Tommaso Starace quartet live : jazz per immagini al Blue Note di Milano

Tommaso Starace quartet live @ Blue Note Ph Christian Candela

Tommaso Starace quartet live @ Blue Note Ph Christian Candela

Metti un martedì sera al Blue Note di Milano con il jazz per immagini del sassofonista Tommaso Starace. Accompagnato da Michele Di Toro al pianoforte, Attilio Zanchi al contrabbasso e Tommy Bradascio alla batteria, l’artista ormai londinese d’adozione, ha presentato al pubblico italiano “Italian Short Stories – Tommaso Starace Quartet plays the photos of Gianni Berengo Gardin”, un originalissimo lavoro strumentale che verrà presto pubblicato dalla nota casa discografica Universal.  Ispirato dal suo grande amore per la fotografia in bianco e nero, l’artista ha dedicato il disco ed il concerto al grande fotografo della Magnum Elliott Erwitt, il Cartier Bresson italiano, Berengo Gardin, conosciuto per aver scattato foto iconiche in Italia dagli anni 40 fino ad ora. Attraverso  14 immagini, scelte direttamente dal vasto portfolio di Berengo, Starace ha coinvolto il pubblico all’interno di un percorso audio-visico elegante e raffinato.  Frammenti di vite, di storie, di ricordi accompagnati da originali composizioni del quartetto per un’atmosfera unica e completamente avulsa dal contesto circostante. Foto scattate a Palermo, Milano, Venezia, Genova, Siena, Firenze in grado di raccogliere idee, spunti, stimoli, pezzi di vita, di gioia, di amore, di dolore. Sullo sfondo  brani dalle forti linee melodiche, caratterizzate da brillanti improvvisazioni : “”Echo’s Naples”, “Recollection”, Motion in stilness” raccontano l’Italia da Nord a Sud con scioglievole delicatezza; gioci armonici ed intersezioni musicali danno voce ad emozioni altrimenti impossibili da raccontare.  Non mancano richiami a Debussy e Ravel in “Ravel’s walls” e “The Bubble vender”. Romanticismo e melodramma attraversano, invece, le note di “Let the magic begin”, vorticosa la ballad intitolata “Olivetti’s touch”. Fluida e scalmanata la composizione senza accordi, iconicamente intitolatta “Jamme!”. Immaginifica la bellezza di “Nothing must change” ispirata alle fresche onde del mare di Genova.  Irriverente la giocosa “The amused Gispy Girl”. Un viaggio sonoro  all’insegna della contaminazione e dell’interazione interculturale per sentirsi cittadini del mondo.

Raffaella Sbrescia

Midnight Rambler: le opere rock di Gabriele Vegna a Milano

Un'opera di Gabriele Vegna

Un’opera di Gabriele Vegna

INSIDE OUT – 29 SOUTH Milano e VELIER S.p.A. presentano Midnight Rambler la mostra personale di Gabriele Vegna. La mostra Midnight Ramble è un itinerario fra arte, design e musica. Un percorso che integra le opere dell’artista Gabriele Vegna con il design originale americano degli anni ’60 e ’70 di Inside Out e 29 South, in un unico progetto. La mostra non vuole essere un viaggio nostalgico attraverso quegli anni, ma una rivisitazione di quelle tendenze culturali che hanno influenzato l’arte, la musica e il costume delle persone in ogni parte del mondo. I quadri di Gabriele Vegna, pezzi unici originali, sono un interpretativo omaggio alla musica rock. Dipinti realizzati in stile realistico, con i colori dai toni volutamente caldi, in modo da accentuarne il contrasto e i chiaroscuri. Pittura che è un richiamo alla British Pop Art, in modo particolare a Peter Blake che di quella corrente artistica è considerato il padre. Lou Reed, Frank Zappa, Jimi Hendrix, Beatles, Rolling Stones, Keith Richards, Jim Morrison, sono icone di una generazione arrabbiata. Personaggi spesso additati al rango di nemici pubblici, per la loro immagine definita oltraggiosa. Immagine basata sugli scandali, sulla droga e sugli eccessi, ma compositori e musicisti dalla mente acuta. Autori di testi irriverenti, nemici del falso moralismo, dell’ipocrisia sessuofoba, del capitale.

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Inside out e 29 South

Gabriele Vegna vive e lavora a Milano. I suoi quadri rappresentano la musica rock. Musica che è stata la colonna sonora di una generazione, la sua, da molti definita “folle”, ma capace di creare l’irriverente genialità della Controcultura e i musicisti che danno vita alle sue opere ne sono stati fra le bandiere. Icone di una generazione dalle forti tensioni e contraddizioni che, con la forza delle proprie idee, è riuscita a scarnificare e poi rigenerare, in maniera indelebile, il pensiero, il costume e il modo di vivere. Controcultura che è diventata, con pieno diritto, patrimonio della cultura collettiva e quei musicisti per sempre ne faranno parte.

 Inside out e 29 South è un spazio grande e accogliente che si distingue per la particolarità degli interni. Un loft ricavato dai locali di un’ex tipografia, situato all’interno di un cortile dove convivono laboratori artigianali, antiquari, sale di registrazione, studi grafici e di architettura. Inside out e 29 South sono un unico progetto che propone un’ampia selezione di arredi originali americani. Un luogo ideale per eventi, mostre, set fotografici e progetti creativi su misura. Qui si incontrano il gusto dell’arredo funky anni 60/70 e lo stile Tiki Hawaiano e il mid century-modern design.

Velier S.p.A. E’ un’azienda genovese che da più di 60 anni commercia nel settore dei vini naturali biologici e rum di altissima gamma e da collezione. Luca Gargano dirige la società con la filosofia della qualità delle scelte e del commercio indipendente fondato sui rapporti umani. Luca Gargano è anche l’autore del primo protocollo mondiale “Triple A” che delimita la frontiera tra il vino biologico e il vino tecnologico.

Dal 12 Marzo al 12 Aprile Opening – Giovedì 12 marzo dalle 19,00 alle 22,00 29 South Milano – Via Gian Francesco Pizzi 29 – 20141 Milano

Fonte Ufficio Stampa

Io so chi sono: gli Afterhours incantano il Teatro Augusteo di Napoli

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

Continua a mietere successi il tour teatrale degli Afterhours. Anche il Teatro Augusteo di Napoli ha potuto apprezzare “Io so chi sono”, il nuovo spettacolo che Manuel Agnelli e soci hanno ideato per inaugurare una nuova, più matura, fase del proprio rapporto con il pubblico. Punto di riferimento per l’intera scaletta, l’album “Padania”, corredato da importanti testi di letteratura come “Indifferenti” da “La città futura” di Gramsci, “Moloch” da “L’urlo” di Ginsberg, “The love song of Alfred Prufrock” da “Prufrock and the other observations” di Eliot, “Traccia” da “Petrolio” di Pasolini, brani vari tratti da “Il libro dell’inquietudine” di Pessoa e, “Io so chi sono” e “Morireste per me” da “Il meraviglioso tubetto” di Manuel Agnelli, voce e fondatore della rock band. Variegate e di spessore anche le scelte musicali: Nick Drake (cantautore preferito di Manuel), Blind Willie Johnson, Washington Philips, James Alan Shelton, Jean Sibelius, Johann Sebastian Bach e Fryderyk Chopin.  Una miscela di elementi che, unità alla forte personalità del gruppo, ha coinvolto la platea in un travolgente turbinìo di emozioni.

Photogallery a cura di: Luigi Maffettone

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

 

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

 

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

 

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

 

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

 

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

 

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

 

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

 

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

 

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

 

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

 

 

 

 

 

Marco Mengoni canta “C’è tempo” di Fossati a “Che fuori tempo che fa” ed è magia

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Tra Fiumana di Pellizza da Volpedo ed il bacio di Hayez, Marco Mengoni ha cantato la bellissima “C’è tempo” di Ivano Fossati in diretta a “Che fuori tempo che fa” di Fabio Fazio, per la rubrica Note al Museo, in collegamento speciale dalla suggestiva Pinacoteca di Brera a Milano. Siamo in tempi in cui ci mancano i veri interpreti e, dato che Marco Mengoni possiede il rarissimo dono di dare un senso a tutte le sue cover, cogliamo l’occasione per sottolineare la particolare bellezza e delicatezza di questa nuova ed unica interpretazione. Un brano importante, intimo, tra i più belli del grande Fossati, contenuto in “Lampo Viaggiatore” del 2003: “Dicono che c’è un tempo per seminare e uno più lungo per aspettare, io dico che c’era un tempo sognato che bisognava sognare”, canta oggi Mengoni, modulando  le parole, rivestendole di nuova grazia con eleganza e rispetto. Con la complicità di un’atmosfera incantata in una location di immenso prestigio, Marco ha incantato i telespettatori, ha fermato il tempo, ci ha restituito la possibilità di sognare ascoltando una voce: la sua.

Raffaella Sbrescia

Il video dell’esibizione:

“Il bello d’esser brutti”, il grande ritorno di J-Ax. La recensione dell’album

COVER IL BELLO D'ESSER BRUTTI

Pubblicato lo scorso 27 gennaio per la sua stessa Newtopia, “Il bello d’ esser brutti” è il nuovo album di Alessandro Aleotti, in arte J-Ax, il primo senza Franco Godi, il primo da produttore di se stesso. Un lavoro importante che, attraverso ben 20 tracce, racconta il passato, il presente ed il futuro di un artista longevo e credibile anche dopo più 20 anni dai suoi esordi. All’interno di questo percorso, Ax si mette spesso a nudo, raccontando verità scomode, denunciando l’innaturale uniformità sociale, sottolineando la forza della diversità rimanendo sempre assolutamente se stesso. A tre anni dall’ultimo disco di inediti, Ax ritrova la massima creatività, “Il bello d’ esser brutti” si muove liberamente all’interno di un humus di note: rap, rock, reggae, punk, pop, soul e indie addentrandosi in quasi 25 anni di musica, anni pieni di esperienze e cambiamenti. Tante sono anche le collaborazioni presenti nell’album: Fedez, Club Dogo, Emiliano Valverde – Valerio Jovine, Nina Zilli, Il Cile, Neffa, Weedo, Thg, Beat freaks, Roofio, Max Pezzali, Steve Luchi ed Enrico Silvestrin. Con le sue irriverenti metriche J-Ax si rimette in gioco mantenendo un’elevata qualità di scrittura, esplorando ed approfondendo il cosiddetto “rap&roll”, ovvero quell’unione dei due stili che gli permette di cantare sui beat e rappare sulle chitarre. L’album si apre con “Intro”, una sorta di esame finale, il brano che Ax ha scritto per ultimo e che racchiude alcune delle vicende più intime e più sofferte dei suoi ultimi anni. A seguire una serie di testi ben strutturati, crudi, diretti, immediati, a tratti tragicomici, spesso scomodi, sicuramente autentici.

Foto dal set video "Il bello d'esser brutti" ph Luis Condrò

Foto dal set video “Il bello d’esser brutti” ph Luis Condrò

Dei venti brani in tracklist segnaliamo “Ribelle e basta”, a metà strada tra rap e rock, “Sopra la media”,  un interessante viaggio a ritroso nella vita milanese di periferia dove J-Ax è cresciuto, “Sono di moda”, in cui l’artista sottolinea, compiaciuto, il suo essere tornato repentinamente alla ribalta. Particolarmente incisiva anche “Hai rotto il catso”, incentrata sull’attualità politica. Notevole il duetto con Emiliano Valverde sulle note di “Tutto o niente”, pungente e veritiera la title track “Il bello d’esser brutti”, un manifesto contro le ipocrisie legate all’esteriorità.  Beffarda ed adrenalinica “Old skull”, in collaborazione con i masters of ego trippin’ Club Dogo. Meritevole di attenzione e plauso “Nati così”: siamo gente incattivita in cattività, canta Ax, accelerando e rallentando a proprio piacimento senza avvertire, senza chiedere il permesso, senza limiti, né paletti. Molto bella anche la trama di “Un altro viaggio”, in compagnia di Valerio Iovine, spassosa e delirante “The Pub Song” con Weedo. Chiude il disco l’autobiografico stream of consciousness de “L’uomo col cappello”. Ax dichiara di avere “I numeri del pop, il  pubblico del rock, l’ego del rapper, l’erba del raggae” ed ha ragione, con “Il bello d’esser brutti”, Alessandro ha raggiunto nuovamente  ma soprattutto meritatamente  le vette delle classifiche ed un travolgente successo mediatico.

Raffaella Sbrescia

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Video: “Intro”

La tracklist dell’album

 

1. INTRO

2. RIBELLE E BASTA

3. LA TANGENZIALE

4. SOPRA LA MEDIA

5. UNO DI QUEI GIORNI FEAT. NINA ZILLI

6. SONO DI MODA

7. CARAMELLE FEAT. NEFFA

8. HAI ROTTO IL CATSO

9. MISS E MR. HYDE

10. SANTORO E PEYOTE

11. ROCK CITY

12. TUTTO O NIENTE FEAT. EMILIANO VALVERDE

13. IL BELLO D’ESSER BRUTTI (TITLE TRACK)

14. OLD SKULL FEAT. CLUB DOGO

15. MARIA SALVADOR FEAT. IL CILE

16. BIMBIMINKIA4LIFE FEAT. FEDEZ

17. NATI COSI’

18. UN ALTRO VIAGGIO FEAT. VALERIO JOVINE

19. THE PUB SONG FEAT. WEEDO

20. L’UOMO COL CAPPELLO

 

65 Festival di Sanremo: il trionfo de Il Volo

Il Volo

Il Volo

Si chiude il sipario: la sessantacinquesima edizione del Festival di Sanremo è stata vinta da Il Volo, il trio di tenori si aggiudica il leone d’Oro con “Grande Amore” testimoniando, di fatto, l’immobilismo Made in Italy. Nessuno si sognerebbe mai di mettere in dubbio la potenza e la bravura dei tre giovani artisti ma è altrettanto innegabile il fatto che la banalità del testo e la posologia geriatrica del mood insito nell’arrangiamento non siano esattamente nel target del nuovo millennio. Per fortuna al secondo posto si piazza un grintosissimo Nek con la sua “Fatti avanti amore”, un brano dotato un sound internazionale, decisamente orecchiabile e che sentiremo a lungo in tutte le radio. Filippo Neviani si aggiudica anche il premio per il migliore arrangiamento ed il premio della sala stampa web radio e tv. Chiude il podio la raffinatissima Malika Ayane con “Adesso e qui (Nostalgico presente)”; a conferma della sua indiscutibile classe interpretativa anche il premio della critica Mia Martini.

Carlo Conti e Will Smith

Addentrandoci in un discorso che esula dalla gara ormai conclusa, tracciamo un bilancio globale relativo all’ultima attesa serata della kermesse: ottima l’intro con la leggendaria PFM,  spettacolari le coreografie del musical Romeo e Giulietta, grande delusione per l’esibizione di Gianna Nannini, rea di aver sbagliato per due volte l’attacco del ritornello di “Sei nell’anima”. Semplice ma di grande effetto la performance della super star Ed Sheeran, dolcezza e commozione per la coppia siciliana, invitata a festeggiare ben 65 anni di matrimonio sul palco del Festival. Davvero convincente il monologo di Giorgio Panariello e la sua fedelissima imitazione di Renato Zero. Fuochi d’artificio chiaramente riservati alla fase finale: Will Smith, in grande spolvero, ammalia la platea con il suo carisma intonando anche un paio di strofe dell’eterna “Volare”. Bellissima anche l’esibizione di Enrico Ruggeri, uno dei più bravi artisti italiani, che ha presentato il suo commovente brano “Tre signori”, dedicato a Gaber, Jannacci e Faletti. Qualche nota stonata guasta gli ultimi attimi del Festival come i problemi tecnici nella grafica della classifica finale (Nek dato per nono al posto di Nina Zilli) e le tre inutili letterine che Emma, Arisa e Rocìo hanno dedicato a Carlo Conti, sempre più proiettato verso l’edizione del prossimo anno. A questo punto ci auguriamo che nella rosa della prossima edizione ci possa essere più spazio per la musica indipendente e per le tantissime interessanti realtà che popolano il nostro tessuto musicale e che, soprattutto, non si parli soltanto di amore ma anche della vita reale.

Raffaella Sbrescia

Video: “Grande Amore” – La canzone vincitrice del Festival di Sanremo

Festival di Sanremo: Giovanni Caccamo è l’asso piglia-tutto

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Giovanni Caccamo

Mancano poche ore alla finalissima del 65mo Festival di Sanremo e i giochi sono quasi fatti. Lo scorso 13 febbraio il giovane e raffinato cantautore Giovanni Caccamo si è aggiudicato non solo il primo posto nella sezione Nuove Proposte ma anche il premio della critica Mia Martini ed il premio della stampa radio-tv e web. Con la sua “Ritornerò da te” il pupillo di Caterina Caselli si conferma asso piglia tutto, senza dimenticare che è anche uno dei co-autori del bellissimo brano di Malika Ayane intitolato “Adesso e qui (Nostalgico presente)”. Lunga, lunghissima la quarta puntata di un Festival che continua a raccogliere consensi confermandosi campione di ascolti. La conduzione di Carlo Conti rimane per lo più invariabile, convincono sempre più Arisa, originale ed imprevedibile, ed Emma che, malgrado le innumerevoli critiche ricevute, si conferma una vera forza della natura. Anche le canzoni in gara acquisiscono nuove sfumature grazie al rinnovato ascolto e se Nek straconvince e coinvolge il pubblico con la sua “Fatti avanti amore”, Marco Masini e Malika rientrano a pieno titolo tra i papabili vincitori insieme agli acclamatissimi ragazzi de Il Volo a cui il pubblico ha riservato almeno una standing ovation a serata.

Non superano lo scoglio dell’eliminazione Anna Tatangelo, l’eroico Raf, la malinconica Lara Fabian e l’improbabile duo Biggio- Mandelli. Il testo più amato rimane “Io sono una finestra” portato in gara da  Grazia Di Michele e Mauro Coruzzi, un brano intenso, delicato, intimo. Sospesi in un limbo i Dear Jack, Irene Grandi, Nesli, Grignani, Britti, Moreno e Fragola.  Screditata all’unanimità  Bianca Atzei, in grande crescita artistica Annalisa e Chiara. Per quanto riguarda i super ospiti: scandente la perfomance a sorpresa di Gabriele Cirilli, decisamente migliore quella della sempre brava Virginia Raffaele nei panni di Ornella Vanoni, simpatica l’intervista al ct della nazionale italiana Antonio Conte, coinvolgente l’esibizione del francese The Avener, globalmente malvista quella di Giovanni Allevi. Per concludere, non rimane che scoprire quali saranno gli ultimi colpi in canna che Carlo Conti si è riservato in vista della finalissima, c’è da scommettere che ce ne sarà per tutti i gusti.

Raffaella Sbrescia

Napoli Jazz Winter: grande attesa per Javier Girotto & Aires Tango

Javier Girotto & Aires Tango

Javier Girotto & Aires Tango

Venerdi 20 febbraio 2015 alle ore 21,30 sul palcoscenico dell’Auditorium Salvo D’Acquisto (Via Morghen 58 | Vomero – Napoli) in cartellone alla IX^ edizione del “Napoli Jazz Winter”, rassegna musicale ideata e diretta da Michele Solipano, approderanno Javier Girotto & Aires Tango (posto unico numerato euro 18,00 + prev). La musica di Javier Girotto & Aires Tango rispecchia fedelmente i tratti della melodia tangueira e dell’ improvvisazione jazzistica. Il gruppo nasce nel ‘94 da un idea del sassofonista e compositore argentino Javier Girotto che, ispirandosi alle proprie radici musicali e fondendole con le modalità espressive tipiche del Jazz, ha creato un terreno musicale nuovo. Facendo esplicito riferimento alla musica del grande Astor Piazzolla, Javier Girotto con Aires Tango arriva ad un repertorio di musica originale in progressiva evoluzione, sia per la natura improvvisativa che per il continuo ricambio del materiale musicale.   Nel 2014 il gruppo ha hanno festeggiato 20 anni di vita e amicizia insieme nella musica; l’etichetta discografica Cam Jazz per l’occasione ha prodotto un cofanetto con tutti gli 11 dischi di Aires Tango in questi vent’anni intitolato “Javier Girotto & Aires Tango” – “20 years togheter”. Per  questa importante serie di motivazioni, il concerto del prossimo 20 febbraio si presenta, dunque, come una fertile e preziosa occasione di arricchimento culturale e spirituale all’insegna della libertà espressiva e del grande  fascino dettato dagli echi del passato.

Info e prevendite ; 081.7611221 – 081.5568054 -
081.5564726 081.5519188 – - www.promosnapoli.it - www.go2.it
Posto Unico Numerato €. 18,00 + prev.

Festival di Sanremo: “Se telefonando” interpretata da Nek è la migliore cover. Il racconto della serata

Nek

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Anche per la terza serata dedicata alle cover, il Festival di Sanremo targato Carlo Conti si conferma campione di ascolti raccogliendo l’attenzione di oltre 10 milioni di telespettatori.  Davvero ben riuscita la scelta di presentare le nuove proposte in apertura: il talentuoso Giovanni Caccamo batte la raffinata Serena Brancale mente l’intensa Amara ha la meglio sull’acerba Rakele. Divide il pubblico l’esibizione di Federico Paciotti ( ex Gazosa) con la versione elettrorock di “E lucevan le stelle” di Puccini. Una commistione di generi, epoche e colori che ha fatto storcere il naso a tanti e che, in effetti, è apparsa davvero molto forzata. La gara delle cover ha purtroppo deluso molte aspettative, tanti sono gli artisti caduti impietosamente sia per la mancata intonazione che per la scelta azzardata dell’arrangiamento. Un mare magnum di scelte a caso, in alcuni casi persino sacrileghe. Si parte da “Rose rosse” (Massimo Ranieri) con Raf che, seppur parzialmente giustificato perché afflitto da una brutta bronchite, è stato protagonista di una pessima performance. Irene Grandi colora il proprio Festival con una bella versione di “Se perdo te” (Patty Pravo) mentre Moreno banalizza un po’ troppo “Una carezza in un pugno” ( Celentano) con un arrangiamento non in linea con il brano. Elegante e sofisticata l’interpretazione di Anna Tatangelo di “Dio come ti amo”, uno dei brani più difficili di Modugno.

Sorprendente, femminile e coinvolgente Chiara con una personalissima rivisitazione de “Il volto della vita” di Caterina Caselli. Senza infamia e senza lode Neslie in “Mare mare” (Luca Carboni). Grintoso, convincente, veracemente sul pezzo Nek che si aggiudica, meritatamente, il premio di migliore cover con un ottimo restyling di “Se telefonando” (Mina). Non convincono del tutto i Dear Jack con “Io che amo solo te” di Endrigo, troppe schitarrate su un pezzo meritevole di tutt’altro tipo di poesia. Veramente pessima l’esibizione di Grazia di Michele e Platinette sulle note di “Alghero”, il grande successo di Giuni Russo”, il siparietto alla Thelma & Louise non riesce a sdrammatizzare la totale mancanza di intonazione e sintonia vocale tra i due, da dimenticare. Oltraggiosa anche Bianca Atzei che ha osato mettere mani e voce su “Ciao amore ciao” dell’indimenticabile Luigi Tenco, incommentabile. Tante stonature anche per Alex Britti in “Io mi fermo qui” dei Dik Dik, purtroppo il canto è tallone d’achille del bravo musicista romano. Anonimo Lorenzo Fragola in “Una città per cantare” di Ron, il giovane si limita ad eseguire il proprio compitino senza aggiungere nulla di interessante. Intensa e potente l’interpretazione de Il Volo di “Ancora” (Luciano De Crescenzo), veramente audace e coinvolgente Annalisa che strega il pubblico con una spettacolare versione di “Ti sento” (Matia Bazar).

Non convince, invece, Lara Fabian forse troppo ripetitiva e malinconica in “Sto male” (Ornella Vanoni). Tormento e pathos scandiscono anche la cover di Gianluca Grignani che ha scelto “Vedrai vedrai” di Tenco ma, letta in un’ottica interpretativa, la sua scelta risulta vincente. Ammaliante, raffinata, padrona del palco, delle parole e delle note è Malika Ayane, perfetta interprete di “Vivere”, un complesso brano dell’iconico Vasco Rossi. Chiude il giro delle cover il bellissimo e sentito omaggio di Marco Masini all’amico Francesco Nuti sulle note di “Sarà per te”.

Per quanto riguarda le ospitate, davvero molto bello il medley offerto dagli Spandau Ballet, attesissimi in Italia anche per il concerto di Marzo, grande dispiacere per il problema tecnico che ha danneggiato l’esibizione dei bravissimi Saint Motel sulle note del loro successo “My Type”, emozione e incertezza per la “diretta” del collegamento con l’astronauta Samantha Cristoforetti, sincere risate con gli irriverenti Luca e Paolo ma soprattutto con Arisa che, reduce da un piccolo infortunio, ha divertito il pubblico con un inaspettato e spassosissimo siparietto. Decisamente oltre le righe  Massimo Ferrero (viperetta), il presidente della Sampdoria è apparso davvero su di giri sul palco dell’Ariston: incontenibile. Il sipario cala oltre l’una di notte, la stanchezza è palpabile ma Conti ma può dire di esserla cavata anche stavolta.

Raffaella Sbrescia

Swing Expo 2015: musica e solidarietà al Teatro Dal Verme di Milano

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Per onorare lo spirito cosmopolita di EXPO 2015, il 2 e 3 marzo, al Teatro Dal Verme di Milano, ascolteremo e vedremo come la musica popolare e le danze di vari paesi abbiano influenzato il linguaggio del jazz e dello Swing e come a loro volta questi due generi abbiano influenzato la musica ed alcuni balli popolari in un itinerario immaginario nei vari continenti ed in alcuni paesi. Si andrà dal Charleston, Lindy hop, Collegiate Shag, Boogie Woogie, Rock & Roll, fino alle danze irlandesi e al Tip Tap di Harlem, seppur con soluzioni coreografiche differenti. Alla musica si collegherà un discorso puramente solidale: entro gennaio saranno, infatti, appaltati i lavori di costruzione del nuovo poliambulatorio di maternità e pediatria  ”Divine Providence” in Senegal. La struttura edile sarà completata tra giugno e luglio 2015 concludendo così un progetto durato 4 anni e che quest’anno vede come protagonisti 25 club.

“Si realizza finalmente il sogno di poter dare inizio, una volta che la struttura sarà a regime, ad una serie di service di medici e tecnici Rotariani, che potranno fornire assistenza specialistica e trasferire conoscenza,  con costi estremamente bassi per realizzare tali progetti, ma con una efficienza ed un rapporto tra costo e risultato certamente elevati. La nostra gratificazione sarà il sapere di essere stati uno strumento efficiente, in un ambito internazionale, al servizio di una comunità sofferente. Questo é il ruolo e la missione del Rotary, questa é la misura della nostra etica della responsabilità. Al Galà saranno presenti anche I club che hanno sostenuto negli anni passati il progetto e che si ritroveranno il 2 marzo, creando l’occasione di un grande Rotary Day”

Per sottolineare la varietà dei diversi linguaggi musicali si confronteranno due gruppi musicali:

“Orchestra ritmosinfonica di Paolo Tomelleri” (34 elementi: sax, trombe e trombini, le ritmiche, una sezione di 12 archi, due pianoforti gran coda contrapposti e due batterie)

“International Hot Jazz Quartet” (tra i più qualificati gruppi musicali del circuito internazionale), composto da:

Paolo Alderighi  (I/USA, piano)

Duke Heitger (USA, tromba )

Engelbert Wrobel (D, sax & clarinet)

Bernard Flegar (D, drums)

Special guest

Niki Parrot (Australia, double bass & vocal)

Stephanie Trick & Rossano Sportiello (USA, piano)

Swing dancers:

Vincenzo Fesi (dancer and choreographer of the stage of theater, IT), Marco Larosa and Sonia Salsedo (dancers and choreographers of the audience of theater, IT), Matteo De Stefano (IT),

and the internationally known dance group composed by:

Isabella Gregorio (IT/Swiden), Katja Hrastar (Slovenia), Moe Sakan (Japan), Remy Kuoaku Kouame (France), Pontus Persson (Swiden), Egle Regelskis (Lituania)

Partecipano allo show anche 5 scuole di ballo tra le più qualificate in Italia:

Vincenzo Fesi Lindy Team

Marco larosa Swing & Boogie Team

Nonsolocharleston (Paolo Bruno)

Golden Swing Society (Matteo De Stefano)

Accademia di danze Irlandesi (Umberto Crespi)

SWING EXPO 2015

2 marzo 2015, teatro Dal Verme – Milano

Prenotazioni : info@esedomani.com             Tel: 393-04-300.40 (lu-ve; 14.00-18.00)

Video:

 

 

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