I Fiberglass sono un duo elecropop con radici ben piantate negli eighties: Liz Martin (Annalisa De Martino,) cantante/polistrumentista/lyricist e Luca Thomas D’Agiout, arrangiatore/compositore specializzato in soundtrack, sono due artisti campani che, insieme, hanno dato alla luce un disco di 9 tracce intitolato “Hush,” un lavoro che riflette la reale entità del loro affollato e caotico background musicale. Abbiamo sentito Annalisa al telefono per capire da quali presupposti è un nato questo invitante mix di alternative rock anni ’90 e moderno synth-pop.
I Fiberglass riuniscono in un unico progetto musicale due entità molto diverse… come avete lavorato all’album “Hush”?
Luca è principalmente un producer ed un arrangiatore bravo a spaziare tra generi molto diversi. Io invece ho militato in diverse formazioni, mi muovo molto in giro, canto, suono la chitarra ed il pianoforte e ultimamente suono in una band più orientata al jazz. Nel nostro album “Hush”, ciascuno ha messo il suo, io ho cantato e ho collaborato anche alla scrittura di alcuni pezzi, soprattutto i testi, mentre Luca, oltre la parte autorale, ha curato tutta la produzione e l’arrangiamento del disco.
Che ci dici dei temi dei testi?
In realtà i testi sono i classici brani da classifica pop europea… ci sono magari dei passaggi più lirici, più poetici, alcuni un po’ onirici, ma più in generale, si tratta di canzoni molto fresche sia per quanto riguarda la musica che i testi.
E’ vero che amate definire il vostro genere retro alternative pop?
Sì, questa definizione comprende delle sfaccettature diverse della nostra musica pop (chiarissima sia negli arrangiamenti che nella struttura dei pezzi, nell’armonie e nelle melodie). Tuttavia non si tratta di un pop contemporaneo, ci siamo definiti retro perché ci ispiriamo soprattutto agli anni’ 80 e ’90. Infine siamo alternative perché ci sono delle note alternative in alcuni pezzi… in sintesi siamo un mix di questi tre elementi.
In una recente intervista avete dichiarato “Ascoltiamo, suoniamo, facciamo esperienze e ci rivediamo in studio”… alla luce di questo, cosa avete ascoltato e quali esperienze avete fatto dopo quel fatidico open act del concerto di Tricky durante lo scorso Neapolis Festival?
Noi ascoltiamo musiche di vario tipo, da quando collaboro con Luca mi sono avvicinata di più alla musica orchestrale, alle colonne sonore di film ma, in genere, ascoltiamo anche le hit americane come quelle di Pharrell o cose più alternative… a me in questo periodo piace moltissimo Anna Calvi, la cantautrice inglese. Forse, e non per snobismo, l’unica cosa che ascoltiamo di meno è proprio la musica italiana. Infatti, se qualcuno ascolta la nostra musica si sente subito che essa è di chiara ispirazione esterofila.
A cosa state lavorando attualmente e quali sono i vostri progetti paralleli?
Luca studia moltissimo da solo e quotidianamente produce musica, a prescindere dal progetto Fiberglass. Il suo mondo abbraccia musiche di ogni tipo spaziando tra moltissimi generi, io invece ogni tanto suono live con un trio molto diverso da Fiberglass, si tratta di un trio jazz e suoniamo principalmente musiche degli anni ’30, il trio si chiama Le jazz hot. Nel nostro repertorio c’è una sorta di schizofrenia, intesa con accezione positiva.
E per quanto riguarda Fiberglass?
Proprio in questo periodo, io e Luca stiamo ultimando un set live che ha richiesto un po’ di tempo per essere organizzato e costruito. Il disco è chiaramente da studio, noi siamo in due ma con l’aiuto della tecnologia abbiamo creato un disco di una band classica, ci sono tutti gli strumenti, tutti suonati da noi ma ovviamente dal vivo la cosa non è fattibile. Abbiamo messo a punto un set acustico con delle drum machines, delle cose un po’ lo fi e penso che a brevissimo comunicheremo qualche data! Per il resto stiamo scrivendo, d’altronde scriviamo sempre perché ci piace e vi sveliamo anche che stiamo lavorando anche ad un secondo disco!
Raffaella Sbrescia
Si ringraziano Annalisa De Martino e Giulio Di Donna per la disponibilità
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