Il mentalista Francesco Tesei torna a Milano con “The Game”, uno show inedito e coinvolgente

Francesco Tesei - The Game

Francesco Tesei – The Game

“The Game” è il nuovo spettacolo del mentalista Francesco Tesei. Dopo il debutto dello scorso 9 ottobre a Bolzano, lo show sarà in scena al Barclays Teatro Nazionale di Milano il 24 novembre. Ideato e scritto dallo stesso Tesei con Deniel Monti, lo spettacolo si avvale di musiche originali composte da Marco Sabiu mentre le luci sono state disegnate da Marco Benini. The Game è una produzione Marangoni Spettacolo e giunge a seguito del grande successo riscosso da “Mind Juggler” con più di 100.000 spettatori.  “The Game” è un crescendo di momenti di gioco tutti complementari tra loro e presentati con un arco narrativo che li collega quasi come se fossero singole tessere di un unico puzzle: il controllo di ciò che appare incontrollabile. Al centro dello show c’è un tema imponderabile per antonomasia: la fortuna. Lo slogan dello spettacolo è una frase di Seneca: “Non è perché le cose sono difficili che non osiamo farle, ma è perché non osiamo farle che diventano difficili”. L’obiettivo sarà non tanto quello di capire la fortuna quando svelare i meccanismo con cui noi tutti ci rapportiamo noi con la fortuna stessa. «Ci immaginiamo la fortuna come una dea bendata del tutto indipendente da noi, invece molti studi psicologici hanno accertato che la fortuna è un atteggiamento mentale, che dipende dal diverso approccio alla realtà», spiega Tesei . «Chiedo al pubblico di darsi un voto in base alla propria fortuna. Cioè di dire se si ritiene più o meno fortunato. Quindi invito sul palco prima i meno fortunati e poi i più fortunati e poi… vedrete», continua l’artista, lasciandoci con il fiato sospeso.

Francesco Tesei - The Game

Francesco Tesei – The Game

Il genere di spettacolo ideato da Tesei si presenta insolito anche nella sua costruzione: la pre-scrittura del nuovo show, infatti, è stata avviata grazie ad un costante confronto “social” con oltre 17000 utenti, invitati a rispondere a sondaggi i cui risultati hanno determinato la struttura di momenti chiave dello spettacolo. In seguito, steso il copione, la messa in scena definitiva dello spettacolo è avvenuta attraverso varie prove aperte al pubblico, per poter testare nella pratica gli esperimenti immaginati da Tesei e Monti. A ogni replica, Tesei unirà tecnica e improvvisazione coinvolgendo gli spettatori scelti a caso e affrontando le diverse personalità di ciascuno di loro.  Parole, numeri, scelte e azioni serviranno, dunque, a gestire la complessità, attivarsi e agire per trovare le risorse di cui abbiamo bisogno e soprattutto fare accadere le cose.

Alcune date dello spettacolo: 24 novembre Milano, 5 dicembre Firenze, 31 dicembre Cremona, 12 gennaio Forlì, 26 gennaio Faenza, 29 gennaio Monza, 6 febbraio Bologna, 27 febbraio Legnano, 11 marzo Modena.

L’energia cosmopolita di Senhit. Intervista

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Senhit

Senhit Zadik Zadik, in arte Senhit, ha alle spalle quindici anni di carriera, dai palchi di musical come “Il Re Leone” e “Hair” ai tour con personaggi come Massimo Ranieri, Stadio e Zucchero, fino alla svolta solista in cui riversa tutta la sua energia su canzoni in lingua inglese con un sound pop elettronico internazionale. Bolognese di origine eritrea ha intrapreso un percorso artistico tra pop, soul, rock e elettronica attirando l’attenzione di grandi produttori americani, italiani e inglesi. Attualmente sta preparando il nuovo tour italiano e sta lavorando a nuovi brani con produttori di fama come Steve Daly & Jon Keep (tra i lavori recenti Christina Aguilera e Lana Del Rey) e Brian Higgins (Kaiser Chief, Kylie Minogue, Pet Shop Boys). Ecco cosa ci ha raccontato al telefono.

L’intervista

Dopo tanti anni trascorsi cantando in lungo e in largo, cosa bolle in pentola?

Ci sono un sacco di belle novità! Adesso sono a Milano, sto lavorando ad alcune incisioni di brani già “promossi”. C’è in corso un tour promozionale partito la scorsa estate, l’abbiamo ripreso con un team completamente nuovo, con musicisti nuovi e andremo avanti fino alla primavera prossima. Ci sarà un singolo nuovo, caratterizzato da un mood internzionale, la formula è un pop- rock energico e sono veramente molto eccitata.Il progetto è bellissimo e il team è una bomba.

Come hai organizzato la scaletta e il concerto in generale?

Ci saranno i miei nuovi pezzi inediti, scritti da grandi autori e compositori. Il live dura circa un’ora e partiamo con dei brani carichi senza dimenticare una bellissima ballad intitolata “Please stay”.  Il set è molto  semplice, essenziale e misurato, perfetto per concerti  in location piccole e intime,  inoltre c’è un bel gioco di luci. In linea generale cerco sempre di coinvolgere molto il pubblico, io per prima sono un’assatanata, salto come una pazza e credo di perdere tre chili ogni volta che faccio un concerto.

Quali sono i temi che senti più tuoi, quali sono i messaggi che ami trasmettere a chi ti ascolta?

Il mio repertorio rispecchia la mia età in maniera leggera e divertente. Non ci sono pezzi di spessore, canto la vita in maniera spontanea e autoironica.

Come stai lavorando con i tuoi collaboratori?

Nasco come interprete quindi la nostra è una collaborazione spalla a spalla. Sono privilegiata perché le canzoni mi vengono letteralmente cucite addosso.

La tua identità cosmopolita quanto influenza la tua musica?

Tantissimo, anche perché sono una vera spugna. Ogni volta torno a casa  piena di cose, pensieri, spunti, esperienza. Di recente sono stata in Germania perché sono molto legata ai musical, genere che appartiene al mio passato e che ho congelato solo momentaneamente. Ho mantenuto bei rapporti con i colleghi e, dato che c’era la prima di “Rocky”, sono andata a trovarli.

Cosa ci dici a proposito del fatto che tanti artisti italiani trovano spazi lavorativi in Germania?

Parto dicendo che il musical in Germania è stata un’ esperienza indimenticabile. Ero molto giovane e facevo il “Re Leone” pranzando con Elton John; la cosa la dice lunga sul tipo di contesto che si può venire a creare. Tantissimi italiani adesso fanno produzioni in Germania, ci sono tanti talenti, soprattutto nel mondo del teatro, che qui non vengono proprio considerati e che si devono spostare in Germania, una nazione che non smette di accogliere artisti in quanto tali. Ho detto che la mia esperienza è congelata perché mi piacerebbe fare un musical in Italia ma qui non c’è ancora il tipo di cultura necessaria nonostante David Zard sia riuscito a creare una certa frattura con il passato grazie a “Notredame de Paris” e “Romeo e Giulietta”.

Raffaella Sbrescia

Video: Please stay

Intervista a Omar Pedrini: “Chiudo il tour e poi mi dedico solo al nuovo album”

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Lo Zio Rock Omar Pedrini questa sera chiuderà il tour “Dai Timoria a Londra” al Druso di Ranica (inizio ore 22; ingresso 10 euro). Il concerto sarà ulteriormente arricchito da diversi ospiti a sorpresa. Tra gli altri Domenico Fiore, la “ragazza rock” Ambra Marie e il rapper Dargen D’Amico. Ecco cosa ci ha raccontato Omar durante una piacevolissima chiacchierata al telefono.

Oggi si conclude il tour. Qual è il bilancio finale?

La cosa fondamentale da dire è che non mi aspettavo assolutamente un sostegno così forte da parte del pubblico. Anche se il disco “Che ci vado a fare a Londra” ha riscosso subito un grande riscontro sia in radio, sia in termini di vendite, sono comunque sorpreso dai risultati. La cosa più bella è aver ritrovato i vecchi fan dei Timoria. Sono riuscito a riunire diverse generazioni in un solo concerto, è stato bellissimo vedere i vecchi fan, ormai quarantenni e con i figli piccoli al seguito, insieme al pubblico nuovo che magari mi ha scoperto con l’ultimo album.

Un’avventura live arrivata dopo un periodo molto difficile…

Sì, voglio ricordare questa cosa per dare uno stimolo a chi soffre e a chi sta male. Quando sono stato male e mi sono dovuto operare subendo un intervento molto pericoloso e delicato, ero sul palco per la trentottesima data di un tour che mi stava dando tantissime soddisfazioni. Dopo tutto il faticoso iter che è ne è conseguito, ho ricominciato direttamente dalla trentanovesima data, ovvero dal punto esatto in cui il destino mi ha fatto smettere.  Oggi siamo alla cinquantaduesima data e, vista l’occasione importante, ho deciso di invitare un po’ di amici. Ci saranno ospiti, poeti, attori, musicisti perché mi piace mescolare e contaminare le arti. La festa sarà aperta dagli Spleen, un gruppo che sto producendo io  e di cui sono molto contento,  erano 15 anni che non producevo dei gruppi e questo segna un mio ritorno alla produzione.

La tua natura artistica viene costantemente contaminata anche dal forte legame che hai con il territorio?

Certo! In passato ho fatto anche un programma televisivo per due anni su Gambero Rosso; si chiamava Gamberock, giravo l’Italia e  facevo conoscere al pubblico non solo le eccellenze enogastronomiche ma anche quelle umane come possono esserlo poeti, pittori, cantanti, intellettuali. L’esperienza si è ripetuta anche  in versione radio con il programma “Contromano” su Rai Isoradio e mi ha addirittura fatto vincere il premio Cuffie d’Oro.

Lo rifaresti?

Sì ma adesso però non ho tempo. Ho accantonato un po’ tutto in nome della musica. Ho mantenuto solo la docenza in Cattolica, dove ormai insegno da 12 anni e  la collaborazione con Sky Arte,  dove ogni tanto realizzo delle interviste a rockstar straniere.

Omar Pedrini

Omar Pedrini

Che rapporto hai con i tuoi allievi?

Mi emoziono sempre a sentirli, gli lascio il cuore ogni anno. Loro non lo sanno ma anche uno zio come me, che comincia ad avere una certa età,  impara sempre qualcosa. Adoro i giovani di oggi, sono delle bombe. Tutte le generazioni hanno il vizio di credere di poter plasmare i propri figli invece no: ogni generazione ha le sue bellezze e le sue bruttezze e merita di fare il proprio percorso liberamente.

È vero che la musica è tua moglie e le altre arti sono le tue amanti?

Assolutamente! La musica è un amore che mi mancava. Il teatro, il cinema, l’insegnamento, la radio, la tv, la poesia sono le mie amanti, la musica è mia moglie. Quando mi chiama la moglie non mi pesa affatto abbandonare tutto il resto. Siccome il mondo della musica è tornato a cercarmi, mi ci voglio dedicare h 24/24. In futuro ricomincerò a fare radio, tv e teatro.

Com’è nato il duetto con gli Stil Novo?

Sono un gruppo di amici, spesso presenti ai miei concerti. Ci siamo conosciuti poi un giorno mi hanno invitato in studio, ho sentito che sono bravi, ho visto che hanno dei testi intelligenti e impegnati, così come lo è “La guerra è un mestiere” e mi sono divertito a duettare con loro; gli ho detto che è un po’ la “Generale” di De Gregori  fatta con lo stesso sarcasmo. Gli faccio il mio in bocca al lupo!

Cosa ci dici del nuovo album?

Il nuovo progetto rappresenterà la chiusura della parentesi londinese. Dopo quattro anni le canzoni  sono già quasi tutte pronte, c’è un’influenza british, un sound vicino agli anni’70, che rispetta l’attuale trend londinese, e non mancherà la psichedelia. Ci saranno anche delle collaborazioni e penso che usciremo ad aprile. Ovviamente ci sarà anche il pezzo realizzato insieme a Noel Gallagher, s’intitolerà “Oh Cecilia” e sarà forse uno degli episodi più importanti dell’album.

Raffaella Sbrescia

Video: Che ci vado a fare a Londra?

I Modà presentano “Passione maledetta”, un album schietto dal suono più autentico

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«Passione Maledetta non sarà un disco fighetto o impegnato, io non sono un musicista, l’ho sempre detto, ma un “orecchista”: cerco di fare al meglio quello che faccio. Di diverso questo disco, forse, avrà che suonerà un po’ più live. Ripeto, se qualcuno si aspetta un disco impegnato o figo ne rimarrà deluso, se invece uno si aspetta un disco in pieno stile Modà, credo che questo sia il più bello che abbiamo mai fatto».  Con queste parole Kekko Silvestre ha introdotto “Passione Maledetta” (Ultrasuoni/Artist First), il nuovo album  di inediti dei Modà, in uscita il prossimo 27 novembre e distribuito in 200.000 copie, a distanza di quasi tre anni dal multiplatino “Gioia”. Coerenza e schiettezza sono i cardini lungo i quali Kekko si muove da sempre e lo ha fatto anche ieri in occasione della conferenza stampa di presentazione del disco presso il Samsung District di Milano. Nelle dieci tracce che compongono questo nuovo lavoro,  anticipato dal primo singolo E non c’è mai una fine , rieccheggiano richiami a storie quotidiane ma anche numerose schitarrate, considerate il surplus ultra di tutto l’album.

Dopo aver conquistato il disco di diamante e aver venduto oltre 1 milione e mezzo di dischi, con 327 settimane ai vertici delle classifiche e 240 milioni di visualizzazioni su Youtube, i Modà si riaffacciano sulla scena musicale italiana apportando un po’ di cambiamenti. Dall’apporto di Calvetti per quanto riguarda l’aspetto legato alla produzione del disco al coinvolgimento di Topside Multimedia per la realizzazione dei quattro videoclip che andranno a comporre un’unica storia.

Modà

Modà

Presentandosi con  naturalezza e senza pretenziosità, i Modà hanno fatto ascoltare il disco alla stampa insieme a loro commentando brano dopo brano. L’apertura del disco è affidata a “Ti Passerà”: «Ho scritto questa canzone per il mio amico Insigne del Napoli, squadra di cui sono tifoso. Il brano risale a quando Insigne si è fatto male e non ha potuto giocare. Si tratta di un pezzo che vuole dare la carica e che per questo è adatto a tutte le persone che vogliono affrontare la vita con la giusta grinta o che hanno bisogno di essere motivate. In parte è anche autobiografico, anche io mi sono infortunato spesso con la musica» – spiega Kekko. «“È solo colpa mia” precede il singolo “E non c’è mai una fine”. Qui  il tema centrale è il senso di colpa che uno si porta dentro alla fine di una storia. Ci sono ricordi che, bene o male, ti lasciano sempre qualcosa.  Per quanto riguarda “E non c’è mai una fine” – continua – vorrei farvi notare il tocco che ha dato Davide Rossi attraverso gli archi. Lui aveva già fatto gli archi di “Viva la vida”, per intenderci». Subito dopo si arriva a “Francesco”, la canzone più significativa e più bella del disco: «Questo brano parla del passaggio da figlio a genitore» – racconta Kekko senza nascondere l’emozione. “Ho scoperto di essere vivo fuori e dentro anche grazie a te”, canta Kekko in  “California”, il brano che, all’interno di questo album,  è stato scritto per primo da Silvestre: «Il testo parla di un viaggio bellissimo che ho fatto l’anno scorso in “California”, per l’appunto. Il viaggio era partito male perché avevamo perso la coincidenza dell’aereo a Londra. Avevo deciso di prendermi una pausa perché avevo appena passato quattro anni davvero intensi, addirittura mi veniva da vomitare quando mi avvicinavo a un microfono. Questo viaggio mi ha permesso di capire che dentro ero ancora vivo e che avevo ancora tante cose belle da fare. Sono tornato con ancora più voglia di prima», ha spiegato il cantante. La title track è “Passione Maledetta”: «Questo brano dà il titolo al disco perché la passione, benedetta però, è alla base di tutto. Nella canzone racconto il contrasto tra due persone che intendono la passione in maniera opposta: per una si tratta solo di sesso, per l’altra c’è anche l’amore» – racconta – “Forse non lo sai” è, invece,  una canzone ignorante- continua Kekko –  Sai quando vedi una donna in minigonna e una coi Moon Boot e pensi che quella con la minigonna deve essere una cosa e invece quella coi Moon Boot è un’altra? Insomma, è una canzone che parla delle apparenze…».  Diversi sono gli interrogativi che si rincorrono in “Doveva andar così”: «Il protagonista è un uomo che si fa tante domande. La canzone dice quasi per tutta la canzone la stessa cosa. Ma, in realtà, quando sei nel bel mezzo di un dubbio e le strade sono due, le domande sono sempre le stesse  – spiega Kekko .  La penultima canzone del disco è  “Che tu ci sia sempre”: «Quando certe cose finiscono cerchi sempre di metterle via in un posto dove non te le può toccare nessuno – racconta Silvestre – Si sa che i romantici anche quando va tutto bene si tormentano sempre. Qui c’è il tormento di due romantici che non hanno voglia di dimenticarsi e che si parlano». La traccia di chiusura è “Stella cadente”: «La canzone d’amore più bella che io abbia mai scritto, la più matura, la più sentita. È difficile parlare delle canzoni e di questa preferisco non dire altro. Di sicuro, per quanto riguarda questo album, è la canzone che preferisco di più insieme a “Francesco”. Mi piacerebbe che diventasse quella con cui chiuderemo i nostri concerti in futuro» – conclude Kekko.  L’appuntamento live con i Modà è per  sabato 18 giugno 2016 allo Stadio San Siro di Milano. I biglietti sono disponibili su www.ticketone.it . Tutte le informazioni su www.fepgroup.it

Raffaella Sbrescia

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Video: E non c’è mai una fine

Nek travolge il Teatro degli Arcimboldi di Milano con carisma ed energia. Il live report del concerto

Nek live @ Teatro degli Arcimboldi -Milano ( Scatto pubblicato sulla pagina Facebook dell'artista)

Nek live @ Teatro degli Arcimboldi -Milano ( Scatto pubblicato sulla pagina Facebook dell’artista)

«State sottolineando un anno di cui vado orgoglioso, un anno di cui posso incorniciare praticamente ogni attimo. Sono davvero contento di essere su questo palco stasera, cantare a Milano è come cantare a casa. Se esiste un 2015 importante è anche perché esiste un passato importante che voglio farvi sentire solo attraverso le canzoni». Con queste emozionate parole Nek, all’anagrafe Filippo Neviani, ha introdotto il primo dei due concerti al Teatro degli Arcimboldi di Milano nell’ambito del fortunatissimo tour “Prima di parlare live 2015”. Con una scaletta composta da ben 28 brani, l’artista ha ripercorso tutta la sua carriera senza risparmiarsi un attimo per la gioia del pubblico, davvero numeroso ed intensamente partecipe. Coadiuvato dai bravissimi musicisti Luciano Galloni (batteria), Chicco Gussoni (chitarre), Lorenzo Poli (basso) e Emiliano Fantuzzi (chitarre e tastiere), Nek ha dimostrato di essere in grande forma: carisma, energia e potenza vocale sono i cardini su cui ha ruotato tutto lo show curato nei minimi dettagli. Fasci di luci, proiezioni e visuals sono stati concepiti per completare ed evidenziare la carica energetica dei potenti arrangiamenti pop rock, di cui ci piace sottolineare la presenza di numerosi  e ben strutturati assoli di chitarra.

Spaziando in lungo e in largo tra presente e passato, Nek ha cantato per più di due ore iniziando il concerto proprio con  “Fatti avanti amore” il brano sanremese che ha decretato il travolgente ritorno dell’artista ai vertici della scena musicale italiana. Non c’è spazio per le pause, la scaletta è una cavalcata tra successi che fanno irrimediabilmente parte del nostro background musicale:  “Se io non avessi te”, “Angeli nel ghetto”, “Se una regola c’è”, “Laura non c’è”, “Sul treno”,  “Sei solo tu”,  “Almeno stavolta”. Delicato e coinvolgente il momento acustico chitarra e voce: «Questo momento di intimità è una parte che mi piace particolarmente perché l’ascolto si tranquillizza e posso ascoltarvi meglio. Sarà anche per il periodo che stiamo vivendo ma questi attimi di raccoglimento sono preziosi, ci danno l’opportunità di restare uniti grazie alla musica», spiega Nek al pubblico intonando “Attimi”, “Sto con te”, “Se non ami”, “Sei grande” e “Parliamo al singolare”.

Giusto il tempo di respirare pochi secondi e poi di nuovo in apnea con la scarica adrenalinica del singolo  “Io ricomincerei”, la dolcissima “Credere amare resistere,” dedicata a tutti i bimbi affetti da malattie neurodegenerative e l’ormai immancabile  “Se telefonando” di Mina. Sembra surreale ma l’arrivo dei bis “E da qui” e “Lascia che io sia” coglie tutti di sorpresa. Il live di Nek è fresco, veloce, passionale;  la perfetta fusione tra il piacere della carne e l’autoanalisi della propria spiritualità.

 Raffaella Sbrescia

Setlist

Fatti avanti amore

Se io non avessi te

Congiunzione astrale

In te / Calore umano set

In te

Angeli nel ghetto

Cuori in tempesta

Prima di parlare

Quello che non sai

Se una regola c’è

La voglia che non vorrei

Contromano

The Power of Love (Frankie Goes to Hollywood cover)

Nella stanza 26

Acoustic set

Attimi

Sto con te

Se non ami

Sei grande

Parliamo al singolare

Io ricomincerei

Credere amare resistere

Laura non c’è

Dimmi cos’è

Hey Dio

Sul treno

Sei solo tu

Almeno stavolta

Se telefonando (Mina cover)

Encore:

E da qui

Lascia che io sia

L’Introverso illumina l’autunno con “Una primavera”. La recensione dell’album

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L’Introverso riunisce all’interno del proprio nucleo vitale, composto dall’autore e cantante Nico Zagaria,  Marco Battista (chitarre), Futre (basso) ed Elia Rocca (batteria), pochi elementi ma nitidi: un rock muscolare, dei testi taglienti, un frizzante piglio cantautorale ed uno sfondo complesso quale può essere la periferia sud di Milano. “Una primavera” è il secondo lavoro del giovane gruppo milanese ed è composto da 11 brani di indie pop-rock prodotti da Davide “Divi” Autelitano, cantante e bassista dei Ministri.  Il disco, registrato al Noise Factory di Milano, racconta una Milano lontana dal cliché di città della moda e della finanza. Le storie de L’Introverso vengono dall’asfalto, sono fotogrammi di  vita vera, sono scatti di luce tra banchi di nebbia , l’istantanea agrodolce della vita che pulsa lungo le arterie delle vene.  Se il titolo del disco “Alla primavera” racchiude un doppio significato riferendosi sia alla stagione in cui tutto nasce e  si colora, sia alla rivoluzione dal basso,  brani come “Manie di grandezza, la viscerale Stomaco, Il finestrino o Ti odierai”  trovano nella voce di Nico Zagaria la valvola espressiva ideale per lasciare che i messaggi piùù intensi attecchiscano con pregnanza nella mente degli ascoltatori. Ascoltando l’album si scoprono anche contaminazioni vicine ad altri generi nonché tematiche di ampio respiro finalizzate ad un approccio più riflessivo nei confronti della vita. Il rock de l’Introverso è fresco, offre dei contenuti e si presta bene all’ascolto; una piacevole sorpresa in un grigio pomeriggio d’autunno.

Raffaella Sbrescia

TRACKLIST

  1. Tutto il tempo
  2. Manie di grandezza
  3. Il finestrino
  4. Stomaco
  5. Uguali
  6. Prima o poi
  7. Solo questa notte
  8. Ti odierai
  9. Mi rialzo
  10. Estranea
  11. Una primavera

Video: Stomaco

Susanna Parigi live alla Salumeria della Musica: tra letteratura e canzoni in “Apnea”

Susanna Parigi

Susanna Parigi

Un mercoledì sera all’insegna della riflessione musicale al femminile. L’artista fiorentina Susanna Parigi ha presentato il suo libro  intitolato “Il suono e l’invisibile – La musica come stile di vita” (Infinito Edizioni) al pubblico della Salumeria della Musica di Milano insieme al coautore del libro Andrea Pedrinelli. I due autori hanno raccontato con un linguaggio semplice come la musica sia in grado di affinare le percezioni, le intuizioni e la capacità di vedere oltre le parole portando alla luce quello che nel libro viene definito l’”infinitamente piccolo”. Un viaggio che mostra l’esistenza di un mondo sorprendente rivelato dalla musica che può trasformare la vita stessa. La serata è poi proseguita con “Apnea”, un concerto teatrale in cui Susanna ha racchiuso canzoni e monologhi  con l’accompagnamento di Matteo Giudici alle chitarre e ai cori, Roberto Olzer alle tastiere, Michele Guaglio al basso e Nicola Stranieri alla batteria.

Interprete sofisticata e autrice di grande spessore, Susanna Parigi è stata pianista di Riccardo Cocciante e Fiorella Mannoia, vocalist di Claudio Baglioni e Raf, suona la fisarmonica, canta, scrive i testi, la musica e gli arrangiamenti delle sue canzoni. Chansonnière fiorentina ma trapiantata a Milano, propone un genere originalissimo che è stato definito “pop letterario”. Le sue canzoni trasudano passione, sensualità e sorprendente audacia. Grazie ad un repertorio originale, fluido e dinamico, Susanna Parigi ha incanalato l’attenzione dei presenti con grazia e disinvoltura. Tra i brani più intensi segnaliamo:  “Memoria Liquida”, “Amada” e “Filo elettronico”.

Raffaella Sbrescia

Il grande ritorno di Zucchero: annunciati 10 live all’Arena di Verona ed un nuovo album di inediti nel 2016

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Zucchero “Sugar” Fornaciari ha riunito la stampa musicale italiana a Milano per presentare 10 concerti  consecutivi all’Arena di Verona. I live si terranno il 16, 17, 18, 20, 21, 23, 24, 25, 27 e 28 settembre 2016 e saranno gli unici appuntamenti live di Zucchero in Italia per tutto il 2016 (per l’evento è  già previsto uno speciale tv). Con 10 date consecutive all’Arena Zucchero migliora il suo stesso primato, dopo le sette date realizzate in occasione del tour di “Chocabeck”. I concerti saranno l’occasione per ascoltare per la prima volta dal vivo i brani del nuovo album di inediti che uscirà a maggio del 2016, a 6 anni di distanza dal precedente. «Il lavoro più difficile è quello di fare un cd a 60 anni senza seguire le mode né l’orientamento delle radio – ha spiegato Zucchero ai giornalisti – Fra pochi giorni volerò a New Orleans per registrare le canzoni del disco nuovo che avrà tre super produttori americani. Lavoro da un anno al cd e per adesso sono arrivato a 25 brani ma l’idea è di scendere a 17. Ho voglia di tornare alle radici di “Oro Incenso & Birra” e al blues che è rimasto l’unico genere, insieme al rap, dove gli artisti possono  ancora esprimere concetti controcorrente. Se il mio carissimo amico Guccini dice che c’è un sacco di musica inutile in giro, io sottoscrivo le sue parole e aggiungo che la discografia ci sta facendo mangiare dei panini alla merda ai quali ci siamo ormai abituati – ha raccontato l’artista – Difficile pensare a quali bravi cantanti ci siano in questo momento. Mi è piaciuta molto la recente rivisitazione di De Gregori, il lavoro che ha fatto su Bob Dylan. Ho apprezzato qualcosa del penultimo album di Avicii, soprattutto la contaminazione tra il country e il moderno. Paolo Nutini non mi è dispiaciuto, ci siamo anche incontrati a Lucca. Ora aspetto l’album nuovo di Adele, mi ha preso molto il suo nuovo singolo».

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«Quella dei 10 concerti all’Arena di Verona  è una sfida che mi stimola a non dare niente per scontato. Sappiamo che non sarà facile riempire 10 date in uno stesso posto ma questa cosa mi fa venire la voglia di correre e vedere cosa succede. Ogni sera – ha continuato Zucchero – sarò affiancato sul palco da un ospite speciale per rendere ogni concerto inedito e irripetibile. In scaletta ci saranno i brani che hanno caratterizzato la mia carriera. Ovviamente darò molto spazio al nuovo album. Mi piacerebbe proporre anche canzoni che non suono da tempo e che i fan apprezzano sui social network». I nomi dei possibili ospiti sono ancora top secret ma, conoscendo la storia dell’artista, è facile immaginare la presenza di grandi ospiti, che saranno presumibilmente annunciati tra giugno e luglio. Durante la “dieci giorni” veronese nei pressi dell’Arena sarà allestita una mostra interamente dedicata all’artista con memorabilia, costumi e abiti. Il 26 settembre, invece, il palco dell’Arena di Verona sarà a disposizione di uno o più artisti, scelti tra coloro che stanno caratterizzando maggiormente la scena musicale delle giovani proposte, un tributo che Zucchero ha voluto fortemente per dare spazio alla nuova generazione di artisti italiani e internazionali.  L’altro evento speciale sarà il TwitterArena durante il quale si esibiranno gli artisti emergenti che si sono maggiormente distinti sulla più nota piattaforma di comunicazione in real-time. Oltre a loro parteciperanno alla serata influencer e personaggi del mondo dello spettacolo, per una grande festa della musica e della rete. Infine i fan che acquisteranno il biglietto tramite il circuito TicketOne per una delle dieci date riceveranno automaticamente una ZuccheroCard che offrirà ai titolari sconti sui viaggi gli hotel, ristoranti e attrazioni turistiche.

“Dark Sky Island”, il ritorno di Enya è un viaggio mistico in cui l’oscurità ci ridà la luce.

 Dark Sky Island - Enya

Enya inizia un nuovo capitolo della sua carriera il prossimo 20 Novembre con la pubblicazione del nuovo album intitolato “Dark Sky Island”. Giunta dopo ben 7 anni di distanza dall’ultimo lavoro in studio dell’artista, la raccolta di inediti, presentata in anteprima da Warner Music presso la suggestiva struttura QC Terme Milano, si presenta come una sorta di esplorazione intergalattica incentrata sul concetto di viaggio. Ad unificare il progetto è anche la produzione, frutto del lavoro svolto dal gruppo creativo legato ad Enya costituito dal produttore Nicky Ryan e dalla paroliera Roma Ryan. Il consolidato trio ha iniziato a lavorare sul nuovo album nella primavera 2012, ispirato dal lavoro di Roma ad una serie di libri di poesie. Al centro delle visioni c’è l’atmosfera di Sark,  una terra buia e sognante, una delle isole inglesi più misteriose, priva di elettricità e artificialità, una dark sky island, per l’appunto, che però riesce a fare della propria oscurità un punto di forza per accrescere il valore della luminosità degli astri presenti nel cielo. Dopo 75 milioni di album venduti, 4 Grammy Awards; 6 World Music Awards, un Ivor Novello, una nomination agli Oscar, una ai Golden Globe e 7 album da studio (oltre al greatest hits ‘Paint The Sky With Stars’) che hanno dominato le posizioni più alte delle classifiche in tutto il mondo, Enya si muove ancora sul territorio che le è più congeniale senza tuttavia perdere l’unicità che la contraddistingue. L’ascolto della sua musica  rappresenta la garanzia di un’esperienza in grado di coinvolgere i sensi e l’intelletto. La forza ancestrale degli arrangiamenti pop sinfonici trova ulteriore arricchimento nello stratificato utilizzo dell’elettronica d’avanguardia. Il risultato è un irriproducibile insieme di melodie fluttuanti ed impattanti in cui spicca un inedito uso dei toni più bassi e più caldi della voce di Enya.

 Enya

Enya

Il brano di apertura è ‘The Humming’, una composizione onirica che riflette sul ciclo dell’universo e sugli effetti del suo cambiamento. Migliaia di sogni irradiano le parole appassionate di “So I could find my way” mentre ombre crepuscolari ed ansiogeni sospiri popolano i ritmi scelti per “Even in the shadows”. Interrogativi senza risposta affollano le luminescenze semantiche di “The forge of the Angels”, traduzione inglese della lingua Loxian, l’idioma creato dalla compositrice Roma Ryan ed utilizzato in tre canzoni contenute nell’album “Amarantine” di Enya, pubblicato nel 2005. “Echoes in Rain” è il primo singolo estratto dall’album ed è anche il brano più felice del disco. Un’insolita ed irresistibile euforia pervade il testo il cui tema,  legato ai viaggi avventurosi, viene celebrato, a ritmo di marcia. Sorprendente il richiamo a Can’t Help Falling in Love interpretata da Elvis Presley, contenuto in “I could never say goodbye”. Affascinante, visionaria e poetica la title track “Dark Sky Island”, ispirata all’isola di Sark. “Sancta Maria” unisce sintetizzatori e strumenti classici. Suggestivo il viaggio notturno compiuto in nave sfidando le onde del vento ed il latino in “Astra et luna”. Cicli di stagioni dal fascino senza tempo scandiscono le immagini di “The Loxian Gates” mentre gli echi ambiguamente fluidi di “Diamonds on the water” chiudono un ascolto destinato ad essere reiterato nel tempo.

Raffaella Sbrescia

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“Dark Sky Island” tracklisting:

1.       The Humming

2.       So I Could Find My Way

3.       Even in the Shadows

4.       The Forge of the Angels

5.       Echoes in Rain

6.       I Could Never Say Goodbye

7.       Dark Sky Island

8.       Sancta Maria

9.       Astra et Luna

10.   The Loxian Gates

11.   Diamonds on the Water

La versione deluxe dell’album contiene inoltre le esclusive:

12.   Solace

13.   Pale grass blue

14.   Remember your smile

Anastacia: Debutto italiano per The Ultimate collection tour 2016

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Anastacia darà il via al suo “The Ultimate Collection Tour 2016” – 24 concerti in tutta Europa – con  tre live italiani: il 3 aprile 2016 sarà al Gran Teatro Geox di Padova,  il 4 si esibirà sul palco del LinearCiak di Milano mentre il 6 aprile sarà al Palasport di Bolzano. L’artista ritornerà nel nostro paese in estate con un double bill al Lucca Summer Festival condividendo il palco con i Simply Red (20 luglio Piazza Napoleone ).

In concerto Anastacia presenterà tutti i successi di una carriera lunga 15 anni. Successi raccolti nell’album “Ultimate collection”, uscito lo scorso 6 novembre e  che contiene 15 anni di successi oltre a due brani inediti: “Army Of Me”, cover del brano di Christina Aguilera e “Take This Chance”. Il disco ripercorre la carriera dell’artista dal brano che l’ha portata alla ribalta, I’m Outta Love, ad altri pezzi altrettanto celebri, come Paid My Dues, Left Outside Alone e Sick And Tired, fino ad arrivare al duetto con Eros Ramazzotti sulle note di I Belong To You.

I biglietti per i concerti sono disponibili sul circuito TicketOne a partire da venerdì 20 novembre e in tutte le rivendite abituali da sabato 21 novembre.

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