Gianni Lamagna presenta “Neapolitan Shakespeare”: 17 sonetti musicati e tradotti in napoletano. L’intervista

Gianni Lamagna ph Luigi Maffettone

Gianni Lamagna ph Luigi Maffettone

“Neapolitan Shakespeare” è la preziosa ed ambiziosa opera in cui Gianni Lamagna ha musicato e tradotto in napoletano 17 sonetti del celebre poeta inglese William Shakespeare. Il disco è pubblicato e distribuito da Europhone Records/Veloce® Entertainment ed è prodotto da di Musica in Musica (www.dimusicainmusica.it). Studiati a lungo dai critici alla ricerca di indizi sulla vita privata di un autore per molti versi ancora misterioso, i sonetti toccano tematiche profondamente ambigue e fautrici di una fascinazione universalmente riconosciuta. Attraverso la traduzione in napoletano di Gianni Lamagna queste composizioni si arricchiscono di nuovi contenuti e nuove suggestioni. Il progetto è il frutto di un lungo e meticoloso lavoro in cui l’artista ha lasciato confluire le esperienze cantate e suonate negli oltre quarant’anni vissuti da musicante: il ’700 napoletano, la tradizione popolare, il country, la musica irlandese, i Beatles, la tradizione bandistica, l’amore per i compositori brasiliani. Richiami ed influenze eterogenee che, unite alla trascinante vocalità di Lamagna, non vi lasceranno indifferenti.

L’intervista

“Neapolitan Shakespeare” è un progetto che parte da lontano e che ha richiesto una lunga ricerca ed un meticoloso lavoro di traduzione. Come hai affrontato questo processo tanto impegnativo?

Questo è un lavoro veramente sudato , è il frutto di un percorso durato tre anni e ha richiesto davvero tanto impegno. Un amico regista e attore pugliese Tonio Logoluso mi scrisse facendomi la proposta di tradurre Shakespeare. All’inizio l’ho ritenuta un’impresa troppo impegnativa però nel frattempo mi convinsi a riprendere dallo scaffale i Sonetti. Visto che i componimenti sono 154, ho concentrato tutto intorno al numero 17 perché mi è congeniale ed è anche il numero dei brani che ho sempre pubblicato negli album precedenti. Per i contenuti ho scelto tre aree : arte, amicizia e amore. Sono tornato tantissime volte sulle traduzioni alla ricerca di una lingua napoletana che fosse elegante, raffinata, tagliente, popolare, qualche volta irriverente. A questo bisogna aggiungere la creazione di 13 melodie, ne ho musicate tredici poi ho chiesto aiuto ad altrettanti musicisti. Gli altri quattro sonetti sono stati composti da Paolo Raffone, il 141, Piera Lombardi, il 90, Nico Arcieri, il 91, e Giosi Cincotti che ha curato anche l’arrangiamento del suo 64. In due sonetti, il 90 e il 116, ho chiesto aiuto alle belle voci di Piera Lombardi e Alessio Arena, mentre nel sonetto 111 cantano con me le “Mamme di Sisina”.

Gianni Lamagna ph Luigi Maffettone

Gianni Lamagna ph Luigi Maffettone

Ci racconti lo sviluppo del progetto?

Se nessuno si fosse fatto avanti mi sarei autoprodotto il disco invece poi si è fatta avanti una giovane e promettente etichetta che si chiama Europhone Records. In tutti i miei album gli arrangiamenti e gli arrangiatori sono sempre importanti e fondamentali, sono loro che rivestono i miei brani. In questo caso dopo 20 anni di collaborazione con Antonello Paliotti, che ha curato tutti i miei album precedenti, sono approdato a Paolo Raffone con cui avevo già collaborato in passato e che ha fatto un lavoro meraviglioso. Quando ci siamo incontrati, gli ho spiegato che volevo racchiudere in questo album un po’ tutte le culture musicali che ho toccato durante la mia carriera: dalla musica popolare alla musica contemporanea, dal primo rock alla West Coast…

Quando presenterai quest’opera dal vivo?

La prima nazionale si terrà il 14 novembre nella Basilica di San Paolo Maggiore a Napoli e sarà un evento ad ingresso gratuito fino ad esaurimento posti . Ho invitato tutti coloro che hanno partecipato all’album: i musicisti, le voci, il coro delle mamme di Sisina. Sarà un’esecuzione bella, rigorosa, fiera di tutto quello che abbiamo fatto. Ho scelto un luogo sito nel cuore di Napoli, lì dove nasce la lingua che io ho usato per tradurre le parole di Shakespeare.

Gianni Lamagna ph Luigi Maffettone

Gianni Lamagna ph Luigi Maffettone

Di cos’altro ti stai occupando in questo periodo?
Continuo ad essere la voce maschile della Nuova Compagnia di Canto Popolare, partirò in tour con Tullio De Piscopo e nel frattempo porto avanti la mia ricerca sulle canzoni napoletane sconosciute. Ho un progetto intitolato “ “Ll’urdemo ’Nnammurato” in cui canto le canzoni di Di Giacomo, Bovio, Tagliaferri, Murolo. Si tratta di brani che nessuno quasi mai ha cantato o registrato, la mia è un’ostinazione. Faccio questa cosa in quartetto come se si trattasse di un piccolo concertino popolare. Insieme a me ci sono Paolo Propoli, Michele de Martino e Sasà Piedepalumbo. Tra i brani che abbiamo scelto ci sono: Bella can un sai leggere, Ll’urdemo ‘nnammurato, Core ‘e mamma. Come si evince anche dai titoli, questi sono brani che di solito non si ascoltano. Potrei cantare Reginella, Passione etc ma preferisco cantare queste canzoni lasciate nel dimenticatoio. Quando il pubblico le ascolta, se ne innamora, se le gode, sono brani che arrivano al cuore del pubblico e la cosa mi soddisfa. Non fermiamoci alle solite 30-35 canzoni che hanno reso Napoli famosa nel mondo. Ce ne sono migliaia e sono altrettanto bellissime. Io voglio ritornare ai suoni degli anni ’20, ai concertini delle case, nei palazzi, nelle piccole sale da concerto, mi piace scoprire i linguaggi e la poesia dei nostri poeti.

Quali saranno i tuoi prossimi progetti?
Vorrei avviare un lavoro su Pasolini a cui sono legato da sempre. Sono suo devoto lettore, ammiratore, estimatore, oltre ad esser stato tra i protagonisti del primo requiem realizzato dal Maestro De Simone. L’altro sogno sarebbe quello di realizzare una piccola antologia della canzone napoletana abbandonata, 5-6 lp con 50 -60 canzoni che ho già catalogato e scelto. Dopodichè potrei fermarmi e godermi gli ultimi anni che mi restano da cantare. Spero che la voce tenga ma si tratta di uno strumento che ho letteralmente martorizzato visto che canto da sempre. Nel frattempo vorrei portare in quante più case, quanti più teatri e quanti più posti nel mondo quest’opera dedicata a Shakespeare.

Gianni Lamagna ph Luigi Maffettone

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Operi concretamente nel tuo territorio interagendo con persone che vivono in contesti disagiati. Quali sono le attività che porti avanti?
Ho fondato l’Associazione Di Musica in Musica dopo essere uscito dalla compagnia di Roberto De Simone, dove ero stato per 17 anni. L’Associazione produce e sostiene i miei spettacoli ma, nel corso di 20 anni, mi ha consentito di lavorare negli istituti penitenziari. Spesso tengo concerti e spettacoli per le detenute del carcere di Pozzuoli. Sono ritornato nel mio quartiere di nascita “La Sanità” e ho coordinato per anni un coro di bambini. Da circa 7 anni seguo il gruppo delle “Mamme di Sisina”; si tratta di alcune donne che sono tornate sui banchi di scuola dopo averla lasciata per vari motivi quando erano in età scolare e che, oltre alle lezioni didattiche, fanno parte di un coro. Insieme a me hanno conosciuto un mondo totalmente nuovo, hanno cantato: De Simone, Gaber, Raffaele Viviani, hanno cantato in un mio disco che si chiama Racconti e musiche per i giorni di Natale, due anni fa hanno registrato un brano all’indomani degli scontri tra gli immigrati e il popolo di Reggio Calabria. Stavolta, invece, hanno partecipato nel mio disco dedicato ai Sonetti di Shakespeare perché i nostri non solo incontri musicali e didattici, sono soprattutto incontri con scambi umani.

Raffaella Sbrescia

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Gianni Lamagna -Neapolitan Shakespeare ph Luigi Maffettone

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Esce “Fabrizio De Andrè. In studio”: una raccolta con tutti e tredici gli album incisi dall’artista tra il 1967 e il 1996

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Da domani, venerdì 13 novembre, sarà disponibile in tutti i negozi tradizionali “Fabrizio De Andrè. In studio” (Sony Music), una raccolta di tutti e tredici gli album, incisi tra il 1967 e il 1996, che compongono la discografia di studio di Fabrizio De André, oltre al disco “I Singoli”, dedicato ai brani mai inseriti nei dischi originali.

Dopo “Fabrizio De André. I concerti 1975/98” (Nuvole Production/Sony Music, 2012), questa nuova collection di 14 CD completa la discografia dell’artista. Volutamente ideata e progettata con la medesima veste grafica del cofanetto dedicato alle otto tournée di Fabrizio De André, anche la nuova pubblicazione si avvale di un libro a colori, concepito in chiave diversa dal precedente. Mentre “Fabrizio De André. I concerti 1975/98” riporta alle atmosfere live, evocate dalle fotografie scattate nei tour, con “Fabrizio De André. In studio” si entra invece in sala di registrazione per conoscere più da vicino gli atteggiamenti e il metodo di lavoro di De André durante la realizzazione dei dischi.
Il nuovo volume di 196 pagine a colori, curato da Fondazione Fabrizio De André Onlus, ripercorre e raccoglie dichiarazioni di Fabrizio, testimonianze di collaboratori, rassegna stampa, testi di canzoni e suggestive fotografie e presenta in copertina una foto di Luca Greguoli Venini.

Fabrizio De Andrè ph  Reinhold Kohl-Fondazione Fabrizio De André Onlus

Fabrizio De Andrè ph Reinhold Kohl-Fondazione Fabrizio De André Onlus

Da Volume 1 ad Anime salve, il libro ricostruisce la genesi e la lavorazione degli album, dando a vita a un dialogo a più voci incentrato sull’attività di studio di Fabrizio De André. Un racconto per parole e immagini che accompagna l’ascolto dei dischi riproponendo riflessioni e scritti di Fabrizio De André oltre a testimonianze già edite, tratte da libri o interviste video, dei suoi collaboratori: Gian Piero Reverberi, Franz Di Cioccio, Nicola Piovani, Francesco De Gregori, Massimo Bubola, Mauro Pagani, Ivano Fossati e Piero Milesi.
A queste si aggiungono ricordi e aneddoti, raccolti per l’occasione, di altri amici e collaboratori di Fabrizio De André, come Lucio Salvini (suo discografico), Cesare G. Romana (che curò le note di copertina dei primi tre album), Giuseppe Bentivoglio (coautore di Non al denaro non all’amore né al cielo e Storia di un impiegato), Franco Mussida (che collaborò alla lavorazione di diversi dischi di De André), Luca Greguoli Venini (che realizzò il servizio fotografico di Volume 8), Oscar Prudente (che con Mark Harris curò gli arrangiamenti di Fabrizio De André (L’indiano), scritto con Massimo Bubola), Vincenzo Mollica (autore di diverse tra le poche interviste televisive rilasciate da Fabrizio De André), Maurizio Camagna e Paolo Iafelice, che curarono rispettivamente i missaggi de Le nuvole eAnime salve.

Il libro è suddiviso in tredici capitoli, ciascuno dedicato a ognuno dei tredici album: “Volume 1” (1967), “Tutti morimmo a stento” (1968), “Volume 3” (1968), “La buona novella” (1970), “Non al denaro non all’amore né al cielo” (1971), “Storia di un impiegato” (1973), “Canzoni” (1974), “Volume 8” (1975), “Rimini” (1978), “Fabrizio De André (L’Indiano)” (1981), “Crêuza de mä” (1984), “Le nuvole” (1990) e “Anime salve” (1996).
A completare la raccolta, il disco “I Singoli” contenente i brani mai inseriti nei dischi originali. Questa la tracklist: “Nuvole Barocche”, “Il fannullone”, “Per i tuoi larghi occhi”, “Geordie”, “Il pescatore”, “Titti” e “Una storia sbagliata”.

Con il Naif Tour Malika Ayane piace proprio a tutti. Le foto del concerto di Napoli

Malika Ayane live @ Teatro Augusteo ph Luigi Maffettone

Malika Ayane live @ Teatro Augusteo ph Luigi Maffettone

Vi avevamo già  raccontato di uno dei concerti milanesi di Malika Ayane, impegnata nel fortunatissimo “Naif tour 2015”. Torniamo a parlarne oggi, avvalendoci degli scatti che Luigi Maffettone ha realizzato in occasione del live che l’artista ha tenuto al Teatro Augusteo di Napoli lo scorso 10 novembre. Il nuovo viaggio musicale di Malika sta raccogliendo, infatti, sempre più consensi. Sarà forse per il fatto che l’artista ha concepito un concerto che la avvicina ancora di più al suo pubblico, una modalità di interazione che le permette di mostrare anche il suo lato umano oltre che quello artistico; la sensazione finale è quindi quella di aver partecipato ad un incontro intimo e speciale. Anche la particolare cura degli arrangiamenti rappresenta un elemento importante cui fare riferimento, certi dettagli piacciono molto al pubblico ed è sempre bello poterne constatare la qualità e riconoscerne le più piccole variazioni. Percorrendo in lungo e in largo la sua discografia, Malika Ayane  si sente a perfetto agio sul palco e con questo tour potrà finalmente spiccare il volo tra i più grandi nomi della musica italiana.

 Raffaella Sbrescia

Di seguito il calendario aggiornato del “Naif tour 2015”:  11 novembre Pescara (Teatro Massimo), 12 novembre Senigallia – AN (Teatro La Fenice), 15 novembre Trento (Auditorium Santa Chiara), 16 novembre Udine (Teatro Nuovo), 23 novembre Lecce (Teatro Politeama Greco),24 novembre Bari (Teatro Team), 26 novembre Reggio Calabria (Teatro Cilea), 27 novembre Catania (Teatro Metropolitan), 28 novembre Palermo (Teatro Golden), 30 novembre Milano (Barclays Teatro Nazionale), 3 dicembre Lugano (Palazzo dei Congressi), 8 dicembre Cagliari (Teatro Lirico), 9 dicembre Sassari (Teatro Comunale), 11 dicembre Sanremo - IM (Teatro Ariston).

La tournée è una produzione Massimo Levantini per Live Nation; i biglietti sono disponibili sul circuito Ticketone e nelleprevendite abituali, per tutte le info: www.livenation.it, info line: 02 53006501.

Photogallery a cura di: Luigi Maffettone

Malika Ayane live @ Teatro Augusteo ph Luigi Maffettone

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Malika Ayane live @ Teatro Augusteo ph Luigi Maffettone

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“50. Musica senza padrone – 1965/2015”. Tullio De Piscopo racchiude la sua carriera in un triplo cd. La storia di un musicista leggendario che da ragazzino sognava la doccia.

COPERTINA DEF

“Storta va, deritta vene”. Un mantra, una filosofia di approccio alla vita, parole che Tullio De Piscopo usa per introdurre la copertina di “50. Musica senza padrone – 1965/2015”, la trilogia in cui è custodito il meglio di 50 anni di carriera del celebre batterista, cantautore e percussionista,  tra i drummer italiani più noti e apprezzati anche a livello internazionale. Una chiave di violino, una chiave di basso, un piatto al centro, cuore pulsante di tutto il resto e le bacchette a dirigere il flusso dell’istinto sono i simboli scelti per sintetizzare una vita trascorsa suonando e portando la batteria dall’ultima fila del palco al centro della scena. Ognuna delle 56 tracce contenute nel triplo cd, racchiude l’anima di Tullio De Piscopo che, in qualità di spirito libero e ribelle  si è sempre affidato all’ istinto per portare avanti la propria ricerca musicale.  Ricordi, sentimenti, umorismo, emozioni affiorano nella tracklist di questo imponente progetto: «Sono molto contento del risultato che abbiamo raggiunto con questo lavoro. Si sente che c’è tanto lavoro dietro e altrettanto entusiasmo. Questo triplo cd è il naturale proseguimento del libro “Tempo”, un racconto in note in cui il mio obiettivo è quello di dimostrare che dai quartieri si può uscire – ha raccontato Tullio durante l’incontro con i giornalisti negli uffici della Warner Music a Milano. Volevo fare quello che avrebbe voluto fare mio fratello Romeo – ha continuato -  La cosa più importante è non essermi perso per strada».

«Con Pino abbiamo fatto cose straordinarie, con lui c’era ritmo, musica, magia, groove. Abbiamo raggiunto il massimo feeling possibile. Quando ho riguardato le immagini del nostro ultimo concerto insieme al Forum di Assago, sono rimasto sconvolto di fronte a quella straordinaria magia. Avremmo dovuto fare tante altre cose insieme, Pino avrebbe dovuto scrivere qualcosa per questo mio progetto e anche una poesia da includere nel booklet. Purtroppo il destino non ci ha aiutato, a questo punto guardo avanti pensando ai giovani musicisti di oggi e di domani», ha confessato Tullio che, all’amico di sempre ha dedicato il brano inedito “Destino e speranza”, con l’appassionato featuring di James Senese: «Dopo la scomparsa di Pino, ho sentito un forte tormento dentro di me, ho fatto fatica a scrivere le parole per non dire qualcosa di banale. Il sax di Senese è un doloroso urlo», ha spiegato il Maestro.

Veramente intenso e speciale il secondo inedito contenuto nel disco, intitolato “Canto d’oriente”, con il featuring del rapper Rocco Hunt. L’aspetto più interessante è che attraverso il confronto tra due generazioni, due stili musicali, due voci emerge un solo messaggio d’amore che parla a tutti affrontando i temi dell’emergenza dei popoli in fuga da terre provate da guerre e genocidi. Un brano importante, non “depiscopiano”, un canto che racconta la fame d’amore e che si avvale di un arrangiamento ricco e stratificato.

Tullio De Piscopo

Tullio De Piscopo

Il  terzo inedito del disco è lo spassosissimo “Funky Virus” con il featuring di Randy Brecker e Ada Rovatti. Brano che Tullio De Piscopo ha anche simpaticamente intonato proprio durante la conferenza stampa, arricchita da una serie di racconti, anche drammatici, di fronte ai quali è stato difficile trattenere le lacrime di commozione: «Quando ero un ragazzino molti Lp li acquistavo alla Maddalena, i dischi arrivavano dalla Nato e me li consigliava un ragazzino, poi diventato grande critico del Mattino, si trattava di Gianni Cesarini. Nella casetta sgangherata di Porta Capuana, in cui vivevo con la mia famiglia,sognavo Max Roach e fantasticavo pensando a una casa a Via Orazio ma soprattutto a lei: la doccia. Il più grande tabù di quell’epoca», ha raccontato Tullio senza tralasciare i particolari. «Ho dato il là a tanti artisti con un sound diverso da quello che c’era all’epoca in Italia, ho suonato nei dischi di tanti artisti ma il groove di “Volta la carta” con Fabrizio De Andrè è quello che mi hanno invidiato di più in assoluto. Ai nostri tempi la cosa più importante era avere “orecchio”- ha continuato Tullio – Quando suonavamo i brani di qualcuno di importante, riuscivamo a riprodurre esattamente il suono senza troppa tecnica, oggi invece la tecnica è perfetta ma il suono è “na chiavica”. Quello che manca è il confronto tra gli stili, la nostra scuola erano i palchi e le interminabili serate nei night: si iniziava alle 21.30 per finire direttamente all’alba quando con l’abito scuro salivamo sul  tram per tornare a casa. La mia fortuna più grande è stata conoscere la partitura, sapevo leggere la musica e, quando sono arrivato a Milano, anche se c’erano veramente tanti musicisti bravi, questo ha fatto la differenza – ha raccontato Tullio – Mio padre voleva che suonassi il contrabbasso, ogni giorno provavo le posizioni dello strumento con il manico della scopa di mia madre. Per “fortuna” non abbiamo mai avuto i soldi comprare lo strumento sennò oggi sarei nell’Orchestra del Teatro San Carlo (ride ndr). Ho sempre avuto l’idea di sentirmi libero, senza timbrare il cartellino e, con il tempo, sono riuscito a prendermi molte soddisfazioni, soprattutto con chi  lasciava i musicisti senza cena dopo un concerto – ha continuato. Dopo la sconvolgente scomparsa di mio fratello, la prima volta che ho avuto paura è stata quando sono arrivato a Milano con mia moglie, a poche settimane dalla nascita della nostra primogenita. Ai tempi non si affittavano case ai meridionali, io volevo fare tutto da solo, non accettavo consigli e aiuti da nessuno ma, proprio quando stavo per gettare la spugna, un Maestro con cui lavoravo ai tempi, mi ha risolto il problema in soli cinque minuti. Ad oggi – ha concluso – dopo aver affrontato e miracolosamente superato un cancro al fegato, ho assaporato la gioia di vivere. La malattia mi ha fatto capire tante cose, soprattutto che chi ama davvero non ha mai paura».

Tullio De Piscopo

Tullio De Piscopo

Il groove della batteria di De Piscopo ha davvero fatto la differenza e, se nei primi due album si possono assaporare i successi più famosi, nel terzo ci si può dedicare ai brani strumentali. Brani toccanti come “Toledo”, con i suoni inconfondibili della chitarra di Pino Daniele, del sax soprano di Wayne Shorter e del basso di Alphonso Johnson; la celebre “Libertango”, frutto della collaborazione con Astor Piazzolla; e ancora l’intenso duetto di “Caravan” con Billy Cobham, il sound di ‘Rio One’, con come Gerry Mulligan ed Enrico Intra, e tanti altri ancora.  Infine “Assolo in Tour”, in cui la tecnica esecutiva e l’intensità espressiva di Tullio De Piscopo emergono in tutto il loro splendore.

Tullio presenterà il triplo cd con una serie di appuntamenti instore a la Feltrinelli: il 13 novembre a Milano (Piazza Piemonte, 2), il 16 novembre a Roma (Via Appia Nuova, 427), il 20 novembre a Napoli (P.zza Dei Martiri). Inoltre, da fine novembre tornerà live con “Tullio De Piscopo & Friends – Ritmo e Passione”. Sul palco con lui, anche Joe Amoruso e la Nuova Compagnia Di Canto Popolare, gruppo nato nel 1970 per diffondere gli autentici valori della tradizione del popolo campano. Un live unico, con l’energia che Tullio De Piscopo sprigiona in ogni sua performance e accende gli animi. Queste le prime date in calendario: 26 novembre Pietrasanta – LU (Teatro Comunale), 28 novembre Milano (Auditorium), in occasione del concerto meneghino si raccoglieranno fondi per la realizzazione di una seconda area  di degenza all’interno dell’Ospedale dei Bambini “Vittore Buzzi” di Milano, in collaborazione con la Fondazione Rosangela d’Ambrosio Onlus; 4 dicembre Ascoli Piceno (Teatro Basso), 9 dicembre Napoli (Auditorium Rai), 11 dicembre Cosenza (Teatro Rendano), 16 dicembre Catania (Teatro Metropolitan), 17 dicembre Palermo (Teatro Golden), 19 dicembre Bari (Teatro Palazzo), 30 dicembre Roma (Teatro Quirino), 4 gennaio Sorrento (Teatro Armida).

Raffaella Sbrescia

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“50. Musica senza padrone – 1965/2015” – TRACKLIST:

CD1: 1) DRUM DREAM, 2) NAVE ‘E GUERRA, 3) GAY CAVALIER, 4) IL NOSTRO CARO ANGELO, 5) TARANTELLA P’’O SCUGNIZZO, 6) L’ERA DEL CINGHIALE BIANCO, 7) GABBIE, 8) SEMPLICITÀ, 9) JASTAO’, 10) OULELE’ MAGIDI’, 11) BLACK STAR, 12) VOLTA LA CARTA, 13) STOP BAJON, 14) ANDAMENTO LENTO, 15) È ALLORA È ALLORA, 16) LIBERO, 17) RADIO AFRICA, 18) QUI GATTA CI COVA, 19) MEDLEY E FATTO ‘E SORDE!

CD 2: 1) DESTINO E SPERANZA, 2) CANTO D’ORIENTE, 3) FUNKY VIRUS, 4) SARÀ SARÀ CHISSÀ, 5) I’ SONO ‘E NOTTE, 6) NAMINA, 7) NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE, 8) MI VA DI CANTARE, 9) NAPOLI VOLA, 10) ZZACOTTURTAIC, 11) CONGA MILONGA, 12) BALLANDO BALLANDO, 13) COMME SI BELLA, 14) TUTTO LO STADIO, 15) BARZELLETTA, 16) PUMMAROLA BLUES, 17) A CUOPPO CUPO, 18) LA COMMEDIA DI…VINA, 19) MARONNA CHE RUMBA, 20) ANDAMENTO LENTO (RMX – 2015 VERSION)

CD 3: 1) TOLEDO, 2) GOSPEL CHOPS/PASSO DOPO PASSO, 3) SNAKIN’ THE GRASS, 4) HANG, 5) ANTI CALYPSO, 6) RIO ONE, 7) LIBERTANGO, 8) ASSOLO IN TOUR, 9) CARAVAN, 10) POLKA DOTS & MOONBEANS, 11) TIN TIN DEO, 12) TANGO PARA MI SUERTE, 13) OUR DELIGHT, 14) IT ALMOST SEEMS A HOLIDAY, 15) LESTER LEAPS IN, 16) UNA NOTTE SUL MONTE CALVO, 17) MOZARTIANA

 Video: Andamento Lento ( Sanremo 1988)

 

Pape Kanouté live: echi africani all’Auditorium Parco della Musica di Roma

Pape Kanouté live @ Auditorium Parco della Musica ph Roberta Gioberti

Pape Kanouté live @ Auditorium Parco della Musica ph Roberta Gioberti

Pape Kanouté, sassofonista e chitarrista senegalese, ha presentato all’Auditorium Parco della Musica di Roma il suo ultimo cd, dedicato a Nelson Mandela, dal titolo “Madiba”. Grande emozione, nel ricordare il leader sudafricano, che, sostiene Kanouté, non è mai andato via. E’ nella musica, è nel ballo, è nelle donne d’Africa, nella loro fertilità. Vive in tutto ciò che rappresenta il germoglio di una crescita divulgativa che è solo all’inizio, e che dovrà ancora a lungo fare i conti con tante problematiche che affliggono questo meraviglioso continente, meta non solo di tradizionali esploratori, ma di scrittori, musicisti, registi, che nel corso dei secoli ne hanno tratto ispirazione ed energia. Basti pensare al lavoro di Peter Gabriel negli anni ’80, o alle suggestioni di Karen Blixen. Accompagnato da un nutrito numero di musicisti, Pape ha animato una serata coinvolgente al ritmo delle percussioni di Ady Thioune, e sull’ipnotico e coloratissimo volteggio di Kadidia Sow. Non poteva mancare l’Arpa, che ha rappresentato per l’artista Senegalese l’esplorazione della magia armonica dei suoni africani, che siamo abituati ad identificare con le percussioni, ma che in realtà si materializzano attraverso una gamma di strumenti affascinanti quanto spesso sconosciuti . A dimostrazione di quanto ci sia ancora da scoprire delle sonorità di questo immenso continente, da cui la musica del pianeta trae origine, (il blues rappresentò il riscatto degli africani schiavi d’America), ancora troppo ancorato a stereotipi oramai obsoleti.

Roberta Gioberti

Photogallery a cura di: Roberta Gioberti

Pape Kanouté live @ Auditorium Parco della Musica ph Roberta Gioberti

Pape Kanouté live @ Auditorium Parco della Musica ph Roberta Gioberti

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“Scateniamoci”: l’album d’esordio Danilo Di Florio. La recensione

Scateniamoci-Danilo-Di-Florio

Con “Scateniamoci”, l’album d’esordio prodotto da Music Force, il cantautore abruzzese Danilo Di Florio si propone all’interno della scena musicale italiana attraverso dieci brani inediti di ispirazione autobiografica. Il progetto rappresenta il culmine di un percorso artistico in salita compiuto principalmente da autodidatta. Proprio quest’ultimo aspetto si evince da un cantato imperfetto e acerbo, sotto tanti punti di vista. L’aspetto più interessante di questo esordiente è la scrittura. I testi contenuti in questo album sono spontanei, diretti e ben strutturati. Le tematiche sono attuali, raccontano il nostro tempo e lo fanno con un approccio squisitamente genuino. Si va dall’intimismo di “Volevo fare il cantautore” al dinamismo melodico della title track “Scateniamoci”: “Prendiamo esempio da ogni bambino, non condanniamoci se non condanna neanche Dio ma conciliamoci che tanto siamo tutti uguali e liberiamoci dai pregiudizi e da tutti i mali”, canta Danilo. Curioso il fatalismo di  “Se ti va” storie di vita, malinconico e consapevole lo “stream of consciousness” che si libra tra i versi di “Così lontano”. Leggera e sbarazzina la trama de  “I vestiti di Marlene” una ballata leggera e sussurrata. Propositiva nel testo ma monotona nella melodia “Se stai marciando”. “Canzone di Natale” è un brano che non aggiunge e non toglie nulla al progetto mentre i fotogrammi proposti ne “La casa di campagna” rimpinguano l’immaginario comune. La controversia enigmatica di “Strane visioni” lascia, infine, spazio alle venature jazz di “Woody Allen”, il brano che chiude il disco e che, rappresenta proprio l’eventuale punto di partenza per un nuovo eventuale progetto in cui Di Florio dovrà per forza di cose lavorare sull’interpretazione e sull’intonazione partendo da una buona base autorale.

Raffaella Sbrescia

Video: Scateniamoci

Tracklist:

Volevo fare il cantautore

Scateniamoci

Se ti va

Così lontano

I vestiti di Marlene

Se stai marciando

Canzone di Natale

La casa in campagna

Strane visioni

Woody Allen

 

Romina Falconi presenta “Certi sogni si fanno attraverso un filo d’odio”. Il disco pop che stavamo aspettando

Romina Falconi_Cover b

Certi sogni si fanno attraverso un filo d’odio” (Freak&Chic/Artist First) è l’ultimo capitolo della trilogia di Ep pubblicati da Romina Falconi e rappresenta l’album d’esordio della cantautrice. Scritto e curato dalla stessa Romina insieme ai produttori Filippo Fornaciari aka The Long Tomorrow e Stefano Maggiore presso il Manchine Studio di Milano e il Keen Studio di Bologna, il progetto racchiude venti storie autobiografiche e non, raccontate in musica. Il pop di Romina è vivo, sperimentale, sconveniente, diretto, vivo. Questo risultato è il frutto di una passione che non conosce ostacoli e che riconosce in ogni singolo traguardo la leva per andare ancora più avanti:« Ho una vita troppo stramba per soccombere alle regole. Non voglio tornare a casa con il dubbio di non essere stata me stessa fino in fondo. Per tanti anni ho provato ad incanalarmi in un percorso ma non ho voluto e potuto farlo- spiega Romina- Ho cominciato a cantare quando ero bambina, non avevamo soldi, facevo piano bar e mi sentivo un eroe. Per me il canto era un modo per esorcizzare un momento veramente duro.  La musica mi ha salvato per tanti aspetti, ho fatto rinunce pesanti ma la mia scelta è sempre stata questa. Questo disco rappresenta una grandissima rivalsa e, solo chi vive sulla propria pelle ogni singolo sacrificio valido per il risultato finale, può capire cosa significa».

Attraverso una miscela pop elettronica, ricca di contaminazioni, la cantautrice ci offre lacrime, sorrisi, lunghi silenzi, urla, speranze, delusioni, luci, sogni e cicatrici: «Dato che i testi dell’album escono dagli schemi,  anche gli arrangiamenti sono stati curati in una maniera particolare. Mi è piaciuta l’idea di provare a colorare tutte le canzoni in una maniera diversa, non mi sono preoccupata di sembrare esageratamente sperimentale», racconta la cantautrice. Nei 20 pezzi che compongono la tracklist abbiamo la possibilità di scoprire a apprezzare mille sfumature diverse di Romina Falconi che, nel corso degli anni, ha rimaneggiato spesso i testi di queste canzoni: «Ci sono canzoni come “Playboy” che hanno due mesi, poi altre come “Mantide” che hanno sette anni. Crescendo mi è capitato di non ritrovarmi più in certe cose per questo definisco questo album un piccolo diario», confessa Romina. Anche la parte grafica di questo progetto rispecchia fortemente la personalità dell’artista: «Le foto sono in contrasto con la grafica dei testi. Anche nella copertina l’immagine da pin up contrasta con la mannaia. Ecco, io sono così in tutto. Sono un boscaiolo intrappolato in un corpo da Betty Boop (ride ndr)».

Cover_singolo Anima b

La libertà e la sfrontatezza con cui Romina racconta la vera essenza delle donne è l’aspetto più intrigante del disco: «Le donne che lavorano nel mondo artistico tendono ad essere un po’ troppo impomatate, negli anni ’80 c’erano artiste che cantavano di tutto adesso è come se ci fosse una certa omologazione. Perché boicottare la cattiveria?», si chiede Romina. Spazio anche all’amore incondizionato per la musica in “Mi trovi qui” e all’affetto che non conosce confini in “Anima”: «Ho dedicato questa canzone a mia madre,  la mia persona del cuore, la mia migliore amica. La chiamo anima  da quando ero bambina, con lei parlo veramente di  tutto, lei è la mia memoria nel senso che a volte temo che il tempo mi intontisca e mi confonda le idee. Questo pezzo doveva essere una ghost track, lo reputavo troppo intimo e poco condivisibile invece, quando l’ho fatto ascoltare al mio staff, il brano ha riscontrato veramente molto successo. Ogni persona riusciva a trovare un collegamento con la propria vicenda personale».

Romina Falconi

Romina Falconi

Intrigante e spassosa anche la title track “Un filo d’odio”: «La vera passione è alimentata anche dal disprezzo», commenta Romina.  Nascosta alla fine, ma non per questo meno preziosa, la ghost track  “La tempesta perfetta”, cantata a cappella: «Sto vivendo la fase dell’ “infragolamento” – racconta Romina-  Mi piace una persona ma non so come andrà a finire. Ormai non esiste più il corteggiamento e, proprio per questo, canto l’auspicio che arrivi l’amore, quello che ti stravolge l’anima. Vivo le cose lentamente, non mi piace divorare tutto», spiega l’artista. Infine una piccola anticipazione relativa al tour: «Sono ufficialmente su piazza. Dopo la presentazione di Lucca, stiamo pensando bene a cosa fare,  non sarà un live tradizionale, giocherò con i visuals, mi piacerebbe osare un po’.  Di sicuro non vi lascerò a bocca asciutta!».

 Raffaella Sbrescia

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Questa la tracklist di “Certi sogni si fanno attraverso un filo d’odio”: Mantide, Anima, Il mio prossimo amore, Stupida pazza, Viva lei, Maniaca, Eyeliner feat. Immanuel Casto, Circe, Mi trovi qui, Lista nera, Sotto il cielo di Roma, Mister No, Se perdo un amico, Hai vinto tu, Playboy, Il segreto, Certi sogni si fanno, Attraverso, Un filo d’odio, La tempesta perfetta (ghost track).

 Video: Playboy

Madhitation tour: l’energia di Madh alla Casa della Musica di Napoli. Le foto del concerto

Dopo la pubblicazione di “Madhitation” (Sony Music), per Marco Cappai, in arte Madh, arriva un’altra avventura, forse la più importante: il live tour legato a quest’ultimo importante progetto. Grazie alla sua musica ricca di energia, contaminazione e contenuti, il giovane artista sardo sta ottenendo ottimi riscontri in termini di pubblico e critica.  Muovendosi dal pop al rap, dall’Hip Hop al Reggae, dalla Drum and Bass alla Dancehall, Madh apre la sua musica a molteplici e disparate interpretazioni. Ecco le foto del concerto che l’artista ha tenuto alla Casa della Musica Federico I di Napoli lo scorso 7 novembre.

Leggi l’intervista a Madh: http://www.ritrattidinote.it/interviste/madh-madhitation-album-tour.html

Photogallery a cura di: Luigi Maffettone

Madh live @ Casa della Musica - Napoli ph Luigi Maffettone

Madh live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone

Madh live @ Casa della Musica - Napoli ph Luigi Maffettone

Madh live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone

Madh live @ Casa della Musica - Napoli ph Luigi Maffettone

Madh live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone

Madh live @ Casa della Musica - Napoli ph Luigi Maffettone

Madh live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone

Madh live @ Casa della Musica - Napoli ph Luigi Maffettone

Madh live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone

Madh live @ Casa della Musica - Napoli ph Luigi Maffettone

Madh live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone

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Madh live @ Casa della Musica - Napoli ph Luigi Maffettone

Madh live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone

Madh live @ Casa della Musica - Napoli ph Luigi Maffettone

Madh live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone

Madh live @ Casa della Musica - Napoli ph Luigi Maffettone

Madh live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone

Madh live @ Casa della Musica - Napoli ph Luigi Maffettone

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Madh live @ Casa della Musica - Napoli ph Luigi Maffettone

Madh live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone

 

 

Little Mix: energia ed intraprendenza in “Get Weird”

 Little-Mix-Get-WIred-deluxe

La girld band dei record ovvero le Little Mix pubblicano “Get Weird”, terzo capitolo di un percorso costellato di successi senza fine. Nei negozi di tutto il mondo dallo scorso 6 novembre, l’album è caratterizzato da atmosfere dal sapore retrò brillantemente confezionate con una produzione ultramoderna. Perrie Edwards, Jesy Nelson, Leigh-Anne Pinnock e Jade Thirwall.  sempre molto partecipi all’ interno dei propri dischi, hanno voluto ampliare le collaborazioni chiamando a rapporto una cerchia selezionata di nomi noti del pop mondiale. Si va da autori affermati come Ed Drewett (Olly Murs, One Direction) e Maegan Cottone (Britney Spears, Demi Lovato) ad artiste come Jess Glynne e Jessie J. Dopo aver venduto ben  7 milioni di dischi con DNA e Salute, le Little Mix descrivono Get Weird come “un inno all’originalità e alla voglia di mostrarsi per come si è davvero” e, in effetti, il loro essere “borderline”, o quantomeno “stravaganti”, traspare dalla costante libertà di azione con cui si muovono sui palchi di tutto il mondo. “Get Weird” è un disco colorato, spensierato, variegato. Ci sono richiami a Whitney Houston, Cyndi Lauper, Spice Girls, insomma al meglio della musica al femminile delle ultime generazioni.

Ogni brano racchiude un’esplosione di influenze e di sentimenti contrastanti: “Hair” e “Grown” si allontanano da chi non è in grado di apprezzare il valore di chi si ha di fronte, in  “OMG” le Little Mix si prendono, invece,  una personale rivincita contro il genere maschile più superficiale mentre “Weird People” e “Black Magic “sono brani uptempo sui quali è impossibile smettere di  ballare. Intense e particolareggiate le interpretazioni di  “The End” e “The Beginning”,  quest’ultima presente nella versione deluxe. Delicatamente inaspettato  il duetto con Jason Derulo sulle note di “Secret Love Song”, brano che insieme a  “Love Me Like You” e “ Love Me or Leave Me”, rappresenta la parentesi  più viva e più appassionata di tutto l’album. Da ascoltare, si spera anche dal vivo in Italia.

Raffaella Sbrescia

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Video: Love Me Like you

 

Max Tour Live 2015: un indimenticabile sold out per Max Pezzali al Forum di Assago

Max Pezzali live @ Mediolanum Forum Assago

Max Pezzali live @ Mediolanum Forum Assago

«Se mi chiedessero di tenermi una sola sera, sceglierei questa». Queste le parole con cui Max Pezzali ha riassunto la valanga di emozioni che l’hanno travolto in occasione della prima delle due date consecutive al Mediolanum Forum di Assago per il suo ‪Max Tour Live 2015‬. Gremito in ogni ordine di posto, il palazzetto ha raccolto le lacrime, i sorrisi e i balli scatenati di un pubblico caldo, generoso e pronto ad emozionarsi. Accompagnato da Sergio Maggioni, chitarra solista e cori; Giorgio Mastrocola, chitarra ritmica; Sergio Carnevale alla batteria; Ernesto Ghezzi, tastiera e percussioni elettroniche; Davide Ferrario, sintetizzatore e programmazione; Luca Serpenti al basso, Max ha ripercorso tutta la sua carriera in una sorta di “ritorno al futuro accompagnando il pubblico lungo i sentieri di un immaginario il cui input iniziale parte sempre da un approccio “casalingo”. Il punto di osservazione di Max è a misura d’uomo e la sua capacità più grande è mettere nero su bianco questo tipo di pensieri in canzoni che, nel corso del tempo, sono diventati piccoli manifesti generazionali. Se la nostalgia è il sentimento principale che accarezza la spina dorsale delle canzoni di Max, immediatezza e spontaneità incorniciano con grazia le composizioni del cantautore. L’aspetto più sorprendente è la disarmante facilità con cui Pezzali riesce a stabilire una profonda empatia con il pubblico senza l’ausilio di effetti speciali.

Max Pezzali live @ Mediolanum Forum Assago © SideStandCafe‬

Max Pezzali live @ Mediolanum Forum Assago © SideStandCafe‬

Descrivendo usi, costumi e luoghi comuni che trafiggono lo scorrere del tempo, Pezzali colleziona sold-out mantenendosi fedele a se stesso e al suo modo di essere. Forse è questa la sua chiave vincente: «La cosa più bella, per le persone come me, è scrivere una canzone che abbia un certo significato e trasmetta determinate emozioni. E’ bellissimo avere la possibilità di cantare le proprie canzoni davanti al pubblico. Ma un’emozione ancora più forte è quando, a distanza di tanti anni dall’uscita di una canzone, arrivi in un palazzetto come questo e trovi tante persone che cantano a te la tua canzone». Il viaggio emozionale inizia poco dopo le 21.00 sulle note di “Come Bonnie & Clyde”, “E’ venerdì”, “Rotta x casa di Dio”, “L’universo tranne noi” protraendosi per circa due ore senza trascurare i successi storici ma senza neanche togliere spazio alle nuove canzoni contenute in “Astronave Max”, l’ultimo album di inediti che Pezzali ha pubblicato lo scorso maggio per Warner Music.

Particolarmente apprezzati anche i “Mixmax”, i due momenti in cui sono stati proposti i remix di alcune delle canzoni più famose degli 883. Si parte dalla combo “S’inkazza/6 1 sfigato/Non ci spezziamo/Non me la menare/” si bissa con “Nella notte/ La donna, il sogno e il grande incubo/ Viaggio al centro del mondo/ Bella vera/ La lunga estate caldissima/ Bello non ti passa più”. Non solo festa ma anche autentica magia: sulle note di “Ti sento vivere”, il bollente “catino” di Assago s’illumina a giorno con le torce dei cellulari del pubblico e ogni volta non si può non rimanere con il fiato sospeso. “Il tempo passa per tutti lo sai, nessuno indietro lo riporterà neppure noi”, canta Max, restituendoci il valore intrinseco del ricordo inteso come balsamo dei nostri giorni presenti, passati e futuri.

Raffaella Sbrescia

Scaletta Max Tour Live 2015:

1. Come Bonnie & Clyde
2. È venerdì
3. Rotta X Casa di Dio
4. L’Universo tranne noi
5. Gli anni
6. La dura legge del gol
7. Col senno di poi
8. Sopravviverai
9. Sei fantastica
10. Sei un mito
11. Hanno ucciso l’uomo ragno
12. MixMax: S’inkazza/ 6 1 sfigato/ Non ci spezziamo/ Non me la menare
13. Fallo tu
14. Come deve andare
15. Lo strano percorso
16. Sempre noi
17. MixMax: Nella notte/ La donna, il sogno e il grande incubo/ Viaggio al centro del mondo/ Bella vera/ La lunga estate caldissima/ Bello non ti passa più
18. Il mondo insieme a te
19. Una canzone d’amore
20. La regola dell’amico
21. Ti sento vivere
22. Come mai
23. Nessun rimpianto
24. Nord Sud Ovest Est
25. Tieni il tempo
26. Medley voce-chitarra-pubblico: Se tornerai / Nient’altro che noi / Io ci sarò / Eccoti
27. Niente di grave
28. Con un deca

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