Ciao Cuore tour: Milano abbraccia Riccardo Sinigallia

Riccardo Sinigallia live - Santeria Social Club

Riccardo Sinigallia live – Santeria Social Club

C’è un tempo per costruire e un tempo per riscuotere. Per Riccardo Sinigallia, cantautore di spicco della scuola romana, sta finalmente riscuotendo il giusto tributo a una carriera costellata di successi vissuti da “backliner”. Ora l’artista in prima linea è proprio lui che, con il suo piglio timido ma efficace, sta brillando nei club italiani a seguito del grande successo ottenuto dall’ultimo album di inediti “Ciao Cuore”. Proprio lo scorso 25 gennaio si è tenuto l’atteso concerto alla Santeria Social Club di Milano in una venue gremita non solo di fan ma anche di tanti amici e addetti ai lavori.
Riccardo Sinigallia è salito sul palco insieme a Ivo Parlati alla batteria, la moglie Laura Arzilli al basso e ai cori, Andrea Pesce alle tastiere e Francesco Valente alla chitarra. Un pugno di amici di lunga data che ha saputo mettere a punto un suono potente ed energico da un lato, curato e penetrante dall’altro.
Le canzoni di Riccardo sono ficcanti, fanno leva sul lato emotivo ma certi arrangiamenti costellati di impennate al basso e edulcorate distorsioni regalano quel quid in più che profuma di anni di esperienza in studio e sul palco. La scaletta rende merito e giustizia a “Ciao Cuore” in modo completo, ricco e fedele. Spazio anche alle vecchie glorie risalenti a quando Riccardo era parte dei Tiromancino. Colpisce vedere quanto un artista di spessore e con tanti anni di esperienza alle spalle possa sorprendersi del calore del pubblico, infinita è l’umiltà di Riccardo che nel sorridere felice, prende consensi e applausi come carezze sulla pelle bruciata dalla fatica di chi per troppo tempo è rimasto fuori moda mentre i pezzi da lui scritti volavano con artisti, comunque amici fraterni ma in ogni caso altri.
Video: Ciao Cuore live – Santeria Social Club

Melodie e parole fluttuano veloci in un’atmosfera intima, volutamente scarna con pochi elementi di forte impatto scenico: un grande cuore cangiante e due monitor a scindere bits e decibel di una serata preziosa per chi ama il suono artigianale in grado di attingere dall’autenticità del rock muovendosi fino ai confini del pop.
Scegliere i brani più belli  è sinceramente difficile ma il piglio psichedelico di “Dudù” è quella chicca irrinunciabile che a metà concerto regala la certezza di essere nel posto giusto al momento giusto.
Raffaella Sbrescia
Scaletta
  1.     1.So delle cose che so
  2.     1. Lontano da ogni giorno
  3.     2. Backliner
  4.     3. Le donne di destra
  5.     4. Bella quanto vuoi
  6.     5. Dudù
  7.     6. Se potessi incontrarti ancora (piano)
  8.     7. Niente mi fa come mi fai tu (piano)
  9.     8. Amici nel tempo (piano)
  10.     9. A cuor leggero
  11.     10. La descrizione di un attimo
  12.     11. Prima di andare via
  13.     12. Che male c’è
  14.     13. Per tutti
  15.     14. Encore #1 – Invece io
  16.     15. Encore #2 – Bellamore
  17.     16. Encore #3 – La rigenerazione

Dimartino presenta “Afrodite”: La mia musica è libera e mi diverte. Intervista

Dimartino - Afrodite

Dimartino – Afrodite

Sono giorni buoni per la musica italiana. Antonio Dimartino pubblica oggi “Afrodite”, un album di inediti prezioso, cosparso di contenuti importani veicolati con intelligenza, romanticismo, efficacia. Prodotto per Picicca/42 Records, “Afrodite” trova la sapiente mano del produttore Matteo Cantaluppi che disegna un vestito più leggero e svolazzante ad un lavoro che segna un nuovo bel capitolo artistico di Dimartino, sempre pronto a mettersi in gioco in nome della creatività libera.
Intervista.
“Cuore Intero” sintetizza in alcuni passaggi la tua nuova condizione artistica e personale. “Ho bisogno di naufragare per trovare qualcosa di vero. E’ tutto in mille pezzi ma il cuore è intero.
Sì, la voglia di ripartire da zero è un concetto fondamentale nella vita di un essere umano. Io sono una persona che si mette molto in discussione, ho spesso bisogno di rimettere le carte in tavola e capire come ripartire. Non rinnegherei mai quanto fatto finora ma questa per me è una vera ripartenza.
Anche dal punto di vista musicale non mancano i cambiamenti, come hai lavorato in studio?
Mi ha aiutato molto il mio pianista Angelo Trabace con cui ho arrangiato quasi tutte le canzoni. Abbiamo ripreso canzoni che avevo messo da parte da tempo, le abbiamo stravolte e riarrangiate. Anche il produttore artistico Matteo Cantaluppi ha avuto un ruolo chiave dando, di fatto, un altro suono alla mia musica. Mi piaceva l’idea di avere cose molto intime da dire ma avevo due strade da poter percorrere: o restavo ancorato ai miei vecchi dischi acustici o cambiavo rotta. Avevo quindi bisogno di una visione personale come quella di Matteo, il suo è un suono particolare aldilà del fatto che i suoi lavori possano piacere o meno. Nel disco suonano anche Giusto Correnti, Mirco Onofrio e Daniel Plentz dei Selton.
Come hai vissuto questo periodo di lavorazione e come ti senti adesso?
Adesso mi sento libero. “Afrodite” tende al pop dal punto di vista sonoro ma allo stesso tempo veicola contenuti importanti di cui oggi si deve parlare. Dal punto di vista artistico vivo un momento di grande libertà, prima di questo lavoro ho fatto un disco dedicato a Chavela Vargas, una cantante messicana quasi sconosciuta in Italia. Direi che non mi sento catalogabile o etichettabile, scrivo delle cose che piacciono soprattutto a me.
A proposito del progetto “Un mondo raro”, sono previsti nuovi passi o l’avventura è terminata?
Il progetto non è si è esaurito, ci saranno sicuramente nuove date più avanti, abbiamo in piedi uno spettacolo teatrale a tutti gli effetti.
A proposito di contenuti importanti, il brano “Ci diamo un bacio” è sicuramente uno di quelli in cui il messaggio veicolato è tra i più forti, che peso dai a questo testo?
Sinceramente questa è una delle mie canzoni preferite del disco, parla del rapporto con la mia terra, con la mia città Palermo attraverso una successione di immagini legate alla mia vita, al modo di vivere, al modo di fare siciliano. Sono molto legato a questo brano perché tratta anche il tema dell’accoglienza. Palermo è una città che negli ultimi anni sta dando prova di essere aperta, libera, accogliente, si tratta di una città millenaria in cui convivono diverse identità.
In “Feste comandate” parli della tua paternità in modo molto particolare…
Questo brano è nato tutto d’un fiato, l’ho scritto in neanche mezz’ora durante una delle tante riflessioni che si fanno nei mesi in cui aspetti un figlio e immagini che la tua vita cambierà completamente ma non sai ancora in che modo. Mentre scrivevo non avevo consapevolezza di cosa stessi dicendo, solo alla fine ho capito che è come una fotografia che avrò gioia di riguardare anche tra 20 anni. Sono felice di averla scritta aldilà della strada che troverà, è una canzone molto personale che rappresenta fedelmente un momento della mia vita.
Come vivi il tuo rapporto con Picicca?
Beh con loro ho un rapporto familiare molto vivo, per questo disco ci appoggiamo anche a 42 Records ma con Picicca sono praticamente cresciuto, mi hanno aiutato a fare determinare scelte, sono affettivamente legato a loro.
Qual è il tuo approccio alla ricerca?
Direi maniacale. Mi soffermo su mille cose diverse, spesso me le perdo anche per strada, ho sempre scelto l’approfondimento, mi piace soffermarmi sulle cose. Non mi piacciono le frasi a effetto, gli slogan, i titoloni. Sono molto curioso, amo prendere appunti e ritrovarli in giro. Sto lavorando a 10 progetti diversi anche se poi non so se avranno mai luce. Ci tengo a comunicare queste cose perché siamo ormai abituati a distogliere subito l’attenzione, a soffermarci solo sulle immagini forti, non vediamo mai dietro le cose, non cambiamo mai punto di vista. Questo è il mio modo per fare la differenza.
C’è qualche lato di te che ancora non abbiamo avuto modo di conoscere in questi anni?
A dirla tutta ci sono tanti aspetti di me che ancora devo conoscere io stesso. Ho sempre voglia di fare cose nuove, mi diverte pensare che le cose che faccio divertono me per primo. Credo che questo sia un requisito fondamentale per chi scegliere il mestiere di scrivere o suonare. Questa è la chiave per fare cose belle e importanti.
A proposito di cose belle e importanti, come sarà il nuovo tour?
Sarà molto divertente, sul palco con me ci saranno tutte le persone con cui ho lavorato negli ultimi 10 anni. Sarà una vera e propria rimpatriata. In questo momento stiamo ragionando sulla scaletta, dopo 4 album ci sono tanti brani in lista, ognuno è affezionato a qualche canzone in particolare. Vorremmo portare in giro un live molto potente, parecchio suonato e, possibilmente, parecchio divertente.
 Raffaella Sbrescia

Il 15 febbraio parte da Palermo il “Afrodite Tour 2019”, organizzato e prodotto da  Baobab Music, che vedrà Dimartino live nei principali club italiani. Si parte il 15 febbraio da I Candelai di Palermo e si prosegue il 16 dal Ma di Catania, il 21 alla Santeria Social Club di Milano, il 22 a Cavriago (RE) al Circolo Kessel, il 28 all’Hiroshima Mon Amour di Torino. Il 9 marzo sarà la volta di Coversano (BA) alla Casa delle arti, il 14 all’Auditorium Unical di Cosenza, il 15 marzo al Monk di Roma e infine il 16 al Locomotiv Club di Bologna.

I biglietti sono disponibili per la vendita su www.ticketone.it e in tutti i punti vendita autorizzati. Info tour e biglietti www.baobabmusic.it

 

Questo il calendario completo di “Afrodite Tour 2019”:

 

15/02/19 PALERMO – I CANDELAI

16/02/19 CATANIA – MA

21/02/19 MILANO – SANTERIA SOCIAL CLUB

22/02/19 CAVRIAGO (RE) – CIRCOLO KESSEL

28/02/19 TORINO – HIROSHIMA MON AMOUR

09/03/19 COVERSANO (BA) – CASA DELLE ARTI

14/03/19 COSENZA – AUDITORIUM UNICAL

15/03/19 ROMA – MONK

16/03/19 BOLOGNA – LOCOMOTIV CLUB

 

Per ulteriori info:

www.42records.it - www.picicca.it

VINILE: http://www.42records.it/?p=5512

CD: http://www.42records.it/?p=5074

 

Paranoia Airlines: Fedez si racconta mettendosi in gioco in un nuovo album

PARANOIA AIRLINES
Esce venerdì 25 gennaio “PARANOIA AIRLINES”, il nuovo album di Fedez. Il disco presentato in modo originale all’Aeroporto di Milano Linate, si compone di 16 brani inediti, in cui Federico Lucia ha voluto collaborare con artisti nazionali e internazionali: si va dal rap di Trippie Redd ed Emis Killa, alla dance pop di Zara Larsson, al cantautorato di LP passando per la trap di Tedua e la Dark Polo Gang fino al pop di Annalisa. Prodotto da Michele Canova Iorfida, il disco ha visto la luce tra Milano e Los Angeles riportando Fedez sulla strada da solista dopo la fine del connubio artistico con J-AX.
Già a partire dal titolo questo album vorrebbe mettere in luce gli aspetti meno noti di Fedez, gli sfregi e i difetti che molto spesso lo hanno messo in una condizione psicologica di paranoia, ansia, inquietudine, irrequietezza. Un aspetto personale, questo, che in realtà emerge ogni qual volta Federico Lucia decida di raccontarsi a cuore aperto, andando oltre quello che giorno per giorno sceglie di mostrare della propria vita.
Dal punto di vista musicale questo album ha portato Fedez a lavorare in modo diverso dal solito, d’altronde lo scambio umano e artistico con Canova è stato evidente nel corso degli ultimi mesi e, sebbene il risultato sia meno sperimentale di quanto si potesse pensare ascoltando il singolo dedicato a Leone “Prima di ogni cosa”, alcuni brani danno l’idea che Fedez sia sempre più lontano dal mondo rap e in ogni caso dai primi dischi pubblicati in passato.
Libero da logiche di vendita e da restrizioni discografiche, Fedez sceglie di fare come crede, con chi crede. Un pugno di jam sessions l’ha portato a interagire direttamente con gli artisti che ha invitato a lavorare con lui nel disco, un modo di lavorare istintivo, di pancia, che in qualche modo ha voluto esorcizzare gli aspetti più cupi della personalità del giovane artista, il cui background è già carico di esperienze all’attivo.
L’obiettivo di Fedez è recuperare leggerezza e spontaneità, la voglia è quella di fermarsi un attimo a respirare, imparare a godersi quanto si è fatto finora. Godersi la neo-famiglia, ristabilire il centro delle priorità. A breve ci sarà ovviamente un atteso tour nei palazzetti italiani, un’esperienza che, fatta da solo, sarà ben diversa da quella fatta in coppia per “Comunisti col Rolex”. Per lo stesso volere di Fedez non ci sarà un tour estivo perché verosimilmente questo disco non avrà una vita molto lunga, aldilà dei risultati che porterà. Una delle ragioni di questo annuncio controtendenza, fatto dallo stesso Fedez, sta nel fatto che sono tanti gli spunti e le velleità che l’artista sta portando avanti grazie alla potente sinergia privata e professionale che si è venuta a creare con sua moglie Chiara Ferragni.
Video: Holding out for you:

Tra gli aspetti più interessanti di Fedez c’è l’evidente capacità di ricordare ogni singolo avvenimento passato. Tra i passaggi più significativi della conferenza stampa milanese c’è il momento in cui Federico parla della sua collaborazione e storica amicizia con Emis Killa: “Ci conosciamo da quando avevamo 13 anni, siamo cresciuti nel centro nevralgico della cultura hip hop milanese. Quando avevo 18 anni avevamo la stessa etichetta amatoriale, io me ne andai perché non mi consideravano, lui esplose con il suo mix tape. Poco dopo ci siamo persi, poi ritrovati, spesso sentiti al telefono, mai riusciti a rivederci fino a quando ci siamo ritrovati entrambi genitori ed è stato davvero stranissimo. Ci siamo sempre supportati e invidiati a vicenda sviscerando la cosa in modo trasparente, la sana competizione tra noi non si spegnerà mai”. Bello anche il modo che Fedez trova per parlare della sua amicizia con Martin Garrix, spesso frequentato durante le lunghe permanenze a Los Angeles con Chiara: “Martin ha ottenuto il successo a 15 anni, vive in tour da 5 anni, fa 200 date all’anno, vive su un aereo e nonostante tutto ha dormito sul mio divano. Martin è di una umiltà incredibile, credo sia nato esattamente per fare questo tipo di vita. Mi ha colpito davvero molto”.
FEDEZ
Tanti gli argomenti toccati durante l’incontro stampa, dalle sorti di Newtopia alla paura di cantare in tv: “Newtopia non è mai cambiata – spiega Fedez – sono sempre stato io il fulcro della direzione artistica, ho semplicemente acquisito delle quote. Siamo partiti in 3 ora siamo più di 10 persone, gestiamo una ventina di talenti da sportivi a youtubers ma non sento di dovermi esporre. Non sono un burattinaio. Tutti pensano che io mi esponga perché sono sempre sui social ma credetemi se vi dico che non è così. Il mio personaggio coincide con la mia persona. Per esposizione io intendo essere in tour, fare tv, fare dischi. Pubblicare stories non mi costa fatica, mi viene spontaneo e non pubblico quello che non mi piace. Le mie paure sono le stesse che accomunano tante persone: dalla mera ipocondria alla paura di non essere all’altezza di tante cose nella vita. Chiara vede sempre il bicchiere mezzo pieno, io lo vedo sempre mezzo vuoto, siamo l’antitesi l’uno dell’altra, sarà per questo che ci apparteniamo. Stare sul palco non mi pesa ma cantare in tv è uno dei miei punti deboli, mi fa davvero paura. Sarà per questo che non so se riuscirei a cantare a Sanremo. Ho fatto vedere tanti lati deboli di me, spesso ho detto troppo rispetto a quello che dovevo dire, tante volte mi sono rammaricato di non essermi espresso con la chiarezza che volevo. In questo momento però vivermi il presente è il mio rimedio primario e la mia unica prerogativa”.

 Raffaella Sbrescia

Fruit Joint + Gusto: l’esordio di Dani Faiv è versatile e colorato

Dani Faiv ph credit Moab Villain

Dani Faiv ph credit Moab Villain

Tempo di nuovi arrivi discografici. Tra i tanti c’è anche Dani Faiv con il primo disco ufficiale “FRUIT JOINT + GUSTO” (Sony Music), progetto discografico prodotto da Machete.
L’album parte da alcuni brani editi la scorsa estate e si evolve con altri 11 inediti e molte collaborazioni a partire da Madman, Nitro, Lazza, tha Supreme, Shade e inoltre Low Kidd, Jack the Smoker, G.bit e Lexotan.
Il rapper, classe 1993 è originario di La Spezia e in questo disco ha riunito tanti piccoli concept differenti in ogni traccia. Lo stesso vale anche per i generi inclusi nel disco, grazie a diversi produttori: Takagi & Ketra, Strage e Frankie G, Lazza, tha Supreme e Low Kidd.
L’uscita del disco è stata anticipata dal singolo “Gabbiano/Moonrock” con il video diretto da Andrea Folino, e a seguire “Yung” pubblicato il 4 gennaio.
Tra i brani portanti dell’album Dani Faiv include sicuramente “Xquisa”, il brano che lo ha visto collaborare con Takagi e Ketra, una sintonia nata grazie a “Gameboy Color”, che aveva sorpreso e interessato molto entrambi. Il singolo è frutto di ben tre sessioni in studio. A proposito di “Gameboy color” si può tranquillamente sostenere che il brano abbia fatto da trampolino di lancio per il giovane rapper, il testo è provocatorio e ha creato abbastanza hype da fruttargli subito il disco d’oro. Nei testi si parla spesso del concetto di felicità, una chimera che Dain Faiv prova a concretizzare in modo semplice con uno stile non esattamente innovativo ma in qualche modo efficace. La traccia più introspettiva è “Facile”: Questo è il pezzo che in assoluto preferisco di “Fruit Joint + Gusto”, il pezzo più conscious, che fa più riflettere. Le sonorità di Jack The Smoker sono “drammatiche” ma in chiave fresca. Parlo con me stesso dandomi consigli su come superare i pregiudizi delle persone, parlando poi dell’unico legame importante e vero della mia vita, cioè quello con la mia ragazza”, spiega Dani Faiv alla stampa insieme alla crew di Machete che, a più riprese, ha ribadito pieno sostegno al giovane nuovo talento di casa. Tra i brani più interessanti che quello di chiusura, “Scarpe nuove” feat. JAKE THE SMOKER mette in rilievo rime e punchline a effetto senza mai fermare la ritmica veloce e sostenuta che rimane per tutto il pezzo. In sostanza Dani Faiv ha un unico grande messaggio da comunicare: affrontare i problemi con un sorriso ci facilita la vita. La deduzione è frutto di anni vissuti lavorando da cameriere, prima a La Spezia, poi a Milano, continuando a investire denaro ed energie in un sogno che dalla danza si è evoluto alla musica. Il ragazzo non ha mai fatto il passo più lungo della gamba ma, a giudicare da queste prime premesse, il cammino sarà lungo.
Raffaella Sbrescia
CALENDARIO INSTORE TOUR
18.01 – Varese Dischi – Galleria Manzoni 3, Varese – ore 15:00
19.01 – F.lli Frigerio Dischi – Via Garibaldi 38, Como – ore 15:00
19.01 – La Feltrinelli – Via Italia 41, Monza – ore 17:30
20.01 – Semm Music Store &More – Via Oberdan 24F, Bologna – ore 16:00
21.01 – Galleria del Disco –Sottopassaggio Stazione Santa Maria Novella, Firenze – ore 15:30
21.01 – Sky Stone & Songs – Piazza Napoleone 22, Lucca – ore 18:00
22.01 – La Feltrinelli – Piazza CLN 251, Torino – ore 15:00
22.01 – Mondadori Bookstore – Vi XX Settembre 27, Genova – ore 18:00
23.01 – La Feltrinelli – Via Quattro Spade 2, Verona – ore 15:30
23.01 – Saxophone – Viale Roma 22, Vicenza – ore 18:00
24.01 – La Feltrinelli – Via Appia Nuova 427, Roma – 16:30
28.01 – Mondadori Megastore – Piazza Duomo 1, Milano – 16:00

Io sono Mia: Serena Rossi ci fà rivivere il mito di Mia Martini al cinema

Io sono Mia

Io sono Mia

Sarà distribuito nelle sale cinematografiche per 3 giorni il 14, 15 e 16 gennaio il film “Io sono Mia” il film che ripercorre la vita artistica e personale di Mia Martini. La pellicola è stata proiettata in anteprima al Cinema Anteo di Milano e a Roma. Distribuita da Nexo Digital e prodotta da Luca Barbareschi per Eliseo Fiction, l’opera sarà poi trasmessa in tv su Rai Uno a febbraio.

Protagonista di questo progetto è l’attrice e cantante Serena Rossi, la cui interpretazione intende omaggiare l’anima, lo spirito e la vicenda di un’artista unica e di una donna costantemente in bilico fra mille emozioni contrastanti. Il quid in più è stato dato dalla consulenza speciale di Loredana Bertè, sorella di Mimì.

Il risultato è un racconto dal taglio narrativo avvincente, il film offre l’opportunità di conoscere non solo la storia di un grande talento ma anche il modo di affrontare la vita negli anni ‘70. I primi traguardi per l’emancipazione femminile, il successo, il mondo delle case discografiche, l’esilio, l’amore, il pregiudizio, la sofferenza, il riscatto.

La risposta a tutto questo sta nel coraggio di Serena Rossi di ridare vita all’eleganza, alla forza, allo spirito con cui Mimì Bertè, in arte Mia Martini, ha lasciato una traccia indelebile nella storia della musica italiana. Il filo conduttore è la sua vita, certo, ma i messaggi che fanno capolino mettono in evidenza temi fondamentali come l’esclusione, la calunnia, la violenza sulle donne. Ridare nome e memoria alla storia di Mia riaccende i riflettori su fatti e avvenimenti di grande attualità. Grazie all’esperienza e alla passione del regista Riccardo Donna, “Io sono mia” ci riporta agli anni ‘70 con una particolare attenzione ai dettaglio, tutto è stato studiato per essere verosimile e autentico. Tutti i volti di Mimì sono stati ricreati identici agli originali, la stessa Serena Rossi ha ricantato dal vivo tutti i brani che sono stati registrati con strumenti dell’epoca e tecnologia analogica. Tutto il mondo di Mimì è stato fedelmente ricostruito. Questo film non è solo un grande omaggio alla Martini, è la preziosa occasione di chiederle scusa.

Raffaella Sbrescia