“Siamo noi la scelta”: intervista a Paolo Simoni

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Tra razionalità e sogno, tra poesia e lucidità. Questi i binari sui quali si snoda “Noi siamo la scelta”, il nuovo album di Paolo Simoni, un concept album che ha come tema centrale la generazione dei trentenni di oggi, quelli che hanno il coraggio di vivere e rimanere in Italia, o quelli per i quali la sola “scelta” è andare a lavorare e a vivere lontano da casa. “Il vuoto di questo tempo, si accomoda nello stomaco senza chiedere permesso” e allora ti rendi conto che le parole scritte e cantate da Paolo parlano non solo di chi ha trent’anni, ma vanno dritte al cuore di chi di anni ne ha venti, quaranta, cinquanta, parlano di tutti noi, di tutti gli eroi “che non mollano mai”. Ritratti di Note ha incontrato Paolo Simoni durante il tour di promozione dell’album.

Paolo, in quest’album parli ai trentenni di oggi, a quelli che vivono in Italia, a quelli emigrati all’estero. In realtà il messaggio di “Noi siamo la scelta” è molto “trasversale” e parla in qualche modo a più generazioni.

Sì, assolutamente. E’ un concept album perché visto e scritto da un trentenne ma nelle cose che questo trentenne dice si rispecchiano anche quelli che hanno passato i trenta o addirittura quelli molto più giovani. Ci sono ragazzi di 17 anni che mi scrivono dicendomi che si ritrovano in quello che dico. In realtà un messaggio è un messaggio, e come tale, non ha età e va dove deve arrivare…

Paolo, da Giuliana che tutti chiamano da sempre Giuly, ho amato al primo ascolto il pezzo che si intitola proprio “Giuly”, e che afferma una grande verità: Dietro ogni grande paura c’è sempre una grande risata…

Si, è vero. Ridere dopo che la paura è passata, dopo che le cose sono state superate. E’ quello che ci dicevamo sempre io e Giuliana, la mia insegnante di vita, che ora non c’è più ma che vive in un’altra dimensione. Io la ringrazio perché ha forgiato sin da quando ero giovanissimo il mio modo di essere, il mio modo di fare musica, di essere artista. Lei era una pittrice. Ho trascorso tante ore nel suo atelier, in pomeriggi meravigliosi con tanti altri artisti, e siccome ho letto da qualche parte che quando si arriva a trent’anni, si lasciano in qualche modo i propri maestri per proseguire da soli, ho scritto questa canzone per ricordarla, per celebrarla, ma soprattutto per ringraziarla. Ecco la storia di questa canzone…

Video: Ci sono cose che ti cambiano

Ed è proprio vero che “il maestro arriva quando l’allievo è già sulla strada”…

Si, certo, è proprio così. Quando l’allievo è pronto, il maestro si mostra. Almeno, a me è successo così…

So che tra le cose che “ci cambiano”, ma che hanno cambiato soprattutto te, c’è la musica…

Tutti i miei grandi cambiamenti nella vita, sono stati sempre legati alla musica, con le esperienze che mi ha fatto fare, con le strade incerte che mi ha fatto prendere. In fondo a strade non asfaltate la musica mi ha fatto sempre trovare un fiore, mi ha fatto apprezzare cose che prima non apprezzavo e mi ha portato a vedere le cose in un modo diverso. Si, la musica mi ha regalato cambiamenti enormi….

Paolo, il tuo strumento principe è il pianoforte, anche se tu sei un polistrumentista. Una nota simpatica: è vero che a soli due anni, hai distrutto una batteria che ti era stata regalata?

Si, è vero, era una batteria di marca, molto in voga a quell’epoca, un po’ in plastica, un po’ rigida, regalatami da mia nonna. Ho capito subito che non ero portato per fare il batterista. Poi ho iniziato con il pianoforte e la chitarra. Però, visto che i miei genitori hanno sempre avuto un ristorante sulla riviera, in Emilia Romagna, spesso prendevo le padelle e le pentole, le giravo, andavo in cortile e ci spezzavo sopra quei magnifici cucchiai lunghi di legno che si usavano per girare la polenta. Diciamo che ho iniziato con la cattiveria, poi mi sono ravveduto…

Ti dico in punta di piedi una cosa che di sicuro riceverai con lo stesso sentimento. Quando leggo i tuoi testi ed ascolto le tue canzoni, mi sembra di rileggere e riascoltare un grande artista con il quale hai duettato: Lucio Dalla…

Questa è una cosa che mi dicono in tanti ed io ci tengo sempre a specificare che “lui era lui” ed io sono io. Il fatto di scrivere e cantare in un certo modo è riconducibile a Lucio e alla scuola emiliana ma poi ognuno ha le proprie storie. Io ho avuto dei riferimenti culturali molto precisi nell’adolescenza e Lucio fa parte di questi, poi l’ho conosciuto, ci ho anche lavorato ed è come se si fosse creato un sigillo da questo punto di vista. Io credo che i riferimenti musicali e culturali siano molto importanti nella vita di un artista, sono quelli che vanno a definire il proprio percorso; grazie per l’accostamento ma come recita la canzone con la quale abbiamo duettato insieme “Io sono io, Tu sei tu”, e Lucio era Lucio…

Questa la tracklist del disco: “Il vuoto di questo tempo”, “Io non mi privo”, “Noi siamo la scelta”, “Lascia la tua impronta”, “Ho conosciuto l’amore”, “Una reazione”, “Ci sono cose che ti cambiano”, “Giuly”, “Suona pianoforte”.

Giuliana Galasso

 Ascolta qui l’album:

Francesco De Gregori: esce oggi “Backpack” con tutti i 32 album ufficiali

Francesco De Gregori

Francesco De Gregori

Oggi, venerdì 2 dicembre, esce “BACKPACK” (Sony Music Italy), un box i con tutti i 32 album ufficiali, di studio e dal vivo, di FRANCESCO DE GREGORI, rimasterizzati e riprodotti con le loro copertine originali. “Backpack” contiene anche un libro di 268 pagine che racconta la storia degli album con schede scritte da Enrico Deregibus e corredate da foto storiche ed inedite.

Questi tutti i dischi presenti in “Backpack”“Theorius Campus” (1972), “Alice non lo sa” (1973), “Francesco De Gregori” (1974), “Rimmel” (1975), “Bufalo Bill” (1976), “De Gregori”(1978), “Banana Republic” (1979), “Viva l’Italia” (1979), “Titanic” (1982), “La donna cannone” (1983), “Scacchi e tarocchi” (1985), “Terra di nessuno” (1987), “Mira Mare” (1989),“Catcher in the sky” (1990), “Musica leggera” (1990), “Niente da capire” (1990), “Canzoni d’amore” (1992), “Il bandito e il campione” (1993), “Bootleg” (1994), “Prendere e lasciare” (1996), “La valigia dell’attore” (1997), “Amore nel pomeriggio” (2001), “Fuoco amico” (2002), “Il fischio del vapore” (2002), “Pezzi” (2005), “Calypsos” (2006), “Left & Right” (2007), “Per brevità chiamato artista” (2008), “Pubs and clubs live @ The Place” (2012), “Sulla strada” (2012), “Vivavoce” (2014), “De Gregori canta Bob Dylan – Amore e Furto” (2015).

FRANCESCO DE GREGORI ha da poco concluso il suo AMORE E FURTO tour 2016”, durante il quale ha presentato live nelle principali città italiane l’ultimo disco “De Gregori canta Bob Dylan – Amore e Furto”.

Inoltre, De Gregori ha recentemente pubblicato “Passo d’uomo” (Laterza), conversazione con Antonio Gnoli, dove per la prima volta l’artista si racconta attraverso una serie di conversazioni tra pensieri, ricordi ed emozioni.

Ermal Meta: da autore a protagonista del palco. L’epopea di un artista a tutto tondo

Ermal Meta - Umano in tour

Ermal Meta – Umano in tour

Cos’è che fa la differenza quando gratifichiamo una persona al punto da definirla artista? Io credo che si tratti della capacità di arrivare dritti al cuore con una disarmante facilità. Questo è, ad esempio, il caso di Ermal Meta che, in qualità di autore, musicista e compositore, è riuscito ad insediarsi a pieno titolo tra gli artisti più amati sia dal pubblico che dagli addetti ai lavori nonché dai colleghi. Nel tempo abbiamo imparato ad apprezzare le sue canzoni, dapprima quando era nella band La Fame di Camilla, poi come firma di brani portati al successo da noti interpreti come Francesco Renga, Emma Marrone, Marco Mengoni e tanti altri. Oggi lo riscopriamo nelle vesti di solista e padrone del palco de La Salumeria della Musica a Milano. Quello che sorprende durante l’attesa del concerto, è la presenza di un pubblico decisamente eterogeneo, una tangibile dimostrazione del fatto che l’ultimo album di inediti pubblicato da Ermal, intitolato “Umano” e la sua partecipazione al Festival di Sanremo hanno decisamente ampliato la forbice di ascolto. La delicatezza delle parole, la cura degli arrangiamenti e l’empatia emotiva suscitata da una vocalità multisfaccettata sono i crismi che rendono ogni brano in scaletta passibile di emozione.

Ermal Meta - Umano in tour - Milano

Ermal Meta – Umano in tour – Milano

La setlist, suddivisa in tre parti, ha messo in piazza brani traghettati da La Fame di Camilla, tra cui Come il sole a mezzanotte, Buio e luce, Crescere, La rivoluzione ed una versione acustica di Due lacrime da brividi. Molti i pezzi estrapolati dal suo album “Umano,” a partire dalla titletrack all’attuale singolo in rotazione radiofonica Gravita con me passando per Pezzi di paradiso, Bionda, la toccante Lettera a mio padre e Volevo dirti. Ben fatto anche l’omaggio a Leonard Cohen con una versione intimista di Hallelujah. Spazio anche per qualche brano di cui conoscevamo solo l’Ermal autore come Straordinario (Chiara Galiazzo) e Occhi Profondi (Emma Marrone) scritto insieme all’amico e collega Dario Faini, presente al concerto insieme a Niccolò Agliardi. Il finale è tutto all’insegna delle hits: Odio le favole, cantata a squarciagola da tutti e la preziosa A parte te, il gioiello più bello tenuto da parte fino all’ultimo per concludere al meglio una serata da ricordare.

Raffaella Sbrescia

 

My Gravity Girls: ecco primi due volumi della tetralogia “Irrelevant Pieces”

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Perdita, amore, speranza, silenzio. Ecco i capisaldi di “Irrelevant Pieces” la prima tetralogia firmata da My Gravity Girls, il progetto discografico nato a giugno 2013 che riunisce le menti e gli strumenti di Claudio, Mattia, Pietro, Simone C, Simone G. Dopo aver ascoltato i primi due capitoli di quest’opera, è già possibile sbilanciarsi tracciando i tratti fondamentali che contraddistinguono questa nuova realtà musicale made in Italy (più precisamente Parma). L’estrema rarefazione che fa da caposaldo nel primo volume è la tangibile testimonianza di un radicato senso di alienazione e smarrimento che confluisce all’interno di una miscela sonora ectoplasmica dal fascino ipnotico. Quattro tracce intime prendono vita dai meandri più oscuri del subconscio poi i sussurri si materializzano in parole di canzoni folktroniche. Che sia una calda lacrima o un inaspettato sorriso, My Gravity Girls riescono a generare reazioni emotive. Tra tutte le tracce ascoltate segnaliamo la bellezza onirica di “Whispers” e l’ imponenza epica di “Desert Storm” che, nel chiudere il secondo di quelli che saranno quattro volumi in tutto, ci infonde la consapevolezza che si tratterà di qualcosa che ci resterà stampato nel cuore.

 Raffaella Sbrescia

Credits:
All songs performed by My Gravity Girls
Produced by My Gravity Girls and Marco Canepa
Recorded at Drumcode studio and Home
Mixed by Marco Canepa
Mastered by Stefan Noltemeyer

Ascolta qui l’album:

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