le Migliori: Mina e Adriano Celentano ritornano insieme con un irresistibile divertissement

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Icone generazionali, punti di riferimento per i cultori della musica italiana, Mina e Adriano Celentano tornano a lavorare insieme a 18 anni di distanza dal primo esperimento discografico comune e lo fanno con “le Migliori”, il nuovo album disponibile da domani 11 novembre (Sony Music Italy). Prodotto da Claudia Mori per CLAN CELENTANO e Massimiliano Pani per PDU,  l’album contiene 11 canzoni inedite e un’unica cover. In questo disco i due artisti ci insegnano che è ancora possibile fare qualcosa per il gusto di farla, senza prendersi troppo sul serio. L’idea da cui è scaturito questo progetto è molto semplice: due importanti artisti molto legati tra loro, con una storia artistica molto simile per certi versi, hanno voluto riunirsi per cantare divertendosi. Il disco rispecchia esattamente questo desiderio, il canto si è dimostrato ancora una volta un fertile terreno d’incontro per entrambi. Mina e Celentano sperimentano, scherzano, emozionano spaziando tra generi e tematiche, reinventandosi in modo sempre nuovo in ogni brano presente in tracklist. Il titolo dell’album nasce da un messaggio di buon compleanno che Adriano, dal suo blog, inviò a Mina l’anno scorso, firmandosi ‘le migliori’, con riferimento a Mina e a sé stesso; partendo da questo, Mauro Balletti ha realizzato la copertina, con ‘2 Mine’ e ‘2 Celentani’ ad una sfilata di moda dove la passerella è la strada. I due artisti si sono incontrati a Lugano, esattamente come era accaduto la volta precedente, si sono sentiti e scritti tutti i giorni. Di questo album esiste anche una versione deluxe comprensiva di 4 cartoline, un poster e un CD con quindici “parlatini” dei due artisti (si tratta di dialoghi “rubati” durante le registrazioni in sala d’incisione).

 Il 12 dicembre ci sarà uno speciale della Rai dedicato ai due artisti. L’idea di base sarà proporre un montaggio di diverse performance che parte dai primi incontri tra Mina e Celentano in bianco e nero fino a questo progetto. Lo show avrà la durata di un’ora, sarà parzialmente registrato e non vedrà la partecipazione dei due artisti. Ci saranno, bensì, quattro persone vestite come Mina e Celentano sulla cover del disco, che, chiacchierando di spalle, condurranno lo speciale. Altri due spettacoli prenderanno vita subito dopo Sanremo e saranno entrambi in diretta, ancora stretto riserbo vige in merito alla conduzione e al format. Il progetto si concluderà a Natale 2017 quando uscirà un cofanetto con il primo disco della collaborazione tra Mina e Celentano,  ”le migliori” e anche due inediti non ancora pubblicati.

Mina e Adriano Celentano

Mina e Adriano Celentano

Veniamo dunque al commento de “le migliori”: il primo brano è Amami Amami, il singolo in cui i due artisti si inseguono sulla musica di Idan Raichel (giovane e originale compositore israeliano autore dell’”Idan Raichel Project”) e sul testo di Riccardo Sinigallia. Intenso l’assolo finale di fisarmonica con la citazione finale di ‘Storia d’amore’ per restituire quella di “E poi” contenuta in “Acqua e sale”. La struggente melodia di E’ L’amore ci introduce al secondo brano, composto e scritto da Andrea Mingardi e Maurizio Tirelli in cui due amanti si rivelano capaci di perdersi ma incapaci di dimenticarsi. Con Se mi ami davvero, scritta da Gianmarco Marcello, aka come Mondo Marcio, il ritmo si fa trascinante. Ti lascio amore ci trascina dentro la fine di una storia senza farci sconti di  sorta. Ad un passo da te  raccoglie idealmente l’eredità di Acqua e sale. Un perfetto gioco di rimbalzi, ironie e richiami tra Mina e Adriano arriva fino alle note di Non mi ami, una storia in bilico cantata tra serio e faceto. Irresistibile il mood teatrale della spassosa Ma che ci faccio qui, scritta dal giovane e talentuoso Pietro Paletti. Imperdibili i due brani che Mina e Adriano interpretano da solisti. Ne Il bambino col fucile, scritta da Francesco Gabbani, Adriano non rinuncia a cantare fatti di attualità con la sua inconfondibile verve: “E l’anima trema mentre si accorge che il capo degli stupidi è già re”. Aldo Donati e Loriana Lana sono gli autori di Quando la smetterò, brano che Mina interpreta al meglio (riportandoci ai fasti di “Ancora Ancora Ancora” trasmettendo tutto il pathos di una struggente dichiarazione d’amore, accompagnata dal pianoforte di Danilo Rea. Le due voci tornano ad intrecciarsi nell’emozionante Come un diamante nascosto nella neve. Spiazzante il guizzo finale di questo divertissement post conteporaneo: una versione inedita, oseremmo definire techno, di Prisencolinensinainciusol realizzata dal dj/produttore italiano Benny Benassi e ricantata da Adriano insieme a Mina. L’atto finale di una riuscita festa in maschera.

Raffaella Sbrescia

Video: Amami Amami

Nada alla riscossa: le foto del concerto nell’ambito del Festival “Linea d’Ombra”

Nada ph Anna Vilardi

Nada ph Anna Vilardi

Ci eravamo innamorati di Nada grazie al successo di “Amore disperato” e alla bellezza senza tempo di “Ma che freddo fa”. L’abbiamo ritrovata con “Senza un perché” dopo che il regista premio Oscar Paolo Sorrentino ha scelto il brano per la quarta puntata della serie evento di Sky “The Young Pope” (in onda venerdì 4 novembre su Sky Atlantic) prodotta da Wildside, con protagonisti Jude Law, Diane Keaton e Silvio Orlando. Il brano è, in realtà, uno dei gioielli nascosti nella discografia della cantautrice toscana. La canzone è tratta dall’album del 2004 “Tutto l’amore che mi manca” e sta vivendo un momento di grandissima popolarità in tutte le classifiche. Forte di questo ritrovato splendore, l’artista si è esibita in concerto nell’ambito di  “Linea d’Ombra- Festival Culture Giovani” conquistando il pubblico grazie alla sua personalità e al suo carisma dichiaratamente controcorrente.

Photogallery a cura di: Anna Vilardi

Nada ph Anna Vilardi

Nada ph Anna Vilardi

"L'amore devi seguirlo"

Nada & The Toys Orchestra ph Anna Vilardi

Nada & The Toys Orchestra ph Anna Vilardi

Nada & The Toys Orchestra ph Anna Vilardi

Nada & The Toys Orchestra ph Anna Vilardi

Nada & The Toys Orchestra ph Anna Vilardi

 

Nada & The Toys Orchestra ph Anna Vilardi

Nada & The Toys Orchestra ph Anna Vilardi

 

Nada & The Toys Orchestra ph Anna Vilardi

Nada & The Toys Orchestra ph Anna Vilardi

 

 

 

 

Thegiornalisti: “Completamente Sold out” è il manifesto di chi vive senza filtri. Intervista

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Inutile girarci attorno: “Completamente Sold out” (Carosello Records) è l’album rivelazione di questo autunno. I Thegiornalisti rilanciano i sentimenti e si fanno paladini di chi non ha voglia di trattenersi in nome di chissà quale strategia. In questo disco, il frontman della band Tommaso Paradiso mette sul piatto molte vicende personali e, nel farlo, riesce a creare un’ empatia immediata e viscerale con l’ascoltatore. Al centro di questo “Nirvana laico” c’è ovviamente l’amore ma ci sono anche le illusioni che ci tengono vivi e romanticamente disperati. Ad orchestrare tutte queste suggestioni, la produzione di Matteo Cantaluppi ed un onirico sound che ci riporta a quella dorata patina anni ’80 che, ad oggi, conserva una dimensione di isola felice.

Intervista a Tommaso Paradiso

“Completamente Sold Out” sta riscuotendo tanti consensi. Cosa significa per te dare alla luce un lavoro così personale?

Il segreto è essere riuscito a fare in modo che queste vicende così intime abbiano riscontrato un sentimento di immedesimazione in tante altre persone. I fatti di cui scrivo si ispirano a cose che bene o male accadono a tutti nella vita.

Cosa si prova nel dividere le opinioni altrui?

È normale, finchè si tratta di musica è giusto e naturale che sia così. Se si toccassero altri temi allora il discorso sarebbe ben diverso…

Mi ha colpito la dichiarazione in cui dici che questo è il tuo grido contro il risparmio dei sentimenti. Niente di più vero…

Sì, sono molto innamorato e non amo vivere situazioni di facciatao quelle in cui si fugge per conquistare l’altro. Mi piace buttare il cuore oltre l’ostacolo.

Quali sono i nuovi paradigmi del romanticismo nel 2016?

Potrei spiegare la cosa facendo riferimento alla serie The Pills. Un like ad una foto scaturisce reazioni importanti, scuote le anime. Poi c’è whatsapp, ci sono gli screenshot e quant’altro. Ormai i paradigmi dell’amore si fanno su Internet.

“Io non amo tenermi e faccio fatica ad apprezzare chi lo fa”. Il tuo è un modo di pensare in netta controtendenza. Come spiegheresti questa chiusura generale?

Siamo diventati tutti campioni a scrivere messaggi stupendi, le emoticons ci hanno liberato dal dover dare le sfumature alle parole. Poi, quando finalmente ti vedi dal vivo con una persona, questo mondo che non esiste si disintegra e fai fatica a guardarla negli occhi; per fortuna nel mio caso non è così.

Come hai lavorato con Matteo Cantaluppi e che strumentazione avete utilizzato per questo “pop spinto”?

Abbiamo usato un sacco di plugin e synth analogici. Ci siamo divertiti molto.

“Sold Out” è il tuo inno…

Sì, questo è il pezzo manifesto del disco perchè racchiude tutti i momenti che ci sono nelle altre canzoni: notte, lacrime, amore, morte, felicita, Lei.

In che senso “le donne sono la spinta di tutto”?

Sono l’unico motivo per cui valga la pena muoversi, non c’è niente di più grande.

Che valore ha per te la notte?

Tutto. La notte è il momento in cui il mio corpo si rilassa e ritrova la pace; tutto il resto del giorno andrebbe passato a letto secondo me.

Tommaso Paradiso ph Riccardo Ambrosio

Tommaso Paradiso ph Riccardo Ambrosio

Che concezione hai della parola morte?

Non mi fa paura l’idea di morire, mi fa più spavento l’ipotesi di stare male.

Qual è la “bellezza” della disperazione?

La disperazione di cui parlo io è una “disperazione romantica”, quella che ti prende la pancia e lo stomaco e che ti sorprende per la sua potenza.

In un’intervista hai spiegato che “Sbagliare a vivere” e “Non odiarmi” vanno considerate insieme, una è il pre e l’altra è il post. La prima parla di quando sai che stai sbagliando, però te ne fotti e continui. “Non odiarmi” invece parla dell’inutile pentimento del giorno dopo. Potresti approfondire questo concetto?

È esattamente così.  Se spiegassi le canzoni, leverei alle persone la gioia di ascoltarle.

Video: Completamente

“Fatto di te” è la tua la pop song preferita e perfetta?

Sì.

Perchè preferisci ispirarti e rendere attuale la musica anni ‘80 e ’90?

Perché la ascolto e mi viene naturale. Ovviamente ci ispiriamo anche ad altro, per esempio ai nostri contemporanei che ci piacciono come possono essere, ad esempio, I Cani e Calcutta.

“Continuo a vivere come mi va, sbagliare a vivere mi piace un sacco, se vuoi ti spiego io come si fa”. “Sbagliare a vivere” è uno dei brani più intensi di questo album. Ci racconti come l’hai assemblato?

Una notte sono tornato a casa, ero sul divano e c’era un cielo che sembrava mi venisse addosso. Il pianoforte era lì vicino, avevo in mente un vecchio riff degli U2 e l’ho riattualizzato.

I grandi cantautori italiani sono molto attenti alla scena indipendente italiana. Cosa ne pensi?

Questa è una cosa molto bella. La questione è semplice: quando fai dei numeri, si alza l’attenzione su di te. Per fare un esempio, questo è quanto accaduto ai ragazzi de Lo Stato Sociale quando hanno riempito un intero palazzetto a Bologna.

Come procede la tua carriera di autore? Ho letto che hai scritto un pezzo insieme a Francesco Bianconi. Cos’altro bolle in pentola?

Ho scritto altri pezzi, sono stati tutti presi, tra un po’ scoprirete tutto con le prossime uscite dei “biggers”.

Come sarà il nuovo tour?

Saremo noi tre più due nuovi musicisti.  Il live sarà più lungo, ci divertiremo molto con delle canzoni semplici da cantare, verrà fuori un bel mix. Passate a trovarci!

Raffaella Sbrescia

Ascolta qui l’album:

Fiorella Mannoia: “Combattente” è l’album che prova a rispondere a molti interrogativi esistenziali. La recensione

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Fiorella Mannoia torna in scena con un nuovo album di inediti intitolato “Combattente”. Un titolo apparentemente “ingombrante” per un album che finalizza il concetto di “lotta” per l’affermazione di se stessi e della propria indipendenza intesa come rinascita. Sono molte le “firme” che hanno collaborato alla realizzazione dell’album, autori della nuova generazione, ma anche storici nomi della canzone d’autore: Ivano Fossati (in un brano in cui Fiorella è autrice del testo e Fossati delle musiche), Giuliano Sangiorgi, Federica Abbate, Cheope, Fabrizio Moro, Bungaro, Cesare Chiodo ma soprattutto la stessa Fiorella Mannoia sempre più sicura nella sua veste di autrice. Anticipato da “Perfetti Sconosciuti”, il brano scritto da Fiorella Mannoia con Cesare Chiodo e Bungaro e che le è valso (al suo debutto come autrice e interprete di una colonna sonora) il Nastro D’Argento 2016 per la “Migliore Canzone Originale” nell’omonimo film diretto da Paolo Genovese, l’album ha visto entrare in rotazione radiofonica anche la title track scritta da Federica Abbate e Cheope, il cui videoclip è la prima parte del progetto “Combattenti”, realizzato dalla regista Consuelo Catucci che ha raccontato “per immagini” alcuni brani dell’album.

Video: Combattente

Nei dieci brani che compongono la tracklist Fiorella compie un percorso preciso affermando la volontà di non farsi mai abbattere. Una risposta, quest’ultima, ad uno dei più grandi ed onerosi interrogativi che siamo soliti porci praticamente ogni giorno della nostra vita. Un combattente è ciascuno di noi che conduce la sua silenziosa battaglia resistendo alle difficoltà mentre tenta di superarle. Esemplificativa anche la copertina, iconica ed ironica al contempo, che raffigura Fiorella nella veste di un “generale di un esercito di pace”, un gioco per provare a rappresentare con leggerezza un lavoro di forte impatto emotivo.

“Chi non lotta per qualcosa ha già comunque perso”, canta Fiorella, interpretando con espressività e carisma parole cucite sulla sua pelle di indomita sostenitrice di tante giuste cause oltre che delle donne. Un modo il suo, di rispondere a quanti, ormai numerosissimi, si rivedono nelle sue parole taglienti e fiere, sprezzanti della paura e della possibile ritorsione. L’alchimia di suoni, concetti e parole fluttua all’interno di una visione efficace e definita. Fiorella sceglie la semplicità che va dritta al punto,  si mette al servizio di storie dal sapore universale e riesce a fare in modo che ognuno possa trovare la propria personalissima chiave di volta. “Nessuna conseguenza”, ad esempio, ha un potere illuminante, la tragica lucidità dei versi si sposa alla melodia, scrivendo la parola fine ad una vessazione psicologica distorta e potenzialmente distruttiva. Intense ed emozionanti le parole de “I pensieri di Zo”, scritta dall’eccellente Fabrizio Moro: “Beato chi sa che poi troverà”, canta Fiorella, chiudendo il cerchio degli interrogativi.

Fiorella Mannoia ph Luisa Carcavale

Fiorella Mannoia ph Luisa Carcavale

 

Tra i brani più forti, citiamo anche “L’abitudine che ho”: una sorta di manifesto, in cui la cantautrice racconta di non accontentarsi mai, di non vivere in prossimità di quello che vorrebbe; un invito a conoscersi, a capire le proprie esigenze, a rispondere in maniera attiva e propositiva agli input del nostro subconscio. In “Combattente”, la Mannoia approda anche in territori dance con “Siamo Ancora qui” e “L’Ultimo Babbo Natale” in modo comunque fruibile. Chiude il disco “La Terra da Lontano”, una sorta di “ritorno a casa”, impreziosito dal suggestivo contributo dell’orchestra. Se davvero “Le parole sono tutto quello che ci muove”, allora Fiorella Mannoia riesce a smuovere strati e strati di pensieri e riflessioni spesso volutamente segregati negli angoli dell’anima. Meglio così, ogni tanto è giusto mostrarci per quello che siamo senza filtri e senza maschere, fosse anche solo per un attimo e soltanto a noi stessi, sarebbe comunque un grande atto di coraggio.

Raffaella Sbrescia

 Ascolta qui l’album

Tracklist

1 – Combattente
2- Nessuna Conseguenza
3 – Siamo Ancora qui
4 – I Fiori di Zo
5- Anima di Neve
6 – I miei passi
7 – L’Abitudine che ho
8 – Ogni domenica con te
9 – Perfetti sconosciuti
10 – L’Ultimo Babbo Natale
11 – La Terra da lontano

A novembre Fiorella Mannoia incontrerà i fan, nelle principali librerie La Feltrinelli di tutta Italia, per presentare il nuovo album.

4 novembre – Roma (via Appia Nuova 427, ore 18.00)

7 novembre – Napoli (via Santa Caterina a Chiaia, 23 – Angolo Piazza Dei Martiri, ore 18.30)

8 novembre – Milano (Piazza Piemonte 2, ore 18:30)

9 novembre – Torino (Stazione Di Porta Nuova, ore 18:30)

10 novembre – Genova (via Ceccardi 16, ore 18.00)

11 novembre – Verona (via Quattro Spade 2, ore 18.00)

12 novembre – Firenze (Piazza Della Repubblica 26, ore 18.30)

15 novembre – Bari (via Melo 119, ore 18.30)

17 novembre – Catania (via Etnea 285, ore 18.00)

18 novembre – Palermo (via Camillo Benso Conte di Cavour 133, ore 18.00)

A dicembre, invece, partirà “COMBATTENTE IL TOUR” che vedrà Fiorella live sui palchi dei più prestigiosi teatri italiani. Biglietti in prevendita, nel circuito Ticket One e nei punti vendita autorizzati.

Queste le date:

1 dicembre – Bergamo (Teatro Creberg)

2 dicembre – Brescia (Teatro Pala Banco)

4 dicembre – Firenze (Teatro Verdi)

5 dicembre – Bologna (Teatro Europauditorium)

7 dicembre – Ancona (Teatro Delle Muse)

9 dicembre – Bari (Teatro Team)

10 dicembre – Cesena (Nuovo Teatro Carisport)

12 dicembre – Milano (Teatro Degli Arcimboldi)

15 dicembre – Padova (Gran Teatro Geox)

16 dicembre – Torino (Auditorium Del Lingotto)

19 dicembre – Assisi (Teatro Lyrick)

17 dicembre – Sanremo (Teatro Ariston)

20 dicembre – Livorno (Teatro Goldoni)

22 dicembre – Roma (Auditorium Parco Della Musica)

 

 

“Studio Sessions vol.1″: il grande ritorno dei Dirotta su Cuba. Intervista

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Lo scorso 23 settembre c’è stato il grande ritorno della formazione originale dei Dirotta Su Cuba. Con l’album intitolato “Studio Session Vol.1” la band toscana composta da Simona Bencini, Stefano De Donato e Rossano Gentili ha offerto al pubblico una versione rivisitata del primo storico album dei Dirotta Su Cuba insieme a 6 brani inediti, nel segno di quelle sonorità funky e groovy che l’hanno resa popolare nel corso degli anni. Arrangiamenti e tonalità, ispirati alle acclamate performances live della band, rendono il sound ancora più energico e coinvolgente. Accanto a grandi hit come “Gelosia” e “Liberi di liberi da” troviamo il primo trascinante singolo “Sei tutto quello che non ho” e il nuovo singolo “Immaginarmi senza te”; completa la tracklist il brano strumentale “Dancing machine”, raffinata rilettura del pezzo dei Jackson 5 del 1974. L’album, inoltre, è impreziosito dalla presenza di numerosi ospiti d’eccezione: Mario Biondi con la sua voce inconfondibile duetta con Simona in “Solo baci”; i Neri per caso firmano la nuova intro di “Gelosia”; Max Mbassadò arricchisce con il suo straordinario timbro rap “Sei tutto quello che non ho”;  la tromba di “Chiudo gli occhi” è di Fabrizio Bosso; Gegè Telesforo partecipa con un solo di voce a “Batti il tempo”; in “Dove sei” la chitarra solista è di Riccardo Onori, storico chitarrista dei DSC oggi alla corte di Jovanotti; il leader dei Ridillo Bengi duetta in “Noi siamo importanti”; Federico Malaman stupisce con un solo di basso in “Solo baci”.

Intervista a Simona Bencinni e Stefano De Donato

Come avete ritrovato questa alchimia così forte?

Abbiamo sempre attinto molto dall’energia dei nostri concerti, questo è stato anche il modo per ritrovarci dopo 10 anni di separazione, il territorio fertile in cui abbiamo ritrovare anche chi ci ha sempre seguito nel corso degli anni.

Come avete lavorato in studio?

Per una band che si era sciolta entrare in studio è stato complesso. Per prima cosa bisognava ritrovare il feeling dal punto di vista umano. Per quanto riguarda il live, invece, è stato tutto molto naturale. Lo spazio vuoto lasciato dai Dirotta su Cuba non l’ha mai riempito nessuno, appena ci siamo riuniti siamo tornati come se non fossimo mai andati via. Il live è sempre una grande palestra invece il disco richiede uno scontro di idee anche notevole, mesi di lavorazione e concentrazione alta. Una domanda che ci siamo posti subito, appena prima di iniziare la scrittura, è stata come dovessero essere i Dirotta Su Cuba oggi.

E gli arrangiamenti?

Sono figli di tutti i live che abbiamo fatto da quando ci siamo riuniti. Abbiamo scelto una versione dei brani più funky, più roots, più ruvida rispettando la nostra cifra stilistica.

Dai testi si evince una forte passione…

Stefano: Io e Simona ci confrontiamo su tutto, le racconto e le spiego il mio punto di vista, interagiamo molto. Quando compongo mi metto un po’ a nudo, generalmente in studio lavoro giocando in difesa. Quando faccio sentire le idee nuove a Simona sono sempre un po’ in imbarazzo, ci conosciamo da tanto eppure la prima cosa che scatta all’ascolto è il “vergognometro” (ride ndr). Quando mi pongo il problema di scrivere so che canterà lei, a questo bisogna aggiungere che ci confrontiamo con basi che non hanno niente a che fare con la musica italiana. Spesso abbiamo buttato via canzoni perché ci scontriamo con la tradizione melodica italiana e perché tutto il castello sonoro dei nostri brani  si incentra su un impianto diverso. Siamo conosciuti come quelli leggerezza e del disimpegno ma se separassimo il testo dalla musica scopriremmo delle tematiche ben poco leggere.  Noi cerchiamo il bilanciamento tra quello che diciamo e quello che suoniamo.

Dirotta Su Cuba ph Angelo Trani

Dirotta Su Cuba ph Angelo Trani

Come avete costruito l’impianto sonoro di questo disco?

La nostra missione più importante è stata fermare l’energia che mettiamo quando suoniamo dal vivo. Ogni volta che riprendiamo in mano i nostri brani, essi acquisiscono una nuova veste. Un esempio su tutti è il celeberrimo “Gelosia”.

Questa grande festa ha coinvolto tanti amici e colleghi…

Sì, sono stati tutti molto entusiasti e disponibili con noi. La loro grande bellezza è la stessa energia creativa dei bambini!

Ascolta qui l’album

Tra questi c’è anche Riccardo Onori

Riccardo era bravissimo già da ragazzino. Con lui abbiamo condiviso due anni bellissimi (’96-’97), è venuto a Sanremo con noi ed è sempre stato riconoscente, oltre ad essere una bellissima persona. Per noi è stato naturale coinvolgerlo in questo album. Tra l’altro ci siamo sentiti come dei piccoli eroi della musica fiorentina, sai quanti ne abbiamo visti sparire di musicisti negli anni?!?

Come mai il brano “Ragione e sentimento” si distanzia così tanto dagli altri?

Si tratta del primo brano che abbiamo scritto quando ci siamo riuniti. Parliamo dunque del 2011. Ci siamo chiesti come dovevamo essere dopo 20 anni. Abbiamo fatto degli esperimenti, cercavamo una strada che ci consentisse di mantenere intatta la ricetta con degli elementi di innovazione, ci siamo immaginati di lavorare con un dj e, in effetti, il brano ha una veste più elettronica. Il testo rispecchia la nostra scelta di tornare insieme, ci è servito per mettere a fuoco una serie di cose.

E il remix di “Sei tutto quello che non ho”?

Tutti i nostri singoli hanno dei remix, la nostra musica si presta bene, ci sono ingredienti dance, siamo figli degli anni ‘80 inoltre Stefano ha approfondito le sue conoscenze, realizza remix, lavora con dei dj e a noi piace molto.

Raffaella Sbrescia

 Video: Immaginarmi senza te

XF10: finalmente muscoli in giuria. Eliminati i Les Enfants

Les Enfants

Les Enfants

Avevamo lasciato i giudici di X Factor 10 con addosso una sensazione di torpore. Li abbiamo ritrovati pronti a darsi filo da torcere a suon di precisazioni e puntigliosità. La seconda puntata dei live del talent targato Sky mette a fuoco le potenzialità dei concorrenti ma spariglia le carte in giuria. Tra i più lucidi, c’è lo stratega e ormai veterano Fedez. La querelle con la concorrente Roshelle non fa altro che evidenziare come in realtà le scelte del giudice siano assolutamente mirate e decisamente azzeccate per la giovane rapper, che dimostra di essere forse l’unica a poter dire qualcosa di nuovo. Alvaro perde i Les Enfants, giunti all’eliminazione dopo il Tilt in finale di puntata. Quello che traspare da questo epilogo è che il giudice spagnolo non abbia mai davvero creduto nel gruppo milanese che, malgrado tutto, ha saputo compiere piccoli importanti passi ben prima di partecipare al talent. Favoritissimi i Daiana Lou, la cui esibizione è stata tra le più apprezzate. Il duo è il più temuto dagli altri concorrenti, e a ragione. Perplime, invece, la performance di Arisa: le sue osservazioni sono spesso ridondanti e poco assertive, non è chiaro che tipo di strategia stia portando avanti, di questo ovviamente ne risentono anche i suoi concorrenti. L’unico ad aver inquadrato una strada precisa è FEM. Tutt’altro tipo di discorso per Manuel Agnelli, finalmente padrone del contesto e del ruolo. Tra i suoi concorrenti spiccano Eva e Silva Fortes, voci peculiari e personalità forti sono le loro chiavi di accesso al cuore del pubblico. Errata la scelta del leader degli Afterhours di assegnare un proprio brano ad Andrea Biagioni, l’intento forse era nobile ma il giovane ne è uscito con le ossa abbastanza rotte. Il bilancio finale è che i giudici hanno calato la maschera da Teletubbies (citazione dell’irriverente Mara Maionchi) eppure serve l’affondo vero, quello che non conosce compromessi e che possa fare la differenza in una fase molto calda, forse decisiva, di questa edizione di X Factor.

Raffaella Sbrescia

SANREMO 2017: I 12 finalisti per la sfida delle nuove proposte

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Entra nel vivo la sfida per conquistare i 6 posti per accedere alla categoria Nuove Proposte della 67ᵃ edizione del Festival di Sanremo.

Dopo le audizioni dal vivo che si sono tenute nella storica sede di Radio Rai, in Via Asiago a Roma, la Commissione Musicale presieduta da Carlo Conti, in veste di direttore artistico del Festival, e composta da Gianmaurizio Foderaro, Carolina Di Domenico, Pinuccio Pirazzoli, Ema Stokholma, ha selezionato i 12 brani che si sfideranno nella serata di “Sarà Sanremo”, in onda in diretta da Villa Ormond lunedì 12  dicembre alle 21.15 su Rai1.

 Solo 6 di loro, ai quali si aggiungeranno i 2 artisti provenienti dalla selezione di Area Sanremo, calcheranno poi a febbraio il prestigioso palcoscenico del Teatro Ariston. Venerdì 10 febbraio, nella penultima giornata del Festival di Sanremo, si conoscerà la canzone vincitrice della categoria Nuove Proposte.

“E’ un momento davvero bello – dice Carlo Conti - comunicare ai Giovani questa buona notizia, perché vedi l’energia, l’entusiasmo e l’euforia di ragazzi che hanno la musica nel cuore e vivono un sogno per il loro futuro  ! Nei brani selezionati la musica italiana viene ‘declinata’ in modi e sfumature diversi.  Quest’anno, però, a farla da padrone è soprattutto la melodia, anche perché, a differenza delle passate edizioni, si sono presentati pochi rapper e pochissimi gruppi”.

In ordine alfabetico gli artisti che parteciperanno a SARA’ SANREMO

APRILE & MANGIARACINA: “IL CIELO DI NAPOLI”

Aprile, 29 anni, di Napoli; Mangiaracina, 30 anni, di Castelvetrano (TP)

CAROLA CAMPAGNA: “PRIMA CHE ARRIVI IL GIORNO”

19 anni, di Carate Brianza (MB)

CHIARA GRISPO: “NIENTE È IMPOSSIBILE”

19 anni, di Noventa Vicentina (VI)

FRANCESCO GUASTI: “UNIVERSO”

34 anni, di Prato (PO)

LA RUA: “TUTTA LA VITA QUESTA VITA”

di San Benedetto del Tronto (AP)

LELE: “ORA MAI”

19 anni, di Pollena Trocchia (NA)

LEO STAIN: “CIÒ CHE RESTA”

22 anni, di Bari

MALDESTRO: “CANZONE PER FEDERICA”

31 anni, di Napoli

MARIANNE MIRAGE: “LE CANZONI FANNO MALE”

27 anni, di Forlì (FC)

THE SHALALALAS: “DIFFICILE”

Sara, 28 anni e Alessandro, 31 anni entrambi di Roma

TOMMASO PINI: “COSE CHE DANNO ANSIA”

27 anni, di Bagno a Ripoli (FI)

VALERIA: “LA VITA È UN’ILLUSIONE”

23 anni, di Civitanova Marche (MC)

We All Love Burt Bacharach: in arrivo il tributo dedicato al grande compositore statunitense

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Esce domani, venerdì 4 novembre, We All Love Burt Bacharach, una raccolta dei più noti brani del compositore statunitense Burt Bacharach (sotto etichetta PLAY in collaborazione con Oracle Records Ltd).

Burt Bacharach, nato a Kansas City nel 1928, è un compositore di grande successo nonchè vincitore di numerosi premi. Nel 1967 Bacharach ha composto la colonna sonora del noto film Casino Royale, con The Look of Love, cantata da Dusty Springfield. Ha scalato le classifiche americane e britanniche posizionandosi con oltre 50 brani nella top40 dei due paesi.

Il disco, già disponibile in preorder, è un tributo al successo di questo grande artista e contiene 13 tracce di cui 8 cantatate e 5 strumentali. Una miscela di jazz, swing e funk per creare un album raffinato e innovativo.

We All Love Burt Bacharach è stato concepito e prodotto da Giampaolo Pasquile e Michele Garruti per l’etichetta italiana PLAY fondata dallo stesso Giampaolo.

“Non vergognarti mai di scrivere una musica che la gente ricorderà facilmente”. E’ una delle massime sostenute da Burt Bacharach, un concetto che nella sua semplicità racchiude tutto il suo genio. Ciò ha  fatto si che melodie pop siano diventate anche colonne sonore di molti filmEssendo sin da bambino un amante del pop, – dichiara Giampaolo - e in particolare di Bacharach, sognavo l’idea di riproporre la sua musica in una chiave “jazzata” come ancora non avevo sentito ma che era sempre stata nella mia mente!”

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Un album dal respiro geneticamente internazionale che coinvolge grandi artisti del mondo del jazz e non solo, a partire da Massimo Colombo noto pianista jazz italiano, che ha curato gli arrangiamenti di We All Love Burt Bacharach, mentre è lo stesso Giampaolo Pasquile ad averne realizzato il missaggio e il mastering. Al disco ha partecipato Bob Mintzer sassofonista e clarinettista, leader degli Yellowjackets ed ex membro della leggendaria Buddy Rich Big Band che vanta collaborazioni molto prestigiose tra cui Jaco Pastorius Bill Cobham, Peter Erskine celebre batterista degli incredibili Weather Report, di Diana Krall, Joni Mitchell e tanti altri. Alla tromba c’è Michael Stever, considerato il nuovo “white cat”della tromba jazz, ha collaborato con Al Jarreau, Dave Brubeck, Ramsey Lewis, Steve Miller. Al contrabbasso Darek Olesziekiewicz, conosciuto con lo pseudonimo di Oles che ha collaborato, tra gli altri,  con Pat Metheny.

La voce invece è di Kathleen Grace, raffinata folksinger della west coast.

La scelta di una voce folk anziché jazz è stata proprio dettata dall’esigenza di realizzare un disco in cui il jazz è solo uno degli elementi stilistici.

 Il disco, realizzato a Los Angeles, ricrea un ambiente jazz, contaminato da sonorità che spaziano dal latin allo swing, dal funky al cool jazz, al be-bop fino ad arrivare alla ballad. Un mix particolare e raffinato che non lascia spazio a compromessi sulla qualità, rendendolo accessibile non solo agli amanti del jazz ma al grande pubblico.

Jack Savoretti presenta “Sleep no More”: un album introspettivo, consapevole e sensuale

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Jack Savoretti riporta in scena il suo inconfondibile cantautorato con un nuovo album di inediti intitolato “Sleep No More” (Bmg Rights Management/Warner). Nato sulla fortunata scia di “Written in Scars”, questo album rappresenta l’occasione per apprezzare ancora il graffio e la carica sensuale della bellissima voce di Savoretti senza tralasciare l’importanza di tematiche introspettive e profonde. Muovendosi in bilico tra passione e consapevolezza, Savoretti racconta dei più comuni conflitti generazionali spaziando tra generi, influenze e richiami d’oltroceano. Il fulcro è un piccolo bilancio esistenziale, il riferimento è il cantautorato italiano, quello da antologia: Battisti, De Andrè, Tenco; l’obiettivo è mettere un punto fermo ad una carriera pronta a spiccare definitivamente il volo.

Jack Savoretti ritornerà dal vivo in Italia a inizio 2017: venerdì 24 febbraio al Fabrique di Milano e domenica 26 febbraio al Teatro Carlo Felice di Genova.

Intervista

“Sleep no More” inizia da dove finisce “Written in Scars”. Con quale stato d’animo e con quali prospettive hai lavorato a questo disco?

Si tratta di una lettera di ringraziamento. L’album segue un tema preciso, parte da “When we were lovers”, un brano malinconico che ti fa pensare a chi eri tempo addietro. Quando ho scritto questa canzone avevo una certa tristezza addosso, guardavo il passato con rimpianto poi ho aperto gli occhi e mi sono reso conto che ciò che stavo vivendo in quel momento era tante volte meglio di quello che avevo fatto in precedenza. Il concept album di questo disco è racchiuso in una presa di coscienza. Il fulcro del lavoro è il raggiungimento di un incrocio esistenziale, il famoso bivio tra passione e responsabilità; un dilemma, un conflitto, una croce e delizia di tanti miei coetanei. Il mio obiettivo è perseguire la via di mezzo per raggiungere un equilibrio tra le due cose.

Raccontaci della nascita e della lavorazione di questo disco…

“When we were lovers” era l’ultima canzone che avevo scritto per l’album precedente ma non c’entrava niente con “Written in scars”. Per questo motivo l’ho tenuta da parte. All’inizio del 2016 il ciclo di promozione del precedente album era concluso, avevo sei mesi per scrivere questo disco, poi l’album ha ripreso inaspettatamente a vendere, portandomi per la prima volta nella top 10 britannica. Io e la mia band siamo tornati on the road ma a quel punto mi restavano solo tre mesi per finire l’album. Avrei potuto fare le cose con più calma, ma mi sono detto: finalmente c’è chi mi ascolta, facciamogli vedere quel che sappiamo fare. Siamo entrati in studio con un’energia completamente diversa ed il risultato si sente. Spesso in questo ambiente si spendono soldi per fare qualcosa che è stato già fatto, noi siamo riusciti a fare esattamente quello che volevamo.

Cosa è cambiato dal punto di vista musicale?

Questo è un disco più romantico e introspettivo del precedente, “‘Written in scars’ mi ha portato in serie A. Per rimanerci e per sognare qualcosa in più dovevo ingaggiare due o tre nuovi giocatori. Gente come Cam Blackwood e Mark Ralph mi ha portato ad un livello sonoro più sofisticato e ha dato spessore alle mie composizioni Gli altri produttori e in alcuni casi co-autori del disco sono Samuel Dixon (Adele), Matty Benbrook (Paolo Nutini), Steve Robson & Ross Hamilton (James Bay, John Newman, James Morrison)

Video: When we were Lovers

In questo lavoro abbini il gusto vintage ad un pop moderno…

Odio i generi e le etichette. “Any other way” richiama gli anni ’60, “Start living in the moment” gioca sulle chitarre messe al contrario, “Lullaby loving” mette in evidenza il mio legame con la musica mediterranea. Abbiamo usato strumenti molto più tradizionali. Mi sono ispirato ad artisti come Lucio Battisti e Paul Simon che nei loro dischi ti fanno scendere e salire attraverso una certa varietà di suoni, stili e generi.

Come lavori alla costruzione dei brani?

La prima cosa che faccio in studio è mettere giù il groove, in questo album combino la vecchia scuola con una serie di elementi contemporanei. La musica istintiva è quella che mi piace per davvero, adoro catturare il momento dell’ispirazione.

Che aspettative hai in questo momento?

Non mi aspetto nulla in realtà. In questo mestiere se hai troppe aspettative non vai lontano. In Italia non è mai stato facile per nessuno affermarsi. Mi sono intestardito a voler instaurare un legame con la musica italiana perché sono cresciuto ascoltandola. Nei miei primi 3 album ero convinto di essere nato in California, mi ero dimenticato delle mie radici italiane poi appena le ho riattivate, ho voluto fare un album italiano in lingua inglese. Sono molto legato al cantautorato di Battisti, De Andrè, Tenco, non ci sono cantautori inglesi che fanno così in ambito mainstream, la cosa mi diverte e mi rende più genuinamente autentico.

Quanto suonerai in Italia?

In questi ultimi anni io e il mio staff ci abbiamo messo passione e sudore. Abbiamo girato osterie e pizzerie fino ad arrivare al Blue Note. Con il lancio globale del disco non potrò dedicare all’Italia lo stesso tempo di prima, per questo spero mi diate delle buone ragioni per tornare più spesso nel vostro paese (ride ndr).

Come sarà il nuovo live?

Ho suonato a Leeds l’altra sera ed ero terrorizzato come non lo ero da un bel po’. In scaletta ci sarà l’intero album perché ne sono molto fiero. L’insieme del concerto sarà molto più simile ad uno show con l’obiettivo di distogliere il pubblico dalla propria realtà per un’ora e mezza circa. Finora il mio era un concerto rilassato, ora sarà più surreale con la musica al centro di tutto.

 Raffaella Sbrescia

 Ascolta qui l’album:

“Linea d’Ombra – Festival Culture Giovani”: un piccolo “miracolo” Made in Sud

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Cinema, musica, performing art, 360° experience e arti visive. La  XXI edizione di “Linea d’Ombra – Festival Culture Giovani”, promosso dal Comune di Salerno, finanziato dalla Regione Campania e organizzato dall’Associazione SalernoInFestival, in programma a Salerno dal 5 al 12 novembre, propone un viaggio sulla terra alla scoperta del Terzo Pianeta: per 8 giorni  la rassegna multidisciplinare diretta da Peppe D’Antonio e Luigi Marmo presenta oltre 60 eventi, coinvolgendo varie location e realtà artistiche del capoluogo salernitano.

Per l’inaugurazione di sabato 5 novembre sono in programma il video mapping del collettivo di artisti Okotek, il concerto della Med Free Orkestra e dalla mezzanotte, la performance del gruppo “UT insieme vocale-consonante”, guidato da Lorenzo Diana, vincitore del Gran Premio Europeo.

Grande attesa per l’esibizione in esclusiva nazionale del leader dei Sonic Youth, Thurston Moore che chiuderà la kermesse al teatro Augusteo di Salerno il 12 novembre. Il leggendario musicista statunitense, per la prima volta in Campania, si esibirà in compagnia di James Sedwards, chitarrista e bassista inglese, apprezzato per il suo lavoro nella scena avant-rock, in particolare con i Nøught.

Abbiamo incontrato e intervistato Luigi Marmo per scoprire i dettagli dell’attesa kermesse.

Intervista

Qual è lo spirito che attraversa questa nuova edizione del Festival?

Cerchiamo di portare avanti il carattere interdisciplinare della manifestazione che, già da qualche anno, ha scelto come di adottare questo tipo di linea.  Linea d’Ombra nasce come Festival di Cinema poi negli anni ha visto affiancarsi la musica e le altre arti visive per tenersi al passo con i tempi. Il tema di questa edizione è IL TERZO PIANETA viaggio sulla terra. L’intenzione è quella di fare un viaggio attraverso diverse realtà del contemporaneo. In programma ci sono attività trasversali e parallele, non c’è un filo unico. L’obiettivo è raccontare il bello del nostro pianeta per stimolare la voglia di salvaguardarlo.

 Ampio spazio sarà come sempre riservato al cinema, cuore pulsante di Linea d’Ombra fin dalla sua nascita nel gennaio del 1996. In programma, il concorso “CortoEuropa”, con 21 cortometraggi di giovani registi europei in rappresentanza di 15 paesi

Siamo giunti alla ventesima edizione di una storica sezione del Festival. Quest’anno abbiamo avuto più di 2000 iscritti validi, c’è stata una seleziona finale durissima, i lavori erano veramente interessanti con una notevole presenza di registe donne rispetto agli altri anni. Siamo molto soddisfatti dei lavori che verranno proposti in concorso.

Il 10 novembre la satira pungente degli autori di Lercio e Spinoza sarà protagonista di uno spettacolo sulla “sporca informazione”. Il giorno seguente sarà la volta del live set di Guappecartò. Ci parli un po’ più nel dettaglio di questi due eventi…

Spinoza e Lercio sono tra le realtà più seguite in Italia, sarà un incontro spettacolo, non sappiamo neanche noi cosa spettarci, nella loro ironia c’è un carattere molto tagliente, una particolarità su cui faremo affidamento. Guappecartò sono un gruppo di italiani trasferiti a Parigi da 10-12 anni, portano avanti un tipo di musica coinvolgente.

Ci racconti cosa significa per lei lavorare alla realizzazione di questo Festival, quali sono le soddisfazioni e quali le brutture a cui assiste lavorando in un territorio poco semplice da affrontare…

Una cosa fondamentale è dare spazio allo staff. Tante volte si fanno sempre i nomi copertina e ci si dimentica dello staff che fa grandi sacrifici. Ogni anno ci chiediamo se ne valga davvero la pena però poi guardiamo i risultati e ci riempiamo il cuore di gioia nel creare qualcosa di prezioso in un territorio che non offre grandissime occasioni. Ho conosciuto il festival in veste di film maker 6 anni fa e mi sono reso conto che si possono fare cose belle anche nel meridione. Se lo facessimo a Belino sarebbe molto più semplice, non troviamo strutture e persone con una mentalità pronta e dinamica, ma siamo comunque fortunati perché siamo finanziati dalla Regione e abbiamo il totale appoggio del comune di Salerno. D’altra parte, però, dobbiamo organizzare un Festival in 3 mesi e chi fa questo lavoro sa bene che questo è praticamente un miracolo. Lavoriamo tutto l’anno convivendo con l’incertezza e la mancanza di programmazione; sarebbe bello avere la possibilità di programmare e riuscire a lavorare come fanno gli staff di tanti altri Festival all’estero.

Raffaella Sbrescia

Info: www.festivalculturegiovani.it

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