Perry Frank, la recensione di “The Neptune Sessions”

Perry Frank - The Neptune Sessions - Cover Artwork (2)

Francesco Perra, in arte Perry Frank è un visionario musicista sardo che, dal 2006 ad oggi, ha dato vita a numerose creazioni sonore, ispirate alla musica d’ambiente, perfetta per descrivere immagini, paesaggi e stati d’animo. Sfruttando diverse influenze musicali, che spaziano dal rock psichedelico alle ballad acustiche strumentali, fino ad arrivare alla world music e alla chillout, le composizioni di Perry Frank s’immergono nelle più profonde viscere della nebulosa emotiva umana per lasciarne affiorare i tratti più intimi. Compiendo un parallelo tra “Music to disappear”, pubblicato nel 2012 per l’etichetta Ambient tedesca Idealmusik, e “The Neptune Sessions”, il minialbum realizzato lo scorso anno per la Clubland Records, è evidente che Perry Frank abbia compiuto un percorso evolutivo, interamente proteso verso una dimensione marcatamente onirica ed immaginifica. Le coinvolgenti striature psichedeliche di “The Neptune Sessions” traghettano, infatti, l’inconscio verso riflessioni di carattere pressoché malinconico.

Perry Frank

Perry Frank

Il mood lunare di “The drowning neptune”, brano usato come sottofondo all’Oceanografico di Valencia, cede il passo alle sonorità sinistre ad alienanti di “Inland Horizon”.  Decisamente differente è il registro di “Real Alcazar” una composizione fitta di trame mistiche coo incursioni sonore vicine all’Oriente. La solarità di “ParcGuell”, la ballata acustica ispirata al celeberrimo repertorio dei Pink Floyd, precede la gelida trama chillout di “Winter in June”. A chiudere il disco è “Last September Days”, una composizione dal gusto retrò che, mai come in questo caso, ci avvicina all’autunno con perturbante consapevolezza.

 Raffaella Sbrescia

 

Classifica FIMI: Club Dogo, Grignani e Modà sul podio della top ten

club

I Club Dogo esordiscono al primo posto della classifica FIMI/GFK degli album più venduti della settimana in Italia con il nuovo album di inediti intitolato “Non siamo più quelli di Mi Fist”. Al secondo posto un’altra new entry: si tratta di Gianluca Grignani con “A volte esagero”. Sull’ultimo gradino del podio ritroviamo i Modà con “Gioia Non è mai abbastanza”. Quarto Francesco Renga con “Tempo Reale”, seguito da “Mondovisione” di Ligabue. Scendono in sesta posizione i Coldplay con “Ghost Stories” mentre alle loro spalle c’è Biagio Antonacci con “L’amore comporta”. Ottavi i Dear Jack con “Domani è un altro film”, seguiti dai Maroon 5 che, dalla seconda, passano alla nona posizione con “V”. A chiudere la top ten è Robert Plant con “Lullaby and… the Ceaseless Roar”.

Menconi-Arrighini quartetto feat Adam Pache in concerto a Napoli per “I Colori del Jazz”

Menconi-Arrighini quartetto feat Adam Pache @ I Colori del Jazz  Ph Luigi Maffettone

Menconi-Arrighini quartetto feat Adam Pache @ I Colori del Jazz Ph Luigi Maffettone

La classe e l’eleganza della musica jazz trovano a Napoli un fermo punto di riferimento nelle figure di Alberto Bruno ed Ornella Falco che, con la loro associazione Live Tones, hanno regalato al pubblico partenopeo un graditissimo fuori programma della rassegna “I Colori del jazz”, organizzato nell’ambito del Forum Universale delle Culture. Lo scorso 16 settembre, quattro abili musicisti di elevato pregio internazionale si sono, infatti, esibiti sul palco del padiglione 10 della Mostra d’Oltremare di Napoli. Stiamo parlando di Alessio Menconi (chitarra), Riccardo Arrighini (piano), Luca Bulgarelli (basso), Adam Pache (batteria) che, attraverso flussi di note dal fascino ineludibile, hanno conquistato la platea sia con composizioni originali, sia con grandi standard classici.

Menconi-Arrighini quartetto feat Adam Pache @ I Colori del Jazz  Ph Luigi Maffettone

Menconi-Arrighini quartetto feat Adam Pache @ I Colori del Jazz Ph Luigi Maffettone

Grazie alle loro spiccate personalità e all’assoluta padronanza dei propri strumenti, i quattro musicisti hanno subito trovato una perfetta sintonia interpretativa, che ha consentito loro di stupire il pubblico con numerose improvvisazioni ad effetto sorpresa. La cura dei dettagli e l’instancabile ricerca dei suoni rappresentano un marchio di fabbrica per Riccardo Arrighini che, forte di una collaborazione di lungo corso con Alessio Menconi, ha intessuto una texture sonora ad hoc per ogni brano proposto in scaletta. Molto intenso l’assolo di contrabbasso in “The Flow”, un brano composto da Menconi, sinuoso e suadente il ritmo latino di “Risvegli” di Arrighini, variegate e sorprendenti le sfumature dello standard “What is this thing called love”. Insolita e divertente la versione riarrangiata di “Anema e core”, imponente e perturbante la linea melodica di “Stolen Moments”.

Menconi-Arrighini quartetto feat Adam Pache @ I Colori del Jazz  Ph Luigi Maffettone

Menconi-Arrighini quartetto feat Adam Pache @ I Colori del Jazz Ph Luigi Maffettone

Spaziando tra brani originali e standards afroamericani, i quattro musicisti hanno disegnato le coordinate spazio-temporali di una dimensione onirica in cui potersi lasciare andare senza remora alcuna. Competenza, tecnica, versatilità e passione hanno, dunque, fatto sì che il pubblico potesse godere di un momento di evasione all’insegna dell’eccellenza.

Raffaella Sbrescia

Fotogallery a cura di: Luigi Maffettone

Menconi-Arrighini quartetto feat Adam Pache @ I Colori del Jazz  Ph Luigi Maffettone

Menconi-Arrighini quartetto feat Adam Pache @ I Colori del Jazz Ph Luigi Maffettone

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Menconi-Arrighini quartetto feat Adam Pache @ I Colori del Jazz Ph Luigi Maffettone

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Menconi-Arrighini quartetto feat Adam Pache @ I Colori del Jazz Ph Luigi Maffettone

Menconi-Arrighini quartetto feat Adam Pache @ I Colori del Jazz  Ph Luigi Maffettone

Menconi-Arrighini quartetto feat Adam Pache @ I Colori del Jazz Ph Luigi Maffettone

Menconi-Arrighini quartetto feat Adam Pache @ I Colori del Jazz  Ph Luigi Maffettone

Menconi-Arrighini quartetto feat Adam Pache @ I Colori del Jazz Ph Luigi Maffettone

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Menconi-Arrighini quartetto feat Adam Pache @ I Colori del Jazz Ph Luigi Maffettone

Menconi-Arrighini quartetto feat Adam Pache @ I Colori del Jazz  Ph Luigi Maffettone

Menconi-Arrighini quartetto feat Adam Pache @ I Colori del Jazz Ph Luigi Maffettone

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Menconi-Arrighini quartetto feat Adam Pache @ I Colori del Jazz Ph Luigi Maffettone

Menconi-Arrighini quartetto feat Adam Pache @ I Colori del Jazz  Ph Luigi Maffettone

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Menconi-Arrighini quartetto feat Adam Pache @ I Colori del Jazz Ph Luigi Maffettone

Menconi-Arrighini quartetto feat Adam Pache @ I Colori del Jazz  Ph Luigi Maffettone

Menconi-Arrighini quartetto feat Adam Pache @ I Colori del Jazz Ph Luigi Maffettone

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Menconi-Arrighini quartetto feat Adam Pache @ I Colori del Jazz Ph Luigi Maffettone

Menconi-Arrighini quartetto feat Adam Pache @ I Colori del Jazz  Ph Luigi Maffettone

Menconi-Arrighini quartetto feat Adam Pache @ I Colori del Jazz Ph Luigi Maffettone

Menconi-Arrighini quartetto feat Adam Pache @ I Colori del Jazz  Ph Luigi Maffettone

Menconi-Arrighini quartetto feat Adam Pache @ I Colori del Jazz Ph Luigi Maffettone

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Menconi-Arrighini quartetto feat Adam Pache @ I Colori del Jazz Ph Luigi Maffettone

Menconi-Arrighini quartetto feat Adam Pache @ I Colori del Jazz  Ph Luigi Maffettone

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Menconi-Arrighini quartetto feat Adam Pache @ I Colori del Jazz  Ph Luigi Maffettone

Menconi-Arrighini quartetto feat Adam Pache @ I Colori del Jazz Ph Luigi Maffettone

Menconi-Arrighini quartetto feat Adam Pache @ I Colori del Jazz  Ph Luigi Maffettone

Menconi-Arrighini quartetto feat Adam Pache @ I Colori del Jazz Ph Luigi Maffettone

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Alberto Bruno @ I Colori del Jazz  Ph Luigi Maffettone

Alberto Bruno @ I Colori del Jazz Ph Luigi Maffettone

Menconi-Arrighini quartetto feat Adam Pache @ I Colori del Jazz  Ph Luigi Maffettone

Menconi-Arrighini quartetto feat Adam Pache @ I Colori del Jazz Ph Luigi Maffettone

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Intervista a Gianluca Giordano: “Il canto e la scrittura sono le mie più grandi passioni”

Gianluca Giordano

Gianluca Giordano

Gianluca Giordano, classe 1990, è un giovane cantautore campano da sempre interessato al mondo della musica e delle arti. Dopo la partecipazione a diversi concorsi letterari e svariati talent regionali come  “Ti va di cantare?” e “Musica è”, Gianluca ha deciso di mettersi in gioco proponendosi al pubblico con “Ferma il tempo”, una delicata ballad intrisa di sonorità black & soul. Dotato di una vocalità sottile e potente, Gianluca Giordano sta lavorando ad un primo progetto di canzoni inedite e abbiamo colto l’occasione per incontrare e conoscere da vicino questo giovane talento.

Sei vicino alla musica e al canto, ormai da svariato tempo…come nasce questa passione così forte e quali sono stati i passi che hai mosso per dare vita al tuo percorso artistico?

La passione per la musica è nata anche grazie all’ambiente in cui ho sempre vissuto. Mio nonno da giovane era un cantante lirico e mi ha trasmesso l’amore per la musica. Nonostante ciò, soltanto intorno ai 16-17 anni ho deciso di interfacciarmi seriamente con questo mondo  e ho cominciato a prendere lezioni di canto dando vita al mio percorso professionale. La mia insegnante di canto mi ha dato tanto fino ad oggi, mi ha fornito gli strumenti per adottare una tecnica, mi ha insegnato il rispetto per la musica, mi ha avvicinato all’arte a 360 gradi. Mi è sempre piaciuto sperimentare, aldilà delle velleità attoriali che avevo da piccolo, la passione che si accompagna alla musica e al canto è quella della scrittura. Da un po’ di tempo a questa parte scrivo testi e non solo, a tutto questo si accompagnano i miei studi in comunicazione.

Gianluca Giordano

Gianluca Giordano

“Ferma il tempo” è un tuo brano scritto nel 2012 che, recentemente, si è arricchito con il bel videoclip girato con Antonio d’Alessandro. Di cosa parla questo brano e a cosa si ispira?

Il bello di questo progetto, sia per quanto riguarda la canzone in sè, sia per il discorso relativo al video è che è stato interamente realizzato da giovani. Non abbiamo avuto alcuna pretesa se non quella di assecondare la nostra grande passione per la  musica, per le arti visive e la fotografia. Abbiamo unito le nostre forze per creare qualcosa che fosse nostro, sperando potesse piacere a molti. A distanza di poco tempo, i riscontri sono stati molto buoni e siamo stati molto contenti ma è tutto un di più, il nostro intento era, ed è, quello di condividere qualcosa di bello. Scrissi questo brano tra le 3 e le 4 di notte, come spesso mi succede…il testo nasce da un sogno fatto per caso ma la cosa incredibile è che, a distanza di un mese, parte di quello che avevo raccontato nel brano si è poi verificata per davvero nella realtà. Questo fatto mi ha colpito al punto da spingermi a realizzare una vera e propria canzone. Ho, dunque, intrapreso una collaborazione con Massimo Carola, un bravissimo arrangiatore che si occupa in particolare di missaggi. Ovviamente in questo arco temporale ho scritto altre cose e colgo l’occasione per dire che sto lavorando a qualcosa di nuovo e sono in sala a registrare…. Se “Ferma il tempo” è nato per divertimento, ora sto cercando di lavorare a qualcosa che abbia una maturità diversa e con diverse sonorità.

Quali sono i tuoi ascolti, i tuoi riferimenti musicali, la tua cifra stilistica?

Ho sempre ascoltato l’R’nb e seguo il filone Motown. Oggi vorrei dare un impronta diversa al mio suono ma ci sto ancora lavorando su con la speranza di essere notato da qualche addetto ai lavori. Da soli non è facile emergere in nessun campo, soprattutto in questo. Ad ogni modo continuo a credere nel mio sogno e lavorare per renderlo reale.

ferma

Hai preso parte a tanto eventi e talent show regionali… come ti sei interfacciato con queste realtà? Proveresti a partecipare ad un talent nazionale?

Sicuramente i talent sono qualcosa di utile per quanto riguarda la promozione e la visibilità, soprattutto per un artista emergente. Ad essere sincero mi piacerebbe poter emergere attraverso palcoscenici diversi ma mi rendo conto che è molto complicato. Per questa ragione, se un giorno dovesse arrivare la chiamata di un grosso talent, coglierei sicuramente l’occasione perché si tratta di un meccanismo in cui, in fin dei conti, bisogna inevitabilmente rientrare. In ogni caso non mi sento di sminuire i talent show perché essi offrono ai giovani un’esperienza fondamentale per la loro crescita artistica e rappresentano un metro di misura per il capire il gradimento del pubblico.

Gianluca Giordano

Gianluca Giordano

Ci parli del Facemob?

Si tratta di un’iniziativa nata per divertimento per cercare di diffondere un po’ il video di “Ferma il tempo” in giro. L’idea è quella di condividere il video da youtube allo stesso orario, tutti insieme, e devo dire che ha avuto un ottimo riscontro. Stiamo pensando anche a qualche altra forma di diffusione e, a tal proposito, voglio ringraziare i miei amici che mi hanno sostenuto tantissimo e continuano a farlo in ogni momento!

Cosa proponi al pubblico durante i tuoi live?

Faccio serate live con Fabrizio Campanile, un bravissimo chitarrista con cui propongo un concerto voce e chitarra. Il nostro repertorio è molto variegato, riarrangiamo pezzi pop in chiave acustica passando da Michael Jackson a Nutini a Mengoni, semplicemente mettendoci in gioco.

Raffaella Sbrescia

Acquista “Ferma il tempo” su iTunes

Video: “Ferma il tempo”

Fabi, Silvestri, Gazzè: la recensione dell’album “Il padrone della festa”

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Divertimento, passione, armonia; sono questi gli elementi essenziali che racchiudono l’anima de “Il padrone della festa”, il nuovo album di Fabi, Silvestri, Gazzè. I tre cantautori romani hanno lasciato da parte i propri percorsi artistici individuali mettendosi l’uno al servizio dell’altro all’interno di un progetto che, sebbene sia stato concepito con un inizio ed una fine, ha riscosso davvero parecchio entusiasmo da parte dei fan e della critica di settore. Anticipato da “Life is Sweet” e da “L’amore non esiste”, “Il padrone della festa” non rappresenta la summa del meglio di ciascuno anzi, la prima impressione è che ci si trovi al cospetto di un lavoro pensato per unire diverse identità all’interno di una nuova, inedita personalità artistica.

Ancora prima di addentrarci nel commento di ogni singola traccia, troviamo sia doveroso sottolineare la delicatezza, l’intensità emotiva e l’intelligenza dei testi proposti in questo album. Passando attraverso i più disparati generi musicali Niccolò Fabi, Daniele Silvestri, Max Gazzè sono riusciti a mettere nero su bianco i pensieri di chi è solito fermarsi a riflettere sulle dinamiche della vita, sulle leggi della natura, sui rapporti interpersonali. Possibilisti sì, ma con garbo e moderazione, i tre cantautori cesellano suoni e parole con cura e parsimonia senza, tuttavia, rinunciare ad un tocco di creatività lessicale e a qualche sconfinamento semantico, indice di una ricercata ironia e di una sofisticata padronanza della struttura testuale dei brani.

“Il padrone della festa” è un album che si presta in maniera assolutamente naturale ad un ascolto plurimo e stratificato. Si va dalla curiosità all’incanto, alla meraviglia, alla commozione; sentimenti, questi ultimi, scaturiti dalla sensazione di essere stati scoperti e messi a nudo. Fabi, Silvestri Gazzè non vanno alla ricerca del cosiddetto tormentone, i tre cantautori sono ricercatori di emozioni e, nelle loro vesti di esperti minatori di cuori, scavano sotterranee gallerie tra i più intimi cunicoli dell’anima.

Fabi Silvestri Gazzè

Ad inaugurare la tracklist è “Alzo le mani”, un brano ispirato dalla forza incontrastata della natura e della sue leggi ineludibili, arricchiti da immagini di rumori che, seppur descritti attraverso le parole, offrono dei nitidi frame tratti dal nostro quotidiano. Si prosegue con la ritmica veloce e coinvolgente di “Life Is Sweet”, il bellissimo singolo che ha anticipato la pubblicazione dell’album, ispirato al viaggio in Sud Sudan che i tre artisti hanno fatto insieme in fase di scrittura del disco. “L’amore non esiste” è il secondo singolo apripista. Grazie ad un brillante testo incentrato sul rapporto a due, inteso come qualcosa di molto lontano dalle mode e dal conformismo contemporaneo, il brano ha riscosso un notevole successo da ogni punto di vista. La lunga durata della title track “Il padrone della festa” si sposa con il mood dolce e ovattato del testo: “Un passo alla volta, 1 per 1 fino alla svolta”, Fabi, Silvestri, Gazzè ci accompagnano per mano sui binari del nostro futuro. Un cammino impervio, faticoso, troppo spesso oscuro e dispersivo ma che, tuttavia, non potrà distoglierci dal perseguire la nostra meta finale.

Una delle perle più luminose del disco è “Il Dio delle piccole cose”. Il brano, che porta lo stesso nome del volume pubblicato da Arundhati Roy nel 1997, è stato scritto da Gae Capitano, autore vincitore del Premio Lunezia 2012, l’unico ad aver firmato un brano ne “Il padrone della festa” in cui i testi sono tutti scritti dal trio di cantautori. “Il Dio delle piccole cose” è molto più di una poesia, è un’istantanea  di gesti invisibili, di silenzi mai diventati parole, di estati scoscese, delle briciole perse di ogni esistenza, dei respiri sui vetri di ogni partenza. Bando ad orpelli, artifici ed esercizi di retorica, questo brano riesce a raccontarci quello a cui non riusciamo a dare voce, qualcosa di simile ad una vera e propria magia. “Canzone di Anna” è, invece, uno dei brani scritti da Niccolò Fabi che, mettendo da parte il racconto in prima persona, veste i panni di un dolce cantastorie. La protagonista di questo racconto è Anna di cui conosciamo quello che non ha, quello che non sa, quello che non è. Senza meta e senza amore, Anna, si affida semplicemente al destino.

Decisamente diverso è il mood che attraversa le note di “Arsenico”, un brano caratterizzato da una sorniona linea ironica. Ad accentuare questa allure fiabesca è la voce di Gazzè, insieme ad un particolare arrangiamento dal tocco fortemente onirico. Brillante, pungente, pragmatico è “Spigolo tondo”, un brano che, dall’alto della sua coinvolgente ritmica latineggiante, si propone ad un necessario ascolto plurimo. “La natura ha leggi complesse ma facili da rispettare”, canta, in coro, il trio, mentre la dissacrante dicotomia latente racchiusa in “Come mi pare” ci mette con le spalle al muro di fronte a cose tanto ovvie, quanto difficili da mettere in pratica: “Chi vuole scrivere, impari prima a leggere, chi vuole suonare prima deve imparare ad ascoltare, chi vuole ridere impari prima a piangere, chi vuole capire prima deve riuscire a domandare, chi vuole amare prima deve imparare a rinunciare” , cantano Fabi, Silvestri, Gazzè lasciandoci, infine, liberi ed incoscienti di fare esattamente come ci pare. Concreta, realistica ed intimamente delicata è la trama di “Giovanni sulla terra”, un uomo che non può permettersi di mollare la presa perché “il sole brucia chi sta fermo di più”. Burle, scherzi e scaramucce colorano le note de “L’Avversario”, una dichiarazione di “guerra” a quello che si rivelerà il proprio alter ego mentre l’intimismo di “Zona Cesarini” incastra l’ultimo prezioso pezzo in un puzzle sonoro tutto da ammirare. Da qualsiasi angolazione osserverete, ascolterete, interpreterete “Il padrone della Festa” potrete sempre trovare il brano perfetto per il vostro mood del momento, uno spunto sonoro su cui distendervi per lasciarvi andare, una parola di conforto a cui appigliarvi quando vi accorgerete che la cima “appare sempre più su”.

Raffaella Sbrescia

Acquista “Il padrone della festa” su iTunes

Date tour europeo:

26 settembre Colonia  (Club Bahnhof Ehrenfeld)

27  Berlino (Frannz Club)

30 settembre Parigi (La Bellevilloise)

1° ottobre a Londra (Bush Hall) 

2 ottobre a Londra  (Dingwalls)

3 ottobre Bruxelles (VK)

4  ottobre Lussemburgo (Conservatoire De La Musique)

5  ottobre Amsterdam (Sugar Factory)

9 ottobre Valencia (Sala Salomè)

10 ottobre Madrid (Sala But Madrid)

11 ottobre Barcellona (Sala Razzmatazz)

Date tour italiano:

14 NOVEMBRE – RIMINI – 105 STADIUM

18-19 NOVEMBRE – ROMA – PALALOTTOMATICA

 

21 NOVEMBRE – MODENA – PALAPANINI

22 NOVEMBRE – PADOVA – PALAFABRIS

 

24 NOVEMBRE – MILANO – MEDIOLANUM FORUM

28 NOVEMBRE – NAPOLI – PALAPARTENOPE

3 DICEMBRE – FIRENZE – NELSON MANDELA FORUM

 

5 DICEMBRE – TORINO – PALA ALPITOUR (EX-PALAOLIMPICO)

12 DICEMBRE –  CATANZARO

13 DICEMBRE – CATANIA

 

 Per acquistare i biglietti su Ticketone, clicca sul banner in alto a destra

Video: “L’amore non esiste”

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris: musica di classe al MozArt Box

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MoxArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Continuano i prestigiosi appuntamenti musicali organizzati nell’ambito di MozArt Box. Protagonista del concerto, tenutosi lo scorso 15 settembre nel palazzo reale di Portici, l’Elisabetta Serio trio e la nota cantante inglese Sarah Jane Morris. Dotata di un indiscutibile talento artistico, la pianista e compositrice Elisabetta Serio è riuscita, nel corso degli anni, ad instaurare un feeling musicale con i più importanti esponenti della scena musicale italiana e non solo. Tra tutti ricordiamo Pino Daniele, Rino Zurzolo, Andrea Parodi, Noa, Phil Palmer e tanti altri.

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MoxArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Accompagnata, in quest’occasione, da Fulvio Sigurtà (tromba), Leonardo De Lorenzo (batteria), Marco De Tilla (Contrabbasso), Elisabetta Serio ha intessuto un sottile texture di note, pronte ad inserirsi al momento opportuno nella dolce miscela sonora creata insieme ai suoi colleghi sul palco.

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MoxArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MoxArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Ad impreziosire ulteriormente il tutto, l’eleganza, l’energia e la forza espressiva di Sarah Jane Morris, l’eclettica interprete in grado di spaziare dal jazz, al rock, al blues con assoluta disinvoltura. Grazie alle aperture interpretative di un repertorio variegato, eseguito seguendo una linea melodica essenziale e diretta, e alla palpabile sintonia tra Sarah ed Elisabetta, il concerto è stato molto apprezzato dal pubblico che, a più riprese, ha calorosamente applaudito gli artisti sul palco.

 Fotogallery scattata in occasione del MoxArt Box 2014 a cura di Luigi Maffettone

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MoxArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

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Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

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Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

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Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

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Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

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Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Elisabetta Serio Trio Ft. Sarah Jane Morris @MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MozArt Box 2014: musica senza confini per Fausto Mesolella e Raiz

Raiz e Fausto Mesolella @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Raiz e Fausto Mesolella @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Lo scorso 14 settembre Fausto Mesolella e Raiz si sono esibiti in concerto nel palazzo reale di Portici (Na) nell’ambito del MozArt Box, il Festival che, da anni, coinvolge il territorio vesuviano in una serie di eventi finalizzati alla valorizzazione dei più importanti siti culturali della suddetta area. Con la direzione artistica di Stefano Valanzuolo e con un programma che spazia dalla canzone da camera, alla musica jazz, alla musica classica, fino a quella d’autore, MozArt Box intende far vivere la musica in modo trasversale, senza preclusioni di genere e di stile. Ecco perché il concerto di Raiz (voce storica degli Almamegretta) e  Fausto Mesolella (chitarrista e produttore degli Avion Travel), entrambi coinvolti nella pubblicazione dell’album intitolato “Dago Red”, si è mostrato particolarmente in linea con la vision posta alla base della rassegna musicale.

Raiz e Fausto Mesolella @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Raiz e Fausto Mesolella @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

I due artisti si sono spinti oltre i limiti dello spazio geografico, geopolitico,  fisico, culturale. Verbi, azioni, emozioni, immagini si sono rincorse incastrandosi in un puzzle ispirato al titolo della raccolta di racconti dello scrittore italoamericano John Fante.  Rock, soul, blues, reggae e musica etnica sono i canali espressivi dei testi prescelti, vere e proprie pietre miliari della musica mondiale, dal fascino senza tempo.

Raiz e Fausto Mesolella @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Raiz e Fausto Mesolella @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

In scaletta la montagna di “Tu canunchiagne” diventa “the mountain” che scalano gli Who in “See me, Feel me”,  l’emigrante di “Lacreme Napulitane” è lo stesso “Immigrant Punk” dei Gogol Bordello; alla “Carmela” di Sergio Bruni e Salvatore Palomba ad un certo punto parla Leonard Cohen (“I’m Your Man”) e la guerra descritta in “O surdatoNnammurato” viene esorcizzata da “Give me Love” di George Harrison. Speciale la versione di “Maruzzella” in ebraico, peculiare ed intensa l’interpretazione al maschile di “Ipocrisia” di Angela Luce. Un’esperienza, quella proposta al pubblico di Portici, in grado di offrire emozioni e suggestioni che, seppur finalizzate all’intrattenimento, rappresentano una preziosa occasione di confronto, condivisione e crescita.

Fotogallery scattata in occasione del MozArt Box 2014 a cura di: Luigi Maffettone

Raiz e Fausto Mesolella @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Raiz e Fausto Mesolella @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Raiz e Fausto Mesolella @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Raiz e Fausto Mesolella @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fausto Mesolella @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fausto Mesolella @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fausto Mesolella @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fausto Mesolella @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Raiz @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Raiz @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fausto Mesolella @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fausto Mesolella @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Raiz @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Raiz @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Raiz @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Raiz @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fausto Mesolella @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fausto Mesolella @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Raiz e Fausto Mesolella @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Raiz e Fausto Mesolella @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fausto Mesolella @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fausto Mesolella @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Raiz @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Raiz @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Raiz e Fausto Mesolella @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Raiz e Fausto Mesolella @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Raiz  @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Raiz @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fausto Mesolella @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fausto Mesolella @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Raiz e Fausto Mesolella @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Raiz e Fausto Mesolella @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fausto Mesolella @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fausto Mesolella @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fausto Mesolella @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fausto Mesolella @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

 Fausto Mesolella @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fausto Mesolella @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Raiz @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Raiz @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

 

Raiz e Fausto Mesolella @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Raiz e Fausto Mesolella @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Raiz e Fausto Mesolella @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Raiz e Fausto Mesolella @ MozArt Box 2014 Ph Luigi Maffettone

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Maleducazione alcolica: temi scottanti e ritmi indiavolati nell’album “Resto fuori”

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“Resto fuori” è il titolo del secondo album dei Maleducazione Alcolica, una realtà musicale italiana, nata nel 2010, che coinvolge un nutrito gruppo di giovani musicisti. L’album, prodotto su etichetta Maninalto! Records, è composto da tredici tracce e si avvale di numerose collaborazioni di prestigio:  si va da Fefo degli Almamegretta a Marino Severini, The Gang, Matteo Gabbianelli dei KuTso, Alessandro Palmieri (L’Ultimo) a Iguana. Tematiche profonde, intense, incentrate su temi e personaggi scomodi, spesso confinati ai limiti della società civile, si accompagnano a ritmi e sonorità eterogenee, veloci e coinvolgenti. Attraverso un crossover musicale che parte dallo ska e arriva al rock steady, la Maleducazione Alcolica testimonia una certa stanchezza che fa da sfondo al vivere sociale contemporaneo.

Ad inaugurare questo multi sfaccettato lavoro è una intro strumentale, la cui funzione pare quella di mettere in chiaro il ruolo da protagonista della chitarra e una certa voglia di lasciarsi andare alla libera contaminazione. La sottile polemica antigossip di “Una storia di evitare” si serve di figure retoriche e di personaggi fiabeschi che, se da un lato stemperano i toni, dall’altro accrescono la verve istrionica del gruppo.  Il ritmo veloce ed inafferrabile di “Marzo” s’insinua tra il sentimento di paura e frustrazione mentre l’esercizio stilistico di “Notte” mette in luce l’ottima carica testuale di un brano potente e veritiero. Tra musica forte, anime perse, anime sporche c’è ancora il tempo e la voglia di dedicare spazio ai cosiddetti malfattori di periferia, tra le chitarre blues di “Stress homeless” e alla figura tragica e demoniaca di “Un pazzo”. Impulsività ed idealismo combattono a carte scoperte in un progetto che, seppur acerbo in qualche tratto, riesce a trattare, con una meritevole incisività, tematiche tendenzialmente problematiche. Questa teoria è avvalorata dall’intimo racconto narrato in “Amavi le fragole”, dedicato alla vicenda di una ragazza privata della propria innocenza. L’odio come credo e la violenza come droga sono le immagini più crude proposte nel testo della title track “Resto fuori” mentre sonorità dance s’insinuano in “Polli beat”, un brano intriso di una sottile critica socio-culturale. Si ritorna a ritmi ska in “Puniscimi” ma il brano più potente e più incazzato del disco è “Trash”: “tutti vogliono soltanto che stai lì a guardare, tutti vogliono soltanto farti divertire, tutti vogliono soltanto farti suicidare, stai a sentire, non scappare”, cantano e scrivono i ragazzi de La Maleducazione Alcolica che, tre le altre cose, si regalano anche la cover di “Spend a weekend” di Toots and the Maytals, un riferimento diretto alla cultura reggae. A chiudere “Resto fuori”  è l’intenso intimismo di “Hashish & Caffè”, un brano dalla forte carica emotiva e dalla bella linea melodica, che auspichiamo possa rappresentare un nuovo spunto per il prossimo lavoro di un gruppo che ha davvero tante cose sensate da dire.

Raffaella Sbrescia

I componenti della band:

Marco Piccioni (voce & sax), Gabriele “Maestro” Segattini (keyboards &voce), Federico Telesca (chitarra & voce), Ludovico Brizzi (basso), Albertino “Fava” Monsignori (batteria), Leonardo “Banana” Zallocco (tromba, Matteo Mecocci (tromba), Alessandro “Nando” Sagretti (sax), Michele Ceriola (trombone)

Acquista “Resto fuori” su iTunes

Video: “Resto fuori”

“Sulo”, Gianni Lamagna in concerto a San Domenico Maggiore

Gianni Lamagna Ph Luigi Maffettone

Gianni Lamagna Ph Luigi Maffettone

Riconosciuto come uno tra i miglior interpreti del patrimonio culturale napoletano, Gianni Lamagna è stato definito “un artista dell’ottocento sperduto nel mondo contemporaneo”. Dotato di una speciale sensibilità vocale, espressiva ed umana, Lamagna ha incentrato il proprio percorso artistico su una continua ricerca mirata alla valorizzazione delle impercettibili peculiarità della cultura musicale “alta”. Il suo approccio versatile ed empatico si affida ad una visione divulgativa dell’arte. Una vera e propria mission che, nel corso di tanti anni, ha fatto da fil rouge ai numerosi spettacoli ideati ed interpretati dallo stesso Lamagna.

Gianni Lamagna Ph Luigi Maffettone

Gianni Lamagna Ph Luigi Maffettone

Il prossimo 19 settembre, nel cortile del convento di San Domenico Maggiore a Napoli,l’artista porterà in scena “Sulo”, uno spettacolo in cui differenti forme di epoche musicali, stili e modalità espressive saranno inserite in un percorso unico, grazie al  singolare eclettismo interpretativo di Lamagna, il quale canterà sia canzoni proprie che altrui, parlando di Napoli ma anche di terre lontane, senza orpelli nè artifici. Ad accompagnarlo semplicemente una chitarra, unico strumento scelto per  conquistare i più intimi cunicoli del cuore.

 

 

 

Alessandro Mannarino in concerto a Napoli: il live report di un esperienza totalizzante

Alessandro Mannarino @Al Monte tour Ph Luigi Maffettone

Alessandro Mannarino @Al Monte tour Ph Luigi Maffettone

“Al Monte tour”, la nuova avventura live del cantautore romano Alessandro Mannarino, giunge alla conclusione del percorso estivo con il concerto tenutosi lo scorso 13 settembre all’Arenile Reload di Bagnoli. Un viaggio musicale, della durata di due ore e mezza circa, in cui l’artista ha accompagnato per mano il pubblico tra i sentieri di uno speciale percorso fatto di sogni, parole e note. Con una imponente scenografia ed uno spettacolo curato in ogni singolo dettaglio, Mannarino ha spaziato all’interno della propria discografia estasiando gli spettatori, grazie ad una speciale e travolgente formula musicale. I brani proposti da Alessandro Mannarino si compongono di storie oniriche, spesso tragicomiche, fortemente al limite. Musiche di confine, intimamente contaminate, ispirate dalle sonorità della musica popolare italiana, acquisiscono forti tinte etniche con evidenti richiami alla musica balcanica e gitana.

Alessandro Mannarino @Al Monte tour Ph Luigi Maffettone

Alessandro Mannarino @Al Monte tour Ph Luigi Maffettone

Suddiviso in diverse fasi, il concerto di Mannarino racconta storie di storie attraverso un passaggio dall’inferno al paradiso, a metà strada tra sacro e profano. Ironico e sornione, il cantautore sfrutta a 360 gradi la propria padronanza del palco, circondandosi non solo di eccelsi musicisti ma anche di splendide voci, quella eterea e angelica di Simona Sciacca, in particolare. Sullo sfondo una serie di personaggi allegorici, pronti a suggestionare il pubblico, proiettandolo nei più meandri dell’anima umana.

Alessandro Mannarino @Al Monte tour Ph Luigi Maffettone

Alessandro Mannarino @Al Monte tour Ph Luigi Maffettone

Suoni lontani e rimi ancestrali animano le note de “L’impero”,  suggestivi gli interrogativi posti nel finale della surreale “Deija”, intimo e rabbioso il testo de “Le cose perdute”, travolgente l’arrangiamento di “Gente”, verace e godibile la versione swing di “Marylou”. La voce di Mannarino, maschia, virile, graffiata, virulenta, si riveste di incontenibile fascino e carica sensuale. Non solo cantastorie, dunque, ma anche primo interprete di vicende e poesie musicate con estro e creatività. “Osso di seppia”, “Malamor”, “Gli animali” racchiudono i momenti più spettacolari della prima fase del concerto. Sopra e sotto il palco nessuno è fermo, un brivido lungo la schiena, l’emozione che illumina lo sguardo, la secchezza nella gola che non permette di cantare, la meraviglia di fronte all’energia generata dalla musica rinnovano ancora una volta il miracolo della condivisione della musica dal vivo. Alessandro è emozionato, sorpreso, colpito da tanta energia e, raccogliendo sorrisi e consensi, vira il timone della sua nave verso un  nuovo approdo, forse meno suggestivo ma altrettanto intimo e delicato.

Alessandro Mannarino @Al Monte tour Ph Luigi Maffettone

Alessandro Mannarino @Al Monte tour Ph Luigi Maffettone

Decisamente insolito e sorprendente il mood elettronico scelto per “Quando l’amore se ne va”: diavoli  e mostri popolano un girone infernale marchiato a fuoco da lascivia e lussuria. “Statte zitta”, “Signorina”, “Maddalena”, “La strega e il diamante”, “Merlo Rosso” e la celeberrima “Me so ‘mbriacato” rappresentano la preziosa suite di brani scelti per raccontare la funzione salvifica della donna angelicata, così come insegnatoci dal Dolce Stil Novo di Dante e Petrarca.

Alessandro Mannarino @Al Monte tour Ph Luigi Maffettone

Alessandro Mannarino @Al Monte tour Ph Luigi Maffettone

Il repertorio di Alessandro Mannarino lascia spesso trasparire citazionismi colti, figure retoriche, sottili metafore che tra sfondi onirici, spesso surreali, quasi circensi, ci mostrano pregi e limiti del genere umano. “Tevere Grand Hotel”, “Serenata lacrimosa”, “Scetate vagliò” destano il pubblico dal torpore contemplativo, il parterre è una bolgia di braccia e sguardi umani, sul palco si suona, si canta e si balla proprio come se si trattasse di un baccanale. Intensa la dedica di Mannarino a Davide Bifolco, tragicamente scomparso pochi giorni a Napoli, con “Scendi giù”, seguita da “Le stelle” e da una magistrale interpretazione di “Al Monte”, la title track dell’ultimo album di inediti del cantautore è un vero e proprio capolavoro, sia dal punto di vista musicale che testuale, sono infinite le suggestioni che è in grado di regalare e, a giudicare dall’evidente stato ipnotico del pubblico, c’è da pensare che si tratti di un dato oggettivo.

Alessandro Mannarino @Al Monte tour Ph Luigi Maffettone

Alessandro Mannarino @Al Monte tour Ph Luigi Maffettone

L’ultima parte del concerto è naturalmente dedicata ai bis: l’irrinunciabile fascino popolare di “Bar della Rabbia” e l’emozionante carica energetica di “Vivere” lasciano trasparire tutta la capacità comunicativa ed empatica di Alessandro Mannarino che, scavando a fondo dentro se stesso è riuscito a mettere a nudo molti lati scomodi e non dell’animo umano, senza, tuttavia, rinunciare ad una sana indulgenza: “Posso dirti una cosa da bambino??? Esci di casa! Sorrdi!! Respira forte!!! Sei vivo!!!…cretino…”, parole, queste ultime, che non richiedono ulteriore commento se non estatica approvazione.

Raffaella Sbrescia

Fotogallery a cura di: Luigi Maffettone

Alessandro Mannarino @Al Monte tour Ph Luigi Maffettone

Alessandro Mannarino @Al Monte tour Ph Luigi Maffettone

Alessandro Mannarino @Al Monte tour Ph Luigi Maffettone

Alessandro Mannarino @Al Monte tour Ph Luigi Maffettone

Alessandro Mannarino @Al Monte tour Ph Luigi Maffettone

Alessandro Mannarino @Al Monte tour Ph Luigi Maffettone

Alessandro Mannarino @Al Monte tour Ph Luigi Maffettone

Alessandro Mannarino @Al Monte tour Ph Luigi Maffettone

Alessandro Mannarino @Al Monte tour Ph Luigi Maffettone

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