“Anarchytecture”, il nuovo album degli Skunk Anansie tra struttura e caos

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È uscito il 15 gennaio il nuovo atteso album degli Skunk Anansie “Anarchytecture” (in tutti i negozi e digital download su etichetta Carosello Records. Il sesto disco di inediti della band, formatasi nel 1994, racchiude una collezione di potenti inni dell’alternative rock e rappresenta l’apice di una ventennale carriera durante la quale il gruppo ha venduto oltre 5 milioni di album e ha registrato 7 tour sold out in tutta Europa. Il titolo del disco riguarda strutture intangibili e prende significati diversi per ogni membro della band. Per Skin, “Anarchytecture” indica il confine inquieto tra struttura e caos, tra costrizione e libertà. Il nuovo album è frutto del lavoro di tutti i componenti degli Skunk Anansie nella loro formazione storica, composta da Skin, il chitarrista Ace, il bassista Cass e il batterista Mark Richardson, è stato prodotto da Tom Dalgety (Royal Blood, Killing Joke) ai RAK Studios di Londra, mixato da Dalgety & Jeremy Wheatley e masterizzato da Ted Jensen agli Sterling Sound Studios di New York. Ritmi notturni, brani ricchi di brama, manipolazione, potere, senso di perdita  si lasciano guidare da desideri oscuri e intensi.

Skunk Anansie

Skunk Anansie

Attraverso un suono più asciutto e diretto, guidato dalla melodia e rafforzato da influenze elettroniche “Anarchytecture” è cadenzato da una massiccia dose di elettronica: «Già negli anni Novanta avevamo l’elettronica poi c’è stato un allontanamento ma ammettiamo che ci piace, siamo una band fresca, contemporanea, moderna e il fatto che siamo tutti anche deejay fa sì che la amiamo. Anche in Black Traffic c’era elettronica ma noi restiamo una rock band», spiegano gli Skunk Anansie e, in effetti,  “Anarchytecture” lascia emergere un groove profondo e pulsante a cui è impossibile resistere. La copertina dell’album è stata realizzata dall’italiano NO CURVES, artista contemporaneo, uno degli esponenti più in auge della urban art, famoso per le sue opere realizzate esclusivamente con il nastro adesivo.  «Il suo stile ci rappresenta alla perfezione, hanno spiegato i membri della band durante la conferenza stampa di presentazione a Milano. I nostri testi vanno dritti al punto e la sua arte si è sposata con le nostre parole». «Per quanto riguarda la scrittura della music, hanno aggiunto,  siamo più forti e maturi, abbiamo ridotto l’ego individuale, siamo meno pressati dal tempo, più rilassati e anche un po’ più stupidi, pensiamo meno al tempo.  L’impegno di Skin in televisione ci ha consentito di essere meno pigri, i tempi sono più compressi, lavoriamo meglio e più in fretta», hanno raccontato gli Skunk Anansie e, a proposito di X Factor, Skin si è lanciata in un’approfondita digressione:«Avendo lavorato a X Factor ho rilevato che servono belle parole, significati profondi e una storia da raccontare. Questo rende la musica pulita ma io vorrei vedere un po’ di sporcizia, di imperfezione. Alla radio c’è tanta poesia e lirica e un po’ troppa perfezione. Con Elio abbiamo rilevato che è difficile far cantare ai giovani in italiano».

Proprio ai giovani si rivolge, infine, Skin: «In Inghilterra oggi se vuoi avere una educazione base hai le scuole pubbliche ma se vuoi qualcosa di più, tipo scuole di musica o arte, devi affidarti a istituzioni private molto costose – spiega -. È sempre più difficile avere musicisti che arrivano dalla classe lavoratrice, che vivono sulla propria pelle certi temi e certe problematiche. Quelli che escono dalle scuole d’arte o di musica non sono arrabbiati con lo status quo. I giovani oggi sono forse cauti e anche un po’ superficiali. Inoltre la radio e la tv, che sono detenute da forze conservatrici, sono riluttanti a far passare determinati argomenti. Ci sono gruppi rock e hip hop sinceri e incazzati. Urlano molto forte, ma sono relegati in ambienti underground e li ascoltano davvero in pochi. Per il resto siamo circondati da pop music».

Raffaella Sbrescia

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Tracklist

Love Someone Else

Victim

Beauty Is Your Curse

Death to the Lovers

In the Back Room

Bullets

That Sinking Feeling

Without You

Suckers!

We Are the Flames

I’ll Let You Down

Video: Love Someone Else

Alessandra Amoroso è come un fiore che sboccia in “Vivere a colori”. Intervista

Cover Vivere a Colori- Giovanni Gastel (1)

Chi è oggi Alessandra Amoroso? Una donna autentica, sicura di sé e delle proprie possibilità. Una donna felice, radiosa ed un’artista in continua evoluzione. Ad otto anni dalla vittoria di Amici e a due anni e mezzo di distanza dalla pubblicazione di “Amore Puro”, l’artista salentina torna con un nuovo album di inediti intitolato “Vivere a colori”, un lavoro maturo e ricco di importanti collaborazioni con nomi di grande spicco come Elisa Toffoli, Tiziano Ferro, Dario Faini, Roberto Casalino, Daniele Magro, Federico Zampaglione e i ritrovati Federica Camba e Daniele Coro.  «Vivere a colori racchiude un messaggio specifico: sono felice e voglio trasmettere la mia felicità. Questo album vuole trasmettere gioia, rispecchia il mio essere e le sfumature della mia personalità», ha spiegato Alessandra Amoroso ai giornalisti accorsi alla conferenza stampa di presentazione dell’album a Milano. «Sicuramente c’è un cambiamento nei testi, ho fatto un percorso di crescita. In passato le ballate mi hanno portato tanta fortuna ed ammetto che mi ci sono sempre ritrovata alla perfezione; ora abbiamo scelto un sound diverso, un ritmo con cui si potesse ballare e cantare. Ho tante cose  nascoste dentro di me, faccio fatica a raccontare la mia vita privata ma ora ho deciso di trasmettere tutta la mia positività».

In effetti  con “Vivere a colori” Alessandra ha fatto dei grossi passi avanti in termini di freschezza, dinamismo, frenando sui sentimenti struggenti  per lasciare spazio a ritmi uptempo. Dopo aver affrontato una delicata operazione alle corde vocali, la Amoroso ha anche ritrovato il suo timbro con cui confessa di aver sempre avuto un rapporto di amore-odio: «Avevo molta paura per quello che poteva succedere e per come stavano le persone a me care, fortunatamente l’intervento è andato benissimo e ora sono pronta a preservare il mio strumento con tutte le attenzioni necessarie -ha raccontato la cantante- ho anche fatto un video per rassicurare i miei fan e la mia famiglia, ho ricevuto delle critiche per questo ma volevo solo che le persone a me vicine non si preoccupassero».

Alessandra Amoroso ph Gastel

Alessandra Amoroso ph Giovanni Gastel

 Non solo un album di inediti per Alessandra che, ormai da un po’ di tempo, ha lanciato un disco in spagnolo prodotto da Josè Luis Pagan: «L’esperienza Sudamericana è stata molto positiva anche se i tempi non sono maturi per essere completamente entusiasti. Mi piace molto la lingua, l’ho imparata in poco tempo anche se preferisco parlarla piuttosto che studiarla. La cosa che mi ha colpito di più è che i sudamericano hanno voglia di conoscere me e io di conoscere loro, mi apprezzano per quello che sono, sono un popolo carnale come me, sarà per questo che li sento molto vicini», ha aggiunto.

Umile ma determinata, Alessandra ha in programma diversi appuntamenti importanti anche se ha escluso un’eventuale coinvolgimento nelle vesti di coach ad Amici: «Sono ancora molto legata alla tuta di Amici e, più in generale, non mi sento pronta per insegnare perché mi sento ancora una studentessa che ha molto da imparare». Niente Sanremo anche quest’anno: «E’ sempre uscito qualche mio lavoro in concomitanza col Festival di Sanremo, anche questa volta  è stato così ma ho preferito dedicarmi alla mia Big Family.  Quest’anno guarderò il Festival da casa però ho promesso a mia mamma di portarla!». In attesa delle due anteprime il 7 maggio al Palalottomatica di Roma e il 30 al Mediolanum Forum di Milano, godiamoci “Vivere a colori” in cui spicca “Stupendo fino a qui“, una canzone regalata ai fan su Facebook e scritta dal duo più congeniale e sulle corde di Alessandra, Federica Camba e Daniele Coro (presenti in 4 canzoni). Tra le 14 canzoni presenti in tracklist particolare attenzione la meritano anche “Comunque Andare” scritta da Elisa (Toffoli) con Alessandra, riuscito inno alla gioia, in chiave moderna,  e “La vita in un anno” scritta da Tiziano Ferro con Michael Menisci, particolarmente intensa e significativa. Freschi e accattvanti anche i brani di Daniele Magro  “Avrò cura di tutto” e “Fidati ancora di me”. Due pezzi che sposano bene lo spirito multi-sfaccettato dell’album, in equilibrio di leggerezza e profondità. Sinuosa la trama di “Nel tuo disordine”, la canzone scritta da Federico Zampaglione.  Spassose e ballabilissime “Vivere a colori” e “Il mio stato di felicità”, due gemme che completano un lavoro denso di emozioni e di energia.

Raffaella Sbrescia

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Video: Stupendo fino a qui

La tracklist di “Vivere a colori”:

“Stupendo fino a qui”

“Vivere a colori”
“La vita in un anno”
“Avrò cura di te”
“Mi porti via da me”
“Sul ciglio senza far rumore”
“L’unica cosa da fare”
“Comunque andare”
“Appartenente”
“Se il mondo ha il nostro volto”
“Nel tuo disordine”
“Fidati ancora di me”
“Non sarai mai”
“Il mio stato di felicità”

 

“Vinicio Capossela – Nel Paese dei Coppoloni”, un’affascinante storia folk a metà strada tra mito e realtà

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“Vado cercando musiche e canti, i canti che transumano, cambiano lingua e pelle ma non il moto dell’anima che l’ha generati”. Questo è il fulcro di una storia d’appartenenza, una storia che risponde a quesiti di cruciale urgenza: “Chi siete? A chi appartenete? Cosa andate cercando?”, quelli che ci pone Vinicio Capossela che, in occasione dei 25 anni di carriera, approda al cinema con un viaggio onirico e imprevedibile alla ricerca di personaggi canti e siensi perduti. “Vinicio Capossela – Nel Paese dei Coppoloni” è il titolo dell’ originale e inedita prodotta da laeffe, PMG e LaCupa che, infatti, debutterà sul grande schermo con un evento speciale martedì 19 e mercoledì 20 gennaio, distribuita da Nexo Digital. Il film è un viaggio cinematografico,  geografico, musicale e fantastico – narrato, cantato e vissuto in prima persona da Vinicio Capossela, un ponte tra le pagine de “Il Paese dei Coppoloni” e le musiche di “Canzoni della Cupa” nonché il prossimo disco di inediti dell’artista (in uscita a marzo 2016), da cui è estratta la colonna sonora del film. Diretto da Stefano Obino, il film ci restituisce il ritratto di un’Italia forse perduta e dimenticata, un luogo immaginario che diventa reale, uno spazio fisico che si trasforma in pura immaginazione, l’olimpo dove visse “gente da battaglia”. Un’occasione unica per seguire il “musicista viandante” Capossela in questo viaggio a doppio filo sul fronte della musica e del racconto in un mondo che affronta ormai da 15 anni.

Foto Vinicicio Capossela 04D

In quest’opera che ruota attorno a Calitri, in Alta Irpinia, travolto dalla modernità, Vinicio illumina ogni storia e ogni luogo con la prospettiva del mito, tra canzoni (nuove e vecchie), apologhi sul tempo e sul sacro, fantasmi di trebbiatrici e di ferrovie, ritratti di impagabili abitanti del paese dove abitava la sua famiglia. Attraverso il racconto del viandante Vinicio ci si perde Nel paese dei Coppoloni, attraversato a piedi, in un vecchio furgone, su una trebbiatrice volante. «Sono nato in Germania, da piccolo me ne vantavo. Così, userò una parola tedesca: Heimat. Qualcuno traduce la parola con “Patria”, ma quello è Vatterland, termine maschile, forte, poi degenerato in declinazioni dispregiative. Invece Heimat è femminile, materno, esprime un sentimento, che è quello di una casa da cui ci si è separati. Mettere insieme queste storie ha richiesto molto tempo, più di dieci anni. Ma non sono ricordi, non è un’operazione sulla memoria, la formula del ricordo è riduttiva: per me, come che per chi guarda, quelle che si vedono sono cose che non ricordiamo, perché non le abbiamo vissute. Eppure le riconosciamo», ha spiegato Capossela durante la conferenza stampa tenutasi subito dopo la proiezione del film.

Vinicio Capossela © Valerio Spada

Vinicio Capossela © Valerio Spada

Tra lupi irpini e barbieri istrioni, mitologici sposalizi e spettrali case terremotate, frammenti di video d’epoca e testimonianze del recentissimo Sponz Festival, Vinicio ci mostra un pezzo d’Italia svuotata e smembrata che la contemporaneità cerca di riempire in modo violento con centrali eoliche e discariche  a discapito della ritualità condivisa. Ad ogni modo questo racconto affascinato e evocativo non è un’operazione nostalgica è, bensì, una favola folk ulteriormente arricchita dalle musiche che saranno contenute nel prossimo album di inediti di Capossela, intitolato “Canzoni della cupa”, la cui uscita è prevista per marzo 2016.

Vinicio  Capossela

Vinicio Capossela

 «Per tanti anni ho lavorato su questo patrimonio, ora le canzoni hanno fatto il loro primo guaito in questa colonna sonora, spero che tra poco vengano a mordervi», ha dichiarato il cantautore che, a margine del film, ha anche presentato un video di 12 minuti in cui illustra un nuovo brano intitolato Il pumminale”, ispirato a una delle doppie anime dell’uomo che la cultura popolare ci ha abituato a conoscere in un mondo in cui non c’è distinzione netta tra umano e animale, in cui tutta la natura è espressione della divinità e per questo inconoscibile, se non con l’esperienza diretta. «Il pumminale è una parola che significa lupo mannaro, una storia di seduzione e demoni per la quale ho contattato Lech Kowalski, regista polacco che ha documentato la scena punk dai Sex Pistols ai Ramones a Johnny Thunders. Non è stato semplice, ma è riuscito a venire in paese – appena arrivato, subito ha detto: ‘Qui recupero le mie origini polacche’», ha concluso l’artista.

 Raffaella Sbrescia

 

Il Battito del Mondo a l’Aquila: gli intrecci sonori di Maurizio Trippitelli e la sua band. Special guest Fabrizio Bosso

Il Battito del Mondo ph Roberta Gioberti

Il Battito del Mondo ph Roberta Gioberti

 “Il battito del mondo” è un colorato viaggio tra le danze del Mediterraneo e i suoni del deserto da vivere lasciandosi cullare dai ritmi del reggae e sedurre dalle più intricate sonorità del jazz. Al centro di questo incontro fra culture diverse il gruppo formato da percussionisti e fondato nel 2000 dal musicista aquilano Maurizio Trippitelli. Si tratta di una formazione versatile capace di ospitare grandi artisti di generi differenti che, nell’ambito della settantesima stagione della Società Aquilana dei Concerti “B. Barattelli”, lo scorso 10 gennaio, presso l’Auditorium “Gen. S. Florio” della Scuola Guardia di Finanza a l’Aquila, hanno dato vita ad un evento musicale all’insegna della qualità.  Ospite d’eccezione della serata, il trombettista jazz Fabrizio Bosso sul palco insieme Maurizio Trippitelli e al suo gruppo di percussionisti formato da Fabrizio Fratepietro, Fabio Giovannoli, Michele Fondacci, Riccardo Bigotti, Andrea Bonioli, cui si aggiungono: il senegalese Ismaila Mbaye, il tastierista Lorenzo Maffia e il fisarmonicista Rossano Baldini. Le tradizioni musicali del mondo, sia colte che popolari, hanno preso vita attraverso una varietà di strumenti (marimbe, vibrafoni, timpani, batteria, wave drum, glockenspielen, campane tubolari,gran cassa sinfonica, ocean drum, tamburo thailandese, congas, djèmbe, sabar, talking drum) per un melting pot di note di grande eleganza e ricco di suggestioni.

Photogallery a cura di: Roberta Gioberti

Il Battito del Mondo ph Roberta Gioberti

Il Battito del Mondo ph Roberta Gioberti

Il Battito del Mondo ph Roberta Gioberti

Il Battito del Mondo ph Roberta Gioberti

Il Battito del Mondo ph Roberta Gioberti

Il Battito del Mondo ph Roberta Gioberti

Il Battito del Mondo ph Roberta Gioberti

Il Battito del Mondo ph Roberta Gioberti

Il Battito del Mondo ph Roberta Gioberti

Il Battito del Mondo ph Roberta Gioberti

Il Battito del Mondo ph Roberta Gioberti

Il Battito del Mondo ph Roberta Gioberti

Il Battito del Mondo ph Roberta Gioberti

Il Battito del Mondo ph Roberta Gioberti

Il Battito del Mondo ph Roberta Gioberti

Il Battito del Mondo ph Roberta Gioberti

Il Battito del Mondo ph Roberta Gioberti

Il Battito del Mondo ph Roberta Gioberti

 

Gli alieni di Stefano Bollani arrivano e… ammaliano il Teatro Augusteo di Napoli

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani incanta Napoli con uno straordinario concerto al Teatro Augusteo per l’unica tappa napoletana del “Piano solo – Arrivano gli alieni”, il tour del terzo disco solista dell’artista, prodotto per Decca/Universal, in cui Bollani si cimenta per la prima volta nelle vesti di autore di testi e musiche. Maestro indiscusso in termini di eclettismo e sperimentazione, Stefano Bollani sale sul palco per offrire a se stesso e a gli altri ogni volta qualcosa di nuovo, cercando stimoli ovunque, nella musica del passato e del presente, esplorando e improvvisando con il suo pianoforte. Tra testi irriverenti e virtuosismi musicali, il concerto, sold out da diverso tempo, ha lasciato un solco anche nei cuori degli spettatori più esperti e più disincantati. La personalissima capacità interpretativa di Bollani fa delle sue performances veri e propri spettacoli a tutto tondo, un momento di piacevole raccoglimento per i sensi e per l’intelletto.

Photogallery a cura di: Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

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Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

 

“The Prophecy”, Giulia Facco ed il suo jazz d’autore. L’intervista

cover disco Giulia Facco

Dall’8 Gennaio 2016 è nei negozi tradizionali, in digital download e in tutte le piattaforme streaming “The Prophecy” (Emme Records Label), il nuovo disco inedito della pianista e compositrice Giulia Facco con Mirko Cisilino (tromba), Davide Tardozzi (chitarra), Riccardo Di Vinci (contrabasso) ed Enrico Smiderle (batteria). All’interno di questo lavoro fortemente legato al jazz modale e al blues, Giulia racchiude diversi momenti del proprio vissuto ofrendo una rivisitazione personale di melodie intrise di richiami a compositori eccelsi quali Wayne Shorter, Thelonious Monk, Horace Silver ed Enrico Pieranunzi. L’obiettivo di questo progetto è quindi quello di mescolare echi tradizionali ad elementi moderni, mantenendo un’energia ritmica costante che accompagna l’ascoltatore in un viaggio sonoro decisamente personale ed evocativo.

Intervista

Perché hai scelto questo titolo per l’album?
Ho scelto “The Prophecy “ perchè è uno dei primi brani jazz che ho scritto. Ricordo di averlo scritto in un momento in cui ero molto ispirata; il pezzo è “uscito” in un flusso costante, quasi come se esistesse già da qualche parte e fosse arrivato alla mia mente

Nelle otto tracce che proponi al pubblico hai racchiuso ben 4 anni della tua vita. Quali sono gli universi sonori ed emotivi che hai inteso ricreare nelle tue composizioni?
Ho cercato di tradurre in musica delle esperienze che fanno parte del mio vissuto; dietro a ogni pezzo ci sono situazioni, paesaggi, sensazioni e persone. Mi piace ricreare dei piccoli universi sonori in cui siano presenti calore, voglia di immaginare, relax, amore per la vita e senso dell’umorismo; questi, per me, sono tra gli aspetti fondamentali dell’esistenza e, perché no, della musica stessa.

Come è avvenuta la concatenazione delle melodie e la scelta di accordi non sempre “ortodossi”?

Quando scrivo mi affido molto all’orecchio: tendenzialmente mi canto delle melodie e delle linee di basso, poi riempio le con degli accordi. In questo modo le progressioni armoniche seguono un equilibrio dettato dall’istinto.

Quanto conta per te l’istinto?
É sicuramente una qualità molto importante: direi che nella musica improvvisata è fondamentale per trovare la propria voce, inoltre la musica molto “razionale” a mio parere perde in capacità espressiva.

E l’orecchio?
É un alleato necessario!

La spiritualità?
Credo che la spiritualità sia una parte fondamentale della vita di ogni uomo e probabilmente la più trascurata. Per quanto mi riguarda, la spiritualità non centra per forza con la religione, ma è un processo interiore per trovare un equilibrio con noi stessi e con le persone e l’ambiente che ci circondano, cercando di sviluppare al massimo le nostre potenzialità; è un viaggio alla ricerca di noi stessi.

“Giuly Sun” è un pezzo molto energico. A chi e a cosa si ispira?
Ho scritto “Giuly Sun” dopo aver ascoltato un brano di Ellis Marsalis dal sapore latino. Il titolo è la deformazione di un soprannome che mi aveva dato un mio amico, Giuly San, come i guerrieri giapponesi (diceva che secondo lui ero una “guerriera”; ho scritto il pezzo in un momento in cui mi sentivo “alla riscossa”, ma, dato che il sapore del brano non è per nulla giapponese, ma per lo più cubano, ho cambiato “san” in “sun” (= sole).

La trama immaginifica di “Promenade” ci offre una nuova chiave di lettura della morte. Qual è la tua?
Mi piacciono le filosofie/religioni che dipingono la morte come il passaggio a una realtà extra corporea, a un livello superiore in cui diventiamo energia pura. Una sorta di liberazione e rinascita.

Giulia Facco

Giulia Facco

“Take Me A-Wayne” prende ispirazione da un concerto di Tom Harrel in quintetto. Cosa ci racconti di questo blues funky?
Questo blues mi è stato ispirato da alcuni pezzi che Tom Harrel aveva suonato in quel live: mi ha influenzato nell’uso dei pedali del basso e nella ritmica jazz-funk.

Quanto conta per te la figura di Miles Davis?
Miles è stato uno dei musicisti decisivi della storia del jazz, un riferimento per tutti: ho sempre amato il suo stile improvvisativo così attaccato alla melodia e agli spazi, la sua tenacia nell’affermare la sua voce e la capacità geniale nel costruire gruppi che hanno cambiavano la storia della musica, scovando sempre nuovi giovani talenti.

Enrico Pieranunzi è il soggetto della tua tesi relativa al triennio di studio in conservatorio, a lui hai anche dedicato il brano E.P.Centro. Cosa rappresenta la sua figura all’interno del tuo percorso artistico?
Enrico Pieranunzi è sicuramente uno dei musicisti più validi della scena italiana e internazionale: il suo linguaggio mescola sapientemente elementi della musica italiana, classica, del jazz tradizionale e moderno. Approfondire lo studio della sua musica mi ha sicuramente influenzato nell’approccio agli elementi melodico-armonici. Tra l’altro, uno dei miei insegnanti di piano, Stefano Onorati, è stato un suo allievo.

“Out Of The Comfort Zone” è una suite di due brani, una ballad e un fast, collegati da un pedale funk e da un solo di batteria; una composizione audace e intraprendente. Potremmo considerarla il punto di partenza per il prossimo lavoro?

Sicuramente trovo molto stimolante scrivere in forma di suite perché permette di collegare momenti sonori apparentemente molto distanti tra di loro, quindi da questo punto di vista, sì, può essere un punto di partenza per il prossimo lavoro.

Come hai lavorato con Mirko Cisilino (tromba), Davide Tardozzi (chitarra), Riccardo Di Vinci (contrabasso) ed Enrico Smiderle (batteria)?
É stato molto stimolante: sono degli ottimi musicisti e si è creato da subito un clima di collaborazione e rispetto reciproco. Credo ci sia un buon equilibrio tra le personalità musicali di tutti e questo è davvero importante.

Dove e quando potremo ascoltarti dal vivo?
Col quintetto ci esibiremo il 3 febbraio all’hostaria da Filo a Venezia e il 4 febbraio al ristorante Vegetiamoci di Padova.

Raffaella Sbrescia

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I Foja chiudono il tour con un live d’autore alla Casa della Musica. Le foto e la scaletta

Foja @ Casa della Musica - Napoli ph Luigi Maffettone

Foja @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone

Con un live autentico e verace in perfetta sintonia con la loro natura, i Foja hanno salutano il pubblico alla Casa della Musica di Napoli dopo due anni di concerti in tutta Italia. Prima di concentrare tutte le energie nei prossimi progetti discografici e non, la band napoletana, presente sulle scene musicali da circa dieci anni, ha regalato al pubblico un vero e proprio show in grado di ripercorrere a grandi linee un percorso artistico coerente e costellato di soddisfazioni. Sul palco con la band folk-rock d’autore sono saliti  anche tanti esponenti della scena musicale napoletana nonché amici del gruppo tra cui Francesco Di Bella, Gnut, Francesco Paura, Gino Fastidio, Alessio Sollo (The Collettivo), Roberto Colella (La Maschera), Tommaso Primo, Davide Petrella (Le Strisce), Fabio Renzullo, Enzo Foniciello, Franco Del Prete (The Showmen/Sud Express), Maurizio Capone e Francesco Paura. Tra le sorprese, il brano inedito dal titolo “Nunn’è cosa” ed esibizioni di danza di Danza aerea a cura di Viola Russo e Arianna Dell’Orfano di ImmaginAria.

Setlist

‘A malia

E po’ succere

Intro+Cose ‘e pazze

Vita

Fesso e cuntento

Maletiempo

Marzo adda passà

‘Na storia nova

Che m’he fatto

Da sule nun se vence maje

Natalina

L’importante è ca staje buono

Donna Maria

‘sciore e ‘o viento

Tu me accire

Da quale parte staje

Dimme ca è overo

Chell ca ce sta

Ccà niente se fa

Maruzzella

Se po’ sbaglià

Encore:

‘A freva

Nunn’è cosa

‘A notte/luna

‘A malia bis

Photogallery a cura di: Luigi Maffettone

Foja @ Casa della Musica - Napoli ph Luigi Maffettone

Foja @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone

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Blackstar, David Bowie alza ancora l’asticella con un nuovo imperdibile album

David-Bowie-Blackstar-Album-Cover

Dopo cinque decadi di intensa attività artistica, David Bowie conserva intatto il suo status di inarrivabilità con “Blackstar”, il ventottesimo album di inediti pubblicato l’8 gennaio 2016, nel giorno del suo 69esimo compleanno, su etichetta Iso/Columbia Records. Prodotto da Tony Visconti con il contributo del sassofonista Donny McCaslin, il chitarrista jazz Ben Monder, il batterista Mark Giuliana, il bassista Tim Lefebvre, Jason Lindner alle tastiere e, in soli due brani, il fondatore degli LCD Soundsystem James Murphy alle percussioni, l’album si compone di 7 piccole suite caratterizzate da una notevole durata e da molteplici movimenti racchiusi in un’unica soluzione. Nervosa, cupa, esoterica è l’atmosfera in cui Bowie, da sempre maestro indiscusso dell’eclettismo, ci introduce catapultandoci con risolutezza in digressioni, cambi di ritmo e soluzioni armoniche complesse.

David Bowie

David Bowie

Trasponendo in chiave jazz le sue ispirazioni, Bowie inserisce un fitto tappeto di fiati in tutto il disco, regalandoci un ascolto ricco e variegato nonchè caratterizzato da una costante pulsazione ritmica. “Blackstar” si muove tra grandi orchestrazioni e arrangiamenti elettronici, tra avant jazz e drum’n'bass e anche la vocalità di Bowie raggiunge una formula di canto non canto attraverso testi criptici e pprivi di una risoluzione definita.  Tutto risulta già chiaro dalla title track ma anche nel singolo “Lazarus”, brano di punta del disco, a metà strada tra dolore e speranza, attraversato da un mix di chitarre distorte, morbido piano elettrico, fiati voluminosi  emerge un mood scuro, gotico, drammatico. Intenso ed imponente il sax che stride e osa in “Tis A Pity She Was A Whore che, insieme ai guizzi  di “Sue (Or In A Season Of Crime) rappresenta il momento più vorticoso ed energetico di questo lavoro. Giri di basso e maestosi archi vestono i versi di “Girl Loves Me mentre la dilaniante “Dollar Days ci riporta a toni più scuri.  Epico l’arrangiamento di “I Can’t Keep Everything Away: un crescendo emozionale sancito da un guitar solo sullo sfondo che ci lascia in uno stato di attonita contemplazione.

Raffaella Sbrescia

Tracklist ★:

1. Blackstar

2. ‘Tis a Pity She Was a Whore

3. Lazarus

4. Sue (Or In a Season of Crime)

5. Girl Loves Me

6. Dollar Days

7. I Can’t Give Everything Away

Video: Lazarus

Nice to meet you, Francesca Michielin a tu per tu con il pubblico. Le foto del concerto al Quirinetta Caffè di Roma

Francesca Michielin @ Teatro Quirinetta Caffè ph Roberta Gioberti

Francesca Michielin @ Teatro Quirinetta Caffè ph Roberta Gioberti

Con “Nice to meet you” prende forma la prima avventura live di Francesca Michielin. La giovanissima cantautrice di Bassano del Grappa si è esibita lo scorso 8 gennaio sul palco del Quirinetta Caffè Concerto di Roma per la prima data del suo primo tour. A meno di un mese dalla prossima partecipazione dell’artista al Festival di Sanremo con il brano “Nessun grado di separazione”, scritto da Federica Abbate e Cheope, Francesca Michielin si presenta al pubblico con una particolare autobiografia musicale, uno spettacolo molto intimo che la vede da sola sul palco a contatto diretto con gli spettatori, per dire a chi la ascolta ‘Piacere, sono io, Francesca’. Per il suo tour di debutto, Francesca Michielin ha deciso di fare tutto da sé, presentandosi da sola sul palco e suonando tutti gli strumenti che conosce: pianoforte, chitarra, basso, grancassa e loop station.

Francesca Michielin @ Teatro Quirinetta Caffè ph Roberta Gioberti

Francesca Michielin @ Teatro Quirinetta Caffè ph Roberta Gioberti

La scaletta del concerto, in linea con il concept alla base del mini-tour, si compone di appena tredici canzoni, dieci tratte dal repertorio di Francesca e tre cover. Ovviamente presenti le canzoni del suo ultimo lavoro discografico pubblicato lo scorso ottobre su etichetta Sony Music e intitolato di20, spazio anche per un inedito intitolato proprio “Nice to meet you”, una canzone scritta da Francesca appositamente per questa esperienza live che servirà a darle modo di affinare le sue già notevoli capacità e potenziare la presenza scenica. Il “Nice to meet you” tour proseguirà fino al prossimo 30 gennaio e vedrà Francesca esibirsi, nei prossimi giorni, anche a Grottammare, Pordenone, Torino, Salerno e Brescia.

SETLIST:

Battito di ciglia
25 febbraio
Distratto/I wonder about you
Tutto questo vento
Be my husband
Sola
Un cuore in due

Tanto³

L’amore esiste
Nice to meet you
Lontano

Summertime sadness
Amazing

Photogallery a cura di: Roberta Gioberti

Francesca Michielin @ Teatro Quirinetta Caffè ph Roberta Gioberti

Francesca Michielin @ Teatro Quirinetta Caffè ph Roberta Gioberti

Francesca Michielin @ Teatro Quirinetta Caffè ph Roberta Gioberti

Francesca Michielin @ Teatro Quirinetta Caffè ph Roberta Gioberti

Francesca Michielin @ Teatro Quirinetta Caffè ph Roberta Gioberti

Francesca Michielin @ Teatro Quirinetta Caffè ph Roberta Gioberti

Francesca Michielin @ Teatro Quirinetta Caffè ph Roberta Gioberti

Francesca Michielin @ Teatro Quirinetta Caffè ph Roberta Gioberti

Francesca Michielin @ Teatro Quirinetta Caffè ph Roberta Gioberti

Francesca Michielin @ Teatro Quirinetta Caffè ph Roberta Gioberti

Francesca Michielin @ Teatro Quirinetta Caffè ph Roberta Gioberti

Francesca Michielin @ Teatro Quirinetta Caffè ph Roberta Gioberti

Francesca Michielin @ Teatro Quirinetta Caffè ph Roberta Gioberti

Francesca Michielin @ Teatro Quirinetta Caffè ph Roberta Gioberti

Francesca Michielin @ Teatro Quirinetta Caffè ph Roberta Gioberti

Francesca Michielin @ Teatro Quirinetta Caffè ph Roberta Gioberti

 

 

 

 

Gianni Morandi e Claudio Baglioni: i Capitani Coraggiosi tornano in tour e sbarcano in radio

Capitani Coraggiosi © Angelo Trani

Capitani Coraggiosi © Angelo Trani

Hanno vissuto l’epopea dell’industria musicale italiana, hanno conquistato un saldo posto nel cuore di svariate generazioni di italiani eppure Gianni Morandi e Claudio Baglioni non hanno perso nemmeno un briciolo del proprio entusiasmo e della loro radicata passione per la musica. I due Capitani Coraggiosi, pronti a rimettersi in gioco a quattro mesi di distanza dai concerti tenuti al Foro Italico di Roma, hanno incontrato la stampa musicale a Milano per una conferenza – show all’interno dello Chateau Monfort. Nel corso di una chiacchierata informale, durata poco più di due ore, i due artisti hanno mostrato di essere fortemente in sintonia, non sono mancate punzecchiate ironiche e divertenti, aneddoti legati al tour ma anche ad episodi legati alle singole carriere dei due e soprattutto non è mancata la musica: Morandi ha coinvolto Baglioni in una emozionante acoustic session perfetta per mettere in luce le doti vocali di ciascuno ma anche per evidenziare la voglia e l’impegno di ciascuno nel mostrare i frutti di tanti anni di mestiere. “Siamo felici di ripartire con questo viaggio che doveva essere solo un’avventura romana. Durante l’ultimo concerto ho avuto un momento di commozione. Scendendo dal palco ho pensato ‘Che Peccato’. Una volta tornati a casa abbiamo visto e ascoltato tutto di nuovo ed è arrivata la voglia di ripartire”, ha spiegato Baglioni. “Stiamo lavorando per le arene al coperto, più grandi rispetto al Foro, e vorremmo mantenere alcune particolarità, come i laser mapping e la scenografia virtuale, che fin qui ci ha dato soddisfazione. Comunque la durata del Tour dipenderà dall’usura di Morandi”, ha scherzato il cantautore.

Capitani Coraggiosi @ Angelo Trani

Capitani Coraggiosi @ Angelo Trani

Il tour ripartirà a febbraio, i biglietti venduti sinora sono oltre 100mila per un concerto che in tre ore di spettacolo concentra ben 50 hit che hanno fatto la storia della canzone italiana. “Il nostro mestiere è cantare. Dare energia, entusiasmo senza starci a lagnare troppo”, ha afffermato Baglioni a cui ha fatto eco Morandi: “Molti brani della nostra scaletta sono un invito alla speranza. E in un momento così difficile penso ce ne sia bisogno”. Il grande feeling tra i due è tangibile, crea un clima di rilassata complicità e risulta molto originale. Il progetto, che getta nuova luce anche sulle singole carriere, attirando a sé chi Morandi e Baglioni non li ha mai seguiti, sta incontrando anche un forte riscontro da parte dei più giovani. Un’altissima richiesta che porterà i Capitani Coraggiosi  sui plachi di singole città anche per diverse sere di fila.

COVER CD _CAPITANI CORAGGIOSI - IL LIVE_

Le canzoni che ogni sera, dal 19 febbraio, saranno proposte al pubblico dei live, sono raccolte in “Capitani Coraggiosi – Il Live”, album in uscita il 5 febbraio realizzato con le registrazioni delle serate al Foro Italico di Roma. Nella versione Deluxe ci sarà anche l’album di prove in studio e il dvd “Oltre la pioggia” con il backstage dello speciale andato in onda su Rai Uno. “In una scaletta così lunga come quella che abbiamo proposto nei live, abbiamo cercato di ricreare una piccola opera con un’evoluzione dinamica e di sonorità”, ha spiegato Baglioni. Anche Morandi è della stessa idea: “Abbiamo cercato di far rivitalizzare le nostre canzoni, senza mai stravolgerle”. Da questa sera e per altri quattro appuntamenti, i due Capitani saranno sulle frequenze di RTL 102.5 con Radio Capitani Coraggiosi. Ogni venerdì, dalle 19.00 alle 21.00, Baglioni e Morandi diventeranno conduttori radiofonici accompagnati da Angelo Baiguini, un appuntamento sui generis ricco di aneddoti e chicche da non perdere.

Raffaella Sbrescia

 

 

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