“Graphic Novel is Dead”, Davide Toffolo si racconta al Napoli Comicon

Davide Toffolo

Davide Toffolo

Lo scorso 2 maggio il Napoli – Comicon, Salone Internazionale del Fumetto, ha ospitato nella sala Cartoona Italia Davide Toffolo, tra i maggiori autori italiani di graphic novel e membro del gruppo rock Tre Allegri ragazzi morti. L’artista ha introdotto la sua opera, pubblicata lo scorso 15 gennaio per Rizzoli Lizard, mettendo a frutto le proprie abilità di entertainer sfruttando la sua proverbiale verve comica. Al centro del suo lungo intervento la propria identità: uguale fra gli uguali, Davide si è trasformato in Eltofo, il cantante yeti che, prima di disegnare se stesso e capire il mondo, ha cercato di scoprirlo.

Davide Toffolo All’interno dello speciale set unplugged organizzato per l’occasione, Toffolo ha offerto al pubblico alcuni dei maggiori successi del repertorio dei  Tre Allegri ragazzi morti: “La tatuata bella”, “La mia vita senza te”, “Puoi dirlo a tutti”, “Alle anime perse”, “Il mondo prima”, “La faccia della luna”, “Sono morto” e “Occhi bassi” nel finale a sorpresa. Autore libero e spregiudicato, Davide Toffolo si è persino cimentato in una partita a tennis con la Wii. Perfettamente a proprio agio, l’artista si è poi dedicato ad un significativo racconto fotografico della propria esistenza e del mondo a lui circostante tra individui descritti come alieni, gli ecomostri di Taranto, le brutture architettoniche di Pordenone e provincia, il tutto distrincandosi tra i quadri e gli animali morti conservati in freezer, le tavole dei suoi lavori esposte sul muro di casa e i piccoli dettagli della propria vita, fino alla concretizzazione del suo percorso artistico e la mutazione in Eltofo. Un percorso costruito per tasselli, anche microscopici, mirati alla definizione di un individuo completo.

Davide Toffolo All’interno di “Graphic Novel is Dead” ci sono anche altri personaggi chiave come Andy Kaufman, oracolo personale di Eltofo, e Pepito, la sua “spalla comica”, un piccolo pappagallo domestico, che lo accompagna nel suo viaggio interiore e in un passato talvolta doloroso e che offrirà alla fine del racconto un divertente colpo di scena.
Il lavoro ha visto anche la collaborazione della fotografa Cecilia Ibanez, che lo ha seguito nell’ultimo tour negli stadi con Jovanotti e al Comicon di Napoli. Il colore e la supervisione del lavoro sono a cura di Alessandro Baronciani, il risultato è un’autobiografia assolutamente non definitiva perché, come disse il leggendario Joe Strummer “Il Futuro non è scritto”.

Raffaella Sbrescia

 

 

Intervista al flautista Pino Porsia: “La mia nuova avventura con i Joy’s Celtic Connection”

Pino Porsia

Pino Porsia

I Joy’s Celtic Connection radunano in un unico gruppo tre musicisti di lunga esperienza musicale in un inedito progetto folk, ispirato alla tradizione celtica: Pino Porsia (voce, flauti e ukulele), Rosario Le Piane (chitarra e percussioni) e Antonio Tuzza (basso e voce) torneranno ad esibirsi, al Joy’s Pub (C.so Sonnino 118/D – Bari – ore 21.45) per il “St. Patrick Day Revival”. Per l’occasione abbiamo raggiunto Pino Porsia al telefono per lasciarci conquistare dalla sua sconfinata passione per la musica irlandese e per il flauto, uno degli strumenti più affascinanti della storia.

Pino, il tuo percorso musicale è iniziato quando eri soltanto un adolescente… qual è stato il motore che ha innescato in te la passione per la musica antica e per quella celtica in particolare?

Ho iniziato suonando e ascoltandoaltra musica poi, ad un certo punto, sono stato in viaggio in Irlanda e da lì mi sono innamorato della cultura e della musica di quella terra. Da lì è iniziato un percorso che mi ha portato a scoprire altre la musica antica, quella medievale e quella rinascimentale, anche se la mia grande passione rimane la musica celtica e quella irlandese in particolare.

Cosa significa per te suonare il flauto? Qual è la storia che accompagna questo tipo di strumento e quali tipologie di flauto suoni?

Questo strumento è generalmente associato a feste pagane. Il flauto è uno degli strumenti più antichi che l’umanità conosca. Il primo strumento musicale mai rinvenuto dagli archeologi è stato proprio un flauto, sin dagli albori dell’umanità si cercava di far musica suonando dentro tubi di ossa, pezzi di canne di bambù o di legno, già questo è un fatto di per sé affascinante, inoltre questo strumento ha avuto una storia molto interessante perché ogni epoca ha prodotto flauti differenti. Il flauto è, dunque, uno strumento che si adatta sia ai tempi che ai posti in cui viene suonato e questa è una cosa davvero affascinante. Io suono prevalentemente flauti di origine irlandese, i thin whistle in latta. Oggi esistono anche flauti in plastica tipologie di strumento più evolute, più intonate, che rispondono meglio al suono. Poi suono i flauti traversi irlandesi, in legno e a volte suono anche il flauto traverso moderno, un po’ meno espressivo per questo tipo di musica, però alle volte può essere utile.

Hai mai preso parte alle leggendarie sessions di musica irlandese nei pub locali?

Sì certo! Ho fatto vari viaggi in Irlanda proprio per per partecipare alle sessions dei pub. Questo tipo di evento non è rappresenta solo un momento di gioia musicale ma anche, e soprattutto, una preziosa occasione di studio. Vado lì per conoscere nuovi brani, nuovi musicisti, ho avuto anche la fortuna di poter suonare con Matt Molloy in una di queste sessions. Matt è il più grande flautista irlandese, fondatore dei The Chieftains, uno dei gruppi folk più famosi, e io ho avuto l’onore di suonare anche con lui ed è una cosa molto bella.

E i Festival?

Naturalmente ho partecipato a tantissimi festival! Sono talmente tanti che diventa difficile anche citarne solo qualcuno… Tieni conto che durante il periodo con i Folkabbestia abbiamo girato l’Europa intera, i Festival di musical folk li abbiamo girati quasi tutti. Quelli erano anni in cui non si stava fermi nemmeno per un giorno!

Per un po’ di anni hai fatto parte del gruppo del Folkabbestia. Quali ricordi conservi di quel periodo?

Certamente conservo dei bellissimi ricordi. L’esperienza con i Folkabbestia non è nata tanto come esperienza musicale quanto come esperienza umana. Eravamo e siamo ancora molto amici, un vero gruppo formato da amici a cui piaceva anche suonare insieme. Abbiamo condiviso tanta strada e tanta musica, ho suonato con loro per tantissimo tempo fino a quando poi le strade si sono naturalmente divise per esigenze diverse. Spesso, però, amiamo continuare a suonare insieme, ogni tanto mi chiamano a suonare e siamo sempre in contatto sia umanamente che musicalmente.

Joy's celtic connection_Locandina (2)Che tipo di repertorio affronti con i Joy’s Celtic Connection?

In realtà questo progetto è nato per gioco. Abbiamo deciso nell’ambito del Joy’s Pub, il locale che ci ospiterà anche stasera (2 maggio), di provare a suonare insieme e devo dire che sta funzionando bene. Insieme a Rosario Le Piane (chitarra e percussioni) e ad Antonio Tuzza (basso e voce) abbiamo iniziato a suonare per fare un concerto il giorno di San Patrizio lì nel pub. In quell’occasione ci siamo divertiti così tanto che abbiamo pensato di continuare e di non lasciare che si trattasse di un episodio isolato. In seguito siamo stati invitati a suonare alle Giornate Federiciane ad Altamura, lo scorso 26 aprile, ed è stato un bellissimo concerto con tante persone che si sono divertite con noi. Tutti questi avvenimenti ci hanno incoraggiato ad andare avanti, il repertorio abbraccia la tradizione irlandese e scozzese: musica da danza, allegra e divertente anche se suonata in maniera non propriamente tradizionale. Tenendo conto del fatto che l’ ”irlandofilo” della situazione sono io, ci sono spunti di apertura ad altri generi musicali perché Antonio e Rosario non hanno mai suonato musica folk per cui in quello che stiamo facendo si fondono un po’ le esperienze di tutti noi.

Ci saranno dei vostri brani inediti in futuro?

Per ora direi che si tratta di un discorso prematuro, ci stiamo concentrando molto nel cercare un linguaggio comune per avvicinare i nostri tre linguaggi musicali però non è escluso che prima o poi inizieremo a lavorare su dei brani originali.

 Raffaella Sbrescia

Si ringraziano Pino Porsia e Roberta Ruggiero per la disponibilità

Marta Sui Tubi e Franco Battiato firmano “Salva Gente”. La recensione del singolo

marta sui tubi salva genteI Marta Sui Tubi e Franco Battiato firmano “Salva Gente”, una canzone che, già attraverso il titolo, intende svolgere una funzione salvifica o quanto meno creare i presupposti per una riflessione più attenta su noi stessi e sugli altri. La collaborazione arriva in occasione dell’uscita del nuovo album dei Marta sui Tubi, intitolato “Best of Salva Gente”, in uscita il prossimo 27 maggio. L’album racchiuderà una raccolta dei brani più famosi della band che celebra i 10 anni di carriera. Sul fronte strumentale, il nuovo singolo presenta un coagulo particolarmente riuscito e gradevole tra le sonorità rock dei Marta sui Tubi e quelle più elettro-oniriche di Battiato. Per quanto riguarda la composizione testuale del brano è importante evidenziare la presenza di strofe pregne di accostamenti semanticamente efficaci. Partendo dalla cruda osservazione degli atteggiamenti umani, gli artisti coinvolti in questo progetto si lanciano in una serie di messaggi mirati alla stimolazione dello spirito critico del genere umano. “C’è gente talmente povera che non ha nient’altro che il denaro e pensa che la statura morale di una persona equivale al suo capitale”: niente di più triste e vero al contempo.

“C’è gente che vuole tutto quello che gli passa sotto il naso perché non sa cosa vuole”: altra innegabile verità; meglio tutto e subito che prendersi la responsabilità di imparare a capire cosa ci circonda e di conseguenza scegliere. Scegliere di sbagliare: il più grande spauracchio degli “Sconfitti 2.0”. “C’è gente così comica ma si prende un po’ troppo sul serio e non troverà la verità nemmeno se gliela mettono in mano”: un pizzico di sano disprezzo nei riguardi di coloro che ridicolizzano se stessi senza amor proprio e senza pudore è quando mai doveroso.

Il ritornello del brano cita: “Quando comincerai a vedere il mondo in un modo diverso il mondo comincerà a cambiare”, ecco la chiave per la svolta dell’uomo: guardare il mondo in un modo diverso, guardare il mondo senza pensare continuamente al passato, guardare il mondo cercando di immaginarlo in una maniera completamente nuova, inedita…in una parola: diversa. Tra individui che non si sorprendono, che non ci sorprendono e che rimangono immobili tra i “frangiflutti del destino” è necessario riscoprire la possibilità di rinascere ogni giorno per salvare gli altri e salvarci a nostra volta.

Raffaella Sbrescia

Audio “Salva Gente”

 

Meeting del Mare 2014: il meglio della musica italiana sulle rive del Cilento

Meeting del Mare 2014 (2)Esiste un evento musicale in grado di coniugare accessibilità globale e ottima musica ad una location da sogno? La risposta è sì, si tratta del Meeting del Mare. La diciottesima edizione del festival ideato da don Gianni Citro, si terrà dal 30 maggio al 2 giugno a Marina di Camerota (Salerno) e riunirà alcuni grandi nomi della musica italiana e internazionale con giovani promesse della scena indipendente per un cartellone pronto a soddisfare tutti i gusti.

Tema cardine della XVIII edizione del festival campano, che anticipa i grandi raduni open air estivi, sarà l’origine. ”Rintracciarla, imparare ad amarla. Sarà come poterla vedere e toccare. L’Origine di noi, di questo mondo, di questa vita, di questo giorno, di questo mare, di ogni parola, di tutti gli sguardi, dei nostri pensieri. Ora che siamo qui, per nessuna ragione, rinunceremo a capire da dove siamo partiti. La nostra Origine, ovunque essa sia, ci accompagnerà per sempre”. Queste le parole introduttive di don Gianni Citro, parroco della cittadina cilentana che, dal 1997 porta avanti questo ambizioso progetto, ospitando il meglio della musica italiana.

rocco-hunt-a-verita (2)L’apertura della kermesse è prevista per  venerdì 30 maggio e sarà affidata al giovanissimo rapper salernitano Rocco Hunt. Vincitore del Festival di Sanremo nella sezione nuove proposte, Rocco presenterà il suo nuovo lavoro discografico intitolato “‘A verità”.
Il giorno seguente sarà la volta del cantautore ferrarese Vasco Brondi, meglio noto come Le Luci della Centrale Elettrica che, grazie al successo dell’album “Costellazioni”, ha fatto registrare una serie di concerti sold out in tutta Italia. Per l’occasione, l’artista sarà accompagnato on stage da Ettore Bianconi e Sebastiano De Gennaro dei Baustelle e da Andrea Faccioli e Daniela Savoldi.

Franco Battiato (2)Domenica 1 giugno i protagonisti del palco saranno i Gogol Bordello che, attraverso il  travolgente combo gipsy-punk guidato da Eugene Hutz, presenteranno i brani dell’ultimo lavoro “Pura Vida Conspiracy”. Il gran finale del festival avrà luogo lunedì 2 giugno con il ritorno di Franco Battiato al Meeting del Mare, dopo il live del 2006. Il compositore e regista  siciliano, che nel 2012 ha pubblicato il suo trentunesimo album “Apriti Sesamo”, si esibirà con Carlo Guaitoli al pianoforte, Angelo Privitera alle tastiere e programmazione, il Nuovo Quartetto Italiano e Davide Ferrario.

Sul palco del Meeting del Mare anche i Sangue Mostro, Foja, Pennelli di Vermeer, the Shak & Speares, Gnut e decine di artisti emergenti, tutti desiderosi di condividere la propria musica con il pubblico.

La novità assoluta di quest’edizione sarà il “JAM Camp”, una factory musicale all’aperto dove ulteriori 30 band suoneranno, si confronteranno e parteciperanno a incontri esclusivi con i protagonisti del festival e dell’industria musicale. Una sorta di jam session d’idee ed esperienze con  l’obiettivo di mettere insieme artisti, addetti al settore, start-upper, ricercatori, giornalisti e produttori, per costruire un grande “cervello collettivo” che ragioni sullo stato della musica in Italia.

Il Meeting del Mare intende aprirsi all’arte a 360 gradi concedendo ampi spazi a spettacoli di danza, incontri, presentazioni di libri e mostre, il tutto rigorosamente ad ingresso gratuito.

Musica, arte ma anche solidarietà civile: per l’edizione di quest’anno, verrà esposta una croce realizzata con il legno dei relitti di Lampedusa, in segno di rispetto e solidarietà con i migranti e simbolo di amicizia tra i popoli.

“Flow”, la musica per sogni di Mizio Vilardi

mizio vilardi“Flow” è il primo singolo del cantautore e chitarrista molfettese, classe 1988, Mizio Vilardi. Il suo è un pop d’autore contaminato dai suoni del mondo. Musica,  voce e testi testimoniano concretamente un’attitudine musicale cosmopolita e multi sfaccettata. Questo primo brano autoprodotto, realizzato in collaborazione con Claudia De Candia, alias Cloud, vede anche la presenza di Alex Grasso al contrabbasso, piano e programming e di Gabriella Cipriani al violino.

Mizio Vilardi-FLOW(cover)RID (2)La texture strumentale di “Flow” si muove lungo le trame costruite dalla chitarra acustica, districandosi tra archi e suoni elettronici. Il ritmo è scandito dagli arpeggi e dalle parole che scivolano, fluide, in un libero flusso della coscienza in divenire. Le note segnano i contorni del brano, approfondendo e raccontando gli interstizi creati dall’incontro tra italiano ed inglese. Influenze culturali ed innato istinto emotivo caratterizzano questa dolce ballad che emoziona e coinvolge, non rimane che sperare in un immediato seguito di quanto proposto.

 Raffaella Sbrescia

“Il Brigante e la Sciantosa” : Barbara Buonaiuto canta le anime di Napoli

Il Brigante e la Sciantosa © Luigi Maffettone

Il Brigante e la Sciantosa © Luigi Maffettone

Veracemente ed intensamente napoletana, Barbara Buonaiuto, con la sua voce mediterraneamente rock, si è esibita lo scorso 30 aprile al Teatro Trianon di Napoli con Maurizio De Giovanni per lo spettacolo intitolato “Il Brigante e la Sciantosa”. Al centro dello spettacolo l’anima del sud.

Il Brigante e la Sciantosa © Luigi Maffettone

Il Brigante e la Sciantosa © Luigi Maffettone

Orgoglio, dignità, passione e arte si sono fuse in un unico crogiuolo per dare forma ad un’opera artistica vellutata ed incandescente al contempo. Forza, determinazione e  talento, sono da sempre gli ingredienti base del temperamento di Barbara Buonaiuto che, forte della lunga e fortunata esperienza con l’Orchestra Italiana di Renzo Arbore, è riuscita a sedimentare nelle proprie corde vocali un amore incondizionato per Napoli.

Il Brigante e la Sciantosa © Luigi Maffettone

Il Brigante e la Sciantosa © Luigi Maffettone

Con i testi originali scritti e recitati da De Giovanni, autore del personaggio del commissario Ricciardi, l’artista ha dato voce alla rabbia di chi, ogni giorno, rivendica la sua identità lottando per la sopravvivenza. Sotto la direzione di Luca Urciuolo, che ha curato anche gli arrangiamenti e che si impegnato anche alla fisarmonica, sul palco hanno suonato anche Arcangelo Michele Caso (violoncello e plettri), Giampaolo Ferrigno (chitarre), Roberto Trenca (chitarre e plettri), Roberto Giangrande (contrabbasso), Michele Maione (percussioni) e Rosario Lambiase (voce e danza).

Alternando classici napoletani e canzoni di brigantaggio, “Il Brigante e la Sciantosa” svela due anime di una città, in grado di essere estremamente poetica e passionale  ma anche drammaticamente spietata. Senso civico e impegno politico sono ancora troppo poco diffusi in un territorio martoriato dall’ignoranza e dalla criminalità organizzata. L’arte, il canto e la recitazione rivestono, dunque, un’importanza quanto mai centrale, nella campagna di sensibilizzazione pubblica, mirata alla valorizzazione di un fortino di risorse unico al mondo.

Raffaella Sbrescia

Fotogallery a cura di: Luigi Maffettone

Il Brigante e la Sciantosa © Luigi Maffettone

Il Brigante e la Sciantosa © Luigi Maffettone

Il Brigante e la Sciantosa © Luigi Maffettone

Il Brigante e la Sciantosa © Luigi Maffettone

Il Brigante e la Sciantosa © Luigi Maffettone

Il Brigante e la Sciantosa © Luigi Maffettone

Il Brigante e la Sciantosa © Luigi Maffettone

Il Brigante e la Sciantosa © Luigi Maffettone

Il Brigante e la Sciantosa © Luigi Maffettone

Il Brigante e la Sciantosa © Luigi Maffettone

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Il Brigante e la Sciantosa © Luigi Maffettone

 

 

 

 

 

 

Giornata Internazionale del Jazz: Gegè Telesforo riunisce i jazzisti italiani a Roma

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International Jazz Day Roma © Roberta Gioberti

Lo scorso 30 aprile, in occasione della celebrazione della Giornata Internazionale del Jazz, si è svolto presso l’Auditorium Antonianum di Roma, un prestigioso evento musicale impreziosito dalla presenza di una folta rappresentanza di musicisti jazz italiani. Attraverso una breve performance di dieci minuti, ogni artista ha reso il proprio personale omaggio ad un genere musicale dal fascino immutevole. Tempo, storia, evoluzione non hanno infatti scalfito la proprietà insita in questo genere musicale che, pur nascendo oltreoceano, ha saputo sedimentarsi nell’identità e nello spirito dei popoli del mondo.

International Jazz Day © Roberta Gioberti

International Jazz Day Roma © Roberta Gioberti

Promossa da Jazzit, in collaborazione con Groovemaster Edition e con il patrocinio dell’Unesco,  l’iniziativa, a sfondo benefico, ha visto il coordinamento artistico di  polistrumentista, vocalista, compositore, conduttore e autore di programmi radiofonici e televisivi di indiscutibile fama.

International Jazz Day © Roberta Gioberti

International Jazz Day Roma © Roberta Gioberti

Presenti all’evento: Danilo Rea, Rita Marcotulli, Stefano Di Battista, Fabrizio Bosso, Maria Pia De Vito, Rosario Giuliani, Dino Piana, Dario Deidda, Massimo Nunzi, Giorgio Rosciglione, Gegè Munari, Enzo Pietropaoli, Giovanni Tommaso, Amedeo Ariano, Fabio Zeppetella, Alfonso Deidda, Pasquale Innarella, Gianni Sanjust, Fabio Mariani, Domenico Sanna, Giuseppe Bassi, Leonardo Corradi, Greta Panettieri, Dario Germani, Arnaldo Santoro, Roberto Pistolesi, Luca Fattorini, Marco Valeri, Francesco Diodati, Ermanno Baron, Matteo Bortone, Mauro Gubbiotti, Gianludovico Carmenati, Mauro Cimarra e tanti altri artisti che, attraverso anni di esperienza, incontri, studi e ispirazioni, hanno dato vita al folto manto di note che arricchisce il vasto repertorio jazzistico italiano.

Raffaella Sbrescia

Fotogallery a cura di: Roberta Gioberti

International Jazz Day © Roberta Gioberti

International Jazz Day Roma © Roberta Gioberti

International Jazz Day © Roberta Gioberti

International Jazz Day Roma © Roberta Gioberti

International Jazz Day © Roberta Gioberti

International Jazz Day Roma © Roberta Gioberti

International Jazz Day © Roberta Gioberti

International Jazz Day Roma © Roberta Gioberti

 

International Jazz Day © Roberta Gioberti

International Jazz Day Roma © Roberta Gioberti

foto da aggioungere

International Jazz Day Roma © Roberta Gioberti

 

 

 

 

Intervista ai The Burlesque: Vi raccontiamo il nostro album “Cheap and Kool”

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The Burlesque

Fabio Atteo (voce e chitarra), Dario Menna (basso e cori) e Ceppe Pasciano (batteria e synth) sono i The Burlesque. Il trio partenopeo ha pubblicato lo scorso 25 febbraio “Cheap and Kool”, un album indie rock  che trae ispirazione da Vampire Weekend, Strokes o Cribs  e che, attraverso dieci brani, riesce a trasmettere l’essenza flessibile, frizzante e friabile del suono proposto da questi giovani musicisti che non amano prendersi troppo sul serio. A raccontarci la storia e l’entità del gruppo è Fabio Atteo cantante e chitarrista dei The Burlesque.

Come nascono i The Burlesque e quali sono i presupposti su cui si basa la vostra musica?

La formazione nuova del progetto dura da un anno. Prima della fase, uscì un Ep, sempre sotto il nome The Burlesque, in cui figuravo io, assieme ad altri elementi, ci fu un tour, poi incorsero dei problemi, che hanno portato fino quasi allo scioglimento del gruppo, finchè ho trovato dei nuovi elementi con cui ho iniziato a scrivere, suonare, registrare e promuovere “Cheap and Kool”, il nostro nuovo album. Vista la storia un po’ travagliata, io miro a dire che il progetto ha un anno di vita semplicemente perché i pezzi, tutti nuovi, hanno un anno, magari è anche un gesto affettivo verso ciò che stiamo facendo, ciò non toglie che non si rinnega nulla di quello che è stato fatto in precedenza.

La stampa di settore ha inquadrato il vostro genere come indie A-PUNK, entriamo nei dettagli… ci spieghi quali sono i temi, le influenze e gli obiettivi del vostro fare musica?

Probabilmente è stata vista una vicinanza ai Vampire Weekend, una band che a noi piace molto, tra l’altro. Noi abbiamo un modo di vivere la musica in maniera A-Punk, nel senso che facciamo un rock’n’ roll roll privo delle varie distorsioni usuali. La nostra attitudine punk, si dota, dunque, di una A privativa e questo si sposa bene molto bene con il nostro tipo di melodia. Più in generale l’apparato sonoro che utilizziamo è finalizzato a rendere il suono più vario e più divertente possibile prima per noi e poi per gli ascoltatori.

cheap and koolCheap and Kool” è il titolo del vostro ultimo disco… cosa racchiude questo album e qual è il senso del titolo?

Il disco rappresenta il racconto del mondo che ci circonda, i testi li ho scritti io con la volontà di raccontate il fatto che è sempre più facile riuscire ad essere “cool” ad un prezzo ormai basso. Il discorso però è un po’ più complesso di come appare, quello di cui intendiamo parlare è il valore reale di ciò che ci circonda. Un mondo “Cheap and Kool” in cui spesso riusciamo a fare qualsiasi cosa senza capire il reale valore delle cose.

A cosa è dovuta la scelta della inquadratura bassa nel video del singolo “Young love”?

Questo video fa parte di una trilogia composta da “Young love”, per l’appunto, “Think about” ed il nuovo singolo “About an H”. Si tratta del racconto di una storia in maniera verticale ma la chiave interpretativa del video risiede nell’idea di una stessa storia raccontata attraverso tre diverse inquadrature. Dopo diverse ricerche, svolte in maniera anche un po’ goliardica, ci siamo resi conto che si tratta del primo caso al mondo in cui si verifica questo tipo di racconto audiovisivo. Per noi è stata un’esperienza molto divertente che, tra l’altro, si sposa molto bene con il concetto di “Cheap and Kool”, anche perché il tutto è costato 500 euro (ndr).

the burlesque 2 (2)Il prossimo 2 maggio sarete all’Arenile Reload di Napoli nell’ambito del Comicon (Salone Internazionale del Fumetto). Ci raccontate che tipo di live è il vostro?

Saremo insieme agli the Shak&Speares e saremo sicuramente in famiglia! Abbiamo suonato innumerevoli volte insieme, abbiamo fatto incursioni durante i loro live… Dopo di noi ci sarà anche il dj set di Davide Boosta Dileo, una super serata!

Noi siamo in tre e siamo poco ingombranti, quello che ingombra sono gli strumenti che ci portiamo dietro durante i live. Ci approcciamo in maniera molto diretta al pubblico, anche se ci sono tante sfumature di suono da riprodurre. Inoltre come nell’album, anche dal vivo ci sono due pezzi in cui il bassista va alla batteria, il bassista suona la tastiera e io qualche volta suono, questa cosa diverte sia noi che il pubblico. L’attitudine del nostro suono è molto ballabile ed è questo che ci diverte più di tutto. Il nostro live in genere dura parecchio, non è raro trovare pezzi nuovi all’interno della scaletta, abbiamo un ep precedente che per noi racchiude vere e proprie chicche ma non abbiamo una scaletta fissa. Dario e Ceppe mi assecondano spesso nelle mie follie, magari si sbaglia qualcosina ma ci divertiamo e l’errore durante il live secondo me è consentito, il pubblico non è così diverso da noi, siamo tutti esseri umani. Per il resto stiamo riarrangiando dei pezzi in chiave acustica buttandoci dell’elettronica all’interno; questo per creare l’atmosfera ideale per degli showcase che presenteremo dando una nuova veste ai pezzi dell’album. Vorremo trascorrere un mese suonando in posti un po’ più piccolini dove poter fare questa cosa, al momento è ancora tutto in via di sviluppo ma abbiamo davvero tanta voglia di concretizzare questo tipo di situazione.

 Raffaella Sbrescia

Video: “About An H.”

 

Si ringraziano i The Burlesque e Giulio Di Donna per la disponibilità

 

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