Doppio concerto nella serata di lunedì al Santa Giuliana per Umbria Jazz ’15 con Bad Plus, trio (Reid Anderson al contrabbasso, Etahn Iverson al piano e David King alla batteria) noto per le sue rivisitazioni di musica rock e pop in chiave jazz, tra le più entusiasmanti novità musicali degli ultimi anni, si unisce a Joshua Redman, tenorsassofonista, figlio d’arte (il padre era Dewey Redman, importante esponente del free jazz e collaboratore di Keith Jarrett) con una luna carriera alle sue spalle. Insieme presentano il disco “The Bad Plus Joshua Redman” uscito quest’anno, con pezzi originali dei quattro musicisti. Subito dopo il palco è dello Snarky Puppy, ensemble elettrico che rappresenta una delle realtà musicali più entusiasmanti degli ultimi anni, interprete di una musica con influenze R&B, funk e fusion, già ammirato a Umbria Jazz lo scorso luglio.
Umbria Jazz 2015 ph Roberta Gioberti
Altro grande protagonista di questa edizione di Umbria Jazz è Antonio Faraò, uno dei più affermati jazzisti italiani sulla scena internazionale, l’ artista dallo stile inconfondibile ha presentato al pubblico il nuovo lavoro di brani inediti, intitolato “Boundaries”, con impressionante energia e tecnica pianistica.
Dopo l’escursione nel terreno minato del quartetto d’archi e delle ambientazioni cameristiche del precedente lavoro per ECM (Mutations), risolta al solito brillantemente, Vijay Iyer ritorna allo storico trio acustico, con Stephan Crump e Marcus Gilmore, attivo da undici anni, qui al debutto per la prestigiosa etichetta bavarese, aggiunge ulteriori tasselli ad una personale interpretazione del piano trio che sembra aver raggiunto in Break Stuff una possibile quadratura del cerchio.
Photogallery a cura di: Roberta Gioberti ( inviata a Perugia)
Musica nel centro storico da mezzogiorno a tarda notte, a pagamento e gratuita, al chiuso e all’aperto, Umbria Jazz 15 entra nel vivo e l’atmosfera, già calda fin dalle prime battute, è, se possibile, ancora più pregna di magnetismo ed autentica emozione. Storia e contemporaneità mescolano il fascino antico e l’eleganza moderna attraverso le note e le opere di artisti tanto diversi tra loro quanto simili per l’accomunarsi di note e pensieri su pentagramma. Le strade di Perugia sono un continuo brulicare di volti, voci, strumenti ed è semplicemente magia. Angoli, scorci, vie, negozi, teatri, Chiese, l’Arena Santa Giuliana, Teatro Morlacchi, Piazza IV Novembre, Bottega del Vino, Giardini Carducci, Arena Santa Giuliana Restaurant Stage risplendono di rinnovata bellezza e, a noi, non rimane che goderne osservando ogni minimo dettaglio e ascoltando a cuore aperto.
Di seguito la photogallery a cura di : Roberta Gioberti (inviata a Perugia)
Gli scatti sono relativi ai live di Paolo Fresu & Funk Off e di Stefano Bollani in “Sheik Yer Zappa”
Umbria Jazz 15 ph Roberta Gioberti
Umbria Jazz 15 ph Roberta Gioberti
Umbria Jazz 15 ph Roberta Gioberti
Umbria Jazz 15 ph Roberta Gioberti
Umbria Jazz 15 ph Roberta Gioberti
Umbria Jazz 15 ph Roberta Gioberti
Umbria Jazz 15 ph Roberta Gioberti
Umbria Jazz 15 ph Roberta Gioberti
Umbria Jazz 15 ph Roberta Gioberti
Stefano Bollani @ Umbria Jazz 15 ph Roberta Gioberti
Stefano Bollani @ Umbria Jazz 15 ph Roberta Gioberti
Tutte le informazioni per reperire regolarmente i biglietti di UMBRIA JAZZ 15 sono consultabili sul sito ufficiale www.umbriajazz.com.
In una molle serata di inizio luglio, l’aria ferma ed afosa di Milano si anima di felici brusii di voci, cuori palpitanti e caldi rivoli di sudore. L’occasione è di quelle preziose: il concerto di Alessandro Mannarino a completamento del primo dei due Emergency Days ospitati dal CarroPonte di Milano. Decine di piccoli stand rimpinguano la cornice creata da centinaia di piccole bandiere in cui il rosso, colore del sangue e della resistenza, la fa da padrone. Alle 21.30 una pediatra, attiva da anni al fianco di Emergency, riassume gli obiettivi della raccolta fondi da destinare alla Sierra Leone poi è Alessandro Mannarino a districare l’affascinante giungla di corde che compone il nuovo asset di questo nuovo “Corde 2015″, il tour estivo dell’artista romano.
Pezzi di legno, pelle, corde si incastrano solleticano, accarezzano, dilaniano i sentimenti traducendo la più intima essenza dell’anima in suono. Le chitarre affidate a Tony Canto e Alessandro Chimienti contornano il contrabbasso suonato da Nicolò Pagani, affiancate dal violoncello, sega sonora, percussioni suonate da Francesco Arcuri e dalle seducenti ritmiche del percussionista e polistrumentista Daniele Leucci. Al violino, tamburo battente e cori la splendida Lavinia Mancusi che, dopo un crescente percorso artistico ed il successo dell’album “Semilla”, al fianco di Mannarino trova un pubblico nuovo e pronto ad applaudirla con sincera ammirazione.
Suoni vivi e potenti si librano nell’aria affollata di sapori, odori e umori contrastanti. La voglia di sogno e sublimazione del pensiero si alterna a quella del sordido divertimento caciarone. Il concerto si apre con la cavalcante intro “Osso di seppia”, la profondità semantica de “Le cose perdute”, la vibrante energia di “Rumba magica”. Il pubblico è carico ed elargisce vivaci cariche di entusiasmo, Mannarino accoglie l’energia e la somatizza attraverso un’intensa interpretazione di canzoni che, seppur frutto del suo stesso pugno, acquisiscono di volta in volta una forza ed una pregnanza sempre maggiore. Voci sottili, gravi, ispirate, stonate, alterate cantano sogni, speranze, ricordi, illusione e delusioni. Alessandro Mannarino raccoglie le emozioni e le riversa nelle dita, nella voce e nello sguardo fiero. Particolarmente intensa la coda sussurrata di “Deija”, la verità carnale di “Maddalena”, la spietata violenza di “Scendi giù”, la truce bestialità di “Malamor” e il sempiterno fascino del “Bar della Rabbia”.
“La vita è come na bottiglia che se scola”, canta l’artista romano, in “Statte zitta”, suscitando un silenzio riflessivo sulle note di “Serenata silenziosa”. “L’amore nero”, “Gente”, “Quando l’amore se ne va” rappresentano il filone dell’amore doloroso eppure il pubblico è un insieme d’anime dannate in una bolgia di lacrime e sudore. Dopo una breve pausa Mannarino rientra sul palco inserendo nella scarna scenografia lo striscione di protesta con su scritto “No Muos”: “Visto che sono state lasciate da sole dalla sinistra, tutte le resistenze italiane sono ben accette, spiega il cantautore mentre, un attimo dopo, richiama l’attenzione del pubblico per una comunicazione di servizio: “ Due cani sono stati lasciati in auto al chiuso, ecco il numero di targa, andateli a recuperare”. Sarà, ma a noi è metaforicamente sembrato che le due comunicazioni fossero in qualche modo connesse tra loro.
A seguire due canzoni defaticanti: “Le stelle”, brano impreziosito dal suono demiurgico e spirituale della sega sonora e “Signorina”: “Bevi vino, bevi pioggia, parla amaro hai perduto ciò che avevi di più caro nelle vene per un somaro”. “Tever Grand Hotel”, “Serenata lacrimosa”, “Gli animali” scandiscono i minuti dell’ultima parte di uno spettacolo totalizzante. Bellissima la scelta di cantare “Fatte bacià”: una preghiera d’amore fatta ai tempi della “Generazione Boh”. “Quello di Emergency è l’unico rosso presente in Italia, spiega poi l’artista, tornando a parlare e toccando temi delicati come quello dell’immigrazione e delle frontiere europee, ammonendo il pubblico: “Non pensate che la sinistra ci ritenga tutti uguali. In fondo loro sono cattolici e, in quanto tali, ritengono che chi è battezzato sia migliore di chi non lo è” chiosando a suon di note con la meravigliosa “Vivere la vita”.
Ad uno ad uno i musicisti lasciano il palco per poi rientrare con la veracità carnale di “Scetate Vajò”, “Me so m’briacato” e l’eterea bellezza filosofica di “Al monte”, brano che Mannarino sceglie per chiudere il concerto seguendo una precisa linea di pensiero. Una scelta apparentemente controcorrente che, lascia l’amaro nella bocca dei carnascialeschi fan del cantautore ma che, invece, sancisce in maniera tangibile la forza, la sensibilità e la coerenza artistica di uno degli ultimi poeti della canzone italiana.
“Concedetevi il lusso di pretendere di essere felici, cercate la felicità e godetevi l’amore che vi circonda; è un vostro diritto”. Questo il file rouge che Francesco Renga ha seguito lungo tutta la durata del concerto tenutosi lo scorso 10 luglio sul palco dell’Estathè Market Sound a Milano. Presente nella line up della rassegna fin dal primissimo annuncio, il cantautore si è esibito per due ore nell’ambito del suo #TempoRealeExtraTour, il naturale proseguo di un fortunatissimo tour che l’ha portato sui palchi di tutta Italia. Con una scaletta costellata di brani spesso autobiografici, impreziositi da energici arrangiamenti rock, l’artista non si è fermato nemmeno per un attimo. Accompagnato da Giorgio Secco e Stefano Brandoni alle chitarre, Enzo Messina alle tastiere, Fulvio Arnoldi chitarra e tastiere, Giorgio Cannarozzo al basso, Phil Mer alla batteria, il tenebroso e affascinante cantautore ha subito ammaliato la platea meneghina con “Un Giorno bellissimo”, “Favole”, “La tua bellezza”: amore scomodo, amore totalizzante, amore velenoso, amore profondo, amore, amore e ancora amore.
Francesco Renga incentra gran parte delle sue canzoni su un tema che, benchè trattato da secoli, riesce ancora a dire tanto, spesso troppo. Da “Vivendo adesso” a “Cambio direzione” passando per “Dove il mondo non c’è più”, “Come te” e “L’impossibile” Renga saltella sul palco con grinta, incita il pubblico con le braccia, scherza, sorride ed emoziona senza uscire dal contesto contemporaneo: “Questo che stiamo vivendo è un momento difficile per tutti; stasera cercheremo di rendervi felici e di farvi dimenticare, per un paio d’ore, i problemi di tutti i giorni. Quello che conta è essere felici e la felicità è una cosa che spesso facciamo fatica a riconoscere”. Il live prosegue con una cavalcata di canzoni: “Un lungo inverno”, “Ora vieni a vedere”, “Almeno un po’” “Dimenticarmi di te” ”Era una vita che ti stavo aspettando”, “Ci sarai”, “L’amore altrove” “Un’ora in più”. Il pubblico è caldo e Francesco sembra non voler lasciare il palco. Particolarmente intensi i bis con “Angelo”, “Meravigliosa (La Luna)” e “A un isolato da te” con tanto di pubblico in piedi sulle sedie per omaggiare il proprio beniamino e cantare all’unisono quelle che sono diventate pietre miliari all’interno della musica leggera italiana. Amore e felicità sono i dardi scagliati da Francesco Renga che, ancora una volta, fa breccia nei nostri cuori.
Chiara Civello live @ Castel Sant’Elmo ph Luigi Maffettone
Una location inimitabile, una voce da ricordare e canzoni che solcano la tradizione italiana toccando le corde del cuore. Questo e molto altro racchiude l’essenza del concerto che Chiara Civello ha tenuto lo scorso 9 luglio al Castel Sant’Elmo di Napoli insieme a Nicola Conte jazz Combo. Ad aprire la calda serata è la voce di Sara Carrasco con il suo omaggio a Pino Daniele. Poco dopo il palco di Piazza d’Armi si anima con le parole e le note di “Canzoni”, la raccolta di rivisitazioni di brani composti da grandi artisti della musica italiana e straniera, con l’aggiunta di splendidi tributi alla cinematografia. Bagaglio artistico, culturale e personale di Chiara Civello, canzoni che lei stessa“avrebbe voluto scrivere”.
Chiara Civello live @ Castel Sant’Elmo ph Luigi Maffettone
Reinventando, ricostruendo, trasformando questi brani, l’artista li ha fatti propri donando loro una nuova veste ed un’inedita chiave interpretativa. Stiamo parlando di pagine di musica che hanno segnato la discografia italiana: “Via con me”, “Io che non vivo senza te”, “Que me importa el mundo”, “Con una rosa”, “Va bene così”, “Io che amo solo te” e poi, ancora, “Incantevole”, ”Never never never”, “Senza fine”, “I mulini dei ricordi”, “Mentre tutto scorre”, “E penso a te”, “Resta”, “Metti una sera a cena”; questi i brani che Chiara ha interpretato con personalità e carisma lasciando per ultima una’appassionata interpretazione di “Arrivederci” di Mina, ulteriore tangibile testimonianza di grazia, eleganza e talento.
Photogallery a cura di: Luigi Maffettone
Chiara Civello live @ Castel Sant’Elmo ph Luigi Maffettone
Chiara Civello live @ Castel Sant’Elmo ph Luigi Maffettone
Chiara Civello live @ Castel Sant’Elmo ph Luigi Maffettone
Chiara Civello live @ Castel Sant’Elmo ph Luigi Maffettone
Chiara Civello live @ Castel Sant’Elmo ph Luigi Maffettone
Chiara Civello live @ Castel Sant’Elmo ph Luigi Maffettone
Chiara Civello live @ Castel Sant’Elmo ph Luigi Maffettone
Chiara Civello live @ Castel Sant’Elmo ph Luigi Maffettone
Chiara Civello live @ Castel Sant’Elmo ph Luigi Maffettone
Chiara Civello live @ Castel Sant’Elmo ph Luigi Maffettone
Chiara Civello live @ Castel Sant’Elmo ph Luigi Maffettone
Chiara Civello live @ Castel Sant’Elmo ph Luigi Maffettone
Chiara Civello live @ Castel Sant’Elmo ph Luigi Maffettone
Chiara Civello live @ Castel Sant’Elmo ph Luigi Maffettone
Marco Cappai, in arte Madh, è un giovane artista sardo che, a pochi mesi di distanza dalla sua partecipazione all’ultima edizione di X Factor, presenta “Madhitation”, un album che non solo segna il suo esordio discografico ma decreta, a tutti gli effetti, l’affermazione di un nuovo filone musicale in cui la parola chiave è contaminazione. A caratterizzare ogni singola traccia contenuta nell’album sono le ispirazioni musicali di cui Madh ha tratto l’essenza da connettere ai suoi testi decisamente eterei, astratti e concettuali. Muovendosi dal pop al rap, dall’Hip Hop al Reggae, dalla Drum and Bass alla Dancehall, Madh ha lavorato all’album in tempi ristretti senza, tuttavia, rinunciare alla ferma di intenzione di realizzare un lavoro di respiro internazionale. Aperto a mille interpretazioni e fluide immedesimazioni, “Madhitation” si presta ad un ascolto ludico e sorprendente. Melodie lineari e complesse si alternano ad intense incursioni di drum & bass finalizzate alla metaforizzazione di contrapposti stati d’animo. Durante l’incontro con la stampa, negli uffici Sony Music a Milano, Madh ci ha raccontato nel dettaglio le fasi di realizzazione di un lavoro che rappresenta soltanto il primo passo di un percorso artistico decisamente più articolato.
Durante la tua partecipazione ad X Factor ti sei distinto per la scelta di brani molto diversi tra loro, anche per genere. Potremmo considerare questo album come la continuazione di un percorso che avevi già intrapreso con “Experimental”?
Sì, già in quel periodo cominciavo a scrivere a prendere ispirazione da tanti generi diversi e ho mantenuto la voglia di contaminazione anche in questo album.
Come spieghi la presenza di tanti elementi di rimando al mondo e alla musica orientale?
Sono sempre stato affascinato dalla cultura orientale. Già durante i primi anni dell’adolescenza ho maturato una forte passione per il Giappone, sono un disegnatore, mi piace l’arte orientale e ho studiato lingua giapponese da autodidatta. Successivamente ho ampliato questa passione interfacciandomi anche con le altre culture orientali soprattutto quelle di Cina e India che rappresentano appieno il mio modo di pensare le cose. Mi piace il fatto che questa passione si rifletta all’interno della musica che creo.
Il discorso riguarda anche quello religioso?
Da poco più di due anni mi sono avvicinato al buddhismo anche se intendo questa religione più come una filosofia di vita. Non pratico, però molti aspetti di questa filosofia rappresentano il mio modo di pensare.
Recentemente sei tornato in Giappone e hai conosciuto anche Justin Bieber. Ci racconti questa esperienza?
Sono stato invitato a un evento organizzato da Calvin Klein a Hong Kong in qualità di influencer, in rappresentanza dell’Italia. Ho conosciuto diverse persone importanti tra cui anche Justin Bieber ma è stato un incontro molto veloce.
Madh ph. Iconize
Cosa è successo da X Factor ad oggi? Come hai lavorato al disco?
In verità non ho mai avuto una vera e propria pausa perché ho iniziato subito un club tour con 50 date da gennaio a maggio. In quei mesi non ho avuto tanto tempo per lavorare al disco, ho potuto lavorarci seriamente solo dopo la fine del club tour, da maggio a giugno. Al suo interno ci sono brani che avevo già scritto prima di X Factor, parte dell’album era già stata scritta però ho rivisitato tutto. A mettermi pressione sono state le tempistiche di realizzazione perché chiudere 13 tracce in 2 mesi non è stato semplice, soprattutto visto il gran numero di collaborazioni presenti.
Come mai i featuring inseriti sono tutti con artisti sardi?
Una delle motivazioni principali è sicuramente la mancanza di tempo sufficiente. Avrei ugualmente ingaggiato questi artisti ma, con più tempo a disposizione, forse avrei potuto lavorare anche con persone non sarde. In ogni caso penso che la Sardegna sia molto valida a livello musicale e ho scelto coloro che secondo me potevano dare un tocco di originalità all’album.
Fedez è supervisore artistico del disco.
Sì ma non mi ha mai imposto nulla, mi ha lasciato esprimere al 100%, così come successo all’interno del talent, d’altronde. Devo molto a lui perché tra l’altro mi sta aiutando a promuovere il mio progetto ove e quando possibile. Di questo progetto ha sentito tutto e, anche se lui appartiene a un ambito musicale molto diverso dal mio, è interessato a tantissimi altri generi. Mi dà sempre molti consigli, primo tra tutti quello di scrivere sempre a prescindere dal giudizio degli altri.
Qual è il tuo sogno in questo momento?
Vorrei condividere la mia arte con il resto del mondo. Proprio ad Hong Kong ho fatto ascoltare parte del materiale a un po’ di persone e nessuno credeva fosse stato prodotto in Italia. Non rinnego di essere italiano ma ciò che voglio fare si addice di più al mercato internazionale, quindi spero di promuovere l’album anche al di fuori dell’Italia
A quale target di pubblico si rivolge la tua musica?
Sui miei social noto la presenza di persone di diverse fasce d’età. Non credo di avere un target univoco, sono più i giovani a seguirmi, senza dubbio, ma penso che anche gli adulti possano essere interessati a ciò che propongo.
Madh durante l’incontro con la stampa a Milano
Per diversi brani mi sono affidato al mio produttore storico Mitch (Michele Figus, ndr) che aveva già lavorato con me all’EP del 2013 Experimental. Ho scelto di essere affiancato da Mitch perché è con lui che ho iniziato a fare musica e mi capisce artisticamente. La cosa più bella di questo disco è che ho fatto quello che volevo realmente fare.
A cosa leghi la scelta di aver voluto inserire nell’album anche un brano in italiano?
“Vai”nasce da una sfida personale: non avendo mai proposto al pubblico un pezzo in italiano volevo ci fosse. Scrivere in italiano è molto più complicato rispetto all’inglese sia a livello di metrica sia per quel che riguarda il dare un senso a ciò che si dice, soprattutto per me che ho una scrittura decisamente astratta. Sono abbastanza soddisfatto del risultato ma per adesso non ho in mente di realizzare un disco completamente in italiano.
Stupisce, ed è stata spesso oggetto di critiche, la tua singolare pronuncia inglese…
La mia passione per l’inglese è nata durante il percorso scolastico, ma non ho mai seguito corsi specifici, sono un autodidatta. Mi è capitato di svegliarmi pensando in inglese a volte, è la lingua con cui mi esprimo meglio. La mia pronuncia nasce dalla contaminazione. I miei ascolti partono dal british soul, in particolare Amy Winehouse, una musa per me, passando poi per l’elettronica, il reggae. Il mio accento è un mix fra quello british e quello giamaicano, ma ci tengo a sottolineare che non sono un’eccezione, ci sono molti artisti che ascolto che fanno il mio stesso lavoro sulla lingua. Voglio che il mio inglese si faccia notare, voglio che si capisca che sono io a pronunciarlo.
In “Triangle” due flussi contrapposti completano un concetto unico…come ti è venuta questa idea?
Ho unito due generi distanti seguendo l’idea di un processo compensativo. Nel caso specifico di questo brano la parte iniziale è molto più calma e rilassata: l’obiettivo è capire cosa sono e dove voglio arrivare. Nella seconda parte il brano si evolve fino ad arrivare alla drum & bass, che rappresenta la propria realizzazione individuale .
Come mai hai inserito nel disco due versioni di “Sayonara”?
Ho inteso “Sayonara” come l’inizio di qualcosa, in quanto inedito di lancio. Visto che si tratta del brano rimasto maggiornamente impresso nella mente del pubblico, ho voluto realizzarne una versione acustica perchè molti non ne hanno inteso il senso. Se ascoltato con un altro mood, è più facile percepirne il più profondo significato.
Che farai nell’estate 2015? Parto con gli instore. Poi ho date ad agosto e punto a un club tour invernale.
CarroPonte come Indianapolis per l’unica data italiana del leggendario cantautore statunitense John Hiatt. Sangue, sudore e passione strabordano dalle corde di chitarre che hanno girato il mondo per raccontare storie dal fascino eterno. Sessant’uno anni di vita e ventidue dischi in carriera fanno di Hiatt e della sua penna un punto di riferimento per sognatori di tutte le età. La fascinazione insita nelle terre country bluesy a lui tanto care detiene un ampio margine di ricoscimento universale. In scaletta i successi storici, spesso rivisitati dalle più grandi leggende musicali al mondo, ma anche i brani contenuti nell’ultimo “Terms of my surrender”, la tangibile testimonianza di una passione che va oltre il tempo e le convenzioni. Accompagnato da The Combo, ensemble composto da Doug Lancio (chitarra, banjo e mandolino), Nathan Gehri (basso), Kenneth Blevins (batteria) e John Coleman (tastiere), Hiatt dimostra di essere davvero in ottima forma.
La sua voce, graffiata e sottile arrotola storie, pensieri, gioie e guai mentre è la sua chitarra a dirci tutto quello che le parole non possono. Flussi di riff, ballate strappacuore e raffinati pezzi blues colorano ogni attimo di una notte speciale: Perfectly good Guitar, Detroit Made, Let’s give this away, Face of God, Real fine love e, ancora, Tennessee Plates, Crossing muddy waters, Cry Love, Long time comin’, I want your love inside of me sono solo alcune delle canzoni che fondono pezzi di storia Americana e frammenti di vita vissuta. Lacrime e cicatrici, segni sul cuore e nella mente che, riportati alla luce, librano il bruciore del ricordo e la calda emozione che altera il flusso del sangue in circolo ed inumidisce gli occhi, troppo spesso inariditi dall’insipido tran tran quotidiano. Grazie John.
Ancora una manciata di giorni e poi sarà la volta degli Emergency Days, la grande manifestazione in cui Emergency incontra la città di Milano per promuovere i propri programmi umanitari in Italia e all’estero. Quest’anno i festeggiamenti si terranno al Carroponte di Sesto San Giovanni con una due giorni davvero molto intensa. Gli eventi di punta saranno il concerto di Alessandro Mannarino“Corde 2015” e lo spettacolo teatrale di Ascanio Celestini “Racconti d’estate – fiabe per adulti che volevano essere bambini cattivi”.
Ci saranno naturalmente anche tante altre attività come la biciclettata che attraverserà i luoghi della resistenza, una grande corsa serale a cura dell’Associazione a Piede Libero. Non mancheranno le attività rivolte ai più piccini in uno spazio attrezzato, dalla clowneria ai gonfiabili e diversi tornei. Spazio anche gli approfondimenti con la conferenza intitolata “Spezzare il circolo della Guerra” con relatori Francesco Vignarca della Rete Italiana Disarmo e Chicco Elia di Emergency. Saranno presenti anche i banchetti informativi e di raccolta fondi per sostenere gli interventi di Emergency che, nel caso specifico di questa iniziativa, saranno destinati ai progetti di Emergency in Sierra Leone
Il programma:
SABATO 11 LUGLIO
10.00: Corsa non competitiva “Memorial Franco Ganzaroli”.
11.00: Mr Bloom on the street. Spettacolo di Antonio Brugnano, mimo attore, clown.
12.00 – 17.30: Area ristoro.
14.30: “Bike Tour” al Parco Nord con visite guidate presso i luoghi della Resistenza Sestese.
18.00: “Draghi Volanti”, spettacolo a cura di Teatro in scatola.
21.30: @ Mannarino per EMERGENCY @ CarroPonte Sesto San Giovanni - EMERGENCY Days 2015
DOMENICA 12 LUGLIO
9.30 – 11.30: Fit Walking.
10.00: “Do you speak bau”: impariamo a conoscere i cani giocando.
10.00: 3° Torneo di Green Volley Solidale.
12.00 – 17.30: Area ristoro.
18.00: Ludobus, ludoteca itinerante a cura dell’associazione “Il Tarlo”.
18.00: “Spezzare il circolo della guerra”: conferenza con Francesco Vignarca (Rete Italiana per il Disarmo) e Chicco Elia (EMERGENCY).
21.00: Estrazione premi della lotteria.
21.30: Ascanio Celestini per EMERGENCY @ CarroPonte Sesto San Giovanni - EMERGENCY Days 2015
Sia sabato che domenica, inoltre:
– 1914 – 1918 – Cento anni di guerra, la nuova mostra di Corvo Rosso dedicata alla Grande Guerra (e a quelle che ne sono seguite),
– Vermi di Rouge presenta “Dis(d)egnare la guerra”,
– gonfiabili, scacchi giganti, palloncini, truccabimbi e tanta magia con i ClownS on The Bus, biliardino, mostra fotografica a cura del Circolo Fotografico “Lo Scatto”, vendita vintage, gadget di EMERGENCY, punto RID, informazioni…
I fondi raccolti saranno destinati ai progetti di EMERGENCY in Sierra Leone (per saperne di più: http://goo.gl/u6OV3x).
Si tiene in Piemonte – a Fossano (CN) – il nuovo festival a-cappella italiano, già alla seconda edizione dopo il debutto “tutto esaurito” del 2014. Vocalmente vive nel suggestivo scenario del Castello degli Acaia, la cittadella medievale che si proietta nel futuro della musica corale – quello del genere a cappella contemporaneo – ospitando uno dei più vivaci festival tematici della scena internazionale. Organizzato dalla Fondazione Fossano Musica, con il supporto di Maina Panettoni, Fondazione C.R. Fossano, Associazione Terre dei Savoia e il patrocinio del Comune di Fossano e Regione Piemonte, Vocalmente è anche offerta didattica; dal 27 al 30 Agosto 2015, negli spazi del festival, verrà ospitato il LEVELELEVEN camp, un percorso formativo condotto dal super-gruppo vocale formato dall’unione di due delle formazioni simbolo dell’ a cappella contemporaneo nel mondo: gli svedesi The Real Group e i finlandesi Rajaton. Con la direzione artistica del cantante e beatboxer tedesco Tobias Hug, VOCALMENTE si propone fra le tappe obbligate della scena a cappella internazionale.
Tanti anche gli eventi gratuiti, occasione per gli emergenti di questo genere ormai così popolare di esibirsi di fronte a un pubblico di amatori ed esperti: Singers’ Corner – disseminati per la città e riconoscibili grazie a cartellonistica speciale, sono dedicati all’esibizione di chi vorrà cantare spontaneamente offrendo ai passanti un’esperienza in musica completamente estemporanea. (Tempo massimo di utilizzo: 25 minuti). Open Stage – Spazi organizzati con amplificazione dedicati alle formazioni vocali che vorranno candidarsi ad esibirsi, a titolo gratuito, per un tempo massimo di 45 minuti.
Per candidarsi agli open stage: info@vocalmente.net Jam Session – dopo ogni concerto, l’occasione per studenti, amatori e artisti di cantare insieme senza filtri di genere, età o livello professionale.
I concerti vedranno la partecipazione di alcune delle formazioni più rappresentative del genere a cappella nel mondo:
27 Agosto 2015 VOXES – 19 elementi che propongono brani pop, rock e jazz arrangiati per 4 o 8 voci. ORCHESTRA VOCALE DEI NUMERI PRIMI – di origine salernitana, l’Orchestra è composta da 31 elementi che presentano un repertorio principalmente attinto dal pop italiano. http://www.vocalmente.net/it/concerti/voxes/ Ingresso Libero – piazza Castello, Fossano
28 Agosto 2015 FORK – dalla Finlandia, teatro, cabaret, danza e giochi di luci per uno spettacolo a cappella decisamente anti-convenzionale http://www.vocalmente.net/it/concerti/fork/ Ingresso: 15 euro – Teatro “i Portici” via Roma 74, Fossano
29 Agosto 2015 LEVELELEVEN – nati dalla fusione di due gruppi di culto nel mondo a cappella, The Real Group e Rajaton, i LEVELELEVEN provengono rispettivamente dalla Svezia e dalla Finlandia, territori di riferimento per tutta la comunità contemporanea del genere vocale. Sono i docenti del camp di VOCALMENTE. http://www.vocalmente.net/it/concerti/leveleleven/ Ingresso: 25 euro – Teatro “i Portici” via Roma 74, Fossano
30 Agosto 2015 NERI PER CASO – sicuramente il gruppo più rappresentativo del genere a cappella in Italia, i “Neri” si presentano con la formazione più recente, quella con Moris Pradella che sostituisce il membro storico Diego Caravano http://www.vocalmente.net/it/concerti/neri-per-caso/ Ingresso: 20 euro – Teatro “i Portici” via Roma 74, Fossano
Organizzato dalla giovane associazione culturale “Percussion Time” in collaborazione con il comune di Montebello della Battaglia e di tantissimi sponsor che hanno creduto nel progetto, l’”International Percussion Competition” è la seconda edizione di una manifestazione dedicata interamente al mondo delle percussioni che si terrà dall’8 al 12 luglio presso “Villa Lomellini” (via Cavour 3/5) a Montebello della Battaglia. Composta da un concorso musicale e da cinque diverse master class aperte anche ai non iscritti (tenute da noti musicisti italiani ed internazionali come Gert Mortensen, Israel Varela, Dario Savron, Ruud Wiener, Simone Rubino, Lele Melotti, Andrea Dulbecco ed Emmanuel Sèjournè), è un’iniziativa molto ampia ideata dal percussionista jazz (e insegnante al conservatorio “Lucio Campiani” di Mantova) Loris Stefanuto.
L’idea è quella di valorizzare i talenti presenti sul territorio italiano e nel panorama internazionale dando spazio a tutti i linguaggi musicali, a tutte le formazioni e a tutti gli strumenti che compongono la numerosa famiglia delle percussioni: «Quello che sono riuscito a realizzare per la prima volta l’anno scorso e che ripropongo quest’anno in una veste leggermente diversa- ha spiegato Stefanuto, che è anche direttore artistico della manifestazione- è in realtà qualcosa che ho sempre avuto in mente di fare, un progetto che è maturato in tanti anni di insegnamento: il mio obiettivo era fare qualcosa per tutti coloro (ragazzi e adulti fino ai 38 anni, diplomati e non diplomati, professionisti e non professionisti) che si dedicano quotidianamente allo studio delle percussioni con una passione e un impegno che credo meritino di essere riconosciuti». Ad aver aderito alla seconda edizione del concorso sono stati più di cento musicisti provenienti da tutta Europa (Polonia, Lituania, Finlandia, Grecia, Romania, Russia, Turchia, Spagna, Inghilterra) e persino da Giappone, Cina, Messico, Uzbekistan, Thailandia e Srilanka, i quali si sono sfidati divisi per età (Talent Scout, Junior, Senior) all’interno delle categorie Batteria, Vibrafono, Marimba, Tamburo e Gruppi per aggiudicarsi le ricche borse di studio in palio.
Quest’anno i premi vanno dai 3000 euro per il primo classificato nella sezione batteria, ai 2000 euro per il primo dei gruppi fino agli 800 per marimba e vibrafono e ai 500 per multipercussioni e tamburo. Oltre alle borse di studio, i vincitori potranno aggiudicarsi anche gli strumenti musicali offerti dai numerosissimi sponsor.
Le iscrizioni all’edizione 2015 si concluderanno il 31 maggio. La giuria di ogni sezione è composta da un presidente e due percussionisti, tra cui sono presenti tutti i maestri delle master class insieme a Giorgio Di Tullio, Danilo Grassi, Mike Quinn e Paolo Pasqualin.
Previsti, nell’ambito del concorso, anche diversi concerti: giovedi 9 luglio alle 21.30 si esibirà Simone Rubino (vincitore dell’ultima edizione del Concorso Internazionale di Monaco) e venerdi 10 luglio alla stessa ora toccherà all’olandese Ruud Wiener e al francese Emmanuel Séjourné. Sabato 11 sarà invece la volta di Dario Savron e Gert Mortensen (direttamente dalla Danimarca).
Il concerto di premiazione dei vincitori della seconda edizione dell’International Percussion Competition si terrà domenica 12 luglio alle 21.
La partecipazione al concorso e alle master class è a pagamento (in allegato tutte le informazioni).
Tutti gli appuntamenti si terranno a Villa Lomellini. In caso di maltempo i concerti si effettueranno presso il Teatro “Società operaia” di Montebello.
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