La grinta di Giungla in “Camo”. La recensione dell’Ep

Giungla ph Giulia Mazza

Giungla ph Giulia Mazza

Giungla è Emanuela Drei, voce e chitarra negli Heike Has The Giggles e bassista con His Clancyness. Il suo primo Ep da solista s’intitola “Camo” ed è stato prodotto, registrato e mixato da Federico Dragogna (Ministri). Negli undici minuti di cui si compone questo lavoro, la voce di Giungla è un faro accentratore: passionalità, audacia, grinta e sperimentazione si fondono in una irresistibile miscela electropop. Quattro brani tanto inafferrabili quanto gustabili si muovono tra picchi punk rock e qualche inaspettato tratto morbido.  “Camo” si apre con “Cold”, un tiratissimo punk ‘n roll in cui la drum machine detta i tempi mentre la voce flirta con l’elettronica. A seguire “Forest”: suggestioni filmiche riempiono le bolle sonore create da intense sezioni ritmiche; una contrapposizione, quest’ultima, di forte impatto sia semantico che sonoro. Tutt’altro discorso da fare per “Sand”, una dolce ballad che si distanzia da schemi e preconfezionamenti, un modo per abbracciare la disillusione e trasformarla in un punto di forza. Chiude l’ep “Wrong”, un brano ostico, a tratti psichedelico, incentrato su ombreggiature in contrasto così come è la nostra vita quotidiana.

Raffaella Sbrescia

Video: Cold

Intervista ad Arisa: dopo “Guardando il cielo” arriva il “Voce d’Estate Tour”

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Ritratti Di Note ha incontrato Arisa, occasione per riparlare dell’ultimo bellissimo progetto discografico dell’artista, intitolato “Guardando il Cielo” (Warner Music)

Arisa, il tuo ultimo album si intitola “Guardando il cielo”, proprio come la canzone che hai portato al Festival di Sanremo lo scorso Febbraio. La canzone è una delicata preghiera rivolta al cielo ma tutto l’album offre una chiave di interpretazione della realtà che ci circonda.

“Guardando il cielo” è una preghiera laica. Mia nonna mi ha insegnato che l’entità alla quale chiedo aiuto nelle preghiere è Dio, ma a 33 anni sono arrivata alla consapevolezza che questa entità è l’universo. L’universo regola i miei stati d’animo. Anche attraverso le credenze popolari possiamo capire quanto l’universo giochi una parte importante nella nostra vita e sulla nostra strada. A proposito delle credenze popolari, penso a quando aspettiamo che ci sia la luna crescente o calante per fare qualcosa, ad esempio tagliarci i capelli. “Guardando il cielo”e’ una canzone che mira a sensibilizzare l’uomo ad affidarsi all’universo, e a cercare di mantenere sempre un atteggiamento positivo nei confronti dei giorni. Non serve svegliarsi e dirsi che qualcosa non andrà, è troppo presuntuosa la previsione di una verità. Non possiamo cambiare le cose, tanto vale essere positivi e andare avanti…

In quest’album si respira un atteggiamento positivo e propositivo nei confronti del futuro, ma un futuro migliore passa necessariamente attraverso il rispetto della propria terra e dell’ambiente. Tocchi un tema delicato, caro a tutti noi…

Ti ringrazio per quello che mi dici. E’ un tema molto caro anche a me. Gli esseri umani fanno del male alla terra pensando che la terra non chiederà mai il conto, ma in realtà questo conto lo paghiamo tutti i giorni. Se avveleniamo la terra in cui seminiamo, i frutti di quella terra nasceranno malati e noi ci ammaleremo. Dobbiamo rispettare la terra perché la terra ci nutre, e quindi salvaguardandola facciamo del bene prima di tutto a noi stessi…

Arisa

Arisa

Questo è un album che parla molto anche d’amore. Ci sono amori che finiscono e amori che continuano per tutta la vita. Nel disco c’è una bellissima canzone che si intitola “L’amore della mia vita” e che tu hai dedicato ai tuoi genitori, a quell’amore che non finisce mai…

Sì, l’amore per i genitori davvero non finisce mai. Questa canzone l’ho ascoltata la prima volta quando mi sono fatta male ad una mano e mio padre mi ha portato al Pronto Soccorso. In sala d’attesa ero con il telefonino in mano e mi è arrivata questa canzone. Ascoltandola, ho guardato gli occhi di mio padre e ho visto lo sguardo di un genitore che guarda la figlia un po’ mattacchiona… in quel momento mi sono detta che io la dovevo cantare quella canzone perché io ce l’avevo gli amori della mia vita. MI ritengo molto fortunata per questi amori. I miei genitori sono fondamentali per me.

In quest’album sei anche autrice in due pezzi:  “Una notte ancora“ e “Io e te come fosse ieri”.  In quest’ultima canzone hai ricordato un grandissimo artista tuo conterraneo, che è Mango.

Secondo me, Mango è un’artista che non è mai stato ricordato abbastanza. Nella sua originalità, è rimasto un po’ di nicchia, soprattutto nella sua personalità tipicamente lucana, di grande cuore ma di poche smancerie. Noi lucani siamo un po’ così. Quando ho scritto “Io e te come fosse ieri”, mi sono ispirata un po’ a lui, al suo canto, alle inflessioni vocali di un pezzo come “Bella D’Estate”. Mango è stato un grande artista.

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Arisa, che cosa, oltre l’arte, può aiutarci a cambiare la vita?

L’amore. L’arte in generale può aiutarci a cambiare il mondo, ma l’amore ci cambia la vita, e anche quello è arte. Ogni tanto sento in giro qualcuno che dice che l’arte non può cambiare il mondo. Non sono d’accordo. L’arte è sempre stata al centro di grandi cambiamenti culturali. Credo molto in questa cosa.  Nel mio piccolo, con le mie piccole possibilità e con la mia musica, cerco di dare messaggi importanti, che possano illuminare le persone.

Oltre alla promozione del disco, ci sono i Live…

Cercherò di impegnarmi al massimo per dare a quest’album quello che merita e per presentarlo in maniera esaustiva. Ci ho lavorato tanto tempo, e con me, hanno partecipato al progetto tante persone. Ci sono brani che aspettano di essere cantati da cinque anni e anche di più.  Io non mi arrendo alla legge che oggi i dischi non si vendono più!

Giuliana Galasso

‪#‎Arisa‬ ‪#‎VoceDEstateTour‬ 2016
Tour organizzato da International Music And Arts

• 25.06 Teatro Romano di Verona
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• 12.07 Parco del Celio Roma [i concerti nel Parco]
Infoline 06.5816987 – 339.8041777
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>> a breve su Ticketone, Ciaotickets e BoxOffice Lazio

• 14.07 Teatro Carcano di Milano [La Milanesiana]
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• 29.07 Piazza del Sole di Santa Margherita Ligure (Ge)
Infoline: 0185286033
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• 31.07 Pian Pilun Colle di Gilba (Cn) [Suoni Dal Monviso]
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>> su VivaTicket http://bit.ly/1TWtL3A

EXTRA TOUR
• 26.06 Chiesa di San Marco – Milano (evento benefico a pagamento all’interno del Festival La Milanesiana)
Concerto di Antonio Ballista Hit Parade per Umberto Eco – Arisa ospite con una canzone

Duran Duran live: a Milano l’ultimo atto di “an incredible affair” con l’Italia

Duran Duran live @ Summe Arena Assago Forum - Street Music Art

Duran Duran live @ Summer Arena Assago Forum – Street Music Art

Con l’affollatissimo concerto alla Summer Arena del Forum di Assago a Milano, nell’ambito del Festival “Street Music Art”, prodotto da Live Nation, si è consumato l’ultimo atto della fortunata tourneè italiana dei Duran Duran. “We have had an incredible affair with Italy”, spiega Simon Le Bon al pubblico, dopo un simpatico lapsus, “Buonasera Toscana”. Dall’alto dei loro 38 anni di carriera, 14 album, e 100 milioni di copie vendute, i Duran Duran hanno sorpreso il pubblico mostrandosi in forma smagliante senza accusare l’implacabile scorrere del tempo. Grazie ad una formula musicale vincente, incentrata su un valido compromesso tra synth e strumenti tradizionali, il  pop dei  “Wild Boys” di Birmingham diverte, seduce, coinvolge sia i fedelissimi che i neofiti conquistati con i ritmi pop e funky dell’ultimo disco “Paper Gods”, quattordicesimo capitolo di una quasi quarantennale carriera.

Duran Duran live @ Summer Arena Assago Forum - Street Music Art

Duran Duran live @ Summer Arena Assago Forum – Street Music Art

Il concerto parte proprio con la title track dell’ultimo lavoro, seguita dalla felice triade composta da “Wild Boys” / “Hungry Like The Wolf” / “A View To A Kill”. L’affiatamento, la carica e la verve dei Duran Duran è palpabile e, in effetti, rappresenta davvero quel quid in più in grado di convincere anche i più guardinghi. Buona la resa vocale di Simon Le Bon, brillante la performance di John Taylor con quel suo irresistibile basso a rendere ancora più pepato un set che ha spaziato tra decenni e generi musicali tra visuals e scenografie impattanti. Bella la scelta di ballads come “Come Undone”, “Ordinary World” e “Save A Prayer”, passando per tracce assolutamente irresistibili come la più recente “Pressure Off”, la leggendaria “Notorius” e l’immancabile “Rio”. Sentito ed ampiamente condiviso il tributo a a David Bowie, con una “Space Oddity” agganciata alla loro hit “Planet Earth”. Irrinunciabili   “Last Night In The City”, “Reach Up for the Sunrise”, “Save a Prayer”, singoli scelti per completare una scaletta ricca, esaustiva, inespugnabile.

Raffaella Sbrescia

Duran Duran live @ Summer Arena Assago Forum - Street Music Art- La scaletta

Duran Duran live @ Summer Arena Assago Forum – Street Music Art- La scaletta

 

Intervista ai Black Violin: musica classica e hip hop contro gli “Stereotypes”

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Will Baptiste (viola) e Kev Marcus (violino) sono i Black Violin, un duo che nel giro di pochi anni ha saputo affermarsi all’interno dello scenario musicale internazionale grazie alla potenza strutturale e scenica della propria formula basata sul curioso connubio tra musica classica e hip hop. Numeri alla mano, il recentissimo tour dei due musicisti afroamericani, che si sono esibiti in concerto anche all’Arci Bellezza di Milano, ha dimostrato un continuo crescendo di consensi, destinati a moltiplicarsi sulla scia della pubblicazione di “Stereotypes”, l’album uscito lo scorso 27 maggio per Universal Music.

Intervista

Quali sono le caratteristiche che contraddistinguono la vostra miscela musicale?

Da piccoli abbiamo studiato musica classica poi fuori scuola ascoltavamo soprattutto musica hip hop. Le nostre strade si sono incrociate al college in Florida e da lì è iniziato il nostro cammino che si fonda sull’unione di due generi così distanti. Per noi si è trattato di un processo naturale, abbiamo semplicemente unito le nostre più grandi passioni, un po’ come quando cerchi di creare un cocktail perfetto…

Come avete scelto il nome del duo?

Ci siamo ispirato al titolo dell’omonimo disco del violinista jazz Stuff Smith, un luminare che, con il suo esempio, ci ha dato la forza, il coraggio e l’entusiasmo di continuare a perseguire la nostra carriera musicale all’insegna della sperimentazione.

Cosa ci potete raccontare in merito alla genesi di “Stereotypes”, un album che vi espone anche al “giudizio” del pubblico di tanti artisti che hanno collaborato con voi come Melanie Fiona a Robert Glasper, da Daru Jones a Rob Moose…

Il processo creativo che sta alla base del disco è stato molto naturale. Spesso ci siamo trovati in studio ad improvvisare dei brani e a suonare seguendo l’istinto fino a quando non trovavamo il suono che ci piaceva. Solo in un secondo momento abbiamo aggiunto gli altri strumenti dando una struttura più complessa ai brani.

“Stereotypes” è una dichiarazione d’intenti per rompere le barriere? Quale ruolo pensate possa svolgere la musica in questo senso?

Partendo dall’ovvio presupposto che i pregiudizi sono frutto di congetture mentali, la musica riveste un ruolo di primaria importanza. Per quanto ci riguarda, la usiamo per far capire a tutti coloro che ci ascoltano che non bisogna mai fermarsi alle apparenze. In quanto musicisti afroamericani, noi stessi siamo l’esemplificazione di questo ragionamento. Quando camminiamo per strada con le custodie dei violini, la gente crede che facciamo jazz, non c’è niente di più divertente che sorprendere tutti stravolgendo cardini e certezze.

Che futuro prevedete per la musica classica?

La musica classica spesso viene percepita come un genere d’élite, con cui i giovani faticano ad interfacciarsi Vorremmo colmare questo gap tra presente e passato, speriamo di riuscirci.

Quali sono i vostri riferimenti musicali?

Oltre a Stuff Smith ci ispiriamo ad autori diversi che vanno dall’hip hop di Jay-Z e Kendrick Lamar, alla musica classica di Paganini, Bach, Beethoven, Vivaldi, Verdi ma anche a Stevie Wonder e Miles Davis.

“Running” chiude l’album ma mette anche un sigillo sulla vostra cifra stilistica…

Abbiamo arrangiato questo brano in due ore e, in effetti, riteniamo sia quello che rappresenta in maniera più esaustiva il nostro stile.

Black Violin durante l'intervista a Milano

Black Violin durante l’intervista a Milano

Esiste una ricetta perfetta per quella che definireste “buona musica”?

Lavorando in questo settore abbiamo imparato a rispettare tutto. Se l’artista si esprime in modo sincero e arriva a chi lo ascolta non si può certo parlare di cattiva musica. Per noi esiste la musica che ascoltiamo volentieri o meno, indipendentemente dal genere. Una canzone deve trasmettere delle emozioni, saperci smuovere dall’interno, generare una reazione.

Vi siete esibiti davanti a più di 100 mila ragazzi nell’ambito di un progetto educativo realizzato assieme alla VH1 Save the Music Foundation. Qual è il bilancio di questa esperienza?

Ogni anno suoniamo davanti a migliaia di ragazzi per insegnare loro a credere in se stessi e fare al meglio quello che più gli piace.In questo senso  ci sentiamo in parte  responsabili perché vogliamo condividere con questi ragazzi il nostro dono e fargli capire l’importanza dello studio, della costanza, della disciplina ma anche della curiosità e della fantasia. I bambini non sono stati educati ad apprezzare la musica classica ma non è colpa loro, c’è bisogno di stimolarli ed invitarli ad incuriosirsi.

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Avete suonato anche in occasione di alcuni concerti dei 2Cellos, il duo di violoncellisti croati che hanno unito la musica classica al rock. Con la vostra musica avete completato l’offerta di generi. Come è andata?

I 2 Cellos sono molto bravi, hanno pubblico pronto a lasciarsi coinvolgere, per noi è stata un’esperienza molto stimolante.

Nel 2013 Barack Obama vi ha invitato al ballo inaugurale del suo secondo mandato presidenziale. Cosa vi è rimasto nel cuore?

Quello è stato sicuramente il punto più alto della nostra carriera. Avevamo suonato per sua moglie Michelle e le loro due figlie qualche mese prima, durante una cerimonia per l’infanzia, ed è stata proprio la First Lady a richiamarci per il ballo inaugurale del secondo mandato di Obama. Eravamo insieme a grandi star come Alicia Keys, Jamie Foxx, Usher, non ci sembrava vero. La cosa difficile sarà capire cosa fare da adesso in poi! (ridono ndr).

Raffaella Sbrescia

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Video: Stereotypes

Il Market Sound ospita il Deejay time ed è ufficialmente estate a Milano

Deejay time @Market Sound

Deejay time @Market Sound

Con il ritorno del Market Sound, il Festival promosso da So.ge.MI con il sostegno del Comune di Milano, organizzato da Punk For Business, in collaborazione con AADV Entertainment, possiamo ufficialmente annunciare l’arrivo dell’estate a Milano. Con un calendario in grado di rivolgersi a tutte le fasce di pubblico, la rassegna si propone come punto di riferimento per tutti gli amanti del divertimento. Dopo la serata inaugurale con il release party dell’ep di Joan Thiele, lo scorso 11 giugno il Market Sound ha ospitato la tappa meneghina del Deejay Time tour. Ad animare la consolle del palcoscenico: Albertino, Molella, Fargetta e Prezioso. Esattamente come 20 anni fa, i magnifici quattro si sono avvicendati al mixer divertendo il pubblico grazie ai loro mash up dedicati ai mitici anni ’90. Non solo dance e house ma anche pop nostrano, irriverenti gag ed effetti speciali. A completare l’offerta per i più esigenti, le ottime proposte culinarie in formato Quality Street Food e l’area lounge per una spensierata notte estiva; solo la prima di una lunga serie.

Raffaella Sbrescia

Pooh live a San Siro per “Reunion – L’ultima notte insieme”: l’epilogo trionfale di una band vincente

Pooh - Reunion - Stadio San Siro -Milano ph Francesco Prandoni

Pooh – Reunion – Stadio San Siro -Milano ph Francesco Prandoni

Roby, Dodi, Red, Stefano e Riccardo, ovvero i Pooh, chiamano a raccolta il pubblico allo Stadio San Siro di Milano per i primi due appuntamenti di “Reunion – L’ultima notte insieme”; l’ultima avventura live prima di mettere definitivamente la parola fine alla loro lunghissima storia fatta di palchi, sorrisi, sudore e infinite emozioni. La produzione dello show, targata F&P, è davvero imponente: il palco copre oltre i 600 metri quadrati e, come sempre, da 50 anni a questa parte, i Pooh hanno scelto di portare sul palco tutte le innovazioni tecniche possibili insieme ad effetti speciali come gli effetti pyro, scritte calandrate a mano e pedane rotanti a 180°. Più di 50mila persone hanno affollato lo Stadio, pronte a lasciarsi cullare da canzoni e melodie senza tempo. Scegliendo ben 50 canzoni da un repertorio di diverse centinaia di brani, i Pooh scandiscono le tappe di un cammino che, se per qualcuno, equivale a ripercorrere le tappe salienti della propria vita, per qualcun altro rappresenta la preziosa occasione di conoscere i tasselli della nostra storia musicale e socio-culturale.

Un tuffo in quegli anni ’70 che tanto hanno significato per l’Italia e per il Mondo. Canzoni che spesso non potevano nemmeno essere passate in radio e che, invece, parlano di vita vissuta e di temi assolutamente di primo piano. Un grande ruolo, in questo senso, fu svolto dal grande Valerio Negrini, prontamente omaggiato dai Pooh e dal pubblico con una emozionante standing ovation: «A lui dobbiamo tutto. Valerio è riuscito a raccontare cose con un linguaggio nuovo ma semplice e diretto, mettendo insieme il pop, la canzone popolare, e storie importanti, non facili per l’epoca. I nostri brani parlavano di prostituzione, omosessualità, temi scottanti.», hanno sottolineato i Pooh, durante l’incontro con la stampa avvenuto poche ore prima del concerto a San Siro. Il live, ripreso da 15 telecamere, con la regia di Roberto Cenci, per uno speciale che sarà contenuto in un Dvd (in uscita il 16 settembre insieme al disco Reunion, disponibile in diverse versioni) e che andrà in onda su Canale 5, non ha voluto solo offrire al pubblico il meglio di una produzione artistica sconfinata bensì lasciare una testimonianza tangibile del grande affiatamento e della invidiabile grinta con cui i Pooh hanno letteralmente incendiato il palco.

Pooh - Reunion - Stadio San Siro -Milano ph Francesco Prandoni

Pooh – Reunion – Stadio San Siro -Milano ph Francesco Prandoni

Altro che effetti speciali, le cose che davvero lasciano senza fiato gli spettatori sono gli sguardi complici, la tenuta del palco, la professionalità, la passione e la scintilla che tiene amalgamati questi cinque uomini e musicisti. Uomini fatti di una pasta diversa, che hanno scelto di consacrare la propria vita personale alla musica senza riserva alcuna. Uomini che, dopo 50 anni trascorsi sui palchi del mondo, riescono ancora ad emozionarsi come ragazzini. Uno degli aspetti più importanti di questo nuovo progetto, è il rinnovamento di alcuni arrangiamenti ed i cambi strutturali apportati con l’arrivo di Riccardo Fogli: «Ciascun pezzo scelto per il live ci riporta a un periodo particolare, in cui vivevamo magari in alte città, con altre persone. Abbiamo cercato di fare uno spaccato della nostra storia personale e di quella del paese. Negli anni abbiamo avuto tanti modi diversi di fare musica ed in questo concerto li riproporremo tutti. Ci sarà una grande rivisitazione dei nostri brani e con l’arrivo di Riccardo, abbiamo dato un impostazione sonora diversa alla band. Con Riccardo è cambiato proprio l’approccio alle canzoni. La sua chitarra e il suo intervento umano hanno dato una caratteristica peculiare a questo live». Particolarmente emozionato il diretto interessato: «Ho passato sette anni meravigliosi coi Pooh. Suonando Piccola Katy anche in Russia e in America.  Mi sono messo a studiare tutto il repertorio della band, ho i calli alle dita! (ride ndr). Ancora non mi sembra vero di essere qui con loro, dopo tutti questi anni. Ora tengo duro, ogni tanto mando giù il magone ma devo ancora imparare a gestire la fortissima emozione».

Pooh - Reunion - Stadio San Siro -Milano ph Francesco Prandoni

Pooh – Reunion – Stadio San Siro -Milano ph Francesco Prandoni

In effetti, la ritrovata alchimia, insieme alle rinnovate vesti rock dei brani si sentono tutte con assoli di chitarra e di batteria a fare da padroni sul palco. A questo proposito è doveroso evidenziare la grande verve con cui Stefano D’Orazio ha affrontato questa importante prova: «Avevo già appeso le bacchette e la batteria al chiodo e invece rieccomi qui. Pensavo fosse davvero finita ma oggi sento di dover ringraziare i miei compagni che hanno tanto insistito per coinvolgermi. Abbiamo fatto le prove ieri sera con lo stadio completamente vuoto, immaginarlo pieno mi ha fatto venire la pelle d’oca. Ho dovuto rifarmi il fiato per riuscire a cantare e suonare come una volta ma alla fine ce l’ho fatta».

Senza cedere un secondo alla stanchezza, i magnifici cinque solcano decenni come impavidi cavalieri tra scenografie di grande impatto. Tra i brani più cantati: “Dammi solo un minuto”, “Piccola Katy”, “Amici per sempre”, Pierre”.  Molto intenso il brano strumentale “Viva” anche se l’apoteosi del concerto è arrivata con il sopraggiungere di “Parsifal”, pietra miliare della storia musicale dei Pooh che, ancora oggi, risplende di folgorante luce propria. Rovente l’ultima parte dello show con alcune delle più grandi hits della band: si va da “Uomini soli” a “Dimmi di sì”, “Noi due nel mondo e nell’anima”, “Tanta voglia di lei” a “Chi fermerà la musica” e alla potentissima “Pensiero”.

La sorpresa finale è un inedito “Ancora una canzone, un singolo che, proprio come un sigillo, testimonia la potenza di un legame che non conosce ostacoli. «Vorremmo che la nostra musica potesse continuare a vivere al di là di noi», si augurano i Pooh, e così sarà; inevitabilmente. Il tour estivo toccherà anche gli stadi di Roma e Messina, poi sarà la volta dell’Arena di Verona fino ad arrivare nei palazzetti di tutta Italia per poi confluire nell’ultimo atto, previsto per il 31 dicembre 2016.

Raffaella Sbrescia

Radio Italia live – Il concerto: una necessaria consuetudine

Giuliano Sangiorgi @ Radio Italia live - Il concerto - Milano

Giuliano Sangiorgi @ Radio Italia live – Il concerto – Milano

Con Radio Italia live – Il Concerto, la Piazza del Duomo a Milano ha riacquisito il ruolo nevralgico di accentratore di attenzioni e di energie. Un doppio appuntamento, quello dell’8 e del 9 giugno, che ha riunito sullo stesso palco alcuni dei più noti esponenti della musica italiana. Nonostante la conduzione, a dirla tutta ormai un po’ stanca, di Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu, il cast è stato sicuramente all’altezza delle aspettative. Oltre a questo, bisogna fare un doveroso riconoscimento all’importante contributo svolto dall’”Orchestra Filarmonica Italiana” diretta dal Maestro Bruno Santori. Nonostante la poca clemenza di condizioni atmosferiche quasi proibitive, specialmente durante la prima serata, il doppio appuntamento live è stato seguito da circa 250 mila persone accorse da tutta Italia per cantare e divertirsi insieme ai propri beniamini. Tra le performance più interessanti dell’8 giugno segnaliamo quella di Alessandra Amoroso che, sulle note di “Comunque andare” ha messo un importante tassello tra le hits dell’estate alle porte. Grande l’ entusiasmo scatenato dalla coppia d’oro J-Ax e Fedez per il cliccatissimo brano “Vorrei ma non posto” e per l’atteso medley con cui Laura Pausini, reduce dalla doppia data a San Siro, ha letteralmente sfidato il diluvio grazie ai suoi cavalli di battaglia e alle più recenti “Simili” e “Innamorata”.

Marco Mengoni @ Radio Italia live - Il concerto - Milano

Marco Mengoni @ Radio Italia live – Il concerto – Milano

Ancora più intenso il programma dello scorso 9 giugno che ha visto Giuliano Sangiorgi in veste di gran mattatore, prima con i suoi Negramaro, poi insieme ad Elisa ed Emma per la prima interpretazione live del brano “Sorrido già”, incluso nel lavoro della Toffoli “On” ed infine protagonista del duetto a sorpresa con Biagio Antonacci. Tra le performance più apprezzate quella del Re Mida Marco Mengoni che ha letteralmente ipnotizzato la piazza e i social mondiali con i brani del suo repertorio ma anche e  soprattutto con l’ammaliante versione di “Kiss”, in omaggio a Prince, recentemente scomparso. Mengoni ha dimostrato, qualora ce ne fosse ancora bisogno, di essere un artista in grado di spaziare in lungo e in largo tra generi e richiami musicali, eppure è proprio quando decide di improvvisare e di lasciarsi andare alle sue naturali doti vocali che lascia fuoriuscire il meglio di sé.

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Un’altra grande protagonista della serata è stata sicuramente Emma Marrone: la sua grinta, la sua determinazione, così come la sua gestualità, lasciano trasparire tutto il suo coinvolgimento. Emma ci crede sul serio e guardarla esibirsi mentre canta “Io di te non ho paura” o mentre inveisce contro la violenza sulle donne è galvanizzante. Carico e coinvolgente anche Biagio Antonacci che ha chiuso il concertone con una performance ad alto tasso adrenalinico, con tanto di lascivie coreografie.  A conti fatti, Radio Italia Live – Il concerto si conferma un appuntamento molto seguito e curato nel dettaglio, speriamo che nelle prossime edizioni possa esserci dello spazio anche per qualche novità strutturale, come potrebbe essere quella di coinvolgere anche i grandi nomi della scena musicale indipendente.

Raffaella Sbrescia

Capitan Capitone e i Fratelli della Costa: Daniele Sepe chiama a raccolta la Napoli underground per un progetto che unisce musica, cultura, società e politica.

Capitan Capitone e i Fratelli della Costa ph Roberta Gioberti

Capitan Capitone e i Fratelli della Costa ph Roberta Gioberti

Poteva stupirci con effetti speciali. E lo ha fatto. Lo ha fatto con 62 musicisti, un disco che è un racconto, divertente, ironico, romantico e a tratti irriverente. Lo ha fatto chiamando intorno a sé soprattutto giovani. Ragazzi napoletani che fanno musica, la fanno bene, divertendosi e facendo divertire.
Lo ha detto Dario Sansone, abbracciandolo commosso alla fine del concerto che si è tenuto sabato scorso al Nabilah, e che ha visto protagonisti Capitan Capitone (Daniele Sepe), e i fratelli della costa al completo. “Ringrazio Daniele Sepe, perché è stato il solo, tra i “vecchi”, a illustrarci un percorso, a farlo spontaneamente, a darci fiducia, a cercare con noi un incontro”. Ed è proprio questo il grande merito di Daniele: saper parlare ai giovani, saperli coinvolgere e farlo con l’autorevolezza del talento, dell’esperienza, dell’ironia, alle volte anche della “cazzimma”. Ma non smettere mai di farlo. Perché sono una risorsa che va coltivata. La sola che abbiamo.

Daniele, lo conosco da tempo, lo fotografo con piacere da anni durante i live, perché mi diverte, è un artista caratterialmente introverso, che vive nel sociale e per il sociale. Una forma di contraddizione? Può darsi. Ma quando fa una cosa, la fa spendendoci tutto se stesso, con una sensibilità e una passione “senza esclusione di colpi”.

Capitan Capitone e i Fratelli della Costa ph Roberta Gioberti

Capitan Capitone e i Fratelli della Costa ph Roberta Gioberti

Così è stato anche per questo progetto, nato da un incontro, un appello rivolto agli artisti napoletani il 7 luglio dello scorso anno, a partecipare gratuitamente ad un concerto a sostegno della lotta dei cassintegrati e licenziati della Fiat di Pomigliano d’Arco.

Mi fa piacere fare un cenno approfondito sulla cosa, perché alla Fiat di Pomigliano esiste un reparto di confino. Un reparto “fantasma” dove vengono relegati i disobbedienti. Un reparto che “non c’è”, che non è mai entrato in funzione. Un reparto dove ogni tanto accade che qualcuno si suicidi.

E per aver rivendicato il diritto ad una condizione lavorativa non alienante, e soprattutto per essersi ribellati esponendo un manichino raffigurante Marchionne appeso ad una corda, a seguito dell’ennesimo suicidio da alienazione, cinque operai sono stati licenziati seduta stante.

Non si sono arresi, hanno continuato a lottare. Ed hanno incontrato la sensibilità di Daniele, che ha chiamato a raccolta una trentina di artisti, chiedendo loro di esibirsi a sostegno della loro lotta. Veramente gli artisti che avrebbero desiderato partecipare erano molti di più. Ed è incredibile quanti provino il piacere di suonare insieme a questo ruvido, spassoso e intrigante saxofonista, dal carattere imprevedibile e dal cuore a 24 carati.

Da quella serata è nato un progetto. Una lunga narrazione per l’estate, la cui stesura è durata un intero inverno.

Un inverno di collaborazioni, confabulazioni, registrazioni, ammonizioni, esaltazioni.

Un inverno che ha partorito un lavoro di incredibile bellezza.

Capitan Capitone e i Fratelli della Costa ph Roberta Gioberti

Capitan Capitone e i Fratelli della Costa ph Roberta Gioberti

Si parte col prologo, “La Tempesta”. E subito una citazione irrinunciabile, un richiamo alla Tarantella del Gargano. Dopo di che, ampio spazio alla fantasia degli artisti. Da Dario Sansone dei Foja, autore di “Penelope”, e, nelle vesti di “pittore”, del bell’acquarello copertina del cd, alla divertente storia del Rangio Fellone di Tartaglia, da Gino Fastidio, a “La Maschera”, passando attraverso Mario Insenga, ‘o Rom, The collettivo, Nero Nelson e la sua “jazzata” Bambolina, fino ad arrivare a quel piccolo capolavoro di essenzialità, che è “L’ammore o vero”, partorito dall’animo sensibile di Alessio Sollo e Claudio Gnut, costruito su un giro armonico elementare e dolce, che accarezza le emozioni con la semplicità delle cose genuine. Vere come l’amore dovrebbe essere, e come lo è il sax di Daniele. Pulito, schietto, permanente.

Lo spettacolo che ne consegue è colorato, divertente, intenso, coinvolgente, entusiasmante: teatrale. Costumi di scena sgargiantissimi, tanta energia, tante note, commozione, pubblico in delirio, un feedback ininterrotto, un’energia che resta addosso anche dopo, ancora a lungo.

Daniele conduce senza condurre, sempre fisicamente un passo in dietro al gruppo, lo coordina, lo prende per mano, impercettibilmente, ma con determinazione. Nel frattempo tiene d’occhio tutto. Dal pubblico, ai tecnici, ai musicisti, ai fotografi…..è incredibile la capacità di coordinamento del Capitano.

Capitan Capitone e i Fratelli della Costa ph Roberta Gioberti

Capitan Capitone e i Fratelli della Costa ph Roberta Gioberti

Un Capitano che non rischia ammutinamento, troppo amato dalla sua ciurma.
Un Pirata ed un Signore, come la tradizione romanzesca vuole.

Il cd, prodotto in autofinanziamento, è sicuramente tra le novità più appetibili dell’estate. Un’estate da trascorrere su note ballerine e saltellanti, senza perdere di vista i contenuti. Che sono, tanto testuali, quanto musicali, di primissima scelta. Ma alla qualità nei lavori di Sepe siamo abituati. E’ che fino ad oggi non lo avevamo ancora visto confrontarsi con la realtà cantautoriale, se non in qualche rara occasione in ambito folk. Sepe non insegue le mode: però ama confrontarsi con tutto, e ci rende tutto sotto una forma interpretativa non solo ineccepibile, ma anche emotivamente coinvolgente.

Se passa per le vostre piazze o per i vostri teatri, non perdetevi Il Capitano e la sua ciurma.

Non ve ne pentirete.

Parola di pappagallo.

Roberta Gioberti

Laura Pausini, la nuova eroina del futurismo romantico. Il report dello show allo Stadio San Siro

Laura Pausini live @ Stadio San Siro ph Naphtalina

Laura Pausini live @ Stadio San Siro ph Naphtalina

In un mondo futurista, perennemente in corsa e proteso a combattere l’incedere del tempo, Laura Pausini sceglie di radunare i suoi “soldati dell’amore” e di avvolgerli in un confortevole, caloroso e stupefacente abbraccio. L’occasione per farlo è il primo leg del Simili Tour, il nuovissimo show, targato F&P Group, che ha riportato l’artista emiliana allo stadio San Siro per un doppio appuntamento live, che precede le date che la porteranno in America per il Similares Us & Latin America Tour, e in autunno in Europa dal 7 ottobre a Madrid per il Simili European Tour, per un totale di 40 concerti. In qualità di donna-artista, donna professionista, compagna e madre, Laura riesce ad avere una visione totale e completa di quello che può essere uno show in grado di soddisfare il pubblico più esigente. Attenta ad ogni minimo dettaglio, la Pausini sceglie di disegnare un palco che possa abbracciare il pubblico sia visivamente che letteralmente: la struttura centrale si sviluppa su due livelli, le due braccia sono lunghe passerelle che permettono a Laura di raggiungere, con la sua band, i lati più esterni delle venue rendendone la visione assolutamente confortevole a tutti.

Laura Pausini live @ Stadio San Siro ph Naphtalina

Laura Pausini live @ Stadio San Siro ph Naphtalina

Sebbene si tratti di uno show veramente imponente, con effetti visivi di grande impatto, proposti sui video ad altissima definizione e sul pavimento del palco, per un totale di 875 mq di schermi, quello che Laura Pausini ha elaborato è un racconto che ripercorre ogni attimo di un cammino personale ed artistico in costante ascesa. Sensibile ai tragici fatti di cronaca che sviliscono la nostra stessa identità di cittadini liberi, Laura dedica questo concerto alla violenza sulle donne e lo fa marcando con forza, tenacia, grinta e volontà ogni tratto della propria personalità. Si concede al pubblico, balla, sorride, si commuove e canta con tutta la potenza possibile incollando a sé centinaia di migliaia di occhi, di cuori, di mani, di anime pronte a lasciarsi prendere per mano in nome di un progetto comune: vivere al massimo.

Attraverso 45 brani scelti per ripercorrere 23 anni di carriera, Laura, accompagnata da Paolo Carta e Nicola Oliva alle chitarre, al pianoforte Fabio Coppini; alle percussioni Ernesto Lopez; alla batteria Carlos Hercules; alle tastiere Andrea Rongioletti; al basso Roberto Gallinelli e da sei ottime voci ai cori come quelle di Gianluigi Fazio, Monica Hill, Roberta Granà, Ariane Diakitè, David Blank e Claudia D’Ulisse, con una sezione di archi composta da: Giuseppe Tortora, Adriana Ester Gallo, Mario Gentili, Marcello Iaconetti, ha ampiamente soddisfatto le aspettative del pubblico pausiniano senza, tuttavia, trascurare i neofiti del suo repertorio.

Laura Pausini live @ Stadio San Siro ph Naphtalina

Laura Pausini live @ Stadio San Siro ph Naphtalina

 Il concerto non può che iniziare con Simili, title track dell’album multiplatino uscito lo scorso 6 novembre in 60 paesi per Atlantic Warner Music. Laura appare a sorpresa circondata dalla band e dai 30 performer con i quali l’artista danza in alcuni quadri dello show, le cui coreografie sono curate da Jonathan Redavid.

Il secondo brano in scaletta è Resta in ascolto (title track dell’album Grammy 2006) proposto al pubblico in una grandiosa versione rock, che prepara il pubblico a Innamorata, scritto per lei da Lorenzo Jovanotti, dove si uniscono a lei 10 ballerini, per mandare in delirio tutto lo stadio. Non ho mai smesso, Il nostro amore quotidiano, Se non te, Nella porta accanto, Bellissimo così e Ascolta il tuo cuore, Invece no racchiudono la prima importante carrellata di brani scelti per costruire la geografia di un cammino stellare.

Laura Pausini live @ Stadio San Siro ph Naphtalina

Laura Pausini live @ Stadio San Siro ph Naphtalina

Sono una decina i medley che Laura Pausini offre al pubblico per cercare di non lasciare nulla nell’angolo: «Le canzoni che canto mi piacciono ancora tutte, dalla prima all’ultima – spiega Laura al pubblico – A volte però penso che alcuni destinatari possono tranquillamente andare a quel paese – continua divertita- ecco perché preferisco cambiarli». Tra i momenti più intensi segnaliamo

Sono solo nuvole, il brano che Giuliano Sangiorgi ha scritto per Laura, che sceglie di cantare sospesa in aria su un’altalena, in un quadro scenico ispirato a “Decalcomania” di René Magritte. Bellissima anche Tra te il mare arricchita da “un’esplosione di blu” come coreografia. Speciale è Celeste,  il brano che Laura canta per la prima volta al pianoforte, e che precede un momento di forte commozione su E’ a lei che devo l’amore, che Biagio Antonacci ha scritto per festeggiare la nascita della piccola Paola, che Laura canta, emozionatissima, al fianco del suo compagno di vita Paolo Carta.

Laura Pausini live @ Stadio San Siro ph Naphtalina

Laura Pausini live @ Stadio San Siro ph Naphtalina

Impossibile restare inermi di fronte ai brani che hanno segnato gli esordi di Laura, da Incancellabile a Strani amori fino all’immancabile La solitudine. Il mastodontico show si conclude con una sferzata di energia sulle note di Limpido, Surrender e Io c’ero, in un medley dance incorniciato da 14 geyser su tutta la lunghezza del palco. Il bilancio è quindi assolutamente positivo, il repertorio di Laura Pausini ha scandito tante vite e, ad oggi, dimostra di attecchire a presa rapida nei cuori di milioni di persone sparse in tutto il mondo.

Brava Laura, che il tuo esempio possa essere fonte di ispirazione per tutte noi.

 Raffaella Sbrescia

SET LIST

01. SIMILI (Simili – 2015)

02. RESTA IN ASCOLTO (Resta in ascolto – 2004)

03. INNAMORATA (Simili – 2015)

04. MEDLEY

NON HO MAI SMESSO (Inedito – 2011)

IL NOSTRO AMORE QUOTIDIANO (Simili – 2015)

SE NON TE (20 The greatest Hits – 2013)

05. MEDLEY

NELLA PORTA ACCANTO (Simili – 2015)

BELLISSIMO COSI (Primavera in anticipo – 2008)

ASCOLTA IL TUO CUORE (Le cose che vivi – 1996)

06. INVECE NO (Primavera in anticipo – 2008)

07. MEDLEY

LA GEOGRAFIA DEL MIO CAMMINO (Primavera in anticipo – 2008)

CHIEDILO AL CIELO (Simili – 2015)

UNA STORIA CHE VALE (The best of Laura Pausini, E ritorno da te – 2001)

08. SONO SOLO NUVOLE (Simili – 2015)

09. COME SE NON FOSSE STATO MAI AMORE (Resta in ascolto – 2004)

10. MEDLEY

IT’S NOT GOODBYE (From the inside – 2002)

200 NOTE (Simili – 2015)

SE AMI SAI (Le cose che vivi – 1996)

11. PRIMAVERA IN ANTICIPO (Primavera in anticipo – 2008)

12. HO CREDUTO A ME (Simili – 2015)

13. TRA TE E IL MARE (Tra te e il mare – 2000)

14. MEDLEY

IL TUO NOME IN MAIUSCOLO (Resta in ascolto – 2004)

NEL MODO PIU SINCERO CHE C’E’ (Primavera in anticipo – 2008)

CASOMAI (Laura Live World Tour – 2009)

UN FATTO OVVIO (Primavera in anticipo – 2008)

COLPEVOLE (Simili – 2015)

LA PROSPETTIVA DI ME (Resta in ascolto – 2004)

EMERGENZA D’AMORE (La mia risposta – 1998)

15. MEDLEY

CELESTE (Inedito – 2011)

E’ A LEI CHE DEVO L’AMORE (Simili – 2015)

16. MEDLEY

CON LA MUSICA ALLA RADIO (Laura Live World Tour  - 2009)

BENVENUTO (Inedito – 2011)

IO CANTO (Io canto – 2006)

PER LA MUSICA (Simili – 2015)

17. VIVIMI (Resta in ascolto – 2004)

18. E RITORNO DA TE (The best of Laura Pausini – E ritorno da te – 2001)

19. MEDLEY

INCANCELLABILE (Le cose che vivi – 1996)

LE COSE CHE VIVI (Le cose che vivi – 1996)

IL MONDO CHE VORREI (Le cose che vivi – 1996)

STRANI AMORI (Laura – 1994)

LA SOLITUDINE (Laura Pausini – 1993)

20. MEDLEY

LIMPIDO (20 The Greatest Hits – 2013)

SURRENDER (From the inside – 2002)

IO C’ERO (Simili – 2015)

BIS

21. LATO DESTRO DEL CUORE (Simili – 2015)

 

“Tutto passa”, il cantautorato schietto e senza peli sulla lingua di Artù

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Fa sempre piacere scoprire canzoni che vengono dritte dal cuore di qualcuno perché è proprio lì che sono destinate a ritornare. Questo è ciò che avviene con quelle scritte da Alessio Dari, in arte Artù, e raccolte in “Tutto passa” (Sony Music), un album in cui suoni semplici, veraci e limpidi vestono parole che sanno di strada e di vita vissuta. La poetica di Artù è diretta, autentica, immediata e, proprio per questo, più incisiva ed efficace. La musa del cantautore è Roma, la città che – come spiega lui stesso – «Prima ti fa godere, ti fa innamorare, ti ammalia con la sua bellezza e santità e poi ti lascia, ti abbandona a te stesso». Una Roma che nel singolo apripista “Roma d’Estate” viene presentata come una ragazza di strada che tutti cercano di saccheggiare, ‘stuprare’ e metterci le mani «però lei è talmente bella che non sarà mai di nessuno», spiega Artù.

Artù

Artù

Tra i vicoli del centro, il caldo, le zanzare e la puzza di vino, il cantautore si contestualizza con naturalezza pur rimanendo fuori dagli schemi e, senza peli sulla lingua, urla con ironia tutta la sua rabbia verso un mondo che non gli piace ma che non riesce però a non amare, cercando di dare sempre nei suoi brani una luce di speranza. Il disco contiene altri nove brani: ‘Zitti’, nata come sfogo contro i tuttologi, “Tutti a scuola” (con un irriverente cameo di Mannarino, con cui già aveva collaborato nel brano ‘Giulia domani si sposa’, contenuto nel suo primo album), il già citato “Roma d’estate”. A seguire la titletrack  “Tutto passa”, incentrata sul ciclico alternarsi delle vicissitudini terrene. Brillante “Bene io sto male”, in cui Artù si diletta ad elencare tutte le cose che non sopporta salvo poi accorgersi di non sopportare neanche se stesso. Significativo il brano metaforico “Il circo se n’è andato” in cui l’artista, affannato a rincorrere un successo illusorio, si accorge che in realtà non era quello che desiderava. Rustica è la bellezza di “Tulipani”(che vede la partecipazione di Mari di Guai), dedicato all’incapacità di amare. La solitudine, la rabbia, l’amore, la miseria della caducità umana; questi sono i temi che fanno dell’arte di Artù un cantautorato “per immagini” in grado di scardinare le sovrastrutture a vantaggio delle più semplici emozioni.

Raffaella Sbrescia

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Tracklist:
1) Zitti
2) Tutti a scuola
3) Roma d’estate
4) Tutto passa
5) Bene io sto male
6) Il giorno del peccato
7) Il circo se n’è andato
8) Tulipani
9) Viola
10) Anna

Video: Roma d’estate

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