“Apolide” è il termine che racchiude il titolo e lo spirito del nuovo album di Eusebio Martinelli, il virtuoso trombettista che, con l’inseparabile Gipsy Abarth Orkestar, diverte e conquista grazie a nuovi gustosi elementi: sonorità, collaborazioni, testi e sfumature nuove assorbono e fanno propria l’anima artistica di Martinelli che, restando fedele al proprio background, approfondisce e sviscera il suo mondo privo di confini e limitazioni. “Apolide” è, infatti, un viaggio coinvolgente e sfrenato, trainato dalle vele di un veliero fatto di inchiostro nero, pieno di note cosmopolite. Il folk si sposa alla trascinante baldanza della tradizione balcanica e tzigana, trovando inedite vie espressive attraverso il virtuosismo dei numerosi musicisti che hanno preso parte a questo meritevole progetto.
La prima traccia dell’album è la title track “Apolide”: un ritmo serrato ed incalzante vitalizza suoni e colori di una non dimensione. “Danze sulla polvere” è la prima delle tre tracce cantate, la bellezza che inebria le idee rompe le catene imbevute di ego e vanità. Siamo fatti di polvere, meglio ricordarlo ballandoci su. “Surus” è un brano mistico, ispirato dal nome del valoroso elefante di Annibale che, a capo dell’esercito Cartaginese, valicò le Alpi. “Surus” si riveste di ipnotico fascino grazie al seducente theremin del polistrumentista Vincenzo Vasi che, come Martinelli, vanta una durevole collaborazione con Vinicio Capossela. Il brano più intenso del disco è “Grecale”: il canto di Amira Sehtl si sposa al violino tzigano di suo figlio Mario Sehtl, creando un’immagine solenne e festosa al contempo. Musica e pensieri si lasciano accarezzare da una brezza di emozioni provenienti da Nord-Est. “Oleao” rappresenta, invece, il brano caciarone. L’originale reinterpretazione delle melodie tratte dagli storici film di Alberto Sordi riesce a disegnare un sorriso sul volto. “Le cantine di San Giglio” è il titolo di una canzone ispirata ad una ricorrenza che, più di una festa, rappresenta l’occasione di un viaggio cullato da un timoniere speciale, la “Cicala”, il celebre vino dell’isola, in grado di animare amori e melodie. Libero sfogo alla creatività di Martinelli in “Sinfonia 5”: orchestra e solisti si alternano tra ritmi gitani e le inflessioni più tipicamente mediterranee fino a convergere in un travolgente crescendo finale. A chiudere il disco è il remix realizzato da Dj Tagadà di “Gazpacho”, brano tratto dal precedente omonimo album di Martinelli. Un balkan beat perfetto per concludere una festa di note.
Raffaella Sbrescia