“Caustic Love”, il nuovo album di Paolo Nutini

PN_CAUSTIC_LOVE_PRESS_DIGITAL-300x300“Caustic Love” (Atlantic Records) è il nuovo album di inediti di Paolo Nutini, giunto a cinque anni di distanza da “Sunny Side Up”. A poche ore dalla pubblicazione il disco è già in vetta alle classifiche  iTunes di Italia, Uk, Irlanda e Netherlands e il fatto rappresenta sicuramente un incentivo in più per mettersi subito all’ascolto di questo lavoro che, già attraverso le note soul del singolo “Scream” (Funk My Life Up), aveva lasciato intravvedere una nuova bellissima veste del cantastorie scozzese.  Nonostante la sua giovane età Nutini è stato capace di reinventarsi attraverso un coinvolgente e caldissimo mix di elementi, facendo riferimento alla lunga e prestigiosa tradizione della musica black d’oltroceano.

I tredici brani contenuti nel disco sono stati scritti proprio da Paolo, insieme a Dani Castelar, e sono stati in gran parte autoprodotti e registrati a Valencia, Londra, Glasgow e Stati Uniti. L’aspetto più interessante di questo disco è il felice connubio tra la particolarissima voce di Paolo e una serie di arrangiamenti ispirati alle atmosfere della Motown, arricchiti da coinvolgenti ritmi funky per un risultato sensualmente vintage. Nutini è riuscito a fare tesoro del meglio che la musica black d’annata ci ha offerto tra gli anni ’60 e ’70 vestendolo con abiti sonori più contemporanei. La tracklist dell’album è davvero eterogenea: dal singolone “Scream” si passa alla dolcissima intro di “Let me Down Easy”, Nutini è semplice e complicato al contempo, delicato e rude a fasi alterne, il graffio della sua voce riesce ad infiltrarsi con grazia nell’animo. Il gioco di voci di “Bus Talk”  è la parentesi che introduce il lirismo sonoro di “One Day”: “I’ll be gone in a while”, canta Paolo, perdendosi in una sorta di puntinismo vocale sul finale.  Il fascino squisitamente jazz di “Numpty” lascia il passo alla intensa “Better man”, la canzone che, meglio di altre, descrive in maniera incisiva il titolo del disco. Il brano più osannato in assoluto è “Iron Sky”, il testo è cosparso di parole forti, maschie, decise e pungenti e, se a questo aggiungiamo la parte del monologo tratto dal “Grande Dittarore” di Charlie Chaplin, il risultato non può che risultare epico. L’eco dei riff di chitarra di “Diana” è lo stacco mentale perfetto per prepararsi all’ascolto di “Fashion” feat. Janelle Monaè, un brano amabilmente rythm&blues. “Looking for something, leaving with nothing”, scrive e canta Paolo nella bellissima “Looking for something”, la canzone dedicata alla madre mentre “Cherry Blossom” cede ad una più tradizionale carica rock. La chicca finale è “Someone like you”: la voce di Paolo si distende in un canto pulito, delicato e trasparente, quasi angelico, che rimanda la mente alle dolci canzoni dell’intramontabile Elvis Presley.

Raffaella Sbrescia

Video: “Scream” (Funk My life Up)

Intervista a Manuel Cardella: “Voglio creare qualcosa di nuovo”

Manuel Cardella

Manuel Cardella Ph Agnese DiVico Rubini

Il cantautore romano Manuel Cardella presenta “Rinascerò”. Il singolo è tratto dal disco d’esordio, di imminente pubblicazione, e racchiude la grande voglia di mettersi in gioco da parte del giovane artista che, lavorando a stretto contatto con il team di Cantieri Musicali, ha maturato l’idea di un genere musicale in grado di riunire i tratti tipici della tradizione pop italiana con le sonorità elettroniche tanto in voga oltreoceano. Abbiamo raggiunto Manuel al telefono per scoprire quali sono i contenuti del suo lavoro e cosa c’è alla base delle sue canzoni.

“Rinascerò” è il titolo del tuo nuovo singolo. Dal punto di vista musicale ci colpisce la fusione tra la melodia pop con il dub, la dance ed il funky mentre, per quanto riguarda il significato del brano, il tema centrale pare essere quello di un sentimento impossibile da cancellare…Qual è il tuo commento?

Il testo è scritto da uno dei più grandi autori della musica italiana che è Piero Calabrese il quale, tra l’altro, è uno dei miei produttori e fa parte del mio team di lavoro. Siamo partiti dai miei lavori precedenti, contraddistinti da suoni molto elettronici e vicini alla dance, per arrivare al pop più suonato con degli strumenti live, il tutto per cercare un mio stile personale in grado di differenziarsi dallo scenario musicale attuale. L’idea iniziale del testo è venuta da me è parla di un amore impossibile da cancellare e che segna per sempre l’anima. Il sentimento che contraddistingue il brano è la voglia di rinascere e ripartire da zero, lasciando comunque intatto il ricordo di una persona importante.

I movimenti delle tue mani nel videoclip girato dal regista Daniele Zed Berretta hanno un significato specifico?

Sì! Parlando con il regista mi sono soffermato su ciò che si può creare e ciò che si può distruggere e abbiamo preso come riferimento le mani. Proprio con le mani, nel video, costruisco forme come se tutto fosse possibile da realizzare…l’idea della rinascita è stata resa proprio attraverso la creazione estemporanea di forme con l’obiettivo di trasmettere a tutti la consapevolezza dei propri mezzi e del proprio potenziale.

Manuel Cardella

Manuel Cardella Ph Agnese DiVico Rubini

Quali saranno i temi e i generi presenti nel tuo nuovo lavoro?

Il lavoro che sta per uscire è praticamente il mio primo disco che è registrato al Biplano Studio per l’etichetta Cantieri Musicali. Si tratta di un lavoro che comprende diversi generi musicali, una miscela di diversi stili che va dal pop, all’elettronica, alla dance, al funky, al dubstep, senza, tuttavia, tralasciare pezzi piano e voce più malinconici. A questo aggiungo che vengo da un’esperienza di vita che mi ha un po’ cambiato: circa un anno e mezzo fa sono stato operato al cuore per una malformazione congenita, che avevo dalla nascita, e dopo questa esperienza ho voluto raccontare nel disco quello che ho vissuto. Trattandosi del primo album, avevo voglia di raccontare della mia crescita fino ad oggi. Si parlerà non solo di amore ma anche di rivincita, di rivalsa, di una crescita personale, che c’è stata sia a livello artistico che umano. Ci sarà, dunque, ampio spazio per fatti e pensieri molto più personali e intimi come la voglia di andare avanti e di lottare per quello che si vuole senza avere paura.

Alla luce del fatto che il tuo primo amore musicale è stato il pianoforte, com’è cambiato, nel tempo, il tuo approccio nei riguardi della musica?

Parto dal presupposto che la mia ricerca stilistica dura già da un po’ e ho da sempre l’obiettivo di fare qualcosa che non si sia già sentito in Italia, il mio background si rifà alle sonorità d’oltreoceano tuttavia, in tutti i miei brani c’è la presenza costante del pianoforte che da sempre mi accompagna nel mio percorso artistico. L’obiettivo finale è quello di trovare il giusto equilibrio tra tutti questi elementi mixando passato e  presente.

Quali saranno le prossime tappe del tuo percorso?

Nei prossimi mesi ci sarà la pubblicazione del mio primo album e alcuni live che stiamo organizzando per la promozione del disco in tutta Italia.

Raffaella Sbrescia

Video: “Rinascerò”

 

Si ringraziano Manuel Cardella e Marina Mannino per la disponibilità

Negramaro: “Un amore così grande 2014″ sarà la colonna sonora della Nazionale Italiana

negramaro

Negramaro

Calcio, musica e solidarietà; questi i temi centrali della conferenza stampa che si è svolta pochi minuti fa a Coverciano per presentare “Un amore così grande 2014”, la colonna sonora che accompagnerà la nazionale di calcio italiana ai prossimi mondiali in Brasile, realizzata dai Negramaro che, per l’occasione, hanno presentato in anteprima anche il videoclip ufficiale del brano, girato dal regista italiano Giovanni Veronesi.

Presenti al tavolo degli intervenuti Daniele Bossari, che ha condotto l’incontro, l’allenatore della Nazionale Italiana Cesare Prandelli, il capitano della Nazionale Gianluigi Buffon, Caterina Caselli per Sugar,  Giuliano Sangiorgi, Lele Spedicato e Andrea Mariano per i Negramaro, Antonello Valentini (direttore generale FIGC), Marco Pontini (Direttore Generale Marketing e Commerciale Radio Italia), il quale ha annunciato che i Negramaro voleranno in Brasile insieme alla Nazionale e parteciperanno alla terza edizione di Radio Italia live – Il Concerto, l’evento in programma il 1° Giugno 2014 a Milano in Piazza Duomo. Presenti, naturalmente, anche il Presidente di AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica) Massimo Mauro e Roberta Amadeo Presidente AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla). Associazioni, queste ultime, a cui andranno tutti i  proventi di questa speciale iniziativa. Il progetto, nato da un’idea di Radio Italia (da anni partner ufficiale della Federazione Italiana Giuoco Calcio), in collaborazione con Sugar e con i Negramaro, è stato accolto con entusiasmo dalla FIGC, e vuole essere un grande omaggio alla squadra azzurra, impegnata a breve nella Coppa del Mondo FIFA 2014 in Brasile.

“Un Amore Così Grande 2014”  si ispira allo storico brano del 1976, portato al successo da Claudio Villa è già da oggi disponibile su iTunes. Nel videoclip che accompagna la canzone, il regista Veronesi ha integrato alle immagini dei Negramaro alcuni momenti chiave della storia della Nazionale, particolarmente ispirati al testo della canzone che, per l’occasione, è stato arricchito con una nuova strofa scritta proprio dai Negramaro:

“C’è il cuore che batte sempre più veloce, ad ogni rincorsa esplode una voce, chi grida vittoria non sa darsi pace, disegna la storia solo chi è capace. Io corro più forte, raggiungo le stelle e rubo la luna diventa una pelle per farti un vestito azzurro che splende negli occhi e nel cuore, l’Italia si accende”.

L’arrangiamento del brano rispecchia, naturalmente, il riconoscibilissimo stile rock dei Negramaro che, in quanto a talento, fantasia e carattere si sposano fedelmente all’idea di fusione tra tradizione e innovazione in nome di un ideale solidale.

Raffaella Sbrescia

Video: Negramaro – Un Amore Così Grande 2014

 

Renzo Rubino in tour: un’altalena di emozioni

Renzo Rubino Ph Luigi Maffettone

Renzo Rubino Ph Luigi Maffettone

Lo scorso 14 aprile il giovane cantautore pugliese Renzo Rubino ha inaugurato il Secondo Rubino Tour con uno splendido concerto al Teatro Bellini di Napoli. Ad introdurre la serata il cantante salernitano, ex The Voice of Italy, Manuel Foresta che, nelle vesti di estroso chansonnier, si è esibito sulle note di brani di Edith Piaf ed Adriano Celentano, senza tralasciare due sue canzoni inedite come “Dejavù” e “The Essence of Silence”.

Renzo Rubino Ph Luigi Maffettone

Renzo Rubino Ph Luigi Maffettone

Una manciata di minuti più tardi il palco si trasforma in un romantico giardino di luci: piccole lampadine cadono sospese dall’alto, mentre un festoso sottobosco di lucine cinge gli strumenti dei musicisti. Al centro del palco un pianoforte, sorvegliato da una struttura luminosa simile ad un grande ragno fatto di zampe elettroniche. Renzo entra in scena tra lo stupore generale: nei panni di un mostro gentile, l’artista intona “La fine del mondo”, primo brano in scaletta, ad accompagnarlo Fabrizio Convertini (basso), Andrea Beninati (batteria e violoncello), Eugene (theremin e tastiere) e Andrea Libero Cito (Violino).

Renzo Rubino Ph Luigi Maffettone

Renzo Rubino Ph Luigi Maffettone

Subito dopo il cantautore si libera agevolmente dell’ingombrante costume e si scatena sulle note di “Ora”, senza riuscire a stare sul seggiolino nemmeno stavolta: «Questo teatro è un luogo incantato, non sono mai stato qui in veste di musicista e sono davvero felice di esserci– spiega Renzo – Napoli è una grande città del Sud Italia ed era giusto iniziare da qui».

Renzo Rubino Ph Luigi Maffettone

Renzo Rubino Ph Luigi Maffettone

L’artista ha voglia di dialogare con il pubblico, lo si evince dai suoi sguardi, dal suo continuo interagire con la platea ma anche, e soprattutto, dai suoi testi così immediati e diretti. «Lulù è un brano ispirato ad una storia realmente accaduta – racconta Rubino – mio nonno è malato di Alzheimer, una malattia tragicamente comica, spesso dimentica le cose ma Lulù, che è il nome di mia nonna, è l’unica parola che lo tiene saldamente legato alla terra». Ecco, Renzo è così: è capace di risultare dissacrante un attimo prima ed incredibilmente dolce un secondo dopo. La sua fantasia viaggia velocissima e stargli dietro è davvero difficile, la sua poliedricità non contraddistingue solo i testi ma anche gli arrangiamenti delle canzoni: si passa dall’intimismo di “Sete” all’energia dance di “Amico”.

Renzo Rubino e Simona Molinari Ph Luigi Maffettone

Renzo Rubino e Simona Molinari Ph Luigi Maffettone

“Con Barry White che aiuta, con lui non sbaglio mai”, canta Renzo nell’esilarante “Paghi al Kg”, per poi lasciare il pianoforte sull’intro di “Non arrossire”, il bellissimo brano di Giorgio Gaber con cui Rubino accoglie l’ospite della serata: si tratta di Simona Molinari. I due artisti avevano già conquistato pubblico e critica durante la serata Club Tenco al Festival di Sanremo e, sulla scia di quella magica alchimia, anche stavolta il risultato è davvero emozionante; bellissimi da vedere e da ascoltare! Subito dopo la bella Simona regala un interessante cambio di prospettiva a “Il postino (Amami uomo)”, altro grande successo sanremese di Renzo e si scatena sulle note della sua “La felicità”.

Renzo Rubino Ph Luigi Maffettone

Renzo Rubino Ph Luigi Maffettone

I ritmi sono serrati e Rubino si riappropria subito del palco con “Mio”: “Le canzoni nascono dai sogni” – spiega il cantautore – ed  è così che è nata “L’ape, il toro e la vecchia”». Dopo il racconto della fuga da un sogno distorto, Renzo balla e scende in platea sulle note dello schizofrenico brano intitolato “Non mi sopporto”: la perfetta fusione tra teatralità e genialità.

Con i testi dei monologhi firmati dalla scrittrice Silvia Avallone, il giovane Renzo entra nel Dna delle sue canzoni riuscendo a fornire delicati ed efficaci input al pubblico come nel caso di “Monotono”. Subito dopo arriva la confessione: «A Sanremo preferivo l’altra, dice Renzo, riferendosi a “Per sempre e poi basta”, questa canzone da cantare è un’altra cosa», ed è proprio vero, questo brano è davvero ipnotico, la perla più rara di una collana preziosa.

La scaletta continua sulle note di “Bignè”, un breve pastiche strumentale introduce l’altra cover della serata, si tratta dell’irriverente “Che brutto affare”, il testo scritto da Franco Califano per Jo Chiariello. A seguire “Piccola”, la canzone dedicata all’amore per la musica.

Renzo Rubino Ph Luigi Maffettone

Renzo Rubino Ph Luigi Maffettone

«Ho già nostalgia di questo presente», dice malinconico Rubino, rimettendo il cappello al fantoccio usato in apertura di concerto prima di lasciare il palco con i suoi bravissimi e poliedrici musicisti. Una manciata di secondi più tardi arrivano gli ultimi brani della serata: il primo è l’amatissimo “Pop”, accompagnato da piccole palettine sventolanti, ideate da un gruppo di fan del cantautore, a seguire c’è l’intensa versione originale de “Il postino (Amami uomo)” in riferimento alla quale Renzo dice:«Portare questo brano a Sanremo è come portare Wagner in Israele».

Renzo Rubino e la band Ph Luigi Maffettone

Renzo Rubino e la band Ph Luigi Maffettone

Davvero suggestiva è l’immagine del pubblico danzante sulle note di un valzer collettivo ma il tempo dei saluti finali è vicino: “L’altalena blu” è il brano con cui il piccolo-grande Renzo conclude il concerto salutando il pubblico dalla sua finestra dei sogni: “Prova a prendermi prova a prendermi prova a prendermi prova a prendermi. Tanto non mi prendi”.

Raffaella Sbrescia

Intervista a Giulia Mazzoni: “Comporre è come scattare una fotografia”

Giulia Mazzoni Ph Alessio Pizzicannella

Giulia Mazzoni Ph Alessio Pizzicannella

Giulia Mazzoni è una pianista 24enne di origine toscana.  “Giocando con i Bottoni” è il suo album d’esordio, un lavoro comprensivo di  brani originali, interamente composti ed eseguiti da Giulia, che fotografano la sua persona a tutto tondo, muovendosi tra modernità e tradizione. Abbiamo raggiunto l’artista al telefono, in occasione dell’uscita del nuovo singolo intitolato “Where and When”, una composizione dedicata al Maestro Nyman, il cui video vede la presenza delle opere del noto artista italiano Franco Losvizzero e abbiamo scoperto una persona ricca di interessi e aperta all’innovazione.

“Giocando con i bottoni” raccoglie immagini, sensazioni, ricordi della tua infanzia ma anche del tuo presente. Visto che non ami definire la tua musica, ci parli delle idee che hanno dato vita a questo lavoro e della connessione tra i titoli e le rispettive composizioni sonore?

“Giocando con i bottoni” è un album autobiografico che racconta, attraverso le note, la mia vita di ieri ma anche quella di oggi. Ogni traccia è una fotografia, un ritratto di un momento, di un episodio importante. Il titolo del disco fa riferimento ad un episodio della mia infanzia quando, da bambina, amavo giocare con dei bottoni colorati, che per me erano magici, mi emozionavano tantissimo. Ho riprovato la stessa emozione quando ho toccato per la prima volta i tasti del pianoforte e tutt’oggi accade ancora. Tra gli altri temi racchiusi nel disco ci sono l’amore e l’amicizia come, ad esempio, avviene nell’ultimo singolo estratto dall’album “Where and when” in cui cerco di raccontare un’amicizia importante sia dal punto di vista artistico che umano con Michael Nyman, grande compositore, che ho la fortuna di conoscere e di frequentare per quanto possibile. Poi c’è “Lia”, un brano dedicato ad una persona a cui ero molto affezionata e che purtroppo è venuta recentemente a mancare. La mia è una musica descrittiva che utilizza diversi linguaggi, a cavallo tra la tradizione e la modernità, e che cerca di dipingere con le note delle sensazioni o dei momenti di vita vissuta. Chiaramente trattandosi di una musica strumentale, ognuno è libero di fare il proprio viaggio, di vivere e scrivere la propria storia liberamente.

In una recente intervista hai dichiarato che ti senti vicina al minimalismo di Nyman e Philip Glass, potresti approfondire questo discorso?

Questi due compositori mi hanno ispirata moltissimo ma in realtà mi sento molto legata anche alla musica da film. Il minimalismo ha influenzato molto anche la musica da film, pensiamo allo stesso Philip Glass con “The Truman Show”, Thomas Newman con “American Beauty”. Loro sono stati i fondatori del minimalismo soprattutto Nyman con “Lezioni di piano”. Grazie a loro è nata la nuova corrente di pianisti contemporanei che si sono poi ispirati a questo genere, ognuno inserendo all’interno un proprio contributo.

Giulia Mazzoni Ph Alessio PizzicannellaCi racconti lo sviluppo dell’idea audiovisiva del tuo ultimo singolo “Where and when”?

Tutto è nato da una chiacchierata tra me e il regista Fabrizio Cestari, vincitore di un premio durante l’ultima edizione del Medimex per il video del brano “La nuova stella di Broadway” di Cesare Cremonini. Parlando con lui è nata questa idea, io sono appassionata di arte contemporanea ed è stato molto bello il fatto che lui abbia coniugato questa mia passione con la musica inserendo nel video le opere di Franco Losvizzero. Sono una sognatrice, mi piacciono molto questi mondi onirici, un po’ alla Tim Barton, e le opere di Franco rappresentano sicuramente un mio modo di essere. Nel video la bambina rappresenta l’arte, la musica, ma è anche il mio angelo custode e, allo stesso tempo, me stessa che, nel bene e nel male, continuo a guardare il mondo con lo stesso sguardo. Indipendentemente dalla musica, quello che amo di più di questo video è la fotografia.

Alla luce del fatto che per te comporre è un’esigenza, hai già scritto nuovi brani?

Certo! Per me comporre è come scattare una fotografia, ogni volta che vedo, sento, leggo qualcosa che mi colpisce sento l’esigenza di trasferirla e tradurla attraverso le note. Sto scrivendo il nuovo disco, che uscirà il prossimo autunno, ci sto lavorando molto attentamente e spero che sia in grado di mostrare ancora altri lati della mia anima e della mia musica.

Quali sono i tuoi ascolti in questo periodo?

In realtà ascolto sempre tante cose, cambio spesso i miei ascolti spaziando dalla musica classica alla musica elettronica. Ad esempio in questi giorni ho ascoltato Chick Corea, Skrillex e Bach.

Come ti senti in merito alla tua partecipazione al Ravello Festival il prossimo 11 luglio?

Beh sarà una cosa davvero grossa! Io non sono mai stata a Ravello, credo sia un posto meraviglioso e sono davvero onorata di poter partecipare a questo Festival così prestigioso ed importante con nomi davvero importanti. Tra gli altri, anche lo stesso Chick Corea sarà in cartellone e sono tanto felice di poter portare lì la mia musica.

Quali sono i tuoi prossimi impegni?

Stiamo definendo dei concerti, sempre all’interno di alcuni festival e, chiaramente, tutte le date potranno essere visualizzate sui miei canali social… Nel frattempo stiamo organizzando un tour che partirà dopo l’estate e di cui riparleremo molto presto!

Raffaella Sbrescia

Si ringraziano Giulia Mazzoni e Tatiana Lo Faro per Parole e Dintorni per la disponibilità

Video: “Where and When”

“Pagine”, il nuovo singolo di Francesco Sàrcina

Francesco Sarcina

Francesco Sarcina

“Pagine” è il titolo del nuovo singolo di Francesco Sàrcina, tratto dall’album “Io”. Il videoclip del brano è firmato da Marianna Schivardi ed è ispirato al film “I Sogni Segreti di Walter Mitty”. Ambientazioni urban fanno da sfondo ad un testo malinconico ed intimista, accompagnato da un arrangiamento leggero, a tratti onirico.

“A volte sembra troppo difficile descrivere le proprie emozioni con parole che si perdono nell’etere” – canta Sàrcina – in un limbo di riflessioni sospese tra passato e futuro. L’obiettivo della canzone è offrire nuovi modi per affrontare le pagine della nostra vita, compresi i momenti più dolorosi, soprattutto quelli che sembrano non essere in grado di offrirci una valida  via d’uscita. “Oggi sembra proprio impossibile scrivere per raccontare sogni che descrivono ciò che in me è più semplice e non c’è soluzione tranne che vivere questa giornata immobile”, cita la seconda parte della canzone, che si conclude in maniera nichilista senza, tuttavia, abbandonare una sottile apertura possibilista: “Non c’è niente che può fermare la mia voglia di vivere anche se siamo polvere tra l’inutile e folle esistenza che guarirà. Anche se siamo pagine tra l’inutile e folle esistenza che mai guarirà”.

Raffaella Sbrescia

Video: “Pagine”

Second Hand Guitars e Ritmi Show: il regno degli strumenti musicali a Napoli

Musica da conoscere, condividere, toccare al Second Hand Guitars e Ritmi Show, la fiera organizzata da Accordo.it,  che si è tenuta presso la Mostra d’Oltremare di Napoli tra il 12 ed il 13 aprile. 7.000 metri quadri di esposizione fra strumenti nuovi, usati e da collezione da vendere, comprare, scambiare o semplicemente provare insieme a dimostrazioni, workshop, concerti, stand di negozianti e spazi riservati alla compravendita sono stati gli ingredienti speciali della fiera-spettacolo, che da oltre 20 anni, raccoglie un nutrito pubblico.

Due vinili e la chitarra di Tony Sheridan, primo cantante dei Beatles

Due vinili e la chitarra di Tony Sheridan, primo cantante dei Beatles

Tra gli stand più succulenti  la straordinaria collezione di chitarre “vintage” americane del collezionista italiano Alberto Venturini: «Questa raccolta l’ho costruita negli anni, seguendo il mio gusto personale, fin da quando, all’età di 13 anni, frequentavo l’oratorio di una piccola provincia lombarda  e ascoltavo i juke box e cominciavano ad apparire le prime televisioni. Gli anni ’50 mi folgorarono con Elvis Presley poi vennero i Beatles e così via… “. Walter e Christie Carter, George Gruhn, Eliot Michaels sono solo alcuni dei grandi nomi proposti nello stand di Alberto Venturini che, per l’occasione, ci ha mostrato anche lo speciale basso del 1974 di Brian Wilson dei Deep Purple, la chitarra di Tony Sheridan, il primo cantante dei Beatles all’epoca di Amburgo, una delle prime Fender Stratocaster del 1954 (numero di serie 886) e la Stratocaster, anno 1958, donatagli dalla madre di un soldato americano morto in Corea; senza dubbio una delle più ricche e rappresentative collezioni della Golden Age della chitarra americana. Addentrandoci tra le sale, ci siamo soffermato sui tanti stand da scoprire tra legni pregiati, per la costruzione artigianale dello strumento, e le numerose batterie tutte da provare, senza dimenticare gli abiti vintage, coordinati da stivaleria e abbigliamento in pelle.

Il basso autografato di Brian Wilson dei Deep Purple

Il basso autografato di Brian Wilson dei Deep Purple

Tra le aziende espositrici di strumenti, cordiere, piatti e amplificatori segnaliamo: Bogner, FBT, Godin Guitar, HiWatt, Line6 Proel, Mark Bass, Orange Amp, Shure, Takamine, Galli Strings, Volume Drums, Jey Jey drum, Tamburo, Sabian, Pearl, Gretsch ma soprattutto Musikalia.

Un campionario di strumenti Musikalia

Un campionario di strumenti Musikalia

L’azienda Made in Catania, fondata dal Dottor Alfio Leone è specializzata nella costruzione di strumenti rappresentativi delle più diverse etnie musicali: si va da strumenti latino americani come Ukulele, Cavaquinho e Tiple, alla Balalaika Russa, per poi passare a strumenti della musica celtica, come il Bouzouki Irlandese, ed ancora il Baglama ed il Bouzouki Greco ma soprattutto i nostri classici Mandolini della tradizione Italiana. In occasione del SHG l’azienda ha inaugurato una nuova linea di Ukulele soprano in legno di bubinga e di zebrano.

«Tutti gli strumenti – ha spiegato la signora Alda – sono ancora oggi realizzati interamente a mano con materiali di elevato pregio. Macchinari come levigatrici o seghe a nastro hanno fatto la loro comparsa, ma non cambiano lo spirito della lavorazione – ha aggiunto. I listelli di legno che compongono la cassa armonica di un mandolino sono piegati con l’ausilio di un tubo metallico riscaldato ed è tutto realizzato in maniera rigorosamente artigianale».

Raffaella Sbrescia

Fotogallery “Second Hand Guitars e Ritmi Show”:

“Dalla a me (io sicuramente non la spreco)”, il singolo di Mario Riso

Cover Dalla a me_B (2)“Dalla a me (io sicuramente non la spreco)” è il titolo del nuovo singolo di Mario Riso che anticipa l’uscita del terzo disco R3ZOPHONIC, prevista a maggio. Autore del brano è, per l’appunto, Mario Riso, conosciuto come batterista rock e creatore del progetto Rezophonic, l’iniziativa che dal 2006 riunisce numerosi artisti della scena musicale alternativa italiana e che sostiene il progetto idrico di AMREF Italia (Fondazione Africana per la medicina e la ricerca) con lo scopo di realizzare pozzi d’acqua nel Kajiado, una delle regioni più aride dell’Est Africa per “Offrire da bere a chi ha veramente sete”.

Mario Riso

Mario Riso

Il video è frutto di un intenso e complesso lavoro di relazioni all’interno del mondo musicale, dello spettacolo e dello sport italiano. Diversi sono, infatti, i personaggi noti che hanno preso parte al videoclip prestando volto e voce alle strofe del brano incentrato su un tema molto delicato quale è quello dello spreco. Parole e musica convergono in un unico messaggio: “non sprecare ciò di cui disponi”. Troppo spesso ci si ritrova a circondarsi di cose superflue e ancora più spesso si diventa inconsapevolmente generatori di spreco e di danni per gli esseri umani di domani. L’obiettivo di Mario Riso è stato, quindi, quello di sfruttare lo sconfinato potere della musica coinvolgendo personaggi influenti per ricordare quanto sia stupido sprecare: Diego Abatantuono, Pippo Baudo, Alessandro Borghese, Caparezza, Fabio Caressa, Claudio Cecchetto, Giobbe Covatta, Ilaria D’Amico, Nino Frassica, Marco Materazzi, Ringo, Nicola Savino, Cristina Scabbia, Rocco Siffredi e Javier Zanetti hanno partecipato con energia ed entusiasmo al progetto, che ha visto anche la speciale partecipazione di Vera Spadini (ambasciatrice di Rezophonic nel mondo dello sport) e Icio De Romedis (consigliere di Amref e responsabile della Icio Onlus).

 Le strofe del brano sono interpretate da Daniele “Danti” Lazzarin dei Two Fingerz (autore insieme a Mario del brano), KG Man, Jake La Furia (dei Club Dogo), Piotta e Shade. Alla batteria Mario Riso, al basso Giuseppe Fiori, alle chitarre Giovanni Frigo, Gianluca Battaglion e Oliviero “Olly” Riva, il produttore di R3zophonic, e Federico Malandrino (elettronica).

 Video: “Dalla a me (io sicuramente non la spreco)”

“La musica è un bene comune”: un convegno per riflettere

“La musica è necessaria al vivere civile dell’uomo, perché si basa sull’ascolto, che è un elemento imprescindibile, anche se quasi sempre trascurato. La musica è necessaria alla vita, può cambiarla, migliorarla e in alcuni casi può addirittura salvarla…”. Questi i presupposti del convegno intitolato “La musica è un bene comune”, che si è svolto lo scorso 12 aprile presso il Cubo D’Oro della Mostra d’Oltremare di Napoli, in occasione della nuova edizione del Second Hand Guitars, primo e più importante guitar show in Italia, promosso da “Didattica”, testata di tecnica e teoria musicale edita da Accordo.it. Ad aprire i lavori Andrea Rea, presidente di Mostra d’Oltremare e Alberto Biraghi, direttore di Accordo.it , coadiuvati da Gianni Rojatti, coordinatore di Didattica.

Antonella Liccardo

Antonella Liccardo

Al centro della prima parte del convegno, trasmesso in streaming, una breve introduzione ai lavori e un approfondimento dedicato all’importanza della fruibilità degli spazi in merito all’organizzazione di eventi musicali e dedicati all’intrattenimento. Tra i primi interventi segnaliamo quello della Dottoressa Antonella Liccardo, che ha illustrato le attività dell’Associazione la Scalza Banda Onlus, un circolo dedicato alla formazione musicale e civile di circa 70 bambini provenienti dal quartiere Montesanto di Napoli: «Al centro del nostro progetto c’è la formazione musicale ma anche, e soprattutto, quella personale veicolata da un percorso di riconoscibilità sociale -  ha dichiarato la Dottoressa Liccardo». Tra i prossimi eventi della Scalza Banda segnaliamo lo spettacolo “Cyrano De Bergerac” con Stefano Benni, previsto per il prossimo 8 giugno alle 19.00, presso la Basilica di San Giovanni Maggiore Pignatelli.

A seguire l’amareggiato intervento del noto musicista degli Avion Travel Fausto Mesolella: «Parto da una citazione di Leo Ferrè: “Dov’è finita la musica? E’ finita nei cessi dei conservatori”. Uso queste parole per andare dritto al punto – ha spiegato l’artista – Leo ha colpito il posto deputato alla musica per eccellenza, il posto che dovrebbe valorizzare la memoria della musica ma in questo momento storico non c’è nulla da conservare. La migliore musica deve partire dal silenzio e dalla riflessione. La rotazione radiofonica, in particolare, rappresenta l’imposizione di immondizia; per recuperare il nostro senso critico dovremmo capire il significato emozionale delle cose».

Edoardo Bennato

Presente al convegno anche il rocker bagnolese Edoardo Bennato che, in prima battuta, rifiuta di salire in cattedra per evitare polemiche, poi, su invito dei relatori seduti al banco, decide di parlare con un intervento al vetriolo sui generis: « Via San Sebastiano a Napoli è la via degli strumenti musicali, proprio lì, mentre passeggiavo con mio padre, vidi lei: la chitarra. La musica rock invita a pensare e a riflettere. Quando in Italia cominciammo a suonare il rock’n’roll ci ritrovammo a vivere nella condizione di imitatori della musica anglo-americana, oggi siamo succubi delle persone a cui la cultura non interessa affatto, dobbiamo lottare per cercare di innescare un’inversione di tendenza. In molti mi hanno chiesto perché sono rimasto a Napoli – ha aggiunto Bennato – io rispondo che innanzitutto rimango per mia figlia e che dai disagi io attingo energia. Nel mio piccolo cerco di darmi da fare ma nel mondo della musica tutto è opinabile, non ci sono regole, tutto è nelle mani dei media e, allo stato attuale dei fatti, in un mondo di persuasori occulti, vince chi appare».

David Zard

David Zard

Pochi istanti più tardi fa il suo ingresso in sala il noto impresario musicale David Zard che, reduce dal grande successo della sua ultima produzione, il musical “Romeo e Giuletta –Ama e cambia il mondo”, si è dilungato in un’ampia digressione dedicata ai suoi difficili esordi, quando il rock in Italia era concepito come un genere musicale fatto da “capelloni drogati e puzzolenti”. Zard si è anche soffermato sulla città di Napoli, in particolare, definendola: “un bacino di creatività musicale da cui il rock’n roll, braccIo della tarantella, ha attinto il battito del suono”. Chiedendosi perché la musica sia stata spesso osteggiata in Italia, David Zard ha, inoltre, affermato che “la musica potrebbe innescare la vera rivoluzione che non c’è mai stata”.

David Zard ed Edoardo Bennato

David Zard ed Edoardo Bennato

In conclusione un clamoroso scambio di battute proprio tra Zard e Bennato: l’impresario ha ricordato ad Edoardo di quando, molti anni addietro, in occasione di un concerto, l’artista chiese un cachet superiore al netto di quello che sarebbe stato possibile incassare, ma Bennato ha subito replicato rispondendo che a quei tempi si trattava di rimborsi spese e che per poter suonare sul palco bisognava innanzitutto saper fare a cazzotti perché suonare era un po’ come una lotta, la lotta delle note e dei contenuti, quelli che oggi sono sempre più rari da scovare.

Raffaella Sbrescia

Occhi tuoi di-amante, il nuovo singolo degli April Fools

april-fools-antonella-gucci“Occhi tuoi di-amante” è il titolo del nuovo singolo degli April Fools. Gabriele Aprile (voce), Alessandro Stellano (basso), Vincenzo Di Girolamo (chitarra) ed Andrea Stipa (batteria) ritornano sulle scene indie nostrane con un brano rock oriented e con una melodia che si distanzia da quello che ci avevano proposto in precedenza. Il brano anticipa il secondo album del gruppo, in uscita nei prossimi mesi e, per l’occasione, sarà disponibile in free dowload con la formula pay with a tweet. Associato al videoclip diretto da Luigi Reccia e prodotto da Red Box Studios, “Occhi tuoi di-amante” racconta un amore tormentato dai dubbi e dalla passione, un sentimento forte ma non abbastanza da cedere al compromesso. Il cantato di Gabriele Aprile rispecchia il ticchettìo, ora incalzante, ora lento e delicato, di una pioggia di pensieri che, uno dopo l’altro, annegano parole ed emozioni per un risultato straniante e pungente.

Raffaella Sbrescia

Link dowload “Occhi tuoi di-amante” :

www.aprilfools.it/occhi-tuoi-di-amante-free-download/

Video: “Occhi tuoi di-amante” 

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