Roberta Di Lorenzo: “Adesso guardami” è la necessità che provo di farmi ascoltare

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 “Adesso guardami” è il titolo del terzo album di Roberta Di Lorenzo. La cantautrice si racconta senza filtri, mettendosi in gioco con brani autobiografici e assertivi, sofferti e d’amore; il filo conduttore? “Il coraggio di fare delle scelte”. Roberta scrive canzoni dalle melodie accattivanti e dai testi interessanti con la nonchalance di chi fa apparire semplici anche le cose più complesse. Lo dimostra bene in “Adesso guardami”, pubblicato per l’etichetta Cramps, un nome storico dell’avanguardia musicale in Italia riconvertito a suoni più facilmente appetibili. La produzione artistica dell’album è di Paolo Iafelice, che ha lavorato con artisti del calibro di Fabrizio De André, Ligabue e molti altri. La distribuzione è curata da Edel Italy.«Mi sono presa tutto il tempo necessario. Tre anni per fare chiarezza, buttarmi molte scorie dietro le spalle e dire a chi mi ascolta “adesso guardami”. Non è una richiesta di attenzione: «. È il bisogno di farsi sentire nel presente, non necessariamente di farsi amare per sempre, il che, se poi succede, è meglio. Gli occhi sono sempre il primo tramite di un contatto, destinato o meno a diventare profondo», racconta l’artista.

Dopo “L’occhio della luna” del 2010 – Premio Lunezia per il valore musical-letterario – e “Su questo piano che si chiama terra” del 2012, soprattutto dopo le collaborazioni con Eugenio Finardi (che l’ha portata in tour spesso e ha interpretato a Sanremo 2012 la sua “E tu lo chiami Dio”) e i Sonohra, per i quali ha scritto vari brani, Roberta torna a mettersi a nudo. Lo fa letteralmente nelle foto della copertina e del booklet, lo fa intensamente nelle nuove canzoni, dal sapore in parte autobiografico, in parte intese come impegni da descrivere e assolvere. Sempre personali e vere.

Roberta Di Lorenzo

Roberta Di Lorenzo

Come “La storia della mia vita” che dice: “Non voglio fermarmi, credere che sia tardi/ Io voglio guardare avanti, capire che posto ho nel mondo/ che cosa sono adesso e come dovrei inventarmi”. Oppure “A piedi nudi”: “Le città che cadono e gli animali in estinzione/ dimostrano l’errore della nostra ragione/ a volte si fa chiara la motivazione/ ma poi guardo il cielo e non la vedo più”. E poi canzoni che parlano di suicidio (“L’ottavo piano”) e di futuro (“Scelgo una destinazione”), di musica e d’amore, di sofferenza e di rinascita. «La vita di oggi, così veloce e bulimica”, continua la 35enne cantautrice pugliese da anni a Torino, ci impedisce di ascoltare. Siamo distratti da tutto: la televisione è il simbolo di questa realtà. Invece avremmo bisogno di riconnetterci con gli altri, di incontrarci, per vivere meglio. È questo il filo conduttore del disco: l’importanza di trovare una destinazione, di scegliere, il coraggio della scelta comunque».

 Raffaella Sbrescia

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Tracklist

Un male d’amore

Adesso guardami

La storia della mia vita

La musica si è persa

Paturnia n.5

Love sonnet

Scelgo una destinazione

L’ottavo piano

A piedi nudi

Sarai contenta

Spegni la televisione

Tori Kelly: dopo gli MTV EMA un ottimo esordio con “Unbreakable Smile”

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L’abbiamo notata sul palco degli MTV EMA 2015, sia da sola che in duetto con Andrea Bocelli. La qualità della sua performance e della sua vocalità ci hanno spinto a volerne sapere di più e ne abbiamo scoperte delle belle. Tori Kelly è cresciuta circondata da musica di tutti i generi grazie alle origini dei genitori (padre irlandese di origine portoricana e giamaicana e da madre di origine irlandese, inglese e tedesca); fin da piccola si è fatta notare nel mondo della musica ottenendo, a soli 12 anni, un contratto con la Geffen Records. Nel maggio 2012 ha pubblicato il suo primo EP “Handmade Songs”, mentre intorno alla metà del 2013 ha firmato un contratto discografico con la Capitol Records, grazie al manager Scooter Braun, pubblicando l’EP “Foreword”. Il 1° novembre 2013 ha aperto il concerto di Ed Sheeran al Madison Square Gardene, nel  frattempo, si è fatta conoscere per la cover, registrata con la collega Angie Girl, del brano di Frank Ocean “Thinkin Bout You”, che ha oltre 23 milioni di visualizzazioni su YouTube.

Tori Kelly

Tori Kelly

Lo scorso 16 ottobre Tori Kelly ha lanciato in Italia l’album di debutto intitolato “Unbreakable Smile”. Il disco ha già conquistato le classifiche internazionali di vendita debuttando al #2 negli Usa, al #3 in Canada, al #6 in Nuova Zelanda e al #8 in Australia.  Protagonista dei maggiori show televisivi americani e del Vevo Hits Takeover, Tori Kelly è stata anche scelta dalla Pepsi per la nuova campagna spot. Durante l’estate è stata protagonista dei maggiori festival musicali americani ed ora sta portando in giro per le principali città americane il suo Where I belong Tour. Entrando nello specifico dell’album, restiamo subito colpiti dalla grande varietà di generi e suoni contenuti nel disco. L’intro voce e chitarra di “Where I belong” ci trasporta subito in un’atmosfera calda e avvolgente. Il movimento funky della title track trova un morbido punto d’incontro con una speziata spruzzata di hip hop. Le lontane reminiscenze di “Jenny from the block” della Lopez irradiano la melodia della hit “Nobody love” mentre la potenza ritmica di “Expensive” feat. Daye Jack ci mostra il lato più carismatico di Tori. “Should have been us” sarà il nuovo singolo in rotazione nelle radio italiane nonostante non sia da considerare come uno dei brani più forti del disco. Struggente ed intrisa di pathos interpretativo la super ballad “First hearbreak”, seguita, a ruota, da “I was made for loving you” cantanta insieme ad Ed Sheeran. Potente ed elegante anche l’arrangiamento di “City Dove” mentre “Talk” è molto più vicina al mondo di Pink. Suggestiva la versione live di “Funny”, ideale come colonna sonora di un film la bellissima “Falling Slow”. Delle due bonus tracks finali citiamo “Personal” perché più intensa e rappresentativa di un’artista che a soli 23 anni dimostra di avere non solo una buona maturità artistica ma anche di saper coinvolgere l’ascoltatore in un mondo sonoro di qualità veramente elevata.

 Raffaella Sbrescia

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 Tracklist

01.  Where I Belong

02.  Unbreakable Smile

03.  Nobody Love

04.  Expensive – featuring Daye Jack

05.  Should’ve Been Us

06.  First Heartbreak

07.  I Was Made for Loving You – featuring Ed Sheeran

08.  City Dove

09.  Talk

10.  Funny (live)

11.  Art of Letting You Go

12.  California Lovers – featuring LL Cool J

13.  Falling Slow

14.  Anyway

Video: Nobody Love

MTV EMA 2015: Justin Bieber “asso pigliatutto” ma con riserva

MTV EMA's 2015 - Winners Room - Justin Bieber

MTV EMA’s 2015 – Winners Room – Justin Bieber

MTV European Music Awards 2015 come specchio dei tempi, i nostri. A distanza di 17 anni, l’Italia e per la precisione Milano, sempre più metropoli di riferimento mondiale, fa da scenario a questa importante manifestazione, giunta a coronamento di una settimana veramente strapiena di concerti, dj set, workshop ed eventi correlati. Alle 21 in punto il Mediolanum Forum di Assago si è trasformato in un centro nevralgico degno dell’ attenzione mediatica mondiale. Procedendo con ordine partiamo subito coll’ evidenziare una latente perdita di brillantezza delle performances degli artisti. Su tutto spicca la sciatteria con cui Justin Bieber ”asso pigliatutto” degli Mtv Ema 2015, con ben cinque premi: miglior artista maschile (Best Male), il “Best Look”, il “Worldwide Act” come miglior performer in Nord America, la “Best Collaboration” (per la canzone Where Are You Now? cantata con Skrillex e Diplo) e anche per il maggior numero di fan (Biggest Fans),  si è esibito sulle note di “What do you mean?”. Deludente anche Jason Derulo che ha voluto strafare con una coreografia piuttosto complessa mantendosi in equilibrio su un hoverboard. Anche i conduttori Ed Sheeran e Ruby Rose non ci hanno regalato nessun guizzo particolare.

MTV EMA's 2015 - Show - Pharrell Williams

MTV EMA’s 2015 – Show – Pharrell Williams

Tra i momenti migliori della serata segnaliamo, invece, l’esibizione di Pharrell Williams che, con la sua travolgente hit “Freedom”, ha conquistato il pubblico degli Mtv EMA ma ha soprattutto lanciato un messaggio importante e di rilevanza globale. Un monito ed un mantra che, se preso in considerazione fuori contesto, sintetizza molto bene l’espressione di un’esigenza collettiva. Decisamente convincente per eleganza, energia e grazia Jess Glynne, romantica e delicata Ellie Goulding, stilosi e chiacchieroni i Duran Duran che, dopo il super concerto in Piazza Duomo, portano a casa il Video Visionary Award. Speciale menzione di merito a Marco Mengoni che, aggiudicandosi il Worldwide Act Europe, conquista la chiave di accesso all’olimpo delle star internazionali passando dall’entrata principale.

 Raffaella Sbrescia

Tutti i vincitori deli MTV EMA 2015

BEST ROCK: Coldplay
BEST ALTERNATIVE: Lana Del Rey

BEST ITALIAN ACT: Marco Mengoni
BEST MALE: Justin Bieber

WORLDWIDE ACT: EUROPE Marco Mengoni

BEST HIP HOP: Nicki Minaj
BEST VIDEO: Macklemore & Ryan Lewis – Downtown
WORLDWIDE ACT: NORTH AMERICA  Justin Bieber

BEST LIVE ACT: Ed Sheeran
VIDEO VISIONARY: Duran Duran

BEST FEMALE: Rihanna
BEST NEW ACT: Shawn Mendes
BEST ELECTRONIC: Martin Garrix

BEST COLLABORATION: Justin Bieber, Skrillex, Diplo – Where Are You Now?
BEST POP: One Direction
BEST LOOK: Justin Bieber
BIGGEST FANS: Justin Bieber
BEST SONG: Taylor Swift featuring Kendrick Lamar – Bad Blood
BEST PUSH: Shawn Mendes
BEST WORLD STAGE: Ed Sheeran – V Festival, Hylands Park, UK 2014

Pronti a salpare, stile inconfondibile e contenuti attuali nel nuovo album di Edoardo Bennato

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A cinque anni di distanza dall’ultimo album di inediti,  Edoardo Bennato torna a farsi sentire a gran voce con “Pronti a salpare”. L’album, prodotto da Brando (Orazio Grillo), anticipato dal primo estratto “Io Vorrei Che Per Te”, è uscito lo scorso 23 ottobre per Universal Music ed include 14 brani di cui 11 pezzi originali e 3 riproposizioni di canzoni precedenti (“Povero Amore”, “La mia Città” e “Zero in Condotta”) con nuovi arrangiamenti. I temi affrontati nel disco spaziano dalla politica alla famiglia, ai figli, all’amore: «Era dal 2012 che avevo in mente questo titolo. Di solito quando scrivo le canzoni non ho l’idea del testo, parto sempre dal finto inglese. I fatti che ci circondano diventano poi materiale vivo per le canzoni in cui cerco di evitare il più possibile il buonismo, la retorica e i luoghi comuni – ha spiegato Bennato alla stampa durante la presentazione del disco a Milano. “Pronti a salpare” –ha continuato -non parla solo dei migranti che scappano da guerre, devastazioni ed epidemie. Anche noi privilegiati occidentali dobbiamo entrare in un altro ordine di idee. Il mondo cambia velocissimamente, molto più di quanto siamo capaci di immaginare, cambiano gli equilibri e pure noi, quindi, dovremo essere pronti a tutto questo».

Edoardo Bennato

Edoardo Bennato

Addentrandoci nei meandri del disco scopriamo una scrittura vivace, attuale, ispirata. Flussi di richiami blues americani vengono costantemente richiamati dalle chitarre di Scarpato e Porcelli, senza dimenticare Perrone e Duenas a completamento di una straordinaria band, da anni al fianco del  cantautore napoletano. Tra i brani più autentici del disco  spicca “A Napoli 55 è ‘a musica”: «Un brano che ha almeno 12 anni e che ho fatto credo in 18 versioni, poi ai tempi supplementari ho optato per questa perché l’album doveva uscire. Sono stato il primo a coniugare blues e dialetto napoletano, nel’76 con “Ma chi è” e continuo a farlo quando c’azzecc’ e in questo caso ci azzecca perché il brano parla della mia storia», ha raccontato l’artista commentando un talking blues che sintetizza il viaggio della speranza rock a Milano. Interessante anche l’artwork dell’album, realizzato dallo stesso Bennato, autore anche delle tele attualmente in mostra a EXPO col titolo “In Cammino”: «Le immagini ritraggono personaggi che avevo fotografato, venditori ambulanti che camminano incessantemente sulle nostre spiagge e sono emblematici di un’umanità che è in cammino da milioni di anni. Volevo rappresentare sia quest’umanità dolente, amara, che cerca via di scampo, sia il senso del cammino, di questo spostamento latitudinale, che ha comportato anche il cambiamento del colore della pelle e ha disegnato l’umanità di oggi. Tuttavia, a dispetto del colore della pelle, è innegabile che gli esseri umani abbiano tutti le stesse potenzialità fisiche e morali. Questo è il presupposto, che non è buonista, ma scientifico, con cui ho composto un pezzo come “Pronti a Salpare”. Nell’artwork dell’album sono presenti disegni che appartengono a un’altra mostra, che feci 10 anni fa a palazzo Durini, a Milano, assieme a Mimmo Rotella e rappresentano i profughi della guerra dei Balcani – ha aggiunto-  Chi acquisterà il disco su iTunes, poi, troverà anche un libretto realizzato da Loredana Nicosia».

Edoardo Bennato

Edoardo Bennato

Nel nuovo album Bennato lascia ovviamente ampio spazio alla politica ne “Il gran ballo della Leopolda”,  in cui i protagonisti sono Matteo Renzi e Pippo (Civati): «Sin dalla prima ora quello che faccio non è stato vidimato dal mondo della canzonetta ma dell’intellighenzia del nostro Paese. Il problema è: chi risolverà il tarlo dell’Italia, ossia il divario che c’è tra Treviso e Reggio Calabria? A noi in fondo cosa importa, facciamo solo canzonette noi», ironizza il rocker che, pur autodefinendosi un saltimbanco, finisce col dire sempre cose vere.  L’ascolto continua con “La mia città”, autentico ritratto di Napoli pubblicato nel 2011 come primo segnale dell’album. A seguire  “Il mio nome è Lucignolo”, scelto come anticipazione del musical “Burattino senza fili”, in scena dal 18 febbraio al Brancaccio di Roma. In due canzoni emerge l’amore mai sopito per la musica colta: “Non è bello ciò che è bello”: «Lo confesso, l’avevo scritto per Pavarotti. Ci frequentavamo, perché avevamo una casa nella stessa zona in Romagna. Luciano mi disse che gli scrivevano sempre canzoni tristi e mi chiese di scrivergli una canzone allegra, quindi nel viaggio di ritorno mi misi a scrivere e mi venne in mente questa frase “non è bello ciò che è bello”, con la melodia. Lui poi la provò anche, però quelli della Decca dissero che era una cosa troppo leggera e non gliela fecero fare». Particolare e sorniona “La calunnia è un venticello”, una delle canzoni migliori del disco in cui Bennato rilegge il testo scritto da Cesare Sterbini per l’omonima aria del “Barbiere di Siviglia” di Rossini dedicando sono strofe dedicate a Enzo Tortora e Mia Martini e, per estensione, a chiunque “sotto il pubblico flagello va a crepar”. Non ci rimane che goderci anche dal vivo questo nuovo riuscitissimo lavoro in cui Bennato dimostra, ancora una volta, di avere non solo molto da dire ma di riuscire a dirlo veramente bene.

Raffaella Sbrescia

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Video

TRACKLIST

Pronti a salpare
Io vorrei che per te
Povero amore
La calunnia è un venticello
Il mio nome è Lucignolo
A Napoli 55 è ‘a musica
Al gran ballo della Leopolda
È una macchina
Giro girotondo
Il mio sogno ricorrente
Niente da spartire
La mia città
Zero in condotta
Non è bello ciò che è bello

 

MTV World Stage: Mengoni nell’olimpo delle star. Spettacolare lo show dei Duran Duran

Marco Mengoni live @MTV World Stage -Piazza Duomo - Milano

Marco Mengoni live @MTV World Stage -Piazza Duomo – Milano

Con il grande evento dell’ MTV World Stage, penultimo atto di una scoppiettante MTV Music Week, Piazza Duomo a Milano è tornata a riempirsi di migliaia di persone, riunitesi per un indimenticabile concerto gratuito. Ad aprire le danze il rock dei freschi Santa Margaret. Subito dopo Ellie Goulding ha fatto scatenare la piazza con le sue hits più famose: Outside,Something in the Way You Move, On My Mind e l’immancabilela Love Like You Do. Nonostante un’ottima padronanza del palco ed una notevole performance coreografica, la Goulding delude le aspettative del pubblico a causa della resa di una voce non al massimo della condizione. Alle 21 arriva l’uomo del momento: Marco Mengoni (neovincitore del Best Italian Act e candidato al Best Worldwide Act agli MTV EMA 2015). L’artista sale sul palco con conseguente boato di applausi tra il pubblico. Il suo live inizia con “Guerriero”:  «Grazie a tutti voi, se sono qui stasera è grazie a voi! Su un palco internazionale come questo, adesso proverò a cantare un mio brano in un’altra lingua», spiega Marco. Si tratta di “Esseri umani”, una canzone che ha riscontrato un’impressionante onda di consensi e che, ascoltata in versione spagnola, si riveste di un’autorevolezza che coinvolge una nuova e più ampia fetta di pubblico. Un vero e proprio tuffo al cuore per chi segue Mengoni dall’inizio  della sua carriera. Sono stati infatti numerosissimi i fan accorsi da tutta Italia per essere al fianco di Marco  in occasione di un’avventura così importante, che rappresenta un nuovo deciso passo verso un successo sempre più grande. Emozionato, felice, disinvolto, sicuro ma soprattutto libero, Mengoni ha saputo mostrarsi in tutta la sua bravura e completezza artistica. La dimostrazione tangibile di questo ragionamento è la scelta di riportare in piazza il meraviglioso arrangiamento di “I got the fear”, lo stesso, se non ancora più elaborato, che l’artista aveva proposto durante il suo ultimo tour e  che aveva ottenuto l’unanime consenso della critica specializzata. Circondandosi di ottimi musicisti e una spettacolare sezione di fiati, Mengoni veleggia tra generi, richiami, influenze pop, jazz, funk senza mai rinunciare alla propria identità sempre più riconoscibile. A completare la sua live session in Duomo sono “Pronto a correre”, “l’Essenziale (cantata dai più grandi ai più piccini), il nuovissimo singolo “Ti ho voluto bene veramente” ed il tormentone estivo “Io ti aspetto” ( in una versione leggermente rivisitata). Una performance eccellente che lancia Marco Mengoni nell’olimpo delle stelle. Subito dopo l’esibizione del cantautore, la parte anteriore di Piazza Duomo si sfolla in maniera così eclatante da rendere il  fatto degno di menzione, a dimostrazione della radicata fidelizzazione della fanbase dell’artista.

Duran Duran live @MTV World Stage -Piazza Duomo - Milano

Duran Duran live @MTV World Stage -Piazza Duomo – Milano

La parte finale è naturalmente dedicata ai Duran Duran che, con il concerto di Milano, chiudono una settimana fitta di impegni promozionali. Il live dello storico gruppo si destreggia tra i colossali successi degli anni ’80 e le nuove canzoni contenute nell’ultimo album di inediti “Paper Gods”. Lo show è a dir poco spettacolare: Simon Le Bon coinvolge il pubblico dimostrando di essere in grande forma. E, se sulle note di “Wild Boys” lingue di fuoco infiammano il sottopalco, con l’arrivo di Mark Ronson per “Pressure Off”, un’esplosione di coriandoli sommerge il pubblico in festoso delirio. Il fulgido fascino degli eighties attecchisce su giovani e meno giovani, la dorata bellezza di un’elettronica morbida e sognante si spegne poco dopo le 23 lasciando l’incanto negli sguardi attoniti degli spettatori. La magica settimana di musica si concluderà questa sera per l’evento più atteso: gli Mtv Ema2015. Questa sera, infatti, al Forum di Assago ci sarà il main show che verrà seguito da ogni parte del pianeta. Ad esibirsi saranno Ed Sheeran, James Bay, Jess Glynne, Rudimental, twenty one pilots, Tori Kelly, Pharrell Williams, Macklemore & Ryan Lewis, Jason Derulo, Andrea Bocelli, Elie Goulding e Justin Bieber. Sempre stasera, sempre in piazza Duomo, in contemporanea con lo show di Assago,  ci saranno i live set dei dj Martin Garrix e Afrjoack e la band dei Twenty One Pilots.

Raffaella Sbrescia

Bugo presenta Arrivano i nostri: “Mi ritengo un’antenna di emozioni da trasmettere”

Web

Cristian Bugatti, in arte Bugo, torna in pista a 4 anni di distanza da “Nuovi rimedi per la miopia” con “Arrivano i nostri”, un ep che rilancia l’artista nelle nostre playlists con l’espressione di un messaggio che è frutto di un’esigenza comune:  fare squadra nell’affrontare i tempi che corrono. Disponibile in versione digitale dal 23 ottobre 2015, il lavoro, prodotto su  etichetta Carosello Records, rappresenta la prima parte di un progetto discografico che verrà completato nei prossimi mesi: «Ho tanti pezzi pronti ma mi andava di ripresentarmi nel modo più calmo e diretto possibile. Ho scelto di diversificare il mio rientro un po’ come si faceva negli anni ’60 quando si puntava molto sui singoli. Le canzoni le  ho scritte nell’ultimo anno, quando ero in India, anche se non ci sono diretti riferimenti alla mia permanenza lì. Avevo queste canzoni, ho chiamato Carosello e ho detto: “Ragazzi, ho dei pezzi fortissimi”. Tutti i brani sono stati  preprodotti  da me, poi sono stati registrati a Milano», spiega Bugo alla stampa.

Tema ricorrente del disco è la corsa, metafora del buttarsi nel mondo e darsi da fare per sentirsi ogni giorno più vivi nel  bel mezzo di un viaggio in progressione.  Si parte dal movimentato singolo “Vado ma non so”: «Questo brano è il manifesto di come sono e di come sarò. C’è dentro un desiderio di libertà, anche se la libertà è sempre una chimera. Questa canzone è molto seria per me perché la fuga, quando non hai una meta, contiene anche tanta solitudine. “Vado ma non so” è un brano che avrei potuto scrivere anche 15 anni fa. Forse adesso l’ho focalizzata meglio», continua. Il pezzo più significativo dell’ep è proprio la title-track: “Arrivano i nostri”: «Si tratta di un messaggio di attesa del momento in cui le cose miglioreranno. Come? Non lo so, ma già desiderarlo è qualcosa. La musica per me è sempre attesa e porta un messaggio positivo anche se le canzoni non cambiano il mondo. Questa è una frase che mi ricorda i film americani, quando l’esercito amico sta per intervenire. Esprimo il desiderio di far parte di una comunità che la vede un po’ come me. Il mio è un messaggio diretto a chi detiene le redini del potere, è il desiderio di farcela, di cambiare».

Bugo ph Mattia Zoppellaro

Bugo ph Mattia Zoppellaro

Lo sguardo sul mondo circostante si fa ancora più attento in “Tempi acidi”: «Il brano racconta il lato assurdo del vivere contemporaneo. Non ho inventato le cose che canto, le ho lette sul giornale e in rete! Questo è il lato acido dell’uomo. In questa canzone il basso di Enea Bardi tiene il ritmo e dà una cadenza acida che trasmette la frenesia che racconto nel testo». Sorprendente la visione onirica dell’amore ne “Nei tuoi sogni”: «Ragazzi, c’è poco da fare, mi emoziono sempre a parlare dell’amore! –continua- “Nei tuoi sogni” racconto di un amore a distanza. La prima versione di questo brano era molto più onirica, lenta, quasi una ninnananna, ma sentivo il bisogno di dare una ritmica che tenesse vivo tutto». “Sei la donna” è il brano più distante dagli altri, un pezzo in cui vediamo un Bugo diverso da quello che conosciamo: «Questa è una canzone d’amore inedita per come sono abituato a cantare. Mi sono immaginato una scena cinematografica in cui guardo una donna che si cambia. Le dico ‘stai lì, voglio guardarti perché sei bella’. Il senso del brano è più “maschio”, il mio modo di cantare doveva essere diverso ma non mi veniva! Musicalmente il pezzo esplode con l’assolo, su cui ho lavorato veramente a lungo. Sono molto fiero del risultato finale». Chiude il disco “Cosa ne pensi Sergio” in versione live: «Ho voluto fare un regalo a chi mi segue dal vivo riproponendo questo che è stato il primo singolo del disco. Mi piaceva dare qualcosa in più, in questo caso la versione live del brano. Credo molto nei live, datemi un palco e vedrete che ogni volta faccio le mie cose al massimo.  Ho un rapporto pacifico col mio passato – specifica Bugo –  Ogni canzone per me è importante, era vera quando l’ho scritta e lo rimane ancora oggi. Alcune sono venute meglio, altre meno ma certamente non sono nostalgico. La mia vita non mi ha mai permesso di sedermi. Non riesco a star tranquillo. Devo buttarmi, correre, darmi da fare. A proposito – conclude – Adesso c’è il tour! Con sette album alle spalle la scaletta sarà corposa. Sarà un live  molto energetico ma non mancheranno degli intimi momenti voce e pianoforte».

Raffaella Sbrescia

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Francesca Michielin si racconta in “di20″: l’album della svolta

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La strategia vincente alla fine è quella di non vedere la crescita come uno sradicamento progressivo, ma come un evolversi ogni giorno. Hegel affermava che la tesi, l’antitesi e la sintesi si succedono logicamente e ogni giorno è necessario contraddirsi. Penso che la forza degli artisti risieda proprio nel fatto di essere inquieti. D’Annunzio diceva “Ama il tuo sogno seppur ti tormenta”, la cosa che riesco a fare meglio, nonostante tutto, è la musica”. Sono queste le nuove inderogabili consapevolezze da cui Francesca Michielin parte per presentare “di20” (Sony Music), un album di inediti che arriva a tre anni di distanza dal disco d’esordio. Un lavoro importante, intimo, ben lavorato, arricchito dalla produzione artistica di Michele Canova Iorfida e che vanta le collaborazioni di Fortunato Zampaglione, Ermal Meta, Fausto Cogliati, Matteo Buzzanca, Federica Abbate, Colin Munroe, April Bender, Viktoria Hansen e Negin Djafari. Undici brani in cui Francesca mostra se stessa senza filtri ed è bello scoprire una giovane donna di grande intelligenza e di invidiabile maturità. «Mi sono concessa tre anni di esperimenti e collaborazioni. I dischi si fanno con calma, pensando, ragionando cogliendo l’istinto della scrittura. Finché non si capisce che cosa si vuol dire si può anche stare in silenzio. Non bisogna sovraesporsi», racconta la giovane cantautrice esponendo una filosofia in netta controtendenza con le logiche contemporanee.

«Questo album è un completo featuring con me stessa. “Di20” racconta molto di me, il mio percorso di crescita in musica, la mia visione della vita e del mondo che mi circonda. C’è stata anche una crisi, un continuo interrogare me stessa alla ricerca di qualcosa di vero da dire. Nel processo, di fatto, non ho distrutto niente di quello che ero all’inizio: nella sintesi c’è molta sincerità. In queste canzoni credo moltissimo e c’è molta coerenza. Dopo XFactor ho vissuto in maniera traumatica questo inizio, avevo paura. Mi sentivo cambiata, non capivo. Quando hai sedici anni qualsiasi cosa canti non sei credibile, a sedici anni di cosa puoi parlare? Pian piano ho imparato a scoprirmi e alla fine posso dire di essere contenta di aver iniziato così giovane, nessuno potrà dire fra un anno la Michielin è finita perché,  in realtà, ho una vita davanti per continuare a dimostrare musicalmente qualcosa», spiega Francesca, mostrandosi timida eppure risoluta nelle sue affermazioni di spessore.

Francesca Michielin live @ Unicredit Pavilion - Francesco Prandoni

Francesca Michielin live @ Unicredit Pavilion – Francesco Prandoni

«Per quanto riguarda il titolo e la copertina del disco abbiamo scelto “di20” per esprimere il concetto di diventare. Poi c’è l’icosaedro con venti facce, venti lati di me, che rappresentano le mie tappe da 0 a 20 anni. E’ un disco ricco di simboli, dall’occhio di “Battito di ciglia” al prisma di “L’amore esiste”. Le illustrazioni sono state realizzate da Anna Neudecker in arte LaBigotta». Parlando della lavorazione del disco Francesca ha spiegato: «Mi sono presentata a Michele Canova appena ventenne con le idee un po’ ribelli ma soprattutto con la paura dello scontro, invece ho trovato una persona meravigliosa. Lui ha abbracciato con entusiasmo questo progetto e mi ha lasciato molto spazio. Questo è un album in cui mi sono messa molto in gioco nei testi. Mi ha fatto crescere ancor più la voglia di fare questo mestiere. Ho scritto, e scrivo, brani sia in inglese sia in italiano (in verità amo molto anche il francese…) solamente perché alcuni pezzi suonano meglio in una lingua o nell’altra. Un caso particolare è il brano Almeno tu, che è nato in inglese e poi l’ho tradotto in italiano, e non è stato facile! La vera sfida è essere originali rimanendo comprensibili e vorrei sforzarmi a fare sempre più cose in italiano, che una lingua legnosa ma ricca e interessante. Questo disco è un featuring con me stessa, a me piace fare duetti perché ti permettono di crescere e ampliare la visione della musica ma voglio far conoscere anche quello che faccio e che ho fatto prima dei featuring. Non sono state inserite nell’album le versioni estese di “Cigno nero”, perché non ho ancora scritto il testo giusto e di “Magnifico”, di cui esiste invece una versione che sembra la risposta della ragazza a quello che canta Fedez nel suo brano.  Il disco si chiude con “25 febbraio”,  un pezzo molto complesso. Si tratta di una sorta di dialogo tra la me nella pancia della mia mamma e la Francesca di ora, un racconto tra la me stessa che deve nascere e quella che sono adesso», racconta Francesca lasciando intravvedere tutta la cura, l’impegno e la dedizione con cui ha lavorato ad un album di respiro internazionale e che mette in risalto la sua nuova maturità artistica.

Francesca Michielin live (scatto presente sulla pagina Facebook dell'artista)

Francesca Michielin live (scatto presente sulla pagina Facebook dell’artista)

Subito dopo l’incontro con la stampa, Francesca Michielin si è esibita in uno speciale concerto all’interno dell’Unicredit Pavilion di Piazza Gae Aulenti nell’ambito dell’MTV Music Week. In scaletta tutti i brani del nuovo disco ma anche i successi tratti dall’album d’esordio. Una prova live intensa, arricchita da un’acustica eccellente e da sontuosi arrangiamenti intrisi di suoni elettronici. Convincente dal punto di vista vocale, Francesca Michielin ha dimostrato di essere anche una brava musicista polistrumentista e siamo sicuri che nel corso del tempo potrà fare sempre meglio.

Raffaella Sbrescia

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Setlist

L’amore esiste
Battito di ciglia
Tutto questo vento
Almeno tu
Distratto
Io e te
Amazing
Honey Sun
25 febbraio
Sons And Daughters
Sola
Un cuore in due
DiVento
Lontano
Magnifico
Tutto quello che ho

Video: Lontano

Instore tour

francesca michielin cover instore

Selah Sue in concerto ai Magazzini Generali: grazia, energia e potenza per un live infuocato

Selah Sue

Selah Sue

Lo scorso 22 ottobre la cantante belga Selah Sue è tornata a Milano, questa volta ai Magazzini Generali, per uno straordinario concerto organizzato nell’ambito dell’MTV Music Week. L’intima ricercatezza delle sue canzoni di Selah, unita all’ appassionante e struggente fascino della sua potente vocalità, hanno reso il live un’esperienza davvero ricca e soddisfacente. Energica e femminile al contempo, Selah viaggia attraverso gli strati del soul e del reggae con grazia ed eleganza. Pronta ad incantare il pubblico italiano presentando dal vivo i brani del suo ultimo album “Reason”, uscito la scorsa primavera e stabile ai vertici delle classifiche in Belgio, Francia e Olanda, Selah spazia tra generi diversi  ignorando limiti ed etichette. Selah Sue sa smuovere i contenuti degli angoli più bui dell’anima con spontaneità e straordinaria efficacia, le sue parole sono dardi scoccati mirando direttamente al cuore,  la sua musica è balsamo per le orecchie. Passando dalle acustiche melodie di “Reason” e “I Won’t Go for More” fino alle sonorità hip hop della dichiarazione d’amore di “Toghether” al sinuoso ritmo di “Crazy Sufferin”, Selah si mette in gioco scardinando qualsiasi preconcetto e il risultato è di quelli che rimangono impressi nella mente.

 Raffaella Sbrescia

Setlist

Always home

Reson (acoustic)

Daddy

Black part

This world

Fyah

Break/Time

I won’t go for more

Sadness

Peace of mind

On the run

Alone

Raggamuffin

Together

Crazy Sufferin

Right where I want you

“Something in our way”: I Beatles e i Rolling Stones nel jazz di Danilo Rea.

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Venerdì  16 ottobre il pianista Danilo Rea ha inaugurato l’autunno musicale all’UniCredit Pavilion di Milano presentando “Somenthing in our way”” (Warner Music Italy). L’intero lavoro discografico è interamente dedicato alle pagine più belle del repertorio musicale dei Beatles e dei Rolling Stones ed il frutto di uno slancio emotivo molto intenso. Presentato al pubblico con un travolgente concerto in piano solo con il concerto intitolato “Across my universe: My Beatles, My Stones”,  il disco trova un originale compromesso tra due realtà musicali distanti attraverso l’abile capacità interpretativa ed improvvisativa di Rea che, in questo modo, supera di fatto un’eterna dicotomia. Dalla melodia di “Let it be”, all’appassionata “Angie”, passando per il ritmo di “Ob-la-dì Ob-la dà” e l’energia di “Jumpin’ Jack Flash”, Danilo Rea scompone, riarrangia e ricostruisce, fino a restituirci una musica ricca di nuove sfumature da cui lasciarsi coinvolgere. «Ogni disco è una sfida, un punto di arrivo di un periodo durante il quale maturo nuovi stimoli per  un inedito processo di improvvisazione. Un disco è qualcosa che rimane ed è per questo che reputo importante avere un messaggio ed un’identità precisa da trasmettere», ha spiegato Danilo Rea alla stampa durante la presentazione del disco.

Danilo Rea

Danilo Rea

«La prima cosa da ricercare è l’emozione poi arriva lo spunto melodico. Se la melodia mi emoziona mi dà uno stimolo. L’improvvisazione è una composizione estemporanea. Il linguaggio del jazz in alcuni casi è diventato standard ma io cerco di attingere a linguaggi diversificati. Nelle mie improvvisazioni emerge tutto il mio background. Il processo consiste nel lasciarsi ispirare da una melodia portandola agli estremi», ha raccontato Rea.

Danilo Rea

Danilo Rea

Aprendo una lunga digressione sullo stato attuale della musica l’artista ha dichiarato: «A volte l’errore più comune che viene fatto dai musicisti è quello di non cercare il proprio suono. Anche i Beatles e gli Stones si incontravano in studio per cercarlo. Il mio modo di affrontare le cose avviene attraverso la ricerca di un suono  personale. L’obiettivo, in questo album, è stato quello di raggiungere un’identità riconoscibile in qualcosa  che era già perfetto in partenza. Ho  lavorato per sottrazione trasformando lo svantaggio di non suonare con una band in un vantaggio – continua – La selezione è il frutto di un’onda emotiva,  nella tracklist ci sono brani melodici che hanno risposto al mio gusto personale ma anche ad una capacità di adattamento più facile. In tre giorni ho concluso le registrazioni, in tre pomeriggi ho suonato 40 brani per 4 ore di musica. In seguito ho scelto i brani che risultavano più  interessanti da suonare dal vivo, servivano onde dinamiche in grado di catturare l’attenzione del pubblico. Durante la selezione dei brani mi sono reso conto che c’erano dei brani irriproducibili (ad esempio Strawberry Fields Foreverdei Beatles). Le piccole imperfezioni sono uniche, creano un compromesso inalterabile. In ogni caso un musicista non deve mai perdere l’ingenuità sennò si perde il contatto con la freschezza e la comunicatività. Credo molto nella semplicità, per complicare c’è sempre tempo».

Raffaella Sbrescia

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“Something in our way” – la tracklist:
1. Let it be (Lennon/McCartney), 2. You can’t always get what you want (Jagger/Richards), 3. The long and winding road (McCartney), 4. Street of Love (Jagger/Richards), 5. Here comes the sun (Harrison), 6. Angie (Jagger/Richards), 7. And I Love her (Lennon/McCartney), 8. Jumpin’ Jack Flash (Jagger Richards), 9. Yesterday (Lennon/McCartney), 10. Lady Jane (Jagger/Richards), 11. You never give me your money (Lennon/McCartney), 12. Wild horses (Jagger/Richards), 13. Ob-la-dì Ob-la dà (Lennon/McCartney), 14. Paint it black (Jagger/Richards), 15. While my guitar gently weeps (Harrison), 16. As tears go by (Jagger/Richards/Oldham)

 

Suo.Na: in arrivo i concerti di Populous e Ghemon

Populous

Populous

Organizzata e prodotta da UfficioK, con il sostegno dell’assessorato al Turismo della Regione Campania (attraverso il PAC - Piano Azione e Coesione III), la rassegna itinerante “SUO.NA” porta in giro per le 5 province campane il meglio della musica indipendente e underground italiana. Il quarto appuntamento della rassegna  si terrà in Irpinia. Dopo i concerti di luglio con Roberto Angelini a Benevento e Gino Fastidio a Villammare (Salerno), il festival del 19 settembre a Napoli (Castel Sant’Elmo) con Marta sui Tubi, Levante, Colapesce, Drink to me, Iosonouncane, sabato 31 ottobre El Rancho del Tio ospiterà il live set di Populous (ore 22, ingresso gratuito), per una serata tra sonorità electro, world music,glitch e techno-pop. Musicista e producer nato e cresciuto tra i 90s e 00s in Salento, Andrea Mangia – in arte Populous – è un poliedrico artista, autore di jingle televisivi e colonne sonore cinematografiche, sound-designer per il web, musei e sfilate di moda: ha lavorato per Jc Penney, Vivienne Westwood, Wired e Kit Hung.

Ghemon

Ghemon

Il quinto appuntamento si terrà, invece, al Duel:Beat di Pozzuoli (Napoli), venerdì 6 novembre alle 22 con Ghemon. Il rapper e cantautore irpino presenterà live (ingresso gratuito) il suo ultimo album “Orchidee”, pubblicato per l’etichetta indipendente Macro Beats, lavoro che si muove tra melodie pop orecchiabili e sofisticate, supportate da trascinanti ritmiche soul, jazz e funk. Classe 1982 originario di Avellino, Gianluca Picariello in arte Ghemon è uno dei più talentuosi e apprezzati artisti hip hop italiani. Negli anni ha saputo rinnovare il suo personalissimo stile, caratterizzato da temi profondi e rime molto curate sotto l’aspetto lessicale, che fanno di lui un artista a meta tra un cantautore e un rapper: un caso quasi unico all’interno dello scenario rap tricolore. L’ultimo apputamento con Suo.Na avrà luogo il 20 novembre allo Smav di Santa Maria a Vico (Caserta) con Godbless Computers.

 

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