“FolkRockaBoom” è il terzo album de il Pan Del Diavolo. Il duo Folk /Rock’ n’ Roll formato da Pietro Alessandro Alosi (chitarra, grancassa e voce) e Gianluca Bartolo (chitarra e voce) si è immerso nel polveroso deserto dell’ Arizona e, tra immense distese e selvagge atmosfere western, ha dato vita ad un progetto discografico verace ed energico. Registrato insieme ad Antonio Gramentieri (Sacri Cuori) e mixato da Craig Schumacher, l’album, su etichetta La Tempesta Dischi, sarà pubblicato il prossimo 3 giugno. Le 12 tracce che lo compongono spaziano tra folk, country e rock. I tre generi si fondono all’interno di un’infuocata lotta esistenziale senza esclusione di colpi.
Polvere, furia, vento e schitarrate sono il companatico de Il Pan Del Diavolo che, con l’obiettivo di trasferire nei loro stessi brani lo spirito avventuriero che ha contraddistinto la fase di realizzazione del disco, hanno registrato l’album in presa diretta. Forza, istinto, ragione e ribellione sono gli elementi chiave per interpretare lo spirito di “FolkRockaBoom”, la cui title track è anche la traccia d’apertura: senza capi né professori, ci si difende da soli, aspettando, pazientemente, la fine del nemico.
La costante penombra in cui si muovono i Pan Del Diavolo in questo lavoro si incontra e si scontra con il piglio energico della ritmica scelta, simile ad una furiosa cavalcata in terre aride. “Da quando sono nato ho sempre viaggiato, stavo cercando il mio posto nel mondo”, così inizia “Mediterraneo”, la colonna sonora di chi vive con la sabbia tra le mani e i piedi nudi per terra, di chi non conosce la parola pace, di chi vive in una fetta di mondo che tutti vogliono spartirsi. Lì, lungo le rive del Mediterraneo, le teste ruzzolano, annegano, spariscono ma “questo non è l’oceano, questo è il Mediterraneo”, ogni morte tornerà a distruggere l’assassino.
Inquietudine e angoscia attraversano le parole di “Vivere fuggendo”… “Chi sta sbagliando cosa? Chi è la spina, chi è la rosa?” Un Amletico interrogativo, destinato a rimanere senza risposta. Desiderio e spavento, si rifugiano nella melodia, nella follia e nelle ombre de “Il meglio” mentre tutto il pathos emotivo riemerge nella grintosa parte strumentale relegata alla fine del brano.
“Cattive idee” è uno dei testi più intensi del disco: “Il tempo passa, io oggi resto”, scrivono e cantano i Pan Del Diavolo, lasciando che la nostra mente si barcameni tra “Saggi consigli, ispirazioni, cattive idee, cattive azioni, cieli grigi e scuri”. Intenso e potente è il mantra di “Io mi do”: “Io non mi curo degli altri, non penso a quello che faccio, la regola è essere positivo, io mi metto sempre in gioco”, un flusso di coscienza libero e coinvolgente che si scontra con una scarica di NO nel finale: da brivido!
“Devo spremere la vita almeno in un’avventura che valga la pena vivere”, questo il messaggio centrale di “Nessuna certezza”. Tra grida incessanti e la ricerca di canzoni si arriva a “Mezzanotte”, il momento in cui la stanchezza del giorno non ci lascia la forza di parlare ma ci permette di convivere con la consapevolezza di quello per ci serve per sopravvivere.
La ribelle crudezza selvaggia dello strumentalismo magnetico di “Aradia”, il brano realizzato in collaborazione con Andrew Douglas Rothbard, rappresenta una scarica adrenalinica dall’effetto purificante. La tappa necessaria per affrontare “Il Domani”, la traccia di chiusura del disco che coinvolge i Sacri Cuori e che ci traghetta in un dolce mondo fatto di sogni, dove le canzoni conteranno più dei soldi se ci saranno le stelle. Sono i sogni del mondo a popolare le allucinazioni di un viaggio nel deserto che, giunto alle ultime drammatiche battute, ci riporta alla nostra inquietante realtà.
Raffaella Sbrescia
Video: “FolkRockaBoom”