Il periodo d’oro di Fabrizio Moro: un nuovo live, un nuovo album e tante canzoni di successo. L’intervista

Fabrizio Moro

Fabrizio Moro

Ritratti Di Note ha incontrato Fabrizio Moro in occasione del concerto all’Arenile di Napoli, tenutosi lo scorso 18 Giugno. L’artista ha raccontato delnuovo live, dei prossimi progetti e della lavorazione al nuovo album.

 Fabrizio, sei tornato nuovamente all’Arenile di Napoli per un concerto; tra l’altro so che tu ami molto questa città…

Ero stato in concerto all’Arenile di Napoli già due anni fa, ma ci avevano riservato il palco piccolino. Quest’anno ho suonato sul palco centrale, direttamente sulla spiaggia, a pochi metri dal mare e questa è stata una esperienza bellissima. Tra l’altro, a proposito dei live, io dico sempre che il concerto lo fa il pubblico, poi noi ci mettiamo tutta l’energia e l’amore possibile. Quello di Napoli è stato il quarto appuntamento di questo Tour 2016, dopo i concerti al Palalottomatica di Roma e all’Alcatraz di Milano, e il concerto di Maida (CZ).  Continuerò per tutta l’estate a suonare in giro per l’Italia, fino ad Ottobre. Tutte le date sono sui miei social e sul mio sito. Comunque Napoli è una città eccezionale, dal grande calore umano; ci torno sempre con piacere.

Da sempre nella tua musica c’è la compresenza di due elementi: una osservazione attenta e lucida della realtà che ci circonda ma anche uno sguardo profondo sull’individuo, sui suoi limiti e le sue paure. “Sono anni che ti aspetto” è una canzone che parla anche di questo…

Sì, soprattutto negli ultimi due album, e in particolare in “Via Delle Girandole 10”, l’album uscito lo scorso anno, ho messo al centro dell’attenzione la mia vita, i miei amori, i miei affetti, tutto quello che è successo negli ultimi dieci anni, anni molto importanti non solo a livello artistico ma anche a livello umano. Le cose che sono cambiate, l’equilibrio che sono riuscito a ritrovare da qualche anno, tante belle sensazioni che ho cercato di mettere in musica. La musica è stata una valvola di sfogo fondamentale e attraverso questi due ultimi album sono riuscito ad esprimere a 360 gradi quello che è successo al mio stato psico-fisico. Per la prima volta sono riuscito a mettere al centro dell’attenzione la mia vita, cosa che non ero mai riuscito a fare prima. Essere un cantautore è tante cose; ci sono momenti in cui riesci a fotografare gli aspetti positivi e negativi della realtà che ti circonda e poi ci sono momenti in cui hai voglia magari di parlare solo di te e della tua vita. Io ho voluto esprimere agli altri quello che avevo nella testa e nel cuore. Essendo una persona intimista riesco a fare questo solo con la musica. Ecco perché oggi all’età di 41 anni continuo a farmi sempre la stessa domanda “Perché ho scelto di fare questo percorso?” La risposta è forse perché non credo di riuscire a comunicare in altri modi.

Fabrizio Moro live @ Arenile - Bagnoli ph Stefano Cicala

Fabrizio Moro live @ Arenile – Bagnoli ph Stefano Cicala

Questa è una di quelle domande che nella vita torna parecchie volte…

Le domande bisogna sempre continuare a farsele. Alcune volte si trovano le risposte, altre volte no. Io spesso mi sono detto “Ma davvero voglio trovare una risposta?”, anche perché sembra che quando hai trovato la risposta a questa e ad altre domande, qualcosa irrimediabilmente finisca, si spenga. Io sono un fan delle vigilie. Quando stai vivendo un momento, soprattutto un momento bello come la nascita di un figlio, il tuo compleanno, la pace ritrovata, è bello viversi il momento che precede il tutto, l’attimo intermedio. Forse è per questo che ho amato sempre di più l’autunno e la primavera rispetto all’estate e all’inverno. Io sono nato il 9 Aprile ma per me il giorno più bello è stato sempre l’8 Aprile. L’attesa è quella cosa che mi ha sempre permesso di cercare e di scavare… Quando poi arriva il momento bello e tutte le sensazioni finiscono, devi ricominciare a cercare. Mi si dice sempre che io non riesco a godermi il momento, forse è così, ma io mi godo le vigilie…

“Sono anni che ti aspetto” è il pezzo che prelude ad un nuovo album. Puoi darci qualche notizia su quello che sarà il nuovo lavoro?

Sono in fase di pre-produzione già da molti mesi. Sto scrivendo tantissimo. Ho già registrato una ventina di brani e a settembre passeremo a definire meglio quale sarà la vera entità di questo album. Ho fatto sempre dischi diversi l’uno dall’altro nella mia carriera. So solo che per questo nuovo album voglio tornare un po’ alle origini, ed intendo dal punto di vista della produzione e dell’essenza primaria del disco, degli arrangiamenti e del sound. Mi sto ispirando molto al rock degli anni ’80, alla musica con la quale sono cresciuto. Sto riascoltando tutti i dischi di Ligabue, di Vasco. Vorrei ritornare alla chiave di chitarra, basso e batteria e lasciare meno spazio al folk che ha caratterizzato “Via Delle Girandole 10”. Sarà un disco di matrice rock, questo è sicuro…

Fabrizio Moro live @ Arenile - Bagnoli ph Stefano Cicala

Fabrizio Moro live @ Arenile – Bagnoli ph Stefano Cicala

Fabrizio Moro autore per altri artisti; vorrei ricordare tra le tante, “Sono solo parole” scritta per Noemi, le canzoni scritte insieme a Gaetano Curreri degli Stadio, “Finalmente Piove” scritta per Valerio Scanu, “Un’altra vita” per Elodie…

Sì, devo dire che lo scrivere per altri mi ha dato anche la possibilità di produrmi i miei primi album. Questo ultimo anno poi è stato particolarmente proficuo. Ho scritto, come hai citato tu, il brano per Valerio Scanu, che poi è diventato “Disco D’Oro”; il brano per Elodie “Un’altra vita”; un brano per Fiorella Mannoia,  che credo uscirà a fine anno. Con il pezzo scritto per Fiorella tra l’altro, ho realizzato un grandissimo sogno, quello di scrivere per una delle più grandi interpreti italiane, se non la più grande, senza offendere le altre. Tra l’altro, sono curioso di ascoltare il pezzo perché è ancora in produzione. Continuerò con la mia attività di autore per altri perché è una cosa che mi ha dato sempre grandi soddisfazioni. In questo periodo sto producendo anche un gruppo, insomma non mi faccio mancare niente…

Fabrizio, le tue “attese” e le tue “vigilie”, mi hanno fatto pensare alla canzone “Un giorno senza fine”, che è una canzone che amo molto, e che tu hai portato al Festival di Sanremo nel 2000. Probabilmente i tuoi giorni sono sempre “senza fine”…

Questa è una bella sorpresa, perché in pochi conoscono quel pezzo, e sono felice che tu lo conosca. E’ un pezzo che ho scritto quando avevo 20 anni.  Faccio un po’ fatica a riascoltare quella canzone e l’album del quale faceva parte (“Fabrizio Moro” n.d.r.), perché non mi piace mai “rivedermi”, però in tanti mi hanno chiesto di riarrangiare e riprodurre quel disco. Magari riproporrò il pezzo riarrangiato  l’anno prossimo, con il nuovo tour. Non posso ancora svelare nulla ma stiamo preparando un grande evento…

Giuliana Galasso

Together For Teens‬: Idan Raichel & Friends a Milano a sostegno dell’Associazione CAF

Idan Raichel live @ Piccolo Teatro Grassi -Milano

Idan Raichel live @ Piccolo Teatro Grassi -Milano

In un periodo storico particolarmente difficile, in cui la cronaca nera si affolla di tragici episodi legati alla pedofilia, diventa ancora più importante sensibilizzare l’opinione pubblica in merito ad un tema di prioritaria importanza. A questo proposito è importante sottolineare il valore del contributo fornito dall’ Associazione CAF, nata nel 1979 come primo Centro in Italia dedicato all’accoglienza, alla terapia e allo studio del maltrattamento infantile e dell’abuso. In trentacinque anni di attività, grazie alla generosità di tante persone che hanno creduto in questo concreto progetto di solidarietà, il CAF ha potuto aiutare oltre 1000 bambini e offrire un importante sostegno alle loro famiglie. Per festeggiare questi importanti traguardi, lo scorso 20 giugno 2016 si è tenuto al Piccolo Teatro Grassi di Milano il concerto del produttore, tastierista, cantante e compositore israeliano Idan Raichel. A dargli il benvenuto e a fare gli “onori di casa”, l’amministratore delegato del CAF Onlus Luisa Pavia. Elegante, raffinato, suggestivo il repertorio variegato dell’artista che, grazie al suo carisma e alla forte tempra spirituale, è ormai avvezzo alla costruzione di fraterni e solidali rapporti con artisti provenienti da tutto il mondo.

Idan Raichel live @ Piccolo Teatro Grassi -Milano

Idan Raichel live @ Piccolo Teatro Grassi -Milano

Leader del “The Idan Raichel Project” l’artista ama costruire ponti, abbattere muri di diffidenza e incomprensione attraverso la bellezza delle note e degli strumenti musicali. Al suo fianco, durante il concerto meneghino, Maya Avraham (voce femminile), Gilad Shmueli (batteria), Avi Wogderess Vasa (voce), Yogev Glusman (basso),  Marc Kakon (chitarra), Eyal Sela (flauto), una breve ospitata della leggendaria Ornella Vanoni, presente tra il pubblico in platea, il giovane e bravissimo Michael, protagonista di una speciale performance di beat box e lo psicologo chitarrista del Caf Luigi Ciavarella. Un ensemble unico, eterogeneo eppure completo, in grado di trasmettere un unico grande messaggio: la musica può davvero attraversare qualunque tipo di confine e di pregiudizio.

 Raffaella Sbrescia

 

“Nun tardare sole”: l’irresistibile richiamo ancestrale di Fiorenza Calogero

 iorenza Calorego - Nun Tardare Sole

Appassionata e viscerale da un lato, misurata e rispettosa dall’altro, Fiorenza Calogero è una cantante, interprete e attrice che, attraverso il suo percorso artistico, contribuisce in maniera incisiva e concreta alla ricerca e alla valorizzazione dell’immenso patrimonio costituito dai canti popolari del Sud Italia. A tangibile testimonianza di cotanto impegno, arriva “Nun tardare sole”, un album scritto, diretto e arrangiato dal Maestro Enzo Avitabile e prodotto da Andrea Aragosa per Black Tarantella. Composizioni cadenzate dalle ritmiche battenti proprie della tarante, elementi medievali e rinascimentali nonché richiami stilistici vicini alle ricostruzioni musicologiche riproposte della prima Compagnia di Canto Popolare diretta dal Maestro Roberto de Simone, con cui Fiorenza Calogero ha più volte collaborato caratterizzano questo album da interpretare come una sorta di preghiera laica.

Enzo Avitabile e Fiorenza Calogero

Tra una traccia e l’altra Fiorenza si muove con disinvoltura rivelando una voce al massimo della maturità e dell’espressività ridando vita ad inni rivolti a un sole che è dio, padre, marito, amante. Genti lontane nel tempo, spiriti dell’antica campagna, madri, donne e amanti rivivono attraverso le perfette partiture eseguite da talentuosi musicisti con strumenti tradizionali e poco usuali, come lo è la chitarra battente di Marcello Vitale, la viola da gamba di Rodney Prada, e poi la chitarra spagnola di Carlos Pinana in “Megaris”. Intensa la voce di supporto di Pino De Vittorio in ‘A Carità, e le voci di Cristina Branco in “Lu Cardillo”, brano di anonimo del ‘700, e di Urna in “Uocchie Che Arraggiunate”, omaggio ad Eduardo de Filippo. Vecchi miti, nuovi riti si destreggiano in una problematica contemporaneità in cui la voce di una artista devota ed irresistibile, quale è Fiorenza Calogero, si presenta come un suadente richiamo ancestrale.

 Raffaella Sbrescia

Video: Tre fronne e tre ciure

Modà live a San Siro: 90 mila anime sotto lo stesso pezzo di cielo per “Passione Maledetta Tour”

Modà live @ Stadio San Siro

Modà live @ Stadio San Siro

Due notti a San Siro per i Modà che, tra il 18 e il 19 giugno 2016, hanno riunito 90 mila spettatori sotto lo stesso pezzo di cielo.  Un ritorno in grande stile per la band capitanata da Kekko Silvestre che, alle 21 in punto, ha dato il via ad uno show imponente eppure impregnato di emotività. Pur non essendo la loro prima volta allo Stadio, i Modà sono apparsi veramente emozionati e sinceramente colpiti dall’intenso affetto dimostrato dal loro pubblico, sempre molto presente in tutte le fasi del concerto. Con una scaletta principalmente incentrata sulle canzoni contenute nei loro ultimi 3 album, la band ha messo in evidenza i propri punti di forza: su tutto le travolgenti chitarre,  l’incalzante ritmica della batteria e la voce di Kekko, che ha dimostrato di avere una notevole tenuta scenica ed un’impattante estensione vocale.

Modà live @ Stadio San Siro insieme ai Pooh

Modà live @ Stadio San Siro insieme ai Pooh

 Fortemente scenica la scenografia e la passerella circolare, posta in mezzo al prato, che ha consentito ai Modà di avvicinarsi a più riprese ai propri fan. Tra i brani migliori del secondo live segnaliamo “Sono già solo,  “La notte, E non c’è mai una fine, la rabbiosa interpretazione di “Dimmelo e l’intimismo autobiografico di “Francesco. Tenera la dedica di “Come un pittore” da parte di Kekkko al caro amico e collega Pau dei Jarabe de Palo. «Le nostre canzoni hanno sempre parlato di sogni e di speranze. Dedichiamo la serata alle persone come noi, le persone normali, non smettete di sognare. Al massimo ridimensionateli i sogni ma non li abbandonate mai», dice Kekko al suo pubblico e, in effetti, se di sogni parliamo, casca perfetto l’accostamento dell’argomento in questione alla presenza sul palco dei Pooh al gran completo.  “Noi due nel mondo e nell’anima”, “Pensiero” e “Tanta Voglia di lei” sono i brani scelti per sancire un significativo connubio, impreziosito dagli intensi interventi vocali di Kekko. «Abbiamo voglia di lasciare lo spirito di una band che continua a fare musica a un altro gruppo che abbia voglia di portarlo avanti», confessano i Pooh, lasciando, di fatto, il testimone, nelle mani dei Modà.

Modà live @ Stadio San Siro

Modà live @ Stadio San Siro

Subito dopo l’ospitata arriva un medley acustico, in cui Kekko ha proposto una decina di canzoni cullate dal suono di un’unica chitarra. Il concerto si è concluso con “Viva i romantici”, “Stella cadente” ed una pioggia di coriandoli. «Siamo cinque coglioni qualunque resi importanti da un pubblico bellissimo, il più bello di tutti», ringrazia Kekko, visibilmente colpito dall’affetto incondizionato che il pubblico riserva, meritatamente, a lui e ai suoi compagni di viaggio senza sentire il peso dello scorrere degli anni.

 Raffaella Sbrescia

Setlist

Ti passerà
Passione maledetta
Tappeto di fragole
Sono già solo
Doveva andar così
Urlo e non mi senti
La sua bellezza
California
È solo colpa mia
Come un pittore
Forse non lo sai
Francesco
Anche stasera
E non c’è mai una fine
Salvami
Se si potesse non morire
Gioia
Dimmelo
Noi due nel mondo e nell’anima (con i Pooh)
Pensiero (con i Pooh)
Tanta Voglia di lei (con i Pooh)

Cuore e vento
Che tu ci sia sempre
Arriverà
Medley acustico: Nuvole di rock, Mani inutili, Bellissimo, Non è mai abbastanza, Come l’acqua dentro il mare, Dove è sempre sole, A laura, Mia
La notte
Viva i romantici
Stella cadente

“FunSlowRide”: GeGè Telesforo parla alle generazioni di domani

 “FunSlowRide” è l’espressione di una visione, uno zoom sulle responsabilità verso le generazioni future e sul mondo che verrà loro consegnato. Questo progetto collettivo, che sarà pubblicato anche in Canada, Australia, Sud America e Asia dal 24 giugno,  dall’ etichetta americana Ropeadope, nasce dal genio di GeGè Telesforo, cantante, strumentista, compositore, produttore. Seguendo l’obiettivo di aggregare artisti con radici comprese tra il pop, il soul e il soft jazz, Gegè ha lavorato per 3 anni a nove composizioni inedite con l’aggiunta di “I Shot The Sheriff” di Bob Marley. Nel bel mezzo della procedura di cesellamento degli arrangiamenti, Telesforo ha identificato le voci che avrebbero dato vita alle musiche e alle parole (scritte insieme a Greta Panettieri), si è dunque spostato in lungo e in largo fra la campagna di Roma Nord, Londra e gli Stati Uniti, Brooklyn e, con oltre 500 ore di registrazione in studio fra le mani, ha portato a termine il progetto che annovera al proprio interno la testimonianza artistica di Ben Sidran, in veste di ‘filosofo’, e di eccelsi musicisti quali Alan Hampton, Sachal Vasandani, Joanna Teters, Mosè Patrou, Joy Dragland, Ainè.

Video: Let the Children

L’album, anticipato dai singoli “I shot the sheriff” e “Let the children”, brano Unicef dedicato all’Infanzia, e da “Next”, di cui è stato realizzato un video artistico dal famoso storyteller Felice Limosani, parla di temi costantemente all’ordine del giorno. I ritmi sono leggeri, i vocalismi delicati e i registri medi, il tutto a favore di una comunicazione soffusa, sussurrata, mai urlata. I testi sono pregni di messaggi e di considerazioni più che di immagini, gli arrangiamenti sono finemente particolareggiati lasciando trasparire la mano di Gegè che, scegliendo di affrontare il lavoro più da compositore e produttore che da artista, riesce comunque a lasciare un inconfondibile segno di classe e maestria.

Raffaella Sbrescia

Graham Candy presenta “Plan A”: un album privo di etichette ma colmo di sogni

Graham Candy ph. Michèl Passin

Graham Candy ph. Michèl Passin

Graham Candy è un giovane cantautore proveniente dalla Nuova Zelanda, di recente ha abbracciato la cultura europea trasferendosi a Berlino, sempre più punto d’avanguardia in fatto di musica e non solo. “Plan A” è il suo primo lavoro discografico, prodotto da BMG e registrato con il duo di produttori tedeschi Feeling Valencia con i quali ha già collaborato per l’EP “Holding Up Balloons” uscito a marzo 2015 per BMG Rights Management (Italy). Proprio grazie all’ascolto delle tracce che lo compongono possiamo scoprire la fame, la grinta e l’entusiasmo con cui questo ragazzo lavora. Scoperto in un piccolo bar di Auckland, Graham Candy osanna la cultura del lavoro sodo in nome della realizzazione dei sogni, odia le etichettature, ama circondarsi di collaboratori che sono innanzitutto amici e nelle sue canzoni narra in primis di se stesso e dei propri trascorsi. Che sia attraverso un arrangiamento dance o una performance acustica, la voce di Graham Candy, riesce a fare esattamente tutto ciò che vuole. Parallelamente alla sua carriera musicale, il giovane artista ha trovato il tempo per la sua altra passione, ovvero la recitazione; tra tutte le sue esperienze citiamo il remake di Footloose, in “Spring Awakening”, e la prova con Keisha Castle-Hughes nel film “Queen of Carthagening”.

 Tornando a parlare di “Plan A”, citiamo subito “Home”, un brano decisamente intimo: «L’ho composta da solo al piano, per dire che sono andato via ma non dimentico da dove arrivo. Anche se adoro l’Europa, la Nuova Zelanda non è certo un posto facile da dimenticare. In questa canzone parlo della mia famiglia e di un momento particolarmente vulnerabile. Tutta la storia di “Plan A”, in effetti, è figlia delle pressioni che ricevevo dagli insegnanti e dei sogni che facevo in quel periodo. Questa è la mia rivincita nei confronti di tutti quelli che dicevano che non ce l’avrei mai fatta», spiega Graham. Carica e seducente è la ritmica di “Back Into It”: «Il ritmo è sempre molto presente. Questa canzone intente essere la spina dorsale del disco, parla di farcela e riuscirci nella vita, quindi anche se è molto ritmata, occupa un posto speciale nel mio cuore».

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A determinare un ruolo rilevante all’interno del progetto è anche la permanenza berlinese di Graham: «Vivo stabilmente a Berlino, in Nuova Zelanda per me era troppo facile rilassarmi. Mi ci voleva una città che favorisce l’incontro tra gli artisti. Il più delle volte ci si trova a Kreutzberg, il posto dove sono concentrati molti dei 45 studi di registrazione in città. Da quando vivo a Berlino sono molto più concentrato, posso dire di aver lasciato a casa il ragazzo ed essere diventato un uomo», racconta Graham Candy. Decisamente originali anche la copertina ed il booklet del disco: «La copertina dell’album è, in realtà, un lunghissimo poster che raffigura un torciglio di mille oggetti come orologi, vulcani in eruzione, piante, chitarre e mongolfiere. Il disegno ha richiesto moltissimo tempo ma ci tenevo a dare qualcosa di fisico a chi comprerà il disco, proprio come se si trattasse di una sorta di dono, una piccola opera d’arte che si possa toccare». Graham Candy sarà in tour in Europa fino a fine 2016, i live saranno divisi in due parti, la prima parte con la band e la seconda in versione acustica: «Voglio portare la mia stanza sul palco e ricreare un’atmosfera intima che mi porti ad un contatto vero con il pubblico», puntualizza. Se a qualcuno di voi la sua voce ha ricordato quella di Asaf Avidan, aspettate di ascoltarlo dal vivo e vi accorgerete che si tratta solo di una fugace apparenza, Graham Candy è  inetichettabile.

Raffaella Sbrescia

Video: Back Into It

Universo tour: la nuova avventura live di Zibba cambia veste alle sue canzoni lasciandone intatta la poesia

Zibba live @ Carroponte - Universo Tour

Zibba live @ Carroponte – Universo Tour

Si può ancora essere emozionatissimi dopo più di 15 anni sui palchi, dopo aver pubblicato 8 album e aver firmato alcune delle più belle canzoni degli ultimi anni? Ebbene sì, si può eccome. Questo è il caso di Zibba, un cantautore delicato, dalla penna raffinata e dalla voce rovente, capace di entrare in intima connessione con lo spirito di un pubblico attento ed esigente. Abbiamo avuto modo di ascoltarlo in occasione della prima data del suo nuovissimo “Universo Tour”, lo scorso 15 giugno sul palco del Carroponte a Sesto San Giovanni e ne siamo rimasti felicemente colpiti. Grazie ad un’inedita formazione in trio, insieme agli eccellenti Andrea Balestrieri (Batteria) e Stefano Riggi (Sax/Syhtn), Zibba ha dato un nuovo volto ai suoi cavalli di battaglia, soprattutto dopo la fruttuosa collaborazione con Andrea Mariano (Andro – Negramaro) nata con la produzione del recente singolo “Universo”, primo assaggio del nuovo album in lavorazione la cui l’uscita è prevista per il 2017.

Zibba live @ Carroponte - Universo tour

Zibba live @ Carroponte – Universo tour

Nella musica e nelle intenzioni, la poetica di Zibba è incentrata sull’idea del mutuo scambio: le parole, le immagini, i ricordi, le suggestioni che compongono i suoi versi sono pezzi di un’anima votata all’interazione. Lo dimostra anche, e soprattutto, la spiccata capacità autorale dell’artista ligure: la sua carriera in tal senso ha spiccato il volo dopo le ultime importanti collaborazioni con Patty Pravo, Max Pezzali, Emma e, a giudicare dalle innumerevoli attestazioni di stima, siamo sicuri che questi siano soltanti i primi passi di un percorso artistico davvero importante.

 Raffaella Sbrescia

Video: Universo

Setlist

INTRO

MUOVITI SVELTO

IL SORRISO ALTROVE

SENZA DI TE

FARSI MALE

OVUNQUE

ANCHE SE OGGI PIOVE

UNA PARTE DI TE

LA MEDICINA E IL DOLORE

IL GIORNO DEI SANTI + finale

UNIVERSO

MARGHERITA

LE DISTANZE

SENZA PENSARE ALL’ESTATE

CHE ORE SONO

NOTTENANCY

SANTACLARA

VENGO DA TE

SALVA

CIELO

SE MI LASCIASSI SOLA di Erica Mou.

UNIVERSO

Mtv Awards 2016: Il Parco delle Cascine di Firenze è pronto ad accogliere gli artisti più amati dai giovani

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Manca pochissimo agli MTV Awards 2016! L’appuntamento con la quarta edizione dello show targato MTV è fissato per Domenica 19 Giugno al Parco delle Cascine di Firenze in diretta su MTV (presente in esclusiva sul canale 133 di Sky) e su MTV Music (canale 708 di Sky e 67 del DTT), a partire dalle 20.00 con “MTV Awards Social Party”, condotto da Stefano Corti e Alessandro Onnis, e alle 21.00 con il main show, presentato da Francesco Mandelli. Sofia Viscardi, la giovane e famosa Youtuber, sarà invece la reporter d’eccezione che dal backstage racconterà sui social il dietro le quinte dello show.

Domenica si partirà quindi alle ore 20.00 con “MTV Awards Social Party”, la festa che precede l’inizio dello show. Un’ora di diretta nella quale, attraverso premiazioni, musiche, sfide e interviste, i conduttori Stefano Corti e Alessandro Onnis vivranno le emozioni dell’attesa insieme a star del web, della tv e della musica, come Riccardo Dose, Marcello Sacchetta, Martina Dell’Ombra, Michele Bravi e Giulia Salemi. Tra loro ci sarà anche Madh, protagonista insieme a Tina Baffy di “The Hottest Swimsuit”, il concorso di MTV Style per eleggere il costume dell’estate partito lunedì 6 giugno sul sito di MTV.

 Alle 21.00 Francesco Mandelli darà ufficialmente il via all’edizione 2016 degli MTV Awards. Alessandra Amoroso, Alessio Bernabei, Annalisa, Benji & Fede, Elisa, Emis Killa, Emma, Francesca Michielin, Lorenzo Fragola, Max Pezzali, The Kolors sono gli artisti che si esibiranno live sul palco durante la serata. Oltre alle stelle della musica, anche molti personaggi del mondo della televisione, dello spettacolo e del web saliranno sul palco degli MTV Awards 2016 in qualità di Presenter, per consegnare ai vincitori gli ambitissimi premi: Sofia Viscardi, Michele Bravi, cantante vincitore di X Factor nel 2013 che si è affacciato da qualche anno con successo anche alla scena social, i protagonisti di MTV Super Shore Elettra Lamborghini, Abraham Garcia e Arantxa Bustos, Giulia Salemi, reduce dall’ultima edizione di Pechino Express e futura conduttrice di Ridiculousness Italia, con i suoi compagni d’avventura Stefano Corti e Alessandro Onnis. E ancora, Aurora Ramazzotti, Niccolò Torielli conduttore della prima edizione dello SlimeFest di Nickelodeon, la Miss Italia in carica Alice Sabatini, Carolina Di Domenico, Paolo Ruffini, i DJ di RDS Petra Loreggian e Paolo Piva e l’attrice comica Barbaria Foria.

Al termine della diretta tv, gli MTV Awards faranno ballare tutti i presenti al Parco delle Cascine fino a notte fonda con un attesissimo Aftershow Party che vedrà protagonista la musica de Il Pagante e, a seguire, di Merk & Kremont.

Ai NEGRAMARO verrà consegnato l’MTV VIDEO AWARD, l’unico premio che non è votabile ma viene assegnato da MTV, in virtù dell’attenzione che la band ha sempre avuto per la qualità dei loro videoclip, con idee sempre nuove, diverse e di alto livello artistico.

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Le dichiarazioni della conferenza stampa tenutasi a Milano:

Sergio Del Prete, Vice President, Editorial Brand Viacom Italia: «Gli MTV Awards rappresentano l’evento più atteso di Mtv, un momento in cui il brand rinnova e rinforza il target di riferimento. Anche questa edizione avrà una forte risonanza sul territorio e avrà notevole visibilità su tutte le piattaforme digital e social».

Andrea Vannucci, Assessore alle Politiche Giovanili, Comune di Firenze: «Il Parco delle Cascine è un luogo molto complesso da presidiare, rappresenta il polmone verde della città, un parco votato al divertimento responsabile e che si rivolge ad una platea che si vuole espandere sempre di più. Questa edizione degli MTV Awards offre al pubblico nomi di spicco, che hanno un forte richiamo su una fascia di età che comprende giovani e giovanissimi, quelli che amiamo definire i cittadini di domani. Accogliamo questa grande festa come un appuntamento fisso, ormai irrinunciabile».

Luca De Gennaro, Vice President, Talent And Music Viacom Italia: «Il Format è consolidato, l’esperienza maturata sul territorio è fondamentale, l’anno scorso hanno partecipato 20.000 persone live e abbiamo raccolto 10 milioni di voti, quest’anno vogliamo naturalmente fare meglio. Gli Mtv Awards sono un evento che nasce molti mesi prima, viene definito in base al gradimento dell’audience e la line up che presentiamo è molto importante. La nostalgia non è mai stata nel Dna di Mtv, il cast di quest’anno si concentra sul pop contemporaneo italianoe si muove tra nomi di spicco e clamorose rivelazioni come possono essere Benji & Fede che solo un anno cominciavano ad affacciarsi all’interno del panorama musicale italiano»

Francesco Mandelli, presentatore e conduttore dell’evento: «A me MTV ha cambiato la vita. Sono nato e cresciuto ad Asnago (Lecco), ho trascorso la mia adolescenza a guardare MTV, era il mio modo di fuggire dalla provincia (che comunque non rinnego, visto che mi ha dato una fame ed una curiosità senza pari). Per me MTV era il punto di riferimento, qualcosa di completamente nuovo, guardavo Andrea Pezzi e mi incantavo ad osservarne le gesta. Quando mi sono proposto e mi hanno preso ad Mtv, il sogno della mia vita ha spiccato il volo, nemmeno mi rendevo conto di quello che stava succedendo. Sono quasi 20 anni che vedo quel marchio lì, ho fatto tantissime cose, mi è stato insegnato un mestiere e, a proposito di ciò, posso affermare che se dovessi iniziare oggi, non saprei da dove cominciare, fare lo Youtuber non è un mestiere, non c’è nessuno a dirti cosa va bene e cosa non va bene, a farti scrivere, a farti capire come essere diverso e originale. Oggi non ti dice nessuno come fare, sarò per sempre grato ad Mtv perché ha cambiato non solo la mia vita ma quella di una generazione intera, ha cambiato il modo di essere giovani in Italia. Onorerò l’impegno del prossimo 19 giugno con la massima professionalità e con tutta l’adrenalina che mi si sprigiona dentro».

 Raffaella Sbrescia

Folfiri o Folfox: gli Afterhours tornano con un disco prezioso. La recensione e l’intervista

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«…Io sono fortunato perché posso usare la musica per cercare di spiegare a me stesso come mi sento, reagire, buttare fuori le tossine, riconoscere l’energia e, soprattutto, non andare in panico. Parlandone agli altri ho scoperto che nel gruppo stavamo passando tutti attraverso lo stesso sconvolgimento. Ognuno a modo suo, naturalmente, perché sono cose molto private. Così eccolo qua un disco sulla morte e sulla vita, sulla malattia e sulla “cura”, sulle domande senza risposta, sull’egoismo che ci fa sopravvivere, sulla rabbia e sulla felicità, sulle chiusure di cerchi che ci permettono di aprirne altri». Con le parole estratte da uno stralcio del comunicato scritto dallo stesso Manuel Agnelli in persona, scegliamo di presentarvi “Folfiri o Folfox”, il nuovo album degli Afterhours destinato a diventare un’opera antologica per eccellenza. Giunto al pubblico dopo una lunga gestazione, questo disco racchiude una scalata esistenziale intima, privata, singola eppure ampiamente condivisibile. Il titolo del progetto prende il nome da due cicli chemioterapici ponendoci subito di fronte ad una realtà da cui non si può prescindere: il cancro. “Folfiri o folfox” nasce dalla penna di Agnelli subito dopo la scomparsa di suo padre, passa per altri lutti che hanno colpito i membri della band e diventa, traccia dopo traccia, un cammino verso la ricerca della felicità. L’intensità di questo disco è data sicuramente dai testi ma anche da arrangiamenti veramente carichi di suggestioni sperimentali. “Grande”, gridata, sofferta e squarciata è un significativo punto di partenza, l’effettiva base che permette all’album di crescere ed evolversi. Struggente “L’odore della giacca di mio padre”, dolorosa e consapevole “Lasciati ingannare (ancora una volta)”, esemplificativa, dissacrante ed imponente la title track “Folfiri o Folfox”.  Ricche e preziose le tracce strumentali, da evidenziare, in particolare, l’ipnotico contributo di Rodrigo D’Erasmo in “Ophyx” e le contorsioni di Cetuximab”. Lascive sono le distorsioni racchiuse in “Fa male solo la prima volta”, curiosa e perturbante la ballata rock “Né pani né pesci”. Originale ed impattante la litania di “San Miguel”, un riuscitissimo gioco a due tra Agnelli e Iriondo. “Se io fossi il giudice” chiude, infine, il disco in modo deflagrante, emozionale, poetico, totale.

Intervista

Finalmente arriva “Folfiri o Folfox”

Abbiamo pubblicato questo disco dopo 4 anni cercando di raccontare non solo quello che è successo a me ma anche quello che è successo a molti di noi. Non facciamo un disco ogni anno, lo facciamo semplicemente quando abbiamo qualcosa da dire e questo, purtroppo, non succede ogni sei mesi. La funzione del nostro gruppo è quello di dire le cose con un linguaggio che gli altri faticano ad usare. Questo è un disco a tratti ostico, un disco che ha senso in questo momento. Abbiamo sfruttato il nostro studio, ci siamo andati tutti i giorni, ci siamo dati la libertà di sbagliare, eccedere, sperimentare. Con noi ha lavorato anche Tommaso Colliva, il top mondiale e ne siamo molto orgogliosi.

I due nuovi innesti nella band (Stefano Pilia, chitarrista dei Massimo Volume, e Fabio Rondanini, batterista dei Calibro 35, ndr) hanno generato una grande energia. Come sono cambiate le sonorità, gli arrangiamenti e la scrittura dei testi?

Il cambio della line up ha influenzato non poco la musica, ha innescato un ricambio d’energia in una sorta di circolo virtuoso. Una direzione, quest’ultima, che avevamo già conquistato con “Padania” e che intendiamo mantenere salda. Nel frattempo lo stravolgimento della forma canzone vive un passo in avanti, sia in termini di suono che di scrittura.

A proposito di scrittura: com’è cambiato il tuo modo di scrivere in questo lavoro?

C’è un ritorno ad una comunicazione più scoperta, più aperta, una messa a nudo che ci ha coinvolto tutti. Ciò rende il disco più immediato e comunicativo proprio come sentivamo noi di dover essere. “Padania” era congelato così come lo era la sua estetica, questo disco è più caldo, ci tocca in modo più profondo e speriamo possa farlo anche con chi lo ascolterà.

C’è un’attenzione più viva e dettagliata ai testi…

Sì, i testi sono più centrali che in passato, parliamo di cose precise che non volevamo citare in modo oscuro, abbiamo condotto diverse ricerche per rapportarci con certi termini, c’è stato un bel lavoro di complicità e compartecipazione. Abbiamo composto prima le musiche, se avessi scritto prima i testi, ci sarebbero state solo ballate ed il disco sarebbe stato un’elaborazione del lutto e nessuno voleva questo. In questo album c’è voglia di reagire, parliamo di chiusure di cerchi…

Afterhours

Afterhours

Che rapporto c’è con Dio, nominato così spesso in questo disco?

C’è parecchia mancanza di Dio nel disco, lo cito perché c’è un continuo interrogarsi, quando ti manca una persona cara ti fai molte domande, Dio viene chiamato in causa perchè non lo si trova. Il disco parla di un passaggio di energia, la figura di Dio è la razionalizzazione di questo passaggio all’interno di una ricerca spirituale.

A 50 anni ti scopri vulnerabile nel bel mezzo di un’operazione di introspezione…

Mi sono ritrovato bambino abbandonato e, al contempo, definitivamente adulto una volta per tutte. Non pretendo che questa cosa venga condivisa da qualcun altro, ci sono voluti 4 anni per lasciar maturare questo disco, la musica rappresenta la possibilità di sublimare quello che è successo, una forma di autoanalisi utile per espellere le tossine, un modo per liberarsi dal dolore.

“Grande” è il brano più intenso del disco

Racchiude un grido di dolore ma anche un riscatto, una voce che va oltre, un pezzo che sarà difficile riproporre con la stessa intensità dal vivo. Finchè avrà un effetto terapeutico lo farò, poi smetterò, così come del resto avviene con gli altri brani.

Come è nato il brano “San Miguel”?

L’abbiamo improvvisato in sala prove, rappresenta il denominatore perfetto di chi non ha paura di fare tante cose diverse. Questo brano rompe gli schemi, definisce un’intenzione chiara con sonorità forti, una litania che non teme sfide nuove. Ci sono diversi modi di argomentare la superstizione: quella più volgare che detestiamo, una forma di violenza sociale mostruosa, poi c’è quella bianca che cerca energia oltre la scienza. Ecco, nel disco ci sono due o tre modi per affrontarla, “San Miguel” è uno di questi.

Afterhours ph. Magliocchetti

Afterhours ph. Magliocchetti

Da dove arriva l’idea della copertina?

Si tratta di un’idea di mia figlia. Recentemente ho curato una pianta che ha prodotto un nuovo getto di fori, le ho scattato una foto, leggermente mossa e mia figlia mi ha suggerito di usarla. Solo in un secondo momento abbiamo scoperto che l’orchidea si nutre di materiali in decomposizione, in quanto corrispondente botanico del cancro ci è sembrata perfetta.

Cinque anni fa eravate politicamente schierati… cosa è cambiato nel frattempo?

I politici non sono cambiati ed è per questo che molte cose non si sono realizzate, il cambiamento c’ è stato in ogni caso. Nel nostro piccolo abbiamo appoggiato i teatri occupati, continuiamo a portare avanti il nostro cammino senza fare cose per forza appariscenti, mi sono accorto che senza un certo tipo di visibilità si è limitati. La visibilità può essere di grande aiuto per portare avanti certe tematiche, mi sono impegnato per i diritti d’autore, la definizione professionale del musicista, voglio portare questi discorsi a buon fine.

Come si convive con la paura della felicità?

Ho sempre voluto essere felce ma forse ho sbagliato strada. Nel nostro ambiente ci sono tanti che fanno i maledetti al centro di un sistema di cose che non ci riguarda in ogni caso. Noi facciamo musica in modo libero, non dobbiamo rendere conto alle tavole della legge, facciamo le cose istintivamente perché ci piacciono, perché ci sembra il modo migliore per raccontarci al meglio. Abbiamo lasciato fuori dal disco, il più grande singolo della nostra storia perché non c’entrava nulla, siamo coerenti, siamo liberi di fare cose che non rientrano nell’immaginario, non vogliamo essere prevedibili, la prevedibilità è la morte di un gruppo rock, abbiamo più attenzione per il discorso estetico che per l’efficacia dei risultati; in ogni caso facciamo sempre quello che vogliamo, poco ma sicuro.

Afterhours ph. Magliocchetti

Afterhours ph. Magliocchetti

La musica è una trasposizione della società che rappresenta?

Negli anni ’60 e ’70 c’era una società in fermento, c’era gente che viveva nelle comuni, personaggi che non avevano paura di sperimentare, con l’arrivo delle tecnologie la gente ha cominciato ad impigrirsi e a viziarsi. Ci sono molti musicisti bravi ma troppo precisi, non ci sono più i freaks, quelli che non riesci a catalogare, ci sono piccoli circuiti, ognuno con la propria divisa, ogni più piccola realtà vuole avere il controllo sulla cultura ma non per difendere la gente. Pasolini andava tra la gente, tra gli operai, trai ragazzi di strada, portava la cultura tra la gente sporcandosi le mani. Oggi invece viviamo una situazione veramente pallosa. Il ruolo di chi fa rock non può essere fare la cultura per sé. La nostra missione è quella di portare la nostra visione della vita a quanta più gente possibile, la difficoltà sta nel portarla con un linguaggio molto preciso che non venga distorto senno facciamo avanguardia e sperimentazione.

Ad X Factor queste cose le dirai?

Mi hanno chiamato per questo, il motivo per cui sono lì è portarvi la mia visione della musica. Hanno avuto le palle di chiamarmi, io sono un’incognita, un rischio…

Cosa pensi delle polemiche che ci sono state?

Fa parte del gioco, in parte è anche strategia. In tante situazioni la polemica ha portato attenzione, non mi spaventa la contestazione, anzi, tuttavia non vi sono indifferente. Con la paura del rischio non avremmo fatto un cazzo negli ultimi anni, non me ne frega se sarò una scimmietta in gabbia, alla fine l’importante è far passare un messaggio preciso: “Le mani vanno sporcate, bisogna fare gesti piccoli ma farli tutti, non si possono fare le cose solo per il risultato, bisogna farle e basta”.

Il ricambio nella line up ha portato un cambio di energia nel gruppo?

Ci troviamo in un momento particolarmente felice, questi due innesti non sono né casuali né transitori. Questo ricambio ha avuto un impatto emotivo molto forte, con Giorgio andavo in giro per il mondo da 25 anni, ci guardavamo in modo sclerotico, non avevamo un dialogo modificabile. Dopo lo strappo non sapevamo se gli Afterhours sarebbero andati avanti, abbiamo funzionato ma navighiamo a vista, ecco perché in ogni disco ci mettiamo tutto il sangue possibile, pensiamo sempre che possa essere l’ultimo.

Cosa cambierà nel live?

Mentre “Padania” aveva delle sovrapproduzioni necessarie per riprodurre quell’urgenza, questi nuovi brani questa carica ce l’hanno da sé, la scaletta estiva proporrà un 50/50, sarà un live molto energico.

 Raffaella Sbrescia

Il tour:

 8.07 - Genova, Goa Boa Festival - NUOVA DATA
10.07 - Avezzano (Aq), Kimera Rock Festival
14.07 - Milano, Market Sound
15.07 - Torino, Flower Fest
19.07 -Roma, Rock In Roma
06.08 -Treviso, Suoni Di Marca
8.08 - Lignano Sabbiadoro (UD), Beach Arena - NUOVA DATA
13.08 -Lamezia Terme (Cz), Colorfest
27.08 -Empoli (Fi), Beat Festival

I biglietti sono in vendita su www.ticketone.it

 

“Save me”: Joan Thiele è la bella sorpresa musicale di questa estate 2016

thumbnail_CV_Joan Thiele

Joan Thiele è giovane, è talentuosa, ha una voce peculiare e ama sperimentare.  Nata nel 1991 in Italia da madre italiana e papà svizzero-colombiano, Joan conduce una vita che la porta a viaggiare molto spesso, questo le ha consentito di sviluppare un gusto musicale internazionale e variegato, incentrato sul connubio creativo tra sfumature stilistiche diverse. Cantautrice fin dalla prima adolescenza, Joan ha pubblicato il suo primo Ep “Save Me”, lo scorso 10 giugno per Universal Music. Il disco, anticipato dai singoli “Save Me” e “Taxi Driver”, contiene sei brani inediti scritti da Joan (“Save me”, “Cup of coffee”, “Heartbeat”, “Rainbow”, “Taxi Driver”, “You & I”) e una cover di Lauryn Hills  “Lost Ones” in una nuova veste. I brani del disco sono stati registrati fra Milano, Amburgo, New York e Los Angeles e sono stati prodotti da Andre Lindal e Anthony Preston, Farhot, Fabrizio Ferraguzzo e gli Etna. Nate in epoche diverse, le canzoni di “Save me” parlano di storie quotidiane, di momenti di rottura, di scelte coraggiose. A metà strada da acustica ed elettronica, Joan si muove con carisma tra momenti eterei ed altri più ritmici. Title track a parte, il brano più importante del disco è “Rainbow”, una canzone che Joan ha scritto per sua madre; un arcobaleno che vorrebbe raccontare le sfumature di una donna e che, in senso più ampio, racchiude la natura di un progetto affascinante perchè intriso di spunti e contaminazioni assolutamente eterogenei.

Joan sarà in tour, in viaggio sul Red Bull Tourbus, da giugno a settembre 2016 nei più importanti festival estivi italiani  accompagnata dagli Etna: 10 giugno – Milano Market Sound; 21 giugno Roma Rockinroma; 9 luglio – Monza I Days; 16 luglio – Genova Goa Boa; 23 luglio – Vasto Siren Fest; 16 agosto – La Villa Val Badia Jazz; 3 settembre – Treviso Home Fest; 30 settembre – Trieste

Raffaella Sbrescia

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Video: Save Me

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