The Gentlemen’s Agreement: Apocalypse Town, la recensione

cover gentlemen“Apocalypse Town” è il titolo del terzo disco del gruppo partenopeo The Gentlemen’s Agreement, pubblicato oggi per Subacava Sonora. Al centro di questo lavoro c’è l’uomo, un operaio senza nome che, esclusivamente grazie alla propria forza d’animo, riesce ad uscire dalla fabbrica di una metropoli apocalittica e a riappropriarsi del proprio cuore, dei propri sogni, della propria vita. Raffaele Giglio (Voce, Chitarra), Antonio Gomez (Contrabbasso, Basso elettrico, Cori), Gibbone (Percussioni, Pedaliere proto-industriale, Rumori, Cori), Mauro Caso (Batteria, Rumori), Pepo Giroffi (Sax baritono, Sax tenore, Sax soprano, Clarinetto, Flauto traverso) hanno dato vita ad un progetto davvero molto speciale ed avanguardistico, prodotto interamente attraverso il baratto e rilasciato esclusivamente con licenza Creative Commons. La tracklist del disco segue un preciso percorso scandito da sonorità esotiche, ispirate al lavoro di Tom Zé, ed ottenute grazie all’utilizzo di strumenti inventati ed auto-costruiti ( Psycho sitar, Mollofono) oppure trapani e lucidatrici sfregati su campanacci, rullante con freno macchina, macina bulloni.

“Apocalypse Town” è un disco artigianale, intagliato pezzo per pezzo e rifinito grazie ai rapporti di fiducia e fraterno rispetto che i membri della band hanno saputo instaurare con tutte le persone che hanno incrociato durante  il loro percorso.

The Gentlemen's Agreement

The Gentlemen’s Agreement

Ad aprire il disco è “Leitmotiv #1 Incubo”, il primo dei 4 divertissement strumentali presenti nell’album: ossessività, monotonia, rumori indistinti ricreano la frenesia di una fabbrica che ingurgita gli uomini privandoli della propria identità. La fabbrica è un orribile mostro adorato come una divinità, cantano i The Gentlemen’s Agreement in “Moloch!”:la sveglia esplode  demolendo sogni e rendendo la vita molto meno interessante. L’uomo è parte di un ingranaggio destinato a consumarci e a buttarci via. Molto suggestivo è il testo de “Il milione”: la mente veleggia tra le onde di sogni gratis, senza turni e senza debiti, mentre una leggera brezza strumentale allevia le pene del corpo martoriato da una routine asfissiante. “Dire…direttore” è il geniale singolo incentrato sullo sterile rapporto tra dipendente e datore di lavoro: lavoro qui da te, ma tu con me non ci sei mai, parlo tanto di te, ma tu con me non parli mai, perdo il tempo per te, ma tu perché non perdi mai? Il testo è incalzante e si sposa appieno con il coinvolgente ritmo di sonorità che rimandano l’immaginario al Sudamerica. A seguire c’è “Rumore su rumori”: il rumore del cuore è il perno centrale su cui regge tutto il testo, l’animo del protagonista sta per cedere alla resa fino ad un repentino punto di svolta: sento il mio cuore e non lo perdo più. Davvero incoraggiante ed energico è “Mordi! Prendi! Vivi!”, un brano incentrato su una serie di implacabili imperativi intesi come monito finalizzato alla rinascita indiduale di ciascuno di noi. Questa presa di coscienza trova uno sbocco naturale tra le note dei “Leitmotiv #2 Consapevolezza”: intuizione, coscienza, luce, scossa e infine fuga; il karma dello Psycho sitar orientaleggiante sullo sfondo sortisce l’effetto sperato.

In “KABOOM! Chiude la fabbrica” l’iniziale terrore è sostituito dall’esigenza di inventare un sogno, di occupare una campagna e riprendersi il proprio tempo, la città si svuota ma chi rimane gode. Il cammino prosegue con “I piedi lo sanno”, nuovo tempo e nuove strade guariscono le ferite del passato ed ecco sopraggiungere “Leitmotiv #3 Risveglio”, un samba di scombussolamento scuote i sensi e li rieduca all’amore per la natura.

“Adeus” è un brindisi alla libertà: decido il mio tempo, ora io ho tempo, ora il profumo di vita si sveglia anche in questa città. I The Gentlemen’s Agreement si lasciano ispirare dal fascino del Salento, la terra in cui hanno registrato l’album, proprio nel SudEst Studio di Campi (Lecce) di Stefano Manca la band ha lavorato per un mese alla costruzione di una delle sale di ripresa dello studio, in cambio di un mese di registrazione. Siedi, vivi, cerca, scopri, guardati dentro, viaggia, torna, cura il tuo centro, prova, riuscirai, queste le meravigliose parole di “Come l’acqua”, che non hanno bisogno di un ulteriore commento. “Il tempo del sogno” è un addestramento al mondo, la vita qui è un momento, qui non si aspetta nulla, cantano i The Gentlemen’s Agreement mentre “Leitmotiv #4 Evoluzione” sigla i titoli di coda di una rivoluzione intesa come evoluzione armoniosa.

“Apocalypse Town” è, in sintesi, un investimento per il proprio Benessere Interno Lordo, agisce in piccolo ma pensa in grande, provare per credere!

Raffaella Sbrescia

Video: “Dire…direttore”

La Galleria Margò compie un anno e regala “Glitter” in free download

Glitter_remix_coverPer festeggiare il primo anno di attività da oggi 9 aprile, la Galleria Margò, nata dall’incontro di Antonio “Gno” Sarubbi (voce e testi) e del chitarrista Stefano Re (musica) con il batterista Tony Santelia ed il bassista Marco Paradisi, elargirà in free download il singolo di esordio “Glitter” e due remix dello stesso brano, realizzati dai Mad Monk e Sick & Simplicer. I festeggiamenti continueranno con il concerto che avrà luogo il prossimo 11 aprile, alle 22.00, presso lo storico live club lombardo, Circolone di Legnano (via San Bernardino, 12).

Link per il free download:
www.mediafire.com/download/zoc3uu27z1hxm5v/Galleria+Margo%CC%80+-+Glitter+RMX.zip

Video: “Glitter”

Intervista ad Agnese Valle: “Anche oggi piove forte…”

agnese valle “Anche oggi piove forte…” è il titolo del disco d’esordio di Agnese Valle (in uscita il prossimo 11 aprile per l’etichetta Farfavole). Agnese  è diplomata in clarinetto al Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma e ha conseguito numerosi masterclass e stage di perfezionamento musicali, canori e teatrali in Italia e all`estero. Il suo album rappresenta la fotografia del periodo storico corrente, in cui il brutto tempo sembra non avere fine, senza, tuttavia, rinunciare a nuovi moti di entusiasmo e di intraprendenza. Agnese Valle è anche supporter della campagna “Operazione fame”, promossa dall’organizzazione internazionale ActionAid, per la promozione del diritto al cibo in Italia e nel mondo, attraverso il videoclip del singolo “Lasciare riposare” che sarà proiettato, in anteprima, all’Asino che Vola di Roma il prossimo 11 aprile, in occasione della presentazione del disco.

Anche oggi piove forte…oltre che il titolo dell’album questo è anche un messaggio chiaro e forte?

Sì è un messaggio chiaro e forte perché racchiude la sintesi di questo momento, essere giovani, artisti e lavoratori in questo momento storico tutt’altro che semplice, “Anche oggi piove forte”…tuttavia ci attrezziamo!

Il disco è stato scritto da te e da Stefano Scatozza… cosa e chi raccontate in questi 13 brani?

Questo album racchiude un po’ tutto quello che mi è ronzato nelle orecchie fino ad ora. Potrei dire di aver raccontato la prima fase della mia vita a quattro mani con un grande amico, collega e maestro quale è Stefano Scatozza: dagli anni di conservatorio, agli ascolti da bambina, alle esperienze in orchestra a quelle da ascoltatrice e osservatrice di altre generazioni. Da un punto di vista musicale, abbiamo scelto di dividere il disco in 3 parti: ci sono dei piccoli interludi strumentali e la parte centrale del disco è quella dedicata al racconto vero e proprio.

Tu sei una clarinettista professionista, come motivi la scelta dei 3 divertissement strumentali inseriti nell’album?

La scelta di questi brani è dovuta alla voglia di dare spazio alla mia seconda voce, che è appunto il clarinetto, e, allo stesso tempo, volevo realizzare una fotografia di momenti al di fuori dello studio di registrazione: un brano è stato registrato durante una colazione a Colle Val d’Elsa, un posto vicino a dove eravamo stati a registrare, un altro è stato registrato durante una fase creativa mia e di Stefano, infatti è l’unico dei tre ad essere proposto in duo, chitarra e clarinetto. Il mio intento finale è stato quello di unire la parte ufficiale della registrazione a un momento di convivialità, di divertimento, di quotidianità.

Attraverso il brillante singolo intitolato “Lasciare riposare” detti le istruzioni per affrontare l’altro e sempre in relazione a questo brano, sei anche testimonial dell’ “Operazione Fame”, organizzata da Action Aid Italia… Ci racconti la genesi di questo brano e come stai vivendo questa esperienza?

 Partirei dal presupposto che secondo me l’artista non ha un ruolo fine a se stesso, la musica non deve solo preoccuparsi di se stessa deve, bensì,  partecipare al contesto storico e alla vita del proprio paese, io poi amo sposare cause inerenti anche ad altri ambiti oltre il mio. La ricetta che propongo in questo brano in qualche modo sostiene la campagna di Action Aid che prevede tutto un programma di educazione finalizzato a non sprecare il cibo. Da questa collaborazione è nato video, realizzato da Le Bain Production, che raccoglie e chiarifica una serie di cose.

Agnese Valle Ph Massimo Bottarelli

Agnese Valle Ph Massimo Bottarelli

In “Disposto a tutto” usi molte delle tipiche espressioni utilizzate nelle lettere motivazionali  di chi cerca lavoro ma soprattutto dai voce ad una richiesta di aiuto…

Canto questa canzone calandomi  nei panni di una portatrice neutra, non sono né maschio né femmina, sono un lavoratore con un curriculum privo di specializzazioni e qualifiche e,  nonostante l’inizio drammatico del brano, il ritornello torna sull’individuo che si mostra pronto a reinventarsi. Più passano i giorni e più trovo che questa canzone sia veritiera, la chiave è svegliarsi col piede giusto la mattina

Qual è il “lato caldo del letto”?

Il brano è ispirato ad uno dei racconti degli “Amori difficili” di Calvino in cui l’autore racconta la vita di una coppia di altri tempi che si rincorre all’interno di una routine giornaliera. Ho preso spunto da questa storia per raccontare un amore moderno, un amore dei nostri tempi in cui ci si rincorre, magari si vive distanti… Il lato caldo del letto è, quindi, quello che mantiene il tepore, il calore, la forma e l’odore dell’altro.

Chi è la “donna di pelliccia?

La protagonista del brano è una signora che vedo fin da quando ero bambina nel palazzo dove vivo, che in realtà è un enorme comprensorio con tante palazzine una interna all’altra. Le facce sono familiari ma spesso non si va oltre un buongiorno e un buonasera… La donna di pelliccia è una donna che ricordo da sempre, ha un aspetto bizzarro, sia nell’aspetto che nei modi, è difficile che parli, che comunichi con qualcuno, vive a metà strada tra una depressione alcolica e un mondo parallelo. Lei è l’emblema di tutte quelle conoscenze che ti risultano familiari ma che in realtà non conosci e su cui a volte ti ritrovi a fantasticare

Come mai omaggi Enzo Iannacci in “Io e te”?

Stranamente, pur essendo romana, sono cresciuta ascoltando anche  i cantautori milanesi che, alla fine, sono i più difficili… A mio parere Jannacci aveva un profilo artistico geniale e il brano “Io e te” mi è sembrato perfetto per creare un binomio con “Disposto a tutto”. La canzone è il ritratto di una realtà storica e sociale vista da una giovane coppia con tutte le problematiche annesse. Il brano è del ’79 e la cosa mi ha fatto molto riflettere, le tematiche affrontate sono assolutamente attuali e alla fine i due brani risultano complementari.

Come concili la tua attività performativa con quella di docente di propedeutica musicale, canto e clarinetto nelle scuole romane?

Insegnare è una cosa che mi piace moltissimo quindi cerco di farla bene lasciando sempre  il tempo necessario al mio progetto, che è prioritario per stare bene. Ho uno schema orario preciso però sono fortunata a fare un lavoro che mi piace e che è complementare alla mia attività artistica.

L’11 aprile presenterai il disco all’Asino che vola a Roma… tra gli ospiti dell’evento citiamo Renzo Rubino e Raffaella Misiti, come ti stai preparando al grande evento e come sarà strutturata la serata?

Sto praticamente facendo il conto alla rovescia! Sono orgogliosa di avere grandi artisti al mio fianco, Raffaella Misiti, in particolare, è una cantante straordinaria, una mia grande amica nonché mia maestra. Ci saranno dei duetti insieme agli ospiti per un battesimo festoso del mio progetto, l’organico sonoro sarà un quartetto, che è il mio gruppo, Stefano Scatozza sarà un ospite non ospite, in quanto parte della famiglia. Ci sarà anche Luca De Carlo e presenteremo il video di “Lasciare riposare”, prodotto da Le Bain…saremo tutti insieme e non vedo l’ora che arrivi il momento di salire sul palco!

Raffaella Sbrescia

Si ringraziano Agnese Valle e Artevox Musica per la disponibilità

Red Bull Music Academy Culture Clash a Milano

culture clashArriva in Italia il Red Bull Music Academy Culture Clash, l’evento ispirato alla tradizionale cultura giamaicana del sound clash, che celebra la cultura del sound system e della sua influenza nel mondo dell’hip hop, della dancehall e della dance music. Si tratterà di una sorta di battaglia musicale che avrà luogo in Piazza della Regione Lombardia a Milano il prossimo 24 maggio. A contendersi la vittoria saranno quattro delle più note crew italiane, in rappresentanza di 4 generi diversi e che si sfideranno da 4 diversi palchi disposti in oltre 4000 mq di spazio. Queste le crew in gara: Elastica Records, tra le prime ad aver portato la drum and bass in Italia, Macro Beats, legata alla musica black, Roccia Music, nel cui roster annovera vecchie e nuove leve del rap e Lucky Beard Rec, che affonda le proprie radici nella bass music. Le realtà coinvolte si sfideranno nel corso di  4 round in cui ogni sound system avrà un tempo limitato per sfidare l’avversario, proponendo il maggior numero di brani, alcuni registrati in esclusiva per l’evento, e conquistare il pubblico!

Per maggiori info sull’evento e l’acquisto dei biglietti:

http://www.redbull.it/cultureclash

Biagio Antonacci, la recensione del nuovo album “L’amore comporta”

VINILE_Layout 1“L’amore comporta” è il nuovo lavoro discografico di Biagio Antonacci, pubblicato, oggi 8 aprile, su etichetta IRIS/Sony Music, a due anni di distanza da “Sapessi dire no”. Il disco si compone di tredici brani inediti, arrangiati da Michele Canova e scritti da Biagio Antonacci, ad eccezione di “Le Veterane”, il brano scritto e arrangiato dal cantautore Paolo Conte  apposta per Biagio. Il leit motiv del disco è l’amore, un sentimento che Antonacci sviscera e approfondisce, cercando di coglierne anche le gradazioni delle sfumature apparentemente più deboli. Il filo conduttore, che lega tra loro le parti di questo progetto, attraversa gli estremi dell’animo umano focalizzandosi sui momenti e le sensazioni più intime e delicate. Le zone di confine, i momenti di smarrimento, i pensieri più reconditi fanno da sfondo a testi ora più allegri, ora più intensi. Muovendosi tra ansie e incertezze, Biagio scrive e canta per le donne e sulle donne con una consapevolezza nuova ed una maturità artistica che si evince dalla forte connotazione introspettiva dell’album.

Biagio Antonacci

Biagio Antonacci

L’apertura del disco è affidata a “Cado”, un brano ritmicamente molto movimentato, a tratti quasi dance, che intende essere un inno alla vita con tanto di stappo di bottiglia e bollicine sul fìnale. A seguire il singolo che ha anticipato l’uscita dell’album “Ti penso raramente”: un continuo dissolversi ed estinguersi caratterizza la dicotomia tra cuore e mente mentre la bellissima title track “L’amore comporta” racchiude in una ballad la genesi dell’amore, inteso come motore della vita: “L’amore comporta un linguaggio a sé stante, ti annaffia e ti gonfia le guance… l’amore ti fa patire, subire, stupire…in sintesi l’amore ti salva”. Molto intenso è anche l’arrangiamento di “Hai bisogno di me”, il racconto di un amore senza forzature, in grado di tenere senza temere, un amore che non sa tradire. Biagio Antonacci fotografa gli attimi più intimi del rapporto a due ma riesce anche a tratteggiare con delicatezza i tratti di una dolce venere, attraverso l’intreccio di immagini e profumi di “Tu sei bella”.  Il clima si fa repentinamente più scanzonato in “Mai mi dici amore”: due tristezze che insieme non danno calore.  L’artista si lascia andare anche ad una sperimentazione in salsa reggae nel brano intitolato “Ho la musica nel cuore” tra rime alticce ed ego da smaltire.

Biagio Antonacci @ Milano Forum Ph Francesco Prandoni

Biagio Antonacci @ Milano Forum Ph Francesco Prandoni

Molto suggestiva è l’intro romantica e passionale di “Dolore e forza”: una piccola dedica ad un affetto ormai perduto. “No me olvides”è l’espressione spagnola ricorrente in “Ricordati chi sei”, il monito che Biagio lancia a se stesso e al suo pubblico, in omaggio alle proprie origini. La rinnovata figura della donna del nuovo lustro è racchiusa, invece, in “Barbara”, il brano in cui il cantautore tratteggia la personalità di una ragazza fatta di “tormento e vento” ma con tanta voglia di crescere. “Quando piangi mi piove dentro” è la frase più delicata e più suggestiva di “Ora e mai per sempre”, la descrizione di un amore fatto di eterne attese e nessun rimpianto. Il ritmo latino e l’atmosfera sorniona e gagliarda de “Le veterane”, il brano scritto per Biagio da Paolo Conte, ritaglia un piccolo spazio frizzantino all’interno del disco prima della chiusura, in chiave acustica, affidata a “Libera”: il dono dell’amore è attraversato dalla luce di un miracolo chiamato ancora vita.

Raffaella Sbrescia

Video: “Ti penso raramente”

Coldplay, la recensione del video di “Magic”

Coldplay---MagicSi avvicina il 19 maggio, data di pubblicazione di “Ghost Stories”, il nuovo album di inediti dei Coldplay. Nel frattempo la band ha appena pubblicato il videoclip ufficiale di “Magic”, il primo singolo tratto dall’album. Il filmato porta la prestigiosa firma di Jonas Åkerlund e fa riferimento alla tecnica del film muto in bianco e nero. Il testo dolce, romantico e strappalacrime si presta molto bene a rivisitazioni filmiche. Nella versione proposta dal regista la protagonista è la diva cinese Ziyi Zhang nei panni di una maga, vittima di Chris Martin nel doppio e contemporaneo ruolo di fidato e sdolcinato assistente e di marito rozzo e violento.

Chris Martin in una scena tratta dal video ufficiale

Chris Martin in una scena tratta dal video ufficiale

Piccole didascalie conferiscono tono e vitalità alle vicende di una coppia legata a doppio filo al mondo della magia. A metà strada tra idealismo truffaldino e meccanica affaristica, gestualità e mimica facciale addolciscono l’insieme degli elementi propositi con il tipico happy end finale. L’attenzione al dettaglio e la cura per l’accessorio arricchiscono la fotografia d’insieme mentre la struggente melodia dei Coldplay muove i propri passi verso l’irreversibile fine di un amore che, in fin dei conti, non finirà mai… “And if you were to ask me, after all that we’ve been through, still believe in magic? Yes, I do. Of course I do”: e se tu dovessi chiedermi, dopo tutto quello che abbiamo passato, credi ancora nella magia? Sì che ci credo, certo ci credo! Un destino fatto di passione e dolci richiami è quello descritto dai Coldplay, un destino dove occhi lucidi e cuore puro sposano l’eterno dualismo tra poesia e realtà.

Raffaella Sbrescia

Questa la tracklist di “Ghost Stories”:

1. Always In My Head
2. Magic
3. Ink
4. True Love
5. Midnight
6. Another’s Arms
7. Oceans
8. A Sky Full Of Stars
9. O7

Video: “Magic”

Enrico Ruggeri rinnova se stesso e quello che gli sta intorno in “Frankenstein 2.0″

ruggeriA distanza di tanti anni Enrico Ruggeri è ancora capace di rinnovarsi e rinnovare quello che gli sta intorno. Lo scorso 18 marzo è uscito, infatti, “Frankenstein 2.0″, che non è affatto una versione rimaneggiata e corretta del primo “Frankenstein”, pubblicato lo scorso anno dall’artista, si tratta, bensì, di un lavoro con un vestito sonoro realizzato ad arte in maniera del tutto artigianale, corredato da ben 4 inediti di pregevole manifattura. L’album è stato anticipato dal  fortunatissimo singolo intitolato “L’onda”, un brano assolutamente geniale che, dal punto di vista musicale, strizza l’occhio alla new wave e alla disco music anni Settanta e Ottanta. Il brano è destinato a rimanere a lungo in vetta in virtù di un testo pieno zeppo di riferimenti al sistema sociale, politico e culturale in cui ci ritroviamo a vivere. “Parlano di pace, politiche future mettono in campo congetture e poi seguono l’onda, l’onda. Indignazione, la contaminazione
immigrazione, religione e poi seguono l’onda, l’onda”; Enrico sa pungere e lo fa senza sconti, alla sua maniera, certo, elegante e puntuale, l’artista condanna la falsità e l’ipocrisia di una politica pronta a millantare promesse e a saltare sul carro del vincitore.
“Ecco l’onda che ti dice tutto quello che ti piace la colomba della pace che ti guida con la voce purchè si nuoti sull’onda… Poeti,santi, naviganti portati dall’onda, l’onda; europeisti tanto comunisti innovatori perbenisti plasmati dall’onda, l’onda”: il testo presenta parole forti, chiare, dirette, trasparenti ed eloquenti quanto basta per capire che Ruggeri ha inteso molto bene come stanno i fatti: l’onda ti dice quello che ti piace, decreta poeti e santi, stabilisce quali sono le idee vincenti e quali non lo sono, plasma modi di fare, atteggiamenti e modi di essere, il tutto mentre “fragili e smarriti senza direzione” viviamo “addomesticati dal miraggio della partecipazione”. Enrico Ruggeri  critica l’omologazione e il buonismo, il tutto portando in risalto il suono a presa diretta. All’interno di “Frankenstein 2.0″ sono presenti anche due collaborazioni: quella con Pico Rama (all’anagrafe Pier Enrico Ruggeri, primogenito del cantautore con cui Enrico duetta sulle note di “Insegnami l’amore”), e quella con Dargen D’Amico (con il quale Ruggeri ha riarrangiato “Per costruire un uomo”, già presente in “Frankenstein”).

Enrico Ruggeri

Enrico Ruggeri

Enrico Ruggeri fa dell’elettro-rock un punto di forza ed un tratto distintivo: “Non avrò paura di cercare ali dentro di me, canta l’artista in “La voce della Nave”, mentre “seguiamo la nostra ambizione e l’anima resta in prigione”. Frankenstein è un un simbolo di ribellione, una voce che segna i confini della condizione reale, un campanello d’allarme per un’umanità che ha oltrepassato il segno, un richiamo ispirato che, dietro il divertissement di un arrangiamento trascinante e ballereccio, nasconde messaggi forti, chiari, onesti. Autore e inventore di se stesso e delle proprie scelte Enrico Ruggeri non fa sconti e non fa calcoli; conoscenza, amore e voglia di cambiare sono i suoi assi nella manica, l’artista si muove fuori dalle consuetudini perché “chi sa stare solo è padrone della vita”, canta in “Aspettiamo i superuomini”. C’è tanta rabbia in “In un paese normale”: “C’è chi dovrebbe pagare il conto… di chi ha venduto le città non dovrebbe restare traccia”, scrive e denuncia Ruggeri, in una dichiarazione d’amore per un paese che non riesce a smettere di accumulare errori. Per concludere e completare il discorso l’artista sta portando “Frakestein 2.0” anche nei teatri con uno spettacolo ricco di sorprese ed una seconda parte dedicata all’interazione col pubblico attraverso i social networks.

Raffaella Sbrescia

Video: “L’onda”

Le “dannate nuvole” di Vasco Rossi. La recensione del video

Vasco Rossi

Vasco Rossi

È on line il videoclip di “Dannate nuvole”. Il super singolo di Vasco Rossi anticipa il nuovo album di inediti previsto per il prossimo 4 novembre e ha già riscontrato numerosi consensi grazie ad un testo potente e ad un’indovinata ritmica a metà strada tra ballad e rock. Il videoclip della canzone, ispirata alla lettura di “Zarathustra” di Nietzsche, porta la firma di Swan e propone la figura del Blasco mentre fluttua in un non luogo e cammina sui pezzi di un ghiacciaio disciolto, metafora di quel “niente dura” cantato a più riprese nel brano. Immagini molecolari, granulari, fantascientifiche s’insediano in un paesaggio onirico e assai nebuloso mentre Vasco Rossi, nel ruolo di un demiurgo del dolore, provoca con i suoi mille interrogativi sospesi tra malinconia e disincanto. “Quando cammino su queste dannate nuvole, vedo le cose che sfuggono dalla mia mente. Niente dura niente, niente dura e questo lo sai però non ti ci abitui mai”, canta il rocker di Zocca, mentre gocce d’acqua e pezzi di Bonsai si frantumano in uno spazio asettico. Quasi profetico è l’intervento di Stef Burns che, attraverso le rockeggianti note un travolgente guitar solo, colora di energia testo e musica; sottili filigrane multicolor irradiano l’aria circostante rilasciando positività e ottimismo: “Quando mi sento di dire la verità sono confuso, non sono sicuro, quando mi viene in mente che non esiste niente, solo del fumo, niente di vero. E forse lo sai. Però tu continuerai”, canta Vasco, andando davvero oltre le nuvole, oltre la realtà contingente, oltre il pensiero legato all’hic et nunc. Scene di vita quotidiana, estratte dal tran tran di gente comune, occupano lo spazio di alcune scene finali del videoclip che, seguendo una struttura ciclica, si richiude con lo stesso scenario d’apertura ma con un piglio diverso: “Niente dura – è la chiusura dell’ultima strofa – però tu non ti arrenderai” chiosa, sornione, il Komandante, seguendo la sua proverbiale indole imprevedibile ma soprattutto incitando a vivere.

 Raffaella Sbrescia

 Video: “Dannate nuvole”

Intervista ai Karbonio14: “La musica? Fa che sia per sempre”

Karbonio14

Karbonio14

I Karbonio14 sono quattro artisti emiliani: Valerio Carboni (voce, chitarre e pianoforte), Cesare Barbi (batteria), Luca Zannoni (tastiere) e Matteo Verrini (basso). Il loro mondo musicale rievoca e rielabora i suoni tipici della scena moderna inglese. Lo scorso 28 marzo il gruppo ha pubblicato “Fa che sia per sempre”, il nuovo singolo tratto dal disco d’esordio del gruppo,  intitolato “Tra le luci bianche”. A parlarci del gruppo, dei temi del disco e dei suoi progetti paralleli è Valerio Carboni, compositore, musicista, cantante e autore per vari gruppi e progetti.

Nel brano “Fa che sia per sempre” canti “io ci sono ma non posso farcela da solo”… quanto conta la reciprocità dei sentimenti in una storia e cosa intende comunicare questa canzone?

Più andiamo avanti in questo mondo cosmopolita, più sappiamo tutto di tutti, eppure allo stesso tempo ci chiudiamo nel nostro egocentrismo. Siamo sempre più egoisti ma, in realtà, per avere una vita serena e felice bisogna essere in più persone, è bello condividere la propria esistenza, le proprie paure e le proprie emozioni. In questo caso il brano parla di un rapporto a due e del fatidico momento in cui bisogna decidere di lavorare insieme per cementare e reinvestire quello che si è costruito insieme. Il concetto della canzone è darsi all’altro.

Come è nata l’idea del video che accompagna il singolo?

Visto che la canzone dice che non ce la si può fare da soli, ho prestato il labiale ad altri personaggi che si portano il telefonino alla bocca… in questo modo sembra che siano gli altri a cantare la nostra canzone. Ci sono arrivati tantissimi video anche da nostri fan che vivono a Singapore! Sono stati i nostri fan ed i nostri amici ad aiutarci nella realizzazione di questo video e, in questo senso,  la cosa ha allargato il significato della canzone, che si riferisce principalmente ad un rapporto a due, ma può essere anche universale.

Raccontaci l’essenza del sound dei Karbonio 14, come è iniziato e come si è evoluto il percorso artistico del gruppo?

Siamo in quattro e siamo partiti come band tributo ai Coldplay soprattutto per un discorso legato al sound british e alle ambientazioni sonore  con suoni apparentemente imprecisi, sporchi, graffiati. Oltre che suonare insieme, ci piace fare le cose insieme, uscire e divertirci quindi abbiamo provato a creare una canzone e abbiamo visto che anche il processo creativo andava molto bene. All’interno del nostro progetto sappiamo crearci i nostri spazi  e abbiamo visto che riusciamo a fare qualcosa di buono…

Cover Album carbonio 14“Tra le luci bianche” è un album molto ricco e completo, il tema ricorrente è una dicotomia di un’entità in due parti… Quali sono le parti in contrasto tra loro e quale prevale tra le due?

Al centro di tutto c’è il rapporto tra il sè ed un’altra persona ma il discorso può ovviamente essere riferito anche al rapporto che ciascuno di noi ha con se stesso.

Il brano intitolato “Ti verrò a cercare” entrerà a far parte della compilation del concorso ideato da Materiali Musicali?

Abbiamo partecipato a questo concorso per caso, abbiamo scelto un brano che non abbiamo fatto ascoltare molto  quindi è stato anche un modo per metterci alla prova su qualcosa che non aveva ancora ricevuto un responso, alla fine abbiamo avuto questa menzione e parteciperemo alla premiazione finale con nostra soddisfazione. Noi facciamo le nostre cose divertendoci, io faccio il musicista da tanti anni e vedo molte persone con grandi ambizioni il che, per carità, è un fatto molto giusto però bisogna anche divertirsi durante il percorso che si fa. Avere una band che fa pezzi propri,  in questo contesto, non è affatto semplice eppure noi ci divertiamo ancora e, pian piano, speriamo di mettere su un tassello alla volta.

“Ho bisogno di godere nel sentirmi un po’ colpevole” è la frase più forte di “Come follia”, come nasce questo testo?

Questo è il primo pezzo che abbiamo composto, il testo narra di un uomo che comincia a guardarsi dentro e ad analizzare i propri problemi. Alla fine siamo tutti un po’ colpevoli di qualcosa  e a volte è anche bello trasgredire  sapendo che poi si può tornare alla normalità. Tutti facciamo qualcosa di colpevole tutti i giorni… nel testo canto “dubito delle parole che sono scritte in arabo ma poi mi guardo dentro e mi viene il vomito…”; questa frase racchiude un’ammissione e implica, ancora una volta, il desiderio di darsi agli altri.

In “Catene” avete collaborato con Mistachic con un risultato molto originale… come si è innescata questa sintonia artistica?

Questo brano si discostava un po’ dalle altre canzoni presenti in “Tra le luci bianche”… All’epoca non riuscivamo a trovare la chiave dell’arrangiamento e abbiamo deciso, insieme alla nostra etichetta discografica Molto Recording di Modena, di provare a chiamare un dj per un arrangiamento. Mistachic ha lavorato per due settimane al brano ed era perfetto, si tratta di un sound che ci appartiene un po’ meno ma che ci piace molto inoltre Andrea Mazzali è un nostro amico ed è stato bello avere il suo contributo. La musica per me è liberta totale.

In “Pioggia” c’è anche la penna di Carlo Rizioli… Le parole del testo sono cadenzate e scandiscono l’evoluzione di un sentimento. Qual è il tuo commento ad una canzone così intima?

Si tratta di un brano che avevo scritto insieme al mio amico e collega Carlo Rizioli (autore di fama internazionale che ha scritto per Ramazzotti, Stadio, Emma Marrone …) uscivo da una storia importante e ci siamo trovati a scrivere questo pezzo di getto insieme, si tratta di un brano che sento particolarmente e che più mi rappresenta all’interno del disco perché è ispirato alla mia vita. Qui c’è la storia di due persone che non stanno più insieme ma che vivono ancora nella stessa città, il rapporto è finito ma ci sono ancora tutti gli strascichi da metabolizzare. Io mi ritengo fortunato perché attraverso la musica riesco a confinare le emozioni in un testo inteso un po’ come la fotografia di quel momento.

Karbonio14 Ph Studio Pagliani

Karbonio14 Ph Studio Pagliani

Come mai “One step to madness” è in inglese?

Anche qui è accaduto tutto in modo molto naturale, il pezzo è nato in finto inglese poi abbiamo avuto delle difficoltà e ci siamo fatti aiutare da Marco Ligabue  che ci ha scritto un bel testo, ci è piaciuto e l’abbiamo inserito nell’album come ghost track. La canzone è piaciuta molto a due dj Alex Barattini e Max Baffa di Radio 105 che hanno fatto un remix del brano e l’hanno messo in radio. A volte ci si fa tanti problemi ma fare le cose con tranquillità può portare anche a interessanti sviluppi!

Siete al lavoro su nuovi brani?

Ovviamente sì, abbiamo in cantiere due pezzi molto forti… Vogliamo capire quale tra i due potrebbe sposare meglio lo spirito della stagione imminente…

Hai tante collaborazioni all’attivo… tra tutte citiamo quelle con Aldo, Giovanni e Giacomo, Arturo Brachetti, Angela Finocchiaro, Antonella Lo Coco. Come riesci a reinventare ogni volta te stesso e la tua musica e come cambia il tuo approccio in base al ruolo che ricopri (compositore, cantante, musicista…)?

In realtà io sento un forte istinto creativo, tiro giù musiche e parole; alcune mi vengono alla Karbonio 14, altre sono per Antonella, collaboro con lei da ormai 10 anni e avevamo anche un altro gruppo insieme. Per Aldo Giovanni e Giacomo ho scritto le musiche del loro ultimo spettacolo teatrale, intitolato “Ammutta Muddica”. Anche in quel caso bisogna lavorare tanto, le idee non sempre vengono però è sempre una questione di dove veicolare l’input creativo. Per il film di Angela Finocchiaro “Ci vuole un gran fisico” mi son ritrovato a scrivere 60 brani, anche cose piccolissime e di pochi secondi… La cosa migliore sarebbe girare il mondo e osservare le cose, la creatività si vede in ogni cosa: in un cibo, in un odore….l’ideale è cercare di trasformare quello che si osserva in musica. Questo lavoro è un po’ strano, a volte sembra che non stai facendo niente ma in realtà non stacchi mai davvero la spina perché ogni momento può essere utile per scrivere e comporre.

Ci sono altri progetti paralleli al gruppo in programma?

Sto lavorando a dei pezzi nuovi con Antonella Lo Coco e sto collaborando anche con un altro artista ma per il momento è top secret!

Raffaella Sbrescia

Video: “Fa che sia per sempre”

Si ringraziano Valerio Carboni e Alessandra Bosi di Parole e Dintorni per la disponibilità

La recensione di “Recess”: Skrillex sfida se stesso.

Skrillex-recess-cover“Recess” è il titolo del primo vero e proprio album di Skrillex, il giovane produttore americano, all’anagrafe Sonny Moore, padre del “brostep”. Questo lavoro si compone di 11 tracce molto diverse tra loro e che, nell’insieme, danno l’idea di un progetto più ballabile e melodico del solito. La trasversalità di “Recess” ha già scatenato detrattori e seguaci del talento losangelino che, in verità, si è concesso diversi momenti meno autoreferenziali e molto apprezzati. Il disco si apre con “All is fair and Brostep” feat. Ragga Twins, un’apertura quanto meno paradigmatica: tutto è concesso in amore e nel brostep; seguita dalla title track “Recess” feat. Kill the Noise e Fatman Scoop: “Fight till up can’t fight, don’t let it stop, make it to the daylight”, cita il testo, in un’iperbole sonora. Killa Graham & Sam Dew accompagnano Skrillex in “Stranger”, una delle tracce che rappresentano le varie declinazioni di genere presenti nel disco. “Try It Out” feat. Alvin Risk è il singolone in auge mentre “Coast is clear” feat. Chance the Rapper è, in assoluto, il brano più commentato in rete: la liricità dell’arrangiamento si discosta parecchio dalle tracce precedenti grazie ad un’inedita formula composta da house, 2-step e soul. Un inaspettato cambio di rotta subito annientato da “Dirty Vibe”, il brano in cui Diplo, assieme a C-Dragon e CL, prende parte ad una infernale sessione di ghetto-tech: “We gon’ celebrate every fucking day, I’m as dirty as they could and there’s only one”, cantano i tre, mentre i Ragga Twins tornano sulle note di “Ragga Bomb”. Skrillex sconfina spesso in altri generi, altrettanto spesso senza un’idea precisa, il risultato è tuttavia gradevole e d’atmosfera ma la mancata ricercatezza nella cura del dettaglio c’è e si sente. Nel disco compare di tutto un po’, a metà strada da tradizione ed avanguardia: si va dalle sonorità miste di “Doompy Poomp” alla futuristica “Fuck That”, scandita da una massiccia serie di “Drop!”. “Tonight I want to forget”, questa l’essenza di “Ease my mind”, remix di Nicki and the Dove, mentre la conclusiva e affascinante aura onirica di “Fire Away” lascia in sospeso una serie di input che Skrillex segnala a se stesso per eventuali, ed auspicabili, sviluppi.

Raffaella Sbrescia

Video: “Ragga Bomb feat. Ragga Twins”

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