Alvaro Soler superospite al Festival di Sanremo per presentare il nuovo singolo “Animal”

Alvaro Soler

Alvaro Soler

Dopo la trionfale partecipazione in qualità di giudice ad X Factor Italia, Alvaro Soler torna in Italia per andare direttamente sul palco del 67esimo Festival di Sanremo in veste di super ospite.  Forte del grande successo radiofonico e di vendita ottenuto dai singoli “El Mismo Sol”, “Sofia” e “Libre”, il cantautore spagnolo presenta il nuovo singolo “Animal” in attesa delle 4 date italiane del suo nuovo tour, rispettivamente previste il 22 e il 25 febbraio Milano (Fabrique), il 24 febbraio a Roma (Atlantico Live) e il 10 marzo a Nonantola MO (Vox).

Intervista

Come vivi la tua prima volta al Festival?

Non sono mai stato a Sanremo ma ovviamente ne ho sentito molto parlare. Per la prima volta posso suonare insieme ad un’orchestra e non vedo l’ora. In Spagna i ragazzi conoscono molte canzoni italiane di tanti anni fa. Io stesso sono molto legato a Peppino Gagliardi. Negli ultimi tempi sono tornato a Berlino per mettermi a scrivere, lì non mi riconosce nessuno per cui è stato molto strano essere catapultato in questo contesto così caloroso nei miei riguardi.

Conosci qualcuno dei Campioni in gara?

Sì, sono contento di rivedere Sergio, Lodovica, Elodie e Michele Bravi.

Che programmi hai per il nuovo anno?

Ora sto lanciando il nuovo singolo “Animal” di cui abbiamo girato anche un video a Cuba. Tra poco sarò in tour in Italia e in Europa, vediamo come va.

Dicci qualcosa in più del nuovo singolo…

“Animal” è nata lo scorso anno e l’ho scritta insieme a un produttore danese per cercare un suono più fresco. All’inizio il testo era molto più reggaeton. Il video rappresenta la metafora della nostra generazione pronta al cambiamento. Essere maturi significa sapersi adattare a qualsiasi contesto. Al momento sto lavorando ad una possibile versione inglese del brano…

Video: Alvaro Soler intona “Sofia” in conferenza stampa a Sanremo:

Che ruolo gioca la tua bellezza all’interno del tuo percorso artistico?

C’è un sacco di gente che viene ai miei concerti e che rimane colpita dal fatto che io sappia cantare. Il mio interesse è che la gente si renda conto del fatto che io faccio musica.  Tutto il resto deve passare in secondo piano.

Che tipo di arricchimento ti ha portato la vicinanza di Fedez e Manuel Agnelli a X Factor?

Fedez è molto intelligente, sa come muoversi, mi ha ispirato la sua attitudine. Manuel sembra molto freddo ma in realtà è molto umile e curioso. Vorrei tanto scrivere qualcosa con lui, condividere la musica è la cosa più potente che si possa fare.

Che rapporto hai con Max Gazzè?

Lo stimo molto. Ho organizzato 8 gare di go kart in tutta Europa e Max gareggerà con me. Quando sono con lui mi sento di fronte ad un genio e cerco di prendere tutta l’energia che posso. Mi capita poche volte un fatto simile.  Max mi ha chiesto di tradurre un suo brano Sonrio (La vita com’è), mi ha chiesto di cantarla insieme e ho accettato molto volentieri.

C’è un duetto che vorresti fare?

Mi piacerebbe fare qualcosa con Fedez e Manuel

Parteciperesti al Festival di Sanremo, magari con un duetto?

Sì certo, non avrei alcun problema  a mettermi in gioco sia in gara che non.

Raffaella Sbrescia

Video: Animal 

Francesco Gabbani porta il suo pop antropologico a Sanremo con “Occidentali’s Karma”. Intervista

Francesco Gabbani - Occidentali's Karma

Francesco Gabbani – Occidentali’s Karma

Francesco Gabbani partecipa al 67esimo Festival di Sanremo con “Occidentali’s karma”,  brano scritto insieme al fratello Filippo Gabbani, a Fabio Ilacqua e a Luca Chiaravalli. Il brano sarà contenuto nel nuovo disco che verrà pubblicato, a fine aprile, da BMG Rights Management (Italy) con la produzione artistica di Luca Chiaravalli. “Occidentali’s karma” è un brano pop elettronico che nasconde una doppia personalità. Dietro una melodia pop accattivante e una ritmica coinvolgente, cela infatti un invito a riflettere sul nostro modo di vivere.

Intervista

Ti aspettavi un riscontro tanto caloroso da parte del pubblico?

Sinceramente un brano così fuori dagli schemi sanremesi era un’incognita. Il testo è quasi ermetico e necessità di essere capito. Molti si fermano solo all’aspetto ironico del mio fare musica ma alla fine va anche bene così. Mi piacerebbe divertire e coinvolgere poi ovviamente spero sempre che venga colta anche la dimensione più profonda che sta aldilà della facciata. Ciò detto, non mi aspettavo questa riposta da parte del pubblico e mi fa un grandissimo piacere.

Da dove arriva l’idea della scimmia?

L’idea della coreografia viene dalla necessità di voler sdrammatizzare perché per quanto il brano abbia una facciata ironica, in realtà è molto serio. Si tratta anche di un concetto ripreso dal libro dell’antropologo Morris che prende in considerazione l’idea dell’essere umano non come essere pensante ma come una specie di scimmia. Siamo evoluti intellettualmente, cerchiamo la risoluzione delle cose ma il movente di base è il soddisfacimento delle nostre necessità primordiali. Si tratta chiaramente di una provocazione ma sono il primo a sottopormi a questa critica, addito prima di tutto me stesso e poi estendo queste riflessioni a tutti.

Non pensi che possa trattarsi di un’arma a doppio taglio?

Sicuramente può esserlo ma se non ci si assume dei rischi non si può arrivare a scoprirlo.

Un po’ come è successo con “Amen”?

Sì, sebbene il brano abbia avuto tanto successo non è che in realtà sia stato capito da tutti. Nel corso del 2016 ho imparato a capire dal tipo di complimento che mi veniva fatto se il brano fosse stato capito o meno. In ogni caso la musica pop per me è soprattutto condivisione e intrattenimento sennò non farei quello che faccio o quanto meno non lo farei nelle circostanze in cui mi propongo.

Quest’anno consolidi la collaborazione con tuo fratello?

Sì ho lavorato alla scrittura del brano anche insieme a lui e l’ho portato con me anche in tour visto che suona la batteria.

Hai unito l’aspetto dissacrante con l’impegno di un testo serio. Ti senti fautore di una nuova formula pop?

Sarebbe fantastico pensarla così, per ora mi limito a cercare di esprimere quello che sento. Fare musica rappresenta un modo per esprimermi, questa bivalenza tra ironia e riflessione corrisponde a come sono io nella realtà di tutti i giorni. Sono uno che vive in maniera istintiva cercando di gioire del momento però poi mi dedico lo stesso a prolungate riflessioni. Cerco di ragionare e di approfondire tutto ciò che faccio.

Video: La coreografia di “Occidentali’s karma”

In base a questi ragionamenti cosa dobbiamo aspettarci dal tuo nuovo disco?

Il disco rispetterà le linee guida di “Occidentali’s karma” ed è quasi al 90% della lavorazione. Le due forze che attraversano il dualismo del brano si sposano in maniera sinergica per cui mi piacerebbe pensare ad un disco che si basa su una profonda leggerezza.

Pensi di aver fatto un salto in avanti nella scrittura?

Ci terrei a specificare che questo lavoro è il frutto della collaborazione con i miei coautori.  Fabio Ilacqua, ad esempio, vive fuori dal mondo ed è dotato di una cultura gigantesca. Io rappresento la parte più pop e contemporanea.

Per quanto riguarda la tua esperienza nelle vesti di compositore per la colonna sonora di “Poveri ma ricchi” di Fausto Brizzi cosa ci racconti?

Per me è stata un’esperienza completamente nuova. Il regista mi ha chiamato e mi ha espressamente chiesto di comporre. Ho subito chiarito che non avrei potuto fare cose particolarmente ricercate ma lui mi ha voluto lo stesso. Il mio approccio è stato quello di un entusiasta principiante e ho scoperto un nuovo modo di fare musica. Se mi ricapitasse un’occasione simile, lo rifarei anche se non è una mia prerogativa. Preferisco scrivere canzoni.

Video: “Occidentali’s karma”

E la collaborazione con Celentano per il brano “Il bambino col fucile”?

Non l’ho incontrato né sentito, il contatto è stato sentire la sua voce sul mio brano. Per me è stata la ciliegina sulla torta di questo 2016, tra l’altro anche l’arrangiamento è rimasto lo stesso e per me è stata davvero una soddisfazione enorme.

Pensando al fatto che all’epoca anche lui ha rotto gli schemi con la sua musica, senti di poter esser accostato a lui in qualche modo?

Chiaramente non è un fatto voluto ma mi fa molto piacere pensare a un possibile accostamento ad Adriano perchè ho sempre avuto una grande stima per lui che  è riuscito a stimolare le più svariate riflessioni. Mi dispiacerebbe se qualcuno giudicasse il mio atteggiamento un po’ scimmiottante nei suoi confronti.

In realtà quello che si percepisce è che non ti prendi troppo sul serio…

Questo fa parte del mio modo di essere. Credo nell’autoironia e quando la noto negli altri, la reputo un sintomo di grande intelligenza.

Parlando di Oriente, ci sei mai stato?

No, ma ne sono affascinato. Spero di andare presto in Giappone.

Le tue attività agricole come procedono?

Ultimamente le ho messe un po’ da parte anche se continuo ad avere una forte attrazione verso tutto ciò che è legato alla natura. Quando ho voglia di divertirmi non vado in discoteca, preferisco andare in un bosco o in cima alla vetta di una montagna.

Come sono andati i live del 2016?

C’è stata una buona affluenza, è stato molto appagante. Ho suonato i brani tratti dal mio ultimo album, qualcosa di meno recente e qualche cover; su tutti Jannacci, Battisti, Mogol, Celentano. A giugno inizierà il nuovo tour ma devo ancora iniziare a pensarci.

Raffaella Sbrescia

Il saluto di Francesco Gabbani:

Festival di Sanremo 2017: le pagelle della quarta serata

Lele Esposito vincitore "Nuove proposte" - Sanremo 2017 @Rai Uno

Lele Esposito vincitore “Nuove proposte” – Sanremo 2017 @Rai Uno

Scorre lenta e soporifera la quarta serata del 67esimo Festival di Sanremo aggiudicandosi comunque il 47% di share. Nessun ospite di particolare prestigio a risollevare un andamento medio-basso dello show. Gli unici guizzi sono quelli dell’ormai imprescindibile Crozza e della brillante Virginia Raffaele. Sul palco con Carlo Conti e Maria De Filippi anche la bellissima modella e moglie di Eros Ramazzotti Marika Pellegrinelli. La serata si apre con la finale dei giovani nella sezione “Nuove proposte” con il trionfo della nuova Napoli: Maldestro vince il premio della critica “Mia Martini” mentre Lele Esposito si aggiudica la vittoria del premio finale.

Per quanto concerne il discorso gara, non sono mancati i colpi di scena: eliminati Ron, Giusy Ferreri, Al Bano e Gigi D’Alessio. Questo tipo di risultato rappresenta un fatto epocale: nonostante il televoto fosse ripartito tra 30% giuria demoscopica, 40% televoto e 30% giuria di qualità, pare evidente che la vecchia guardia della scena musicale sia stata sobbalzata da una nuova corrente pop. Se da un lato fa scalpore l’eliminazione di due colonne della musica italiana come Ron e Al Bano, dall’altro c’è da riflettere sull’utilità di portare al Festival dei brani anacronistici che non raccontano nulla di nuovo. Discorso diverso per Gigi D’Alessio che non è riuscito a rilanciarsi nonostante un brano molto personale e un’ottima partitura musicale. Rimane il caso di Giusy Ferreri, anche lei vittima della forza social di alcune colleghe meno meritevoli, su tutte Lodovica Comello.

Pagelle

Nuove Proposte

  • Maldestro – “Canzone per Federica” fa giustamente incetta di premi. Evviva la canzone d’autore. Voto 7
  • Leonardo Lamacchia – “Ciò che resta” – Il bel canto e il rispetto della melodia classica non sono abbastanza per svoltare in un contesto affamato di novità. Voto 5.5
  • Francesco Guasti – “Universo” – Per emozionare non serve urlare. Voto 4.5
  • Lele – “Ora mai” – La genuinità riesce sempre a sdoganare i pregiudizi sui talent. Voto 7.5

Big

  • Ron – “L’ottava meraviglia” – La sua nobile missione a favore della ricerca contro la SLA è solo un altro bel tassello all’interno di un puzzle di grande prestigio artistico. Tentativo da premiare. Voto 6.5
  • Chiara –“Nessun posto è casa mia”- Un testo brutto non diventa bello nemmeno provandolo a cantare al meglio. Voto 4.5
  • Samuel – “Vedrai” – Il brano cresce sempre più ad ogni ascolto. Voto 7
  • Al Bano – “Di rose e di spine”- La sua esibizione è tenera e commovente. La voce di Al Bano resterà patrimonio della canzone italiana ma è ora di lasciare spazio a cose nuove. Voto 6-
  • Ermal Meta – “Vietato morire” – La perfettibilità di un insieme già consolidato è minima. Si attende lo sprint finale. Voto 9
  • Michele Bravi – “Il diario degli errori”-  Cresce l’intensità interpretativa di un testo importante. Voto 6.5
  • Fiorella Mannoia – “Che sia benedetta” è come una portentosa preghiera cantata con grazia e carisma. Voto 9.5
  • Clementino – “Ragazzi fuori” – Viscerale e immediato il canto di Clemente. Voto 6
  • Lodovica Comello – “Il cielo non mi basta”-  Con un’esibizione più pulita e precisa, la Comello conquista la finale senza particolare merito. Voto 4.5
  • Gigi D’Alessio – “La prima stella” – Il re del neomelodico perde lo scettro con onore. Voto 6
  • Paola Turci – “Fatti bella per te” risplende fulgidamente in un marasma di banalità. Voto 8
  • Marco Masini – “Spostato di un secondo” – Nonostante un outfit improbabile, il cantautore continua a raccogliere consensi. Voto 6
  • Francesco Gabbani – “Occidentali’s Karma” – L’artista più dissacrante di questo Festival mette un’ipoteca sulla vittoria cantando travestendosi da scimmione. Voto 8
  • Michele Zarrillo – “Mani nelle mani” – Con una performance traboccante di passione, Michele vola in finale per un ritorno in grande stile. Voto 7.5
  • Bianca Atzei – “Ora esisti solo tu”-  Calde lacrime di emozione irrorano le guance di una ragazza spesso bistrattata senza un particolare motivo. Voto 6
  • Sergio Sylvestre – “Con te” – Nonostante tutto l’impegno possibile, “Con te” non è un brano che si addice al Big Boy più tenero del mondo. Peccato. Voto 4.5
  • Elodie – “Tutta colpa mia”-  Ascolto dopo ascolto, Elodie si è trasformata in una macchina macina consensi. Voto 7
  • Fabrizio Moro – “Portami via”-  L’outsider dei finalisti conquista un posto in finale grazie alla sua consueta energia. Voto 6+
  • Giusy Ferreri – “Fa talmente male” – Giusy o la si ama o la si odia. La sua voce può risultare piuttosto molesta e il brano che ha portato quest’anno al Festival non l’ha agevolata. Voto 4.5
  • Alessio Bernabei – “Nel mezzo di un applauso”-  Il brano del giovane cantante ha un ritmo decisamente accattivante e questa è la ragione per cui avrà un sicuro successo in radio. O tempora, o mores. Voto 5

Maldestro vince il premio Enzo Jannacci. Il video della premiazione

Maldestro

Maldestro

Maldestro si aggiudica il Premio Enzo Jannacci (Prima edizione) istituito da NuovoImaie, in accordo con la famiglia Jannacci e la collaborazione di Paolo Maria Jannacci con il brano «Canzone per Federica». Ecco la cerimonia della consegna del premio sala stampa Lucio Dalla del Palafiori di Sanremo. Presenti anche Paolo Jannacci e Dodi Battaglia, portavoce del NuovoImaie.

Video: La cerimonia di premiazione di Maldestro

Ermal Meta a Sanremo con “Vietato morire”, un grande successo che arriva da lontano: “Sono un operaio della musica”

Ermal Meta

Ermal Meta

Ermal Meta è tra i grandi favoriti del 67esimo Festival di Sanremo. Conosciuto sia come autore che cantautore, l’artista ha appena conquistato il premio per la migliore cover con “Amara terra mia” di Domenico Modugno con un’interpretazione di grande impatto emotivo. Il brano che porta in gara s’intitola, invece, “Vietato Morire” così come l’album in uscita oggi per Mescal Music, di cui segnaliamo il brano si chiusura “Voce del verbo”.  Il disco sarà in vendita insieme ad “Umano” che invece sarà in omaggio. Ecco cosa ci ha raccontato l’artista.

Intervista

Come ci si sente a portare se stessi e tutta la propria sensibilità sul palco?

Quando si sale sul palco si è nudi ma è ancora meglio quando ti togli completamente anche la pelle perché così puoi raccontare meglio una storia nei dettagli.

Qual è l’obiettivo di “Vietato morire”?

La cosa più importante per me è che la canzone diventi un messaggio perché nel momento in cui le parole rimangono nel campo del personale, esse si trasformano nell’esaltazione dell’io. Il messaggio, nello specifico, è imparare a capire quando è il momento di dire no. Disobbedire è importante e necessario.

 “Vietato morire” prende ispirazione da “Lettera a mio padre”?

Sì. “Lettera a mio padre” era più rivolta verso l’interno: serviva soprattutto a me. “Vietato morire”, invece, ha più a che fare con l’espansione di un messaggio: vorrei dire qualcosa e vorrei che venisse percepito non come “Ah, che vita di merda”, se fosse stato così non lo avrei raccontato. Come diceva De Andrè: io non scrivo canzoni per dirvi perché le ho scritte. La cosa più importante è vedere cosa diventa la canzone. Nessuno osserva mai cosa diventa il seme quando germoglia, la stessa cosa avviene con le storie.

Ermal Meta

Ermal Meta

La tua sensibilità riesce ad essere colta e interpretata, ovviamente in maniera diversa, da tanti colleghi anche molto diversi tra loro. Cos’è che secondo te attrae della tua scrittura?

Non so cosa attragga però posso dire cosa attrae me nel modo di fare le cose: a me attrae la verità, non amo gli artifizi, li rigetto in ogni contesto, anche in fase di scrittura. Mi danno fastidio perché la vita è altro e cerco di riportare questa cosa nei miei testi. Per me questo è fondamentale perché altrimenti non riuscirei a riconoscermi. Chi si guarderebbe in uno specchio distorto? Ecco, l’artifizio è questo: uno specchio distorto. Un’opera, seppur breve, seppur brutta, deve rispecchiare qualcosa di reale.

Qual è una delle domande che ti fai più spesso?

Ci sono un sacco di persone pronte a odiare chiunque ed è una cosa che mi sconvolge. Quello che mi sconvolge non è l’odio che uno è pronto a lanciare gratuitamente bensì il fatto che la cosa passi totalmente inosservata. Mi chiedo perchè in tv vediamo violenza totale a qualsiasi ora con descrizioni minuziose di qualsiasi delitto, c’è del feticismo nei confronti della radice. Se due persone si baciano nessuno si gira, se due si picchiano tutti si fermano a guardare e nessuno interviene. Perchè ignoriamo la bellezza e ci concentriamo sull’orribile? Perché questo accada non so spiegarmelo ma posso fare in modo di lasciarmi travolgere dalla domanda senza avere una risposta e cercare di scrivere delle cose.

Video: Vietato Morire:

Hai ricevuto la notizia della partecipazione al Festival di Sanremo mentre eri in studio?

Sì, stavo scrivendo un pezzo completamente inedito che non vedo l’ora di registrare.

Quanto è fisiologico il tuo legame con gli strumenti e con lo studio di registrazione?

In realtà sono in studio anche senza starci fisicamente, anche in questo momento sto raccogliendo materiale per scrivere ma non ce ne accorgiamo. Per me la vita è una grande scuola. Quasi tutte le canzoni di “Vietato morire” le ho scritte in giro per gli hotel, successivamente le ho ovviamente realizzate in studio.

Sei particolarmente ricettivo dunque…

Beh, cerco di tenere le antenne ben ritte…

A proposito di antenne, ti sei sintonizzato sulle frequenze di Elisa e di Luca Vicini (Vicio dei Subsonica)…

Con Vicio abbiamo scritto un pezzo e l’abbiamo arrangiato insieme con il suo contributo al basso. Il brano è dedicato ai musicisti e s’intitola “La vita migliore”. Il duetto con Elisa è pazzesco perché è lei ad esserlo e ad averlo reso tale.

Ermal Meta

Ermal Meta

Che collegamento c’è tra i pezzi di “Umano” e quelli di “Vietato morire”?

I pezzi sono collegati l’uno con l’altro dal punto di vista emotivo. Non c’è una connessione verticale ma orizzontale. Confrontando le rispettive tracklist si possono tracciare delle linee tra i pezzi… provate a cercare i nessi nei testi!

Come vivi la dimensione live?

Amo raccogliere passione e calore ricambiando con altrettanta passione. Mi sento un operaio della musica e mi piace sporcarmi le mani.

Tra i tuoi ascolti più recenti c’è anche l’ultimo album di Brunori Sas?

Sì, certo! Trovo che sia un album stupendo, mi ha colpito l’uso delle voci e dei cori, lo trovo molto interessante. Per il resto, sono anni che Dario dimostra di saper fare molto bene ciò che fa.

Raffaella Sbrescia

I saluti Ermal Meta:

Ascolta qui l’album:

Sanremo 2017: le pagelle della terza serata.

Ermal Meta - vincitore del premio Cover - Sanremo 2017

La terza serata del 67esimo Festival di Sanremo conquista il 49,7% di share nonostante sia stata la più lunga in assoluto perché comprensiva della sfida tra gli altri 4 degli 8 giovani in gara, le 16 cover dei Big e l’esibizione dei sei Big a rischio eliminazione. Sempre affiatatissimi Carlo Conti e Maria De Filippi, tenero l’omaggio al Piccolo Coro dell’Antoniano di Bologna, suggestiva l’esibizione dell’Orquesta reciclados de cateura sulle celeberrime note di “Libertango”. Sempre più intrattenitore trasversale, Mika è stato il primo superospite della serata dispensando leggerezza e poesia, come un Willy Wonka della musica. Sempre più irriverente e libero, Crozza: le sue copertine sono ormai un appuntamento irrinunciabile. Relegata all’1 di notte, LP incanta il pubblico con “Lost on you” e “Other People” mostrandosi in tutto il suo splendore vocale. Per quanto riguarda il discorso gara: Maldestro e Lele conquistano la finale mentre il premio per la migliore cover se lo aggiudica, più che meritatamente Ermal Meta con “Amara terra mia” di Domenico Modugno (seguito dalla grintosa Paola Turci che ha cantato “Un’emozione da poco” di Anna Oxa e da Marco Masini che ci ha restituito “Signor Tenente”, una delle più belle perle di Giorgio Faletti. In chiusura i primi eliminati tra i Big: Nesli e Alice Paba insieme a Raige e Giulia Luzi lasciano il Festival testimoniando che i duetti costruiti a tavolino non funzioneranno mai.

Pagelle

Giovani

  • Maldestro: In “Canzone per Federica” la personalità dell’artista veicola al meglio il fascino di una canzone d’autore intensa e coinvolgente Voto 7.5
  • Tommaso Pini: “Cose che danno ansia” scimmiotta in modo sconclusionato una quotidianità difficile  Voto 3
  • Valeria Farinacci: La richiesta di sacrificio per tornare ad apprezzare l’importanza dei rapporti interpersonali è apprezzabile ma Valeria è ancora acerba sul palco.  Voto 4.5
  • Lele: “Ora mai” è un  r’nb melodrammatico che ci invita a non accontentarci voto 6

Big

  • Chiara: “Diamante” racchiude un doppio omaggio a due grandi della musica italiana. Il plus è l’accompagnamento del Maestro Mauro Pagani voto 6
  • Ermal Meta: con una straordinaria interpretazione di “Amara terra mia”, un grande cantautore dimostra di essere anche un appassionato interprete. Voto 10 con lode.
  • Comello: Per interpretare Mina ci vuole un coraggio immenso ma, in questo caso, più che di coraggio si è trattato di un suicidio. La versione de “Le mille bolle blu” di Lodovica è scadente e banale. Voto 2
  • Al Bano: “Pregherò”: il potere del classico vibrato non è abbastanza 5.5
  • Fiorella Mannoia: “Sempre e per sempre” descrive l’amore più vero, fedele a se stesso qualunque cosa accada. Fiorella canta De Gregori con classe, bravura ed eleganza. Voto 8
  • Alessio Bernabei: “Un giorno credi” cantata dalla nemesi di Bennato con un arrangiamento sbagliato voto 3
  • Paola Turci: grintosa e convincente la sua versione di “Un’emozione da poco” voto 7.5
  • Gigi D’Alessio: Un bell’arrangiamento realizzato da Pennino sposa la vocalità di Gigi D’Alessio ne “L’immensità”. Voto 6-
  • Gabbani con “Susanna” canta Celentano senza prendersi sul serio voto 6-
  • Marco Masini rende giustizia a “Signor Tenente” di Faletti con un ottimo arrangiamento ed una sentita interpretazione del testo. Voto 8.5
  • Michele Zarrillo: “Se tu non torni” diventa quasi uno stornello voto 4.5
  • Elodie: “Quando finisce un amore”. Nonostante la somiglianza della sua voce con quella di Emma, Elodie trova una propria chiave di lettura al brano.  Voto 6-
  • Samuel: “Ho difeso il mio amore” feat. Linea 77. Voce e carisma non sono mai mancati a Samuel, ecco perché viene da chiedersi perché abbia scelto questo brano poco adatto a lui. Il risultato non soddisfa le aspettative. Voto 4
  • Sergio Sylvestre: “Vorrei la pelle nera” feat. Soul System è fresco e divertente nonostante i problemi tecnici voto 7-
  • Fabrizio Moro: Appassionata e verace la sua interpretazione de “La leva calcistica del ’68” anche se Fabrizio si è preso un po’ troppe libertà rispetto all’originale. Voto 5
  • Michele Bravi: Con “La stagione dell’amore” di Battiato,  Michele Bravi cerca di fare leva sull’impatto emotivo. Voto 6

 Raffaella Sbrescia

 

 

Ritratti di Sanremo: Valeria Farinacci in gara nella sezione giovani con “Insieme”.

Valeria Farinacci

Valeria Farinacci

Valeria Farinacci sarà tra gli 8 protagonisti di Sanremo Giovani 2017 con il brano intitolato “Insieme” scritto insieme a Giuseppe Anastasi, già autore di alcuni grandi successi di Arisa. La giovane cantane umbra si presenta al Festival con un ricco bagaglio di esperienze di studio e di viaggio. Conosciamola meglio.

Intervista

Hai studiato Mediazione linguistica all’università e presumibilmente continuerai questi studi. In che modo questo tipo di studio influisce all’interno del tuo percorso artistico?

Sì, esiste un filo conduttore tra la mia passione per le lingue e quella per la musica e per i suoni. Inoltre molto spesso ascolto musica straniera per cui conoscere le lingue mi dà la possibilità di poter capire le parole e coglierne il messaggio. Tutte cose, queste ultime, che ho sempre cercato di portare all’interno della mia musica.

In che modo questa cosa emergerà nel tuo lavoro in uscita?

A livello di sonorità. Visto che ho dei gusti esterofili, mi piace molto Stromae ma anche la musica inglese (The XX, The Weeknd, Adele).

Che rapporto hai con Londra?

Aver vissuto un anno accademico in questa città mi ha dato l’opportunità di viverla non più da turista. Vivere il quotidiano, mi ha fatto notare anche le piccole cose a livello musicale. In quell’anno sono passati da lì tantissimi artisti, ho seguito molti concerti e ho portato tutto questo bagaglio in Italia.

Come si collegano i nuovi brani tra loro e che tipo di messaggio vorresti comunicare al pubblico?

Io e Giuseppe Anastasi ci siamo divertiti molto. Il mio Ep sarà un misto tra pop e r’n’b, abbiamo cercato di sperimentare con sonorità portate da fuori senza mai stravolgere la musica italiana.

Valeria Farinacci

Valeria Farinacci

Curioso il contrasto tra questa vena sperimentale e il contesto sanremese…

Il pezzo che porto a Sanremo è quello un po’ più tradizionale, che rispetta il festival e che ha al suo interno un messaggio importante presente in ogni testo del mio minialbum.

Ecco, parlaci di “Insieme”…

Il brano rivela un messaggio di speranza adatto ad un tipo di palco come quello del Festival.

Come si lega la tua sensibilità a quella di Anastasi?

Collaborare con un artista così importante, di fama e di successo, è sia un grande onore che una responsabilità. Noi conosciamo il suo nome perché è legato ad un artista importante come Arisa, in questo caso invece sperimentiamo presentando un progetto totalmente diverso. C’è un mettersi in discussione sia da parte mia che da parte sua. Giuseppe è un grande artista, lo ammiro e apprezzo molto.

In quale tipo di contesti vorresti portare la tua musica?

Mi piacerebbe partire dai piccoli locali perché così si fa. Sono un’emergente bisogna dare tempo al tempo e creare un percorso graduale. Devo mettere insieme i tasselli e collezionare esperienze che mi aiuteranno magari a creare qualcosa di più grande in futuro.

Quali sono le tematiche che ti interessa trattare?

Nelle mie canzoni mi rivolgo alla mia generazione. Ho 23 anni e mi interessa capire come i giovani affrontano i rapporti interpersonali. Anche nel testo di “Insieme” insisto molto sulla necessità di fare i sacrifici. Ho notato un approccio un po’ superficiale nei rapporti in generale. Auspico, quindi, un ritorno all’autenticità dei bei sentimenti. C’è bisogno di sacrificio così nel lavoro come nell’amore.

C’ è qualche altro brano che verte su questi temi?

Sì, ce n’è un altro intitolato “Dopo cena”, è il mio preferito ed è rivolto alla nostra generazione in stato di confusione. Spesso non sappiamo reagire a questo stato di cose ma io insisto nel dire che c’è bisogno di tornare coi piedi per terra e di fare sacrifici. I social ci illudono facendoci pensare che tutto possa succedere in un attimo invece è fondamentale andare avanti step by step.

Raffaella Sbrescia

Il grande ritorno di Paola Turci a Sanremo con “Fatti bella per te”. Intervista

Paola Turci

Paola Turci

Il grande ritorno di Paola Turci al Festival della Canzone Italiana è con il brano “Fatti bella per te”, scritto dalla stessa Paola con Giulia Ananìa, Luca Chiaravalli, Davide Simonetta e prodotto da Luca Chiaravalli che dirigerà l’orchestra della Rai. Paola Turci ritorna dunque in grande stile con una canzone importante, ispirata al difficile vissuto della cantautrice e contenente un messaggio universale. Questa sera Paola Turci proporrà la sua versione di “Un’emozione da poco” presentata nel 1978 da Anna Oxa
per la sua prima esibizione al Festival di Sanremo. 

Il singolo “Fatti bella per te” anticipa la pubblicazione del suo nuovo album di inediti “IL SECONDO CUORE” in uscita il 31 marzo 2017 e del TOUR  2017 anticipato da due importanti eventi live a Roma e a Milano, rispettivamente il 9 maggio a Roma, Auditorium Parco della Musica e il 22 maggio a Milano, Auditorium La Verdi – Fondazione Cariplo. I biglietti saranno disponibili sul circuito ufficiale Ticketone (sito e punti vendita) dalle ore 10 di lunedì 6 febbraio.

Intervista

Come è nato “Fatti bella per te” e che tipo di sintonia c’è con l’autrice Giulia Anania?

Il brano è stato scritto anche insieme a Luca Chiaravalli e Davide Simonetta ma l’incontro con Giulia Anania è stato uno dei più felici degli ultimi anni. Lei è la persona con la quale scrivo meglio, riesce a tirare fuori quello che rimane nascosto. La canzone è un inno alle donne, quello che canterò sarà per tutte anche se quando ho scritto il brano, l’ho scritto innanzitutto per me. Ho passato lunghi anni a fare finta di essere sicura di me stessa, a fare finta di aver superato il problema legato all’incidente invece mi sono accorta che stavo mentendo a me stessa e a tutti gli altri.

Poi cosa ha segnato la svolta?

Con uno scatto di reni ho scritto un libro ammettendo ciò che stava succedendo e da allora ho cominciato a sentirmi meglio.  Prima avevo paura del giudizio degli altri, ora che ho compiuto questo scatto in avanti, mi presento a Sanremo completamente rinnovata.

Parlaci di “Fatti bella per te”

Il tipo di canzone è totalmente nuovo. Il brano è grintoso ed è tanto suonato. Non ho mai portato una canzone cantando a voce così alta. Il brano è, in sintesi, il risultato di un cammino che ho fatto e che mi aiutata. Certo, qualche paura rimane ma non mi faccio più intimidire o condizionare da questo tempo che porta in primo piano un giudizio superficiale. Sto bene, sono contenta.

Il brano è figlio del monologo “Mi amerò lo stesso” che hai portato al Teatro Menotti di Milano?

Giulia è venuta a vedermi, lì è nata la frase “Fatti bella per te”. Giulia l’ha pensata, l’ha immaginata guardando questo monologo che ha rappresentato un altro importante passo in avanti per me. Ventiquattro anni fa ho interrotto il sogno di diventare attrice. Dopo aver fatto un anno di teatro, stavo facendo provini a Cinecittà, avevo un’agenzia poi incontrai Ettore Scola e Monicelli. Tutto sembrava andare per il verso giusto poi quando l’incidente mi ha cambiato i connotati, ho chiuso il sogno in un cassetto senza mai ripensarci fino a quando Emilio Russo mi ha proposto di portare in scena la mia storia dopo aver letto il libro che avevo scritto. Salire su quel palco mi dava la sensazione di scalare una montagna dopo 20 anni che non fai allenamento. Per me è stato un fatto importante e imponente.

Paola Turci

Paola Turci

Chi ti ha colpito tra i big?

Quella di Elodie è stata la più bella performance, il suo canto è stato impeccabile. Aldilà del giudizio sulle canzoni, a me importa il modo in cui si cantano le parole, questa ragazza di 26 anni mi ha dato una lezione.

Come mai hai scelto come cover un “Un’emozione da poco”?

La scelta è stata immediata, è venuta fuori spontaneamente. Ho pensato al Festival e ho pensato che la prima volta che ho guardato Sanremo a 13 anni, vidi Anna Oxa e mi colpì profondamente per tanti motivi. La mia versione sarà totalmente diversa.

 Raffaella Sbrescia

Video: Fatti bella per te

Festival di Sanremo: le pagelle della seconda puntata.

Il bacio tra Robbie Williams e Maria De Filippi

Il bacio tra Robbie Williams e Maria De Filippi

La seconda serata del 67esimo Festival di Sanremo ha regalato meno emozioni della prima eppure gli ascolti si sono assestati al 46,6%. Più rilassata la conduzione di Carlo Conti e Maria De Filippi ma meno accattivanti le canzoni in gara. Tra gli ospiti ha spiccato la performance raffinata e potente di Giorgia, sul palco sanremese con il nuovo singolo “Vanità” ed un medley dei suoi successi storici. Breve ed esilarante l’intervento di Robbie Williams che ha persino baciato Maria De Filippi. Divertente e spassoso il verace capitano giallorosso Francesco Totti. Brillante la copertina di Crozza, assolutamente scadente l’esibizione del trio comico romano composto da Insinna, Cirilli, Brignano. Per quanto riguarda la gara: gli eliminati tra i giovani sono Marianne Mirage e Braschi mentre a rischio eliminazione tra i Big troviamo Nesli e Alice Paba, Bianca Atzei, Raige e Giulia Luzi.

Le pagelle

I giovani:

  • Marianne Mirage: “Le canzoni fanno male” è un brano raffinato e stiloso e Marianne lo interpreta con classe e potenza vocale. Voto 8
  • Francesco Guasti: “Universo” ci invita a riflettere su quello che ci circonda e Francesco lo canta in modo accorato e credibile. Voto 7
  • Braschi: “Nel mare ci sono i coccodrilli” si è mostrato un brano debole rispetto agli altri in gara e Braschi non era particolarmente carico sul palco. Voto 5
  • Leonardo Lamacchia: “Ciò che resta” è un brano dal testo intenso e dalla melodia tradizionalista. Voto 5.5
Francesco Gabbani

Francesco Gabbani

Big:

  • Bianca Atzei: con “Ora esisti solo tu” Bianca torna a Sanremo con un altro brano di Kekko Silvestre. Sebbene la sua interpretazione sia stata buona e molto più misurata rispetto al passato, il brano è privo di mordente. Voto 5
  • Marco Masini: nuove sonorità per l’artista giunto al suo ottavo Sanremo. “Spostato di un secondo” ci fa rivivere un potenziale remake di “Sliding Doors”. Voto 7
  • Nesli e Alice Paba: In “Do retta a te” i due appaiono dolci e affiatati eppure la sottile voce di Alice non riesce a trovare l’amalgama perfetta con quella di Nesli. Voto 4.5
  • Sergio Sylvestre: “Con te” è una ballad strappalacrime ma ieri Sergio era molto emozionato e le troppe imprecisioni hanno penalizzato la performance nel suo complesso. Voto 4.
  • Gigi D’Alessio: “La prima stella” nasce da emozioni nobili ma Gigi è sempre uguale a se stesso. Voto 4
  • Michele Bravi: “Il diario degli errori” è un brano doloroso e delicato. La voce fragile di Michele o si ama o si odia. La sua interpretazione necessita di più ascolti per essere capita a fondo. Voto 5.5
  • Paola Turci: “Fatti bella per te” ci restituisce Paola in una nuova veste musicale. Grinta, voce, arrangiamento e contenuto. Voto 8
  • Francesco Gabbani: “Occidentali’s karma” è il tormentone ufficiale di questo Sanremo. Ironico e dissacrante, Gabbani diverte si diverte. Voto 9
  • Michele Zarrillo: “Mani nelle mani” è il manifesto del neoclassicismo. Garanzia di qualità. Voto 6.5
  • Chiara: “Nessun posto è casa mia” è un brano piatto e questa cosa penalizza anche Chiara, protagonista di un’esibizione poco carismatica. Voto 5
  • Raige e Giulia Luzi: “Togliamoci la voglia” è un brano sfizioso ma c’è da chiedersi il perché del duetto. Ottimo Raige, molesta la Luzi. Voto 5

Raffaella Sbrescia

Braschi a Sanremo con “Nel mare ci sono i coccodrilli” presenta l’album “Trasparente”

TRASPARENTE_cover

Braschi è tra le nuove proposte della 67esima edizione del Festival di Sanremo con il brano “NEL MARE CI SONO I COCCODRILLI”. L’abbiamo incontrato per conoscerlo e farci raccontare qualcosa in più in merito a “TRASPARENTE”, l’album di inediti che uscirà il 10 febbraio.

La storia del giovane cantautore si snoda tra Santarcangelo di Romagna, la sua città natale, e gli Stati Uniti, dove ha già registrato e portato in tour il suo primo EP, RICHMOND. Il suo secondo album, TRASPARENTE, è stato scritto di suo pugno e uscirà per iMean Music & Management, l’etichetta di Roberto Mancinelli nata tra Milano e New York che ha scelto di debuttare con Braschi proprio per il suo respiro internazionale, e sarà distribuito da Artist First.

Intervista

Cosa racchiude “Nel mare ci sono i coccodrilli”, cosa racconterà di te e cosa vorresti comunicasse al pubblico?

Quello che voglio comunicare con questa canzone è quanto mi consideri fortunato. Forse è banale ma sarà un momento di tre minuti per dire “Ok, va bene così”.

A cosa ti sei ispirato per le tematiche che hai scelto di trattare negli altri brani inediti?

Gli ambiti attorno a cui ruota il cantautorato sono di base sempre gli stessi: amore, morte, odio, Dio. Sta a chi scrive cercare un’angolatura originale e personale.

Perché il disco s’intitola “Trasparente”?

All’interno dell’omonimo brano c’è una frase che identifica questo disco “come se si potesse evidenziare la linea della vita con un evidenziatore giallo sulla mano”; ecco il mio disco si chiama “Trasparente” perché ho disegnato in modo intellegibile e chiaro il mio ultimo anno e mezzo. Questo è il senso del lavoro.

Braschi

Braschi

Come ti approcci alla scrittura? Nasce prima il testo o la musica?

Non c’è una regola, può nascere una frase su cui ricamare pensieri e musiche o, più semplicemente, un motivetto che entra nella testa. Essendo un emergente, comunque, non mi sentirei di dare una ricetta.

Hai presentato “Trasparente” alla Casa Italiana Zerrilli Marimò NYU, importante polo di socializzazione e interscambio culturale a cavallo tra Stati Uniti e Italia e a Brooklyn. Come è andata?

L’esperienza americana, esattamente come ogni volta, è stata positiva e formativa. Ho presentato il disco in due showcase, io e i miei musicisti abbiamo concentrato l’esibizione sul disco e sugli inediti con delle anticipazioni acustiche.

Poi è uscito finalmente il videoclip de “Nel mare ci sono i coccodrilli”, com’è strutturato?

Allo stesso modo del brano a cui è ispirato, il video cerca di analizzare le varie fasce sociali: il business man  di Wall Streeet, l’uomo che dorme in metro, quello che pranza nel ristorante sulla 5th Avenue, quello che prende un hot dog nel Bronx. La canzone parla dell’importanza del nascere da una parte o dall’altra e dell’indecifrabilità del destino.

Quali sono i tuoi ascolti e le tue influenze?

Senz’altro i cantautori in generale. Coloro che danno un valore alle canzoni e danno un peso al messaggio veicolato dalle parole: De Andrè, De Gregori, Dylan, Springsteen.

Solo vecchia scuola o anche contemporanei?

No, anche contemporanei! Faccio l’esempio di Ermal Meta. credo sia un ottimo cantautore.

E Brunori?

Ha fatto un grandissimo disco, c’è l’ho in loop in macchina. Mi piace molto e credo sia uno dei più grandi esempi di come scrivere canzoni nel 2016/2017 possa avere ancora una valenza sociale.

E i tuoi compagni di Sanremo Giovani?

Alcuni li conoscevo già, altri li ho conosciuti qui. Stimo Marianne Mirage con cui condivido la provenienza geografica.

Per quanto riguarda l’aspetto manageriale, senti la responsabilità di essere il primo artista di iMean Music & Management?

Siamo parti insieme e per questo mi considero privilegiato. Roberto Mancinelli, il mio manager, dopo tanti anni in Sony ha deciso di uscire fuori dalle strutture e delle dinamiche di una major discografica partendo con questa nuova realtà concepita tra Milano e New York. Ci siamo semplicemente trovati.

Che idee hai per il tour?

Sono in via di definizione nuove date e saranno tante. Con me ci saranno i musicisti che mi seguono da tanto tempo e che saranno anche sul palco dell’Ariston con me;  li ho voluti a tuti i costi perché sono quelli che hanno vissuto ogni singolo momento di questo mio percorso artistico.

 Video: “Nel mare ci sono i coccodrilli”

http://www.vevo.com/watch/IT2UR1700002

 

TRACK LIST

01. TRASPARENTE (F. Braschi)

02. TERRA DEL FUOCO (F. Braschi)

03. OCCHIALI A SPECCHIO (F. Braschi, M.Marches)

04. NEL MARE CI SONO I COCCODRILLI (F. Braschi / F. Braschi, M.Marches)

05. LA SEDIA CON LE ALI (F.Braschi-F.Braschi M.Marches)

06. OGNI CATTIVO GIORNO (F.Braschi)

07. ACQUA E NEVE (F.Braschi)

08. PER EFFE (F.Braschi)

09. NEL MARE CI SONO I COCCODRILLI (WITH ORCHESTRA) (F. Braschi / F. Braschi, M.Marches)

10. SANTA MONICA  (feat. Calexico, 2013) (F.Braschi)

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