Francesco Gabbani live al Carroponte: non solo tormentoni

Francesco Gabbani live @ Carroponte

Francesco Gabbani live @ Carroponte

Il grande pubblico lo acclama come l’uomo dei tormentoni ma Francesco Gabbani è qualcosa di più. Le sue canzoni sono doppiamente brillanti perché s’insidiano nella psiche di chi le ascolta nonostante inglobino al loro interno una complessa struttura semantica. Con questa nuova tornata live, Gabbani abbraccia il vecchio e nuovo pubblico ma con un obiettivo preciso: presentarsi come poliedrico cantautore e discreto polistrumentista. Sul palco del Carroponte di Sesto San Giovanni, Gabbani ha sfidato i temporali estivi con un viaggio ricco di colpi di scena. Tantissimi i bambini presenti, a testimonianza del fatto che l’artista sia riuscito a trovare il modo di piacere un po’ a tutti. Il concerto, con una scaletta comprensiva di 21 brani, prende il via a ritmo di percussioni con “Magellano”, title track del suo ultimo album di inediti. A seguire “Software” e qualche incursione in “Eternamente ora”. Le cartucce da artiglieria pesante come “Tra le granite e le granate” vengono sparate quasi subito. Spazio al romanticismo, alle parentesi strumentali, alle emozioni, alla sorpresa, alla gratitudine. Gabbani è soprattutto un performer ma è anche un artista attento all’analisi della società contemporanea e al rispetto dei valori. Il cantautore non perde mai occasione di ringraziare il suo pubblico e di mettere in evidenza il bisogno di sincerità, immediatezza e desiderio di pace dello spirito. Tra gli highlights del concerto c’è ovviamente “Occidentali’s karma” ma ci sono anche l’ottima cover di “Susanna” di Celentano e “Vengo anch’io. No, tu no” di Iannacci, due mostri sacri a cui Gabbani si sente particolarmente affine seppur per differenti ragioni. Non solo canti e balli spensierati, il pop-rock di Gabbani si regge su una struttura solida e ascoltarlo rappresenta un’esperienza in grado di unire l’utile al dilettevole.

 Raffaella Sbrescia

SET LIST:
Magellano
Software
Tra le granite e le granate
Per una vita o per altre cento
In equilibrio
La strada
Occidentali’s karma
A moment of silence
Clandestino
Eternamente ora
Susanna
Immenso
Maledetto amore
I dischi non si suonano
Spogliarmi
Amen
Vengo anch’io, no tu no
La mia versione dei ricordi
Il vento si alzerà

Bis:
Foglie al gelo
Pachidermi e pappagalli
Occidentali’s karma

Jethro Tull live a Roma: a spasso nel tempo in un crescendo virtuoso

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“I vostri saggi non sanno cosa si prova a sentirsi scemi come come mattoni”
Era un must imperdibile questo ritornello, una trentina di anni fa. Quando, nel panorama del progressive più articolato e ben congegnato, i Jethro Tull ponevano le loro pietre miliari. Scozzese l’anima in kilt del loro leader Ian, britannica la raffinatezza del sound, maschio e denso di struttura musicale.
Naturalmente all’Auditorium decidi che valga la pena non perderseli, e ci vai, per quel sold out programmato alle otto di sera. Ha inizio una cena tra “anziani”, con il vecchio folletto saltellante, oramai calvo e del tutto normalizzato nell’aspetto, tra il pubblico romano che ancora arriva con i propri tempi. Che qui, alle nostre latitudini, le otto di sera sono l’ora della merenda.
Forse per questo l’incipit è tiepido, e su “locomotive breath”, un poco il sospetto che non sarà il concerto che ti aspetti ti sfiora. “Quel” corpus storico della band si è oramai perso, e giovani musicisti supportano il maturo Anderson, non più scoppiettante come ai tempi del kilt. E così attraverso le note della Bourrée, Living in the Past, Heavy Horses, Wind-Up, John O’Hara alle tastiere, David Goodier al basso, Florian Opahle alla chitarra, Scott Hammond alla batteria portano a termine un primo atto musicale che riecheggia più nel cuore a dire il vero che nelle orecchie. Anche perché, c’è da dire, questi concerti andrebbero vissuti sotto un palco e non di fronte ad un palco. Una pausa di 10 minuti, e la musica ricomincia, ma con note ben più elettrizzanti. Aqualung, e il pubblico rumoreggia divertito ad un assolo di chitarra a dir poco entusiasmante, uno Ian che sembra una molla, un crescendo di ritmo virtuoso, una struttura scheletrica imponente. Il Flauto, la vera arma vincente, volteggia in aria, accattiva gli sguardi e le orecchie, brilla dei riflessi della luce ben calibrata dell’Auditorium, e la Santa Cecilia Esplode.
Continua con il meglio della produzione del gruppo, questa meravigliosa perla musicale, e si conclude con Thick as a Brick, pubblico in delirio, standing ovation, e quella bella sensazione di essere appartenuti ad un’epoca musicale unica ed irripetibile.
Peccato per chi è venuto dopo, peccato per chi non c’era.
Avete mai immaginato cosa si provi ad essere “tosti” come mattoni? (quel brick che gioca sul bisticcio fonetico e si trasforma in “prick”). Chiedetelo al tosto Ian, che lascia il palco divertito anche lui, con la freschezza del barbuto trentenne che, molti anni fa fu tra i precursori di un genere che diede una nuova veste alla più bella musica classica di tutti i tempi, rendendola, se possibile, ancora più affascinante.

Roberta Gioberti

Depeche Mode live a Milano: fascino e coerenza a confronto

Dave Gahan - Global Spirit tour- Stadio San Siro - Milano ph Francesco Prandoni

Dave Gahan – Global Spirit tour- Stadio San Siro – Milano ph Francesco Prandoni

Carisma sì ma soprattutto coerenza. I Depeche Mode si sono esibiti allo Stadio San Siro di Milano con un concerto pensato per incarnare lo spirito che irradia la trama del loro ultimo album di inediti “Spirit”. Uno show non facile, un avvio in sordina, un’acustica imperfetta e una scenografia minimalista al limite dello scarn hanno reso lo show godibile a tratti ma non hanno inficiato il fascino di Dave Gahan, performer d’eccellenza, e lo charme dei suoi soci Martin Gore e Andy Fletcher. Coraggiosa, a tratti lacunosa, la scaletta messa a punto per questo tour europeo dai Depeche Mode. Bello l’avvio sulle note di “Revolution” dei Beatles che hanno fatto da intro al travolgente remix di “Cover Me”. La traccia di apertura è stata “Going Backwards”: un biglietto da visita preciso e dettagliato, un modo per dettare le coordinate di una serata glamour sì ma con una certa sobrietà da rispettare. A seguire “So Much Love”, ad innescare un tuffo nel passato è stata “Barrel Of A Gun”. Buona la versione di “A Pain That I”m Used To”, meno incisiva “Corrupt”. L’atmosfera si è riscaldata sulle note di “World In My Eyes” per poi incendiarsi grazie alla carica di “Cover Me”, uno dei brani più riusciti e più apprezzati dell’album “Spirit”. Vibrante il doppio contributo di Martin Gore con “A Question Of Lust” e “Home”.  Ancora un attimo di incertezza su “Poison Heart”, subito spazzato via dall’antologica “Where’s The Revolution?”. Energica la versione rivisitata di “Wrong” coadiuvata da una potente “Everything Counts”. Il concerto ha preso definitivamente il decollo con il gran ritorno live di “Stripped”, una new verson di “Enjoy The Silence” e “Never Let Me Down Again”. L’ultima parte delo show si è aperta con la romantica “Somebody” cantata da Gore, seguita dalla roboante “Walking In My Shoes”. Particolarmente azzeccata la scelta di eseguire la significativa “Heroes”, il brano che ha segnato in modo indelebile gli esordi della band e che rimarca a doppio filo il legame di Dave Gahan con lo leggendario David Bowie. Chiusura pirotecnica con “I feel you” e l’immancabile “Personal Jesus”. Nel cuore rimangono, invece, due certezze: il fascino carnale dei concerti indoor non sarà mai soppiantato dagli stadi mentre la prestanza di Dave Gahan offuscherà per sempre tutto il resto.

Raffaella Sbrescia

I Depeche Mode torneranno in Italia il prossimo 9 dicembre al PalaAlpitour di Torino, il 13 dicembre alla Unipol Arena di Casalecchio di Reno (Bologna) e il 27 gennaio al Mediolanum Forum di Assago, Milano.

SCALETTA:
Going backwards
So much love
Barrel of a gun
A pain that I’m used to
Corrupt
In your room
World in my eyes
Cover me
Home
A question of lust
Poison heart
Where’s the revolution
Wrong
Everything counts
Stripped
Enjoy the silence
Never let me down again

BIS
Somebody
Walking in my shoes
Heroes
I feel you
Personal Jesus

Carroponte 2017: l’estate di Sesto San Giovanni è per tutti i gusti

Carroponte

Carroponte

Carroponte giunge all’ottava edizione affermando sempre più la propria identità di polo aggregativo e culturale di grande importanza per la Città di Sesto San Giovanni e per tutta l’area metropolitana milanese. Frutto della felice collaborazione tra Arci Milano, il Consorzio Eventi e Trenta e l’Amministrazione Comunale sestese la rassegna garantirà un’estate di socialità e cultura accessibile, di cinema d’autore, presentazioni di libri, ottimo cibo e laboratori per i più piccoli. Dallo scorso 8 giugno al prossimo 10 settembre l’area del parco archeologico industriale Ex Breda di Sesto San Giovanni sarà fucina d’incontro con più di 100 giorni di musica con 3 palchi per oltre 150 eventi, tra concerti e attività collaterali, 3 ristoranti, 4 punti bar, chioschi e food truck. Per questa stagione, il calendario di Carroponte prevede una programmazione sempre più ricca. Diversi i nomi degli artisti pronti a esibirsi live: Niccolò Fabi, Ermal Meta, Francesco Gabbani, Marracash & Guè Pequeno, Musica Nuda e Avion Travel, Willie Peyote, Brunori Sas, Nobraino, Fabrizio Moro, Ex-Otago. A portare una ventata d’internazionalità al calendario ci penseranno i Dinosaur Jr, gli Interpol, i Megadeth, Robert Glasper, i Descendents, i Vintage Trouble insieme ai Lucky Chops, Damian Marley, Machine Gun Kelly, i Dropkick Murphys con i Flogging Molly, i Walk Off The Earth, Billy Bragg, Kenny Wayne Shepherd e tantissimi altri. Atmosfere pop, cantautorali, rap, punk-rock e reggae che riempiranno di ritmo e di emozioni le notti trascorse al festival. Nelle notti di Carroponte, spazio anche alle emozioni della poesia con il recital di Vincenzo Costantino Cinaski, Bukowski Vs Waits e con il reading di Guido Catalano tratto dal nuovo libro di poesie Ogni volta che mi baci muore un nazista.

 Accanto agli spettacoli musicali, non mancheranno anche altri grandi eventi e momenti d’intrattenimento. Ritorna per il terzo anno consecutivo la giornata dedicata a Emergency (9 luglio), mentre qualche mese più tardi toccherà alla grande festa di Radio Popolare (8 settembre) che l’anno scorso ha infiammato il finale della lunga stagione di Carroponte con un trionfo di pubblico, note e divertimento. Nel corso dell’estate, anche una serie di serate a tema: tante interessanti special night, come la frizzante due giorni della celebre pagina facebook Il Terrone Fuori Sede (con in programma tra gli altri Après La Classe e Canto Antico), che esplorerà tra musica e ironia un divertente “conflitto antropologico” da sempre combattuto a colpi di burrata e cassoeula, salsedine e nebbia. Nell’estate di Carroponte non mancheranno il ritmo della Jammin’ Party – Circus of Reggae, una festa in levare con le migliori band della scena, le atmosfere gotico-fiabesche del Tim Burton Tribute Show, i balli irresistibili dello Swing Party con la Jazz Lag Orchestra e le tentazioni tzigano-circensi del Circo Meraviglia – Gipsy Balkan Party, che ritornerà dopo il successo dello scorso anno.

Cambiamento climatico, carbon footprint, risparmio idrico e raccolta differenziata: anche per la stagione 2017,Carroponte oltre a musica e divertimento sarà anche attenzione all’ambiente. Per la sua ottava edizione, il festival lancia, infatti, “Carroponte Green. Insieme verso la sostenibilità”, un progetto, realizzato insieme adAssociazione AREA Ridef, Gruppo CAP e Pepita Onlus, volto a intraprendere un percorso di responsabilità sociale a partire dall’analisi e monitoraggio dell’impatto ambientale delle attività di Carroponte. Alla base del progetto, l’attuazione di una vera e propria Green Roadmap, la tabella di marcia sostenibile di Carroponte. Due dei temi principali promossi nel corso dell’intera stagione saranno l’uso consapevole e razionale dell’acqua unitamente all’importanza di diminuire il consumo di plastica.

Carroponte si conferma anche come casa della creatività. A garantire la consueta affluenza di idee, gli stand degli espositori dell’Area Market Meet2Biz – Associazione Culturale Blastula: un variopinto e multietnico pot-pourri di creazioni firmate da maker, artigiani, designer e stilisti emergenti, etichette discografiche, editori indipendenti, fumettisti, serigrafi, grafici e creativi. Lo sfondo perfetto per divertenti esplorazioni mentre ci si rilassa o si attende l’inizio di un imperdibile concerto.

Programma in continuo aggiornamento su www.carroponte.org

Concerti della settimana

Martedì 27 giugno

Fabrizio Pollio

Opening: Berg

Inizio concerto: 21.30

Ingresso gratuito

Mercoledì 28 giugno

Willie Peyote

Inizio concerto 21.30

Ingresso gratuito

Giovedì 29 giugno

Francesco Gabbani

Inizio concerto: 21.30

Biglietti in prevendita: 22 € + ddp

Biglietti in cassa: 25 €

Venerdì 30 giugno

Brunori Sas

Inizio concerto: 21.30

Biglietti in prevendita: 20 € + ddp

Biglietti in cassa: 20 euro

SERATE SPECIALI

Sabato 1 e domenica 2 luglio

Il Terrone Fuori Sede – La Festa

Due giorni di musica e cibo “daggiù” al Carroponte di Sesto San Giovanni. Per l’estate Il terrone fuori sede si fa in due e arriva al Carroponte con food truck, ospiti musicali, concerti, workshop, silent disco e intrattenimento per grandi e piccoli. La celebre pagina Facebook è decisa a portare lo spirito, l’atmosfera, la musica ed il cibo del nostro Sud Italia nel parco industriale Ex Breda. Sabato 1 luglio, sul palco, gli Après La Classedomenica 2 lugliosarà invece la volta di Canto Antico.

Programma sabato 1 luglio:

· 11.00: Apertura con stand e cucine attive
· 13.00: Pranzo – Pino4ever: Omaggio a Pino Daniele 
· 17.30:Workshop Tematici a cura di Canto Antico
· 21.30: Après La Classe in concerto
· 23.00: Il Terrone Fuori Sede va in Silent Disco

Programma domenica 2 luglio:

· 11.00: Apertura con stand e cucine attive
· 13.00: Pranzo Terronico
· 17.30 – 19.00: Workshop Tematici a cura di Canto Antico

· 21.30: Canto Antico in concerto: Danze e Musiche dal Sud

 

Evolve: il trip fatalista degli Imagine Dragons

 

Imagine dragons ph Eliot Lee Hazel

Imagine dragons ph Eliot Lee Hazel

“EVOLVE” è il nuovo album degli IMAGINE DRAGONS. Dopo aver vinto un Grammy, due American Music Awards e aver venduto 9 milioni di album, la band di Dan Reynolds, il chitarrista Wayne Sermon, il bassista Ben McKee e il batterista Daniel Platzman torna in scena con un’evoluzione nei contenuti, nei termini di intesa e nella scelta di un format sonoro incentrato sul minimalismo. La visione degli Imagine Dragons è sempre stata controversa, la loro musica caratterizzata da suoni freschi e da ritmiche pregnanti. Ad oggi il loro obiettivo è ben preciso: portare avanti la ricerca di un posto dove trovare pace e sicurezza in se stessi. Affrontare se stessi è la cosa più difficile da fare. Ecco perché nei nuovi testi della band il punto focale è la leggerezza mentale, quella necessaria per liberarsi dai demoni del passato e fare un nuovo passo in avanti. Ottima anche la qualità del suono curato nei minimi dettagli. L’ascolto inizia con “I don’t know why”: la trama è quella di un amore adrenalinico tra due sconosciuti nella notte. Un’apertura elettro-ritmica esalta la dannazione e il pathos. Il cantato ritmico di “Whatever it takes” narra un sentimento incondizionato. “Believer”, primo singolo estratto dall’album, è il brano perfetto. Imperiosamente lussureggiante, il pezzo è caratterizzato da una struttura ritmica irresistibile. Lo stesso Reynolds ha spiegato: “Questa canzone intende racchiudere i momenti più significativi che hanno scandito questa lunga fase di transizione esistenziale. Oggi riesco a sentirmi in in pace con me stesso, con la mia vita, con quello che sono. Provo a godermi questo nuovo approdo con maggiore disinvoltura”. “Walking the Wire” ripete a piè sospinto un mantra preciso: take what comes. I nuovi Imagine Dragons sono fatalisti.

Imagine Dragons (incontro stampa Milano @ Universal Music)

Imagine Dragons (incontro stampa Milano @ Universal Music)

Il ritmo altalenante di “Rise up” è sorprendente e il messaggio è chiaro: ferma tutto e ricomincia. “I’ll make it up to you” propone, invece, un’elettronica di tipo reminiscente di stampo neoromantico. Ben riuscito il riferimento vintage ai Queen in “Yesterday”. La ritmica underground di “Mouth of the river” irretisce l’ascoltatore attraverso una nervatura sonora vibrante. Molto bello anche il nuovo singolo “Thunder”: ritmiche da club e r’n’b si fondono in un trip ad immersione. “Start over” è una delle tracce più deboli del disco ma il finale vale doppio: quel “join me baby” di “Dancing in the dark” è l’irrrinunciabile invito a prendere parte a questa danza onirico-psichedelica. La band sarà in Italia per due appuntamenti live: il 4 luglio a Lucca (Lucca Summer Festival, http://www.dalessandroegalli.com/events/438/imagine-dragons/ www.luccasummerfestival.ite il 10 luglio a Verona (Arena di Verona/ http://www.vertigo.co.it/it/imagine-dragons).

Video: Thunder

Questa la tracklist: “I Don’t Know Why”, “Whatever It Takes”, “Believer”, “Walking The Wire”, “Rise Up”, “Make It Up To You”, “Yesterday”, “Mouth of the River”, “Thunder”, “Start Over”, “Dancing In The Dark”.

LA versione deluxe contiene inoltre I brani: “Levitate”, “Not Today” e il  Kaskade Remix di “Believer”.

Ascolta qui l’album

Filippo Graziani: la recensione del nuovo album “Sala Giochi”

cover disco_Sala Giochi_crediti Fabrizio Fenucci

cover disco_Sala Giochi_crediti Fabrizio Fenucci

Quant’è bello prendersi il lusso di ritagliarsi tempo per investire energie, attenzione e ispirazione in un proprio progetto. Ancora più bello è constatare che c’è ancora chi riesce a farlo all’insegna della tranquillità e della consapevolezza. Questo è il caso di Filippo Graziani, un cantautore di 35 anni e con un cognome importante che è tornato sul mercato discografico nazionale con “Sala Giochi”, il suo secondo album nato a tre anni di distanza da “Le cose belle”. Nell’anno che osanna i dorati anni ’80, le relative sonorità e le sognanti atmosfere, Filippo decide di integrarsi in questo amalgama nostalgico utilizzando un tipo di approccio individualistico. L’estetica è quella comune ma le tematiche, figlie di sessioni di scrittura ambientate nelle colline romagnole, suonano anacronistiche con l’obiettivo di raccontare il presente in modo intenso e verace. Il pop elettronico si intreccia al cantautorato regalando un fascino casalingo a tutto il lavoro che, in effetti, profuma di artigianalità. In “Vero o no”, Graziani canta a scrive che l’amore trova sempre una strada, anche per chi non ci crede. Un punto di partenza che, in realtà, è anche quello di arrivo ma arriviamoci per gradi.

Video: Esplodere

Filippo offre molto di sé al suo pubblico e si sente. “Appartiene a te”, ad esempio, è il brano in cui il cantautore sceglie di mettersi a nudo senza perdere tempo a ragionare sui dettagli della vita. Bellissima la similitudine proposta in “Tutto mi tocca”: tutto mi tocca troppo come un nervo scoperto, scrive. Ecco: immaginatevi questa persona così sensibile da sentirsi urtata, schiacciata, manipolata, turbata, usurpata dal mondo circostante. Come vi sentireste al suo posto? Provate a fare questo esercizio, potrebbe regalarvi nuove preziose intuizioni. Questo discorso vale anche per “Mettici vita”: in ogni istante, in ogni nota, in ogni gesto. Ed ecco sopraggiungere l’amore nella parte finale del disco: quello travolgente de “La parte migliore”, quello urgente di “Esplodere”, quello indebolito dai dubbi di “Credi in me” ma soprattutto quello di “Vicini e lontani”. E poi c’’è “Vorrei”, così spontanea e trasparente, così piena di desiderio di vita e di condivisione, così autentica e reale. Infine il quesito che apre uno squarcio in tutti noi: “Dov’ è il mio posto”, un finale psichedelico per un disco che intende reagire alla frustrazione e che scava nel passato per ridare grinta al presente.

 Raffaella Sbrescia

TRACKLIST

1. Vero O No

2. Appartiene A Te
3. Il Mondo Che Verrà
4. Tutto Mi Tocca
5. Mettici Vita
6. La Parte Migliore
7. Esploder

8. Credi In Me

9. Vicini E Lontani
10. Vorrei

11. Dov’è Il Mio Posto

Ascolta qui l’album:

Radio Italia Live – Il concerto. I top e i flop

J- Ax & Fedez - Radio Italia Live - Il Concerto

J- Ax & Fedez – Radio Italia Live – Il Concerto

“Radio Italia Live – Il concerto” è l’evento che segna il vero inizio dell’estate milanese. Lasciarsi affascinare da Piazza Duomo dalle prime caldissime ore del pomeriggio, fino al sopraggiungere del fresco imbrunire prima, e del dolcissimo vento serale poi, è una goduria. A sancire questo piccolo rito, una manifestazione organizzata e portata avanti con passione da Radio Italia, in collaborazione con il Comune di Milano. Imponenti le misure di sicurezza adottate per quest’anno ma, nonostante il numero chiuso, tutto si è svolto sull’eco di un unico slogan: “La musica è più forte”. La paura è tanta ma la speranza lo è ancora di più; questo è quello su cui dobbiamo fare affidamento.

I top e i flop

  • Maestro Bruno Santori e l’Orchestra Filarmornica Italiana: Il gioiello più importante dell’evento. Impeccabili professionisti al servizio del pop. Un connubio sempre affascinante. In alcuni casi un pregio immeritato.
  • Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu: simpatici per carità ma è ora di cambiare. Veramente fastidioso quel loro vizio di impostare una frase “sfottò” e ripeterla a piè sospinto a ogni ospite.
  •  Sergio Pappalettera per Studio Pro Design: loghi, grafiche e visuals innovativi ed efficaci. Idee fresche, mai sfacciate. Ben fatto.
  • Saturnino: la sua intro al basso è fulgida. Iconico.
  •  Giorgia: Il concerto si apre subito all’insegna della qualità. Giorgia è semplicemente perfetta nella sua mise da star. La performance è da brivido: voce, passione e carisma ipnotizzano il pubblico in piazza e da casa.
  •  Benji & Fede: saranno anche tra i giovani talenti che vendono più dischi in Italia ma non ci siamo assolutamente. I due ragazzi salgono sul palco e appaiono subito spaesati commettendo diversi errori sia di intonazione che di natura tecnica. Il featuring con Annalisa aggiusta il tiro in corsa ma l’esibizione rimane deludente.
  •  Umberto Tozzi e Anastacia: lui è uno dei cantanti più amati all’estero, lei è tra le più apprezzate in Italia. Lui festeggia 40 anni di carriera, lei annuncia un nuovo album in uscita a settembre, intitolato “Evolution”. La loro versione di “Ti amo” è molto suggestiva ma non potrà mai battere l’originale. Meglio sentirli singolarmente: lui sulle note di “Gloria”, lei in “Left Outside Alone”.
  •  Lele: il vincitore del Festival di Sanremo – sezione giovani era visibilmente emozionato ma la sua esibizione è stata molto buona. Quando un giovane canta per davvero e canta col cuore si vede e si sente.
  •  Emma: alla cantante salentina manca il palcoscenico. Sarà forse per questo che sul palco di Piazza Duomo ha dato proprio il massimo. La sua esibizione è stata calda, sentita e vibrante. Brava Emma, grintosa e verace.
  • Francesco Gabbani: il vincitore del Festival di Sanremo 2017 è il reuccio di questa stagione. Il cantautore sognava da tempo di esibirsi in un contesto del genere e non si è risparmiato un attimo. Tarantolato sì ma sempre consapevole e concentrato.
  •  Alessandra Amoroso: tulle, seta, lustrini, brillantini e lacrime di gioia. La cantante è molto amata dal pubblico ed è bello vedere come lei si lasci sopraffare da queste ondate ad alto tasso emotivo.
  •  Fiorella Mannoia: trovarsi al cospetto di una professionista fa sinceramente effetto. “Che sia benedetta” dal vivo è una botta al cuore ma “Quello che le donne non dicono” cantata all’unisono non si può commentare a parole. Pelle d’oca e cuore in tumulto.
  •  Samuel: Diciamocelo pure “La statua della mia libertà” non è un buon pezzo. Almeno, non lo è se lo compariamo alle perle che sono venute fuori negli anni dalla penna del cantautore. La sua performance milanese è stata visibilmente in salita ma si è conclusa con un gesto molto significativo. Samuel ha firmato la sua camicia in diretta live, scrivendoci su “La musica è più forte”. Il capo andrà all’asta.
  •  Nek: In questi ultimi anni il cantante appare in forma assolutamente smagliante. Voce al top e sguardo luminoso rinvigoriscono le sue performance sempre molto gradevoli. Assolutamente in linea con i temi della nostra attualità è la sua canzone “Differente”: in questi giorni disumani se sorridi e stringi i denti e tutto quello che importa è rifarlo ancora un’altra volta.
  •  Elodie: se non l’avete mai vista cantare dal vivo non saprete mai che tipo di luce emana questa ragazza. Lo so, vi sembrerà un’affermazione esagerata ma se vi capitasse mai di vederla, fermatevi un attimo e fateci caso. Il pubblico sotto palco ne è rimasto affascinato.
  • J-Ax & Fedez: la piazza ha aspettato principalmente loro. Idoli e sovrani del mercato musicale italiano per tutto l’anno in corso. “Assenzio”, “Piccole cose” (insieme ad Alessandra Amoroso) ma soprattutto il tormentone “Senza Pagare” hanno fatto scatenare la piazza. Peccato per l’ossessione che Fedez ha sviluppato per le Instagram Stories. Nel corso di 10 minuti di esibizione ne avrà fatte almeno cinque. C’è qualcosa da rivedere.
  • Andrea Bocelli: un vanto italiano nel mondo. Non servono parole per descriverlo. Basti sapere che l’artista ha cantato “Nelle tue mani”, primo singolo estratto dal suo album del 2015 “Cinema” con cui ha celebrato le musiche più famose estratte dalle colonne sonore di film premi Oscar. L’altro brano è l’indimenticabile “Con te partirò”.

Il sogno si chiude così. Ritorniamo ad affrontare questo strano presente con il cuore più leggero. Prossimo appuntamento con Radio Italia Live al 30 giugno in quel di Palermo.

Raffaella Sbrescia

Un videomix dello show:

Tiziano Ferro tour 2017: il racconto del secondo dei tre concerti a San Siro

Tiziano Ferro tour 2017 - Stadio San Siro

Tiziano Ferro tour 2017 – Stadio San Siro

Il tour della consapevolezza è quello che ha portato Tiziano Ferro allo stadio San Siro di Milano per ben tre concerti. D’altronde tutto è molto chiaro fin dalle prime battute dell’introduzione: “Non concedo una seconda possibilità al cinismo, all’insistenza, alla mancanza di empatia e carità. Ho smesso di perdere tempo con ciò che mi rammarica o intristisce”, dice Tiziano attraverso un messaggio pre-registrato. Dovremmo costeggiare l’altrui sensibilità – aggiunge- osservare e parlare con misura, avere il coraggio di cambiare quello che si può e vivere la vita all’insegna dell’equilibrio. Parole nobili, certo, ma sempre più difficili da mettere in pratica. L’esercizio che Tiziano Ferro cerca quindi di farci fare è quello di riavvicinarci al prossimo in modo diretto e consapevole. Dal suo canto, l’artista mette al centro del suo show internazionale la propria voce e tutto il meglio del proprio repertorio. Niente balletti e ballerini, il cantautore mette in primo piano se stesso facendosi affiancare dagli ottimi Luca Scarpa (piano e direzione), Davide Tagliapietra e Alessandro De Crescenzo (chitarre), Reggie Hamilton (basso), Christian Rigano (tastiere), Andrea Fontana (batteria). Mastodontica la struttura del palco, largo 60 metri, con due schemi led da 20 metri e una zona centrale comprensiva di uno schermo led verticale.  Giochi d’acqua, effetti scenografici e luci di pregevole qualità hanno completato la cornice di una produzione imponente.  In qualità di soldato “senza guerra”, Tiziano è sempre stato il rappresentante di chi vive una solitudine strana, una solitudine mai troppo spiacevole eppure mai cercata. Rappresentante di chi crede nell’amore dato, speso, mai reso. Rappresentante di chi è solito mettersi in un angolo a riflettere, analizzare, meditare sul passato. Ma ora è tutto diverso, c’è un capitolo nuovo da vivere e da scrivere. Certo, non mancano i rimandi alle origini, in questo senso Ferro non si risparmia assolutamente, salta da un genere all’altro spaziando tra pop, soul, r’n’b però è chiaro che nelle canzoni più recenti c’è un’energia diversa, c’è una maturità sentimentale più spessa e più consistente.

Tiziano Ferro tour 2017 - Stadio San Siro

Tiziano Ferro tour 2017 – Stadio San Siro

Un discorso a parte va fatto per le due cover proposte in scaletta: “La fine” di Nesli e “Mi sono innamorato di te” di Luigi Tenco. Tiziano si lascia ispirare da sensibilità completamente diverse eppure la sua permeabilità empatica lo mette in stretta connessione anche con mondi tanto distanti tra loro. A questo punto diventa semplice capire perché ci siano migliaia di persone che si sentono coinvolte a tal punto da commuoversi con il cuore in tumulto e con un fremito che attraversa la pelle in una caldissima serata di giugno. Poi succede che l’artista si fermi per un attimo e decida di godersi lo spettacolo che ha di fronte, che gli si illuminino gli occhi e che inviti una fan a salire sul palco per condividere con lui lo stesso tipo di privilegio. Che la ragazza salga sul palco e si lasci sopraffare dall’abbraccio di Tiziano che, alla fine, le dice: “Vai e prova a spiegare a qualcuno quello che si vede da questo palco perché io non ce la faccio”. Non ci è dato sapere cosa si provi in determinati momenti ma in ogni caso non sono mancati i sentiti ringraziamenti da parte di un artista che, con il trascorrere negli anni, è riuscito a capitalizzare le intuizioni del passato e a renderle spendibili in uno stranissimo ed incerto presente: “Sono arrivato a Milano da piccolo, quando ancora non avevo la minima idea di cosa avrei fatto. Quando 16 anni fa iniziai a cantare probabilmente non avrei mai creduto di tenere tre concerti a San Siro. Il punto comunque è che non ci credo ancora adesso. I miracoli esistono e questo è uno di quelli. Grazie a tutti voi per avermi cambiato la vita”.

Raffaella Sbrescia

La scaletta

SCALETTA:
Il mestiere della vita
“Solo” è solo una parola
L’amore è una cosa semplice
Valore assoluto
Il regalo più grande
Medley: My Steelo / Hai delle isole negli occhi / Indietro
La differenza tra me e te
Ed ero contentissimo
Sere nere
Xdono
Medley: Il sole esiste / Senza scappare mai più / E Raffaella è mia
Ti scatterò una foto
Medley: Imbranato / Troppo buono / E fuori è buio
Per dirti ciao!
La fine
Lento/Veloce
Rosso relativo
Stop! Dimentica
Xverso
Alla mia età
L’ultima notte al mondo
Mi sono innamorato di te
Incanto
Lo stadio

Bis:
Il conforto
Non me lo so spiegare
Potremmo ritornare

 

Fake Sugar: la potenza solista di Beth Ditto

Beth Ditto - Fire

Beth Ditto – Fake Sugar

Vulcanica e travolgente. Questa è la Beth Ditto che per 17 anni ha capitanato i Gossip. Oggi ritroviamo la cantante in veste di solista. L’occasione è l’uscita dell’album “Fake Sugar”, pubblicato su etichetta Virgin Records. Frutto della collaborazione con Jennifer Decilveo, questo lavoro mette in risalto la vocalità di Beth ponendo l’accento su variegate sfumature di suono. Nelle dodici tracce che compongono la tracklist, Beth Ditto si muove tra passato e presente con disinvoltura e carisma. Il graffio, la sensualità, il piglio glamour del suo tocco rivestono le trame delle sue canzoni tessendo le fila di un caleidoscopico insieme di blues, pop, rock e soul. Il disco si apre con la fortissima “Fire”: cruda, carnale, innervata di “sporche” spruzzate underground. Infuocata anche “In And Out”: un’aura anni ’70 avvolge un clubbing d’èlite. Il calore del sud fa capolino nella title track “Fake Sugar” mentre la ritmica definita e avvolgente di “Savoir Faire” apre la strada a “We could run”, il brano che forse più di altri racchiude l’essenza della Beth Ditto di oggi. Calda e pulsante l’anima di “Oo la la”, superfluo “Go Baby Go”, il tributo ad Alan Vega dei Suicide. Non mancano un paio di ballate, rispettivamente intitolate “Love in real life” e “Lover”. Il brano più interessante dell’ultima parte del disco è “Do you want Me To” in cui Beth Ditto si apre al conflitto interiore esternandolo servendosi di una cornice sonora molto corposa e variegata. La tracklist si chiude con  l’onirica “Clouds” (Song for John); un modo per offrire l’ultima pennellata artigianale ad un lavoro che si presenta come un modo per scoprire i lati di Beth Ditto che fino a oggi erano rimasti un po’ in ombra.

Video: Fire

Dopo i concerti sold out della scorsa primavera a Berlino, Parigi e Londra, e la partecipazione ad alcuni Festival come il  Montreux Jazz Festival, è stato già annunciato il tour americano. L’artista farà tappa anche in Italia per un’unica data al Fabrique di Milano sabato 30 settembre.

Raffaella Sbrescia

Ascolta qui l’album:

Pier Cortese e il suo messaggio universale: “Lasciateci la fantasia”. Intervista

gallery-1492611976-lasciateci-la-fantasia-pier-cortese“Lasciateci la fantasia” è il messaggio ma anche il titolo dell’ultimo progetto discografico di Little Pier, ovvero il cantautore Pier Cortese. Pubblicato lo scorso 20 aprile, dopo il primo Ep “Little Pier e le storie ritrovate “, l’ eclettico artista ha voluto condividere e arricchire il progetto coinvolgendo artisti come Niccolò Fabi, Simone Cristicchi, Gnut, Bianco e musicisti di grande talento come Andrea di Cesare e Michele Ranieri: «Questo progetto è nato letteralmente in casa» – racconta Pier Cortese. «Quando è nata mia figlia, ho semplicemente preso le canzoni che mi cantava mio padre quando avevo tre anni e ho effettuato questo travaso familiare con lo stesso scopo per cui erano state usate all’epoca. Nel 2013 ho preso queste canzoni così com’erano e ne ho fatto un disco dopo che mia figlia e i suoi amichetti me le chiedevano ogni giorno. In seguito il progetto ha cominciato a correre sempre più veloce, anche più di quanto io stesso potessi immaginare. A quel punto ho riflettuto sulla possibilità di rivolgermi ad un pubblico diverso prendendomi una pausa dal percorso di cantautore per dedicarmi ad un discorso legato a dei temi a me molto cari: la natura e gli animali, il rispetto per l’ambiente e le persone, i sentimenti, la fantasia e la creativita, l’aldiqua e l’aldila, la storia e l’ironia».

Il risultato di questo progetto è un concerto illustrato semplice ma efficace, un percorso ricco incentrato sulla compartecipazione, un modo immediato per arrivare al cuore dei bambini ma anche degli adulti senza sovrastrutture. Le canzoni e le storie raccontate diventano subito familiari e prendono vita grazie alle illustrazioni live di Mauro Delli Bovi: «Due anni fa sono stato a New York in veste di rappresentante della scuola italiana e ci sono ritornato anche quest’anno» – spiega Pier Cortese. «Ecco perché mi sono deciso ad incidere un altro disco, è stata un’ impresa veramente complessa visto che essere semplici è la cosa più complicata al mondo però sono molto contento del risultato. Ho coinvolto tanti amici, con cui mi trovo bene a prescindere. Niccolò Fabi, Simone Cristicchi, Claudio Gnut, Bianco hanno tutti un tipo di sensibilità simile alla mia. Con Niccolò e Simone ho condiviso tante cose, sono corsi subito da me, c’erano anche nel primo capitolo e mi hanno motivato molto». Il tour sta toccando scuole, teatri, piazze, festival dedicati all’infanzia e iniziative sociali. Ma non è tutto. A 40 anni appena compiuti l’artista si sente pronto al grande salto di qualità: «Mi sono preso una lunghissima pausa ma adesso comincia ad essere troppo lunga. In questi anni ho fatto in modo di non forzarmi a fare cose che non mi piacessero, ho avuto la fortuna di sperimentare tante cose diverse e raccogliere cose nuove da potare nello zaino. Ho aspettato, forse troppo però ora ho bisogno di tirare fuori un po’ di cose. Qualcosa di importante bolle in pentola, questo è il momento buono per tirare fuori il mio disco e spero di riuscirci. Ho delle aspettative alte e desidero fare proprio un buon lavoro».

Raffaella Sbrescia

Little Pier – Lasciateci la Fantasia

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