L’universo culturale di Peppe Barra sul palco del Teatro Totò di Napoli con “Ci vediamo poco fa”

Peppe Barra -  Ci vediamo poco fa Ph Luigi Maffettone

Peppe Barra – Ci vediamo poco fa Ph Luigi Maffettone

Napoli ha ancora voglia di lasciarsi cullare dalla poesia, crescere respirando il profumo della cultura, prosperare lungo le strade della libertà artistica. Lo sa bene Peppe Barra, un artista che conosce a fondo pregi e difetti di una città così peculiare. Con il suo concerto- recital intitolato “Ci vediamo poco fa”, in scena al Teatro Toto’ di Napoli, l’artista ha cantato  e giocato con il pubblico attirandolo nel “suo mondo artistico fatto di follia, poesia, malinconia, ironia graffiante, estro e divertimento, per farci scoprire le canzoni degli autori che più ha amato”. Con un repertorio  incentrato sia su canzoni classiche  che moderne, Barra ha alternato monologhi, parodie e canzoni fino al gran finale di voce e pianoforte. Comico, grottesco, divertente, malinconico, dirompente e vivace, l’artista si mostra senza filtri,  contamina suoni e stili e lo fà, con tutta la sua energia travolgente, accompagnato da Paolo Del Vecchio alle chitarre, Ivan Lacagnina alle percussioni, Sasà Pelosi al basso acustico, Luca Urciuolo alla tastiera e alla fisarmonica, Giorgio Mellone al violoncello e Alessandro De Carolis al flauto.

Peppe Barra -  Ci vediamo poco fa Ph Luigi Maffettone

Peppe Barra – Ci vediamo poco fa Ph Luigi Maffettone

A tracciare le linee guida dello show, una serie di omaggi ad alcuni degli autori più amati da Barra. Tra tutti segnaliamo: Enzo Gragnaniello, Bob Marley, Renato Carosone, Raffaele Viviani, Pino Daniele, Giambattista Basile, Giorgio Gaber, Salvatore Di Giacomo. Per chiudere il suo viaggio culturale, Barra sceglie un brano particolarmente intenso e significativo “Tammurriata nera” di E. A. Mario e NicolardI: un grido di dolore, angoscia e rabbia che,  accostato al duplice omaggio a sua madre Concetta e ad Eduardo De Filippo con “Uocchie c’arraggiunate” di Fieni, sancisce la degna conclusione di un percorso musicale difficile ma di grande bellezza.

Photogallery a cura di: Luigi Maffettone

Peppe Barra -  Ci vediamo poco fa Ph Luigi Maffettone

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Peppe Barra – Ci vediamo poco fa Ph Luigi Maffettone

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Peppe Barra – Ci vediamo poco fa Ph Luigi Maffettone

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Peppe Barra – Ci vediamo poco fa Ph Luigi Maffettone

Peppe Barra -  Ci vediamo poco fa Ph Luigi Maffettone

Peppe Barra – Ci vediamo poco fa Ph Luigi Maffettone

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Peppe Barra – Ci vediamo poco fa Ph Luigi Maffettone

Peppe Barra -  Ci vediamo poco fa Ph Luigi Maffettone

Peppe Barra – Ci vediamo poco fa Ph Luigi Maffettone

Peppe Barra -  Ci vediamo poco fa Ph Luigi Maffettone

Peppe Barra – Ci vediamo poco fa Ph Luigi Maffettone

Peppe Barra -  Ci vediamo poco fa Ph Luigi Maffettone

Peppe Barra – Ci vediamo poco fa Ph Luigi Maffettone

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Peppe Barra – Ci vediamo poco fa Ph Luigi Maffettone

Peppe Barra -  Ci vediamo poco fa Ph Luigi Maffettone

Peppe Barra – Ci vediamo poco fa Ph Luigi Maffettone

Mengoni live 2015: cronaca di una festa tecnologica eppure autenticamente umana

Marco Mengoni live @ Palapartenope Ph Luigi Maffettone

Marco Mengoni live @ Palapartenope Ph Luigi Maffettone

Il “Mengoni Live 2015″ è appena iniziato eppure fiumi di parole stanno già scorrendo da giorni per elogiarne bellezza, forma e contenuti. Marco Mengoni si conferma artista a tutto tondo con un concerto spettacolare, in grado di travolgere quello stesso Forum di Assago che lo accolse anche quando, nell’ormai lontano 2011, il cantautore cominciava ad affacciarsi sulla scena musicale italiana. Da allora ad oggi Mengoni ha saputo posizionare nel modo più giusto le tante tessere del suo pregiato mosaico vocale ed il risultato rispecchia appieno la grande versatilità della sua magica voce. Gremito in ogni ordine di posto ed incandescente, sia in senso metafisico che letterale, il Mediolanum Forum ha assistito allo svolgersi di una grande festa in cui l’autentico e reciproco affetto tra l’artista ed il suo pubblico hanno creato una catartica parentesi della durata di due ore.

Marco Mengoni live @ Palapartenope ph Luigi Maffettone

Con una lunga scaletta, composta da ben 22 brani, Marco ha ripercorso la propria discografia, più e meno recente, stravolgendo quelli che erano stati i cavalli di battaglia degli esordi e restituendo nuovo lustro ai brani  di“Parole in circolo”, già doppio disco di platino. “Credo in chi non ha ancora una strada, non credo in chi le strade le distrugge. Non credo agli eroi, alla perfezione, agli sconti, ma credo al sogno, alla fatica, alle conquiste. Credo in chi lotta per i diritti degli altri”, dice Marco, in una nota preregistrata. Parlando proprio di conquiste, quella più grande per Mengoni è stata quella di una solida credibilità, frutto di un lavoro attento e meticoloso. Audace, coraggioso, futuristico e adrenalinico, così si presenta il nuovo show ideato da Mengoni per travolgere il proprio fedelissimo esercito, pronto a sostenerlo e a circondarlo di affetto in ogni singola circostanza.

Marco Mengoni live @ Palapartenope ph Luigi Maffettone

Marco Mengoni live @ Palapartenope ph Luigi Maffettone

La festa di Mengoni al Forum  si apre subito con un brano di forte impatto emotivo quale è “Guerriero”. Il palco – di 200 mq – disegnato dallo stesso artista, sposa eleganza ed innovazione confermando uno stile ricercato ed essenziale al contempo. “Non me ne accorgo”, “Se sei come sei”, “Pronto a correre”, “Invincibile” scorrono via veloci, caricando, emozionando, smuovendo il pubblico a partire dalle viscere. L’emozione di chi segue Marco dagli esordi si fa incontenibile sulle note della controversa  “Dove Si Vola”, una canzone che il cantautore ha voluto ricantare, a sorpresa, stravolgendone l’arrangiamento in una chiave che, pur regalando nuove suggestioni, non cancella il fascino di parole che legano i ricordi gli uni agli altri, come i titoli di una preziosa raccolta di racconti.  A riempire gli occhi ci pensa anche l’innovativa applicazione per smartphone che, grazie alla sezione “Live”, si collega alla musica nel palazzetto e fa illuminare tutti i telefonini nello stesso modo, a tempo di musica.

Marco Mengoni live @ Palapartenope ph Luigi Maffettone

Marco Mengoni live @ Palapartenope ph Luigi Maffettone

Non solo tecnologia ma anche tanti strumenti, quelli dei 9 musicisti, fra cui un’indovinatissima sezione fiati di tre elementi, diretti dal pianista Gianluca Ballarin, in grado di spaziare tra moderno pop elettronico, sonorità acustiche di pianoforte e chitarra per l’introduzione delle ballate e la classica old black music. Particolarmente coinvolgente la peculiare versione di “Llorona”, frutto della passione di Marco per il Messico ed il mondo latino, perfetta per introdurre “Solo”, uno dei brani, che, ad oggi, rimane uno dei più intensi della discografia di Mengoni. Fascinosa e suadente anche la nuova veste de “La valle dei re”, arricchita da una sublime coda strumentale e dall’assolo alla chitarra di Peter Cornacchia, senza trascurare la forza emotiva della vincente accoppiata composta da “20 Sigarette” e “Natale senza regali”. La svolta del concerto e, più in generale, della carriera di Marco è racchiusa nel geniale mash up di “I got the fear”: un momento di puro godimento. Una miscela musicale brillante, effervescente, tutta da ballare.

Marco Mengoni live @ Palapartenope ph Luigi Maffettone

Marco Mengoni live @ Palapartenope ph Luigi Maffettone

Il continuo saliscendi di emozioni offerte da Marco non conosce soste e, col sopraggiungere di “Esseri umani”, cantata su una poltrona issata a 3 metri d’altezza, e de “La neve prima che cada”, le lacrime di commozione arrivano calde e spontanee. Il momento videogioco   con Supermario, “Stanco” e l’energia di “Una parola” stemperano per un attimo la tensione ma con “l’Essenziale”, ormai grande classico di Mengoni, undicimila anime si uniscono  per cantare a squarciagola quello che  è ormai il manifesto mengoniano. Per il gran finale Marco sceglie l’intensità romantica di “ In Un Giorno Qualunque” e  l’ esplosiva energia di “Io Ti Aspetto” per sigillare col sorriso una festa a cui si vorrebbe avere il piacere e la fortuna di partecipare ben più di una volta sola.

Raffaella Sbrescia

Photogallery a cura di: Luigi Maffettone

Marco Mengoni live @ Palapartenope ph Luigi Maffettone

Marco Mengoni live @ Palapartenope ph Luigi Maffettone

 

Marco Mengoni live @ Palapartenope ph Luigi Maffettone

Marco Mengoni live @ Palapartenope ph Luigi Maffettone

Marco Mengoni live @ Palapartenope ph Luigi Maffettone

Marco Mengoni live @ Palapartenope ph Luigi Maffettone

Marco Mengoni live @ Palapartenope ph Luigi Maffettone

Marco Mengoni live @ Palapartenope ph Luigi Maffettone

Marco Mengoni live @ Palapartenope ph Luigi Maffettone

Marco Mengoni live @ Palapartenope ph Luigi Maffettone

Marco Mengoni live @ Palapartenope ph Luigi Maffettone

Marco Mengoni live @ Palapartenope ph Luigi Maffettone

Marco Mengoni live @ Palapartenope ph Luigi Maffettone

Marco Mengoni live @ Palapartenope ph Luigi Maffettone

Marco Mengoni live @ Palapartenope ph Luigi Maffettone

Marco Mengoni live @ Palapartenope ph Luigi Maffettone

Marco Mengoni live @ Palapartenope ph Luigi Maffettone

Marco Mengoni live @ Palapartenope ph Luigi Maffettone

Luciano Ligabue: Campovolo – La Festa 2015. L’artista annuncia i festeggiamenti per i suoi 25 anni di carriera a Reggio Emilia

Luciano Ligabue @ Campovolo - Reggio Emilia ph Francesco Prandoni

Luciano Ligabue @ Campovolo – Reggio Emilia ph Francesco Prandoni

Luciano Ligabue festeggia 25 avventurosi, inaspettati, appaganti anni di carriera invitando 300 giornalisti da tutta Italia sulla pista di atterraggio di Campovolo, a Reggio Emilia, per annunciare  ‘Campovolo – La festa 2015′, un concerto mastodontico, della durata di 5 ore, in cui verranno celebrati i 25 anni di “Ligabue”, i 20 anni di “Buon compleanno Elvis” e i 10 anni dal primo appuntamento di Campovolo, quando più di 150 mila persone si ritrovarono a dar vita al più grande concerto che, ad oggi, la storia della musica italiana ricordi. Il rocker ha accolto i media e la stampa dapprima con uno speciale percorso  illuminato da tanti pannelli, quanti sono stati i dischi pubblicati in questi anni, poi, voce e chitarra, ha intonato “Sogni di Rock’n roll”, “Certe notti” e “C’è sempre una canzone” per provare a racchiudere in tre brani l’essenza della propria anima artistica.

Ad affiancarlo durante la successiva conferenza stampa, Ferdinando Salzano di F&P e lo storico manager Claudio Maioli. Al centro dell’attenzione, l’evento previsto per il 19 settembre: il terzo Campovolo sarà una grande festa ed è stato annunciato come quello che sarà il concerto più lungo della carriera di Ligabue, nel corso del quale  l’artista suonerà per intero l’album ‘Ligabue’ (1990) con i ClanDestino, per intero ‘Buon compleanno Elvis’ (1995) con La Banda e tutto il meglio di ‘Giro del mondo’ accompagnato dalla sua formazione attuale, Il Gruppo. I festeggiamenti cominceranno con un giorno d’anticipo con ‘Aspettando Campovolo’: dalle 15 alle 24 di venerdì 18 settembre il Liga Village, all’interno dell’area di Campovolo, sarà infatti aperto al pubblico che avrà acquistato il biglietto per il concerto. L’evento sarà animato da ‘intrattenimento da strada’ (artisti, giocolieri, professionisti e musicisti) e dalla proiezione dei film di cui il Liga è stato regista. Per tutti gli acquirenti del biglietto dell’evento ci sarà anche uno special box contenente DVD, gadgets e  memorabilia. Saranno previste, inoltre, delle apposite aree per le tende e convenzioni con bus, treni e navette per agevolare gli spostamenti di chi arriverà dalle varie parti d’Italia.

Luciano Ligabue @ Campovolo - Reggio Emilia ph Francesco Prandoni

Luciano Ligabue @ Campovolo – Reggio Emilia ph Francesco Prandoni

In occasione del Liga Day, Luciano ha anche annunciato la realizzazione di due documentari per festeggiare tutti coloro che hanno lavorato con lui in questi anni, due making of che metteranno nero su bianco tutto ciò che è accaduto tra palco e realtà: “Mi piace salvaguardare la musica creata , per questo ho pensato a due making of di “Ligabue” e “Buon Compleanno Elvis” anche per ricordare chi tra noi non c’è più. L’idea è di far parlare chi c’era, raccontare le emozioni, ricordi. Il primo devo farlo io per forza, per il secondo spero di trovare un autore”. Soddisfatto ed appagato, l’artista è stato infine premiato da Ticketone per la vendita record di 2 milioni e 232 mila biglietti, avvenuta tra il 2005 ed il 2015.

Sorridente e rilassato, Luciano Ligabue ha risposto alle numerose domande arrivate dai tanti giornalisti presenti all’evento. Ecco le principali dichiarazioni:

Quella del 19 setttembre sarà una serata unica perché non ho mai suonato integralmente i miei primi due dischi. L’idea nasce dal voler far sì che si possano ascoltare anche quei brani che durante i live sono sempre stati nascosti, spiega Luciano. La canzone da cui è cominciato tutto è “Sogni di rock’n’roll”. All’inizio della mia carriera mi ispiravo alla mia passione per il rock progressivo ed i cantautori. Ho iniziato componendo musiche inutilmente complesse e scrivendo testi troppo pretenziosi, poi una domenica pomeriggio, mentre raccontavo un sabato sera tra amici in discoteca, mi sono reso conto di aver scritto la mia prima canzone compatta. Ho capito che dovevo usare un linguaggio comune, semplice, immediato e mi piace pensare che è proprio in quello che si nasconda la poetica”. In venticinque anni sono cambiato molto, io in primis come essere umano. Ho iniziato la mia carriera nell’incoscienza totale, poi ho pian piano maturato la consapevolezza di come il pubblico senta e percepisca le mie canzoni, prima nate di getto, poi sottoposte a lunghe sessions di revisione artigianale. Oggi ho meno pudore di prima, aggiunge Liga, all’inizio mi mascheravo dietro a dei personaggi, ora parlo in prima persona. In questi anni ho scritto tantissimo di me, del mio punto di vista sul mondo eppure ancora mi meraviglio di aver ancora qualcosa da dire”.

Particolarmente toccante il momento in cui Ligabue ha ricordato il momento in cui si è reso conto di aver “svoltato”: Ero al Rocktober Fest di Alessandria, c’era  il gruppo di supporto, gli Statuto, che avevano già pubblicato tre album e mi sembrava inverosimile che suonassero prima di me. Nelle prime venti file tutti sapevano le mie canzoni a memoria ed è stato in quel preciso momento che  ho cominciato a prendere coscienza della potenza delle canzoni e della responsabilità che ne consegue” .

Anni costellati di trionfi ma anche di scivoloni: “Gli scivoloni che ho commesso sono sempre stati evidenti e chiari e credo anche di essermeli anche meritati. Tendo a credere che la canzone debba essere popolare e arrivare alla gente, se questo non  avviene, la canzone non funzionerà. Il più clamoroso passo falso furono “Sopravvissuti e Sopravviventi” e “Miss Mondo”. Dopo “Buon Compleanno Elvis” ho sofferto una crisi di identità e volevo raccontare la punta amara del successo, un argomento davvero impopolare, confida Luciano, “Quando le cose vanno male, ricevi inevitabilmente meno telefonate, eppure anche quella solitudine è necessaria; quando caschi devi lasciare che il tempo passi e che la tua consapevolezza maturi”.

Per quanto riguarda l’ultima avventura de il “Viaggio del mondo”:  “Fare quel giro del mondo è stato un viaggio della libertà, un regalo che ci siamo fatti. Tornare a suonare nei club mi ha fatto tornare indietro nel tempo, mi ha permesso di cambiare le aspettative e di allontanarmi la maniacale tendenza italiana di voler prevedere cifre, numeri e ritorni.

Luciano Ligabue @ Campovolo - Reggio Emilia ph Francesco Prandoni

Luciano Ligabue @ Campovolo – Reggio Emilia ph Francesco Prandoni

Parlando di ciò di cui non riesce a fare a meno, Liga spiega: “Ho sempre la speranza che ad ogni nuovo disco ci sia un nuovo Ligabue. Al di là delle scelte sonore, quello che ritengo davvero importante è l’urgenza di dire qualcosa: le canzoni che entrano nei miei dischi rispondono a questa prerogativa. Scrivo tanto e quando scelgo, sento cosa ho scritto quando ne avevo davvero bisogno. Con le canzoni cerco la gente, con tutto il resto questo problema non me lo pongo. Con la musica alla gente non gliela si fa, chi fa il furbo ha un brano che dura un’estate. Questo è il mistero delle canzoni dove il giudice è chiaro: il pubblico.

Solo a chi entro il 30 giugno acquisterà online su www.ticketone.it il biglietto per “CAMPOVOLO – La festa 2015”, scegliendo la modalità di spedizione a casa, sarà data la possibilità esclusiva di assistere al concerto dall’area dedicata “PIT speciale” (PIT A) in prossimità del palco (l’accesso all’area sarà regolato da un braccialetto spedito insieme al titolo d’ingresso del concerto e allo “Special Box Campovolo 2015”).

In alternativa alla modalità di spedizione a casa, per coloro che acquisteranno online su www.ticketone.it è previsto il ritiro dello “Special Box Campovolo 2015” e del titolo d’ingresso direttamente a Campovolo, il giorno dello spettacolo (non è previsto il braccialetto “PIT A”).

Anche chi acquisterà il biglietto presso i punti vendita avrà la possibilità di ritirare lo “Special Box Campovolo 2015” (non è previsto il braccialetto “PIT A”). Info e modalità saranno pubblicate su fepgroup.it.

Dall’1 giugno sarà possibile acquistare posto auto (interno o in prossimità dell’area di Campovolo) e posto tenda (all’interno dell’area dedicata) per le notti del 18 e del 19 settembre.

Verranno inoltre messi a disposizione dei treni speciali a/r Milano-Reggio Emilia e a/r Roma-Reggio Emilia (info, orari e tariffe dall’1 giugno).

Eventi in Bus, partner ufficiale di “CAMPOVOLO – La festa 2015”organizzerà servizi autobus a/r da tutta Italia all’area di Campovolo (tutte le info suwww.eventinbus.com).

 

Raffaella Sbrescia

 

Abbi cura di te: il secondo album e la ritrovata felicità di Levante

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Dolce, appassionata, sensibile e romantica da un lato,  forte, determinata e tenace dall’altro. Claudia Lagona, in arte Levante, dall’alto dei suoi 27 anni conquista il pubblico con “Abbi cura di te”, un nuovo intenso lavoro discografico che porta la firma di INRI e Carosello Records, in cui le  dodici tracce che lo compongono lavano via le ferite e pagano per intero e senza mezzi termini il saldo con le sofferenze del passato. Ogni brano possiede una propria dimensione definita, una storia da raccontare, una ferita da rimarginare, uno scopo da raggiungere: la felicità.  Arrangiamenti raffinati e sonorità ricercate sono il frutto della produzione artistica di Alberto Bianco, già operativo per “Manuale Distruzione” e regalano una sfumatura unica a ciascun pezzo.

Levante

Levante

Si comincia con “Le lacrime non macchiano”, un brano  agrodolce profumato di pop-rock venato d’elettronica. Imbarazzo, disagio, incertezza, timore e rischio irrorano i versi di “Ciao per sempre” mentre la titletrack “Abbi cura di te” diventa un mantra da seguire, un focus su cui mantenersi concentrati: “Segui la parte sinistra, il battito lento, l’istinto che sia , segui le orme dorate, i cieli d’argento, non perderti via”, canta Levante, con semplicità e classe, con schietta malinconia dal gusto retrò. Più allegra e movimentata “Caruso Paskoski”, ispirata al film del 1988 di Francesco Nuti “Caruso Paskoski di padre polacco” che Levante vide in tv col papà. Romantica e sognante è, invece, “La rivincita dei buoni”, le cui sonorità strizzano l’occhio alle melodiche ballads anni ’50. Notevole il suadente groove della chitarra acustica folk di “Contare fino a dieci”. Commovente ed intensa “Finché morte non ci separi”, brano in cui Levante canta con la madre ripercorrendo le prime fasi della storia d’amore dei propri genitori. Amore, amore e ancora amore come in “Tutti i santi giorni” e soprattutto in  “Lasciami andare”, prodotta dal compagno di Levante, Simone Cogo alias The Bloody Beetroots ed irrorata di affascinanti tocchi di elettronica. Divertente, ironica e spassosa “Pose plastiche”, un brano che non le manda di certo a dire  e che demolisce  i “sorrisi indossati all’occorrenza”.  Forte e potente “Mi amo”: “mi amo e non importa se ridi di me, sì mi amo anche quando non so sopportarmi”, canta ferma e decisa Levante, salvo poi commuoversi intonando “Biglietto per viaggi illimitati”, il racconto poetico dell’addio al padre ferroviere, che chiude questo disco  così come si concluderebbe un sogno malinconico e gioioso al contempo  e che ci lascia sospesi in un limbo distante dal cinismo imperante del nostro tempo.

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 Ecco cosa ci ha raccontato Levante in occasione della presentazione alla stampa di questa mattina a Milano:

Qui parliamo di coraggio… tu ti rendi conto di essere coraggiosa, di aver intrapreso una strada che prescinde dai luoghi comuni della musica, che ti vede protagonista del palco insieme alla tua chitarra… come affronti questo tuo modo di essere?

Io non ho mai creduto di essere una persona coraggiosa perché in ogni cosa che faccio, ho sempre una paura incredibile però è anche vero che il coraggio senza paura non è coraggio per cui è anche giusto che ci sia una sensazione di debolezza, di fragilità. Credo di essere stata coraggiosa nello scegliere di essere felice e questo tipo di musica, insieme a questo tipo di percorso,  mi fa stare bene; non ce n’è un altro che mi farebbe stare meglio di quello che sto facendo adesso.

Ti sei presentata come artista indipendente , quanto ci tieni a mantenere questo status e quanto ti  preoccupa il passaggio in spazi più ampi sia televisivi che festivalieri?

Io non ho paura di questo. Spesso  si tende ad associare l’essere indipendenti all’essere qualcosa di molto opposto al pop e non è così! Io sono molto pop, non sono molto distante dalla tv e dalle cose più “commerciali”. Spero di essere indipendente nelle scelte, vorrei essere sempre in grado di poter essere l’ultima persona a dare l’ultima parola, quella decisiva. Vorrei sempre poter contare tanto rispetto magari ad una major che mi vorrebbe avviare verso percorsi che non amerei fare.

Il mainstream implica una serie di scelte comunicative diverse…

Sì, eppure il mainstream mi mi scarta perché sono considerata un po’ borderline. Nel mondo la mia musica è pop, in Italia, invece, sono borderline…. Il mio esempio Carosello Records, una realtà indipendente molto forte, salda, con dei principi fermi, eppure di successo, per cui credo si possa diventare grandi senza svendersi.

Levante

Levante

Hai definito il tuo disco “l’Abbecedario della felicità”…come sei arrivata a questo percorso?

È stato tutto molto naturale. Ho scritto “Abbi cura di te” durante tutto il 2014, nell’ambito del “Manuale Distruzione tour” quindi avevo tantissime cose da dire proprio perché stavo facendo delle scelte molto forti, sia a livello personale che musicale. In queste 12 tracce parlo tanto di me poi ho stretto dei forti legami con tantissime persone che amo e che mi sono state molto vicine per cui ci sono anche dei racconti che non ho vissuto in prima persona ma che racchiudono una sorta di cammino verso la serenità, verso la voglia di essere felici.  Fino a qualche anno ha, ho avuto un atteggiamento adolescenziale, mi crogiolavo nella tristezza poi, ad un certo punto, ho sentito l’esigenza di essere felice e la svolta è stata il saper scegliere. La felicità non la trovi dietro l’angolo, la felicità  è dentro di te, nel momento in cui hai il coraggio di fare le scelte che ti portano ad esserlo, lo sei.

Continui ad avere esempi o punti di riferimento in ambito artistico –musicale oppure vai per la tua strada?

In questo periodo i miei lavori ricordano un po’ Leslie Feist poi c’è Carmen Consoli: tanti mi associano a lei e per me è un grandissimo onore poi mi rendo conto che siamo tanto diverse, sia nella scrittura che nel modo di vivere la musica e di farla, poi ci sono Cristina Donà, Janis Joplin, Alanis Morrissette e Mina.

Perché stai facendo fatica ad imparare i nuovi testi?

Da quando è esplosa “Alfonso” non mi sono mai fermata, sono sempre stata in giro con il tour, ho scritto il disco, siamo stati in Europa, in America, ho registrato il disco, ho iniziato subito la promozione e non ho avuto il tempo di studiare…giuro che mi preparerò meglio!

Parlaci del tuo rapporto con la Sicilia, della canzone in cui canti con tua madre nel disco e di quella che hai dedicato a tuo padre…

Ho una sorta di amore-odio con la Sicilia, l’ho lasciata all’età di 14 anni con mia mamma, valigia e chitarra, per sopravvivenza. Sono molto innamorata della mia terra, ci torno spesso, ho tutti i parenti paterni lì, la mia casa, i miei ricordi. Quando ci torno è sempre una sorta di capriola nel passato…

Ho sempre raccontato di mio padre, la sua scomparsa è stata la ferita più grande, la prima in assoluto per me. Anche in questo album c’è un brano che parla di lui ed è “Biglietto per viaggi illimitati”: sono figlia di un ferroviere e, quando lui è mancato, mi sono ritrovata con questa specie di scherzo del destino con questo biglietto per viaggi illimitati…La cosa amara è che quando lui mancò, l’unico posto in cui volevo raggiungerlo non era possibile da raggiungere per cui racconto di questo treno che non posso prendere. Per quanto riguarda mia madre, invece, finalmente ho raccontato una storia di cui mi vanto tantissimo fin da piccola: questa mamma sedicenne, un po’ pazza, che lega le lenzuola calandosi dal primo piano di casa, lasciando le finestre aperte a Torino, facendo ammalare la sorella con la febbre a 40. Il tutto per raggiungere il mio papà, che in quel periodo studiava ingegneria meccanica a Torino e che si era innamorato di questa ragazzina. L’idea più bella di questo disco è stata proprio quella di voler far cantare mia mamma. Inizialmente ero terrorizzata perchè non è facile ascoltare la propria voce in cuffia, in uno studio, essere intonati, precisi ed interpretare bene un brano. Lei però,  superato il primo scoglio per l’  inevitabile emozione , è stata davvero bravissima.

E per quanto riguarda gli arrangiamenti?

Lo scorso maggio ho preso Alberto Bianco da parte e gli chiesto se gli andava di arrangiare anche questo nuovo lavoro; lui si è chiaramente emozionato, mi ha stretto forte e da lì è ripartito tutto. Alberto è stato davvero bravo perché, se per “Manuale Distruzione” ero stata un po’ assente per cappuccini e caffè dalle 9 alle 17,  in “Abbi cura di te” sono stata, al contrario, molto presente e molto esigente. Insieme abbiamo comunque trovato un buon compromesso tra i suoni e tutto il resto ed il risultato mi soddisfa molto, soprattutto nel caso della  titletrack del disco. Per quanto riguarda “Ciao per sempre”, l’arrangiatore è Ale Bavo, produttore torinese che ha anche curato la produzione delle voci. Ci sono stati anche i contributi degli elementi della mia vecchia band, tutti cantautori, artisti con dei loro progetti in cantiere. “Lasciami andare”, invece, è stata prodotta da The Bloody Beetroots e, anche se non avrei mai voluto questa collaborazione,  perché sarebbe stato facile additarla, è nata in modo davvero molto naturale. Quando ha ascoltato questa canzone, Simone si è emozionato, ha insistito perché potesse farne una versione propria e, quando io e Alberto l’abbiamo sentita, abbiamo pensato che non esistesse una versione migliore di quella e quindi ce la siamo tenuta portando una ventata di elettronica nel disco, seguendo, tra l’altro, un mio antecedente avvicinamento al genere, senza perdere il legame con le origini.

Raffaella Sbrescia

A giugno  prende il via il tour di Levante. Organizzato da OTRLive Srl, queste le prime tappe confermate:

6 giugno – Milano – Miami Festival

16 giugno – Bologna – Biografilm Festival

20 giugno – Sassocorvaro (PU) – Indietiamo Festival

26 giugno – Foresto Sparso (BG) – Forest Summer Fest

27 giugno – Vicenza – Festambiente

Video: “Ciao per sempre”

Brianza Rock Festival: 3 giorni di fuoco al all’Autodromo Nazionale Monza con Bluvertigo, Subsonica e Afterhours

Brianza Rock Festival

Brianza Rock Festival – Subsonica


Brianza Rock Festival diventa grande e per festeggiare la sua quinta edizione apre a un cast composto dalle band più rappresentative del panorama musicale italiano. Bluvertigo, Subsonica e Afterhours sono gli strepitosi tre nomi annunciati per il 12,13 e 14 giugno all’Autodromo Nazionale Monza, ospitati dal Festival organizzato dall’Associazione Monzabrianzaeventi, nato per valorizzare il movimento musicale e culturale del territorio e sostenere le Associazioni al servizio del cittadino.

Saranno i “residenti” Bluvertigo di Morgan – quest’anno anche consulente artistico del BRF – ad aprire le danze venerdì 12 giugno, un ritorno alle origini (il loro ultimo concerto a Monza risale all’estate del 1996) con una performance nella città dove tutto è cominciato e dove dai sintetizzatori nascevano suoni che avrebbero rivoluzionato il palcoscenico musicale italiano. La serata targata Bluvertigo avrà come special guest Eugenio Finardi, che si esibirà nel suo spettacolo “Fibrillante” prima della performance della band.

L’Autodromo ospiterà poi sabato 13 giugno il ritorno live dei Subsonica, dopo il grandissimo successo invernale del “In Una Foresta Tour”. Ogni loro concerto è un trionfo di musica e tecnologia, grazie alla cura maniacale che da sempre la band dedica al suono e alle immagini.

Gli Afterhours di Manuel Agnelli chiuderanno questa tre giorni sensazionale domenica 14, con un concerto in esclusiva estiva per il BRF: sarà l’unica occasione per vederli dal vivo in Italia nel prossimi mesi.

Brianza Rock Festival - Afterhours

Brianza Rock Festival – Afterhours

Le tre band sono legate da un magico filo che li ha fatti incontrare artisticamente durante le loro carriere: gli Afterhours hanno ospitato Samuel dei Subsonica in “Voglio una pelle splendida”, all’interno del remastered dell’album “Hai paura del Buio” uscito lo scorso anno e i Bluvertigo hanno partecipato al singolo dei Subsonica “Discolabirinto” nel 2000.

La nuova area di tutti i concerti è il fronte Paddock dell’Autodromo Nazionale Monza, una location suggestiva che potrà accogliere oltre 20mila persone.  Un palco nuovo, un’area ospitalità, un ristorante, le birrerie e diverse aree di intrattenimento a disposizione del pubblico.
L’area concerti allestita diventerà uno spazio vivibile nell’arco di tutta la giornata, il Brianza Rock Festival si svolgerà in collaborazione con la 40ma edizione del Festival dello Sport che fino all’inizio dei live organizza una serie di appuntamenti sportivi.

Il BRF va oltre la musica: è un evento che sposa anche arte e cultura, grazie all’organizzazione parallela del Rock’n Art, la mostra di opere d’arte dedicata ai giovani pittori e scultori del territorio, quest’anno ospitata alla Villa Reale di Monza.

Come per le precedenti edizioni il BRF sosterrà l’Associazione SLAncio a cui si aggiunge per quest’edizione il supporto al Comitato Maria Letizia Verga Onlus e a Cancro Primo Aiuto.

Info
www.brianzarockfestival.com
Facebook brianzarockfestivaltheoriginal
Twitter brianzarockfest

Dove: Monza, presso i paddock dell’Autodromo Nazionale
Quando: venerdì 12, sabato 13 e domenica 14 giugno, cancelli aperti dalle 18
concerti dalle 19
Quanto: prevendite aperte su Ticketone.it e negozi convenzionati, ingresso 20 euro a serata

Home Festival, l’imperdibile appuntamento torna dal 3 al 6 settembre 2015 a Treviso

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Paul Kalkbrenner si aggiunge al cast dell’ Home Festival che, giunto alla sua sesta edizione, si fa forte delle centomila presenze dello scorso anno e si presenta come una delle realtà festivaliere più importanti d’Italia. Ispirandosi ai grandi raduni culturali e d’intrattenimento internazionali come Sziget, Tomorrowland, Primavera Sound e Coachella, l’Home Festival si prepara al grande salto di qualità con un’ottima line up composta, al momento, da FFS (Franz Ferdinand&Sparks), Interpol, Marracash, Lo Stato Sociale e numerosi altri nomi. Dal 3 al 6 settembre 2015 ci saranno quattro giorni di musica, arti performative, mostre e reading su un’area di 100.000 metri quadri, con 11 aree spettacolo, 200 concerti, 8 palchi di cui 3 coperti: tra questi, 2 tende da circo di cui una sarà di 5000 mq2 per garantire lo svolgimento del festival anche in caso di pioggia.

Non solo musica, ma anche arte e intrattenimento. Anche quest’anno si conferma, infatti, la straordinaria presenza del Terzo Paradiso del Maestro Michelangelo Pistoletto, oltre ad un’area dedicata alla street art con ospiti internazionali, workshop di fotografia con special guest, un palco dedicato alle varie forme d’arte, letteratura, illustrazione e molto altro. Home Festival è diventato lo scorso anno uno tra gli ufficiali Ambasciatori del Terzo Paradiso, sostenendo il concetto di trasformazione globale che ne è base e impegnandosi a promuovere azioni di cambiamento umano-sociale. Torna per il secondo anno consecutivo anche il Colors Splash Party, un mix di effettistica colorata tra Co2, fuochi, coriandoli e tanto, tanto colore che verrà lanciato addosso al pubblico danzante.

Confermata, inoltre, la presenza di un’area campeggio “Dream Village”, adiacente all’area festival, dove non vorrà perdersi un minuto di festival e chi verrà da lontano e, perché no, dall’estero potrà sentirsi a casa all’Home Festival.

Per avvicinarsi e capire meglio queste grandi realtà continua, infine,  la collaborazione con il Sziget & Home Sound Fest, 5 serate lungo tutto lo stivale per trovare un gruppo emergente da premiare e portare a suonare in entrambi i festival. Quest’anno si arricchisce il premio in palio, con un contratto di booking per un anno con la BPM Concerti.

Le attività che si potranno fare dal 3 al 6 settembre saranno davvero tantissime, ci saranno aree tematiche e di intrattenimento che consentiranno a tutti i partecipanti di entrare subito nell’atmosfera di un vero festival attraverso sport, relax, arte e letteratura, esibizioni di buskers, danza e spettacoli circensi, performances artistiche, mostre, conferenze, giochi, giostre, ristoranti al coperto e un mercatino, avendo così la possibilità di vivere un’esperienza unica anche nel corso della giornata e non solo durante i live  della line – up.

Tutto le info utili sul sito appena rinnovato: www.homefestival.eu

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Primo Maggio 2015: un quarto di secolo per il “Concertone” di Roma. Il commento e le foto dell’evento

Concerto Primo Maggio Roma ph Roberta Gioberti

Concerto Primo Maggio Roma ph Roberta Gioberti

Se n’è parlato tanto, dappertutto e in ogni modo. Il “Concertone” del Primo Maggio in Piazza San Giovanni a Roma ha riunito 700 mila anime ed un fottìo di artisti chiamati ad esprimere un messaggio in linea con un tema chiave del nostro vivere quotidiano: il lavoro. Se è vero che le polemiche sono destinate ad alimentare un focolaio sempre acceso, è la pelle di chi il lavoro non ce l’ha che brucia di più. Croce e delizia del genere umano il lavoro rappresenta, ad oggi, il motore di una società agonizzante che, nell’arte e nella musica, prova ad individuare fonti di ispirazione, energia per lottare, linfa per sopravvivere. Qui non affronteremo il dualismo tra la manifestazione di Roma e quella di Taranto, vorremmo concentrare il focus analitico sulle ragioni che ci portano a riunirci sotto dei grandi palchi per ascoltare musica senza, tuttavia, provare a far sentire la nostra voce in maniera forte, decisa, concreta. La voglia di condivisione, di credere in alcuni valori, di restituire dignità a chi di lavoro ha fame, soffre, muore dovrebbe smuoverci dall’interno, invece è più comodo criticare chi, con sacrificio sudore ed impegno, ha portato avanti un’iniziativa che oggi compie 25 anni e che, seppur migliorabile, rappresenta ancora un piccolo baluardo di speranza.

Concerto Primo Maggio Roma ph Roberta Gioberti

Concerto Primo Maggio Roma ph Roberta Gioberti

Qui non decideremo chi è stato più bravo, più polemico, più populista, più paraculo, non siamo in grado di sputare sentenze e giudizi, qui vi diremo che questo Concerto ha saputo riunire alcune grandi realtà musicali italiane, e non, per provare a lanciare dei messaggi fruibili e consistenti. Potremmo argomentarne per ore invece concluderemo  sottolineando che ciò che più ci manca è lo spirito di riflessione, la voglia di fare per davvero qualcosa per noi stessi, intesi come comunità che condivide gli stessi spazi, gli stessi interessi, le stesse prospettive di vita. Forse risulta più comodo demolire i tentativi altrui con le parole, con le spranghe, con fiumi di cattiveria gratuita ma quello che si evince da questo modus operandi è soltanto un triste masochismo ed uno squallido nonché spasmodico amore per uno share orrorifico da usa e getta. Svegliamoci, tutti, ora.

Raffaella Sbrescia

Ecco la photo-story a cura di Roberta Gioberti

Concerto Primo Maggio Roma ph Roberta Gioberti

Concerto Primo Maggio Roma ph Roberta Gioberti

 

Concerto Primo Maggio Roma ph Roberta Gioberti

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Concerto Primo Maggio Roma ph Roberta Gioberti

Concerto Primo Maggio Roma ph Roberta Gioberti

Concerto Primo Maggio Roma ph Roberta Gioberti

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Concerto Primo Maggio Roma ph Roberta Gioberti

Concerto Primo Maggio Roma ph Roberta Gioberti

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Concerto Primo Maggio Roma ph Roberta Gioberti

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Concerto Primo Maggio Roma ph Roberta Gioberti

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‘Terra con Variazioni’: Giovanni Sollima live al Teatro Dal Verme di Milano. Il report dell’evento

Giovanni Sollima live @ Teatro Dal Verme

Giovanni Sollima live @ Teatro Dal Verme

L’essenza della libertà, il dogma della seduzione, il fascino del mistero; questo e molto altro può essere racchiuso in una partitura. Lo sa bene Giovanni Sollima, celebre violoncellista italiano, noto per aver radicalmente cambiato il modo di suonare il violoncello, uno strumento dal design autorevole ma non ingombrante, capace di incantare con suoni sensuali e fraseggi struggenti. Forza fisica, postura armoniosa ed una pregevole capacità di improvvisazione sono le affilate armi di Sollima, un musicista borderline , testimone tangibile della sintesi tra accademia e contemporaneità. Intrecci, rimandi, innesti conferiscono una particolare forza ritmica ed espressiva alle sue esecuzioni rendendolo davvero simile ad un musicista rock. Portato oltre l’urlo, il suo violoncello diventa uno strumento elettrico, un oggetto ligneo dalla voce suadente e carnale capace di divenire il mistico tramite di un’ esperienza da godere.

Giovanni Sollima live @ Teatro Dal Verme

Giovanni Sollima live @ Teatro Dal Verme

Per la prima ed unica esecuzione di “Terra con variazioni, per violoncello e orchestra”,  la suite da cui è estratto il logo sonoro  per gli eventi del megacartellone di Expo in Città, eseguita presso il Teatro Dal Verme di Milano, lo scorso 30 aprile, Sollima, accompagnato dall’Orchestra I Pomeriggi Musicali e diretto dal Maestro Carlo Boccadoro, apre ancora le vie della comunicazione tra classicismo e sperimentazione: si va dal titolo, anticonvenzionale e criptico, alla partitura disseminata di frasi ampie e toccanti, un continuo botta e risposta tra gli strumenti in un crescendo emotivo  travolgente. Fortemente marcata anche la cadenza virtuosistica, intenso il saliscendi tra consonanze, asimmetrie e figurazioni. Trascinante, ipnotico, inconfondibile Giovanni Sollima è sicuramente uno dei migliori violoncellisti al mondo, capace di passare dai grandi classici ai miti del rock attraverso emozionanti dialoghi e illuminanti improvvisazioni.

Giovanni Sollima live @ Teatro Dal Verme

Giovanni Sollima live @ Teatro Dal Verme

Ammirato da migliaia e migliaia di spettatori, il compositore ed interprete siciliano ha convinto ancora una volta tutti spiazzando anche  i più rigidi detrattori. Se a questo aggiungiamo le  Variazioni su un tema rococò op.33 di Pëtr ll’iĉ Čaikovskij, possiamo solo crogiolarci tra i virtuosismi e le tenere ed eleganti incursioni aggiunte nel lontano 1876 dal violoncellista tedesco Wilhelm Fitzenhagen. Sette brillanti variazioni susseguenti alla Serenata n.1 op.11 di Johannes Brahms, lunga quasi 45 minuti ma  abbastanza ricca di piccoli e sontuosi dettagli capaci di ispirare una felice e spensierata idea di libertà.

Raffaella Sbrescia

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