di mettersi in discussione per imparare e limare alcuni aspetti della propria professionalità. Anche all’interno di “Per quello che sono” sono racchiusi numerosi momenti legati alla sfera più intima della personalità di Ghita ed è interessante notare come attraverso un uso accurato ed approfondito della lingua italiana, l’artista sia riuscita a raccontarsi in maniera sensibile e delicata al contempo. Composto interamente sull’Isola di Procida, uno dei luoghi più amati dalla stessa Ghita, “Per quello che sono” è un album dalla struttura ciclica, caratterizzato da una serie di ritorni e con un occhio di riguardo rivolto al passato.
Tra i brani proposti al pubblico di Piazza Bellini citiamo “Mio bel fior”, l’immaginifico “Mani di sabbia”, il fascino sornione de “Il girotondo delle tre”, la cover di “Come Pioveva”, brano del 1918 cantato da Armando Gill Aka Michele Testa, un artista appartenente a quella corrente artistica a cui Ghita si sente particolarmente vicina, sia per quanto riguarda la sua cifra stilistica sia per il discorso relativo ai contenuti. Scritto in un momento di rabbia “La ballata dell’amore” è un brano cantato letteralmente con il cuore in mano. Anche “Nascondersi” è una canzone particolarmente delicata, scandita da pensieri intimi e riflessioni profonde. Drammatica ed appassionata l’interpretazione della bellissima titletrack “Per quello che sono”. Eseguiti in accordatura aperta “Ascoltando l’alba” e “Non c’è niente di male”, sono due brani non inclusi in “Per quello che sono” ma che rappresentano, a pieno titolo, un momento importante del percorso artistico dell’artista. L’altra cover presente in scaletta è stata “Lo stornello dell’estate”, un falso storico, frutto del genio compositivo del maestro Morricone, che Ghita ha riletto pensando alla inimitabile forza espressiva di indimenticabili interpreti come Gabriella Ferri e Mia Martini. Altro che “Passatista”, Ghita Casadei rappresenta la viva testimonianza di un percorso fitto di esperienze importanti e altamente formative. Con la sua voce sublime e con la sua istrionica personalità, Ghita Casadei è un artista eccellente di cui sentiremo parlare molto a lungo.
Fotogallery a cura di: Errico Sarmientos