40 anni Radio Popolare – Afterhours + Daniele Silvestri
«Quarant’anni dopo, crescere liberi è una necessità, ma rimane soprattutto un nostro desiderio: la nostra grande ambizione», scriveva il direttore di Radio Popolare MilanoMichele Migone sul sito della più longeva emittente privata italiana pochi giorni fa. Oggi, all’indomani del grande doppio concerto tenutosi al Carroponte di Sesto San Giovanni e che ha visto sullo stesso palco gli Afterhours e Daniele Silvestri, possiamo tranquillamente affermare che questi intenti troveranno certamente un seguito coerente.
40 anni Radio Popolare – Afterhours + Daniele Silvestri
Dopo 40 anni di intensa attività, Radio Popolare si conferma una realtà preziosa, una fucina di idee e di spunti non solo per chi ama essere informato ma anche per chi di informazione vorrebbe occuparsi. La testimonianza tangibile della voglia di nuove sfide da affrontare sta nel constatare l’incredibile successo riscontrato dall’evento a cui abbiamo avuto il piacere di partecipare. Circa 7000 anime hanno preso parte alla grande festa che ha infiammato il Carroponte e l’hanno fatto partecipandovi a cuore aperto e senza riserve.
40 anni Radio Popolare – Afterhours + Daniele Silvestri
Se di libertà stiamo parlando, nessuno più degli Afterhours poteva rispondere meglio a questo invito. Manuel Agnelli e compagni sono da sempre baluardo di espressività priva di restrizioni, le loro canzoni arrivano dritte al fulcro dell’anima e la loro performance è stata, ancora una volta, impattante ed ispiratrice. Il loro ultimo lavoro “Folfiri o Folfox” rappresenta proprio questa ritrovata energia, una rinascita ed un lustro che non può passare inosservato.
40 anni Radio Popolare – Afterhours + Daniele Silvestri
Il secondo invitato di prestigio, Daniele Silvestri, è uno dei cantautori più creativi e attenti all’uso della parola che ci siano in Italia. Nel suo ultimo disco “Acrobati”, infatti, convergono idee, richiami e riferimenti ma soprattutto messaggi ben chiari e definiti. La sua performance è stata, ora intima e struggente, ora viva e divertente, senza mai rinunciare a spassosi ed irriverenti interventi mirati.
Video: “Heroes” Afterhours + Daniele Silvestri
È stato veramente bello vedere come due personalità forti e spiccate come quelle di Manuel Agnelli e di Daniele Silvestri siano riuscite a convergere su un unico binario, ancora più bello poter godere dei suoni prodotti dalle band al gran completo. Dopo aver trascorso un intero giorno a provare e riprovare insieme i rispettivi brani, i due artisti hanno trovato una speciale alchimia che non è sfuggita a nessuno dei presenti. Tra le canzoni cantante insieme, la più bella è stata “Riprendere Berlino” anche se la conclusiva “Heroes” di Bowie ha inderogabilmente sancito una lucida presa di coscienza: riuscire ad essere liberi, oggi, significa davvero essere una sorta di “eroi”. Lunga vita a Radio Popolare Milano.
Biagio Antonacci – Mediolanum Forum ph Francesco Prandoni
Si chiude col botto la seconda delle tre date milanesi di “Biagio Live 2016”, la nuova avventura dal vivo che porterà Biagio Antonacci al Palalottomatica di Roma e su Canale 5 con uno speciale a lui dedicato. Con uno show completo da ogni punto di vista, l’ultimo dei romantici, made in Rozzano, ha voluto divertire ed emozionare il pubblico del Mediolanum Forum di Assago mettendo sul piatto le migliori canzoni del proprio repertorio con una nuova veste sonora ma soprattutto con un inarrestabile e rinnovato entusiasmo.
Il concerto inizia alle 21 in punto ed è subito impattante: Biagio Antonacci entra in scena direttamente dal retro del parterre, sale sul palco in smoking bianco ed intona in modo intimo e delicato le prime parole di “Ci stai”. L’intenzione è trasparente: il pubblico è invitato a lasciarsi andare e ad infrangere ogni remora; così sarà per tutta la durata del concerto. Il palcoscenico, in realtà doppio, è a forma di lancia mentre una barriera di led, sovrastata da un’imponente passerella sospesa in alto, trasmette visuals curatissimi insieme ai contributi video di amici speciali come Jovanotti, Ramazzotti e Laura Pausini. “Freghiamocene delle diversità, incita Biagio, fatevi investire dal treno dell’amore, un treno con poche fermate capace di portarvi lontanissimo”, spiega il cantante al pubblico, cercando di trasmettere in modo fermo e convinto tutta la propria passione.
Biagio Antonacci – Mediolanum Forum ph Francesco Prandoni
La scaletta è, intanto, tutto un susseguirsi di grandi successi del passato e hits recenti: si va da Quanto tempo e ancora (cantata in spagnolo da metà brano in poi), Se fosse per sempre, Tu sei bella, Ritorno ad amare, Sappi amore mio a Buon giorno bell’anima. Nonostante l’immensa cura per i dettagli, sono ancora le parole a fare la differenza nelle canzoni di Biagio. Sì, proprio le parole, quelle che possono fare una eco immensa, che possono fare veramente male o aprire spazi che credevamo ormai chiusi. A proposito di questo, fa riflettere l’invettiva che Biagio fa in nome del mancato rispetto per le parole “Ti amo”: “Dobbiamo difendere il “ti amo” ad ogni costo, non è giusto svenderlo, deve arrivare al momento opportuno”, sottolinea. L’amore è, in effetti, il vero catalizzatore del repertorio di Biagio ed è bello vedere come in 25 anni di carriera, l’artista sia riuscito a declinarlo e a parlarne in modi sempre nuovi e sempre pregnanti.
Video: J Ax ospite di Biagio Antonacci
A completare la spettacolarità dello show, anche alcuni amici speciali. Il primo a salire sul palco è J Ax che si è divertito a coinvolgere il pubblico rappando quello che potremmo definire un inno alla fratellanza in nome dell’amore per la musica. Leggero e spassoso il duetto sulle note del tormentone “Maria Salvador”. La seconda ospitata, forse la più attesa, è quella che ha visto come protagonisti Andrea Mariano e Giuliano Sangiorgi dei Negramaro. Memori di una serata trascorsa tra amici, i due hanno accompagnato Biagio Antonacci in una scatenata versione di “Liberatemi” per poi lasciare un segno ben visibile nei cuori di tutti con la bellissima “Attenta”. Parlando di assi nella manica, è doveroso citare i bravissimi ballerini e trapezisti che si sono cimentati una serie di spettacolari coreografie capaci di lasciare il pubblico a bocca aperta e a più riprese.
Biagio Antonacci – Mediolanum Forum ph Francesco Prandoni
Particolarmente coinvolgente anche il momento di One Day, il brano realizzato con l’amico Pino Daniele e che Biagio ha voluto proporre in questo tour per omaggiarlo e ringraziarlo. Sudore, sorrisi, commozione e divertimento si sono alternati nelle due ore e mezza che Biagio ha regalato al pubblico; “il mestiere si impara, il coraggio ti viene”, canta l’artista, ed è proprio vero. Il coraggio ti viene strada facendo, quando ti accorgi che la passione è più forte di tutti i possibili ostacoli che potrai incontrare, quando è evidente che quando il cuore ti batte così forte sei sulla strada giusta, quando gli occhi ti brillano al punto che la gente debba sentire l’esigenza di fartelo notare. Questo è quanto abbiamo vissuto al Forum di Assago, questo è quanto Biagio Antonacci è riuscito a trasmetterci mettendoci davvero tutto se stesso.
Gionata Boschetti in arte SFERA EBBASTA, classe 1992, torna a farsi sentire con un nuovo album pubblicato su etichetta Universal/Def Jam, dal titolo omonimo di SFERA EBBASTA. Il disco, prodotto interamente da Charlie Charles (uno dei produttori più richiesti del momento), contiene 11 tracce inedite che si muovono a cavallo tra influenze e suggestioni musicali eterogenee. Le tematiche affrontate ruotano ancora attorno alla vita nei quartieri con lo sguardo critico e attento di chi il quartiere lo ha vissuto per davvero, descrivendo uno spaccato di realtà giovanile comune in molte periferie delle principali città italiane. Il disco si apre con “Equilibrio”, un brano molto personale in cui Sfera Ebbasta racconta di essersi salvato da chi non ce l’ha fatta, di aver cambiato strada ma di non essere scappato fino alla presa di coscienza del fatto che la vita gli sta ridando quello che gli ha tolto. “Quello che ho, me lo sono preso da me” canta Sfera in “Figli di papà” mentre il cash è il protagonista indiscusso della potenziale hit “Balenciaga”. I compagni di viaggio in questa nuova avventura musicale del giovane “trapper” sono “quei bravi ragazzi nei brutti quartieri”, giovani a cavallo tra generazioni allo sbando, in cerca di una svolta esistenziale senza conoscere bene quali passi muovere. Presente in tracklist anche la traccia cult “Cartine Cartier”, prontamente rifinita e rimodellata insieme a Sch. A vestire il tutto gli inconfondibili beats di Charlie Charles che sanciscono la solidità di un connubio vincente.
Intervista
Cosa è cambiato in questo ultimo anno?
Ho completamente cambiato vita, mi sono ritrovato a lavorare ogni giorno, ho realizzato il mio primo street album, ho accompagnato Marracash nel suo tour estivo; insomma mi sono dato molto da fare.
E dal punto di vista musicale?
Ogni artista cresce canzone dopo canzone. Nel mio caso sono cambiate la pressione e le aspettative nei miei riguardi. Con questo lavoro ho cercato di fare qualcosa di cui potessi essere fiero io per primo. Questo album rappresenta un banco di prova importante.
I testi sono ancora “street oriented”?
Il disco è molto più vario ma ci tengo a sottolineare che nessuno mi dice cosa fare. Il sound è diverso, ci sono testi d’amore e nuove tematiche. I pezzi veramente street sono “Balenciaga” e “Visiera a becco”.
Hai lavorato fianco a fianco con Charlie Charles. Come mai il disco porta solo il tuo nome?
Per rispetto alla comune volontà di non dipendere l’uno dall’altro. Questo è il mio primo album ufficiale e, sebbene i beats siano suoi, ho voluto intitolare il disco a mio nome per rendere al meglio l’idea che si tratta di un lavoro in cui ho dato tutto me stesso.
Avevi un piano B?
Ci penso spesso…la risposta è no. Penso che non starei facendo niente, non mi sono mai sentito propenso a svegliarmi e farmi dire cosa fare, sono sempre stato convinto che avrei fatto qualcos’altro. Il mio intento è sempre stato quello di fare rap.
Secondo te, qual è stato il momento che ha determinato la tua svolta musicale?
Dallo scorso anno quando con l’uscita di “Panette” prima e di “Ciny” poi, sono entrato in contatto con Roccia Music. All’epoca mi contattarono diverse etichette indipendenti, in quel momento lì mi sono reso conto che la mia idea poteva funzionare.
In cosa ti senti rappresentato da Roccia Music?
Ho ragionato in base a quello che piaceva a me, sono sempre stato decisamente epidermico nelle mie scelte. Mi è sempre piaciuto Marracash, lo considero il numero 1, ho pensato che fosse destino lavorare con lui.
Sfera
Quali sono le canzoni che senti più tue in questo album?
Sicuramente “Notti” ed “Equilibrio”. La hit è “Balenciaga”
Ti senti parte di un nuovo movimento musicale?
Le cose sono cambiate parecchio. Il rap italiano vede me e i miei compari identificati in modo diverso, siamo un movimento a parte, abbiamo un’altra mentalità. Le nuove generazioni apprezzano ed emulano le cose che facciamo, rispecchiamo l’immaginario dei giovani contemporanei; questa è la roba che spacca, questo é il suono del momento.
Cosa cambia tecnicamente?
Contenuto, forma, basi e metriche: tutto è cambiato. In più abbiamo dimostrato che si può rappare anche senza rime. In America c’è veramente di tutto, in Italia invece ci sono diversi rapper interscambiabili. Io ho voglia di essere unico, di rendermi riconoscibile, non ha senso fare copie di copie. L’evoluzione è nel pieno del suo corso…personalmente ho voglia di lasciare il segno, possibilmente anche all’estero.
Cosa provi nel lavorare con la Def Jam Recordings?
Questo è stato uno dei miei traguardi più importanti, una soddisfazione senza prezzo!
Come vorresti essere definito?
Chiamatemi come volete, non so come definirmi, non voglio essere etichettato in nessun modo… magari sono un rapper, magari forse no.
Sfera Ebbasta
Come mai nel disco non ci sono le collaborazioni che tutti si aspettavano?
Non ci sono proprio perché ho voluto fare l’esatto opposto di quello che tutti si sarebbero aspettati. Le collaborazioni certamente arriveranno, adesso voglio che chi compra il disco, lo compri soltanto per ascoltare me.
Come vivi questo momento della tua vita?
Stanno arrivando tante soddisfazioni. Non vengo da una famiglia ricca, non abbiamo mai avuto i mezzi per stare bene, ora che ce la sto facendo sono preso bene e spero di fare sempre meglio. Non avevo idea di come sarebbe stato diventare una persona popolare, ora mi rendo conto che aveva ragione chi diceva “More money, more problems” (ride ndr).
Al via domani, venerdì 9 settembre,gli MTV Digital Days, la due giorni di eventi targata MTV che accenderà la Reggia di Venaria. Un evento unico, giunto quest’anno alla quarta edizione,con panel, workshop, proiezioni ad ingresso libero ed electro nights con i migliori dj della scena internazionale.
L’inaugurazione degli MTV Digital Days si terrà domani alle ore 15.00, presso una delle Sale dei Paggi situata al primo piano della Reggia,con il panel istituzionale a tema “Creatività individuale, abilità e talento come risorsa per i giovani”.
Dalle 16.00 prenderanno poi ufficialmente il via le attività pomeridiane, tutte ad ingresso gratuito(fino ad esaurimento posti),con ospitiche terranno dei panel dedicati alle intersezioni tra musica, intrattenimento ed innovazione.Ci saranno inoltreworkshop tenuti da esperti del settoree un’area riservata alle start up, l’Innovation Village, luogo di incontro e scambio con una ventina di realtà made in Italy che, sfruttando la tecnologia e il digitale al massimo delle potenzialità, lavorano nel mondo dell’intrattenimento a 360°.
Al calar della sera, dalle ore 19.00, i Giardini della Reggia di Venaria saranno invasi dal sound elettronico dialcuni tra i DJ più conosciuti del panorama internazionale. Tra tutti citiamo Merk & Tremont, ovvero il duo di producers milanesi composto da Federico Mercuri e Giordano Cremona. Il bel paese li conosce come produttori degli ultimi tormentoni estivi “Andiamo a comandare” di Fabio Rovazzi e “Bomber” de Il Pagante eppure i due, classe ’90, hanno già avuto modo di lasciare una traccia importante all’estero attraverso il supporto dei più grandi artisti della dance mondiale da Avicii a Steve Angello, da Hardwell a Nicky Romero, passando per gente del calibro di Benny Benassi e Bob Sinclair. Ecco cosa ci hanno raccontato in occasione di un recente incontro milanese.
Intervista
La vostra musica mostra una certa ecletticità che vi vede spaziare tra l’EDM, l’Hip-Hop, la Future House la musica Pop.
Ci piace divertirci. Il nostro approccio è scanzonato e spensierato. Questo tipo di libertà ci fa lavorare con serenità e ci fa individuare soluzioni inaspettate. Non ci caliamo in un genere specifico, siamo open-minded.
Qual è l’ingrediente fondamentale della vostra formula?
Abbiamo creato una rete di persone che fanno musica senza prendersi troppo sul serio ispirandoci ad una realtà che in America esiste già da tempo e che riscontra consensi impressionanti. Ci piacerebbe diffondere questa idea anche in Italia.
A questo proposito quali sono i vostri progetti in madrepatria?
Vogliamo diventare DJ a livello internazionale ma questo percorso deve passare anche dall’Italia. Ci piacerebbe affermarci anche come produttori, sia di artisti pop italiani e stranieri.
Cosa manca all’Italia? C’è snobismo?
Sì, soprattutto in radio, se passassero di più l’Edm, la gente lo capirebbe. Non abbiamo nulla da invidiare all’estero, le strutture sono spesso meno all’avanguardia delle nostre.
Merk & Kremont
Qual è stato il momento più bello fino ad ora?
Quest’anno siamo andati all’Ultra Music Festival in Florida, uno dei più rinomati al mondo. Il Billboard era presente durante il nostro set e ha inserito la nostra performance tra i migliori momenti del Festival.
Qual è la vostra forza in questo momento?
Tutti i giorni siamo in studio a produrre, il nostro è un lavoro quotidiano e costante. Seguiamo i lavori step by step e speriamo che la sostanza rimanga sempre e solo la musica.
Una tempesta di sogni invadenti ma necessari convergono in “Alex”, il nuovo album di Raige che vedrà la luce il 9 settembre per Warner Music. All’interno di questo nuovo progetto l’ artista sceglie di sognare anche quando il mondo non ce ne dà ragione facendo un sincero bilancio tra sbagli e certezze di una vita. Raige si mostra senza filtri attraverso un racconto intimo e personale, a tratti scomodo, ma sempre fruibile. La vita è senza sconti ma può sembrarci più dolce attraverso la musica di Raige, figura di spicco della scena rap italiana da sempre apprezzato per l’innato talento nel coniugare rime e generi musicali.
Intervista
Come sei arrivato a concepire un album come “Alex” e cosa c’è alla base di questo progetto?
Ho iniziato a lavorare a questo disco circa due anni fa. Ci sono state un po’ di vicissitudini in fase di pre-produzione per trovare dei produttori che potessero sposare l’essenza della mia idea. Parto dal rap come segmento, mi avvicino al pop perché la melodia la fa da padrone. Dopo un primo contatto con produttori rap blasonati, che si sono esposti in prima persona per produrmi il precedente album, sono arrivato a Filippelli e Milani che pur non provenendo dal rap, hanno capito benissimo cosa avevo in mente. Abbiamo buttato via il 90% di quello che avevo scritto in un momento molto cupo della mia vita.
In che senso?
I pezzi erano molto pesanti, erano il frutto di alcune esperienze che avevo vissuto in prima persona come la malattia che ha portato alla scomparsa di mia madre. Ho scritto questo disco per le donne della mia vita: per mia madre che non c’è più e per la mia compagna. Insieme ad altri autori ho fatto un lavoro di repertorio tenendo i brani più interessanti a livello musicale e testuale tra quelli che avevo già composto. Ho scritto con altre persone, una cosa nuova per me. In precedenza avevo collaborato solo con Davide Simonetta, il mio chitarrista, questo perché ci metto me stesso nei miei testi e prima di darli in pasto agli altri amo condividerli con chi è mio amico.
Perché il disco s’intitola “Alex”?
Ho intitolato il disco in questo modo proprio perché mi sono tolto di dosso la paura di fare quello che mi piace veramente, finalmente. Ho voluto lasciare da parte le costrizioni legate al mondo rap. Che siano gli altri a dare un nome a quello che faccio, a me non interessa. A me piace scrivere le canzoni e pensare di essere in grado di farlo; questa è l’unica cosa che conta.
Nel brano “Nemmeno il buio” ti mostri particolarmente lucido scrivendo che “Nessun mostro fa paura come la vita vera”. Una frase che ci mette con le spalle al muro…
Qui ho scritto una strofa per mia madre ed una per la mia compagna. Ho avuto la fortuna di avere grandi donne che hanno avuto la sfortuna, a loro volta, di avere piccoli uomini che siano padri, genitori o fidanzati. Non bisogna avere paura, nemmeno il buio può fare paura, mi carico io di tutti i fardelli, ci penso io. Per le persone che amo, sono disposto a sacrificarmi senza se e senza ma. Io sono cresciuto con mia madre, mio padre non c’era perchè faceva il trasfertista, quindi lei è riuscita a darmi un’impostazione precisa con dei valori che vengono fuori nel momento in cui mi relaziono con gli altri.
Cosa ci dici di “Dove finisce il cielo?
Questo è uno dei miei pezzi preferiti insieme a “Non c’è niente da ridere” e “Mi sembra il minimo”. Ho scritto questa canzone per mia madre, le dico che alcune cose le ho imparate e che altre continuerò a sbagliarle.
“A tutta velocità sento meno lo shock” è forse la frase più rappresentativa del testo…
La gente tende a riempire, gli spazi, tempi, i luoghi per non pensare al dramma quotidiano. A tutta velocità ti rendi conto meno delle cose, il dolore rimane dentro come se fosse un ronzio, non lo senti assordante nelle orecchie, si sente solo quando spegni le luci e devi metterti a dormire.
Come vivi il tuo rapporto con la città di Torino?
Nutro assoluta riconoscenza verso questa città perché mi permette di vivere una realtà diversa dalla metropoli. Torino rappresenta una dimensione a misura d’uomo e quindi è più giusta per me che non sarei in grado di vivere in una grande città. Ho bisogno di spazi e a Milano ho la sensazione che ci sia qualche forza oscura che ti ruba le energie da sotto i piedi mentre cammini.
Pensando a chi si andrà a relazionare con questo tipo di progetto, viene da porsi degli interrogativi in merito alla capacità di leggere e comprendere questi messaggi non facilmente fruibili. Hai cercato di mediare attraverso la scelta dei suoni?
Raige
Il nostro obiettivo era realizzare un progetto fresco ma che non perdesse l’identità del cantautorato. Non riesco a mettermi dentro una scatola rap o pop. Il mio modo di scrivere è più cantautorale per cui abbiamo cercato di rendere accessibili i miei brani.
Cosa significa vivere “sotto una tempesta di sogni”?
Amo pensare che si possa vivere con i piedi per terra e la testa fra le nuvole senza dimenticarsi di quello che stiamo cercando.
Come sei arrivato al bel duetto con Marco Masini nel brano “Il Rumore che fa”?
Masini è un mio mito grazie a mio padre che mi faceva ascoltare suoi brani da piccolo. L’ho conosciuto al Roxy Bar, Red Ronnie sapeva che ero suo fan e ci ha fatto duettare sulle note di “Principessa”. Poco dopo ci siamo risentiti, mi ha chiesto di ricantare “Bella Stronza” in un suo album, in quel momento avevo questo pezzo e gli ho prontamente chiesto di ricambiare il favore. Avrei potuto scrivere strofe più focused ma ho preferito sacrificare l’accessibilità a favore di una scrittura più “cinematografica”.
In “Non c’è niente da ridere” proponi una serie di ossimori in sequenza…
Aldilà delle figure retoriche, quello che mi muove in questo brano è che non c’è proprio un cazzo da ridere ma alla fine ne ridiamo. Se siamo io e te, è vero che è tutto un casino ma alla fine possiamo riderne insieme. Questo è lo slogan più forte del mio disco.
Qual è il tuo rapporto con la religione?
Il mio un rapporto con Dio lo gestisco a modo mio. Dicono che a volte ci comportiamo con Dio così come fanno gli opportunisti cercandolo solo quando stiamo male. Non ho la presunzione di escludermi da questa categoria però cerco di non fare mai male agli altri e di comportarmi bene più che posso.
Un tema ricorrente nel disco è quello della paura…
La vita non ha tempo per le paure: la mia era di non essere all’altezza delle aspettative, di non mostrarmi per quello che realmente sono. Stavolta mi sono spogliato di tutte queste paure e ho fatto quello volevo davvero.
“Perfetto” è un pezzo autobiografico?
Ho avuto questo pezzo da Scirè e De Simone ed ho subito capito che era giusto per me che volevo parlare del fatto che da ragazzino pesavo 120 chili. Certo, non ero perfetto, vivevo questo disagio che adesso viene demonizzato ma il bullismo c’è sempre stato. Bisogna imparare a convivere con i propri difetti e farne la propria forza. L’importante non è quello che gli altri ti dicono sia perfetto, l’importante è quello che ti fa stare bene. Io ho scelto di dimagrire perché c’è stato un processo evolutivo nella mia persona, perché non stavo bene con me stesso, il disagio nasceva anche da quello. I giovani di oggi perdono spesso il contatto il realtà, sono continuamente bombardati da contenuti, devono avere qualcuno che gli insegni che in realtà sono loro stessi la fabbrica dei propri sogni, devono riuscire a trovare dentro loro stessi la forza per cambiare quello che non va bene, devono farlo per loro stessi non per gli altri.
Cosa diresti a chi ti segue da sempre e che vorrebbe capire la tua svolta artistica di oggi?
Se avete scelto di seguire me come fan, avete già scelto a prescindere qualcosa che è lontano e diverso da tutti gli altri. Se amate il mio modo di scrivere, questo è il disco meglio di tutti gli altri. Ne sarete fieri anche voi. Non credo che ci sia molto da spiegare, non ho mai fatto un rap che mi tenesse stretto dentro dei canoni, temevo solo di non essere capito. Quando ho scoperto che in realtà io lo chiavo sotto padrone l’ho già fatto per tanti anni, ho realizzato che se voglio fare questo lavoro, devo poter fare quello che piace a me o quanto meno di avere il coraggio di provarci.
Raffaella Sbrescia
Video: Il Rumore che fa
Raige incontrerà i fan negli store delle principali città italiane, queste le prossime date:
09 settembre Torino – Feltrinelli Stazione Porta Nuova – ore 15
09 settembre Genova Mondadori– Via XX Settembre 210 – ore 18,30
10 settembre Milano Mondadori Duomo ore 15
10 settembre Stezzano (BG) Mediaworld c/o Shopping Center Le Due Torri Via Guzzanica ore 18.30
11 settembre Rovigo Mediaworld Viale Porta Po’ 193 ang. Via Colletta ore 15
11 settembre Padova Mondadori ore 18.30 – Piazza Insurrezione XXVIII Aprile ’45,
12 settembre Bologna Mondadori Via Massimo D’Azeglio 34/A ore 15
12 settembre Rimini Mediaw.– Mediaworld Shopping Center Romagna ore 18,30
13 settembre Firenze Galleria del Disco Sottopassaggio stazione SMN ore 15
13 settembre Roma Discoteca Laziale Via Giolitti 263 – ore 18,30
14 settembre Salerno Feltrinelli Corso Vittorio Emanuele ore 15
14 settembre Napoli Feltrinelli Stazione ore 18,30
15 settembre Bari Feltrinelli Via Melo ore 15
15 settembre Lecce Feltrinelli Via Templari ore ore 18,30
Giovedì 15 Settembre presso la Santeria Social Club di Milano, in occasione della 2° edizione di Linecheck Music & Meeting Festival organizzato da Elita, si svolgerà la presentazione live ufficiale di AVANTGUARDIA, avveniristico ed innovativo progetto audio – visivo ideato dal noto produttore e musicista Shablo insieme a Mace e ai director Ok Rocco e Pepsy Romanoff, che per la prima volta in Italia unisce immagini e suoni in un tutt’uno davvero inedito e sorprendente.
Nato in Italia dalla sinergia collaborativa di tre differenti entità produttive (Thaurus, Except ed Hello Savants!) e sotto l’attenta guida dei tre suoi padri fondatori, Avantguardia è un’incubatore crescente di idee in cui il connubio sensoriale di video e musica rappresenta il presupposto creativo e fondativo dell’intero progetto.
Al fine di raccontare a fondo la musica degli artisti coinvolti, il team futuristico di Avantguardia ha viaggiato in tutto il mondo per più di tre anni tra Alaska, Giappone, Stati Uniti, Korea del Sud e Islanda, raccogliendo immagini, sensazioni ed emozioni per poi convergerle in piece visive che completano i brani.
Dall’Hip Hop all’Elettronica sino ad artisti con una formazione più classica, il roster artistico di Avantguardia si avvale della collaborazione di numerose personalità contraddistinte da percorsi differenti ma al tempo stesso accomunate dalla medesima visione musicale, artistica e creativa; per la prima volta produttori e musicisti si riuniscono così per far sentire la loro voce con l’intento di dare massima espressione alla libertà musicale in ogni sua forma.
Per lo speciale Audio Cinema Live Show alla Santeria Social Club di Viale Toscana 31 saranno moltissimi gli artisti e gli ospiti presenti che si alterneranno sul palco per sorprendere il grande pubblico con esplosive e inedite performance live.
Dai veterani Shablo e Mace sino a Luca Dimoon, Nko Drumz, Izi e ai producer più influenti della nuova generazione internazionale, sono già oltre 30 gli artisti, tra produttori e musicisti della migliore scena musicale contemporanea, che hanno deciso di aderire con entusiasmo al collettivo Avantguardia e che interverranno durante la serata con molteplici sorprese.
L’apertura dell’evento è affidata invece a Fricat & Ah Damn!, duo chesintetizza in una miscela di elementi ritmici e percussivi con una formula ipnotica di abstract hip hop, trap e beat, elaborando le sonorità della bass music in una ricerca costante del ritmo in tutte le sue forme ad li là della sua provenienza temporale o geografica.
Le sorprese del team di Avantguardia non finiscono qui… ai live farà infatti seguito un lungo aftershow con molteplici dj set che accenderanno l’anima di tutti gli amanti della buona musica fino alle prime luci del mattino. A calcare il palco saranno inoltre gli eccezionali dj set di Polezsky, Not For Us e degliAckeejuice Rockers, duo veneto reduce dal successo delle aperture del “Lorenzo Negli Stadi Tour”che attualmente si sta preparando per affrontare il nuovo “USA Tour 2016”.
In linea con il panorama musicale internazionale, Avantguardia è un laboratorio unico nel suo genere; ponendosi nei confronti della creatività come una factory è in grado di unire sound e immagini in un prodotto unico e senza precedenti, manifesto della totale libertà artistica e creativa di tutti i partecipanti al progetto, dando inoltre loro la possibilità di esprimersi liberamente in ogni contesto attraverso una release, una mostra, un live o una qualsiasi altra forma di performance creativa.
Disponibile in free dowload e in streaming su Spotify, Apple Music, Soundcloud e anche sul canale video Youtube, Avantguardia ha fin ora all’attivo due compilation, Apogeo e Perigeo. In continua evoluzione, nei prossimi mesi il progetto continuerà pertanto ad arricchirsi di inediti e nuovi contenuti audio – video che trasporteranno l’utente in una dimensione quasi onirica.
Marlene Kuntz – Extra Moenia Festival – Pompei ph Anna Vilardi
Marlene Kuntz – Extra Moenia Festival – Pompei ph Anna Vilardi
Marlene Kuntz – Extra Moenia Festival – Pompei ph Anna Vilardi
Marlene Kuntz – Extra Moenia Festival – Pompei ph Anna Vilardi
Marlene Kuntz – Extra Moenia Festival – Pompei ph Anna Vilardi
Marlene Kuntz – Extra Moenia Festival – Pompei ph Anna Vilardi
Marlene Kuntz – Extra Moenia Festival – Pompei ph Anna Vilardi
Marlene Kuntz – Extra Moenia Festival – Pompei ph Anna Vilardi
Marlene Kuntz – Extra Moenia Festival – Pompei ph Anna Vilardi
Marlene Kuntz – Extra Moenia Festival – Pompei ph Anna Vilardi
Marlene Kuntz – Extra Moenia Festival – Pompei ph Anna Vilardi
Marlene Kuntz – Extra Moenia Festival – Pompei ph Anna Vilardi
Marlene Kuntz – Extra Moenia Festival – Pompei ph Anna Vilardi
Marlene Kuntz – Extra Moenia Festival – Pompei ph Anna Vilardi
Marlene Kuntz – Extra Moenia Festival – Pompei ph Anna Vilardi
Marlene Kuntz – Extra Moenia Festival – Pompei ph Anna Vilardi
Marlene Kuntz – Extra Moenia Festival – Pompei ph Anna Vilardi
Setlist Concerto Marlene Kuntz
L’odio migliore
Fecondità
Niente di nuovo
Cara è la fine
Ineluttabile
Io e me
Festa mesta
La mia promessa
Lunga attesa
Ricovero virtuale
La canzone che scrivo per te
Sulla strada dei ricordi
Il genio (L’importanza di essere Oscar Wilde)
Sonica
Da mercoledì 14 Settembre ritorna ufficialmente la nuova stagione dei Magazzini Generali di Via Pietrasanta 16, con un inedito e straordinario Opening Party Night. Per la speciale serata inaugurale protagonista sarà solo la migliore musica di qualità del momento in un mix sorprendente di live e dj set esclusivi che accenderanno l’anima di tutti gli amanti della buona musica fino a tarda notte.
A partire dalle ore 21:30, l’apertura della serata è affidata alla calda voce soul di Giulia Spallino, cantautrice poliedrica e trasversale, caratterizzata da molteplici sfumature e contaminazioni, in grado di produrre testi intimi ma al tempo stesso universali. La giovane artista, insieme ai MamaKass, si esibirà in un’emozionante performance live per presentare il suo ultimo Ep, tra Elettronica, Trip Hop e Bass Music.
La serata proseguirà poi con l’inconfondibile energia live dei Giorgieness, tra i più promettenti gruppi rock alternative, rigorosamente made in Italy, capitanati dalla cantautrice valtellinese Giorgie D’Eraclea. La band, negli ultimi anni, ha condiviso il palco con alcuni dei nomi più importanti del panorama alternativo italiano come Cristina Donà, Edda, Tre Allegri Ragazzi Morti, Morgan, Il Pan Del Savages e The Kooks, presenterà dal vivo i brani tratti dal loro ultimo disco, “La Giusta Distanza”, uscito la scorsa primavera e che ha già raggiunto notevoli traguardi.
A scaldare il grande pubblico, a seguire, sarà invece lo straordinario dj set di Max Brigante, celebre conduttore radiofonico e televisivo, che con la sua hit “Rumba”, già tormentone dell’estate 2016, ha fatto ballare milioni di persone.
Lo special opening Party firmato Magazzini Generali si chiuderà con l’eccezionale dj set di Jillionaire,produttore discograficotrinidadiano contraddistinto da un sound unico e inimitabile, membro del progetto Major Lazer,insieme ai colleghi Diplo e Walshy Fire. Da “Lean On” a “Light it up” sino alla recentissima “Cold Water” in feat con Justin Bieber, che ha già superato 164 milioni di visualizzazioni su YouTube, il progetto Major Lazer negli ultimi anni ha creato le hit più ballate e trasmesse dalle radio di tutto il mondo.
I MAGAZZINI GENERALI, da sempre generatore di mode e tendenze, dopo la serata d’apertura, partiranno con la nuova stagione 2016/2017. Quest’anno il noto locale milanese si proporrà di offrire ancora una volta le migliori novità del panorama musicale internazionale e italiano odierno, attraverso un ricco calendario di appuntamenti dedicati alla grande musica di qualità.
Moltissimi infatti i live esclusivi già in calendario, proseguirà il sabato gay friendly dei magazzini con lo staff MaGayzzini, ma non solo One Night a tema e nuovi format tutti da sperimentare con tanti ospiti a sorpresa.
Ulteriori date di live ed eventi imperdibili saranno presto annunciate.
Da questa stagione chi accederà al sito dei Magazzini Generali registrandosi avrà la possibilità di partecipare ad eventi esclusivi saltando la coda e a prezzo ridotto.
14 SETTEMBRE NGRESSO GRATUITO PREVIA REGISTRAZIONE OBBLIGATORIA
Apertura porte ore 22:00
CALENDARIO
SETTEMBRE
14 Settembre – New Season Opening Party – Giulia Spallino, Giorgieness, Max Brigante, Jillionaire
16 Settembre – Swing Circus
23 Settembre – Coez + djset
OTTOBRE
10 Ottobre – Don Broco
12 Ottobre Hot Shot ’90 – STANIZ
14 Ottobre – Bob Mould
14 Ottobre – CLAPTONE
21 Ottobre – Back in time
22 Ottobre – Janoskians
24 Ottobre – Dark Funeral
25 Ottobre – Sergio Sylvestre
NOVEMBRE
5 Novrembre – Pierce the Veil
26 Novembre – Milan Extraordinaire – (Burlesque School)
Il rito propiziatore del Blue Note di Milano si ripete: così come nel 2003, anche nel 2016 è Chick Corea a tenere i concerti di apertura della stagione concertistica all’insegna della qualità e della classe. Il jazz a Milano ormai è una certezza e ritorni come quelli di Corea sono sempre accolti con grande calore ed entusiasmo. In attesa dei due appuntamenti di questa sera nello storico locale di Via Borsieri, vi raccontiamo le emozioni vissute nella tarda sera del 1 settembre. Il leggendario artista è tornato nel capoluogo lombardo insieme a Gary Burton, il vibrafonista sperimentale che partì nei primi anni Sessanta con George Shearing e Stan Getz, prima di formare, nel 1967, il supergruppo Gary Burton Quartet. Nel concerto di Milano i due artisti, incontratisi nel 1972 al Festival Jazz di Monaco di Baviera, hanno suonato brani tratti dal loro ultimo lavoro in studio intitolato Hot House comprensivo di alcune particolari rivisitazioni degli standard di otto celebri compositori, da Thelonious Monk a Bill Evans. Ad arricchire il live pensato per presentare l’ultimo di una serie di lavori concepiti insieme, travolgenti improvvisazioni ed una singolare alchimia, forte al punto da lasciare sulla pelle una morbida sensazione, nelle orecchie la percezione di due anime che agiscono all’unisono, negli occhi l’incanto e lo stupore nell’osservare un’assoluta padronanza dei rispettivi strumenti. Chick Corea, lo sappiamo, ci ha abituati a passaggi di genere e a sperimentazioni eterogenee, eppure ogni volta riesce ad imprimere un’impronta peculiare ai brani proposti. Flussi morbidi e fluttuanti, intriganti botta e risposta, stravolgimenti intensi e spettacolari sono gli elementi che hanno caratterizzato una performance sinuosa e ben strutturata, un solido connubio che sta riscuotendo ottimi riscontri in tutto il mondo che al Blue Note ha voluto imprimere un marchio preciso ad una stagione di concerti da non perdere.
Direttamente dai mari liguri di Genova Ovest, Moreno torna sulle scene musicali con “Slogan”, un album dal titolo impattante e che ben si presta ad una società che si sofferma sempre più spesso sui contenuti di facciata. Il caso di Moreno però, è diverso: le dodici tracce che compongono il disco interamente prodotto da Big Fish mettono in luce le qualità cantautorali del freestyler ed evidenziano proprio l’intenzione evolutiva del giovane artista impegnato da tempo su più fronti di scrittura. L’album si apre con “Intro”: un minuto e una manciata di secondi per mettere subito i puntini sulle “i” e farci capire come stanno le cose. La titletrack “Slogan” svela l’ascolto della sete della gente. Moreno pesca tra le frasi delle più note pubblicità nazionali, ironizza sul suo essere un prodotto commerciale ma tiene a precisare che non ha nessuna intenzione di snaturarsi. “Non mi sento arrivato, sono appena partito”, canta il rapper, su note reggae nel singolo “Un giorno di festa” mentre l’unico duetto del disco arriva con “Lasciami andare”, brano in cui l’artista genovese ha voluto coinvolgere l’amica Deborah Iurato, sua allieva durante l’edizione del talent show targato Mediaset “Amici 13”. Decisamente intenso ed avulso dalle tematiche affrontate nel resto dell’album, “Alba di domenica” si candida ad essere scelto come prossimo singolo grazie a quella sempre più preziosa “voglia di non perdersi”. Divertente e spassosa “Ping Pong”, irriverente l’ironia di “Sfumature di canzoni”, intima e sognante la storyboard di “Attimi preziosi”. Molteplici chiavi di lettura attraversano le fitte trame di “Antirap”:“Piuttosto che sembrare come voi, vado a cena con gli avvoltoi”, canta Moreno, che ci congeda sulle note di “Nevica”, brano che, non a caso, chiude il disco ponendo l’accento su una marcata capacità di indagine introspettiva non sempre facile da mettere a fuoco.
Intervista
Perché hai scelto questo titolo per il tuo nuovo album?
Questo titolo mi ha convinto perché completava il filone iniziato con quelli dei miei precedenti album. Un’altra possibile ipotesi era “Lo faccio per spot”, in ogni caso sarebbe stata una scelta di tipo impattante. Ho voluto giocare su questa cosa dello Slogan perché alla fine io sono un prodotto discografico ma sono anche un cantante. Per queste ragioni ho fatto in modo che le cose potessero andare di pari passo pubblicando un prodotto di cui essere fiero. Questi sono tempi in cui devo sapermi vendere, sembra tutto preso scherzosamente ma in realtà essendo un freestyler immagazzino un sacco di informazioni. Metriche, ritornelli e note si sono affacciate alla mia mente mentre lavoravo a questo progetto e alla fine del viaggio ho acquisito la consapevolezza che la differenza la fanno le canzoni, l’attitudine e la musicalità.
Cosa vorresti si evincesse da questo album?
Ciò che mi ha reso più popolare è stata la mia partecipazione ad Amici come concorrente prima e come coach poi. Quello che intendo mettere in luce è che io sono un cantautore, lavoro personalmente ai miei brani e spero che questo dato di fatto emerga con questo album. Non ho voluto collaborazioni, c’è solo Deborah Iurato perché pensavo fosse carino coinvolgerla in un’avventura che per me conta molto, inoltre volevo vederla in un pezzo diverso; è nato tutto in maniera molto spontanea.
Moreno ph Cirasa
Quanto conta per te l’autenticità?
Per me si tratta di un caposaldo fondamentale. All’inizio del mio percorso ad Amici mi sono misurato nel cantare le canzoni degli altri ma alla fine è prevalso quello che facevo io. Dopo la partecipazione al Festival di Sanremo ho avuto un anno per me e per fare uscire un prodotto che fosse autentico. Non mi interessa il discorso legato alla commercializzazione dei contenuti e alla sparizione della scena underground. La verità è che ora è tutto un pò pop; se non partecipi ad un talent show perché non ne condividi la policy non ci vai nemmeno come ospite. L’ underground l’ ho vissuto aprendo tanti concerti e conoscendolo dall’interno, sulla mia barca ci sarà sempre posto ma non bado a chi vuole tarparmi le ali senza conoscere davvero quello che faccio. Posso scendere al compromesso di cantare un ritornello melodico perché mi consente di allargare il mio bacino e sono ben contento di questo, devo pur lavorare, ho la coscienza pulita, non devo giustificarmi con nessuno.
Hai ricevuto offerte per partecipare al Gf Vip o all’Isola dei Famosi?
Se ne era parlato ma ero impegnato con la lavorazione del disco e non ho preso nessuna di queste ipotesi in considerazione. In ogni caso se avessi partecipato sarebbe stato solo in funzione dei miei progetti musicali e non per un’esperienza fine a se stessa.
Il video del nuovo singolo “Slogan” è allegro e colorato. Come ci hai lavorato e a cosa ti sei ispirato?
In genere ero abituato a lavorare con le comparse e con una storyline, stavolta abbiamo girato con un green screen e mentre giravo le scene, spesso non riuscivo ad immaginare come sarebbero venute alla fine. Quando ho avuto la possibilità di scoprire il risultato finale, mi è piaciuto veramente molto. Le immagini sono legate al pezzo e sono state scelte in modo mirato… mi hanno insegnato delle cose nuove!
Perché pensi che questo sia un buon disco?
Beh, intanto perché è interamente prodotto da Big Fish e trovo che sia una vero e proprio premio dopo la collaborazione al Festival di Sanremo. Nel disco precedente c’erano diversi produttori e, dato che sono abituato a lavorare con ognuno direttamente in studio, avrei avuto bisogno di molto più tempo. Big Fish ha prodotto hits con Fabri Fibra ed Emis Killa, mi ha lusingato il fatto che abbia voluto credere in me e mi ha ampiamente ripagato facendomi i complimenti alla fine del lavoro. Questa è quella che intendo io per “la mia maturità”: ci ho messo tutto me stesso e chi doveva accorgersene, lo ha fatto.
Moreno ph Cirasa
Quali sono i passaggi che hanno scandito la scrittura delle canzoni?
In questi brani ci sono metafore e concetti in cui la gente può rispecchiarsi. Mi sono misurato con note e pensieri, spesso personali, per scrivere delle vere e proprie canzoni. Sono diventato un cantante di musica rap pur rimanendo un freestyler.
Come contestualizzi un brano come “Alba di Domenica” all’interno del disco?
Questo è il mio brano preferito. Si tratta di un pezzo suggestivo che decanta la voglia di non perdersi e che mette in luce il desiderio di non spegnerci. Lo ascolto spesso in macchina ultimamente.
In che senso ti senti un “miracolato”?
Anni fa avevo un bel lavoro come parrucchiere, un contratto a tempo indeterminato ed un futuro sicuro. Un giorno ho fatto una scelta, ho chiesto scusa ai miei e al mio datore di lavoro e ho intrapreso il percorso che volevo. All’inizio i miei genitori erano molto scettici e non perdevano occasione per rinfacciarmi i rischi della mia scelta, alla fine ce l’ho fatta ma resto con i piedi ben saldi per terra, forte dell’esperienza quotidiana e dei valori che mi ha insegnato la mia famiglia.
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