Umbria Jazz 2018: la musica di Bollani ammalia l’Arena Santa Giuliana, più di Caetano Veloso

Stefano Bollani - Umbria Jazz 2018 - ph JR

Stefano Bollani – Umbria Jazz 2018 – ph JR

Il Brasile, la bossa e tutti i ritmi che ne derivano, continuano a farla da padrona, in questa terza giornata di festa. L’Arena Santa Giuliana, gremitissima, attende un appuntamento oramai consueto: quello con l’eclettico Stefano Bollani ed il suo progetto filobrasiliano “Que Bom”. 
Già nel 2007 il pianista compositore, milanese di nascita, figlio del mondo per adozione, aveva approcciato al panorama musicale sudamericano con “Carioca”. Oggi, a più di dieci anni di distanza, torna con “Que Bom”, un album che contamina la bossa, la samba, e note jazz , sostenute dalla collaborazione di Jorge Heilder al contrabbasso, Jurim Moeiera alla batteria, e Armando Marcal e Thiago da Serrinha alla batteria.

Un’ora e mezza di jazz brasiliano. Ma Jazz, senza nessuna deroga, come è proprio nello stile di questo raffinato pianista.
Importante la presenza ritmica, ad affiancare un pianoforte, il migliore che vantiamo in Italia, in ambito di musica jazz, proprio perché spesso dimentichiamo che il pianoforte è uno strumento a percussione.
Un legame profondo che unisce un gruppo “a maggioranza brasiliana, che si è votato alla musica di un compositore italiano”. Così ama definirlo Bollani.
Nell’intercalare di uno swing composto ed equilibrato si alternano i titoli. Titoli di cui Bollani spiega al pubblico l’origine e l’originalità. Perché se Debussy componeva musiche senza titolo che poi venivano “titolate” su suggerimento degli amici (e vantava amici come Mallarmé), Bollani fa lo stesso. Ma, dai suoi amici, escono titoli come “ho perduto il mio pappagallino”, o “uomini e polli”. Soprattutto, però, da lui esce ottima musica, musica che Bollani sa “spalmare” con empatia sul pubblico dell’Arena, fino a strappare applausi a scena aperta (il solo finora), e a mantenere sempre alta l’attenzione, nonostante la sua non sia certo una musica “facile”.
Il disco è stato interamente registrato a Rio, autoprodotto, e rappresenta l’apice dell’intenso legame dell’artista milanese con il Brasile, di durata oramai ventennale.

Forte è anche il legame con Napoli. E, nel dedicare alla Moglie “La nebbia a Napoli”, si lancia in una performance canora, che nel disco è affidata a Caetano Veloso.

Caetano Veloso - Umbria Jazz 2018 - ph JR

Caetano Veloso – Umbria Jazz 2018 – ph JR

Caetano Veloso che, a seguire, porta sul palco il suo progetto “familiare”, insieme ai figli Moreno Zeca e Tom. Un repertorio acustico, casalingo, inedito. Sicuramente le doti canore ed interpretative di Veloso sono indiscutibili, ma questo progetto un po’ troppo intimo e privato, e forse un poco “forzato”. Almeno questa è l’impressione che se ne ricava in termini critici. La fedele Arena però non cede, resta presente, ed applaude, probabilmente più col cuore e l’affetto nei confronti di questo artista che da 15 anni calca i palcoscenici dell’Umbria Jazz, che non con una convinta partecipazione.

JR

La Misteriosa Fisarmonica della regina Loana”, Gianni Coscia omaggia Umberto Eco all’Umbria Jazz

Gianni Coscia - Umbria Jazz 2018 - ph JR

Gianni Coscia – Umbria Jazz 2018 – ph JR

Nella quarta giornata dell’Umbria Jazz Festival, abbandonato il concerto dei Massive Attack a causa della pioggia, che non ha fatto però desistere il numerosissimo e giovane pubblico inchiodato alle transenne, e in ritardo per poter prendere parte alla serata al Morlacchi che è stata spostata quest’anno alle 22, costringendo inevitabilmente a fare una scelta, e dobbiamo dire, con un certo rammarico, resta un prezioso evento meritevole di grande attenzione, svoltosi a mezzogiorno nella suggestiva cornice della Galleria Nazionale dell’Umbria. “La Misteriosa Fisarmonica della regina Loana”, uno spettacolo di musica e racconti di Gianni Coscia che rende omaggio all’amico di infanzia Umberto Eco. Compagno di scuola, amico per la vita, attivamente partecipe al lavoro di Coscia, di cui scrisse le note della copertina del disco “In cerca di cibo”, collezionista di cappelli “Borsalino”, Eco non ha sicuramente bisogno di presentazioni. Ne racconta molto, Coscia, ricordandolo come musicista (un geniale e promettente flautista), e racconta anche di questo progetto, che nasce da un’idea di Vittorio Albani (manager di Paolo Fresu), e presto diventerà un film, prodotto dalla radiotelevisione Svizzera. Perché, giustamente, “nemo profeta in patria”. Il pubblico è datato, attento e divertito, e i racconti sono spassosi e conditi di una sottile ironia che stempera un poco la malinconia che in tutti noi si crea, a ricordare “come eravamo”, e quanto eravamo migliori. I dialoghi tra i due artisti e amici adolescenti, i temi “impossibili”, i titoli “impossibili”, e quel libro, che ispira il progetto, ossia “La misteriosa fiamma della regina Loana”, un romanzo minore di Eco, edito nel 2004 da Bompiani, che cavalca proprio il filo dei ricordi e della memoria. Un’ora e poco più di commoventi narrazioni, musicali e verbali, cui è stato un vero piacere per il cuore e per lo spirito prendere parte.

JR

Gilberto Gil, Paolo Fresu e Take 6: serata di stelle nel secondo giorno di Umbria Jazz 2018

Gilberto Gil - Umbria Jazz 2018 - ph JR

Gilberto Gil – Umbria Jazz 2018 – ph JR

A distanza di 40 anni, una celebrazione importante per Gilberto Gil. Quella della rivisitazione di una delle sue produzioni più riuscite. Stiamo parlando dell’Album “Refavela 40”, progetto in tour da un anno, prima in Brasile, e poi nelle principali piazze di Europa, e che non poteva certo mancare in questa edizione di Umbria Jazz, visto il grande successo ottenuto tanto in termini di apprezzamenti da parte della critica, quanto da parte del pubblico. Ed a ragione. Uno spettacolo coloratissimo ed elettrizzante, ricco di strumenti, voci, danze, cori, e un Gilberto Gil in grandissima forma, che salta, canta, dirige e si diverte.
Il disco “Refavela” nacque nel 1977, dopo un viaggio in Nigeria e la partecipazione al festival di musica africana di Lagos.
Come il titolo ben suggerisce, il lavoro è dedicato alle Favelas, agglomerati suburbanistici tradizionalmente riferiti al Brasile, ma identici in tutti i posti poveri del terzo mondo. Ritrovate certe caratteristiche a Lagos, nelle periferie più estreme e povere, nacque questo lavoro, un disco dalle forti accentazioni africane, con abbondanti inserti funk. Una sorta di fil rouge musicale che unisce l’Africa al Brasile. E che riprende le parole di Quincy Jones di ieri sera: “la musica, tutta la musica ritmica, è figlia d’Africa”.

Gilberto Gi - Umbria Jazz 2018 - ph JR

Gilberto Gi – Umbria Jazz 2018 – ph JR

In questa rivisitazione coloratissima, ci sono i figli, Bem Gil e Nara Gil, la giovane nipotina, mascotte del gruppo, Mestrinho, ai cori ed alla fisarmonica, Domenico Lancellotti alla batteria, Thiago Queiroz al sax, la bellissima Mayra Andrade, e, radiosa ed in splendida forma, la nostra Chiara Civello. La storia artistica tra la Civello e Gil nasce nel 2014, quando la cantante romana lo volle al suo fianco nella realizzazione dell’album “Canzoni”, a duettare nel brano “Io che non vivo senza te”.

Da lì, la collaborazione a questo progetto di rivisitazione di un album che possiamo definire a tutti gli effetti “generazionale”, in uno spettacolo che infiamma l’Arena, di nuovo tutta riversata sotto palco sul finale, nonostante gli forzi di contenimento del servizio d’Ordine.

Nella giornata di ieri altri due eventi di interesse sono stati al teatro Morlacchi: alle 17, con l’esibizione del Devil Quartet di Paolo Fresu, e i Take6, nella rassegna “Round Mindnight”, gruppo che avevamo già visto protagonista nella serata precedente, durante l’omaggio a Quincy Jones.

Paolo Fresu - Umbria Jazz 2018 - ph JR

Paolo Fresu – Umbria Jazz 2018 – ph JR

Paolo Fresu ed il suo quartetto si fanno interpreti di un ottimo jazz, che tratta il panorama musicale a 360 gradi, con la stessa attenzione e professionalità. Da menzionare la rivisitazione della sigla di “Un posto al sole”, inserita anche nell’ultimo cd del gruppo, dal titolo “Carpe Diem”, a simbolo di un album ricco di suoni diversi, eterogenei, assai ben realizzato, pulito. Nella sensibilità, che lo contraddistingue, Fresu ricorda Giulio Libano, uno di quei personaggi che la musica la fa nella penombra, ma la fa buona ed importante. Scomparso nel 2016, è stato uno dei più grandi arrangiatori italiani, collaborando con Mina, Celentano, Dorelli, Chet Baker, e dicendo la sua, a livello di musicista, nell’affiancare personaggi come Cerri, Sellani, lo stesso Chet Baker. Uno di quegli uomini che non amò mettersi in mostra, ma ebbe come scopo principale nella vita fare il suo lavoro e farlo bene. A lui il quartetto dedica un commovente ed intenso brano che porta il suo titolo.

Take 6 - Umbria Jazz 2018 - ph JR

Take 6 – Umbria Jazz 2018 – ph JR

I Take 6, con le loro voci, la loro simpatia e la capacità di stare tra il pubblico, rendono omaggio ad Al Jarrreau, scomparso nel febbraio 2017.
Un gruppo che vanta 30 anni di carriera, una solidità corale che li vede tutti sullo stesso piano, la capacità, non frequente e non comune, di arrivare al successo come gruppo. Senza un leader, o una figura di riferimento. La parola d’ordine sembrerebbe essere “si va avanti e lo si fa insieme”. E la regola del gruppo risulta vincente. Nella loro carriera vantano dieci Grammy e dieci Dove Award, hanno collaborato con nomi del calibro di Ella Fitzgerald, Steve Wonder, Ray Charles, hanno eseguito colonne sonore di successo, e partecipato ai più importanti jazz festival del mondo. Non potevano certo non dire la loro in questo 45.mo festival del jazz, che si fa di giorno in giorno più interessante.

JR

Umbria Jazz Festival 2018: una notte per e con Quincy Jones. Un evento più unico che raro

Umbria Jazz Festival: una notte per e con Quincy Jones

Umbria Jazz Festival: una notte per e con Quincy Jones

4000 spettatori arrivati da tutt’Italia. Questo il sold out registrato ieri sera all’Arena Santa Giuliana per il concerto tenuto in Onore (ed è il caso di dirlo forte) di Quincy Jones. 
Come già si era potuto immaginare durante la conferenza stampa di Roma, è stato un grande evento, che ha visto protagonista la musica in primo luogo.

Tre ore abbondanti di performances coinvolgenti, hanno tenuto inchiodati tutti alle sedie, con grande fatica, bisogna dire, perché il parterre dell’Arena Santa Giuliana, ad un certo punto, sembrava un mare in libeccio. Difficile riuscire a vincere la tentazione di andare a tempo seguendo il ritmo. Quando a farlo sono 4000 persone contemporaneamente, beh, significa che quello che stanno ascoltando ha un suo valore. E tra quelle note composte con maestria, di valore aggiunto ieri sera ce n’è stato molto.
Prima tra tutte, e non per temporaneità di uscita, ma per intensità di interpretazione, la Regina (e per un Re è quello che ci vuole), Dee Dee Bridgewater, che ha dato una lezione di capacità vocale in Misty, (arrangiata da Quincy Jones per Sarah Vaughan); il momento più emozionante di una serata che di emozioni ne ha regalate “ a palate”. Immensa, l’Umbria Jazz Orchestra, diretta da John Clayton, e sul finale, dallo stesso Quincy Jones, dopo un’introduzione “tutta sua” (da menzionare le esecuzioni di Soul Bossa Nova, la “sigla per eccellenza”, e The Separation, dalla colonna sonora de “il Colore Viola”), ) ha accompagnato un gruppo di artisti strettamente legati alla vita ed alla carriera di The Dude, a partire dai Take 6 ed i loro virtuosismi vocali, passando attraverso Ivan Lins, introdotto dai ricordi di Quincy Jones, che, seduto su una poltrona a bordo palco, nella penombra, ha seguito con attenzione tutti, alternando lo sguardo tra la scaletta della serata e il pubblico incantato. Di Lins ha ricordato la prima volta che si incontrarono, quando fu proprio Gillespie a dirgli “ti innamorerai della bossa nova, e non riuscirai più a farne a meno”. E di fatto, di Lins divenne anche il “fortunato” produttore. Con Ivan Lins, sul palco, l’ottimo Nanni Zedda, che già aveva accompagnato Jones durante la conferenza stampa capitolina, manifestando un legame fraterno.

Umbria Jazz Festival: una notte per e con Quincy Jones ph JR

Umbria Jazz Festival: una notte per e con Quincy Jones ph JR

Tra le varie performances, quella del cubano Alfredo Martines, un gran “lavoratore” delle tastiere, che si sottopone a sessioni di studio quotidiano da stakanovista, a dimostrazione, dice Jones, che senza l’impegno, il talento serve a poco. E Martines fa parte della “pletora” di giovani talenti che l’ultra ottuagenario trombettista di Chicago ogni anno esamina, valuta, e, quando meritano, sostiene. Uno su tutti Jacob Collier, altro giovane virgulto dall’originalità compositiva accattivante, e polistrumentista a 360 gradi che ha infiammato il Morlacchi un paio di anni fa.
Patty Austin, la bella “figlioccia” di Jones, fa il suo ingresso con disinvolta e semplice eleganza, e con disinvolta e semplice eleganza, intona note al ritmo di Funk Jazz, movimentando ulteriormente l’attenta platea dell’Arena.

Preziosa la presenza di una Noa “luccicante” e sempre sorridente, che, nel ruolo insolito di percussionista, fa vibrare le corde emotive dell’Arena, eseguendo, tra l’altro, un originale adattamento di Bach.
Viene poi la volta degli artisti di casa. Alla domanda “cosa apprezzi della musica italiana”, The Dude fa tre nomi: Ennio Morricone, Armando Trovajoli, e Romano Mussolini, con cui racconta di aver eseguito delle Jam.
Ma una cosa vorrebbe possedere, sostiene l’umile Quency, e non ha: la capacità di soffiare nella tromba, come fa Paolo Fresu, unica italian guest della serata, che intonando My Ship, si commuove per primo, a darci tutto il fiato di cui è capace, con la sua tecnica davvero unica al mondo nel gestire il diaframma.

Umbria Jazz Festival: una notte per e con Quincy Jones ph JR

Umbria Jazz Festival: una notte per e con Quincy Jones ph JR

La serata prosegue, all’insegna della musica e del ritmo, con l’omaggio a Michael Jackson, fatto dai Take6 nell’esecuzione di Wanna Be Startin’ Somethin’ , ed il pubblico si assembra sotto il palco. Palco al cui centro si porta anche Quincy, accompagnato da Patron Pagnotta, e da Tony Renis, a ricevere un premio, il primo istituito da UJ, l’ Umbria Jazz Award: sorrisi ammiccanti e battute scherzose (“ho 85 anni, ne avrò 95 quando sarà finito”), dell’icona musicale che raramente si concede, anche per questioni di età. Ma, quelle quattro cinque volte l’anno in cui fa la sua apparizione in pubblico, lo fa con lo spirito di un ventenne e con la generosità con cui ha arricchito il panorama musicale internazionale, in 70 anni di carriera prestigiosa. Partito povero dai sobborghi di Chicago, ed arrivato dal Papa, a difesa delle nazioni più povere del mondo, per chiedere che intercedesse per il ridimensionamento del debito.

“I soldi non sono mai stati il primo obiettivo nel mio rapportarmi con la musica. La passione lo è stata. I soldi sono arrivati di seguito”. Passione, impegno, curiosità e grande feeling col pubblico. Un mix vincente.

Jones si diverte, manda baci, incita il pubblico, tutto raccolto sottopalco: uno spettacolo incredibile, per uno degli avvenimenti più importanti che questo festival abbia mai ospitato. Poi si accomiata, l’orchestra bissa Soul Bossa Nova, e la serata si spegne, lasciando accesi però animi e cuori.

Un evento importante. Imperdibile. Unico.

JR

 

Emiliana Torrini & The Colorist orchestra: classe, magia ed eccellenza al Trip Festival di Milano

Emiliana Torrini & The Colorist - Trip Festival - Milano

Emiliana Torrini & The Colorist – Trip Festival – Milano

Il Trip Festival in scena alla Triennale di Milano si conferma sempre più un appuntamento con l’eccellenza musicale internazionale. Il concerto della cantante islandese Emiliana Torrini e la band belga The Colorist Orchestra è stato l’unico live italiano all’interno del  loro tour europeo e raccontarlo a chi non c’era non è esattamente semplice. La classe, il carisma, la pulizia vocale di Emiliana cavalcano le impetuose onde delle mille e uno note dei The Colorist Orchestra. L’uso anticonvenzionale di strumenti solitamente dediti alla più seriosa musica classica sposano il basso, le percussioni e le tastiere ambient più inusuali. Echi di dream pop e di atmosfere più vicine al mondo latino si affacciano come guizzi all’interno di un repertorio felice, sereno e gioioso.

Che si tratti di brani di Emiliana o di altri, l’ensemble belga ha la capacità di rivestire ogni melodia con un arcobaleno di sonorità cariche di significato e bellezza. Il risultato, a dirla tutta, supera addirittura le aspettative, ascoltando dei pezzi in solo strumentale, la qualità è davvero notevole per non parlare dell’effetto visivo del gruppo al gran completo. Cinque giorni a Berlino per comporre un album insieme e tre anni per costruire un amore artistico a cui siamo chiamati a testimoniare:sogno, emozione e armonia, in questo caso, viaggiano proprio a braccetto.

Raffaella Sbrescia

Video:

Dalia delle Fate: amore, fede e fantasia in musica contro il cinismo e il disincanto

Dalia delle Fate

Dalia delle Fate

In TV dallo scorso 11 giugno, la serie Dalia delle Fate (Dalia de las Hadas), l’inedito musical teen creato, scritto e prodotto da Anna Mirabile è stata girata tra Roma e Buenos Aires. Abbiamo incontrato alcuni membri di un cast internazionale, amato dal mondo dei teenager e non solo per capire come e perchè stanno cambiando i gusti dei ragazzini. Protagonista della serie (che conta 175 episodi) è Dalia (Miriam Planas) una ragazzina che sogna di diventare una cantante. Dalia è stata cresciuta dal padre Walter, ma sua madre adottiva, che lei crede sia la sua vera madre, l’ha abbandonata all’età di 4 anni.

Dal 2 giugno è disponibile la compilation”Dalia de las Hadas” che raccoglie le musiche originali dei 20 episodi. Dieci brani cantati dagli attori protagonisti della serie, ovvero: Miriam Planas, Ian Lucas, Tiziano Colabucci, Nicolas Maiques, Sol Moreno e Florencia Ortiz. È in radio “Stops the Tears”, primo singolo estratto

La serie Dalia de las hadas è stata girata tra Roma e Buenos Aires. Questo concetto di cosmopolitismo si evince anche dalle puntate della serie tv? 
L’abbiamo girata in forma neutrale come se ogni città del mondo potesse essere il regno delle Fate, ma ad un sguardo attento non sfuggirà la meravigliosa Buenos Aires. La telenovela del resto è argentina e volevamo rendere omaggio alla capitale dei sogni e delle fiction più interessanti del mondo, senza dimenticare la Colombia, il Messico e il Venezuela. Il cast è infatti internazionale.
 
Cosa significa trasmettere il sogno di diventare una cantante a degli adolescenti?
È importante dedicarsi a ciò che più amiamo senza perdere di vista la realtà ma senza rinunciare alle proprie aspirazioni. Lotta per i tuoi sogni è lo slogan della serie
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Quali sono, secondo voi, gli elementi vincenti di questa serie?
Il cast, attori straordinari, e l’amore che ci abbiamo messo dentro per realizzarla. La creatività che vive in noi e l’audacia di crederci per migliorare la vita, il rispetto per la sacralità del femminile e la lotta per sconfiggere i prepotenti.
 
Quali i messaggi che intendete trasmettere?
Che per chi ha fede tutto è possibile, che la vita è più di ciò che appare.
 
Il ruolo del sogno e della fantasia è ancora rilevante in un mondo così cinico e disincantato?
La favola esiste dentro di noi, basta crederci per attivarla. Il cinismo è una difesa dei razionali, ma in fondo crediamo che anche loro vogliano sognare.
 
Cosa può fare la musica per tenere intatta la dimensione umana di chi, adolescente, si approccia ai primi programmi tv?
La musica può più delle parole, è vibrazione e arriva al cuore. Il cd di Dalia de las Hadas che si può trovare sulle piattaforme digitali come itunes o spotify o su www. daliadelashadas.com, lo dimostra. È un toccasana contro la malinconia.E i giovani hanno bisogno di credere, come si dice nei testi delle canzoni.
Dalia delle Fate

Dalia delle Fate

 
Che rapporto c’è tra voi protagonisti della serie?
C’e’ feeling, solidarietà, stima e amore. Mai visto un cast più unito. Sul set sono nate molte storie d’amore…
 
Cosa vi aspettate da questa avventura professionale?
Di continuare con tante nuove stagioni della serie perché l’avventura continui.
 
Cosa raccoglie la compilation e con quale spirito è stata pubblicata?
La compilation disponibile dal 2 giugno, è la sintesi dei temi affrontati nella serie. Concepita fra Buenos Aires, musica e testi in spagnolo di Nicolas Maiques, e Los Angeles, musica e testi in inglese di Rich j Dickerson e Simone Sello, è il punto di forza di Dalia. Si rivolge ai bambini e agli adolescenti, ma parla a tutti. 
Raffaella Sbrescia

Umbria Jazz 2018 è alle porte. Il benvenuto lo dà il leggendario Quincy Jones

Quincy Jones ph JR

Quincy Jones ph JR

E’ un Quincy Jones provato nel fisico, ma non certamente nello spirito quello che fa il suo ingresso nella gremitissima sala del Bristol Hotel Barberini di Roma, ad incontrare la stampa, in previsione del concerto di apertura che lo vedrà protagonista a Perugia, Venerdì prossimo, in occasione del 45° anniversario della manifestazione icona del Jazz in Italia, ovvero l’Umbria Jazz. Ad introdurlo un visibilmente emozionato Renzo Arbore, che ricorda il coraggioso esperimento di trasmettere un suo concerto alla Rai, nel 1976. Arrivato ieri da Zurigo, ha subito voluto stupire la Capitale, esibendosi a sorpresa a Fiumicino, come solo un vero passionale cultore del Jazz sotto ogni sua forma può osare, mostrandosi in tutta la sua disponibilità e generosità nel rapportarsi con un pubblico che lo ha oramai da tempo consacrato alla Storia della Musica, quella con la “S”.

Ottantacinquenne di Chicago, autodidatta, cresciuto musicalmente e fisicamente di fianco al poco più che coetaneo Ray Charles, a diciotto anni parte per la sua prima tournée ; e da allora non si è mai fermato. Arrangiatore, compositore, trombettista, produttore discografico ed attivista, rappresenta un vero monumento della musica contemporanea, per le collaborazioni più prestigiose, a partire dalla Dizzy Gillespie Band, passando attraverso nominativi del calibro di Count Basie, Henri Salvador, Aznavour, Sinatra, Barbra Streisand, Tony Better, nonché per la composizione di colonne sonore che hanno fatto la storia del Cinema, oltre che della musica. Sue le note che accompagnano film come “La vita corre sul filo”, l’indimenticabile interpretazione di Walter Matthau in “Fiore di Cactus”, l’emozionante colonna sonora de “La calda notte dell’Ispettore Tibbs” ; Quincy Jones è patrimonio dell’esistenza di ciascuno di noi. Spesso in maniera inconsapevole. Dagli anni ’60 importante anche la sua attività nell’ambito della produzione discografica: attività che trasformerà in maniera radicale il percorso della musica moderna, grazie al supporto dato a geniali musicisti, come Miles Davis, Dinah Whashinton, e, non ultimo, Michael Jackson. La collaborazione tra i due sarà importantissima nelle rispettive vite e carriere, e porterà alla realizzazione del progetto “We are the World”, brano scritto da Jackson e Lionel Richard, ed ancora impresso nella memoria di tutti noi. Sarebbe lunghissimo esporre tutte le vicende musicali ed artistiche di Jones: tutti argomenti su cui la stampa Romana e Nazionale non ha indugiato ad esporre domande. Dal We are The World, appunto, alla collaborazione con l’amico Ennio Morricone, consistente nella produzione di due brani, (ci tiene a precisare), all’aneddotica, che culmina con il ricordo della visita a Giovanni Paolo Secondo, che accolse lui e Bono a Castel Gandolfo, sfoggiando scarpe rosse, che i due apostrofarono come “da pappone”, ignari che il Santo Padre li stesse ascoltando. E tutto si concluse con una risata, che scoppia nuovamente, al ricordo, fragorosa sul suo volto, solare e disponibile come pochi artisti riescono ad essere. Soprattutto artisti di tale calibro.

Quincy Jones ph JR

Quincy Jones ph JR

E’ nell’accattivarsi i consensi della platea il segreto del suo fascino, mentre risponde alle più svariate domande, esprime il suo apprezzamento per giovani virgulti musicali, come Jacob Collier, di cui è anche produttore, ma il cui talento è indiscutibile, ed ha fatto da protagonista alle due ultime edizioni di Umbria Jazz.

La musica è divertimento. La musica è libertà espressiva. La parola Jazz non ha cambiato significato, è sempre la stessa: Jazz è la possibilità di scegliere dove andare. Jazz è libertà. Nel corso della sua carriera ha vissuto tutte le fasi di cambiamento del Jazz, ed ha frequentato qualsiasi genere di musica, senza preclusioni, anche grazie ad una formazione a 360 gradi.

L’impegno delle Nazioni più potenti del mondo a ridurre il debito verso i paesi più poveri, per 22 miliardi di dollari, il suo fiore all’occhiello nell’ambito dell’attivismo e dell’impegno sociale.

Con un volto rilassato e divertito, Jones si accomiata dalla platea, diretto verso l’Umbria Jazz, dove fa presagire che venerdì sera ci sarà da divertirsi e non poco. Per il suo 45° anniversario, Perugia sceglie grandi nomi: Quincy Jones, Gilberto Gil, Massive Attack, Chainsmokers, Pat Metheny, David Byrne, Gregory Porter. Il tutto nella cornice di una grande Kermesse che rimane un evento di indiscutibile fascino e importante coinvolgimento e prestigio, per gli artisti e per il pubblico.

JR.

Pavia sfida Milano con il nuovissimo Festival IRIDE: musica per i vostri occhi

Mogwai-Lead-by-Brian-Sweeney

Mogwai-Lead-by-Brian-Sweeney

Tutto pronto per IRIDE Fraschini Music Festival – musica per i vostri occhi. Il nuovo festival prenderà vita alla corte del Castello Visconteo di Pavia e si presenta come una delle rassegne più attese del territorio lombardo. Un contesto di illustre valore architettonico farà da sfondo a una sfilza di concerti di prestigio internazionale. L’ambiziosa rassegna prende vita dalle nobili intenzioni del Comune di Pavia e della Fondazione Teatro Fraschini, splendido teatro settecentesco nonchè insostituibile punto di riferimento della vita culturale della città di Pavia, guidato da Francesca Bertoglio, direttore generale della Fondazione Teatro Fraschini. L’obiettivo è aggiungere un altro tassello all’offerta culturale di Pavia, tra i più importanti e prestigiosi poli universitari italiani, e richiamare sempre più visitatori e turisti grazie al connubio tra la magia della location e la musica di qualità, in grado di abbracciare le esigenze e gli stili più diversi. 

Il primo ospite ad inaugurare per la prima edizione di “IRIDE Fraschini Music Festival – musica per i vostri occhi” sono i Mogwai, sul palco del cortile del Castello Visconteo mercoledì 11 luglio.

Questi i prossimi appuntamenti:

venerdì 13 luglio
CAETANO VELOSO
 
lunedì 16 luglio
LP
 
venerdì 20 luglio
JOE SATRIANI
 
mercoledì 25 luglio
GORAN BREGOVIC

 

informazioni su come acquistare i biglietti:

www.fraschinimusicfestival.com - info@fraschinimusicfestival.com

 
 

Fabri Fibra inaugura Le vacanze tour al Rugby Sound Festival: il fenomeno è ancora lui

Sabato sera all’insegna del rap all’isola del Castello di Legnano per il Rugby Sound Festival. Una sorta di isola felice in un contesto di abbandono e degrado urbano che sa tanto di pugno nell’occhio per chi ci arriva per la prima volta.

Appassionati da tutta la lombardia sono accorsi per divertirsi prima insieme a Gemitaiz, il cui nuovo disco di inediti “DAVIDE” (Tanta Roba Label/Universal Music Italia) e l’omonimo singolo “Davide” feat. Coez sono stati certificati platino e poi insieme a Fabri Fibra, sul palco per la prima data del tour estivo “Le vacanze”.

Fabri Fibra - Le vacanze tour

Fabri Fibra – Le vacanze tour

La serata prende subito il piede giusto con un lungo live di Gemitaiz, il cui repertorio può essere riassunto in un pubblico encomio della cannabis con il beneplacito dell’entusiasta pubblico, pronto a mettere in pratica i diktat delle canzoni in scaletta.
Alle 22.30 circa, Fibra arriva sul palco corredato da emblematiche palme di cocco. Sono passati 14 anni dalla pubblicazione del primo album Mr Simpatia ma Fibra ha tutt’altro che l’aria stanca. Il rapper di Senigallia è affamato, le sue rime sfilano ora leggere e divertenti, ora arrabbiate e taglienti ma sempre cariche di significato. Fibra è old school, non inneggia alle droghe sintetiche, ride e scherza ma sa anche quando il gioco si fa duro. Nella sua scaletta non manca nessuna delle pietre miliari del suo personale repertorio. Il suo fare i grandi numeri non cozza con il saper parlare alle platee di periferia. “Fenomeno” (certificato doppio platino da Fimi/Gfk Italia), “Stavo Pensando a te” (certificato doppio platino da Fimi/Gfk Italia) e “Pamplona” (feat. Thegiornalisti) reduce da 4 certificazioni platino viaggiano insieme “Cazzo vuoi da me”, “Lascia stare”, “Cronico”.

Fabri Fibra live @ Legnano

Esilarante l’effetto del brano “Pezzo trap”, cantato insieme al suo caro amico e collega Gemitaiz: Fibra è sottile ma non le manda a dire. Questo ricambio generazionale che vede i giovani trapper in auge fa discutere. Tra le canzoni più apprezzate “Fenomeno”, “Tranne te”, “Applausi per Fibra”, Mal di stomaco”. Brillante l’omaggio al KOM con il brano “Come Vasco”. A stemperare i toni le tipiche cose simpatiche ed estive: “Fotografia” feat. Carl Brave e Francesca Michielin e il bis con la title track del tour “Le vacanze”. Alla fine anche Fibra sa che al pubblico piace principalmente divertirsi e così è stato.

Raffaella Sbrescia

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