I Moseek sono una band nata nel 2010 composta da Elisa Pucci (voce, chitarra e autrice), Fabio Brignone (basso, synth e cori) e Davide Malvi (batteria e sequencer). Il genere della band si muove tra rock ed elettronica finalizzato al pieno coinvolgimento del pubblico in un vero e proprio show. Nel loro percorso artistico i Moseek hanno toccato in lungo e largo l’Italia, partecipato a numerosi festival condividendo il palco con tantissime band tra cui “I Ministri”, “Tre Allegri Ragazzi Morti”, “Linea 77”, “Giuliano Palma & The Bluebeaters”, “Bud Spencer Blues Explosion”, “Perturbazione” e molti altri. “Leaf” è il titolo del loro disco d’esordio, abbiamo raggiunto Elisa Pucci al telefono per farcelo raccontare ma anche per sapere qualcosa in più sulla fase di gestazione del prossimo lavoro discografico di un gruppo che ha molto da dire.
Quali sono stati i passaggi che hanno forgiato l’identità artistica dei Moseek?
Il passaggio più importante è stato sicuramente il tour che abbiamo fatto in Inghilterra nel 2012. Lì abbiamo ascoltato tanta musica nuova, che è stata per noi fonte di tanta ispirazione, sia per quanto riguarda l’aspetto musicale che per la concezione di organizzazione di un concerto. Inoltre abbiamo incontrato tanti musicisti, con tanta esperienza alle spalle, e questo ci ha offerto l’occasione di apprendere davvero molte cose.
Ci parli della cifra stilistica e dei temi che affrontate in “Leaf”?
In questo disco affrontiamo temi piuttosto vari. C’è molta autoanalisi, ci poniamo molte domande su come si affronta la vita ma queste canzoni rappresentano anche un modo per stemperare vicende sia brutte che belle che abbiamo vissuto. I testi sono autobiografici, l’amore è tra i temi più affrontati nel disco mentre l’altra grande protagonista è la Chiesa; ci siamo posti un vero e proprio interrogativo su quello che essa oggi rappresenta.
Come hai lavorato alla scrittura dei testi e quali sono i sono stati i vostri punti di riferimento?
In genere scrivo sempre in maniera molto spontanea e spesso le situazioni che vivo mi portano a scrivere molto velocemente. Per esempio “Pills”, in cui parlo di come mandare giù un boccone amaro, è stata scritta proprio in 5 minuti, sia per quanto riguarda il testo che la musica in sala di registrazione. L’approccio alla scrittura è, quindi, molto diretto.
La scelta della lingua inglese si rifà ad un motivo specifico?
Si tratta semplicemente di un’attitudine. Fin da quando ero piccola ascolto musica in inglese quindi non si tratta di una scelta a priori.
“Bocconi da mandar giù in “Pills”, sentimenti soppressi in “Something to Dig”…c’è qualcosa di inespresso in questo album?
Essendo un disco concepito nel 2012, ho cercato di metterci dentro quello che è successo in quel periodo, proprio per questo motivo, però, “Leaf” non rappresenta appieno quello che suoniamo adesso, quindi la parte inespressa del disco è più relativa alla parte musicale piuttosto che quella testuale dei Moseek.
Nell’ambito live che tipo di concerto è il vostro?
Concepiamo il concerto come un vero e proprio show, cerchiamo di portare avanti l’idea di uno spettacolo, abbiamo scenografia e luci mirate ad enfatizzare momento per momento ogni brano.Per queste ragioni anche i pezzi sono concepiti per la dimensione live, il nostro obiettivo è stabilire una maggiore connessione con il pubblico, cerchiamo di colpire le persone non solo dal punto di vista musicale ma anche visivo quindi è molto importante avere un impatto a 360 gradi; questa è una cosa che ci diverte fare.
Qual è il vostro habitat naturale?
Qualsiasi palco per noi è degno di nota, qualsiasi tipo di occasione per noi è l’ideale, non ce n’è una che disdegniamo o che preferiamo. Ogni palco, dove c’è pubblico, fa il suo.
Quali saranno i prossimi passi del vostro percorso artistico?
Stiamo mettendo giù le altre date del tour e poi stiamo lavorando alla pre-produzione del nuovo album perché il disco che è uscito lo scorso gennaio appartiene al 2012 e ha vissuto la fusione di due autoproduzioni che avevamo fatto in precedenza, per cui abbiamo molto materiale nuovo che vogliamo assolutamente mettere su disco!
Raffaella Sbrescia
Si ringraziano Elisa Pucci e Marialuisa Simbula per Safe & Sound Ufficio Stampa
Video: “Steal-Show”