48:13, il nuovo album dei Kasabian è tutto da ballare

Kasabian-48_13“48:13” è il titolo, nonché la durata, del nuovo atteso album dei Kasabian. La band britannica capitanata da Sergio Pizzorno si appresta a festeggiare il decennale della propria folgorante carriera con un full lenght comprensivo di 13 tracce  che, pur facendo riferimento alle ormai inconfondibili sonorità del gruppo, rivelano una nuova tendenza minimalista. Annunciati come headliners del Glastonbury 2014, i Kasabian sfidano ogni convenzione lasciando che il suono trovi spazi e possibilità altamente performanti. Massima resa con sforzo minimo, oseremmo dire, la rendita artistica dei Kasabian, associata all’energia delle performance live del gruppo, è tale da indurci ad andare sul sicuro tra fitte trame di riff di chitarra e synth elettronici. Il disco si apre con “Shiva”, una intro ripiena di riverbero e di eco, pronta ad esplodere sulle note di “Bumblebee” che, invece, si presenta subito in tutta la sua vigorosità strumentale, arricchita dalla ricorrente parola “ecstasy”. Anche “Stevie” segue la stessa linea d’onda mentre “(mortis)” segue una scia particolare e diversa, quasi macabra. Una grande energia carismatica attraversa i tratti di “Doomsday” anche se il brano più accattivante del disco è “Treat”, una traccia caratterizzata da un suono glam e coinvolgente. Spunti di riflessione socio- antropologica emergono in “Glass”. Ipnotico e di ispirazione beatlesiana è “Explodes”. Pur avendo già abbondantemente ballato grazie all’irresistibile beat di “Eez-eh”, conserviamoci una massiccia dose di energia per “bow”. A chiudere il party è “Scissor Paper Stone”, o più brevemente, “s.p.s”, la degna conclusione di un estatico viaggio sulle infinite vie del rock britannico.

Raffaella Sbrescia

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Video: “Eez-eh”

Giovani Suoni: il 7 giugno l’anteprima del Festival di musiche e arti emergenti

giovani suoniPer promuovere il protagonismo giovanile nelle politiche di sviluppo culturale e turistico della città, il Giugno dei Giovani, per volontà dell’Assessorato ai giovani e alle Politiche Giovanili, creatività e innovazione, e dell’Assessorato alla Cultura e al Turismo, è una pratica e appuntamento annuale, così come il Maggio dei Monumenti. Tra le numerose ed interessanti iniziative in programma spicca il festival di musiche e arti emergenti Giovani Suoni, giunto alla sua ottava edizione, anticipata da un’anteprima d’eccezione: sabato 7 giugno, al Parco Gaetano Errico di Secondigliano si terrà, infatti, un evento all’insegna delle culture metropolitane, promosso dall’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Napoli. Esibizioni di writers, skaters e breakers, oltre ai live show di Moderup, Maldestro, Esseerre, Periferia Nord, The Element, G.a.s Family, Enzo Dong, La Panchina Crew, Fabio Farti e Fuossera si concentreranno su temi  importanti come l’impegno sociale e la legalità, i giovani, il futuro e la vivibilità del territorio. Proprio queste saranno le tematiche su cui i rapper che vorranno partecipare si ‘sfideranno’ nella Battle di freestyle, condotta da Underif, per la quale è in palio un premio in denaro di 100 euro. Il vincitore sarà scelto da DJ Uncino oltre che dal voto di una giuria popolare. Le iscrizioni per la Battle sono già aperte: online, inviando un messaggio all’account facebook di Giovani Suoni, oppure direttamente al Parco Gaetano Errico il giorno dell’evento, a partire dalle 17.

Alla presenza dell’Assessore Clemente, il 7 giugno sarà l’occasione per presentare il bando per il contest Giovani Suoni e per svelare tutti i dettagli del festival, di cui, per ora, si possono anticipare solo le date: 25 e 26 luglio.

Info:

Parco Gaetano Errico, Viale Galassie – Secondigliano (NA)

Start ore 17

Ingresso gratuito

Evento Fb:

https://www.facebook.com/events/616636461766649/?fref=ts

 

“Senza vele”: il brillante ep d’esordio di Maltese

matese-cover“Senza vele” è l’ep d’esordio di Paolo Adduce, in arte Maltese, disponibile in tutti i digital stores dal 16 giugno. Il cantautore torinese canta il nostro mondo scrivendo in maniera incisiva ed efficace. I suoi testi sono curati e offrono spunti di riflessione ad ampio raggio: si va dalla quotidianità, all’attualità politica, all’involuzione contenutistica dei mass media fino alla purezza dell’amore e dei sentimenti più intimi. Il primo brano è “Déjà vu”: tra ricordi nel lavandino, la sveglia del mattino ed il mantra “ tutto si fa, tutto si sa” s’insinua un orecchiabile ed originale arrangiamento che, senza strafare, convince e stimola all’ascolto. “Monsier Bardot” è il racconto di un uomo inibito dalla paura di amare: “io soldato e lei sabina, i suoi occhi rapirò”: scene, visioni e fotogrammi di un amore innescato da un buon bicchiere di vino. “Bacco, tabacco e un poco di pazienza”, quegli gli ingredienti clou per far fronte a “Il notiziario”: “Fermi tutti inizia il mio programma preferito/sangue,cucina, celebrità /lo capisci solo se lo guardi inebetito /qui la gente è matta./Dice che la guerra arriva prima della pace/che un ragazzo buono ha ucciso il padre in modo atroce/si ma avete visto i nuovi capi di Versace /Zitti canta Albano, che bella voce! E poi, ancora,“Rivoluzione! Grande fratello!/ma il mio stipendio finisce sempre sul più bello/Semplicemente, manipolando i desideri della gente/che da quel poco poi non gli rimane niente  non è abbastanza, piangere, fino alla prossima vacanza. Il mondo brucia/Il mondo è stanco /Mi sono perso/E già mi manco /Vorrei parlarti/Nella speranza che tra me e te, si accorci la distanza”. Abbiamo scelto di riportare alcune delle strofe del testo per lasciarvi intendere che ogni singola parola scritta da Maltese è più sufficiente nel rendere il fedele ritratto di una società contorta, confusa e ripiegata su se stessa.

maltese (1)“Io non ti voto più”, già “Premio Radio Kiss Kiss” è un testo brillante e più che mai attuale: offese, promesse, attese, leggi, intese, tasse, guerre, crisi pilotate e falsi ideali trovano posto nella voce calda di Maltese e nella delicata ed elegante tromba accompagnata da un sound electro-western. Il ribaltamento del valori ci lascia allo sbaraglio tra i sentieri della vita ma non tutto  può essere perduto. La poesia, il pudore, la delicatezza esistono ancora, sono piccole gemme che vanno accuratamente individuate, protette, valorizzate. Maltese ne è fortunatamente in possesso è se in “Senza Vele” l’amore sopravvive alla monotonia, grazie ad un ultimo giorno di magia, “Nel bosco delle more” una coltre di sogni ci traghetta via lontano in un altrove dove ogni giorno è da inventare.

Raffaella Sbrescia

Video: “Déjà vu”

Intervista al pianista Alberto Pizzo: Un “funambolo” a New York

Alberto Pizzo

Alberto Pizzo

Alberto Pizzo è un pianista napoletano che, in breve tempo, è riuscito a farsi notare dalle più importanti realtà musicali del mondo. Tra gli oltre 150 artisti in cartellone al “Blue Note Jazz Festival” di New York, Alberto Pizzo sarà tra i protagonisti nella prestigiosa location dell’Highline Ballroom il 4 giugno, con un live di piano nell’attesissimo Fabrizio Sotti & Friends. In questa intervista il giovane e talentuoso artista ci ha presentato “On the Way”, l’album registrato nella primavera del 2013 dal vivo al Bunker Studio’s di Brooklyn – New York.

Lei è stato definito “Funambolo senza rete” della musica… quanto si rispecchia in questa definizione?

Al termine “Funambulo” mi sono affezionato da subito ma non per dimostrare con spavalderia che le mani vanno agili e impetuose sulla tastiera…Il termine lo associo sempre ad un qualcosa che, seppure in bilico, cerca di raggiungere le sue mete, i suoi sogni senza guardare in basso rischiando di cadere.

Come vive la sua vita artistica da napoletano a New York? Quali sono stati i passaggi fondamentali di questi ultimi anni e cosa le sta insegnando l’esperienza oltreoceano?

Devo molto agli Stati Uniti ma non dimentico mai le miei radici anzi, cerco di ritrovarle sempre, ovunque vado, anche tra quei titanici grattacieli dove il profumo d’Italia lo senti un po’ dappertutto. Ho sempre avuto ben chiaro un concetto musicale, anche dopo aver varcato la frontiera statunitense: aggiungere alla melodia tipica delle canzoni classiche napoletane, delle sublimi colonne sonore e del  “Bel Canto” il sapore Jazz della libertà e dei sogni americani che, in sè, contengono “ tutti gli ingredienti culturali e musicali” dei cinque continenti.

on the wayCosa racchiude e cosa intende comunicare l’album “On the way”?

Il concetto di viaggio,  di scoperta e di continua ricerca coesiste con l’intento di tutto l’album: mescolare  più culture musicali. “On the Way” è un titolo di grande auspicio che mi dà semplicemente la sensazione di aver intrapreso la strada giusta per realizzare i miei desideri musicali e non…

Come ha lavorato alla realizzazione di questo lavoro, come sono nate le importanti collaborazioni presenti nel disco e qual è il brano a cui si sente più legato e perché?

L’album è stato concepito in due fasi: la prima parte negli States dove Fabrizio Sotti e Mino Cinelu hanno dato magicamente al piano il primo vero supporto internazionale e con  la loro maestria hanno reso tutto il percorso molto più semplice…poi abbiamo avuto la fase delle guest, le  varie collaborazioni sono nate strada facendo ed il mio manager Gianni Sergio, grazie alle sue solide relazioni, ha  portato nell’album artisti di livello mondiale che, fin da subito, sono rimasti affascinati dal progetto.

Non ho un brano in particolare che preferisco ma sono molto legato a “Mediterraneo” e “Gocce di Vita” perché ho scritto questi brani in momenti di grande cambiamento sia  della mia vita artistica che sentimentale.

Come nasce “This ship has sailed” con David Knopfler?

“This ship has sailed” è, per me, un brano che aggiunge alla sfera musicale e personale  un’esperienza indimenticabile: nasce a Guildford, un delizioso paesino poco distante da Londra… Una foto scattata lì ha dato la cover all’album e, proprio in quello studio-cascina che appare in copertina, io e David Knopfler abbiamo concepito con assoluta libertà musica e testi del brano.

Alberto_Londra_Colori (2)Sarà l’unico italiano ad esibirsi al Blue Note jazz Festival di New York, in programma il prossimo 4 giugno…come si sente a riguardo e come si sta preparando?

Sono molto felice ed onorato di partecipare ad uno dei Festival più prestigiosi al mondo e devo ringraziare Fabrizio Sotti il quale ha reso questo sogno realizzabile … Cerco, come sempre, di prepararmi  fisicamente e mentalmente cercando di trascorrere le ore di studio al piano con grinta e concentrazione e soprattutto restando sempre con i piedi per terra.

Qual è il suo rapporto con la tradizione musicale napoletana?

Sin da piccolissimo ho esplorato il mondo armonico e melodico del mio pianoforte attraverso le celebri melodie napoletane… si tratta di un rapporto quasi amoroso.

Che tipo di rapporto ha con il pianoforte e che tipologia di concerto offre al pubblico?

Il pianoforte è ormai parte della mia vita quasi da sempre. Avendo iniziato a circa 4 anni ricordo ben poco o nulla della mia esistenza senza il pianoforte…

Questo strumento, come un qualsiasi essere vivente, va nutrito e coltivato con tanta pratica e tanto sacrificio perché risponde esattamente a ciò che gli  dai… se gli dedichi tanto ti ricambia con tanto. Il mio concerto in “piano solo” è un viaggio che decido di percorrere con il pubblico e con lo strumento … cerco di non dare mai per scontata nessuna esecuzione e di lasciare sempre spazio alla fantasia ed inventiva durante le mie esecuzioni…

Che riscontri riceve dal pubblico e che differenze ha avuto modo di notare tra le varie location in cui si è esibito nel corso degli anni?

Credo che il pubblico, in generale, ami sempre la passionalità e la sincerità di un artista, io semplicemente cerco di essere me stesso ovunque mi esibisco: istintivo, schietto e controllato

Quali saranno i suoi prossimi appuntamenti dal vivo?

Dopo Napoli, Milano , Roma, Salerno. ci saranno altre date in Italia tra le quali Porto Garibaldi il 20 giugno,  il Teatro Diana di Napoli il 2 Luglio,l’Arena del Mare di Salerno il 22 luglio e altre ancora  fino a Ravello Festival il 4 settembre… tra pochi giorni sarò negli States per il Blue Note Jazz Festival di New York ed in agosto invece mi esibirò in diverse città del Giappone.

Che prospettive ha per il futuro?

Tante, ma soprattutto voglia di far bene oggi per creare un domani sempre più roseo… sono molto esigente e amo il mio “lavoro” tanto da non definirlo tale.

C’è un sogno artistico che conserva ancora nel cassetto?

Ne ho tanti ma da buon napoletano un pizzico di scaramanzia mi assale proprio in questo istante… Comunque credo che bisogna  considerarsi sempre in continuo “On the Way “e soprattutto credere che davvero  “Anything is possible”.

Raffaella Sbrescia

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Queste le date della tournée che quest’estate porterà Alberto Pizzo tra l’Italia, l’America e il Giappone:

4 giugno             NEW YORK                       HIGHLINE BALLROOM

6 giugno             NEW YORK                       KGB THE RED ROOM

20 giugno            PORTO GARIBALDI    PANMA BEACH

2 luglio                 NAPOLI                              TEATRO DIANA

22 luglio               SALERNO                          ARENA DEL MARE “PREMIO CHARLOT”

3 agosto              MATSUYAMA CITY      TAKASHIMAYA ROSE HALL

6 agosto              OKAYAMA                         NIPPON BANK RENAISS HALL

8 agosto              TOKYO                                 NIPPOLI SUNNY HALL

26 agosto            SIPONTO                            PARCO ARCHEOLOGICO di–Premio Argos Hippium

4 settembre      RAVELLO                            VILLA RUFOLO “RAVELLO FESTIVAL”

Intervista a Fiorenza Calogero: “Cantare Napoli significa darle il rispetto che merita”

Fiorenza Calogero Ph Luigi Maffettone

Fiorenza Calogero Ph Luigi Maffettone

Quella di Fiorenza Calogero è tra le più importanti voci della scena musicale napoletana e mediterranea. Cantante e attrice versatile e appassionata, Fiorenza ha saputo distinguersi grazie al suo talento concentrato nella valorizzazione della lingua e della cultura della sua terra: Napoli. In questa intervista abbiamo lasciato che l’anima di questa artista si aprisse raccontandosi a 360 gradi, in attesa di un nuovo atteso lavoro discografico, prodotto da Andrea Aragosa.

Sei una cantante e attrice che si è particolarmente distinta per la valorizzazione della lingua e della cultura della tua terra…cosa significa per te cantare Napoli?

Il mio riferimento, sin da quando ero piccola, è sempre stata la musica tradizionale. Sarà anche perchè i miei genitori l’ascoltavano, ho sempre vissuto tra un nonno che fischiettava le canzoni classiche napoletane e un padre che era un amante e cultore de “La Gatta Cenerentola” di De Simone. A questo si aggiunge anche il fattore emotivo, c’era la possibilità che io rimanessi indifferente a questo tipo di musicalità, invece provavo sempre emozione: a 5-6 anni ascoltavo il disco de “La Gatta Cenerentola” o la Nuova Compagnia di Canto Popolare, di cui conoscevo a memoria tutte le canzoni. Ovviamente nel corso degli anni la passione è cresciuta, avvertivo, seppur ancora inconsapevolmente, che mi piaceva cantare la canzone classica napoletana. A 15 anni poi, feci il provino per La Gatta Cenerentola del maestro De Simone, lessi l’annuncio sul Mattino e, proprio come se si trattasse di una forza più grande di me, presi la circumvesuviana di nascosto e andai ai provini. Da lì si è aperto un mondo, ho deciso che volevo esprimermi attraverso questo tipo di musica da un punto di vista artistico. Volevo essere identificata come una cantante napoletana ma con uno spirito diverso: la musica napoletana ha una sua dignità, una sua storia, forse più di altre tradizioni di musica popolare nel mondo….Qui ritroviamo la poesia, il sentimento, l’aneddoto, la storia. Ho iniziato a studiarla proprio perché non volevo cadere nella banalità di alcuni esecutori che, invece, l’hanno un po’ travisata. La musica napoletana per me non è né la pizza, né il mandolino, né il Vesuvio; questa tradizione musicale ha una nobiltà e una storia tale che non sempre si conosce e non sempre si percepisce perché siamo abituati a renderla giocosa, festaiola. Il lavoro che ho fatto in questi 15 anni è servito per far sì che, quando salgo sul palcoscenico, so come dover trattare questo tipo di musica. Sono felice di portare la musica di Napoli nel mondo come dico io, ho cercato una strada musicale, ho seguito la strada della sottrazione scegliendo di esibirmi solo con voce e chitarra e lasciando intatte partiture e cadenze senza stravolgerle. Cantare Napoli significa questo, significa darle la dignità e il rispetto che merita senza imbruttirla e involgarirla.

Fiorenza Calogero Ph Luigi Maffettone

Fiorenza Calogero Ph Luigi Maffettone

Un altro passaggio importante è stata l’esperienza con il Festival Migrazioni Sonore dal 2007 al 2009…come furono quegli anni e cosa ti hanno insegnato artisticamente?

Migrazioni Sonore è stato il passo successivo all’interno del mio percorso ed è la conseguenza di ciò che io ho imparato insieme ad Enzo Avitabile e Andrea Aragosa che organizzano, già da una decina d’anni,  Sentieri Mediterranei, il Festival che si svolge a Summonte (Avellino). Questa è una manifestazione a cui io ho partecipato sia come artista che come collaboratrice del direttore artistico. Da loro ho imparato tutto ciò che è relativo alla world music e quali sono le possibilità che un festival  può offrire al pubblico, sia dal punto di vista musicale che culturale. Nella fase successiva, c’ è poi stata l’assegnazione della direzione artistica del festival Migrazioni Sonore, che allora non esisteva. Dopo diversi incontri e dopo aver visto la location (Montefalcione-Avellino), ho pensato ad un festival strutturato in tre giorni, avevo scelto 12 location, quasi come percorso musicale e culturale per il turista o il curioso che veniva a visitare il festival, e ho chiamato 12 gruppi stranieri, non famosi, ma professionisti, che si esibivano rappresentando la loro musica di tradizione, il loro artigianato, le loro danze, i loro costumi. Sul palco principale, ogni sera c’era un gruppo di tradizione musicale popolare italiano mentre i 12 gruppi erano gli stessi per tutte e tre le sere e si esibivano per le strade del paese. Nel 2009 questo festival è stato premiato come miglior festival della Campania e ha avuto tantissime presenze, mi intristisce ripensarci perché purtroppo questa esperienza si è definitivamente conclusa, a causa della mancanza dei fondi pubblici. Tanti giovanissimi si sono appassionati ai tamburi cinesi, al flamenco, alla musica messicana, alla musica celtica e, se pensiamo al fatto che gli artisti coinvolti non erano nemmeno conosciuti, la mia è stata una doppia vittoria. Da allora, però, non ho più voluto prendermi questi incarichi, perché non c’erano le condizioni economiche adatte e perché mi è passata la voglia di scontrarmi con la burocrazia e le istituzioni. Resterà soltanto un bel ricordo…

Fiorenza Calogero Ph Luigi Maffettone

Fiorenza Calogero Ph Luigi Maffettone

Ci parli dei progetti discografici, rispettivamente intitolati “Fioreincanto” , “Fiorenza” e “Sotto il vestito…Napoli”?

“Sotto il vestito…Napoli” rappresenta il più grande sbaglio della mia vita… Non mi riferisco al contenuto musicale dell’album perché si tratta di un buon lavoro in cui la musica napoletana viene sposata al jazz. Quello che contesto non è  la scelta di mettere me e delle colleghe nude in copertina ma il modo in cui siamo state messe in copertina…Ci sono nudi e nudi, ci sono i nudi artistici e poi ci sono nudi squallidi, come lo è quello nella copertina di questo cd… La colpa è stata mia perché da artista e da professionista quale sono dovevo accertarmi, dopo lo shooting fotografico, quali foto scegliere. Dovevo tutelarmi e non l’ho fatto, quindi da un punto di vista d’immagine questo è stato un grande sbaglio che mi ha fatto tanto soffrire;  non era certo questa l’immagine che volevo dare di me stessa, digerire nel corso degli anni questo mio fallimento ha richiesto un bel po’ di tempo. Di tutte le esperienze che ho fatto, questa è quella che, se tornassi indietro, non rifarei o quantomeno la rifarei tutelando la mia immagine.

Fiorenza Calogero Ph Luigi Maffettone

Fiorenza Calogero Ph Luigi Maffettone

A cosa stai lavorando adesso con la produzione artistica di Andrea Aragosa?

Questo lavoro rappresenta la mia rinascita artistica perché l’ultimo mio disco è stato proprio “Sotto il vestito…Napoli”. Con un album ti aspetti di lavorare, di fare concerti invece quel disco mi ha solo tolto credibilità. Dal 2011 ad oggi c’è stato quasi il buio da un punto di vista discografico e musicale, nel frattempo, però, sono diventata mamma e mi sono dedicata alla mia realizzazione come donna. Con il mio produttore Andrea Aragosa, una persona competente, lungimirante e intelligente e colta, stiamo realizzando il progetto che avrei sempre voluto fare. Con Andrea collaboro già da una quindicina d’anni però, tutte le volte che io parlavo di un disco insieme, lui mi diceva sempre che non era il momento. Evidentemente non mi vedeva e sentiva pronta, nonostante il fatto che in questi anni abbiamo sempre collaborato insieme. Dopo tante esperienze, anche negative,  ho capito la lezione e questo ha fatto sì che io maturassi anche dal punto di vista artistico per cui, quando lui mi ha detto che ero finalmente pronta, abbiamo iniziato a lavorare a questo cd. In relazione al discorso sugli sbagli voglio aggiungere una cosa importante rivolgendomi a chi si vuole avvicinare a questo mondo: Io capisco che chi fa solo questo lavoro, deve lavorare e, pur di farlo, è costretto ad accettare quasi tutto perché l’affitto e le bollette si devono pagare, però ci sono cose a cui a cui puoi dire di sì e cose a cui devi dire di no.

Fiorenza Calogero Ph Luigi Maffettone

Fiorenza Calogero Ph Luigi Maffettone

Cosa ci puoi anticipare di questo nuovo lavoro?

Posso sicuramente dire che sto facendo quello che ho sempre voluto fare con la canzone napoletana, un’operazione del genere l’ho sempre desiderata e adesso ne sto avendo l’opportunità. Questo sarà un album di respiro internazionale e tra le tante collaborazioni, che non posso ancora svelare, ci sarà Cristina Branco, cantante di fado portoghese e stella della musica fadista nel mondo, che duetterà con me ne “Lu Cardillo”, di cui c’è stata la recente anteprima al Teatro Sannazzaro di Napoli e, a parte pezzi di tradizione classica, ci saranno anche degli inediti di Enzo Avitabile. Anche se cerco di stare sempre coi piedi per terra, quello che mi rende davvero felice è che si tratta di qualcosa che avrei sempre voluto fare e sono contenta di fare questo percorso con le persone giuste. Trovare le persone giuste, lungo il proprio percorso, è davvero fondamentale perché anche se c’è talento, determinazione, voglia di fare, voglia di lavorare, voglia di cantare, il successo è il frutto di un lavoro di squadra e, quando la squadra è fatta da persone che puntano ad uno stesso obiettivo e sono competenti, allora il tuo talento può finalmente uscire fuori.

Fiorenza Calogero Ph Luigi Maffettone

Fiorenza Calogero Ph Luigi Maffettone

I prossimi appuntamenti live di Fiorenza Calogero

Gli appuntamenti più vicini sono il 20 giugno al Real Ortobotanico per la rassegna Ortovolante e il 6 luglio al PompeiLab per la rassegna TeatroLab, un concerto dal titolo “FiorenzaCantaViviani” che racchiude il mio amore e il mio legame per Raffaele Viviani, mio illustre concittadino. L’idea del progetto e le elaborazioni musicali sono di Marcello Vitale, già chitarrista con Pino De Vittorio e L’Arpeggiata di Cristina Plhuar, mio compagno nella vita e padre di mia figlia con cui si è creato un intenso sodalizio artistico, insieme a lui ci sarà Carmine Terracciano chitarra classica, mio collaboratore e amico con cui condivido la scena da anni e Erminia Parisi alla danza.

 Raffaella Sbrescia

 

“Out of your ego”, il debut album dei Clustersun

clustersun“Out Of Your Ego” è il titolo del debut album dei Clustersun. Pubblicato lo scorso 28 aprile per Seahorse Recordings, il full lenght realizzato da Piergiorgio Campione (sintetizzatori e voci), Marco Chisari ( voci e basso), Andrea Conti  (batteria) e Mario Lo Faro (chitarre) rappresenta un lavoro di sperimentazione musicale dichiaratamente ispirato alla musica britannica e orientato allo shoegaze psichedelico. A condire il tutto una massiccia dose di riverbero, una spruzzata di new wave ed un sottile rimando al post-punk ’80-’90. Anche dal punto di vista grafico l’album si presenta subito originale: il booklet è introdotto dall’ artwork surrealista realizzato dalla giovane fotografa newyorkese Brooke DiDonato. “Out of your Ego” rispecchia, fin dalle prime battute, una chiara connotazione metafisica; atmosfere psichedeliche, misteriose, alienanti, livide si accompagnano a stratificazioni di chitarra, riverbero, delay. All’interno di questo mix la vocalità di Marco Chisari si inserisce con importante personalità all’interno delle otto tracce che rivelano una cifra stilistica particolareggiata e multitasking. Ad introdurre il disco è “Hipgnosis”: immediatezza pop e sensibilità dreamy  si intrecciano lungo la linea di basso:” You don’t seem to care how cold is the out space out of your Ego”, cantano i Clustersun offrendo uno scenario inquietante e possibilista al contempo. Una linea vocale eterea e crepuscolare attraversa le coordinate strumentali di “Meteors” mentre la tendenziale ispirazione animista di “Be vegetal” ci traghetta in un altrove onirico e surreale. “Planar I” e “Planar II” rappresentano, invece, le tracce più pessimiste del disco, un sole silente e gelido chiude orizzonti e prospettive: “It’s always too late”. Di ben altra natura è “Floating”: un veleggiare sonoro tra sponde passate e approdi futuri fino al sopraggiungere di “Clustersun”, un brano ripieno di riverberi, volumi e distorsioni strumentali: 7 minuti e 13 secondi per un “trip”  di tutto rispetto.

Raffaella Sbrescia

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Massimo Ranieri: “Sogno e son desto”, intrecci tra musica, teatro e poesia

Massimo Ranieri Ph Luigi Maffettone

Massimo Ranieri Ph Luigi Maffettone

Ancora un grande successo per Massimo Ranieri, uno degli artisti più carismatici e più amati dal pubblico italiano che, lo scorso 31 maggio, ha tenuto una nuova data del suo “Sogno e son desto” presso il Teatro PalaPartenope di Napoli. Un lungo one man show, sottotitolato “Chi nun tene coraggio nun se cocca ch’ ‘e femmene belle”. Parole giocosamente provocatorie, queste ultime, finalizzate a sottolineare la veracità, il carisma e l’originalità di uno spirito artistico pronto a mettersi in gioco e a proporsi al pubblico in una veste sempre rinnovata.  Lo spettacolo, ideato e scritto da Gualtiero Peirce e Massimo Ranieri, è composto da canzoni e monologhi che intrecciano e attraversano il repertorio della grande canzone napoletana e quello dei più celebri cantautori italiani e internazionali: da Fabrizio De  Andrè a Luigi Tenco, da Charles Aznavour a Violeta Parra, da Giorgio Gaber a Pino Daniele, da Raffaele Viviani a Nino Taranto. Musica, teatro, poesia e letteratura: Massimo Ranieri si è fatto interprete di ruoli, parole e messaggi importanti e trasversali coinvolgendo il pubblico in un percorso completo e coinvolgente dimostrando, ancora una volta, una passione, un’ energia e un intuito artistico inalterabile nel tempo.

 Fotogallery a cura di : Luigi Maffettone

Massimo Ranieri Ph Luigi Maffettone

Massimo Ranieri Ph Luigi Maffettone

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