“Gente d’altri tempi. Enzo Jannacci, nuove canzoni a colori”, una mostra da non perdere al Castello Sforzesco di Milano

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Fino a venerdì 15 gennaio 2016, la sala conferenze della Raccolta delle stampe Bertarelli al Castello Sforzesco di Milano ospiterà la mostra intitolata Gente d’altri tempi. Enzo Jannacci, nuove canzoni a colori”. Un percorso a tappe in cui i protagonisti dello sconfinato repertorio di Enzo Jannacci rivivono nei tratti e nei colori di oltre 50 tavole illustrate dai principali disegnatori italiani: da Silver a Sergio Gerasi, da Pao a Staino, da Stefano Disegnia Oskar, fino al cantautore Paolo Conte. La mostra, curata da Davide Barzie Sandro Paté, organizzata da Scarp de’ tenis e Caritas Ambrosiana insieme con Comune di Milano e con il sostegno di Fondazione CariploEtica Sgr e Wow-Spazio Fumetto,  intende onorare il grande artista milanese ricordandone il forte impegno nei confronti della Milano e dell’Italia dei margini.

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Attraverso la sua sensibilità concentrata sulle periferie geografiche ed esistenziali, Jannacci rappresenta ancora oggi un punto di riferimento e le sue canzoni mantengono un’inalterabile fascino moderno. All’interno della mostra ognuno dei fumettisti, illustratori e artisti italiani ha reinterpretato una delle canzoni del vasto repertorio jannacciano. Il risultato è un pantheon stralunato di antieroi, cantati con ironia e disincanto. Le opere, tutte donate gratuitamente dagli autori, saranno poi battute dalla Casa d’aste milanese Porro & C. lunedì primo febbraio 2016, alle ore 18, presso la sede di via Olona 2 a Milano. I fondi raccolti saranno destinati all’accompagnamento sociale delle persone senza dimora e dei venditori del giornale di strada promosso da Caritas Ambrosiana Scarp de’ tenis.

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La mostra è visitabile a ingresso libero nei seguenti orari: dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 17.30; sabato e domenica dalle 14.00 alle 17.30 (per info: 02 88467778)

La parola canta: Napoli madre e matrigna raccontata da Toni e Peppe Servillo con il Solis String Quartet

La parola canta @ Teatro Bellini - Napoli ph Luigi Maffettone

La parola canta @ Teatro Bellini – Napoli ph Luigi Maffettone

Anima, cuore, ragione, poesia, canzone e musica si raccolgono in un’unica dimensione: “La parola canta”. Lo spettacolo in cui il teatro si fa musica e la musica si fa teatro approda al Teatro Bellini di Napoli per quello che non possiamo definire semplicemente un recital bensì un incontro culturale capace di coinvolgere gli spettatori a tutto tondo. Alla magistrale recitazione di Toni Servillo si affianca l’esaltante vocalità e la peculiare fisicità del fratello Peppe. A scandire i tempi e le note dello spettacolo è l’eccezionale Solis String Quartet, emblema dell’eccellenza musicale italiana nel mondo.  Il nucleo di questo straordinario viaggio culturale è  Napoli, descritta, interpretata, cantata, vissuta tra fantasia e creatività, tra passato e presente attraverso poesie cantate e canzoni recitate, monologhi, lacrime e risate. Le parole sono quelle di autori classici come Eduardo De Filippo, Raffaele Viviani e Libero Bovio ma anche di penne contemporanee come quelle di Enzo Moscato, Mimmo Borrelli e Michele Sovente . L’autentico protagonista è il popolo, che da “oggetto”  di studio diventa soggetto poetico in una Napoli madre e matrigna di infiniti microcosmi. “La parola canta” non è la cartolina di Napoli, non è uno spettacolo ruffiano, è un atto d’amore verso la vita.

Raffaella Sbrescia

Scaletta

Napule

Tarantella del Vesuvio

Canzone appassiunata

L’omm sbagliato

Bestemmie

‘O guappo nnammurato

Litoranea

Guapparia

Bartok

Festino

Mozartango

De Pretore

Està

‘Acasciaforte

Zaza

Maruzzella

Vacchi

Fravecature

Sogno Biondo

Minuano

Sovente

Te voglio bene assaje

Photogallery a cura di: Luigi Maffettone

La parola canta @ Teatro Bellini - Napoli ph Luigi Maffettone

La parola canta @ Teatro Bellini – Napoli ph Luigi Maffettone

La parola canta @ Teatro Bellini - Napoli ph Luigi Maffettone

La parola canta @ Teatro Bellini – Napoli ph Luigi Maffettone

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La parola canta @ Teatro Bellini – Napoli ph Luigi Maffettone

La parola canta @ Teatro Bellini - Napoli ph Luigi Maffettone

La parola canta @ Teatro Bellini – Napoli ph Luigi Maffettone

La parola canta @ Teatro Bellini - Napoli ph Luigi Maffettone

La parola canta @ Teatro Bellini – Napoli ph Luigi Maffettone

La parola canta @ Teatro Bellini - Napoli ph Luigi Maffettone

La parola canta @ Teatro Bellini – Napoli ph Luigi Maffettone

La parola canta @ Teatro Bellini - Napoli ph Luigi Maffettone

La parola canta @ Teatro Bellini – Napoli ph Luigi Maffettone

La parola canta @ Teatro Bellini - Napoli ph Luigi Maffettone

La parola canta @ Teatro Bellini – Napoli ph Luigi Maffettone

La parola canta @ Teatro Bellini - Napoli ph Luigi Maffettone

La parola canta @ Teatro Bellini – Napoli ph Luigi Maffettone

La parola canta @ Teatro Bellini - Napoli ph Luigi Maffettone

La parola canta @ Teatro Bellini – Napoli ph Luigi Maffettone

La parola canta @ Teatro Bellini - Napoli ph Luigi Maffettone

La parola canta @ Teatro Bellini – Napoli ph Luigi Maffettone

La parola canta @ Teatro Bellini - Napoli ph Luigi Maffettone

La parola canta @ Teatro Bellini – Napoli ph Luigi Maffettone

La parola canta @ Teatro Bellini - Napoli ph Luigi Maffettone

La parola canta @ Teatro Bellini – Napoli ph Luigi Maffettone

La parola canta @ Teatro Bellini - Napoli ph Luigi Maffettone

La parola canta @ Teatro Bellini – Napoli ph Luigi Maffettone

 

 

“Che Bella Cacofonia”, il vorticoso melting pot sonoro di W. Victor

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A quattro anni di distanza da “Rotto”, il belga W. Victor  “Che Bella Cacofonia, un sorprendente lavoro discografico sospeso tra folk-punk, cantautorato italiano, cabaret, musica balkan e sonorità del mediterraneo. Le dodici tracce che compongono la tracklist creano un immaginifico connubio di richiami ed influenze che bandiscono etichette e limitazioni. Pubblicato per Ottokar Records, “Che Bella Cacofonia” mescola infiniti generi passando dal folk, al pop, al blues, al jazz senza mai trascurare i dettagli e gli arrangiamenti, sempre molto curati. L’eccentrico disco si apre con il ritmo incalzante, grottesco e festaiolo di E Carnevale, l’esplosione di energia continua con la trascinante titletrack. Decisamente più intimista il mood di “Sempre Canto Per Lei, enigmatica la trama multiforme di Perché  mentre i toni si rifanno frizzanti e magnetici sulle note di “Taranbella, pronta ad introdurre il francese folk/punk della velocissima “Azerty Uiop. Spazio anche a piccoli spunti più delicati in Monte Carlo e nella trama perturbante di Tranquilize Me. La chiusura del disco all’insegna dell’autenticità cantautorale e della caducità che contraddistingue l’animo umano con “Un Giorno Così.

Raffaella Sbrescia

Video:

 TRACKLIST
01. E Carnevale
02. Gigolo John
03. Che Bella Cacofonia
04. Sempre Canto Per Lei
05. Perchè
06. Taranbella
07. Azerty Uiop
08. Après La Pluie
09. Il Mammut
10. Monte Carlo
11. Tranquilize Me
12. Un Giorno Così

Slaves Of Love and Bones: la recensione di Real Fake Music

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“Real Fake Music” segna il debutto discografico ufficiale degli Slaves Of Love And Bones. Pubblicato su etichetta I Make Records, il lavoro raccoglie le attitudini, le sperimentazioni e i voli pindarici della fantasia di Luca Criscuoli (Vocals), Claudio La Sala (Guitar & Computer Programming), Raffaele Caputo (Guitar & Synth), Riccardo Iannaccone (Drum, Pad & Synth) all’interno di sette tracce intrise di soluzioni sonore elettroniche e ‘sintetiche’. Sequencer, campionamenti, pad, synth scandiscono vorticose modulazioni armoniche. Le sorgenti armoniche sono concrete ma danno vita a suoni fittizi; il risultato finale è proprio il paradosso racchiuso anche nel titolo dell’Ep: Real Fake Music.
Se i testi degli Slaves Of Love And Bones raccontano l’uomo e il suo rapporto con la nuova cultura digitale ed il cambiamento dei rapporti interpersonali, le forme sonore danno vita a nuove impercettibili sfumature del mondo sensibile. Se “Everyday” di Buddy Holly, unica cover contenuta nell’Ep, si riveste di inedita oscurità,  ”A final Solution” e “Inside” bilanciano il suono sintetico con potenti riff di chitarra. Intuizioni e spunti trovano, infine, un promettente bilanciamento in “This is a Paradox”, possibile manifesto di una formula sonora qualitativamente interessante.

Raffaella Sbrescia

Video

Locura: la lucida follia di Pico Rama in tredici tracce cosparse di verità

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Osservazioni, riflessioni, vibrazioni a metà strada tra esoterismo e misticismo. L’opera prima di Pico Rama, figlio d’arte, ma anche figlio dell’era postcontemporanea, unisce musica, filosofia e teatralità in “Locura”, terza prova solista pubblicata per la Mescal. Passando attraverso innumerevoli esperienze di trasformazione Pico Rama sceglie parole e testi seguendo una missione di tipo terapeutico per sé e per gli altri. Nelle tredici tracce accordate a 432 hertz , allineate con tutte le altre frequenze in natura,  l’artista usa una poetica complessa accompagnandosi con uno stile che parte dal raggae fino a lambire le rive dell’l’hip hop sfociando dolcemente nel dub.  Anticipato dal singolo “Regali del Divino(Merda), “Locura” attraversa il proprio immaginario, non teme di osare mostrando le sue subpersonalità e la sua mole di pensieri sfavillanti. In questo nuovo lavoro Pico si sposta dalla mente al cuore, sceglie di interpretare brani amati  come ‘Estrellita Divina’ – un canto sciamanico –   ‘Nuevo Horizonte’ dei Kirtan Reggae e la ballata ‘Dall’altra parte del cancello’, un bellissimo pezzo di Giorgio Gaber del 1973 (contenuta nel cd ‘Far finta di essere sani’; ndr). Esotismo e rap, essenzialità e profondità, sciamanesimo e canti di coscienza si fondono in “Un pezzo di terra”, “L’universo ci guarirà”, “L’idea della mortalità”, brani che intendono trasmettere messaggi significativi in maniera semplice ed efficace.

Pico Rama

Pico Rama

Originale ed interessante il featuring con Yari Power (conosciuto durante l’ultima edizione di Pechino Express) sulle note di “Your Jungle”, una sintesi psichedelica delle esperienze vissute in Ecuador e Perù. Il pezzo manifesto dell’intero album è “Loco”, il riadattamento di un brano di Darwin Grajales, cantautore e musicoterapeuta colombiano con cui Pico ha condiviso un percorso di sanazione nella selva amazzonica. Il flusso di lucida follia continua con “Non fango no loto” e si conclude con “Eplosione dal di dentro”, una folle meditazione guidata che sigilla un disco veramente pregno di contenuti , un lavoro in cui il raggamuffin rap di Pico si affida all’animismo proiettandoci al centro della realtà che ci circonda.

Raffaella Sbrescia

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Video: L’idea della mortalità

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