Prodotto dai Green Day e registrato a Oakland, Revolution Radio è un’esplosione di 12 brani potenti e pieni di rabbia che uniscono l’approccio stilistico dei Green Day a temi che indirizzano le complessità e le incertezze della vita moderna. Musicalmente, l’album è grezzo, viscerale e senza paura – confermando la band come una delle voci guida della musica rock. Il primo singolo, “Bang Bang”, già disponibile e ispirato da avvenimenti recenti, segna il gradito ritorno di una band che ha, oggi più che mai, cose da dire.
“E’ ovvio che il mondo ha perso la testa…e io, Mike e Tré siamo anche noi delle anime perdute,” dichiara il frontman Billie Joe Armstrong. “Revolution Radio è un movimento che vuole riunire tutte le anime perdute…per ballare insieme…per cantare insieme…e soprattutto, per trovarsi gli uni con gli altri. Che è lo spirito dei Green Day fin dal primo giorno.”
La track-listing di Revolution Radio è la seguente:
Dall’Emilia al West con “Roba lieve”, primo lavoro dei La Rosta, nuova combo musicale composta da Massimo “Ice” Ghiacci,membro fondatore, bassista e autore deiModena City Ramblers e Marco “Goran” Ambrosi, chitarrista e autore nella band calabro-bolognese deiNuju. Pubblicato da IWorld Records e mixato da Andrea Rovacchi nello studio Bunker di Rubiera (RE), il disco si muove con spiccata personalità tra suoni acustici e trame elettroniche senza rinunciare ad echi del cantautorato anni ’70 ed il country rock dei giorni nostri. Le undici canzoni proposte dai “La Rosta” profumano di vita vissuta e incantano l’ascolto attraverso avvolgenti derive oniriche. Il calore del suono acustico del bouzouki s’ibrida con l’elettricità di una chitarra elettrica western sul battito di una batteria elettronica creando un suono meticcio e senza tempo. Il ritmo incalzante e godibile della ballata folk “Per un momento ancora” fa da apripista a “Canzone Sui Binari N.1” l’ode al mondo antico dotata di un testo intriso di racconti e suggestioni letterarie.Rossellini, Monicelli, Visconti sono gli dei osannati con piglio leggero e disinvolto, lo stesso che muove le trame della title track“Roba Lieve”, fotogramma della “regina campagna”. Lo spirito cinematico della penna di Ghiacci trova spazio anche in“Solitudine” ed in “Troppo Tempo Qui Da Solo” in cui l’esser soli diventa un momento prezioso per immergersi in se stessi, comprendersi, risolversi. Lo strumentalismo di “Via Adua” arriva a sorpresa ed è, in effetti, un momento buono per riposarsi e tirare il fiato. Un attimo dopo ci si immerge nel piglio cantautorale di “Tra I Tuoi Suoni”. Apparentemente più leggero e caciarone il mood de “L’Estate Dell’80”, un tuffo carpiato all’indietro, un po’ come avviene anche ne “Le lucciole” brano che, a differenza del precedente, si muove lungo una melodia emotivamente più impattante. “Come sarebbe bello fermare il mondo e scappare”, cantano i La Rosta in “Emma”, brano dal retrogusto amaro che precede “Lizzy Luz”, il testo che chiude il disco tra cori enigmatici ed interrogativi che ci lasciano con la testa per aria e l’animo alleggerito.
Raffaella Sbrescia
TRACKLIST
01. Per Un Momento Ancora
02. Canzone Sui Binari N.1
03. Roba Lieve
04. Solitudine
05. Troppo Tempo Qui Da Solo
06. Via Adua
07. Tra I Tuoi Suoni
08. L’Estate Dell’80
09. Le Lucciole
10. Emma
11. Lizzy Luz
Enzo Avitabile protagonista del Pomigliano Jazz Festival. Nel rispetto della tradizione secondo cui ogni anno viene assegnata ad un musicista l’opportunità di realizzare, in totale autonomia e con la massima liberà espressiva e compositiva, concerti esclusivi e inediti creati ad hoc per il festival, l’artista, simbolo di Napoli nel mondo, avrà la possibilità di esprimersi in tutta la sua poliedricità attraverso vari linguaggi, dal jazz alla world music, dal soul alla tradizione partenopea, dall’improvvisazione alla musica ambient, portando in scena due concerti-evento unici e irripetibili.
Classe 1955, Enzo Avitabile è un artista che ha valicato i confini linguistici, stilistici e geografici sposando il bagaglio artistico di una carriera trentennale con una ricerca continua di innovazione musicale, cantando le sofferenze degli ultimi ma anche le loro speranze. Il compositore e polistrumentista di Marianella sarà dunque il protagonista di due produzioni inedite realizzate appositamente per Pomigliano Jazz.
La prima, il 10 settembre, sul gran cono del Vesuvio per quello che è ormai diventato un appuntamento fisso del festival ideato e diretto da Onofrio Piccolo. Sull’orlo del cratere del vulcano più famoso al mondo andrà in scena il concerto al tramonto del soul brother partenopeo che segue quelli di Richard Galliano e Marzo Zurzolo nel 2014 e del trio Enrico Rava, Maria Pia De Vito, Roberto Taufic nel 2015. Ad accompagnarlo in questa performance esclusiva e fortemente evocativa, sul palco naturale a quota 1200 metri, ci saranno il contrabbassista Rino Zurzolo, storico collaboratore di Pino Daniele, il pakistano Ashraf Sharif Khan al sitar e il chitarrista Gianluigi Di Fenza.
Il secondo progetto, invece, porterà Enzo Avitabile a duettare con l’Orchestra Napoletana di Jazz diretta da Mario Raja, ensemble nato nel 2005 che riunisce alcuni fra i migliori talenti della scena jazzistica campana. In scaletta oltre a composizioni dello stesso Avitabile rilette in chiave jazz ci saranno anche classici della tradizione napoletana e altri brani sorprendenti. Il concerto si terrà il 18 settembre al Parco delle Acque di Pomigliano d’Arco.
Il cono del Vesuvio
Nel corso della sua carriera Enzo ha sperimentato vari linguaggi, dal jazz alla black music, fino alla ricerca musicale delle nostre tradizioni, mantenendo comunque una sua originalità e precisa identità. Ha creato un suo suono, ben decifrabile, che va oltre i generi musicali e guarda sempre al contemporaneo, sottolinea Onofrio Piccolo, direttore artistico del festival. Questo modo di vivere la musica, l’arte e la contaminazione stilistica rende speciali e irripetibili i due concerti pensati appositamente per Pomigliano Jazz. Un festival che si è sempre caratterizzato per le sue produzioni originali e per il coinvolgimento e la valorizzazione dei musicisti campani.
Occorrono voglia, pazienza, curiosità e sensibilità emotiva per entrare in connessione con le trame sonore de ”I maestri del colore”, l’ultimo full-lenght pubblicato dalla band Progressive Ethereal Folk italiana Corde Oblique per la label russa Infinite Fog. Una forte spregiudicatezza creativa attraversa le 13 tracce ispirate ai nomi, ai contesti e ai personaggi più disparati. Un solo ascolto non sarà sufficiente per carpire le sfumature e i contributi dati dai tanti artisti convocati dall’istrionico Riccardo Prencipe, mente e cuore pulsante del progetto in essere. Parliamo, nello specifico, dei musicisti provenienti dai progetti Synaulia (autori della colonna sonora del “Gladiatore” di Ridley Scott), i Micrologus (tra i primi a diffondere la musica medievale in Italia), e la cantante bulgara Denitza Seraphim degli Irfan. Il sesto album dei Corde Oblique è concepito come una tavolozza pittorica in musica in cui si cerca di dare risalto all’importanza cromatica, ritmica e tonale della musica. Ogni titolo allude a un diverso colore e la veste grafica è ispirata alla celebre ed omonima collana di storia dell’arte, uscita negli anni ’60 per Fabbri Editori.
Corde Oblique
La prima traccia, scelta non a caso come singolo apripista del progetto, s’intitola “Suono su Tela” ed è un brano strumentale di forte impatto emotivo. L’evoluzione del disco prosegue in maniera naturale sulle note de “I Sassi di Matera” in cui il canto si appoggia alla musica per disegnare in modo nitido i tratti di un luogo unico e speciale. Unica cover del disco è “Amara Terra Mia”, rifacimento a cappella della celebre canzone di Domenico Modugno. La ricerca storico-artistica e musicale continua con “Il cretto Nero”, una struggente ed enigmatica fiaba e “Giallo Dolmen”, un effluvio di strumenti a fiato, dedicato a Roberto De Simone. Perla preziosa del disco è “A Fondo Oro”, un canto medioevale spagnolo risalente al XIII secolo, ulteriormente arricchito dall’uso di strumenti cordofoni come il liuto e l’oud. Scritta durante il soundcheck di un concerto a Shangai, “Rosa d’Asia” è la dedica che Prencipe fa al pubblico cinese. Scritto per archi ed eseguito dal Quartetto Savinio, ensemble vincitore di numerosi premi, con all’attivo incisioni per la DECCA e “Amadeus”, “L’urlo Rosso” è un brano ispirato ad una poesia di Sergej Stratanovskij. Dolce e ovattata la ninna nanna “Blu regale”, suggestiva e quantomai utile “Blubosforo” ispirata ad Instanbul. L’ultima suggestione sonora arriva con “L’occhio bianco”, brano di chiusura per un lavoro di ampio spessore culturale, cosparso di riferimenti ed intriso di citazioni che lo rendono fruibile solo a chi ha davvero voglia di ascoltare qualcosa che vada ben oltre la media.
Raffaella Sbrescia
La Tracklist:
1 – Suono su tela
2 – I Sassi di Matera
3 – Violet Nolde
4 – Il cretto nero
5 – Giallo dolmen
6 – Amara terra mia
7 – Papavero e memoria
8 – A fondo oro
9 – Rosa d’Asia
10 – L’urlo rosso
11 – Blu regale
12 – Blubosforo
13 – L’occhio bianco
L’Associazione Mousikè con il progetto Accademia Musicale Europea in collaborazione con Palazzo Venezia Napoli e la direzione artistica del Maestro Luciano Ruotolo presentano i Corsi di Alta Formazione Musicale che avranno un respiro internazionale con eccellenze musicali coinvolte e possibilità importanti per i partecipanti.
In occasione della celebrazione del centenario dalla morte di F.P.Tosti, il più importante compositore di Romanze in Italia e figura di rilevo internazionale tra fine ‘800 ed inizio ‘900, le attività si svilupperanno in Partenariato con l’Istituto Nazionale Tostiano di Ortona, unico Istituto al mondo di approfondimento dell’autore, e prevederanno momenti di approfondimento della figura di F.P.Tosti con il laboratorio ‘TostiLab’ condotto dal Soprano Romina Casucci di fama internazionale ed esperta esecutrice dell’autore coadiuvata dal Pianista Luciano Ruotolo, di recente impegnato in un tour negli USA.
Verranno inoltre organizzati concerti e focus specifici che permetteranno ai giovani cantanti lirici di partecipare ai concerti organizzati presso Palazzo Venezia Napoli, l’Istituto Nazionale Tositano di Ortona e presso la Fondazione Eutherpe a Leon in Spagna. Sarà data inoltre la possibilità di registrare una demo professionale presso una sala di incisione. Le attività si svolgeranno da ottobre 2016 a Giugno 2017. – ‘L’Arte del Canto Applicata al Pianoforte’ approfondimento della prassi esecutiva pianistica legata alla gloriosa scuola pianistica napoletana con il Pianista/Compositore Giuseppe Devastato, vincitore del prestigioso Global Music Awards 2015 di Los Angeles, ad alcuni appuntamenti parteciperà anche il M° Gioacchino Longobardi , presidente della Neapolitan Music Society di New York ed esperto conoscitore del Repertorio dei Grandi Maestri Napoletani. Ai Giovani partecipanti sarà data la possibilità di esibirsi in svariate rassegne musicali, tra le quali quella organizzata a Palazzo Venezia Napoli e di esibirsi in un Tour in Spagna nel 2017 che partirà presso la Fondazione Eutherpe a Leon e continuerà nelle città di Valencia e Madrid dove si concluderà nello storico ‘Ateneo di Madrid’.
Radio Popolare, la più grande e importante radio indipendente italiana, chiude i festeggiamenti indetti per il 40 anniversario dalla propria nascita con un doppio concerto imperdibile. Il 10 settembre al Carroponte di Sesto San Giovanni Afterhours e Daniele Silvestri, due delle realtà più prestigiose e amate della musica italiana, da sempre grandi amici di Radio Popolare, che li segue e li ospita sin dai loro esordi, suoneranno sullo stesso palco per una serata unica ed esclusiva. Si tratterà di un vero e proprio doppio concerto, con entrambe le band in formazione completa, con due live di pari durata, per più di tre ore di musica.
Il biglietto del concerto, che servirà a sostenere l’indipendenza di Radio Popolare sarà di 20€: due concerti…al prezzo di uno!
L’appuntamento è per sabato 10 settembre 2016 al Carroponte: il primo concerto inizierà alle 20!
Fiorella Mannoia ha dato vita ad uno dei tributi più intensi e più attesi della stagione con “A te”, uno spettacolo speciale che l’artista ha costruito ad hoc e che lo scorso 2 agosto è stato appannaggio del pubblico di Salerno. Oltre agli undici brani del cantautore bolognese che compongono il disco “A Te”, uscito tre anni fa, altri successi compongono la scaletta del concerto-tributo. Registrate in presa diretta, le canzoni di questo album sono state arrangiate dai migliori direttori d’orchestra italiani: Peppe Vessicchio, Pippo Caruso, Stefano Zavattoni, Marcello Sirignano e Paolo Buonvino. “Anna e Marco” e “Caruso” sono i cavalli di battaglia a cui si aggiungono “Se io fossi un angelo”, “Chissà se lo sai”, “Milano”, “Felicità”, “Sulla rotta di Cristoforo Colombo” e “La casa in riva al mare” nonchè l’inedito “A Te”, appositamente composto, sono le perle scelte in uno sconfinato mare di poesie in musica.
Fiorella Mannoia – “A te” – Anna Vilardi
Una selezione non facile per la quantità e la qualità della penna di Dalla, una selezione raffinata mirata a dare la giusta sintesi tra autore e interprete, due personalità e due vocalità molto distinte, a cui era necessario trovare un “compromesso” per riuscire a ottenere un buon risultato che, a dire il vero, è molto più di questo.
Autrice, interprete, dj e musicista, Giordana Angi è originaria di Latina è ma nata in Francia e scrive in tre lingue italiano, francese e inglese. “Chiusa con te (xxx)” è il primo brano dell’artista pubblicato su etichetta Sugar e prodotto da Tiziano Ferro. “Chiusa con te (xxx)” è un brano r’n’b che fonde la tradizione alle nuove sonorità. Un beat minimale scandisce un testo esplicito e sensuale che racconta di una notte travolgente passata sul dancefloor.
Intervista
Giordana, perché scrivi canzoni?
Le mie canzoni sono il frutto della voglia di scrivere non per un pubblico ma per consentirmi di essere sempre in contatto con me stessa. Nonostante tutto quello che mi è successo, questo è sempre stato il mio punto di riferimento. Solo dopo aver completato la scrittura di un pezzo mi ritrovo a capire che si tratta di una canzone che magari qualcuno sta aspettando.
Da dove nasce l’esigenza di trascrivere quello che senti?
Mi ricordo che ho preso per la prima volta la penna in mano per scrivere qualcosa di mio quando avevo 11 anni. Ero reduce dall’ennesimo trasloco, mia madre è stata assistente di volo e per questo motivo abbiamo viaggiato tanto. Il passaggio dalla quinta elementare alla prima media mi ha vista passare dall’Italia alla Francia; quella è stata la molla che mi ha spinto a cominciare a scrivere.
Come è arrivato l’incontro con Tiziano Ferro?
Gli ho inviato un demo contenente tre tracce e una lettera di presentazione circa due anni e mezzo fa ma ero convinta che non l’avrebbe mai ascoltato; sarà per questo che dimenticai di allegare i miei recapiti al plico! A dispetto dei miei presentimenti, Tiziano mi ha cercata, non senza difficoltà, e mi ha detto che non gli era mai successo. Successivamente abbiamo scritto altre canzoni, mi diceva sempre quello che pensava e nel frattempo cercava di capire chi potesse credere in me quanto lui; alla fine è arrivata Sugar.
Cosa ci racconti del brano “Chiusa con te”?
Questa canzone è nata alle Maldive durante i tre mesi che ho lavorato lì. E’ nata di notte ma l’ho chiusa nel computer per poi tirarla fuori solo in Sugar, quando mi è stato chiesto se avevo scritto altre cose. Per quanto riguarda la base l’obiettivo era fare qualcosa che non fosse convenzionale, almeno in Italia. Per questo un grazie va a Tiziano perché comunque è lui che ha sposato la mia causa con un brano che esce dal coro.
A proposito della concezione della scrittura come metodo di connessione per te stessa, quali sono le tue influenze?
Per quanto riguarda le influenze musicali, aldilà di quelle pop, Tiziano è sempre stato diverso dagli altri con brani come “Xdono”, “Perverso”, conservo tutti i suoi singoli! Mi piace anche Pharell e devo dire che anche l’ultimo lavoro di Justin Bieber mi ha piacevolmente sorpreso.Recentemente ho ascoltato anche molta musica classica alternativa e mi è piaciuta tantissimo!
Hai frequentato anche delle lezioni, cosa ti hanno lasciato?
Innanzitutto un amore sconfinato per artiste immense come Areta Franklin, Nina Simone, Ella Fitzgerald. L’approccio alla musica è fondamentale e a me quella esperienza ha lasciato la consapevolezza che, per quanto sia bello sperimentare, è giusto conoscere le regole, partire da basi solide e applicarsi sul serio.
Ci sono state esperienze lavorative che ti hanno forgiata nel tempo?
Certo! Due anni fa lavoravo a Palermo, grazie alla mia conoscenza del francese avevo trovato un piccolo impiego e di sera andavo a cantare. Lavoravo 20 ore al giorno guadagnando pochissimo…uno dei pochi che mi è sempre rimasto a fianco è stato proprio Tiziano, qualunque cosa gli mandassi da ascoltare, lui c’era sempre!
Cosa significa per te essere una dj?
Mi piace molto giocare con le basi, posso far capire alla gente qual è il mio gusto; trovo che sia il modo migliore per raccontarmi senza cantare.
E il disco?
Ci stiamo lavorando, dovrebbe uscire il prossimo inverno…
Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Per altre infoclicca qui . Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice.Ok