Il Teatro alla Scala di Milano omaggia Mirella Freni. In occasione dell’ottantesimo compleanno della celebre soprano, lo scorso 25 febbraio lo storico teatro meneghino ha ospitato l’artista modenese che, insieme ai critici musicali Elvio Giudici e Alberto Mattioli, ha ripercorso le tappe della sua carriera, i ruoli più importanti, gli incontri che hanno segnato il suo cammino artistico. A scandire la serata una serie di video di alcune delle principali interpretazioni con cui la Freni ha segnato la storia del canto nel ventesimo secolo. Nella sua carriera, l’artista ha cantato nei maggiori teatri di tutto il mondo, si è esibita con grandi artisti come Domingo e Pavarotti, ed è statata diretta dai principali direttori: da Von Karajan a Gavazzeni, passando per Abbado e Muti. Decine e decine sono stati i ruoli che la Freni ha portato al successo: quelli verdiani come Elisabetta nel Don Carlo, Desdemona in Otello, Amelia nel Simon Boccanegra. Poi, ancora, quelli del repertorio belcantistico come Adina nell’Elisir d’amore o Elvira nei Puritani e Novecento con Adriana Lecouvreur e Fedora, senza dimenticare Puccini: Manon Lescaut, Tosca, Madama Butterfly, Suor Angelica e naturalmente la Mimì della Bohéme. Oggi, dopo aver detto addio alle scene, la cantante si dedica con gioia e fervore all’insegnamento del bel canto alle nuove generazioni
SummArte in Jazz -Pietro Condorelli trio Ph Luigi Maffettone
Jazz internazionale a Somma Vesuviana con SummArte in Jazz. La rassegna musicale affidata a Mauro Seraponte e Alberto Bruno, con la collaborazione di “E.R.A.” si svolgerà attraverso cinque appuntamenti serali e vedrà sul palco del teatro nuovo della cittadina vesuviana alcuni dei più importanti esponenti del jazz italiano. Il primo concerto si è svolto lo scorso 27 febbraio ed ha avuto come protagonista indiscusso il noto chitarrista di fama internazionale Pietro Condorelli, nonché docente del Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, il quale ha proposto il suo progetto, “Jazz: ideas and songs”. In scaletta composizioni strumentali, brani originali, riletture e readings di testi provenienti dal mondo del jazz a tutto tondo. Insieme al collaudato trio del chitarrista campano, la bravissima Simona Boo, vocalist tra le nuove giovani leve partenopee, sempre più in vista all’interno dello scenario nazionale e Francesca Masciandaro, valentissima flautista casertana.
Photogallery a cura di: Luigi Maffettone
SummArte in Jazz -Pietro Condorelli trio Ph Luigi Maffettone
SummArte in Jazz -Pietro Condorelli trio Ph Luigi Maffettone
SummArte in Jazz -Pietro Condorelli trio Ph Luigi Maffettone
SummArte in Jazz -Pietro Condorelli trio Ph Luigi Maffettone
SummArte in Jazz -Pietro Condorelli trio Ph Luigi Maffettone
SummArte in Jazz -Pietro Condorelli trio Ph Luigi Maffettone
SummArte in Jazz -Pietro Condorelli trio Ph Luigi Maffettone
SummArte in Jazz -Pietro Condorelli trio Ph Luigi Maffettone
SummArte in Jazz -Pietro Condorelli trio Ph Luigi Maffettone
SummArte in Jazz -Pietro Condorelli trio Ph Luigi Maffettone
SummArte in Jazz -Pietro Condorelli trio Ph Luigi Maffettone
SummArte in Jazz -Pietro Condorelli trio Ph Luigi Maffettone
SummArte in Jazz -Pietro Condorelli trio Ph Luigi Maffettone
SummArte in Jazz -Pietro Condorelli trio Ph Luigi Maffettone
SummArte in Jazz -Pietro Condorelli trio Ph Luigi Maffettone
SummArte in Jazz -Pietro Condorelli trio Ph Luigi Maffettone
SummArte in Jazz -Pietro Condorelli trio Ph Luigi Maffettone
Javier Girotto e Aires Tango live @ Napoli jazz winter Ph Roberta Gioberti
Siamo ormai abituati alle travolgenti performances live del celebre sassofonista Javier Girotto ma quella dello scorso 20 febbraio, insieme agli Aires Tango sul palco dell’Auditorium Salvo d’ Acquisto, in occasione del Napoli Jazz Winter 2015, va ricordata per la forte carica emotiva trasmessa dai particolarissimi brani in scaletta. Fotogrammi di vite spezzate, martoriate, tormentate si sono alternati alle profumate scie di note dolci e sinuose creando una magica commistione di rimandi storici e reminiscenze storico-culturali provenienti dal sud del mondo. Ad accompagnare Girotto, Alessandro Gwispianoforte,Michele Rabbiapercussioni,Marco Siniscalcoal basso, per eseguire ed interpretare in maniera magistrale alcuni brani tratti dalla corposa discografia del gruppo costituita da ben 11 album. Ritmi altisonanti, saliscendi di note e di emozioni, vorticosi assoli ed intensi momenti i improvvisativi hanno delineato i margini di una serata all’insegna della qualità.
Photogallery a cura di: Roberta Gioberti
Javier Girotto e Aires Tango live @ Napoli jazz winter Ph Roberta Gioberti
Javier Girotto e Aires Tango live @ Napoli jazz winter Ph Roberta Gioberti
Javier Girotto e Aires Tango live @ Napoli jazz winter Ph Roberta Gioberti
Javier Girotto e Aires Tango live @ Napoli jazz winter Ph Roberta Gioberti
Javier Girotto e Aires Tango live @ Napoli jazz winter Ph Roberta Gioberti
Javier Girotto e Aires Tango live @ Napoli jazz winter Ph Roberta Gioberti
Javier Girotto e Aires Tango live @ Napoli jazz winter Ph Roberta Gioberti
Javier Girotto e Aires Tango live @ Napoli jazz winter Ph Roberta Gioberti
Alison Moyet live @ Fabrique Ph Francesco Prandoni
In occasione del suo nuovissimo ‘The Minutes Tour 2015′, la cantante inglese Alison Moyet si è esibita in concerto al Fabrique di Milano riportando sul palco non solo tutte le hits della sua trentennale carriera ma anche le intense composizioni contenute nel suo ultimo album di inediti intitolato “The Minutes”. Per l’unico appuntamento italiano della trance europea del tour, l’artista, sobria nel vestire ed elegante nelle movenze, ha coinvolto e divertito il pubblico con una scaletta interamente improntata alla sperimentazione elettronica. Synthpop ed electropop hanno scandito i grandi successi di Alison, nota al pubblico per la sua voce caratterizzata da toni bassi molto potenti, a cavallo tra blues e soul. Successi storici come ‘Only You’, ‘Don’t Go’, ‘Situation’, Nobody’s Diary’, ‘ Is this Love’, ‘Weak in the Presence of Beauty’, ‘Ordinary Girl’, ‘Sleep Like Breathing’, ‘Whispering Your Name’ hanno ancora una volta messo in luce la vibrante eleganza di una voce corposa, melodica, ricca, a tratti dark. Alla luce del suo intenso vissuto e della forte longevità artistica, Alison Moyet si è divertita a giocare con suoni, tonalità e temi, anche difficili, dimostrando che,dopo anni di silenzio, la sua identità artistica è ancora ben salda.
Un inesauribile serbatoio di energia, un vulcano inquieto, una personalità travolgente: Lorenzo Cherubini Jovanotti presenta “Lorenzo 2015 cc” alle Officine del Volo di Milano sulle due ruote di un motocross. A 48 anni, cantautore, nel senso letterale del termine, Lorenzo scommette su se stesso e sulle relazioni in maniera intrepidantemente coraggiosa. Nato sulla scia del grande entusiasmo creato dal forte successo ottenuto dal tour negli stadi nell’estate 2013, questo nuovo album si compone di ben 30 canzoni che l’artista ha voluto presentare con una serie di divertenti ed efficacissime infografiche.
L’idea del disco:
“Questo album è il frutto di un lungo viaggio, ogni volta è sempre un’emozione diversa, sempre più forte. Il progetto prende vita dal tour negli stadi dello scorso 2013.Trovarsi di fronte a tutta quella gente per un essere umano non è una esperienza comune. Con le mie infografiche vi rendo partecipi di quelle che sono state le emozioni che mi hanno portato fino ad oggi, come in una sorta di ciclo vitale: sono passato dalla grande euforia, ad un sentimento di benessere sempre più flebile, finendo in uno stato sfiducia, poi sconfinato nel buio cosmico. Il periodo di calo è coinciso con una brutta polmonite, sono stato veramente male poi, una volta guarito, mi sono rimesso in moto, ho coinvolto i miei musicisti di riferimento e ho cominciato a lavorare in maniera febbrile a questo lavoro. Oggi sono euforico, gasato, felice, ho voglia di mettermi in gioco e dare il massimo”.
Il lavoro in studio:
“Con Canova, si sa, il tassametro corre veloce e bisogna fare le cose per bene. Siamo andati nello studio Electric Lady costruito nel 1968 da Hendryx e abbiamo coinvolto numerosi musicisti che frequentano l’ambiente di New York. Quando hai a fianco Marc Ronson, sotto gli U2 che provano e Katy Perry a registrare una voce, ti senti contemporaneamente piccolo ed importante, acquisisci una nuova consapevolezza di quello che stai facendo”.
I temi affrontati nell’album:
“Beh, ci sono un po’ tutti: le illusioni, l’amore ( di cui io amo scrivere), il vento, le risate, gli amici, la poesia, l’informazione, l’eros, la pioggia, l’estate, la vita. In Lorenzo 2015 cc ho inserito la dance per ballare, l’amore per sognare, le canzoni estive per celebrare la mitica estate italiana (archetipo dell’infanzia e della giovinezza), le combat songs (quelle che hanno il ruolo di scardinare la realtà e ridergli in faccia), l’Africa , il sud del mondo, il rock (con tante chitarre), il crowner, il funk ( la mia radice), il mio essere cantautore di fatto (aldilà dell’antica valenza ideologica del termine)”.
La scelta dei brani:
“Ho scritto le canzoni di questo album sapendo che erano già state comunicate le date del tour, ho quindi infranto un mio tabù. Ho lavorato sotto pressione, con delle scadenze, eppure non ho rinunciato a nulla. Il vero cambiamento sta nella scrittura piuttosto che nel sound. Ho affrontato un tipo di scrittura narrativa, partendo sempre dal rap e filtrando le mie esperienze vissute in giro per il mondo. Ho scritto tanto e ho tenuto tanti pezzi perché non mi piace tenerli lì nel cassetto. Questo disco è una nuvola, un cloud, da cui piove la musica di cui si ha voglia. Mi piacerebbe sviluppare l’idea di pubblicare un singolo a settimana, creare una sorta di streaming delle emozioni. Sarebbe ambizioso provare a fare un disco di 10 canzoni ma ogni tentativo di riduzione mi portava a degli sbilanciamenti”.
Jovanotti
La grafica:
“Per la foto della copertina ho scelto una pettorina da motociclista per una doppia motivazione: la protezione non è una dichiarazione di attacco, non mi dichiaro invicibile, anzi mostro la mia fragilità, la vulnerabilità. Mi presento come un supereroe alla portata di tutti, con dei punti deboli. Seguendo questa linea di pensiero ho scelto anche il simbolo del fulmine perché, se da un lato cavalco l’energia, dall’altro sono nel mezzo di una crepa ed è proprio lì che succedono le cose, è lì che si intravvede la luce”.
Le parole chiave:
“In un mondo che impara ad interpretare le implicazioni dei senza, io scelgo la parola CON per scoprire come riuscire a mantenere attiva la nostra vitalità in una situazione di abbondanza”.
Africa:
“C’è l’Africa che conosco, quella che vorrei conoscere, quella che mi piace, quella che sogno. C’è Bombino che porta alle radici del blues. In questo disco c’è più Africa che in passato. Poi Manu Dibango un bambino di 81 anni, un uomo laureato i filosofia che ha precorso i tempi”.
Libertà.
“E’ quanto di più mutevole e granitico. Io ho lavorato intorno al sentimento della libertà. Il disco può avere tanti difetti, alcuni potrei anche enunciarli io, ma resta un disco libero. Istintivo e molto libero”.
Vita.
“Voglio evocarla ogni giorno. Inizialmente il titolo dell’album doveva essere “pieno di vita”, adoro scrivere e cantare canzoni che rendano migliore la giornata.
Rock’n’roll.
“Deve essere istintivo e non iper prodotto, va amato così com’è senza laccature, cerco la sbavatura che faccia divertire”.
Estate.
“Ho scritto “L’estate addosso” per il film che Gabriele Muccino girerà in estate. La sceneggiatura è forte ma io non potevo tenere la canzone ferma in un cassetto, ho pensato che se il brano avesse avuto successo magari ne avrebbe beneficiato anche il film. Con me ha collaborato anche Vasco Brondi, il mio testo in alcuni punti era un po’ datato e gli ho chiesto di darmi una mano. Il risultato è un mash up comprensivo di alcune sue immagini più pregnanti”.
Zibba.
“Mi ha dato una mano su “Una scintilla”. Lui è uno che sa scrivere”.
Band preferita
“I Beastie Boys, la mia band preferita di sempre. E’ per loro che ho voluto fare questo mestiere”.
L’ombelico del mondo
“E’ Ceppagna, in provincia di Isernia”.
Fallih Ballah
“Un dj arabo immaginario, la mia icona protettrice che mi ricorda de “falli ballà”!”
Be weird
“Non riesco a taggare le cose, sono un inquieto, ho la sindrome di quello che deve saper fare qualcosa. Faccio parte dei nervosi, quelli che sono dentro le crepe”.
Renzi
2L’ho sostenuto in passato e continuo a farlo oggi. Qualcosa ce l’ha dimostrata, compresi limiti ed errori, tuttavia credo ancora che possa rappresentare un’opportunità per il paese. Renzi è un politico puro, trovo pretestuoso confrontarlo con Berlusconi, vediamo cosa saprà fare per il paese”.
Il tour
“Il concerto nello stadio è una festa, in quanto tale includerà tutte le hit. In scaletta metterò non più di cinque canzoni del disco nuovo, soprattutto i singoli. Attualmente stiamo anche pensando a come strutturare la parte pomeridiana pre-concerto: vorrei dare spazio a nuove band interessanti, ci sarà sicuramente un dj set e non escludo qualche flusso di apertura nelle diverse scalette.
The Producers live @ Teatro Dal Verme Ph Francesco Prandoni
“Siamo fatti della stessa materia di cui sono fatte le stelle, ecco perché ci attraggono”, con queste parole i Deproducers, l’eccezionale collettivo composto da Vittorio Cosma, Riccardo Sinigallia, Gianni Maroccolo e Max Casacci, ha accolto il pubblico del Teatro Dal Verme di Milano, lo scorso 24 febbraio, conducendolo per mano tra stelle, pianeti e galassie di tutto l’universo, grazie all’originale spettacolo che coniuga musica e scienza, intitolato “Planetario”. Creatori di suono, divulgatori scientifici ed innovativi sperimentatori, i Deproducers hanno scandito con delle affascinanti composizioni strumentali i numerosi interventi dell’astrofisico e direttore del Planetario Fabio Peri, il quale ha brillantemente introdotto al pubblico una serie di tematiche specificamente legate al mondo dell’astrofisica con un linguaggio semplice, leggero e colloquiale, senza tuttavia perdere il fascino della competenza settoriale.
The Producers live @ Teatro Dal Verme Ph Francesco Prandoni
Di grande impatto scenico le immagini ufficiali dell’ESA e della NASA ed i suggestivi visuals, creati ad hoc dal visual artist Marino Capitanio. Autori di due colonne sonore originali per il cinema come “Italy In A Day” di Gabriele Salvatores e “La Vita Oscena” di Renato De Maria, nonchè vincitori di importanti riconoscimenti come il Premio di Assomusica durante l’ultima Mostra Del Cinema Di Venezia, i Deproducers si confermano artisti innovatori, in grado di percepire il gusto e la curiosità di un pubblico curioso ed avido di novità. Al centro dello spettacolo le meraviglie del cosmo e il mistero della sua nascita, le costellazioni e la loro mitologia, il rapporto tra l’Uomo e l’Infinito e soprattutto le recenti conquiste dello spazio che hanno riportato l’attenzione verso l’Universo: dalla missione di Samantha Cristoforetti (la prima italiana nello spazio) all’atterraggio della sonda Philae su una cometa lontanissima dopo un viaggio lungo 10 anni. Flussi e stormi di note oniriche hanno, dunque, cullato lo spettatore lungo un viaggio della durata di svariati anni luce. Nel tentativo di portare noi stessi tra le stelle o di trasmigrare lo spazio dentro di noi, le suggestioni sono sopraggiunte improvvise, inattese ed intermittenti mentre, sospesi in questo sconfinato Universo, ancora attendiamo l’arrivo di un nostro messaggio in codice binario, inviato nel 1974, agli alieni posti a 23 mila anni luce da noi.
Tutto esaurito al Blue Note di Milano lo scorso 22 febbraio per il live di Antonella Ruggiero e lo strepitoso Color Swing Trio composto dal grintoso Christian Meyer alla batteria, il raffinato Paolo Alderighi al piano ed il celebre Alfredo Ferrario al clarinetto. Con un sofisticato repertorio di musica anni trenta e quaranta, l’eccezionale ensemble ha rivisitato in chiave contemporanea ciò che si suonava nei jazz club di New York prima della seconda guerra mondiale. Tinteggi, schizzi e pennellate di raggae, di funky, di jazz, di disco-swing hanno colorato la nutrita selezione di canzoni in scaletta testimoniando la tenerezza, l’autenticità e la veridicità di sentimenti che non conoscono la parola oblìo.
Color Swing Trio
Passando dall’Italia fra le due guerre, alla musica da ballo americana, agli storici brani del repertorio della strepitosa Antonella Ruggiero, l’inedito gruppo ha divertito il pubblico estasiandolo a più riprese con ampie improvvisazioni strumentali di eccelsa qualità. Al centro di un vero e proprio happening artistico, la performance di Antonella ha profondamente colpito il pubblico, grazie al raro istrionismo di una voce che rimane una delle più belle del nostro tempo. Distanti, controverse ed appassionate, vorticose, travolgenti peregrinazioni artistiche, anche molto audaci, hanno fruttato intermittenti applausi scroscianti. Gli ultrasuoni vocali di Antonella e la maestria strumentale del Color Swing Trio racchiudono la magica essenza di un miracolo capace di ripetersi nel tempo, chiamato musica.
Protagonisti delle classifiche di tutto il mondo, i losangelini Imagine Dragons composti da Dan Reynolds, il chitarrista Wayne Sermon, il bassista Ben McKee e il batterista Daniel Platzman, rei di aver guadagnato un enorme seguito dopo aver pubblicato una serie di EP indipendenti, hanno pubblicato il nuovo atteso album intitolato “Smoke + Mirrors” scatenando diverse reazioni contrastanti. Il disco, registrato negli studi appena inaugurati della band, racchiude temi all’ordine del giorno come tensione e vulnerabilità. Al centro della nutrita tracklist dell’album c’è un rock molto vicino al pop, figlio di un sistema compositivo ben strutturato e davvero molto orecchiabile. Nelle tredici tracce, diciotto nella versione deluxe, prodotte da Alex da Kid, emerge un importante utilizzo di suoni elettronici, svariati cori nei refrain dei brani centrali, una massiccia dose di cantabilità melodica; gli Imagine Dragons toccano tanti generi diversi: traditional, pop, rock, Africa, ritmi dispari ma si confermano sovrani della melodia usa e getta.
Imagine Dragons Ph Eliot Lee Hazel
Di grande effetto la triade iniziale: si passa dalla spettacolare sensualità di “Shots” al bagliore sornione di “Gold” fino alla rabbiosa title track “Smoke and Mirrors”. Politically uncorrect il riff superlettrico di “I’m so sorry”, semplice e catchy l’intro semiacustica di “I bet my life”, arricchita dall’irresistibile coro centrale. L’ipnotica “Polaroid” cede il passo all’energia incandescente di “Friction”, seguita dalla meno incisiva “It comes back to you”. Il brano più intimo del disco è la ballad “Dream” che, insieme a “Trouble”, rappresenta la parentesi più delicata di tutto il lavoro. Decisamente sottotono le monotone “Summer” e la lunghissima “The Fall”. Dirette e taglienti le chitarre distorte su “Homeless Opus”. Dei 5 brani inseriti nella versione deluxe citiamo l’elegante “Second chances” e l’incoraggiante “Warriors”, due tracce che chiudono un album che avrà sicuramente un grande successo in termini di vendite ma che, allo stesso tempo, lancia un campanello d’allarme sulle contraddizioni interne al gruppo. Sarà il tempo a raccontarci se, e in che modo, gli Imagine Dragons sapranno costruirsi un percorso artistico coerente e duraturo.
Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone
Irriverente, curioso, originale, vorticoso. Da otto anni in scena Dignità Autonome di Prostituzione, la “Casa chiusa” dell’Arte, nata da un’idea del geniale Luciano Melchionna, continua ad ammaliare il pubblico di tutta Italia. Lo spettacolo, sempre unico e sempre diverso, dove gli attori sono alla mercé dello spettatore è approdato al Teatro Bellini di Napoli. Biancheria succinta, giacche da camera, abiti lascivi sono i costumi di scena degli artisti che si sono lasciati “abbordare” dai clienti/spettatori che, muniti di ‘dollarini’, il denaro locale acquisito con il biglietto d’ingresso, hanno contrattato il prezzo delle singole prestazioni. Conclusa la trattativa, incentrata sul motto “Mi paghi prima. E anche dopo, se ti è piaciuto”, i ‘cliente’ – uno, due o piccoli e grandi gruppi a seconda delle ‘perversioni’ – si sono appartati, con l’attore scelto, in un luogo deputato per fruire di una o più ‘pillole del Piacere’: monologhi o performances del teatro classico e contemporaneo, per emozionare, far riflettere e divertire lo spettatore, in una formula che supera gli usuali confini degli spazi teatrali, invadendo camerini, uffici, bagni e ripostigli per regalare nuove fruizioni artistiche.
Photogallery a cura di: Luigi Maffettone
Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone
Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone
Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone
Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone
Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone
Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone
Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone
Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone
Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone
Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone
Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone
Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone
Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone
Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone
Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone
Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone
Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone
Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone
Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone
Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone
Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone
Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone
Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone
Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone
Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone
Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone
“Catacatassc” è il titolo dell’esordio in full-length del gruppo campano La Bestia Carenne. Lucciole, questa la traduzione del titolo, di campagna, di provincia, lucciole che illuminano la polvere di note ispirate da scenari e storie lontane. Piccoli insetti che spianano la via dell’emotività grazie al loro fascino girovago, selvaggio e agreste. Il Folk proposto da La Bestia Carenne, permeato da insolite ed imprevedibili sfaccettature, ora più declinate verso il rock, ora verso il world, senza mai rinunciare alla fervida bellezza neorealista di personaggi umili, mette in rilievo visioni, suggestioni, emozioni autentiche e veraci. Dal country americano al Manouche dei Balcani, Giuseppe Di Taranto, Antonello Orlando, Paolo Montella e Giuseppe Pisano ci accompagnano per mano tra i sogni sognati di “Billy il mezzo marinaio”, tra i giorni di vetro de “Le cose che desideri”, nel dramma bucolico di “Transkei”. Nei dodici brani di “Catacatassc” sono tanti i personaggi, le storie e i linguaggi musicali che si incontrano e che si scontrano lungo le impervie vie di un saliscendi emotivo studiato con cura fin nei minimi dettagli. Particolarmente interessante la ballata blueseggiante intitolata “Cadillac”, meritevole di menzione “Jeanne”, che inizia proprio come una ballata jazzata e notturna per poi virare verso orizzonti lontani. Registrato in una masseria di Sant’Agata dei Goti, “Catacatassc’” non segna soltanto il debutto discografico de La Bestia Carenne, ne delimita, bensì, i cardini a cui fare riferimento per provare a lasciare il segno.
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