Un’allegra miscellanea di suoni, generi e richiami. La musica di Jeane Louis Galice, in arte Jain è stata protagonista al Tunnel di Milano. Avevamo già avuto modo di apprezzare la performance della francesina migrante sul palco del GQ FreakOut 2016, lo scorso 18 settembre, stavolta invece sul main stage c’era soltanto lei per cantare dal vivo tutte le canzoni contenute nel suo fortunato album “Zanaka”. I suoi testi sono intrisi di partenze e arrivi ma la sua musica, in gran parte riprodotta da una loop station, è quello che lei stessa ha definito “meltin’ pop”, ovvero una miscela musicale in cui è possibile trovare di tutto. Più nello specifico si tratta di una base pop con dei richiami al soul, electro, afro, hip hop. Padrona del palco, dei testi, di se stessa, Jain si mostra soprattutto “padrona” del pubblico assolutamente galvanizzato dalla sua presenza scenica. Con la sua tutina a pantaloncino e lunghe trecce scure, Jain è minuta ma scatenata, salta, balla, incita il pubblico all’interazione trasformando il concerto in un’intima festa tra amici. Saranno stati gli anni trascorsi in Congo e negli Emirati Arabi, la forza di Jain sta proprio in questa spiccata ecletticità e nei forti contrasti in grado di conquistare anche i detrattori più accaniti.
Peter Cincotti live @Blue Note ph Francesco Prandoni
Vi è mai capitato di attraversare via Borsieri a Milano sotto Natale? Beh, fatelo e possibilmente fermatevi al Blue Note. Noi l’abbiamo fatto per andare ad ascoltare Peter Cincotti, per il concerto notturno delle 23.30 dello scorso 17 dicembre e possiamo tranquillamente affermare che ne è proprio valsa la pena. Pianista, songwriter e produttore newyorchese, con origini italiane, Cincotti, ha chiuso la breve tranche di concerti italiani nello storico locale meneghino per una presentazione in anteprima del prossimo album “Long Way from Home” (la cui uscita è prevista nella primavera del 2017). Accompagnato da Lex Sadler (basso e sintetizzatori) e da Joseph Nero (batteria), Peter si è mostrato in grande forma. Intrattenitore, performer ma soprattutto musicista, Cincotti è riuscito a rinverdire tutto il proprio repertorio e a dare un certo appeal alle nuove canzoni grazie alla sua invidiabile padronanza del pianoforte.
Peter Cincotti live @Blue Note ph Francesco Prandoni
Tra melodie blues, ballate romantiche, pezzi infuocati e altri dalle influenze più elettroniche, le canzoni di Cincotti si rivestono di genuinità e di eleganza vintage. Su tutte evidenziamo “Sound of Summer”, quella che lui stesso descrive come “una canzone sull’infanzia, su quel momento inafferrabile in cui perdiamo l’innocenza”. La dedica alle origini tricolori insita in “Palermo” e “Roman Skies”, quest’ultima scritta sul sedile posteriore di un taxi mentre si trovava proprio a Roma e “Nothing’s enough”; un suadente effluvio di note intinte nello scintillìo dell’Upper East Side di Manhattan.
Quarto appuntamento con “LE VOCI ed il GUSTO – incontri saporiti tra musica, luoghi d’arte e storie diverse” la rassegna a cura di Gabriella Rinaldi per Napolidaorainpoi. Mercoledì 21 dicembre alle ore 19, la Chiesa di S. Aniello a Caponapoli ospita il concerto “CANTI DI NATALE DAL MONDO” e la presentazione in anteprima dell’omonimo cd di NA≥DOP Ensemble (il collettivo che riunisce cantanti, musicisti e artisti che aderiscono al progetto di Napolidaorainpoi) contenente i brani tratti dallo spettacolo. Nell’evocativa cornice di una delle più antiche chiese monumentali di Napoli, restaurata e restituita alla collettività nel 2011, va in scena l’evento che riunisce sette tra le più belle voci partenopee, promosso dall’Assessorato al Turismo e Cultura del Comune di Napoli e dalla Regione Campania, nell’ambito di “Arte e Cultura per EXPOST”, in collaborazione con Legambiente.
“CANTI DI NATALE DAL MONDO” è un racconto sulla Natività. Un caleidoscopico viaggio musicale attraverso le tradizioni popolari di tutto il mondo, dove le voci di sette cantanti tessono armonie e ritmi vocali emozionanti, riunendo in un unico racconto sonoro le suggestioni del Natale messicano, celtico, brasiliano, cileno, inglese e ovviamente napoletano.
Con la direzione artistica di Brunella Selo, le voci di Fiorenza Calogero, Simona Carosella, Annalisa Madonna, Antonella Monetti, Cristina Pucci, Gabriella Rinaldi e della stessa Selo, si uniscono alle note di Max Carola (chitarra), Pino Chillemi (mandolino e chitarra), Dario Franco (basso elettrico), Salvatore Torregrossa (tastiere e fisarmonica), Antonino Talamo (percussioni), Gianluca Rovinello (arpa) e Michele Signore (lyra pontiaca e violino), celebrando la spiritualità catartica e rituale contenuta nella musica, che va oltre ogni credo religioso. Un repertorio che spazia dai canti irlandesi e andini alla canzone popolare nostrana con incursioni nella tradizione portoghese e anglosassone.
Il CD, registrato tra ottobre e novembre 2016 al MaxsoundVibe Studio, contiene i 12 brani: 1) Halleluja celtico (tradizionale); 2) Bethlehem down (Bruce Blunt – Peter Warlock); 3) La leggenda del lupino (Roberto De Simone); 4) Rin del Angelito (Violeta Parra); 5) Ay para Navidad (tradiz.); 6) Rosa d’argento e rosa d’amore – (tradiz. elaborazione Roberto De Simone) – La Santa Allegrezza (tradiz.); 7) The light of Christmas morn (tradizionale); 8) Vespera de Natal (Adoniran Barbosa), 9) Have yourself a Merry little Christmas (Hugh Martin – Ralph Blane); 10) Tão bom que foi o Natal (Chico Buarque de Hollanda); 11) Boas festas (Assis Valente); 12) Todo cambia (Julio Numhauser).
Il cd esce su etichetta MAXSOUND e sarà possibile ordinarlo attraverso il sito www.nadop.it o con Musicraiser dove, fino all’11 gennaio 2017, è attiva una campagna di crowdfunding. Lo si potrà ritirare in forma fisica ai concerti e/o richiederne la spedizione a casa. Dal 21 dicembre, inoltre, sarà disponibile per il download su Itunes e tutte le altre piattaforme digitali.
La produzione artistica ed esecutiva è di Max Carola e Gabriella Rinaldi.
Come consuetudine negli appuntamenti di Napolidaorainpoi, al termine del concerto, AMD – Green Feel Ecovillaggio, partner nella rassegna, offrirà ai presenti una degustazione di prodotti bioe a KM0 provenienti dagli orti sociali dell’Ecovillaggio. Incontri saporiti dunque, ancora una volta a testimonianza di una bella esperienza di sinergie possibili per la diffusione e la valorizzazione di una cultura sostenibile nel rispetto per l’ambiente.
Il sipario è ormai calato sull’edizione numero 10 di X Factor Italia. Sul gradino più alto del podio si sono piazzati i Soul System, una band, inizialmente scartata dal proprio giudice Alvaro Soler, poi riscattatosi con l’invito ad aprire i suoi prossimi concerti italiani, che fin dalle prime battute del proprio percorso ha seminato per raccogliere il favore ed il consenso del pubblico grazie ad un’evidente forza trascinatrice. Aldilà di quello che potrà essere il loro futuro discografico, è stato sinceramente impressionante vedere come tutto il Mediolanum Forum di Assago si sia esaltato proprio in occasione del loro medley finale. Ma procediamo con ordine: quasi tre milioni di telespettatori hanno seguito la finale, trasmessa anche in chiaro su TV8, oltre che sulle frequenze Sky e Now tv. Sarà forse per questo che la prima eliminata della finalissima sia stata la grande favorita Roshelle. Probabilmente il pubblico non le ha perdonato la scelta di esibirsi con i Clean Bandit, in occasione di quello che avrebbe dovuto essere un duetto e che invece non è stato tale. La formula musicale introdotta dalla giovane rapper amante della melodia non ha fatto breccia nel cuore del pubblico più tradizionalista. Eppure anche il duetto dei vincitori con Baby K e Giusy Ferreri sulle note di “Roma Bangkok” non è stato assolutamente esaltante. Molto intenso, invece, l’incontro di voci tra l’eccellente Giorgia e la seconda classificata Gaia Gozzi (team Fedez). La giovane concorrente si è mostrata all’altezza del brano “I will Pray” sfoderando padronanza vocale e potenza espressiva. Deludente la prestazione di Eva (team Agnelli): la ragazza, visibilmente emozionata al cospetto di Carmen Consoli, per la prima volta ospite in un talent show, ha dimenticato le parole del testo de “L’ultimo bacio”, sciupando così la sua occasione più importante. Sul fronte ospiti, bella l’apertura con i One Republic che hanno anche presentato l’ultimo singolo “Let’s hurt tonight”. Molto suggestiva anche l’esibizione di Ligabue, con tanto di band al seguito, che ha cantato “G come Giungla”, tratto dall’ultimo album “Made in Italy” e “Balliamo sul mondo” per evocare gli inizi della sua carriera musicale. Tra le considerazioni di carattere generale va annoverato un fastidioso accanimento di una parte del pubblico nei confronti di Arisa, fischiata praticamente ad ogni intervento. Decisamente sottotono la giuria tutta, impeccabili, come di consueto, le messe in scena, ideate da Luca Tommassini e realizzate dal suo collaudato staff. Nonostante la magnificenza e la pompa magna delle scenografie, dei costumi e delle coreografie, rimane comunque la sensazione che sia mancato qualcosa a questa edizione di X Factor. Si spera che, già a partire dai prossimi casting, venga maggiormente valorizzata la tradizione musicale italiana al fine di dare la possibilità ai più giovani di scoprire e apprezzare la propria cultura nonchè le proprie radici. Non serve scimmiottare le star internazionali, alla musica italiana serve una potenziale star che possa esportare all’estero il nostro eccellente background.
Papa Francesco e Claudio Baglioni Per gentile concessione dell’Osservatore Romano, Città del Vaticano
AVRAI è il concerto-evento a scopo benefico che Claudio Baglioni terrà sabato 17 dicembre 2016 nel più grande auditorium del mondo: l’Aula Paolo VI, in Città del Vaticano. La manifestazione – nata in occasione del 200° anniversario del Corpo della Gendarmeria Vaticana, promotore della serata con la Fondazione O’scia’ Onlus – sarà l’occasione di un’importante raccolta fondi. Quanti hanno collaborato alla costruzione di “Avrai” con Claudio Baglioni, nella giornata di mercoledì 14 dicembre 2016, hanno illustrato a Papa Francesco in un’udienza privata senso e finalità del progetto – ispirato da una Sua indicazione – consegnando al Santo Padre i primi 500mila euro raccolti per i bambini di Bangui e del Centro Italia.
La serata di sabato 17 dicembre verrà trasmessa in mondovisione attraverso Rai Italia e le emittenti televisive cattoliche collegate con il CTV, e via radio, in diretta mondiale, a reti unificate, da Radio Vaticana, RTL 102.5 e Radio Zeta l’Italiana. La data del 17 dicembre 2016, coincide con una ricorrenza particolarmente cara al mondo intero: l’ottantesimo compleanno del Santo Padre. Un concerto-evento unico, eccezionale, irripetibile, con generi musicali e brani tematici che si mescolano ad alcune tra le più belle canzoni natalizie, tradotte e adattate in italiano.
Baglioni si esibirà con un’orchestra sinfonica di settanta elementi, con il suo super-gruppo di dieci tra musicisti e vocalist, e con il coro Giuseppe Verdi di Roma, formato da oltre sessanta voci. Il racconto musicale si intreccerà agli interventi di Isabella Ferrari, Donatella Finocchiaro, Beppe Fiorello, Vinicio Marchioni, Laura Morante, Giorgio Pasotti, Alessandro Preziosi, Gigi Proietti e Nicoletta Romanoff, che daranno voce alle parole con le quali Papa Francesco invita a riflettere sul cammino dell’umanità, e alle toccanti testimonianze di Don Riccardo Agresti, Lucia Annibali, Pietro Bartòlo ed Erri De Luca.
Claudio Baglioni
Due le importanti finalità benefiche della manifestazione. La prima, nata la scorsa primavera su indicazione di Papa Francesco, consiste in un programma di aiuti all’ospedale di Bangui – capitale della Repubblica Centrafricana – colpita da anni da una guerra civile, placatasi con la storica visita di Papa Francesco, che ha portato all’elezione di un Presidente e ad una pace che si prospetta duratura. Gli aiuti saranno destinati alla costruzione del padiglione di pediatria (reparto malnutrizione), alla formazione di medici cosi come alla scuola di specializzazione in pediatria. Il tutto sarà seguito dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. La seconda finalità, riguarda la costruzione di una intera struttura destinata ai bambini di una delle aree colpite dal recente sisma del Centro Italia.
Il progetto AVRAI parte, su indicazione del Santo Padre, dal cuore dell’Africa e arriva nel cuore d’Italia per costruire attività e opere a favore del mondo dei bambini tutti. Distanti e vicini. In un abbraccio partecipe e solidale che va da chi vive da sempre condizioni difficili a chi le vive in questo momento. La quasi totalità degli operatori telefonici, vista la rilevanza delle finalità e l’ unicità del progetto, ha concesso dal 1 dicembre al 21 dicembre p.v. il numero solidale 45523 per un’ulteriore raccolta a sostegno degli obiettivi sopradescritti, che si aggiungerà alle donazioni della serata del 17 dicembre. Il valore della donazione sarà di 2 euro con un sms da rete cellulare oppure 5 o 10 euro, chiamando da rete fissa al numero solidale 45523. La Fondazione San Giovanni XXIII è incaricata di raccogliere i fondi ricavati dal numero solidale. L’intera serata prodotta da Fep Group è sostenuta da Siae e da Poste italiane e sarà trasmessa in diretta mondovisione dalle telecamere di Rai1, per la regia di Duccio Forzano.
“La verità” è il nuovo singolo che anticipa il quarto album di Brunori Sas. Il videoclip, scritto da DarioBrunori per la regia di Giacomo Triglia, è ambientato nei giorni che precedono il Natale, i protagonisti sono due uomini che, per motivi diversi, si vestono da Babbo Natale. Il primo è un padre che da solo si prende cura del figlio malato e che lavora in un mercatino natalizio, il secondo è un ladro che utilizza il travestimento per rapinare una gioielleria. I loro destini si incroceranno in un finale a sorpresa.
Il 20 gennaio 2017 uscirà “A casa tutto bene” (Picicca Dischi), il nuovo progetto discografico con cui Brunori Sas torna sulle scene a distanza di tre anni dall’ultimo disco Vol. 3 – Il cammino di Santiago in taxi. Dal oggi il nuovo album è disponibile in pre-order su iTunes e a sorpresa verranno rese disponibili in esclusiva ledue tracce “La verità” e “Secondo me”.
Il 24 febbraio, dal Palamostre di Udine, partirà “A casa tutto bene tour” un viaggio che porterà Brunori nei principali club italiani con uno show rinnovato nel repertorio e nell’allestimento. Ad accompagnarlo la sua band storica, composta da Simona Marrazzo (cori, synth, percussioni), Dario Della Rossa (pianoforte, synth), Stefano Amato (basso, violoncello, mandolini), Mirko Onofrio (fiati, percussioni, cori, synth) e Massimo Palermo (batteria, percussioni).
In aggiunta alle prime date già annunciate, sono aperte le prevendite per i live di Udine, Treviso, Cesena, Napoli, Grottammare (AP), Perugia, Bari, Palermo e Catania.
A cinque anni dalla produzione diretta da Carline Brouwer e Chiara Noschese con le coreografie di Chris Baldock, “Saturday Night Fever” – La Febbre del Sabato Sera riprende vita in occasione del quarantennale dall’uscita del famosissimo film con John Travolta. Stavolta è Claudio Insegno a confrontarsi con le canzoni dei Bee Gees e i testi di Cohn, Stigwood e Oaks. La prima location della lunga tournée che toccherà le principali città italiane è il Teatro Nuovo di Milano. Prodotto da Lorenzo Vitali, il musical vanta i contributi di Valeriano Longoni per le coreografie originali, Roberto e Andrea Comotti per le scenografie, Graziella Pera i costumi, Angelo Racz alla supervisione musicale, Massimo Carrieri alla direzione dell’orchestra. Il nuovo Tony Manero è Giuseppe Verzicco, classe 1986, al suo fianco troviamo l’affascinante Anna Foria nel ruolo di Stephanie Mangano, Giada D’Auria nei panni dell’innocente e sognante Annette. Menzione di merito ad Alessandra Sarno e Gaetano Ingala nei panni dei poveri genitori di Tony, immigrati italiani di origine pugliese. Trai plus dello spettacolo ci sono anche le potenti voci di Gianluca Sticotti nel ruolo di DJ Monty e di Giovanna D’Angi nel ruolo di Candy. Il risultato è una piacevole e spassosa serata che, pur essendo principalmente un omaggio alla disco music e al glam dominante degli anni Settanta, non vi esimerà dal riflettere su tematiche quanto mai attuali quanto può esserlo il senso di spaesamento e di disagio giovanile in un mondo sempre meno attento alle reali esigenze delle ultime generazioni.
Raffaella Sbrescia
LA TOURNÉE – Teatro Nuovo – dal 9 dicembre 2016 al 29 gennaio 2017 VARESE – Teatro di Varese – 31 gennaio e 1 febbraio 2017 BOLOGNA – Teatro EuropAuditorium – 4 e 5 febbraio 2017 ROMA – Teatro Olimpico – dal 7 al 19 febbraio 2017 TORINO – Teatro Alfieri – dal 21 al 26 febbraio 2017 GENOVA – Politeama Genovese – dal 28 febbraio al 5 marzo 2017 LA SPEZIA – Teatro Civico – 7 marzo 2017 BERGAMO – Teatro Creberg – 10 e 11 marzo 2017 LEGNANO – Teatro Galleria – 14 marzo 2017 REGGIO EMILIA – Teatro Regio – dal 17 al 19 marzo 2017 FERRARA – Teatro Nuovo – 21 marzo 2017 ASSISI – Teatro Lyric – 23 marzo 2017 MONTECATINI – Teatro Verdi – 25 marzo 2017 BRESCIA – Palabanco – 27 marzo 2017 LIVORNO – Teatro Goldoni – 29 marzo 2017 COMO – Teatro Sociale – 31 marzo 2017
Ultime battute per la decima edizione di XFactor. Tra poche ore andrà in onda l’attesa finale del talent più amato di casa Sky. Prima di andare a conoscere gli stati d’animo dei finalisti che questa sera si esibiranno sul palco del Mediolanum Forum di Assago, è importante sottolineare il fatto che ancora una volta X Factor ha saputo fare breccia nel cuore del pubblico aumentando gli ascolti. Segno, quest’ultimo, di un immutato affetto nei confronti di un format sempre più consolidato. Sarà forse merito della grande factory composta da persone appassionate che, dietro le quinte, muovono i fili e le risorse giuste per alzare sempre più l’asticella. Proprio in merito a quest’argomento partiamo dalle parole di Luca Tommassini che, in occasione della conferenza stampa di presentazione della puntata finale ha dichiarato: «Quella di stasera sarà una grande festa della musica, ci sarà una nuova scenografia, in apertura ci saranno gli One Republic poi ospiteremo tanti artisti importanti come Ligabue, Carmen Consoli, Clean Bandit, Giorgia Giusy Ferreri con Baby K. Il pubblico resterà sorpreso, abbiamo costruito il più palco più grande mai visto al Forum, abbiamo preso praticamente tutta la platea. Rispetto alle sette puntate precedenti, il nostro concetto di spettacolo cambierà, i ragazzi saranno circondati dagli spettatori. Una delle cose più belle – ha aggiunto il direttore artistico – sarà la messa in scena che abbiamo ideato per la performance di Ligabue. Per la prima volta, l’artista si metterà in gioco e lo farà in modo inedito. Infine – ha concluso – vorrei ribadire che tutto quello che facciamo, viene realizzato con materiali riciclati al 90 per cento, facciamo tutto in casa».
Particolarmente fiera ed entusiasta Eliana Guerra: «Anche quest’anno siamo arrivati all’ultima pagina di un racconto e ogni volta sembra che tutto sia volato. Questa edizione ha avuto un cast omogeneo con dei concorrenti dotati di una personalità spiccata ed una dialettica molto accesa. C’è stata occasione di confronto con dei legami nati di pancia. Siamo molto orgogliosi dei nostri talenti».
Tranquillo e concentrato il conduttore Alessandro Cattelan: «Abbiamo accompagnato i nostri ragazzi alla “festa di fine anno”. Sono felice di poter dire che i loro inediti hanno un preciso senso radiofonico. Da lunedì dovranno lavorare per tornare proprio sul palco del Forum, sarà quella la sfida più difficile. Per quanto riguarda me, smentisco ufficialmente le voi che mi davano interessato ad altri lidi. L’anno scorso vi dissi che avevo firmato con Sky per altri due anni e quindi non andrò via. Certo, sono molto corteggiato, il che mi lusinga perché testimonia che faccio bene il mio lavoro, però le parole prese sono tali e quindi, visto che sto molto bene, resterò qui ancora per un po’.
Arriviamo dunque ai veri protagonisti, ecco le dichiarazioni dei finalisti che questa sera si giocheranno l’accesso allo star system.
Eva Pevarello
Partiamo da Eva, la rocker guerriera: «Manuel Agnelli è stato un ottimo giudice ma anche un perfetto vocal coach, mi ha dato tantissimi consigli e mi ha aiutato a farmi fare cose che non avrei mai immaginato di fare nella mia vita. Per quanto riguarda la scelta dell’italiano per il mio inedito, posso dire che da sempre l’italiano mi coinvolge molto di più dal punto di vista emotivo rispetto all’inglese. In questo senso credo che la mia interpretazione del brano possa offrire un valore aggiunto».
Gaia
Tocca ora a Gaia, l’abbiamo conosciuta come un’impeccabile soul singer, la ritroviamo più sicura ed eclettica: «Oggi ho un’altra visione della musica. Prima di questa avventura la inquadravo come qualcosa di molto astratto, un sogno intoccabile. Ora invece sono consapevole di poterci credere un po’ di più, di poterla ritenere una parte fondamentale della mia vita. Posso parlarne in modo più concreto e questo mi dà molta forza».
Roshelle
Arriviamo a Roshelle, grande favorita di questa finale, grazie alla sua magneticità e al suo peculiare percorso all’interno di questa edizione di X Factor: «Partire dai social per me è stato facile. Il web mi ha permesso di creare un personaggio partendo da zero. La grande sfida è stata quella di riuscire ad essere performante da sola, senza il mio team. Per me è stata una grande prova da affrontare e superare ma sono riuscita ad arrivare fino in fondo. Vorrei che la musica diventasse il mio lavoro – ha aggiunto – Mi piace sperimentare coi generi, sono aperta e desiderosa di mettermi alla prova».
Soul System
Chiudiamo con i Soul System, la band rivelazione di quest’anno: «Abbiamo lavorato tantissimo, ce l’abbiamo messa davvero tutta per arrivare fin qui. Il nostro percorso è stato particolare, il nostro obiettivo era arrivare in finale e ci siamo messi in gioco per riuscirci. Siamo molto felici di questo risultato».
Con queste premesse, non resta altro che mettersi comodi e sitonizzarsi sulle frequenze Sky, lo show sta per avere inizio!
In un mondo saturo di polemiche, sapete di cosa abbiamo veramente bisogno? Di bellezza e di poesia, di sogno e di leggerezza. A questo proposito, risulta particolarmente adatto a questo tipo di esigenza emotiva l’ultimo lavoro di Edoardo De Angelis, intitolato, non a caso, “Il cantautore necessario”.Cantautore e paroliere fra i più noti del panorama italiano, Edoardo De Angelis, nel corso della sua lunga carriera, ha contribuito allo sviluppo e all’immagine della canzone d’autore collaborando con i più grandi nomi della musica italiana. Oggi, con l’importante ausilio di Michele Ascolese (storico chitarrista di Fabrizio De André) e la direzione artistica di Francesco De Gregori, Edoardo ci restituisce alcuni dei più grandi capolavori del cantautorato italiano. Ben lungi dall’essere ascritta ad operazione nostalgica, la pubblicazione di questo disco è piuttosto un atto d’amore, un pronto soccorso culturale, un’iniezione di scintillìo. Conoscere, riconoscere, approfondire, ricordare sono solo alcune delle cose che si potrebbero fare ascoltando queste dodici canzoni scelte, non senza sacrificio, all’interno di un ricco forziere.
Edoardo De Angelis e Michele Ascolese ph mariacristina-di-giuseppe
Ritratti di cantautori, fotogrammi di storie senza tempo, stralci di ricordi emergono traccia dopo traccia. E così, immersi nella commovente lettura del dolcissimo libretto che accompagna il disco, ci incantiamo ad ascoltare brani senza tempo come “La canzone dell’amore perduto” (De Andrè), “Oltre il muro” (Ascolese); “Amara terra mia” (Modugno – Bonaccorti – Modugno), “Décembre” (Di Biase), “Santa Lucia” (De Gregori), “Cosa portavi bella ragazza” (Jannacci), “Io che amo solo te” (Endrigo), “Fratello che guardi il mondo” (Fossati), “Porta Romana” (Simonetta – Gaber); “Il mare, il cielo, un uomo” (Paoli), “La casa nel parco” (Lauzi, “Se Stasera Sono Qui” (Mogol –Tenco). Suggestive anche le tracce strumentali eseguite da Michele Ascolese che, alternate alla voce di Edoardo De Angelis, tracciano i solchi lungo cui immetterci per seguire il cammino senza perderci. Non possiamo fare altro che ringraziare De Angelis per averci fatto dono di questi suoi ricordi tanto preziosi e per averci reso partecipi di legami artistici e rapporti umani che oggi, purtroppo, stanno tendendo a scomparire sempre di più.
Raffaella Sbrescia
La tracklist dell’album: “La canzone dell’amore perduto” (De Andrè); “Oltre il muro” (Ascolese); “Amara terra mia” (Modugno – Bonaccorti – Modugno); “Décembre” (Di Biase); “Santa Lucia” (De Gregori); “Cosa portavi bella ragazza” (Jannacci); “Tango solitario”(Ascolese); “Io e te Maria” (Ciampi – Marchetti); “Io che amo solo te” (Endrigo); “La voce di tua madre” (Di Giuseppe – Ascolese); “Fratello che guardi il mondo” (Fossati); “Porta Romana” (Simonetta – Gaber); “Ortigia” (Ascolese); “Il mare, il cielo, un uomo” (Paoli); “La casa nel parco” (Lauzi); “Megisti” (Ascolese); “La casa in riva al mare” (Bardotti – Dalla); “Se Stasera Sono Qui” (Mogol –Tenco).
“TRE MINUTI DI SBAGLI” (Adesiva Discografica/SELF) è l’album d’esordio della cantautrice, compositrice e busker lombarda PELLEGATTA. Il disco, prodotto da Paolo Iafelice (già al lavoro con Fabrizio De André, Ligabue, Fiorella Mannoia), è composto da dieci tracce con un sound pop-folk caratterizzato da testi diretti e ispirati, in cui l’artista lombarda fotografa la sua quotidianità e racconta di incontri voluti e inaspettati.
Questa la tracklist di “TRE MINUTI DI SBAGLI”: “Camera Mia”, “Mi Sono Persa”, “Tre Minuti di Sbagli”, “Sesto Senso”, “Primavera Apparente”, “Lontano Da Lei”, “Drinking Sea Water”, “Coincidenze”,“Ogni Venerdì”, “Vanny Fra Le Nuvole”.
Intervista
Chi è Pellegatta e cosa vuole raccontare la tua musica a chi l’ascolta?
Pellegatta è il mio cognome e totem, mi rappresenta “gattisticamente” parlando, racconto storie che mi sono capitate o che ho sentito mentre suonavo in strada.
Cosa racchiude l’immagine del cappello in senso metaforico?
Il cappello è un contenitore di cose che vorrei fare, molto spesso mi ci perdo.
“3 Minuti di sbagli” è il suggestivo titolo del tuo disco. Da dove nasce questa scelta e di cosa parla la titletrack di questo lavoro?
All’inizio l’album si doveva chiamare “Coincidenze”, poi entrando in studio di registrazione con Paolo Iafelice, ci siamo resi conto che il filo conduttore era la mia voglia di perdermi e che il mio senso di colpa si identificava come in uno sbaglio; un bellissimo sbaglio direi.
Cosa rappresenta per te essere una busker, cosa riesce a trasmettere e a trasmetterti la musica di strada?
All’inizio ero molto titubante, non mi sarei mai aspettata di sentirmi a mio agio, si tratta di un flusso di energia tra chi ascolta e chi si esibisce. Presentando brani inediti non sempre la gente si ferma ad ascoltarmi, ma a volte capitano dei veri piccoli miracoli, le persone si aprono e mi raccontano le loro vite. Spengo l’amplificatore e rimango lì ad ascoltare.
A cosa pensi quando sei nel pieno di una performance di questo tipo?
Non penso a niente, questo il bello! È uno di quei momenti dove stacco il cervello da ogni pensiero e sono me stessa nella mia bolla di energia. Non ho bisogno di niente, sto bene.
Il regista Amin Wahidi ha documentato il tuo percorso. Cosa ne verrà fuori?
Ne verrà fuori un documentario. In questi giorni si sta lavorando al montaggio, uscirà nel 2017 e sono troppo curiosa di rivedermi, Amin ha iniziato a registrare nel dicembre del 2014. Il montaggio verrà fatto in collaborazione con Fabrizio Fini, il lavoro è lungo ma sapere che ripercorrerà un pezzo del mio percorso mi fa pensare che sono una persona fortunata. Sorrido all’idea di andare al cinema e vedere me qualche anno fa. Il documentario si chiamerà Milestone, pietra miliare, step fondamentale;per me incidere l’album è stato uno step importantissimo.
Pellegatta
Cosa rappresenta per te la città di Milano e in che modo rientra nelle tue canzoni?
Milano è una città “nascosta”, ci vogliono anni per scoprire le bellezze che si celano dietro ai portoni. Milano rappresenta valigie di ricordi ormai dimenticati in cantina e buttati via dai nuovi coinquilini. La prima volta che ho visto Milano è stata in una foto dei miei nonni il giorno del loro matrimonio. Poi un giorno l’ho vista per davvero: avevo marinato la scuola. Milano è presente nella foto della mia laurea, e in tutte quelle in cui c’è la chitarra mentre suono le mie canzoni. Ho condiviso molti mondi dietro questo scenario. Adesso sento l’esigenza di partire fuori dall’ Italia.
Ci racconti del brano “Ogni venerdì”?
Ero seduta sulla mensola di un bistrot dove suonavo spesso e ogni venerdì una coppia si sedeva al tavolo sei verso le 21.30. Dopo mezzora lei si alzava e se ne andava via, ogni venerdì la stessa scena, non ho fatto altro che immaginare la conversazione .
Chi è “Vanny”?
Vanny è una mia amica che è partita. È talentuosa, ha affrontato molte difficoltà e ha deciso di partire per trovare la sua identità di origine, perché dove è cresciuta non ha trovato quello che cercava. Allora le ho cantato una ninna nanna per il viaggio di andata, sia il sound che le parole sono semplici.
Che importanza hanno per te le coincidenze?
A volte mi hanno davvero fatto crescere segnandomi nel profondo, a volte è stato proprio come scendere da un pullman e rincorrere un treno che stava partendo. Ultimamente suonando in strada mi è capitato di incontrare una coppia con negli occhi il coraggio e tanta passione, innamorati delle loro vite. Mi hanno chiesto di suonare al loro matrimonio, gli ho dedicato questa canzone (Coincidenze) che li rappresentava in tutto e per tutto.
Quali sono i tuoi riferimenti musicali?
Ho sempre ascoltato Fabrizio De André quando ero piccola, poi successivamente Bennato, Dalla, Battisti. Negli anni a seguire ho imparato un sacco di brani che mi dicessero qualcosa ed ascoltavo a ripetizione Samuele Bersani e Tiromancino. Negli ultimi mesi sto ascoltando tantissimo l’ultimo album di Nicolò Fabi, sono andata a sentirlo anche al Premio Tenco ed è davvero disarmante, immenso, mi rappresenta.
Come si articola il tuo immaginario e come lavori alla realizzazione delle tue canzoni?
Scrivo di getto sul quaderno, poi lo riapro dopo qualche giorno, ma soprattutto quando il brano è ancora incompleto cerco di cantare il brano prematuro in strada per capire cosa serve.
Cosa bolle in pentola per Pellegatta in questo momento?
Sto scrivendo nuove canzoni. Prendo sempre spunto dai miei viaggi, per esempio in una tournée Rimini-Bologna-Modena mi hanno rubato la chitarra a Rimini, una storia che io definisco “vita nella vita” e che solo tramite quella canzone riuscirò a tirare fuori il mio forte senso dell’abbandono che ho lasciato andare quel giorno. Mi hanno aperto la macchina mentre raccoglievo due conchiglie sulla riva. Poi ci sono altri scenari che in questi mesi ho conosciuto e che racconterò nel prossimo album.
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